La Crisi di Fine Secolo (800) PDF
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This document discusses the historical events leading up to and during the crisis of the late 19th century in Italy and the policies of the Italian government. The text explores factors such as economic disparities between northern and southern Italy, social unrest, and political changes. It also presents different viewpoints and insights on how these issues shaped the era.
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STORIA LA CRISI DI FINE SECOLO (800) Protagonista: Italia l'Italia postumitá è profondamente divisa: -un paese che andava a 2 velocità cioè un NORD ITALIA avanzato economicamente ma anche infrastrutturalmente dove sono presenti delle grandi industrie -ma anche un SUD ITALIA con...
STORIA LA CRISI DI FINE SECOLO (800) Protagonista: Italia l'Italia postumitá è profondamente divisa: -un paese che andava a 2 velocità cioè un NORD ITALIA avanzato economicamente ma anche infrastrutturalmente dove sono presenti delle grandi industrie -ma anche un SUD ITALIA con maggiori problemi economici, meno infrastrutture e legato prevalentemente all'industria agricola. I primi governi del regno d'Italia (perché c'è un re/ monarchia cioè i Savoia) dovettero affrontare quindi un quadro complesso dal punto di vista politico, economico e sociale. Nel marzo del 1896 il governo del regno d'italia era guidato da ANTONIO di RUDINÍ il quale dovette fare i conti con questa complessa situazione, la tensione raggiunse il culmine nel 1898 quando un cattivo raccolto fece aumentare vertiginosamente il prezzo del pane. In questo momento siamo ancora in un mondo in cui alla base c'è il grano perché il pane costituisce la pietra di base per tutti perché è quell alimento che è la base di ogni famiglia ed è normale che se si raccoglie poco pane il prezzo aumenta e chi viveva solo di pane comincia a soffrire di fame, il prezzo del pane quindi corrisponde a un grande malessere sociale che sfocia in una serie di manifestazioni e proteste contro il governo. Queste manifestazioni dal governo di rudiní vennero represse nel sangue e venne proclamato da parte del re lo stato di assedio attraverso il quale era possibile attraverso le autorità militari agire con la forza anche con l'uso delle armi. Questo eccidio è avvenuto a Milano tra 8 e 9 maggio del 1898, questo episodio lasciò un segno indelebile nella società italiana perché contribuì ad aumentare le insofferenze della popolazione, questa insofferenza raggiunse il culmine il 29 luglio del 1900 quando un anarchico di nome GAETANO BRESCI a Monza che approfittando di una visita del re Umberto 1 lo uccise con 3 colpi di pistola. L'assassino del re lasciò il Paese in una situazione di grande instabilità e succede al trono il figlio vittorio Emanuele 3 e nel 1901 nomina presidente del consiglio GIUSEPPE ZANARDELLI perché in parlamento era stato tra quelli che più di tutti si era opposto all'uso della violenza contro il popolo e nomina ministro dell'interno GIOVANNI GIOLITTI perché aveva le stesse idee sue. Accade però che Zanardelli a causa delle poche cure si dimette nel 1903 dalla carica e Giolitti prende il suo posto diventando presidente del consiglio. Il periodo che va dal 1901 al 1914 è chiamato ETÀ GIOLITTIANA perché la figura centrale che eserciterà la maggiore potenza sul paese sarà Giolitti. FIGURA DI GIOLITTI Aveva lavorato per 20 anni nell'amministrazione pubblica gestendo i conti delle amministrazioni statali quindi riuscì ad acquisire una competenza nella gestione dei conti pubblici e anche una buona conoscenza della legislazione del regno d'Italia. LO SVILUPPO INDUSTRIALE ITALIANO Durante l'età giolittiana l'Italia venne lentamente fuori dalla crisi di fine secolo e i progressi più importanti dello sviluppo si registrarono nell'industria siderurgica, nell'industria meccanica (nascita