La Storia Nuragica PDF
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This document provides an overview of the Nuragic civilization in Sardinia, Italy. It details the period's history, the significant Nuraghe structures, and their role in Sardinian culture.
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LA CIVILTÀ NURAGICA Cosa è la civiltà nuragica? Durante la Preistoria in Sardegna nasce e si sviluppa la civiltà nuragica. Parliamo di “civiltà” perché in quel periodo i Sardi svilupparono la loro vita in modo simile in tutta la Sardegna. Il modo di costruire edifici, di coltivare la terra, di fa...
LA CIVILTÀ NURAGICA Cosa è la civiltà nuragica? Durante la Preistoria in Sardegna nasce e si sviluppa la civiltà nuragica. Parliamo di “civiltà” perché in quel periodo i Sardi svilupparono la loro vita in modo simile in tutta la Sardegna. Il modo di costruire edifici, di coltivare la terra, di fare commercio, di governare i villaggi, di adorare le divinità, di creare ceramiche era uguale in tutta l’isola. Inoltre essi sapevano di essere un solo popolo. Chiamiamo poi questa civiltà “nuragica” perché il nuraghe fu l’edificio più importante per i Sardi di quel tempo. Bronzetto del guerriero nuragico Dove ci troviamo? Ci troviamo nella nostra isola, la Sardegna, circondata dal Mar Mediterraneo. I nuraghi, simbolo di questa civiltà, erano diffusi in tutto il territorio. Molti di essi sono stati distrutti dal tempo e altri dall’uomo. Solo pochi sono stati scavati dagli archeologi. Si pensa comunque che i nuraghi siano almeno 7.000! È importante ricordare che furono costruiti nel corso di molti secoli e di sicuro i Sardi, oltre a ingrandire e aggiustare i nuraghi vecchi, edificarono nuraghi nuovi quando i più antichi erano già andati in rovina. Alcuni furono utilizzati e poi abbandonati, mentre al loro posto se ne usavano altri. La carta ci mostra la posizione dei nuraghi in Sardegna e la densità nel territorio. Dove il colore è più scuro, ci sono più nuraghi, dove è più chiaro, ci sono meno nuraghi. Prima: la Civiltà Prenuragica Prima della civiltà nuragica, i Sardi hanno vissuto un altro importante periodo della preistoria: il periodo Prenuragico. In questo momento l’uomo è giunto in Sardegna e ha occupato ogni angolo della nostra isola, creando i primi villaggi. Ha imparato a coltivare i campi e allevare gli animali domestici. Ha costruito le statuette della Dea Madre, le Domus de janas, i Dolmen, i Menhir. È stato insomma un periodo importante durato dal Paleolitico all’Età del Rame. Più o meno, dal 450.000 a.C. al 1.600 a.C. IL TEMPO DELLA CIVILTÀ NURAGICA Età del Bronzo Età del Ferro In Sardegna, nel 1.600 a.C. era già Il 900 a.C. è la data in cui in Sardegna iniziata l’Età del Bronzo. si passò dall’Età del Bronzo all’Età del Testimonianza di questo periodo sono Ferro. Si cominciò cioè a usare dunque i bronzetti sardi. un metallo molto più resistente del bronzo. In quel momento, comparvero in tutta la Sardegna i proto-nuraghi, Soprattutto, dopo il 900 a.C. i Sardi cioè gli edifici che precedettero i smisero di costruire nuraghi, per motivi che non conosciamo. nuraghi. Continuarono a usare in modi diversi Dopo di essi, comparvero i nuraghi quelli che c’erano già. veri e propri e fu allora, tra il 1.500 Tra il 900 a.C. e il 500 a.C. la civiltà e il 1.000 a.C., che la civiltà nuragica visse dunque una nuova fase. nuragica raggiunse il suo splendore. I nuraghi che vennero costruiti erano Il 500 a.C. è il tempo in cui la civiltà grandi e magnifici. nuragica cessò di esistere. Le cause furono tante, ma la più importante fu la conquista della Sardegna da parte dei Cartaginesi. I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA STORIA: I NURAGHI Prima dei nuraghi… i PROTONURAGHI I nuraghi non nacquero da un momento all’altro, ma sono stati preceduti da dei loro simili, i protonuraghi, il nome significa “primi nuraghi”. A differenza dei nuraghi non avevano una forma precisa, ma erano tozzi e irregolari, perché erano costruiti con grandi blocchi di pietra non lavorati, posti uno sopra l’altro. Tutto questo dava ai proto-nuraghi l’impressione di una grande forza. Erano