Il Settecento - Arcadia e Illuminismo PDF
Document Details
Uploaded by StimulatingOnyx2692
Tags
Summary
This document describes the Italian Settecento period, focusing on the literary and intellectual movements of the era. It emphasizes the transition away from the Baroque period, and the influence of the Enlightenment and the Academy of Arcadia.
Full Transcript
Il Settecento ARCADIA E ILLUMINISMO Siamo nel periodo che va dalla fine del ‘600 all’inizio del ‘700, un'epoca in cui l'Italia è ancora frammentata e sotto il controllo di diverse potenze straniere. La Francia consolida il suo potere, mentre emergono nuove nazioni come l’Inghilterra, la Prus...
Il Settecento ARCADIA E ILLUMINISMO Siamo nel periodo che va dalla fine del ‘600 all’inizio del ‘700, un'epoca in cui l'Italia è ancora frammentata e sotto il controllo di diverse potenze straniere. La Francia consolida il suo potere, mentre emergono nuove nazioni come l’Inghilterra, la Prussia e la Russia, grazie alle azioni di Pietro il Grande e della zarina Caterina. In Italia, si osservano significanti cambiamenti: nel sud, i Borboni governano fino al 1860; al nord, la Lombardia e parte del Veneto vengono assoggettate all’Austria. Inoltre, il regno dei Savoia si afferma con Torino come nuova capitale. Gli Asburgo esercitano una forte influenza in Toscana, mentre la Repubblica di Venezia entra in crisi a seguito della cessione austriaca imposta da Napoleone. Il Rinnovamento Culturale in Italia nel XVIII Secolo Nel XVIII secolo, l'Italia attraversò un periodo di notevole rinnovamento culturale nonostante la frammentazione politica e l'influenza straniera. Questo movimento di riforma letteraria e intellettuale ebbe origine dall'Accademia dell'Arcadia, fondata a Roma nel 1690 come reazione al Barocco e al Marinismo. L'Accademia dell'Arcadia L'Accademia dell'Arcadia, guidata da intellettuali come Gian Vincenzo Gravina e Giovan Mario Crescimbeni, promosse un ritorno alla semplicità e alla naturalezza dello stile letterario, ispirandosi ai modelli classici greci e latini. L'Arcadia si diffuse rapidamente in tutta Italia, diventando un importante centro di discussione e promozione delle nuove idee letterarie. Il Rinnovamento Letterario Il movimento arcadico ebbe un impatto significativo sulla letteratura italiana del XVIII secolo. Poeti come Alessandro Guidi, Fulvio Testi e Vincenzo da Filicaia si distinsero per la loro adesione ai principi dell'Arcadia. Inoltre, il teatro subì una trasformazione, con l'affermarsi di drammaturghi come Carlo Goldoni, che introdusse uno stile più realistico e borghese. In sintesi, il XVIII secolo rappresentò un periodo di rinnovamento culturale in Italia, nonostante le difficoltà politiche. L'Accademia dell'Arcadia, il dispotismo illuminato in Lombardia e il progresso letterario contribuirono a creare un clima di fermento intellettuale che preparò il terreno per il successivo Risorgimento. Vita di Goldoni Carlo Goldoni nasce nel 1707 a Venezia, ma la prematura morte del padre lo costringe a lavorare, portandolo a scrivere opere teatrali per guadagnarsi da vivere. Nel 1748 viene assunto da una compagnia teatrale francese, e successivamente si trasferisce al Teatro San Luca, dove lavora dal 1759 al 1762, periodo durante il quale scrive commedie più mature. Nel 1762 si trasferisce a Parigi, dove deve confrontarsi con un modo di interpretare il teatro che tende a essere più buffonesco e meno attento ai caratteri dei personaggi. Con lo scoppio della rivoluzione, la sua figura perde importanza poiché le sue commedie vengono erroneamente associate alla figura del re, portando alla sua marginalizzazione. Solo dopo la sua morte nel 1793 si riconosce che era stato male interpretato. La Riforma Goldoniana Quando Goldoni inizia la sua carriera come scrittore teatrale, la scena comica è dominata