FIAT, ALFA ROMEO, LANCIA), industria del cotone. Queste industrie però si svilupparono nel nord Italia nel cosiddetto triangolo industriale (Torino/Milano/Genova). Nel sud invece si sviluppa il settore agricolo della pianura padana. Questo grande sviluppo economico ci fu perché le industrie ricevettero aiuto di stato cioè finanziamenti e quindi soldi, inoltre venne promossa una politica economica protezionistica cioè si cerca di aumentare la produzione nel territorio italiano limitando l'acquisto dei prodotti nelle altre nazioni. Oltre a ciò in Italia si assiste ad un miglioramento delle condizioni di vita perché nelle case iniziano ad arrivare l'acqua corrente, la luce,la corrente elettrica,l'energia e il gas, questo sviluppo porta allo spostamento degli abitanti nelle città. Dei lati oscuri dell'età giolittiana sono però che Giolitti attuò delle politiche diverse tra nord e sud, perché Giolitti trattò in maniera diversa il nord e il sud, nel nord consentí gli scioperi e non si schierò mai nei contrasti tra operai e industriali, al sud invece non consentí gli scioperi anzi uso la violenza per fermarli. LE INIZIATIVE DI GIOLITTI IN AMBITO SOCIALE 1) CONCESSIONE DIRITTO DI SCIOPERO Nel 1889 il codice Zanardelli prevedeva già questo diritto ma le forze pubbliche impedivano di fatto che venisse attuato. Giolitti, invece utilizzava le forze dell'ordine soltanto per mantenere l'ordine, ma non per reprimerlo. 2) DIFESA DEI SALARI E DELLE FASCE PIÙ DEBOLI Giolitti aveva capito che l'Italia stava vivendo un momento difficile in particolare la popolazione viveva in uno stato di disagio, così cercò di migliorare le condizioni dei lavoratori e organizzò la Cassa Nazionale a tutela degli anziani ex lavoratori e dei lavoratori infortunati e invalidi. 3)TUTELA DEI BAMBINI E DELLE DONNE Estese l'obbligo scolastico fino ai 12 anni perché in questo modo cercò di combattere l'analfabetismo e di conseguenza l'età minima per iniziare a lavorare si alzò fino ai 12 anni e per di più venne anche regolamentato il lavoro per le donne. 4) INTRODUZIONE INDENNITÁ PARLAMENTARE Cioè un compenso che i parlamentari ricevono per il lavoro fatto: Giolitti l'ha introdotto per far sì che la vita non diventi ad uso soltanto di chi ha un buon reddito ma per chi ha umili origini in modo tale che abbia la possibilità di lavorare in Parlamento. LE INIZIATIVE DI GIOLITTI IN AMBITO ECONOMICO Giolitti grazie al benessere raggiunto dalla popolazione italiana riuscì a mantenere il PAREGGIO di BILANCIO, cioè che le entrate sono uguali alle uscite aumentano così i risparmi, i depositi alle banche e la concessione degli investimenti per le imprese. Inoltre vennero realizzate nuove opere pubbliche, nel 1905 lo Stato acquisisce il controllo delle ferrovie (cioè non c'erano più un'azienda privata, ma direttamente lo Stato). Vennero anche realizzati dei grandi trafori, cioè grandi gallerie che migliorano le strade e le ferrovie. Inoltre molto importante diede inizio ai lavori dell'acquedotto pugliese. Però "fu tutto oro l'età giolittiana?" No, perché la lunga azione del governo-Giolitti lasciò dei problemi irrisolti: l'Italia di fatto restò comunque arretrata rispetto alle altre nazioni europee. Nel sud l' analfabetismo superava il 50% e il livello sanitario restò arretrato perché epidemie e malattie causavano ancora 75.000 vittime all'anno. Per ciò l'Italia resterà comunque un paese arretrato perché i cittadini di fasce più deboli troveranno soluzione nell'immigrazione.Nonostante le riforme politiche e sociali delitti non risolverà mai i problemi del Sud Italia, che considerava come un serbatoio di voti. Attraverso la figura dei prefetti Giolitti nel meridione impediva agli avversari la propaganda e di tenere comizi e tutto questo atteggiamento venne criticato da molti. Uno tra questi fu lo storico e politico GAETANO SALVEMINI che chiamò Giolitti “ministro della