Istologia - Appunti PDF

Summary

Questi appunti di istologia descrivono i livelli di organizzazione dei viventi, la struttura di una cellula, le differenze tra organismi procarioti ed eucarioti, e le funzioni dei tessuti epiteliari con annesse illustrazioni.

Full Transcript

ISTOLOGIA Testi consigliati: Elementi di istologia, Di Pietro Roberta, Edises Livelli di organizzazione dei Viventi: Molecole -> Cellule -> Tessuti -> Organi -> Apparati -Schwann teorizzò che tutti gli animali sono costituiti da cellule -Virchow enunciò la teoria cellulare : 1) tutti gli organi...

ISTOLOGIA Testi consigliati: Elementi di istologia, Di Pietro Roberta, Edises Livelli di organizzazione dei Viventi: Molecole -> Cellule -> Tessuti -> Organi -> Apparati -Schwann teorizzò che tutti gli animali sono costituiti da cellule -Virchow enunciò la teoria cellulare : 1) tutti gli organismi sono composti da cellule; 2) le cellule sono le più piccole unità dei viventi Struttura di una cellula La cellula è formata da: – membrana cellulare, la quale separa l'ambiente interno da quello esterno; – regione contenente il DNA – citoplasma, il quale contiene gli organuli Gli organismi possono distinguersi in : 1- organismi senza struttura cellulare 2- organismi con struttura cellulare 1- Gli organismi senza struttura cellulare contengono solo un acido nucleico; esempi sono i virus e i batterofagi. 2- Gli organismi con struttrura cellulare possono distinguersi in: – procarioti, nel caso dei batteri, i quali hanno membrana plasmatica, parete cellulare rigida ( per la presenza di polisaccaridi), nucleotide contenente DNA e non possiede organuli eccetto i ribosomi. – eucarioti, suddivisi a sua volta in vegetali e animali; > vegetali, possiedono una parete cellulare rigida, un vacuolo centrale, cloroplasti ed un nucleo circondato da una doppia membrana. > animali, costituite da membrana plasmatica, citoplasma contenente organuli e dal nucleo circondato da una doppia membrana detta involucro nucleare. Le cellule possono differenziarsi in diversi tipi; questo porta a: – specializzazione – aggregazione – differenziazione dell'organismo La capacità di un organismo di riprodurre sè stesso è una delle caratteristiche che meglio contraddistinguono i viventi dai non viventi. In senso stretto, questo concetto può essere realmente applicato solo alla riproduzione asessuata e avviene attraverso la trasmissione da genitore a figlio di una copia esatta del patrimonio genetico, ma senza l'intervento di cellule specializzate per la riproduzione. Con la riproduzione sessuata un individuo non genera esattamente un altro individuo identico a sè stesso. Nel caso degli organismi pluricellulari che si riproducono per via sessuata la riproduzione cellulare è sia la modalità che permette ad un nuovo organismo di accrescersi e modificarsi a partire da un'unica cellula uovo fecondata e sia la modalità che consente il mantenimento dell'integrità dell'organismo adulto grazie alla sostituzione delle cellule usurate o danneggiate. gamete maschile + gamete femminile (cellule sessuali) = zigote (totipotente) -------->attraverso il differenziamento può diventare : – pluripotente – multipotente – unipotente Questi tre tipi di zigote vanno a costituire i vari tessuti dell'organismo quali: epiteliare, connettivo, muscolare e nervoso. I tessuti hanno derivazione embriologica, ovvero derivano dai tre foglietti embrionali sovrapposti: – ectoderma (esterno), il quale costituisce il tessuto nervoso; – mesoderma (medio), il quale costituisce i tessuti connettive e muscolare – endoderma (interno), il quale insieme al mesoderma e all'ectoderma costituisce il tessuto epiteliare. Più cellule immerse in una matrice costituiscono i tessuti connettivi; quando le cellule si aggregano, formano epiteli, i quali sono costituiti da : – lamina basale (supporto) – complessi di giunzione ( i quali permettono la comunicazione tra cellule) Tessuto epiteliare (è capace di rinnovarsi sempre) Funzioni: protezione, attraverso l'epidermide; scambio e trasporto, es. L'epitelio intestinale; produzione di secrezioni, es. Ghiandole; captazione degli stimoli, es. Epitelio occhio; Struttura cellulare: 1. superficie libera, a contatto con il lume di un organismo interno; 2. superficie laterale, a contatto con le cellule; 3. superficie basale, la quale aderisce alla membrana basale. 