LABORATORIO PROGETTAZIONE (PDF)
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Progettazione educativa e formativa in campo educativo. Illustra i principi di progettualità, intenzionalità, responsabilità, flessibilità, metodo e creatività nel campo dell'educazione. Esplora i concetti di educazione e formazione.
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27/11/2024 ❖PROGETTAZIONE intro Progettare è un atto universale innesca e spesso accelera le evoluzioni e i cambiamenti sociali, le trasformazioni culturali e i processi scienti ci delle nostre soc...
27/11/2024 ❖PROGETTAZIONE intro Progettare è un atto universale innesca e spesso accelera le evoluzioni e i cambiamenti sociali, le trasformazioni culturali e i processi scienti ci delle nostre società. È una pratica generativa che ha nell’osservazione della realtà il suo presupposto di base. Si sviluppa all’interno di sistemi di relazione e di confronto culturale e scienti co ed è un processo dinamico e continuo di ri essione sui problemi e sulle possibili soluzioni con il pensiero rivolto verso l’altro. Per scrivere progetti serve ‘progettualità’ che può essere intesa come ri essione su quello che si sta facendo, su ciò che si intende realizzare e su come farlo nel modo più ef cace. La progettualità è uno strumento di sintesi tra aspirazioni e realtà, tra il soggettivo e l’oggettivo tra individualità e collettività. La progettualità è una guida da seguire e non un obbiettivo da raggiungere, è importante però che alla base si trovi un’apertura al futuro. Il suo compito è quello di costruire possibilità attraverso lavoro costante. Progettare → gettare oltre lo sguardo verso qualcosa di meno conosciuto perché la realta non ci soddisfa più. intenzionalità→ volontà e capacità di chi opera in ambito educativo di formulare ipotesi e previsioni, mantenendo comunque una certa apertura all’imprevisto e di perseguire attraverso strumenti e strategie gli obbiettivi previsti. responsabilità→ relativa alle scelte che l’educatore compie nel delineare possibili interventi e alle possibili conseguenze delle sue azioni. Il lavoro progettuale coniuga due aspetti antitetici: - essibilità: apertura all’imprevisto e all’inedito, possibilità di rimodulare strategie e azioni - Metodo: insieme organico di regole e di principi in base al quale si svolge una determinata attività. Servono per dare ordine logico alla ricerca. Importante è che il metodo non si trasformi in una procedura meccanica e impersonale. Il metodo progettuale non deve essere considerato come de nitivo e assoluto, ma come un approccio essibile che può essere modi cato durante il processo. - Creatività: lavoro di immaginazione e di metodo in cui le regole del metodo non limitano l’aspetto creativo del progettista ma lo incoraggiano a scoprire soluzioni che potrebbero rivelarsi utili anche per altri. Non è fantasia dato che la creatività segue il suo metodo. La progettazione educativa e formativa richiede: identi cazione di obbiettivi da raggiungere, piani cazione di azioni coerenti e fattibili, de nizione di tempi e risorse e scelta di indicatori e strumenti di monitoraggio. È importante che l’educatore padroneggi metodi per progettare e valutare dotandosi di un approccio rigoroso e dare coerenza al progetto. L’atto del progettare ha maggiore capacità di creare senso solo se si libera dagli schemi imposti dall’abitudine dalle soluzioni già date. - Visione: presuppone uno sguardo che andrebbe esercitato per tutta la vita, n dall’infanzia stimolato dalla meraviglia e dalla curiosità. Differenza tra educazione e formazione. 1 di 28 fl   fi fl fl fi fi fi fi fi fl fi fi fi Per educazione si intende quelle insieme di strategie, metodologie e pratiche che intendono promuovere e accompagnare il processo di sviluppo delle facoltà siche, intellettive e morali di una persone, in particolare bambini e giovani in età evolutiva sopratutto bambini o giovani. - educazione formale - educazione non formale - Educazione informale. La formazione si riferisce all’af namento di certe competenze, teoriche o capacità pratiche, in particolare in ambito lavorativo (formazione professionale), universitario ma non solo. Laboratorio deriva dal latino medievale ‘laboratorium’ che deriva dal verbo laborare, cioè lavorare. La didattica Laboratoriale è attiva e proattiva. Privilegia l’apprendimento esperienziale per favorire l’acquisizione di competenze e allo stesso tempo promuove il dialogo, la ri essione su quello si fa e creare maggiori opportunità per costruire attivamente il proprio sapere. E’ facilmente applicabile a molti contesti disciplinari, privilegia l’apprendimento cooperativo, il confronto e lo scambio di idee. Cosa signi ca progettare? Termine con molte accezione che variano in base al contesto ma progettare signi ca ideare e studiare la possibilità e i modi di eseguire qualcosa. Etimologia: Progettare signi ca gettare avanti nel tempo, deriva dal latino proiacere. Con il verbo progettare si intende l’opera di scrittura e ssazione di un prodotto. La progettazione è fondamentale e serve come guida, segnaletica di buon cammino. Si realizza all’interno di sistemi di relazione e di confronto culturale e scienti co. È un processo dinamico e in nito di ri essione e di ideazione, di una società migliore. Si distingue tra microprogettazione e macroprogettazione. PROGRAMMAZIONE, PIANIFICAZIONE E PROGETTAZIONE. 1.Programmazione: progettazione delle attività, tempistica delle attività, insieme di speci ci progetti integrati con obbiettivi comuni. 2. Piani cazione: intero processo decisionale e operativo dal quale scaturiscono i progetti, la programmazione ne è la parte organizzativa. 3. Progettazione: la realizzazione diretta delle azioni piani cate e programmate, lo strumento operativo nalizzato a un numero limitato di obbiettivi in un tempo circoscritto, mediante una serie di attività. Aspetto Programmazione Piani cazione Progettazione Domanda chiave Cosa fare? Quando? Come ci organizziamo? Come realizziamo le azioni? Focus Attività speci che e Strategia generale. Azioni concrete per tempistiche obbiettivi mirati. Esempio base Elenco attività contro il Strategia per ridurre il Creazione dello bullismo bullismo sportello psicologico. 2 di 28   fi fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi fi fi fi fl fi Un progetto è uno strumento metodologico che permette di individuare strategie e azioni adeguate in un determinato contesto temporale e spaziale. ❖PROGETTAZIONE - momento presente di ideazione qui e ora. - Momento futuro nel quale l’attività viene avviata e se ne valuta la realizzazione - Momento passato relativo al vissuto da cui scaturisce quell’ideazione. La progettazione richiede una postura di attenzione e ri essione critica sul mondo e sui suoi elementi, è il risultato dell’intreccio tra le domande del mondo e quelle del soggetto che progetta: - tra vincoli e desideri - Tra aspetti emotivi e aspetti cognitivi. Se non c’è desiderio, non c’è progetto. Il fare progettazione nasce da un’ attività di secondo livello sulle informazioni che l’individuo ha acquisito precedentemente attraverso interazioni con altri, esperienze, studio e osservazione. Ogni singolo soggetto coinvolto deve condividere il suo bagaglio conoscitivo ed esperenziale. L’educatore sceglie la pedagogia come forma espressiva della sua passione artistica. Per esplicitare la sua arte è però fondamentale possedere anche la tecnica, l’esperienza e la ducia in se stesso e negli altri. Ogni progetto e quindi anche quello educativo richiede tempo. Viviamo in un’ epoca in cui i valori di prima non ci sono più ma non ci sono nemmeno quelli nuovi, quindi viviamo