malavita” e lo accusò di essere un mafioso. L'Italia affronta due fasi migratorie, cioè periodi in cui molti cercavano fortuna fuori dai confini: - nella prima fase (1876-1900) partirono circa 5 milioni di persone; - nella seconda fase (1900-1914) che coincide con l'età di Giolitti, furono 9 milioni, questa migrazione venne chiamata emigrazione dell'età giolittiana. LA POLITICA ESTERA Giolitti cercò di far intraprendere all'Italia una politica coloniale e decise di puntare sulla Libia (situata vicino le coste siciliane) per diversi motivi: - per cercare di aumentare il prestigio dell'Italia e quindi la sua potenza militare; - assecondare i gruppi industriali che cercavano sbocchi all'estero per i prodotti italiani; - assecondare l'opinione pubblica, quella dei contadini del meridione che volevano nuove terre da coltivare. La Libia era assoggettata alla Turchia, ossia l'impero Ottomano che stava vivendo una crisi politica ed economica, Giolitti se ne approfittò e l'Italia ebbe l’appoggio di altri stati europei come la Francia.Nel 1911 l'Italia con 100mila soldati dichiara guerra alla Libia, ma l'Italia la sottovalutò e la resistenza locale fu più forte. Gli italiani non si arresero e dichiararono guerra alla Turchia occupando le Isole del dodecaneso (12 isole). La Turchia che era in crisi nel 1912 firma il TRATTATO di LOSANNA e cede la Libia all’Italia. I costi di guerra erano elevati più dei guadagni della Libia, perché non era così fertile, era deserta e i territori coltivabili erano pochi e anche perché la Libia era povera di materie prime LA POLITICA INTERNA Giolitti apparteneva al PARTITO LIBERALE, che dominava la scena politica italiana e per aumentare consensi decise di approvare una legge che introduce il suffragio universale maschile, quindi Giolitti portò al voto tutti i maschi che rispondessero a due requisiti: - tutti i maschi dai 30 anni in sù; - chi voleva votare a 21 anni, ma doveva aver svolto il servizio militare e saper leggere e scrivere. IL PARTITO SOCIALISTA Un'altro grande partito nella politica italiana era quello SOCIALISTA, all'interno di ciò erano presenti 2 correnti. Questo partito era vicino alla classe operaia con l'obiettivo di realizzare il socialismo cioè uno stato in cui abbiano un ruolo principale i lavoratori. Le due correnti erano divise su come realizzare questo processo. Le due correnti sono: -RIVOLUZIONARI= coloro che vogliono realizzare il socialismo attraverso le armi e le rivolte. -RIFORMISTI = coloro che volevano realizzare il socialismo attraverso le riforme e modificare lo stato dall'interno. Nel 1912 il partito organizza un congresso e la maggioranza favorevole la ottiene i rivoluzionari, questi ultimi avevano come esponente BENITO MUSSOLINI il quale era direttore del giornale del partito socialista. Un'altra caratteristica di quest'ultimo era la forte opposizione alla chiesa cattolica perché non ne tollerava l'ingerenza cioè l'intromissione e questo tipo di politica prende il nome di ANTICLERICALE. Giolitti in tutto ciò vuole ottenere una solida maggioranza in parlamento e per farlo deve cercare di coinvolgere anche gli altri partiti. Escluso quello socialista decide di contare sui cattolici. Nel 1912-13 sia Giolitti sia i cattolici quindi hanno un nemico in comune Giolitti perché i socialisti non scendono a patti, i cattolici invece perché i socialisti erano anticlericali. Quindi sia Giolitti sia i cattolici hanno un punto in comune: evitare il trionfo dei socialisti. (1874="Expedit" di papà pio ix cioè divieto cattolici di votare e essere votati) Nel 1891 leone 13 pubblica il "rerum novarum" in cui ammorbidisce il divieto di pio ix e spinge i cattolici alla partecipazione sociale in Italia ispirati dai principi liberali. Giolitti così decide che è arrivato il momento di allearsi con i cattolici per battere i socialisti e nel 1913 i liberali di Giolitti si accordano