alti massimo 10 metri e il tetto era piatto con sopra delle capanne. La loro struttura è molto semplice: l’interno del proto-nuraghe era attraversato da un corridoio principale, che andava da un’estremità all’altra dell’edificio e accanto al corridoio c’erano piccoli corridoi laterali (e) che finivano con un muro chiuso. All’interno del proto-nuraghe c’erano delle piccole celle e delle scale di pietra strette e ripide che portavano alle capanne costruite sulla sommità piatta del proto-nuraghe. I NURAGHI Dopo i proto-nuraghi, i Sardi cominciarono a costruire i nuraghi veri e propri. Erano alti anche più di venti metri, grandi e possenti, tanto che hanno resistito ai millenni e li possiamo ammirare ancora oggi. Il nome dei nuraghi viene da “nur”, una parola antica che significa “cavità” o “cumulo di pietre”, secondo altri studiosi significa anche “luogo di osservazione molto alto”. Com’è fatto un nuraghe? Il nuraghe è un edificio circolare a forma di torre con la cima troncata, dalla cui terrazza si osserva tutto il territorio. È visibile anche da molto lontano e per costruirlo i Sardi usarono pietre grandi e pesantissime. Al suo interno si trovano delle camere ampie, dove si poteva vivere, a volte riposte su più piani, come nel nuraghe sotto. Nuraghe Santu Antine, Torralba IERI OGGI La torre centrale poteva esser così alta da avere diversi piani, raggiungibili con una scala di pietra. In tutti i nuraghi il soffitto si chiama “tholos”, cioè “cupola”. Veniva costruito in modo particolare: i filari di pietre erano posti uno sopra l’altro in cerchi sempre più stretti fino a chiudere il “tetto” con una sola pietra. Tutt’ora sulla cima di molti nuraghi, infatti, è rimasto il buco lasciato dalla pietra caduta. I Sardi costruirono diverse tipologie di nuraghi, divisi in due categorie: i nuraghi semplici o monotorre con una sola torre (sotto a sinistra Nuraghe Goni) , e i nuraghi complessi, con più torri (sotto a destra Nuraghe Serbissi). A cosa servivano i nuraghi? Oggi si pensa che i nuraghi venissero utilizzati in diversi modi. Di sicuro i nuraghi erano la casa del capo del villaggio e forse anche dei personaggi più importanti della tribù. I nuraghi, poi, si trovavano sulle alture e questo permetteva, dall’alto delle loro mura e delle loro torri, di controllare il territorio e vedere in anticipo se giungeva qualche nemico. In caso di guerra potevano respingere in tempo l’assalto nemico e contrattaccare. La popolazione poteva rifugiarsi dentro: c’era abbastanza spazio per le persone, il pozzo per attingere acqua e ripostigli in cui conservare riserve di cibo per tutti. I nuraghi erano anche il centro di tutte le attività del territorio, tra cui gli scambi commerciali. Secondo alcuni avevano anche funzioni religiose e, secondo altri, erano osservatori astronomici: dalle torri si osservavano le stelle e i fenomeni del cielo. LE CAPANNE DEI VILLAGGI NURAGICI Attorno ai nuraghi si trovavano villaggi composti da capanne di forma circolare, con i muri in pietra e il tetto in legno. La capanna aveva come apertura solamente una porticina. Dentro la capanna, si svolgevano tutte le attività della vita quotidiana: mangiare, dormire, lavorare al telaio. Le capanne erano tutte simili fra loro tranne la capanna delle riunioni (riprodotta nella figura). Questa era più grande delle altre e aveva un sedile in pietra: qui gli anziani del villaggio si riunivano per discutere le questioni più importanti della comunità. Al centro della capanna delle riunioni si trovava un altarino che riproduceva un nuraghe. IL VILLAGGIO NURAGICO Attorno al nuraghe, semplice o complesso, si costruivano tutte le capanne a seconda delle esigenze della comunità, e così facendo cresceva il villaggio. Per questa ragione non tutti sono uguali, anzi alcuni villaggi crescevano anche lontani dal nuraghe, perché il nuraghe a volte comandava più di un villaggio. Il villaggio più famoso di tutti è Su Nuraxi di Barumini, composto da un nuraghe complesso formato da una torre centrale e quattro torri circostanti e numerosissime capanne tutte attorno. Qui sopra vediamo il prima e il dopo. LA SOCIETÀ DEI SARDI NURAGICI I