1. La superficie libera è costituita da: - ciglia, estroflessioni citoplasmatiche utili all'adesione sulla superficie di altre cellule; - microvilli, estroflessioni citoplasmatiche che aumentano il proprio volume per accrescere la superficie assorbente; - stereociglia, lunghi microvilli. 2. La superficie laterale è costituita da: - giunzioni strette o occludenti, addette al controllo della permeabilità tessutale; - giunzioni ancoranti, le quali impediscono l'adesione tra cellule; - giunzioni serrate o comunicanti, le quali consentono il passaggio di piccole molecole nutritive -> garantiscono la comunicazione tra le cellule. 3. La superficie basale è costituita da emidesmosomi, giunzioni che garantiscono l'adesione delle cellule epiteliari alla membrana basale. Struttrura della membrana o lamina basale lamina lucida, a contatto con la membrana plasmatica; lamina densa, molecole della matrice extracellulare; lamina reticolare, fibre reticolari che si connettono al connettivo. Tessuti epiteliari I tessuti epiteliari si dividono in: 1- epiteli di rivestimento, (lamine di rivestimento) 2- epiteli ghiandolari, (secernenti) 3- epiteli sensoriali, (captazione stimoli) 1- Epiteli di rivestimento Funzioni: – protezione – scambio e trasporto di sostanze Essi si differenziano in base a: – numero di strati --> monostratificato, (trasporto) e pluristratificato, (protezione e resistenza) – morfologia cellulare--> (1) pavimentosi o squamosi, (2) cubici o isoprismatici, (3) cilindrici o colonnari o batiprismatici. (1) Epiteli pavimentosi semplici, cellule appiattite -> scambio sostanze: -mesoteli (cavità pleurica) -endoteli (interno del cuore) -epitelio alveolare -epitelio capsula Bowmann (reni) pavimentosi stratificati, robusti e resistenti - cheratinizzato (costituisce l'epidermide): è costituito da cellule prive di nucleo e organuli; presenta la cheratina che le rende impermeabili all'acqua - non cheratinizzato, formato da più strati cellulari, cellule cubiche; es. tessuto pavimentoso squamoso ( faringe, cavità orale, esofago, corde vocali). (2) Epiteli cubici e cilindrici semplici, uno strato, rivestono i condotti escretori per l'assorbimento e la secrezione; es. Dotti ghiandolare esocrine, ovaie , tubuli renali ( cubico semplice). Epitelio cubico stratificato, riveste i dotti di alcune ghiandole esocrine. (3) Epitelio cilindrico semplice, es. Ovidotti,utero,bronchi, tubo digerente, cistifellea e dotti ghiandolari. Epitelio cilindrico stratificato, es. Giuntura occhi, dotti escretori, uretra maschile. -Epitelio polimorfo, morfologia e numero di strati variano al variare del grado di riempimento. -Epitelio pseudostratificato, falso pluristratificato, perchè tutte le cellule sono in contatto con la lamina basale; forma le tonache mucose ( nasale, faringea,tracheale e brachiale). 2- Epiteli ghiandolari Sono organizzati in ghiandole che secernono sostanze. Secrezione: sintesi, elaborazione, accumulo ed esocitosi del prodotto ( funzione biologica). Una ghiandola è un agglomerato di cellule (ZAFFO) che sprofonda nel tessuto epiteliare; in base alla profondità si distinguono due tipi di ghiandole. Le ghiandole sono ricoperte da una guaina connetivale da cui si dipartono setti o sepimenti connettivali che suddividono l'organo in lobi e lobuli. Le unità secretorie costituiscono il paraenchima ghiandolare mentre il connettivo rappresenta lo stroma ghiandolare. Le ghiandole si dividono in: -esocrine, locali, provviste di dotti escretori