dalla commedia dell'arte, che aveva avuto grande successo durante il periodo barocco. In questo contesto, gli autori impersonavano maschere tradizionali improvvisando le battute su un canovaccio. Goldoni critica aspramente questo tipo di teatro, poiché la comicità si era ridotta a una volgarità buffonesca, con maschere stereotipate e attori che riproponevano sempre le stesse scene e battute. Sebbene la commedia dell'arte fosse in declino e mostrasse segni di stanchezza, la critica di Goldoni non si rivolgeva tanto a questi aspetti quanto al genere stesso. Goldoni è un autentico uomo di teatro che lavora a stretto contatto con il pubblico, comprendendone umori e necessità. La riforma di Goldoni non si limita a un semplice cambiamento di genere letterario, ma rappresenta un intervento che mira a influenzare lo spettacolo e il suo rapporto con la vita civile. Da un lato, Goldoni desidera creare testi che rispondano ai gusti del pubblico; dall'altro, aspira a una commedia che sia verosimile e rifletta la società contemporanea. Per questo motivo, ritiene che le maschere tradizionali non siano più adatte, poiché la sua commedia intende rappresentare individui con le loro complessità, mentre le maschere rappresentano solo tipi fissi. Le commedie di Goldoni si distinguono sullo sfondo della letteratura arcadica, ma mancano della profondità che caratterizzerà il realismo ottocentesco. La locandiera di Carlo Goldoni La locandiera è una commedia teatrale in tre atti scritta da Carlo Goldoni nel 1752 ed è ambientata nella Firenze del Settecento, in pieno Illuminismo, quando si inizia a parlare di uguaglianza e di classi sociali. I personaggi della Locandiera sono borghesi, come la stessa protagonista, e nobili. La sintassi della commedia di Goldoni è semplice, il lessico è aulico, ma abbastanza comprensibile. Mirandolina, la protagonista, è un personaggio insolito per l'epoca in cui la commedia è stata scritta, poiché è una donna forte e indipendente che utilizza la sua intelligenza e il suo fascino per ottenere quello che vuole. La commedia La locandiera è stata criticata dai contemporanei di Goldoni per il suo contenuto "scandaloso" e per il fatto che Mirandolina è un personaggio femminile troppo autonomo e sfacciato. Carlo Goldoni nasce il 25 febbraio del 1707 a Venezia, studia giurisprudenza e, dopo aver conseguito la laurea, si avvia alla carriera di avvocato. Qualche anno dopo si appassiona al teatro ed entra come drammaturgo in una compagnia. Goldoni è innovativo e propone un nuovo modo di fare teatro: personaggi credibili, definiti nell’aspetto psicologico e sociologico, rappresentazione realistica e copione scritto. Inizia, così a produrre le sue prime commedie secondo i suoi nuovi schemi ma senza successo e ricevendo critiche. Goldoni, comunque continua nel suo progetto e nelle successive commedie esalta il ceto borghese, verso cui nutre una particolare simpatia. Stanco delle critiche, si trasferisce nel 1762 a Parigi e qui trova la stessa situazione: il nuovo modo di fare teatro di Goldoni non viene capito. Carlo Goldoni muore a Parigi nel 1793. La locandiera: riassunto La protagonista de La locandiera è Mirandolina, proprietaria di una locanda ereditata dal padre che gestisce insieme al cameriere Fabrizio. Mirandolina ha circa trent’anni, è una donna bella e affascinante abituata a ricevere attenzioni dai suoi clienti, che viene corteggiata da due nobili: il Conte di Albafiorita e il Marchese di Forlipopoli. Il Conte di Albafiorita compra regali costosi a Mirandolina mentre il Marchese di Forlipopoli a causa delle sue ristrettezze economiche non riesce a prevalere sul Conte. Nella locanda c’è un terzo cliente, il Cavaliere di Ripafratta, scontroso e misogino, che non comprende il comportamento dei due contendenti e si vanta di non essersi mai innamorato. Mirandolina, curiosa