tutti nella complessità perché non abbiamo guide valoriali, i sistemi comunicativi e relazionali sono cambiati e non abbiamo ancora gli strumenti per decifrare quello che ci sta succedendo. Dobbiamo progettare per poter gestire la complessità, iniziamo a prendere dei problemi, circoscrivendo la complessità, prendere un pezzettino per volta. La complessità della società e la complessità del lavoro educativo infatti si mescolano, ed è importante progettare. La complessità e l’incertezza sono elementi che caratterizzano le nostra realtà sociali in questo momento storico e in ambito educativo questo signi ca: - bisogno di assumere nuovi modelli e nuove prospettive - Bisogno di nuove metodologie e nuovi strumenti - Presenza di nuovi attori sociali e nuove agenzie educative - Interdipendenza tra le parti, non-linearità. L’educatore ha il compito di: - progettare la pratica educativa all’interno dell’istituzione in cui è impegnato. - de nire gli obiettivi, piani care, strutturare, coordinare e valutare piccole e grandi azioni, attività, processi, progetti, sia per il singolo che per il gruppo. - assumersi la responsabilità delle proprie azioni ed essere in grado di motivarle sulla base di principi professionali. 3 di 28 fi  fi  fi fi fl L’attività di progettazione diventa uno strumento per ri ettere e interrogarsi sul ‘come fare’. Attenzione al contesto e a tutti gli attori in gioco, consapevolezza della ineliminabilità dell’incertezza. Un ulteriore compito dell’educazione e della formazione è che deve essere orientato allo sviluppo del pensiero critico e ri essivo. INFORMAZIONI→ CONOSCENZA → SAPIENZA. Sapienza come capacità di DARE SENSO COLLEGARE contestualizzare informazioni per una ‘nuova cittadinanza’. L’educatore professionale operando nella complessità deve imparare a co-costruire conoscenze. A costruire legami tra le diverse scienze, a considerare l’utente, se stesso e il contesto come elementi dello stesso insieme. Per vivere bene in un modo complesso e incerto e per progettare bene in un campo complesso e incerto occorre: - sforzarsi a pensare bene cioè pensare in modo critico, ri essivo, - contestualizzare, rielaborare e interrogarsi. ❖COMPETENZA PROGETTUALE Per competenza si intende l’agire di ciascuno in un determinato contesto a rispondere a un bisogno a risolvere un problema, a eseguire un compito a realizzare un progetto. Non è mai un agire semplice o astratto ma è sempre un agire complesso, che coinvolge tutta la persona e che connette : i saperi (conoscenze), i saper fare (abilità), i comportamenti individuali e relazionali, i valori i ni e le motivazioni. Il percorso scolastico, n dall’infanzia permette di sviluppare molte competenze fondamentali. L’educazione in contesti formali e informali contribuiscono a stimolare le competenze di ognuno e a prenderne consapevolezza. La formazione nel corso della vita rafforza competenze non solo professionali. Non è possibile affrontare la vita e gli spazi del vivere sociale senza essere educati al progettare al pensare in forme nuove se stessi gli altri e la società. Quindi la competenza progettuale viene insegnata già in tenera età attraverso lo sviluppo del linguaggio, delle creatività e dell’espressione. Per la competenza progettuale vengono rafforzate: - dimensioni valorizzi - Tecniche di azioni - Capacitò relazionali, comunicative e collaborative. LA COMPETENZA PROGETTUALE: riguarda l’ideazione, l’elaborazione la realizzazione di progetti/documenti concernenti lo sviluppo delle proprie attività personali, di studio e di lavoro, sia in contesti formali che non formali o informali, utilizzando le conoscenze e le capacità apprese nei diversi contesti, al ne di individuare e raggiungere obbiettivi signi cativi e realistici, valutandone i vincoli e le possibilità, de nendo strategie di attuazione e veri cando i risultati raggiunti. 4 di 28   fl fi fi fi fl fi fl fi fi La competenza progettuale implica intelligenza nella: lettura delle situazioni e dei problemi, capacitò di elaborazione di ipotesi, progressività interpretativa, correzione e autocorrezione in itinere, progettazione. Le intelligenze necessarie all’educatore che progetta sono: analitica, pedagogica, creativa, emotiva, relazionale. Utilizzo di - pensiero convergente implica ragionamento logico e analitico per arrivare a una soluzione unica e corretta a un problema (elaborare calcoli e svolgere attività, numeri fatti e informazioni precise) - Pensiero divergente è legato alla capacità di generare molteplici soluzioni o idee in risposta a una domanda o problema, esplorando diverse possibilità, creatività e apertura mentale. ( brainstorming ispirazione, nuove idee) L’educatore applica un principio di cura verso l’altro creando un oggetto estetico e scienti co, è come un artigiano che crea un prodotto che sarà per tutti. Ogni progetto è un atto generativo ma non è scontato che ogni progetto produca innovazione, ogni attività educativa dovrebbe portare a un cambiamento ma per organizzare un progetto innovativo occorre considerare i 4 elementi del modello di progettazione ecologica. Per innovare in ambito progettuale bisogna uscire fuori dalle cornici e revisionare in maniera critica il nostro modo di pensare. Una destrutturazione→ cioè rompere gli schemi precedenti per poi ri-strutturare (creare un nuovo ordine, aprire nuovi sentieri). Quindi progettare è anche eliminare per creare nuovamente. Questo può comportare disorientamento e perdita di equilibrio e un costo non solo economico per le persone. Ma è un passaggio fondamentale per generare progetti innovativi nel prodotto e nel processo. Può sembrare un paradosso ma progettare, a livello inconscio, signi ca anche distruggere. - QUALI SONO I VALORI CHE IL PROGETTO VUOLE PROMUOVERE? - C’è COERENZA TRA QUESTI VALORI, GLI OBIETTIVI E LE ATTIVITà PROPOSTE? - I TEMPI E I LUOGHI DEDICATI AL PROGETTO SONO PERTINENTI ALLE RISORSE DISPONIBILI? - Il progetto risulta chiaro - Il progetto è scritto bene Importanza della scrittura progettuale→ un progetto è una storia che qualcuno leggerà perciò la scrittura deve essere chiara e corretta, deve andare al sodo e descrivere senza tuttavia sempli care. La scrittura è lo strumento narrativo per ricostruire e rappresentare tutto l’agire educativo. Il progetto racconta tutte le potenzialità e le capacità generative della professione 29/11/2024 Il mondo della progettazione è vario e ci sono vari tipi di metodologie. Uscire fuori dalle cornici non è automatico perciò non è facile, si possono fare tanti progetti in ambito educativo, la progettazione deve avere delle caratteristiche di innovazione, il che 5 di 28   fi fi fi signi ca generare cambiamento, non solo nel contesto in cui vado a scrivere un progetto ma generare un cambiamento nelle pratiche e in chi progetta, il lavoro di progettazione è un lavoro di crescita e che riguarda tutti. Devo riuscire a sentirmi arricchito e migliore dopo la creazione di un progetto, migliore cioè diverso ,più aperto, più profondo. Per essere innovatori bisogna uscire fuori dalle cornici, sforzandomi a pensare in modo nuovo e fare una revisione critica del nostro modo di pensare, devo quindi compiere una destrutturazione. Vado a rompere in qualche modo l’ordinario, rompendo gli schemi, una volta che li rompo devo prendere ‘ i cocci’ e ristrutturarli creando nuovi pensieri. Paradossalmente progettare è anche eliminare, per far crescere qualcosa devo rinunciare a qualcosa. È abbastanza banale e intuitivo riprendere progetti passati, è molto più facile e mi costa poco. Pero probabilmente quel cambiamento che sono tenuto a generar negli altri e in me stesso non li raggiungerò mai, quindi il