con secrezioni rilasciate all'esterno nel liquido interstiziale e nel sangue. Agiscono a distanza su organi bersaglio; le ghiandole esocrine mantengono la connessione zaffo-epitelio d'origine che poi si trasformerà nel dotto escretore. Classificazione--> criteri morfofunzionali 1. Numero di cellule: unicellulari, pluricellulari; 2. Forma dell'adenomero (porzione secernente della ghiandola): tubolari, acinose, alveolari; 3. Tipo di dotti: semplici, ramificate, composte; 4. Modalità di secrezione: merocrine, apocrine, olocrine; 5. Tipo di secreto: sierose, mucose, miste; 1. -unicellulari, cellule isolate; es. Cellule calciformi e mucipare; -pluricellulari, più elementi secernenti -> dette ghiandole intraparietali, comprese all'interno dell'organo dove riversano il secreto. Mentre extraparietali se si sviluppano al di fuori dell'organo a cui sono connesse. 2. -tubolari, forma allungata con lume interno visibile circondato da cellule cubiche; -acinoso, forma sferica, lume non percepibile, circondato da cellule piramidali; -alveolare, forma sferica, ampio lume delimitato da cellule cubiche. 3. -semplici,un adenomero e un dotto; -ramificate, un dotto che fa capo a più adenomeri; -composte, più adenomeri e più dotti. 4. -merocrine, secreto rilasciato per esocitosi (es. Ghiandole sudoripare e salivari) -apocrine, la parte apicale del citoplasma viene rilasciata insieme a vescicole di secrezione (es. Ghiandole mammarie); -olocrine, quando le cellule maturano e muoiono diventando prodotto di secrezione (es. Ghiandole sebacee). 5. -sierose, secreto acquoso ricco di enzimi (es. parotidi e ghiandole gastriche); -mucose, secreto denso e ricco di glicoproteine (es. Muco) -miste, siero-mucose, costituite da adenomeri che producono muco e da materiale sieroso (es. Ghiandole sottolinguali e sottomandibolari). Secrezioni Sebo: prodotto dalle ghiandole sebacee, ricco di grassi e trigliceridi. Sudore: prodotto dalle ghiandole sudoripare, costituito da acqua e sali minerali. Lacrime: acqua, proteine e sali minerali prodotte dalle ghiandole lascrimali. -endocrine, hanno azione sistemica; queste liberano un ormone in grado di raggiungere attraverso il circolo sanguigno i diversi distretti anatomici. Il prodotto ormonale potrà esplicare la sua azione solo su cellule bersaglio dotate di recettori specifi per quell'ormone. Esistono: ormoni circolanti ormoni tessutali: hanno un raggio d'azione limitato ad azione autocrina (fa effetto sulla cellula che l'ha prodotta, o ad azione paracrina, la quale fa effetto sulle cellule vicine alla secernente. Sistema endocrino Il sistema endocrino è costituito da ghiandole e da cellule deputate alla produzione di ormoni. La sua attività è correlata a quella del sistema nervoso attraverso l'ipotalamo ->sistema neuroendocrino Criteri di classificazione delle ghiandole endocrine 1. Numero di elementi secernenti: unicellulari, pluricellulari; 2. Struttura: a nodi e cordoni, a follicoli, a isolotti, interstiziali; 3. Caratteristiche chimiche degli ormoni prodotti: a secrezione steroidea e non steroidea; 4. Derivazione embriologica 1.-unicellulari, localizzati nell'apparato digerente , respiratorio e urogenitale (sistema endocrino diffuso); cellule apud, capaci di assumere i precursori di amine e di decarbonilare gli amminoacidi. -pluricellulari, organi facenti parte del sistema endocrino. Comprendono: ipofisi, epifisi, tiroide, parotidi, timo, surrene, pancreas, ovaie, placenta e testicoli. 2.-nidi, aggregati cellulari di forma circolare senza lume centrale e circondati da capillari; -cordoni, file di cellule endocrine intervallate a capillari sottili chiamati sinusoidi; -follicolare, strutture rotondeggianti contenenti una caqvità dove si accumula il prodotto di secrezione; -isolotti, pancreas endocrino, le cellule secernenti ormoni si dispongono in cordoni raggruppati in strutture circolari (es. Isole di Langherans); -interstiziali, es. Gonadi maschili e femminili. 