Sardi nuragici erano divisi in tribù: comunità di persone unite da legami familiari. Ogni tribù abitava una parte della Sardegna e la loro storia è stata divisa in due fasi. Nel primo periodo tutte le famiglie della tribù avevano uguali diritti e si mettevano d’accordo per scegliere un unico capo, che aveva il potere di governare la tribù. Nel secondo periodo, verso la fine dell’età nuragica, nacquero delle differenze tra le famiglie che componevano la tribù. Alcune divennero più importanti, mentre altre meno. In quest’epoca, il capo della tribù veniva scelto solo dalle famiglie più potenti. Il capo tribù prendeva le decisioni più importanti, ma non lo faceva da solo, bensì veniva aiutato dagli uomini più anziani e saggi. Nel mondo nuragico c’erano altri due personaggi importanti: il guerriero e il sacerdote. Il guerriero (a sinistra) aveva il compito di combattere. Il sacerdote o la sacerdotessa (a destra) celebravano i riti religiosi. Il capo, il guerriero e il sacerdote si trovavano in cima alla società della tribù e del villaggio e spesso venivano rappresentati nei bronzetti nuragici. LE ATTIVITÀ ECONOMICHE DEI SARDI Ogni Sardo nuragico aveva un compito preciso ed era indispensabile alla comunità. C’erano i contadini, che coltivavano soprattutto viti, da cui producevano il vino, e cereali, da cui traevano la farina per le focacce, il principale alimento dei Sardi. Vi erano anche gli allevatori di capre, pecore e vacche, il cui lavoro dava da mangiare e vestire a tutti. Le donne cucinavano, allevavano i bambini e tessevano, permettendo alla comunità di mangiare, vestirsi e soprattutto crescere. I Sardi nuragici erano abili mercanti. Molti beni venivano scambiati tra una tribù e l’altra, nella stessa Sardegna. Molti altri venivano venduti o offerti come doni preziosi fuori dall’isola: ceramiche e bronzetti nuragici sono stati trovati in tante località del Mediterraneo. I Sardi nuragici lavoravano con abilità i metalli. Sapevano ricavare dalle rocce il rame e il piombo. Importavano poi da luoghi lontani lo stagno, per unirlo al rame e creare così il bronzo. Con il bronzo on cui creavano: armi (spade, pugnali e asce), gioielli (anelli, bracciali), accessori (pettini per i capelli, rasoi per la barba, fibbie per i mantelli), palette da carbone, martelli da lavoro, molle per i fabbri. L’artigianato sardo Non mancavano gli artigiani, le loro opere sono importanti testimonianze della civiltà nuragica, fra le più famose vi sono la pintadera, i bronzetti e le statue. La pintadera è un piccolo disco di ceramica usato per marchiare il pane, benedirlo e allontanare le energie negative dal cibo. Tra i reperti dell’arte nuragica arrivati fino a noi, i più celebri sono i bronzetti. Queste piccole statuine fatte in bronzo che ci hanno permesso di conoscere i personaggi e i costumi della civiltà nuragica. La maggior parte sono state ritrovate nei luoghi di culto, per questo motivo si pensa avessero una funzione religiosa. I bronzetti raffiguravano i Sardi nuragici: arcieri, soldati, lottatori, donne, il capo. Ritraevano però anche animali, oggetti della vita quotidiana, modellini di nuraghe, navicelle (foto a sinistra). Una delle loro creazioni più belle furono le statue in pietra, i famosi “Giganti di Mont’e Prama”. Sono statue alte circa due metri trovate a Mont’e Prama, una collinetta vicino a Cabras, nei pressi di Oristano. Queste statue raffigurano gli stessi personaggi dei bronzetti: pugili, arcieri, guerrieri. I Giganti ci guardano con i loro volti silenziosi e ci pongono delle domande affascinanti, nessuno sa infatti di preciso perché vennero scolpite. Gli studiosi pensano che facessero la guardia alle tombe degli antenati accanto a cui sono stati trovati. LA RELIGIONE : I MONUMENTI Un altro capitolo straordinario della Storia dei Sardi nuragici è quello che riguarda la religione: qual era la religione dei nostri antenati? Per comprenderlo, dobbiamo osservare i loro edifici e riflettere sul loro uso. Le tombe dei Giganti Tra gli edifici religiosi più importanti c’erano le Tombe dei Giganti. Esse erano delle sepolture molto grandi, così tanto grandi che, terminata l’epoca