disorientamento e l’incertezza sono normali, signi ca che sto navigando in un mare che conosco poco. Questo vale sia nel prodotto che nel processo (disorientamento). Ci dobbiamo poi porre alcune domande: - Quali sono i valori che il progetto vuole promuovere? - C’è coerenza tra questi valori, gli obbiettivi e le attività proposte? - I tempi e i luoghi dedicati al progetto sono pertinenti alle risorse disponibili? - Il progetto risulta chiaro? - Il progetto è scritto bene? Per scrivere una cosa bene dobbiamo trovare un equilibro tra completezza e semplicità, un progetto non deve essere un romanzo che lascia il segno deve essere qualcosa di scritto in modo chiaro che deve essere scritto con parole tecniche ma non con tecnicismi, è un documento tecnico. Deve essere chiara e corretta, sempli care, banalizzare. La scrittura è uno strumento narrativo. La scrittura di un progetto va preso come un’attività di story telling, per raccontare il nostro stile, il nostro valore. Deve essere qualcosa di nostro e raccontare tutte le potenzialità e capacità educative. ❖PAROLE CHIAVE PER BUONI PROGETTI. Alcune virtù professionali dell’educatore/educatrice. Amore Empatia : saper raccogliere le emozioni degli altri, soprattutto quelle che con ggono con le mie, l’empatia mi deve permettere di aiutarla ma non di provare le emozioni con lui. Non sono un compagno di sofferenza. Ascolto. Consapevolezza Speranza : speranza nel cambiamento, quello che noi facciamo di positivo è solo una parte. Fiducia. Non esistono progetti perfetti pero possiamo de nire alcune parole chiave dei buoni progetti. 6 di 28   fi fi fi fi fi Progettualità: ri essione sul ne e su quello che si sta facendo su ciò che si intende realizzare e sul modo più ef cace per farlo. E’ attivata dalla spinta a raggiungere un obbiettivo ed è fondamentale nei momenti di incertezza. E’ uno strumento di sintesi tra realtà e aspirazioni rappresenta una disponibilità al cambiamento, una ricerca di senso e un apertura al futuro. Equità: recupero dei diversi punti di vista di ogni persona coinvolta nel progetto. Intenzionalità: termine che descrive la volontà e la capacità di chi opera in ambito educativo di formulare ipotesi e previsioni e di perseguire attraverso strumenti e strategie gli obbiettivi previsti Ciò richiede anche il riconoscimento dell’interiorità dei soggetti coinvolti. Responsabilità: Relativa alla capacità di scelta e consapevolezza delle possibili conseguenze delle proprie scelte in termini di ef cacia e di errore. Provvisorietà: Capacità di prevedere, stabilire ed indicare un termine del progetto. Flessibilità : apertura all’imprevisto e all’inedito, della possibilità di rimodulare strategie e azioni. Quando si lavora con gli esseri umani. Durante la realizzazione di un progetto possiamo rimodulare. Gli strumenti sono di più tipi: Inizio, itinere e ne. Gli strumenti di monitoraggio in itinere servono per fermare il progetto prima che sia troppo tardi, per capire se si stanno effettivamente raggiungendo obiettivi. Perfettibilità: Consapevolezza che ogni azione del progettare può e deve essere migliorata. Apertura: Disponibilità a pre gurare e accettare possibili cambi di rotta durane il progetto. Il progetto non è una strada senza uscita ma è la disponibilità a pre gurare e accettare possibili cambi di rotta durante il progetto. Il progetto non è una strada senza uscita. Metodo: insieme organico di regole e di principi in base al quale si svolge una determinata attività. Rischio è che il metodo si trasformi in una procedura meccanica e impersonale. Creatività : E’ il Lavoro di immaginazione c e di metodo in cui il metodo incoraggia la creatività del progettista a scoprire soluzioni utili. La creatività seguendo il suo metodo porta innovazione e lo fa restando nei con ni. Concretezza: Ogni progetto deve essere realizzabile e deve tenere conto di obiettivi, risorse, vincoli, ecc. Sguardo: La progettazione deve partire da una vision che presuppone uno sguardo di curiosità e meraviglia. ❖MODELLI PER LA PROGETTAZIONE Tipologie di modelli applicabili in ambito educativo e formativo. Modelli razionali Hanno un approccio lineare e sequenziale. I passaggi sono sequenziali: identi cazione dei bisogni → formulazione obbiettivi → de nizione delle azioni → veri ca. Certe programmazione si ripetono in maniera simile, sono passaggi sequenziali, in questo caso il contributo dei destinati del progetto/intervento non c’è, il team educativo decide su cosa è importante lavorarci e come lavorarci, i destinatari qualunque essi siano. La logica è lineare con un chiaro inizio e ne processo, è ideale per contesti a bassa complessità ed è applicabile a problemi conosciuti con soluzioni già individuate. Modelli circolari. Nei modelli circolari l’approccio è costruttivista e dinamico. 7 di 28   fi fi fl fi fi fi fi fi fi fi fi fi e nalizzato alla costruzione in maniera collettiva di un progetto educativo e conformativo, parte con meno certezze in maniera meno rigida e ssa, si può iniziare in un modo e de nire gli obbiettivi in corso d’opera, tutti i soggetti coinvolti partecipano alla progettazione al monitoraggio. Si basa sulla complessità dei contesti educativi e sociali. L’approccio non è lineare il processo non inizia con obbiettivi ssi e immutabili. Capacità continua di adattamento e riadattamento del percorso, il problema quando è nuovo non possiamo essere sicuri di dove andremo. Il modello circolare è adatto a situazioni di incertezza e imprevedibilità in contesti dinamici e complessi. Tutti i soggetti coinvolti partecipano alla progettazione e al monitoraggio. Il focus è posto sul dialogo e sulla collaborazione tra le parti. I cambiamenti che avvengono al nido ogni anno per esempio hanno quasi sempre le stesse nalità educative, e il percorso non viene stravolto, un quartiere può invece essere un progetto molto più complesso, dove si deve riquali care le persone, coinvolgerle ed invogliarle a partecipare. Un tema legato a questo modello è quello della povertà educativa cioè una privazione importante di stimoli e occasioni di educazione e formazione, la povertà educativa c’è nei contesti con dispersione scolastica dove non ci sono spazi di socializzazione dove i bambini e i ragazzi non vivono contesti che gli permettono di vivere situazioni e esperienze formative. In questo contesto il modello razionale non funziona molto. Modelli di ricerca-azione : partecipazione attiva dei destinatari. (Partecipazione attiva e ri essione continua) C’ è una partecipazione attiva dei destinatari che hanno responsabilità progettuali. Processo che integra azione, ricerca e ri essione, ex la comunità educante è quando la comunità di individui che vivono nello stesso contesto e crescono insieme lavorano in maniera collaborativa, cercando di condividere obbiettivi e nalità per rendere la comunità un luogo adatto alla collettività. Gli obbiettivi, gli interventi e le strategie sono de niti collettivamente. Sono adatti per la coprogettazione tra amministrazioni pubbliche e enti di terzo settore. Sono ideali per promuovere processi partecipativi e inclusivi. CARATTERISTICA MODELLI RAZIONALI MODELLI CIRCOLARI MODELLI RICERCA- AZIONE APPROCCIO Lineare sequenziale Costruttivista e Partecipativo e ri essivo dinamico ADATTI PER Problemi conosciuti Complessità Coprogettazione bassa complessità partecipazione attiva COINVOLGIMENTO Limitato, decisori esterni Coinvolgimento Coinvolgimento attivo continuo di tutti i dei destinatari soggetti OBBIETTIVI De niti in anticipo Evolvono nel tempo De niti collettivamente RISULTATO FINALE Soluzione prede nita Soluzione condivisa e Azione, ricerca e dinamica ri essione interconnesse 8 di 28 fi  fl fi fi fi  fi fl fi fl fl fi fi fi fi fi La scelta del modello dipende dal contesto e dalla complessità del problema: - i modelli razionali sono utili in situazioni strutturate e con soluzioni chiare. - I modelli circolari sono preferibili quando si affrontano problemi complessi e dinamici - I modelli di ricerca- azione favoriscono processi partecipativi e sono ideali per la coprogettazione. ❖DIECI ELEMENTI IMPORTANTI DI UN PROGETTO EDUCATIVO E FORMATIVO Osservazione: è sottinteso. 