3.-steroidee, es. Surrene e gonadi; ormoni: aldosterone, cortisolo e ormoni sessuali; -non steroidee, es. Adrenalina e noradrenalina (midollare del surrene); peptidi e glicoproteine. 4.-ormoni peptidici e/o proteici, un ormone lega un recettore proteico di membrana, la proteina recettoriale attiva una via di segnalazione nella cellula, una serie di molecole intermedie trasmette il segnale ad una proteina che esegue la risposta cellulare. -ormoni steroidei, un ormone entra nella cellula per diffusione attraverso la membrana; l'ormone si lega ad un recettore intracellulare; il complesso ormone-recettore penetra nel nucleo e si lega al DNA, accendendo o spegnendo la trascrizione dei geni. Tessuto connettivo Il tessuto connettivo è formato da cellule piccole, poco numerose, di varia forma, immerse in una matrice extracellulare prodotte da loro stesse. Il tessuto connettivo è ricco di nervi e vasi. Il tessuto connettivo non viene mai in contatto con le superfici per evitare perdita di liquidi corporei e disidratazione. Ha minore capacità di crescita e rigenerazione rispetto agli epiteli. Tutti i tessuti connettivi derivano dal mesoderma (foglietto embrionale che da origine al mesenchima, tessuto connettivo embrionale che connette i foglietti embrionali). Dalle cellule mesenchimali derivano le cellule connettivali. Derivazione mesenchimale: 1) Fibroblasti, macrofagi, mastociti, adipociti (tessuti connettivi propriamente detti); 2) Globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e cellule staminali emopoietiche (sangue e midollo osseo); 3) Condroblasti (tessuto cartilagineo); 4) Osteoblasti (tessuto osseo); Funzioni: - collegamento tra i tessuti (tendini e legamenti formati da connettivi propriamente detti); - demarcazione e separazione (formano le capsule degli organi solidi e le capsule articolari); - sostegno (cartilagineo e osseo); - riserva/trofismo ( tessuto adiposo); - difesa/protezione (sistema immunitario); - riparazione (cellule mesenchimale). Componenti essenziali del tessuto connettivo: 1. Matrice extracellulare, formata da fibre, sostanza fondamentale o amorfa; 2. Cellule, che la sintetizzano e la secernono; 1. Fibre, strutture proteiche extracellulari che conferiscono resistenza ed elasticità. Esistono 3 tipi di fibra: collagene, poco estensibili e non elastiche di colore biancastro, dette fibre bianche; reticolari, fibre collagene corte, sottili e ramificate, resistenti a qualsiasi sollecitazione; elastiche, formate dalla proteina elastina e fibrillina e sono abbondanti nella matrice extracellulare, a cui conferiscono una grande proprietà di allungamento. Sono fibre sottili e lunghe e si deformano se sottoposte a sforzo. - Sostanza fondamentale, è un materiale amorfo invisibile; esso occupa gli spazi tra le cellule e le fibre e consiste in 3 gruppi di molecole: - Glicosaminoglicani, polisaccaridi lunghi non flessibili e non ramificati, che hanno la capcità di legare l'acqua. L'acido ialuronico è il più diffuso nei tessuti adulti ed embrionali in quanto è un ottimo lubrificante per le cavità articolari. Queste sostanze sono presenti nella sostanza fondamentale in forma monomerica o associati ad un core proteico a formare proteoglicani. - Proteoglicani, macromolecole che possono associarsi all'acido ialuronico a formare grosse macromolecole. Queste richiamano all'interno della matrice molta acqua, garantendo resistenza alla compressione. I proteoglicani formano un setaccio molecolare attraverso cui i nutrienti diffondono tra le celllule e capillari sanguigni. - Glicoproteine, proteine adesive che possiedono dei siti di attacco per facilitare l'attacco delle cellule della matrice. I tessuti connettivi si differenziano in 3 categorie: 1. tessuti connettivi propriamente detti (fibrillare lasso e fibrillare denso); 2. tessuti connettivi di sostegno ( cartilagine, osso); 3. tessuti connettivi con funzione