e stimolata dal comportamento del Cavaliere cerca di attirarlo alla sua attenzione, in modo da fare innamorare anche lui di lei. Lo scopo di Mirandolina è quello di divertirsi e fare dei propri amanti e corteggiatori tutto ciò che vuole. Il Conte di Albafiorita e il Marghese di Forlipopoli non sono gli unici ad essere innamorati della locandiera, anche il cameriere Fabrizio prova un sentimento per la sua padrona. Con l’entrata in scena di Dejanira e Ortensia, due commedianti che si fingono dame, Mirandolina ha il tempo per dedicarsi completamente al Cavaliere, riempiendolo di attenzioni. In breve tempo il Cavaliere cede alle lusinghe di Mirandolina e se ne innamora perdutamente, scatenando le gelosia di Fabrizio, del Conte e del Marchese. Mirandolina, raggiunto il suo scopo si rende conto di aver esagerato e decide alla fine di sposare Fabrizio e di mandare via tutti i suoi contendenti. La locandiera: personaggi Il Marchese di Forlipopoli è un uomo di origine nobile, ma senza più alcuna ricchezza, al contrario, invece del Conte di Albafiorita. Il Conte è un mercante ricco che ha comprato il titolo nobiliare. E’ un uomo cortese, disposto a sperperare per apparire liberale dinanzi a Mirandolina. Il conte regala collane e orecchini di diamanti alla locandiera, mentre il Marchese cerca di giustificare il suo comportamento e quello del Conte. L’unico oggetto che il Marchese possiede, e che dona a Mirandolina, è un fazzoletto che rifila come pregiato; ad ogni occasione, infatti, ricorda a Mirandolina di quel fazzoletto per sottolinearle la sua gentilezza. Il Cavaliere di Ripafratta è un uomo nobile di sangue e ricco; mostra sin sa subito freddezza nei confronti della locandiera. Si caratterizza per il suo disprezzo verso le donne ma che poi smentirà, quando si accorge di essersi innamorato ed essere geloso di Mirandolina. Mirandolina riceve un regato anche dal Cavaliere: una boccettina di melissa per curarla nei momenti di mancamento. Ortensia e Dejanira rappresentano l’altra faccia della locandiera: non sono scaltre e maliziose e come personaggi nella locandiera rendono ridicola la professione dell’attore. Goldoni utilizza questi due personaggi per volgere una critica alla commedia dell’arte. Ortensia e Dejanira sono due commedianti che improvvisano delle parti che però non sono credibili e che vengono subito smascherate da Mirandolina, la vera attrice in scena. Fabrizio è il cameriere della locandiera e promesso sposo di Mirandolina. La locandiera aveva promesso al padre, in punto di morte, di sposare il giovane cameriere. Fabrizio è un giovane che veniva dalla campagna, ed era passato al ceto borghese entrando nella locanda appunto come cameriere. Per Fabrizio sposare Mirandolina è un’opportunità per cambiare posizione sociale: passare da servitore a imprenditore. Nell’ultima scena della commedia, infatti, Fabrizio esita a pronunciare il suo “si” a Mirandolina, in quanto il servo è interessato prima a “fare i patti”. Mirandolina è una donna bella, egocentrica e sicura di sé. Goldoni la raffigura come una donna in gamba e laboriosa che dirige la locanda con l’aiuto dei suoi servi. Mirandolina è interessata al profitto della sua locanda e quindi si mostra gentile ed educata con i suoi clienti. Consapevole del suo fascino si approfitta dei suoi spasimanti, accetta tutti i loro regali, e cerca di trattenerli nella locanda, senza mai concedersi. La locandiera è anche una donna dalle mie sfaccettature: è brusca con il Marchese, opportunista ma senza esporsi con il Conte e combattiva con il Cavaliere. Nel finale, Mirandolina è spaventata dalle minacce del Cavaliere e consapevole di aver esagerato con i suoi modi di fare con i clienti della locanda e decide di sposare Fabrizio, una scelta astuta, come le era stata consigliato dal padre in punto di morte.