1. Nome del progetto: titolo mi serve a descrivere in poche parole, il senso, il signi cato e l’essenza di quello che vado a fare. Sopratutto se è un progetto destinato alla partecipazione e a un bando. Consente di comprendere il tema principale del progetto. 2. Destinatari: a chi è rivolto il progetto? Per quale struttura? Per quale fascia d’età? 3. Situazione-problema: perché questo progetto è importante? va descritto il problema da affrontare con l’analisi del contesto, descrizione del contesto in cui andremo ad operare. Ex. Problema della dispersione scolastica in una scuola media, i ragazzi sono portati a una s ducia nei confronti della scuola ma sopratutto di se stessi. 4. Obbiettivi: quali sono gli obbiettivi generali del progetto? Quali sono gli obbiettivi speci ci di ogni fase del progetto. Possono essere generali o speci ci. Ex obbiettivo generale : contrastare la dispersione scolastica in un istituto, obiettivo speci co: obbiettivo di ogni singola attività che io vado a fare per raggiungere quell’ obbiettivo. 5. Risulati attesi : quali risultati si intendono raggiungere alla ne del progetto? Dipende dal progetto che stiamo intraprendendo i risultati possono riguardare lo sviluppo di determinate conoscenza o consapevolezze o essere concreti (imparare ad usare mezzi pubblici in autonomia, realizzare una festa). 6. Indicatori: Quali sono gli elementi da considerare per capire se i risultati attesi sono stati raggiunti?Ogni indicatore è sempre associato a un risultato atteso. Consentono di veri care la realizzazione della proposta progettuale, per esempio in termini di incontri domiciliari da attivare, laboratori da realizzare, numero e tipologia dei servizi offerti, numero di giovani che si intendono coinvolgere, ecc… 7. Le azioni: Quali sono le azioni che si intendono realizzare? Quali metodologie si vogliono adottare? Qui si descrive il progetto nei dettagli descrivendo attività e interventi. 8. Strumenti di monitoraggio e di valutazione: Come si valuta se gli obiettivi e i risultati attesi sono stati raggiunti? Quando sono previste le valutazioni? Quali strumenti verranno utilizzati per valutare? (es. osservazione diretta, report nale, questionari, diari di bordo, focus group, ecc …). 9. Tempo: Quanto tempo richiede la realizzazione questo progetto? Quando inizia e quando deve concludersi? Quando sono previste le singole azioni? 10. Risorse Necessarie: Quali risorse economiche servono per attuare il progetto? Quali strumentazioni occorrono? Quanti operatori/operatrici interni/e? Quali/e professionisti/e esterni/e? ASPETTI GENERALI DA CONSIDERARE. Organizzazione della struttura progettuale Sono presenti tutti i fattori indispensabili per la redazione del progetto? 9 di 28  fi  fi fi fi fi fi fi fi La struttura è completa e ben organizzata? Coerenza interna del progetto: - c’è consequenzialità nei vari passaggi progettuali - Esiste coerenza tra le diverse parti del progetto? Grado di Fattibilità e di realizzazione. - il progetto è realizzabile concretamente? - Il rapporto tra mezzi e ne è equilibrato? Grado di interazione sistemica con altri progetti? - il progetto rientra in una struttura di più progetti? - Come si integra con progetti precedenti o paralleli? Elementi di valutazione interna/esterna - quali sono le modalità di monitoraggio e feedback (autovalutazione e valutazione) - Prevede modalità di valutazione condivisa con soggetti esterni al gruppo del progetto? Risorse e sostenibilità - sono state considerate le modalità di reperimento e gestione sostenibile delle risorse (economiche, umane, materiali) LA COERENZA INTERNA DI UN PROGETTO Situazione-problema -vengono de niti gli elementi che compongono il problema? -vengono de niti in modo chiaro i bisogni del soggetto/del gruppo? -i bisogni indicati sono coerenti con il problema individuato? -viene considerato adeguatamente il contesto? -vengono considerati i dati scienti ci o le evidenze empiriche? Obiettivi da raggiungere -vengono esplicitati gli obiettivi generali e speci ci? -nella de nizione degli obiettivi si considerano le risorse e i limiti del soggetto/ del gruppo? -nella de nizione degli obiettivi si tiene conto degli interessi o dell’opinione del soggetto/del gruppo? -si considerano le risorse e i limiti del contesto? -gli obiettivi sono coerenti con i bisogni e col problema indicato? -sono coerenti con le azioni indicate? -sono formulati in modo chiaro? 10 di 28 -gli indicatori individuati sono coerenti con i risultati attesi?   fi fi fi fi fi fi fi Piani cazione delle azioni. -le azioni sono coerenti con gli obiettivi stabiliti e con le caratteristiche dei destinatari? -e’ presente una descrizione articolata di tutti gli elementi di ogni azione (attività, contenuti, tempi, strumenti, metodologie, ecc..) -i tempi delle azioni sono indicati? Sono adeguati? -sono indicati ruoli e compiti di ogni soggetto coinvolto? -sono presenti le risorse umane e nanziarie che serviranno? Piano di valutazione -sono descritti gli oggetti della valutazione (ad es. processi cognitivi, competenze, aspetti relazionali, clima di gruppo, ecc..)? -c’è coerenza tra strumenti e oggetti di valutazione? -c’è coerenza tra gli oggetti della valutazione e gli obiettivi? -sono descritti gli strumenti che si useranno per la valutazione? -la valutazione è prevista in diversi momenti (iniziale, in itinere, nale, di impatto)? -Sono indicati i soggetti che si occuperanno della valutazione? Non dipende soltanto da come pensiamo, piani chiamo e scriviamo un progetto ma anche da come ne misuriamo e ne valutiamo l’andamento. Per capire se c’è coerenza tra le aree del progetto dobbiamo farci le domande giuste: 5/12/2024 Approfondimento capitolo 2: come si costruisce un progetto? Il PERCORSO DI COSRTUZIONE DI UN PROGETTO. Tutti i progetti si sviluppano per fasi interdipendenti e regolate da sequenzialità. Anche se a volte si sovrappongono. Il ciclo di vita di ogni progetto è composto da una sequenza di eventi (chiamate appunto fasi) attraverso cui il progetto stesso si evolve. Si inizia tutto con l’osservazione, se non si osserva non si capisce un problema. L’osservazione ha un’intenzionalità, non è solo una fase del progetto ma è un atteggiamento analitico continuo, ininterrotto che deve precedere, accompagnare e concludere il ciclo di vita di qualsiasi progetto educativo. Non è una fase che occupa solo la parte iniziale o che è rivolta a una situazione, a un bambino o a un ragazzo ma è un osservazione che riguarda anche il mio modo di pormi, l’interazione tra i soggetti. LE FASI: 11 di 28   fi fi fi fi 1. QUALIFICAZIONEè la fase iniziale, di avvio, in cui si identi cano i bisogni (problemi), si de niscono obbiettivi e se ne analizza la fattibilità. 2. DEFINIZIONE: è la fase in cui si procede a identi care le possibili azioni da realizzare, a pre gurarle e a programmarle considerando tempI (durata), sequenze e risultati attesi. È una fase molto importante e faticosa che pretende costante attività di pensiero per ripensare non sono i contenuti ma anche i modi secondo cui via via si svolge il lavoro. 