trofica ( sangue, linfa, tessuto adiposo). Il tessuto connettivo si riferisce a due tipi di connessione: connessione meccanica, lega i tessuti tra loro e sostiene e protegge gli organi; connessione funzionale, consente e facilita il transito di sostanze e/o di cellule; Tessuto connettivo propriamente detto: le cellule possono essere fisse o migranti. Le prime sono stabili, a lunga e poco mobili si sviluppano e restano nel connettivo. Le cellule migranti hanno vita breve; originano dal midollo osseo e migrano nel connettivo dove svolgono specifiche funzioni. Cellule residenti---> fibroblasti-fibrociti-macrofagi-adipociti-mastociti-cellule mesenchimali; Cellule migranti---> globuli bianchi o leucociti- macrofagi liberi. - fibroblasti, provvedono alla sintesi e al ricambio della matrice extracellulare, ai processi di riparazione tessutale dei connettivi propriamente detti. Hanno forma stellata, grosso nucleo eucromatico e citoplasma basofilo. Quando i fibloblasti non sono in fase di attività, cambiano forma divenendo fusati,nucleo eterocromatico e citoplasma poco colorabile; questi sono definiti fibrociti. - adipociti, provvedono alla sintesi e all'immagazzinamento dei trigliceridi (lipogenesi), dalla cui scissione enzimatica (lipolisi) deriva la produzione di acidi grassi, usati dai tessuti per produrre energia. - mastociti, originati dal midollo osseo, sono cellule sentinella che liberano il loro contenuto (istamina, eparina) quando vengono in contatto con sostanze estranee (allergeni). - macrofagi o isticiti, derivano dal midollo osseo e svolgono funzione fagocitaria. Partecipano inoltre alla risposta immunitaria aspecifica fagocitando antigeni e degradandoli grazie ai lisosomi. Connettivo: 1. Lasso, permeabile, facilita gli scambi metabolici ed è sede dei meccanismi di difesa. 2. Denso, robusto e resistente a sollecitazioni. 1.Al connettivo lasso appartengono: - mesenchima, tessuto connettivo embrionale che provvede al collegamento tra i diversi tessuti presenti nell'embrione e nel feto. Deriva dal mesoderma ed è costituito da cellule mesenchimali di forma irregolare, separate da una matrice ricca di sostanza amorfa e povera di fibre. - tessuto mucoso, connettivo che si trova nel cordone ombelicale. È costituito da fibroblasti, macrofagi e cellule staminali di tipo mesenchimale, abbondante sostanza amorfa idratata e fasci di fibre di collagene. Es. La polpa dentaria. -tessuto fibrillare lasso, detto anche areolare, rappresenta il tessuto di riempimento. È localizzato sotto le membrane basali e porta sostanza nutritive ed ossigeno di cui le cellule hanno bisogno. Si localizza sotto il derma cutaneo a formare il tessuto sottocutaneo che fa aderire la cute agli organi sottostanti. Inoltre forma la tonaca mucosa e sottomucosa degli organi cavi e lo stroma degli organi ghiandolari. - connettivo reticolare, è caratterizzato da una sostanza fondamentale lassa con fibre reticolari sottili e ramificate. Le cellule principali (linfonodi, macrofagi liberi)sono reticolari. Esso contribuisce alla formazione delle lamine basali e costituisce la componente reticolare della parete dei capillari. Il tessuto connettivo fibrillare denso è costituito da un maggior numero di fibre, in prevalenza da fibrociti, i quali rendono il tessuto molto resistente a trazione. In base all'orientamento delle fibre si distinguono due tipi di tessuto fibrillare denso: Regolare, fasci di fibre paralleli tra loro->a fasci paralleli con fibre allineate lungo le linee di trazione ( adatto a formare i tendini) fasci di fibre che si incrociano ->a fasci incrociati, le fibre si incrociano ad angolo retto e formano delle lamelle sovrapposte. Irregolare, si distingue in due tipi: - collageno, le fibre di collagene si dispongono a fasci intrecciati che offrono resistenza e trazione. Cellule e sostanza amorfa sono scarse. Questo tipo di connettivo è localizzato nel derma cutaneo (strato