dei nuraghi, il popolo credette che fossero sepolture di esseri giganteschi. Erano invece, semplicemente, sepolture collettive: dentro ogni Tomba dei Giganti venivano riposti molti morti. Nelle foto è illustrata la vista dall’alto e l’entrata della Tomba dei Giganti “S’Ena e Thomes” di Dorgali. Il tempio a pozzo Gli edifici sacri più importanti in assoluto erano i templi per il culto dell’acqua. L’acqua è indispensabile alla vita dell’uomo, per questo motivo era al primo posto nella religione dei Sardi nuragici. I nostri avi costruivano dei templi con delle lunghe scalinate, che scendevano fino alla fonte da cui l’acqua sgorgava: questi si chiamano “templi a pozzo” o anche “pozzi sacri”. Nelle immagini accanto possiamo osservare l’esterno e l’interno del Pozzo sacro di Santa Cristina di Paulilatino. LA RELIGIONE : LE DIVINTÀ Sardi nuragici adoravano il toro, l’acqua, la Dea Madre e il cielo. Il toro era il simbolo della forza dell’uomo, della sua capacità di riprodursi e creare nuova vita.. Era anche l’animale domestico più grande e forte, un aiuto per il lavoro dei campi e fonte di cibo e pelli. Come detto prima, il culto dell’acqua era legato al suo ruolo importante nella vita umana. Il culto del cielo si divideva, probabilmente, in un culto del Sole e in un culto della Luna. Il Sole rappresentava, come il toro, la forza maschile. Mentre la Luna rappresentava la fertilità femminile. La Dea Madre era il simbolo della fecondità della terra: i raccolti della terra permettevano infatti alla popolazione della Sardegna di sfamarsi e vivere. La Dea Madre era però anche il simbolo della fecondità della donna: i figli, infatti, permettevano all’uomo di popolare la terra e i suoi villaggi. La Dea Madre fu adorata dai Sardi fin dall’epoca prenuragica. uomo, toro e Sole erano simboli della forza maschile, donna, acqua e Luna erano simboli della forza femminile. LA FINE DELLA CIVILTÀ NURAGICA Dopo il 900 a.C., navi straniere toccarono sempre più spesso le coste della Sardegna. Era avvenuto anche in passato, ma prima i rapporti erano solo commerciali: chi giungeva nell’isola sbarcava per vendere i suoi prodotti e poi ripartiva. Dopo il 900 a.C. i Fenici, invece, crearono sulle coste sarde degli insediamenti stabili, tra cui Cagliari, Nora, Sant’Antioco e Tharros. Dopo il 600 a.C., sulle coste della Sardegna sbarcarono anche i Cartaginesi. I Cartaginesi erano gli abitanti di Cartagine, una città dell’Africa settentrionale fondata proprio dai Fenici, ma a differenza loro, i Cartaginesi erano molto aggressivi. Occuparono con i propri soldati e con i propri coloni le coste e le pianure della Sardegna. Non riuscirono però mai ad appropriarsi delle zone più interne e di montagna. A causa di questo fatto, i Sardi del cuore della Sardegna si mescolarono raramente agli invasori venuti da Cartagine. L’epoca dei nuraghi era comunque davvero finita. Per sempre. Questo testo è frutto del riassunto prodotto dalla docente Valentina Zedda e tratto dal più ampio fascicolo “Storia sarda nella scuola italiana – classe quarta – la storia nuragica”. Quest’ultimo è frutto del lavoro del gruppo o “Storia sarda nella scuola italiana”, un gruppo di insegnanti, autori di testi scolastici, storici, archeologi, grafici e informatici. Il fascicolo è autoprodotto e non viene messo in vendita. Nel sito web www.lastoriasarda.com è presente una sezione “I testi” dalla quale è possibile scaricare, gratuitamente e senza iscrizione, i fascicoli già prodotti in formato PDF. Il progetto prevede di realizzare un fascicolo per ciascuna classe dell’ordinamento scolastico italiano, dalle primarie alle secondarie di II grado, rispettando i programmi ministeriali. I fascicoli verranno realizzati in italiano (ITA) e lingua sarda (SRD). Attualmente sono disponibili questi fascicoli: - infanzia e primaria classi 1 e 2 (album da colorare); - primaria classe 3 (periodo prenuragico), ITA e SRD; - primaria classe 4 (periodo nuragico), ITA e SRD; - primaria classe 5 (periodo fenicio-punico-romano), ITA; - secondaria I grado classe 1 (periodo vandalico-bizantino- giudicale), ITA; - Sa die de sa Sardigna (primaria 3, 4 e 5), ITA