3. REALIZZAZIONE: è il momento in cui viene attuato quanto previsto nella fase di de nizione e in cui, attraverso un’attiuvità di controllo e di eventuale revisione si mette a punto quanto precisato nella fase di quali cazione. 4. CHIUSURA; è la fase in cui si ripensa a ciò che à stato fatto, si veri ca la coerenza tra gli obbiettivi e i risultati e in ne si considera il grado di ef cacia e ef cenza di un progetto. Un progetto ef cace è quando io raggiungo gli obiettivi ma bisogna vedere come vengono raggiunti, posso impiegare tanto denaro, tanto personale, tanto materiale e quindi lo 12 di 28  fi fi fi  fi fi fi fi fi fi fi fi farei in un modo non sostenibile, se io lo facessi cambiando questi aspetti raggiungo anche l’ef cenza oltre che l’ef cacia. (Ottimizzo le risorse che poi applicherò in altre attività) Nella fase di de nizione Posso poi utilizzare per la programmazione delle fasi il diagramma di GANTT (uno strumento per la schedulazione delle attività La chiusura a volte puo essere coronata da una restituzione, da una festa, una mostra di lavori, un video, una mostra fotogra ca. APPROFONDIMENTO DI OGNI FASE. 1) QUALIFICAZIONE la costruzione di un progetto educativo o formativo è prima di tutto ri essione su quanto accade nel quotidiano. Per accoglierlo, dargli un senso e intervenire per modi carlo. Si inizia con un’attività di pre gurazione: atto mentale che tenendo conto del passato, osservi i FASE DI Presentazione del Osservazione Individuazione De nizione QUALIFICAZIONE caso in equipe della situazione obbiettivi e veri ca problema (è attendibilità fattibile nell’equipe) FASE DI De nizione delle Programmazione DEFINIZONE attività declinazione delle azioni FASE DI Realizzazione Veri ca in itinere Rilevazione REALIZZAZIONE attività costante di indizi e segnali FASE DI Veri ca nale (gli Chiusura del CHIUSURA obbiettivi sono progetto (stesura stati raggiunti?) di un report) dati del presente e si proietti nel futuro. 13 di 28  fi fi fi fi fi  fi fi fi fi fi fi fi fl È un’attività creativa e cognitiva, è cruciale l’azione di analisi, trattamento e comprensione di dati e informazioni. Ecco perché diventa importante curare bene l’osservazione prima di giungere a de nizioni affrettare della realtà considerata. Inoltre l’attività di osservazione è la nostra lettura della realtà e non potrà mai coincidere con la realtà stessa perché la nostra visione non è neutra. Video visto in classe, sospensione del giudizio: quando osserviamo lo facciamo con gli occhi che sono ltri collegati alla nostra mente e alle nostre emozioni, è impossibile essere neutri ma dobbiamo cercare di mettere da parte le nostre opinioni rispetto alla realtà e a quello che ci circonda. La lettura della realtà (osservazione) incontra 3 problematiche (meccanismi): 1. Generalizzazione: ex. Pensare a un messicano te lo immagini in un modo preciso e stereotipato anche se sono consapevole i messicani non siano tutti così. Meccanismo che prevede l’ isolamento di alcuni elementi dal resto dell’insieme facendoli apparire come rappresentativi dell’intera situazione. Spesso gli aspetti più problematici di un utente sono anche quelli più evidenti e seguendo questo meccanismo si vanno a ‘cancellare’ tutti gli altri elementi che l’utente ha mostrato all’osservatore. In questo modo si rischia di identi care l’utente con il suo problema, un esempio sono le frettolose diagnosi che trasformano un paziente da affetto da schizofrenia a schizzofrenico,. lo STEREOTIPO - è una sempli cazione della realtà secondo modalità che sono date culturalmente - Si pensa che i tratti ritenuti caratteristici siano distribuiti uniformemente nella categoria presa di mira - È un modello culturale che si impara - Ci aiuta ad organizzare la realtà - È molto rigido: tende a resistere al cambiamento. 2.Cancellazione: quando ci si concentra principalmente su alcuni aspetto, rimanendo indifferenti ad altri elementi contemporaneamente presenti. Signi ca prendere in considerazione una minima parte della realtà. Quella che più siamo disposti a vedere o cercare. Senza considerare il contesto o le interpretazioni alternative. Non è l’occhio che dice al cervello costa sta guardando ma è il cervello che dice all’occhio cosa guardare → spinge il nostro sguardo, nell’immagine ci dice che il cervello ci ha detto di guardare la tigre. Tendiamo a pensare che dobbiamo individuare subito il problema. 3. Deformazione: Ex. Carta geogra ca, le cartine geogra che sono rappresentazioni cartogra che, di una visione del mondo. L’Europa delle cartine geogra che è al centro, in una sfera o in un globo non c’è un centro, se a un cinese gli chiediamo di disegnare il mondo forse non metterebbe al centro l’Europa ma l’Asia. La cartina di mercatone mette al centro l’Europa, non aveva i satelliti e aveva una visione patriottica, arrivò poi Peters che invece disegnò altre cartine che tiene conto di aspetti molto più precisi. Ogni educatore nella mappatura della realtà osservata deve essere consapevole di queste distorsioni. Ognuno trasferisce nell’osservazione i propri schemi mentali, le proprie condizioni, le proprie scale di valori. Crediamo che sia una rappresentazione oggettiva della realtà, ma non percepiamo le inevitabili deformazioni presenti. 14 di 28   fi fi fi fi fi fi fi fi fi Per imparare a osservare bene serve: - formazione - Tirocinio - Esperienze - Lavoro quotidiano L’osservazione deve precedere la progettazione e deve integrare costantemente il lavoro operativo. È un’ operazione che deve essere il più possibile oggettiva ma non asettica o troppo distante dall’utente o dalla situazione osservata. Ciò signi ca che deve esserci un’area di condivisione di signi cati e di senso con gli altri coinvolti nel progetto stesso. Il progetto educativo è sempre un progetto di contesto, un intervento che considera l’utente, la relazioni con gli altri soggetti con i luoghi. Il progetto è un intreccio di pensieri e azioni di plurimi attori e si rende fattibile contestualizzandosi. OBBIETTIVI È importante fare una distinzioni tra ni, nalità e obbiettivi. Fini: rappresentatno le mete ideali verso cui si orienta l’azione educativa, sono come dei criteri generali che guidano l’azione. Finalità: sono più improntante sulle caratteristiche del singolo o del gruppo per favorire il cambiamento e richiedono una mediazione tra le esigenze sociali e le risorse del soggetto e per questo risultano più aderenti alla realtà, ma appartengono a una dimensione astratta. Obbiettivi: esplicitano ciò che si intende raggiungere in una dimensione descrittiva e si dividono in ➣obbiettivi generali : forniscono indicazioni orientative che de niscono le direzioni dell’azione educativa hanno un livello di complessità e di tempi elevati e vengono articolati spesso in sotto-obbiettivi sotto- obbiettivi : sono elementi più autentici e speci ci Obbiettivi speci ci : per ogni obbiettivo generale ce n’è uno speci co che consistono in indicazioni precise sulle mete da raggiungere, cioè ciò che il soggetto deve essere in grado di compiere in risposta alla situazione problema. Il linguaggio utilizzato dagli obbiettivi deve essere chiaro e operativo (incrementare, aumentare, promuovere, rafforzare) e ri riferiscono ai cambiamenti che il soggetto deve perseguire e non sulle azioni che l’educatore attuerà. Gli obbiettivi hanno diverse funzioni: - funzione orientativa : servono a delineare l’orizzonte di valori entro cui si muove il gruppo di lavoro - Funzione comunicativa : aiutano a fornire un terreno linguistico comune sia per discutere internamente che esternamente al gruppo di lavoro - Funzione valutativa: cioè servono a capire, se le azioni condotte sono o non sono adeguate. - Funzione decisionale : indicano il percorso intrapreso accompagnando