profondo della pelle), nelle guaine tendinee, muscoli, nervi, nel periostio e nelle capsule esterne degli organi. - elastico, è costituito da fibre elastiche intercalate a fibre collagene orientate in diverse direzioni. Il connettivo elastico è presente nelle pareti dei vasi sanguigni, nelle grosse arterie, nei tendini, nei legamenti vocali e nei legamenti gialli. Tessuto connettivo di sostegno Cartilagineo, costituito da una matrice solida dotata di elasticità e resistenza. (stadio fetale) Osseo, tessuto più duro dell'organismo. ( stadio adulto) Entrambi hanno funzione di supporto e sono in connessione nel costituire il sistema o apparato scheletrico. Osteoblasti e condroblasti derivano dal mesenchima ( cellula osteo-condrogenica) e sono specializzate nella sintesi e secrezione della matrice all'interno della quale restano. Sia la cartilagine che l'osso sono avvolti da un connettivo fibroso detto: - pericondrio, per la cartilagine (non vascolarizzata); i materiali giungono per diffusione. - periostio, per l'osso; penetrano i vasi periostiali per irrorarlo (non permette diffusione). Il tessuto cartilagineo, grazie alla sua rigidità e alla rapida crescita, è particolarmente adatto a costituire lo scheletro dell'embrione e del feto. Questo è costituito da cellule e da una matrice extracellulare ricca di proteoglicani. Matrice extracellulare--> sostanza amorfa, costituita da glicoproteine e proteoglicani che conferiscono solidità + componente fibrillare, rappresentata da collagene ed elastiche ( fibre) La cartilagine deve la sua elasticità alla presenza abbondante di acqua, la quale idrata la matrice e veicola ioni e molecole in esso disciolte, interagendo con le cariche negative disciolte dei proteoglicani. Quando fuoriesce dalla matrice, le cariche negative si avvicinano e respingendosi resistono alle forze di compressione. La capacità di assorbire i traumi da compressione è adatta per lo scorrimento delle superfici articolari dei capi ossei. La mancata vascolarizzazione della cartilagine non permette la guarigione veloce dopo un trauma. L'assenza di terminazioni nervose è necessaria per evitare la sensibilizzazione del tessuto a seguito di sollecitazioni continue. Pericondrio: involucro di tessuto connettivo fibrillare denso che ricopre la cartilagine. È costituito da : 1. strato fibroso, esterno, ricco di fibre collagene; 2. strato condrogenico, interno, ricco di cellule indifferenziate che possono differenziarsi in condroblasti in grado di secernere la matrice cellulare --> necessario per l'accrescimento e il turnover e per i processi riparativi. Nelle cartilagini articolari prive di pericondrio, il nutrimento arriva dal tessuto osseo o dal liquido sinoviale contenuto all'interno della cavità articolare e prodotto dalla membrana sinoviale. Le cartilagini articolari sono le prime ad andare incontro all'artrosi. A differenza del tessuto osseo, la cartilagine può accrescersi dall'interno (accrescimento interstiziale) oltre che per opposizione dall'esterno (dal pericondrio). Cartilagine nell'individuo adulto : naso e orecchio esterno, trachea e bronchi, coste e superfici articolari, sinfisi pubica, dischi intervertebrali e menischi articolari. In base alle caratteristiche della matrice e delle cellule specializzate che l'hanno prodotta si possono distinguere tre tipi di cartilagine: - ialina, di colore bluastro-biancastro, aspetto traslucido, consistenza solida ed elastica; più abbondante nell'organismo. Ad ossificazione completa la cartilagine ialina rimane localizzata nell'apparato respiratorio (setto nasale e scheletro di laringe, trachea e bronchi), a livello sternale (cartilagini costali), e sulle superfici articolari delle ossa (cartilagini articolari). La cartilagine articolare è priva di pericondrio --> trofismo assicurato. Questo infatti funge da ammortizzatore permettendo lo scorrimento delle superfici scheletriche. I condrociti si