in grande segreto dell'Unione elettorale cattolica cioè un'associazione guidata da VINCENZO GENTILONI e stipulano un "patto di GENTILONI". In questo patto i cattolici si impegneranno di votare i candidati liberali e in cambio questi si opporranno a tutte le misure anti clero tra queste anche quella del divorzio. È importante questo patto perché segna il rientro nella politica italiana dei cattolici. Nelle elezioni del 1913 Giolitti riesce ad ottenere 304 deputati di questi 228 eletti grazie al patto gentiloni. La sinistra (no liberali) aveva 163 deputati di cui 52 socialisti. Nonostante ciò Giolitti non stravince le elezioni. In più all'interno del partito liberale in molti erano rimasti delusi di questo patto perché si assoggettarono molto alla chiesa cattolica. Giolitti così piuttosto che governare in questa situazione complicata nel marzo del 1914 si dimette e a gestire tutto lascia un altro esponente del suo partito cioè ANTONIO SALANDRA , tutto il progetto di Giolitti però non succederà perché di lì a pochi mesi scoppierà la prima guerra mondiale e la situazione si complicherà. IMPERIALISMO E COLONIALISMO -COLONIALISMO= gli occidentali volevano sottomettere la popolazione attraverso le armi. -IMPERIALISMO= insieme di politiche che uno stato colonizzatore mette in atto per assoggettare un'altro territorio (etnocentrismo) In tutto ciò quindi le colonie e la madrepatria formano l'impero. Nel 1914 i cosiddetti stati occidentali avevano il controllo dei 3 grandi continenti (Asia, Africa, Oceania) che avevano creato le proprie colonie. Sono state principalmente 5 le cause del colonialismo: 1) DIFFERENZA DI SVILUPPO TECNOLOGICA TRA OCCIDENTE E I PAESI SOTTOSVILUPPATI (Oriente,africa,ecc) perché l'Europa nel frattempo aveva conosciuto 2 rivoluzioni industriali di cui la seconda è legata all l'utilizzo di macchine a vapore che rendevano la produzione più veloce. Questo rivoluzione non l'avevano conosciuta quei paesi quindi l'Europa utilizzava questo nuovo sviluppo tecnologico per produrre nuove armi. Una delle nuove armi fu la mitragliatrice ed è importante perché aveva una potenza di gioco pari a 10 uomini quindi quei paesi sottosviluppati si sottomettevano facilmente. 2) ECONOMICA in prima battuta fu la ricerca in quei paesi di materie prima che non c'erano in madrepatria. Nel corso della storia molti economisti hanno dato ognuno la propria visione su questa motivazione (economica), quelle più importanti sono 3: -HOBSON= nel quale ci dice che è stata la sovrapproduzione di merci. Gli stati europei hanno iniziato a produrre più merci di quelle che servivano e quindi per smaltire hanno cercato di sottomettere altri territori dove poi avrebbero potuto venderle. -HILFERDING= che dice che le cause che hanno spinto gli europei a colonizzare altri territori furono le pressioni di grandi gruppi industriali e banche dei governi per cercare nuovi territori per investire soldi. -LENING= che dice che siccome in Europa vige una stampa economica capitalista l'imperialismo è la causa finale del capitalismo, quindi è una conseguenza. 3)STRATEGICA Cioè per difendere una colonia da un'altro stato se ne conquista un'altro contingente (vicino) per difenderlo meglio 4)POLITICA INTERNA cioè io conquisto altri territori per mostrarmi più forte davanti agli altri territori e anche davanti al popolo 5) IDEOLOGICA cioè tutti i protagonisti che hanno partecipato alla conquista coloniale non hanno avuto alcun dubbio sul fatto di essere superiori culturalmente rispetto ai popoli assoggettati. In quei tempi la retorica e la propaganda di questi stati per trovare una giustificazione nella conquista delle terre ricorreva all'argomento per il quale la colonizzazione in realtà era una missione fatta in nome di civilizzazione. Nel senso che " noi dobbiamo andare da questi selvaggi per dare a quei popoli ciò che a loro manca (ospedali o conoscenze)”