tempi, metodologie e azioni. Il progetto educativo esplicita il bisogno della persona utente. Spesso si tratta di un bisogno non esplicitato o non esplicabile da parte dell’utenza perché: 15 di 28   fi fi fi fi fi fi fi fi - non ha strumenti per la mentalizzzazione (portatore di handicap grave, bambino molto piccolo) - Oppure perché è un bisogno attinente a sfere intime del vissuto e dell’esperienze del soggetto e quindi dif cile da verbalizzare (tossicodipendente, adolescente a rischio, ecc) Il bisogno (o problema) è alla radice dell’ obbiettivo del progetto educativo. La fase di quali cazione si caratterizza per un lavoro di raccolta dati in cui vengono de niti in forma scritta l’ambito del progetto anche per dare voce a un agire ‘concreto’. Viene indagata la fattibilità del progetto stesso cioè si indaga se è possibile o meno realizzarlo e quali sono i passi necessari per farlo. Le idee progettuali devono essere considerate sotto diversi punti di vista. Questi sono gli obbiettivi e de nirli non è facile. Gli obbiettivi si dividono in generali e speci ci, da non confondere con le nalità. Gli obbiettivi devono essere non fraintendibili e devono esserci tutti gli elementi che ne determinano il conseguimento. Osservazione →individuazione della situazione → de nizione degli obbiettivi. Inizio poi a pensare a risultati attesi, azioni e tempi e risorse. Gli obbiettivi sono espressioni di desideri e devono essere S.M.A.R.T. - Semplice: cosa voglio realizzare? Perché questo obbiettivo è importante? Quali risorse o limiti sono coinvolti, è chiaro e ben de nito. - Misurali: a che punto sono del mio obbiettivo? Quanto tempo ho dedicato al mio obbiettivo e quanto più o meno dovrò ancora dedicare? Quanti step devo effettuare per raggiungere l’obbiettivo? - Raggiungibile: come posso raggiungere questo obbiettivo? Quanto è realistico l’obbiettivo, considerando vincoli compresi i fattori economici ? - realistico: E’ coerente con la situazione e con il contesto? È in linea con l’etica della mia organizzazione? È davvero utile? Sono la persona giusta? - Avere una de nizione temporale: quando potrò raggiungere l’obbiettivo? Che scadenze de nisco? Come piani co le azioni per non andare oltre i tempi? 2) LA DEFINIZIONE: In questa fase vi è - individuazione e piani cazione nei dettagli delle attività (scelta e sequenziamento delle azioni, devo individuare cosa deve essere fatto prima di tutto ex coinvolgere servizio sociale, tribunale etc) - De nizione di cosa ho bisogno cioè dei fabbisogni ( tempi, risorse economiche e di personale, strumenti, spazi) - schedulazione azioni (calendario delle attività, diagramma di Gannt). Rientrano in questa fase anche la de nizione e la gestione degli stakeholders (portatori di interesse) è qualcuno la cui conoscenza, i cui punti di vista, o le azioni impattano sui risultati. 3) REALIZZAZIONE È la fase più direttamente operativa in cui l’educatore si confronta mettendo in atto le azioni pensate. È una fase possibile solo a fronte di tutto il lavoro di ideazione, ri essione e analisi che la precede. È importante considerare anche il funzionamento del team di progetto e aspetti di tipo: - Pedagogico 16 di 28  fi fi  fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi - Logistico : risorse materiali a disposizione - Didattico: supporti di tipo tecnico- didattico che si possono utilizzare - Organizzativo: quali/quante persone saranno implicate, luogo e orari. Per quanto riguarda i soggetti coinvolti nella fase di realizzazione sono: - Responsabili organizzativi - Operatore educativo : deve essere attento alle dinamiche trasformative in atto deve conoscere come e dove collocare gli strumenti e le azioni. - Soggetto/persona/gruppo : non è da intendere come isolato nel mondo ma deve essere visto tramite una visione pluridimensionale e come ‘immagine di altro’. - Contesto 4) CHIUSURA La chiusura in un progetto educativo non è mai veramente de nitiva o data, ma è anche inevitabile. ARGOMENTI D’ESAME. - Introduzione (da pag. 1 a pag. 3) - I modelli per la progettazione - La situazione-problema - Gli obiettivi - Le azioni - La valutazione - Elementi di coerenza interna di un progetto (pag. 25,26) - I dieci punti fondamentali di un progetto educativo e formativo - Il gruppo di lavoro - Metodologie collaborative utili in progettazione (pag.30, 31) 11/12/2024 - venerdì 20 dicembre incontro ‘interventi individuali e attività di gruppo per bambini e bambine con bisogni educativi speciali con Nada Mennella - Giovedì 9 gennaio incontro progetti educativi nel lavoro sociale di comunità con Marzia Franchi (pedagogista, educatrice e Presidente di Arci Valdarno). Processo di analisi del problema 1. De nizione del problema Comprendere e de nire il problema in modo chiaro e preciso. 2. Scomposizione del problema A. Analizzare ilcproblema nelle sue componenti per comprenderlo meglio B. Scomporre il problema per individuare sotto-problemi e rendere il problema meno complesso. Per scomporre il problema possiamo usare l’albero dei problemi: strumento che serve all’equipe, per capire meglio come scomporre il problema. Gli obbiettivi vanno scritto bene in modo che siano: 17 di 28  fi  fi fi - Concreti - Misurabili - Chiari Deve essere Smart cioè speci co, misurabile, raggiungibile, realistico, de nito nel tempo. ERRORI NELLA FORMULAZIONE DI OBBIETTIVI 1) formulare l’obbiettivo a partire da ciò che l’operatore farà anziché dal cambiamento che si vuole produrre. Conseguenza: si rischia di descrivere le azioni dell’educatore invece di de nire il risultato nale che il progetto intende raggiungere. ESEMPIO ERRATO: organizzare incontri di formazione ESEMPIO CORRETTO: incrementare la consapevolezza degli studenti sul tema della sostenibilità ( questo è l’obbiettivo, l’altra è un’azione). Non si possono pensare gli obbiettivi come azioni, si deve tenere bene a mente gli obbiettivi e saperli distinguere. Altri esempi: - stimoli da proporre ai bambini per attirare l’attenzione. - Cooperative learning→ è uno strumento per lavorare e appartiene al mondo delle azioni non degli obbiettivi e dei progetti, collaborare insieme per imparare - Ascoltare i bambini. 2) Eccessiva genericità o ampiezza dell’obbiettivo: obbiettivo troppo ampio o vago che non speci ca chiaramente cosa si intende raggiungere 3) Obbiettivi multipli non concessi tra loro: de nire più obbiettivi senza un legame logico o coerenza tra di essi: de nire più obbiettivi senza un legame logico o coerenza tra di essi. Ex. ‘Promuovere l’autonomia decisionale e il senso di responsabilità verso le proprie azioni’ ‘ Aumentare la capacità di applicare i principi dello sviluppo sostenibile’ Senza indicare come questi obbiettivi si integrano o si supportano a vicenda. 