dispongono in base al movimento che devono effettuare in tre strati: zona superficiale o strato tangenziale zona mediana o strato intermedio zona profonda o strato radiale Cartilagine ialina è formata da gruppi di isogeni, ovvero cellule accolte in una matrice extracellulare costituita da sostanza amorfa, la quale contiene condronectina che assicura l'adesione tra cellule e proteoglicani. - elastica, localizzata nel padiglione auricolare e nel meato acustico esterno, nella tuba uditiva e nella laringe. Tra le cartilagini della laringe viene menzionata l'epiglottide che è una membrana elastica. La cartilagine elastica è giallastra, flessibile ed elastica, grazie alla presenza di fibre elastiche. Gruppi isogeni più piccoli e sostanza amorfa meno abbondante. - fibrosa, o fibrocartilaginea, presente nei menischi articolari, nei dischi intervertebrali, zona d'inserzione dei tendini, sinfisi pubica. Non possiede un distinto rivestimento pericondrale e la sua matrice è ricca di fibre collagene. Le cellule sono rotondeggianti e voluminose. Il tessuto osseo è vascolarizzato e si rinnova continuamente. Esso ha grande resistenza alle fibre di compressione, trazione e torsione. Osso compatto: più pesante e più esterno, dall'aspetto denso e privo di cavità. Osso spugnoso: più leggero e più interno, dall'aspetto poroso e presenta reti di trabecole delimitate da cavità midollari. Midollo osseo: svolge funzioni emopoietiche. Le ossa forniscono il sito di attacco ai muscoli attraverso le inserzioni tendinee, immagazzinando il 99% di calcio corporeo sottoforma di fosfati e carbonati. L'osso consta di componenti organiche quali cellule collagene immerse in una miscela di proteine, glicoproteine, proteoglicani e lipidi. Esistono 3 tipi di ossa: 1. lunghe, costituite da due epifisi spugnose ricoperte da cartilagine ialina ed una diafisi compatta delimitata da una cavità midollare; queste ossa possiedono una zona di mezzo chiamata metafisi, detta anche zona di accrescimento. L'osso compatto è più spesso sulla metafisi (es. Femore). 2. Brevi o corte, simili alle lunghe, es. Carpo. 3. Piatte, formate da due strati di tessuto compatto che racchiudono uno strato di tessuto osseo spugnoso (es. Ossa parietali del cranio e lo sterno). Le zone in cui è concentrata più componente ossea compatta è detta metafisi, mentre la zona in cui è concentrata più componente ossea spugnosa è detta epifisi. La superficie esterna è detta periostio, tessuto connettivo fibrillare denso non calcificatoe vascolarizzato, che si inserisce sull'osso tramite fibre collagene perforanti dette fibre di Sharpay. Periostio: -strato esterno fibroso, fibre e vasi sanguigni e povero di cellule; -strato osteogenico di Ollier o strato cambiale, cellule osteogeniche Endostio: è una lamina discontinua con proprietà osteogeniche formata da cellule pavimentose che rivestono le trabecole del tessuto osseo spugnoso e le superfici interne delle cavità midollari e dei canali vascolari del tessuto osseo compatto. L'osso è costituito da lamelle disposte parallelamente, ciascuna formata da: matrice extracellulare, componenti organiche e componenti minerali. Tra una lamella e l'altra si trovano gli osteociti, cellule mature derivate dagli osteoblasti, responsabili della matrice ossea. Questi, inizialmente secernono una matrice non calcificata (osteoide) contenente componenti organiche, poi, attraverso un processo di mineralizzazione diventano osteociti quiescenti. Questi ultimi risiedono nelle lacune, da cui si dipartono i canalicoli (prolungamenti citoplasmatici degli osteociti). Il tessuto osseo può essere: – lamellare, presenta una matrice ossea a lamelle in parallelo separate da un osteocita; – fibroso non lamellare, non presenta lamelle, ma è costituito da fibre collagene raggruppate in fasci tra i quali ci sono osteociti. Le lamelle nell'osso compatto formano 4 diverse strutture: 1. Sistema circonferenziale esterno, sotto il periostio, formano strati circolari 2. Osteoni o sistemi haversiani, lamelle disposte concentricamente attorno alla cavità vascolare del canale di Havers. OSTEONE: UNITÀ FUNZIONALE DEL TESSUTO OSSEO COMPATTO. Ogni canale di Havers contiene fibre nervose e vasi sanguigni; i canali di Havers di osteoni adiacenti, sono legati dai canali di Volkmann --> questo sistema di canali permette la distribuzione dei nutrienti. 