4) obbiettivi ambigui o poco precisi Formulazione di obbiettivi con un linguaggio impreciso dove sono indicati sia il traguardo da raggiungere che il modo per raggiungerlo. Ex. ‘ Investire sulla formazione degli alunni per creare ponti tra culture diverse e tra famiglie’ (Troppo vago e dif cile da misurare concretamente) Attribuire una durata a ogni attività/azione/intervento: indicare aspetti pedagogici didattici e logistici. Consigli: - descrivere bene il problema, focalizzandosi sugli aspetti dove si intende maggiormente intervenire ma senza trascurare il contesto in cui il problema si innesta 18 di 28   fi fi fi fi fi fi fi fi - Non confondere i partners con gli stakeholders i primi sono coloro che partecipano attivamente al progetto i secondi sono tutti colore che direttamente o indirettamente ne bene ciano. - Prestare attenzione alla coerenza tra gli aspetti del progetto, cercando di fare in modo che non risultino in contraddizione tra di loro. L’osservazione è un processo continuo e in nito che non smette mai pero ci sono dei momenti in cui lo posso utilizzare in maniera sistematica e operativa facendola diventare l’elemento principale della mia vita. 12/12/2024 IL PROGETTO è UNA RISPOSTA AL PROBLEMA Ogni progetto educativo è come un vestito su misura. Di fronte a una persona che esprime un disagio assistiamo a due modalità di intervento: - risposta al bisogno - Risposta al problema. È importante distinguere il problema dal bisogno, spesso si tende a compiere l’errore di pensare che questi due termini siano sinonimi in realtà poi non è cosi. Cubo di Rubik: metafora del problema, è un oggetto che per quanto solido in realtà è molto dinamico e per risolverlo devi guardarlo da una angolazione diversa con tutte le sue facce, non solo le facce ma anche gli spigoli che sono incontri. La risoluzione di un problema ha un andamento discontinuo, per risolverlo dve servire un misto di metodo e di improvvisazione che non vuol dire andare a caso ma è un modo di fare che non si basa su regole o un metodo ma si adatta alla situazione contingente. Usa spontaneità logica e lucida, mi fa trovare una situazione diversa e divergente a un problema che mi si sta ponendo di fronte. Il progetto: una risposta al problema. Ogni progetto educativo è la costruzione di un vestito su misura. L’educatore qui è un sarto, un artigiano che deve essere bravo a prendere le misure dell’utente e a trovare un vestito a svolgere pratiche che siano calzanti e adatte. Bisogna rispondere a delle regole matematiche e di misura ma ogni corpo e ogni utente che abbiamo di fronte è diverso, quindi di volta in volta va creato e cucito un vestito, questo riguarda i bisogni, i problemi e di conseguenza le mie pratiche di chi è portatore di quel problema. SITUAZIONE-PROBLEMA: Alla base di ogni intervento educativo c'è l'identi cazione di una situazione problematica, un problema deve essere prima individuato e compreso, poi espresso in termini reali ed oggettivi e in ne formulato in modo chiaro e speci co. Un problema non si risolve da solo e in un certo senso al suo interno contiene tutti gli elementi necessari per la soluzione. È importante orientare lo sguardo in modo mirato poiché l'identi cazione dei problemi richiede attenzione. Scomporre il problema nelle sue parti parti consente di individuare i vari sotto problemi. Quando si è compreso un problema e de nito allora si possono individuare gli obiettivi. Per de nire e comprendere meglio un un problema esistono diversi strumenti tra cui l'albero dei problemi: È uno strumento per de nire il problema e i sotto problemi, parte dal problema 19 di 28  fi  fi fi fi fi fi fi fi fi generale che è quello più visibile a quelli via via più speci ci, aiuta a identi care le interrelazioni tra le cause per sviluppare soluzioni più ef caci. Di fronte a una persona che manifesta disagio e dif coltà manifestiamo due modalità di intervento - risposta al bisogno - Risposta al problema. RISPOSTA AL BISOGNO: risposta tipica di servizi improntati alla cura, di tutti quei servizi che tendono a guardare i bisogni degli utenti in modo standardizzato quindi li interpreta come problemi molto simili a quegli degli altri. Faccio per lui quello che l’utente dovrebbe saper fare da solo, ma il ruolo nale dell’educazione è quello che l’utente non abbia più bisogno dell’educatore perché sanno fare le cose da soli. Reazione lineare Educatore verso utente La risposta al bisogno è la sostituzione più che la promozione, l’intervento è per la persona e non con la persona. RISPOSTA AL PROBLEMA: attenzione alle cause del problema che non sono solo quelle dirette ma possono essere anche quelle indirette, le motivazioni possono essere anche caratteristiche siche, psichiche quindi non per forza visibili. Devo scomporre il problema per bene. Promozione dell’utente, devo prestare attenzione sulla zona di sviluppo prossimale, un bambino che ha la possibilità di imparare a imboccarsi da solo con la forchetta non la spara utilizzare bene, quello che io mi aspetto che impari sia congruente con le sue capacità e con il suo percorso di sviluppo. L’approccio deve essere partecipativo. La persona non è il problema ma ha un problema. La persona non deve mai coincidere con il problema, noi dobbiamo essere in grado di vedere tutte le potenzialità e le capacità che hanno. Vedere nella persona il suo problema e le sue potenzialità. Occorre mettersi addosso un vestito diverso che comprende l’approccio partecipativo, cioè io risolvo insieme a te il tuo problema. Ho bisogno di dialogare con te per capire come poter risolvere il problema, ascolto continuo L’educatore prende in carico la persona che ha espresso il bisogno non il bisogno espresso. Lavora con la persona accompagnandola nel suo percorso di cambiamento. La reazione è circolare. 20 di 28   fi fi fi fi fi fi Educatore doppia direzione utente. Dovremmo sempre vedere la persona nella sua totalità anche se le sue contraddizioni ci danno fastidio, accompagnarla non vuol dire trascinarla ma sostenerla accompagnandola insieme. Quando mi ritrovo un problema di fronte è compito mio presentarlo in termini concreti e oggettivi ed è poi fondamentale stabilire quali strumenti siano adeguati per raccogliere dati rilevanti e af dabili. Questo lavoro richiede rigore scienti co e un uso appropriato delle fonti. I dati possono essere - quantitativi che mi danno la possibilità di avere più informazioni - Qualitativi poche informazioni ma di qualità Di seguito alcuni esempi di strumenti utilizzabili: questionario (test) Checklist e scale di valutazione: Si tratta di strumenti cartacei composti da un elenco di comportamenti prede niti, nalizzati a rilevare la presenza e la frequenza. La compilazione è molto rapida poiché richiede semplicemente di spuntare una casella in corrispondenza del comportamento osservato. Hanno un limite perché sono molto rigide nel de nire i comportamenti, ciò può portare a trascurare altri aspetti potenzialmente signi cativi. Nelle scale di valutazione oltre al comportamento c’è la possibilità di indicare la frequenza e l’intensità Diario di bordo : è uno strumento narrativo a volte chiamato dossier senza una codi ca preesistente. E’ un quaderno o Block notes su cui riportare informazioni e considerazioni sulle attività svolte, sugli eventi durante il turno di lavoro, su quello che l’educatore ritiene rilevante appuntare. Ha una duplice funzione cioè produce una documentazione dell’esperienza in atto permette di registrare le ri essioni personali sull’accaduto. Scheda di autoanalisi: è molto utile per un bilancio delle competenze da parte dei soggetti destinatari di interventi, c’è un minore livello di strutturazione e più attivazione, presenta una serie di domande a risposta aperta alle quali il soggetto può rispondere seconde le proprie modalità. Altri strumenti: - colloqui o interviste alle persone signi cative per i bene ciari (familiari insegnanti educatori) - Focus group - Scale descrittive - Osservazioni dirette - Discussioni collettive - Prove strutturate - Registri autovalutativi - Documenti e relazioni di altri servizi Quando il problema riguarda un’organizzazione. Il processo di rilevazione diventa più complesso perché aumentano gli attori in gioco e gli strumenti di analisi devono essere appropriati, quindi è più opportuno parlare di problemi e 21 di 28   fi fi fl fi fi fi fi fi fi fi bisogni collettivi, quando il progetto si rivolge a una comunità è fondamentale conoscere il territorio di riferimento in questo caso si deve parlare di analisi dei bisogni del territori o di mappatura del territorio. METODOLOGIE COLLABORATIVE UTILI IN PROGETTAZIONE Le metodologie collavoraticw prevedono una serie di principi e regole per produrre un bene attesto cioè la collaborazione. Sono modelli processuali con procedure facilmente adattabili, offrono un prezioso contributo come strumenti di lavoro: Cassetta degli attrezzi. ❖brainstorming: È uno strumento di gruppo utile nelle fasi ideativa, viene utilizzato per generare nuove soluzioni a una speci ca problematica.si compone di due fasi, una fase divergente in cui si generano idee a ruota libera e una fase convergente in cui le idee vengono selezionate. Ci sono molte varianti. ❖open space technology (OST): è una tecnica utile per contesti dove vi è la partecipazione di molte persone, i partecipanti si organizzano in maniera autonoma per trattare o approfondire temi di interesse condiviso, non c'è una struttura rigida ma vengono utilizzate le pratiche che stimolano la partecipazione attiva e il dialogo libero. I partecipa Panty propongono temi di discussione, formano poi i gruppi di lavoro attorno ai vari temi e ogni partecipante è ibero di spostarsi nei gruppi di interesse. ❖focus group : è una tecnica di ricerca sociale di tipo qualitativo che prevede la partecipazione di un gruppo di persone che interagendo generano signi cati e producono apprendimento. Le convinzioni dei partecipanti subiscono un processo di rinegoziazione spesso in modo con ittuale, emergono però anche i punti di vista minoritari, ogni gruppo è formato da un numero di persone che va da quattro a 10. ❖analisi swot : È uno strumento di piani cazione strategica che serve a considerare le forze, le debolezze, le opportunità e le minacce di un progetto o di una situazione. Consente di avere una visione completa dei fattori interni ed esterni che possono in uenzare il successo o l'insuccesso di un progetto. È utile perché sviluppa Piano di valutazione -quali sono gli oggetti della valutazione (ad es. processi cognitivi, competenze, aspetti è l’intero processo di valutazione, che va relazionali, clima di gruppo, ecc..)? dalla scelta degli oggetti della valutazione -c’è coerenza tra strumenti e oggetti di alla formulazione dei risultati, passando per valutazione? la selezione degli strumenti più adatti. -c’è coerenza tra gli oggetti della valutazione e gli obiettivi? Può essere de nito in un documento che -sono menzionati gli strumenti che si indica metodologie, strumenti, obiettivi e useranno per la valutazione? oggetti di interesse della valutazione. -la valutazione è prevista in diversi momenti (iniziale, in itinere, nale, di impatto)? -chi si occuperà della valutazione? 22 di 28  fl  fi fl fi fi fi fi strategie che sfruttano i punti di forza e le opportunità. ❖World cafe : è un metodo collaborativo che promuove la ri essione collettiva su temi complessi, prevede un setting organizzato che crei un atmosfera rilassata e informale, i partecipanti suddivisi in piccoli gruppi si confrontano sedendosi intorno ai tavoli, ognuno dei quali è dedicato a un tema. In ogni tavolo viene esplorato un problema in profondità per stimolare il pensiero critico, in ogni tavolo vi è un facilitatore o un host che guida la discussione mentre il resto dei partecipanti a intervalli regolari si spostano tra i tavoli portando con sé idee emerse nelle conversazioni precedenti. Analisi SWOT→ è uno strumento di piani cazione strategica che può essere usato anche nel lavoro di progettazione sia nella de nizione delle azione che nelle varie fasi di valutazione. È diviso in 4 quadranti e da la possibilità di sistemare parametri e temi che ci interessano, è diviso in Interni Punti di forza Punti di debolezza Opportunità Minacce Esterni Le opportunità e le minacce sono fattori esterni. In realtà poi non ci sono con ni così rigidi ma è importante provare a sezionare, adottando uno sguardo nel particolare per poi tornare ad uno sguardo nell’insieme. GRUPPI DI LAVORO E’ una mente collettiva. È uno spazio di cooperazione dove tutti i componenti contribuiscono in modo sinergico al raggiungenti di obbiettivi comuni. È una comunità che apprende producendo idee e soluzioni. Un gruppo di lavoro condivide l’intenzionalità e tra di loro sono in una relazione di interdipendenza positiva, il gruppo che opera secondo una prospettiva dialogica è in grado di moltiplicare il potenziale creativo promuovendo il confronto tra i diversi punti di vista (principio costruzionista) Il gruppo di lavoro oltre ad essere una comunità che crea è anche una comunità che apprende, mentre produce idee impara ad accogliere l’incertezza e gestire dissensensi valorizzando il proprio positive core. 23 di 28   fi fi fi fl Tipologie di gruppi di lavoro in progetti educativi e formativi. I gruppi di lavoro possono essere: 1. Monoprofessionale: tutti i membri sono della stessa professione ( educatori, formatori, pedagogisti) 2. Multiprofessionale: il gruppo è composto da professionisti con competenze diverse (psicologi, neuropsichiatri, assistente sociale) 3. Ibrido: combinazione di educatori/formatori 4. Di rete/territoraile: gruppo esteso che include enti, fondazioni, associazioni, cooperative scuole, amministrazioni pubbliche, e altre organizzazioni. Lavora in co-progettazione su progetti ampi. Un team educativo si nutre di relazioni e contatti con altri professionisti e stakeholders. Si crea perciò una rete. → partner di progetto: persona sica o giuridica (ente pubblico, associazione, cooperativa) che partecipa al progetto per tutta la sua durata, hanno la stessa visione circa il problema da affrontare o una cornice valoriale molto simile. → stakeholders : persone o organizzazioni che possono essere in uenzate direttamente o indirettamente dal progetto, in qualche modo ne ricavano bene ci e cambiamento quindi hanno interesse nell’esito del progetto. Se il progetto è piccolo l’elenco di skateholders è tendenzialmente piccolo. Si dividono in Esterni: comunità locale, imprese e associazioni del territorio, amministrazioni pubbliche. interni: socio della cooperativa o dell’associazione, team di progetto, project manager, responsabile di un gruppo, collaboratori e collaboratrici di un organizzazione. LA VALUTAZIONE È nalizzata a rappresentare i risultati del lavoro compiuto sia in termini di cambiamento per i soggetti che dell’ef cacia delle azioni intraprese. Nel lavoro sociale è dif cile capire quanto un intervento è stato ef cace perché non è facile misurare in modo chiaro quanto è stato fatto. Ci si focalizza sopratutto sugli obbiettivi e sui processi non solo sul numero di cose fatte. Differenza tra veri ca e valutazione. ➣Veri ca: serve per controllare e misurare aspetti oggettivi e concreti, serve principalmente durante il progetto per raccogliere dati. valutazione: è una ri essione complessiva alla ne, per giudicare l’ef cacia del progetto e capire cosa migliorare. La veri ca è un processo che si divide in 3 momenti principali: 1) preparazione ex ante : si studia il problema e si de niscono gli indicatori cioè segnali concreti per capire se la persona migliora, si coinvolge la persona interessa x capire la situazione. 2) In itinere : si controlla se tutto procede come previsto, se ci sono problemi si fanno delle modi che ma senza perdere di vista gli obbiettivi. 3) Veri ca nale o ex post: anche se l’educazione è un processo continuo si deve chiudere, qui si ri ette ciò che ha funzionato e ciò che invece deve essere migliorato. 24 di 28  fi fl fi  fi fi fi fi fi fi fl fi fi fi fi fi fl fi fi La valutazione è una ri essione complessiva nale e serve per giudicare l’ef cacia del progetto, vengono poste alcune domande come: il progetto ha raggiunto l’obbiettivo? Gli strumento