3. Sistema di lamelle interstiziali, interposto tra gli osteoni con lamelle orientate in tutte le direzioni; (sono residui degli osteoni) 4. Sistema circonferenziale interno, delimitante la cavità midollare centrale. Tessuto osseo spugnoso --> sistemi lamellari --> formano le trabecole Trabecola: rivestita da endostio e costituita da osteociti e lamelle parallele addossate le une alle altre, delimitando un labirinto di cavità intercomunicanti. Nell'osso spugnoso non sono presenti sistemi haversiani e le trabecole non sono attraversate da vasi sanguigni --> nutrizione per diffusione. Nelle ossa in accrescimento si distinguono 4 tipologie cellulari: – cellule osteoprogenitrici o proteoblasti, danno origine agli osteoblasti e si trovano nel periostio; – osteoclasti, originano dal midollo osseo e provvedono al riassorbimento della matrice calcificata; – osteociti, cellule tipiche dell'osso maturo che perdono la capacità di dividere e di produrre la matrice ossea; – osteoblasti, provvedono alla sintesi e alla mineralizzazione della matrice ossea. La matrice cellulare dell'osso è costituita da componenti: organiche, fibre collagene immerse in sostanza amorfa (glicoproteine senza collagene). Nella matrice ossea mancano le fibre elastiche e quelle reticolari. La sostanza amorfa comprende: proteoglicani, glicoproteine (svolgono un ruolo fondamentale nella mineralizzazione)e osteonectina (proteina più abbondante e specifica del tessuto osseo). inorganiche, cristalli di apatite (costituiti da fosfato di calcio) e idrossiapatite , piccole quantità di carbonato di calcio ed altri sali. Con il passare del tempo la loro mancanza porta a osteoporosi e rachitismo. Tipi di ossificazione: - diretta o intramembranosa, a partire dal tessuto connettivo mesenchimale - indiretta o endocondrale, a partire dal tessuto cartilagineo I due processi di ossificazione constano di 4 fasi: 1. le cellule mesenchimali si differenziano in osteoblasti; 2. gli osteoblasti sintetizzano la matrice organica del tessuto osseo (osteoide); 3. la matrice organica viene mineralizzata con il contributo degli osteoblasti che vi rimangono intrappolati divenendo osteociti quiescenti; 4. l'osso spugnoso neoformato dapprima non lamellare, diventa lamellare a seguito del modellamento da parte di osteoclasti ed osteoblasti. Ossificazione diretta: tutto ha inizio nel mesenchimale; le cellule dapprima proliferano, poi si differenziano in cellule osteoprogenitrici che poi diventano osteoblasti secernenti. Questi ultimi secernono matrice organica (osteoide) e rimangono intrappolati nella matrice divenendo osteociti, che man mano mineralizzeranno. L'osso formato è fibroso e organizzato in lamelle circondate da osso spugnoso. Osso spugnoso--> trabecole lamellari Osso compatto--> periostio Ossificazione indiretta, richiede un abbozzo di cartilagine ialina. Dopo la prima ossificazione diretta si viene a formare un centro di ossificazione primario a livello dapprima della diafisi, poi dell' epifisi. La deposizione di matrice ossea avviene ad opera degli osteoblasti sui residui di cartilagine calcificata non riassorbiti dai condroclasti. Tessuti connettivi con funzione trofica: 1) sangue, di colore rosso, costituito da cellule e matrice extracellulare (detto plasma). Nel plasma ci sono : globuli rossi o eritrociti, globuli bianchi o leucociti e piastrine o trombociti. Funzioni: trasporto di sostanze nutritive trasporto di gas respiratori trasporto di prodotti di rifiuto regolazione PH mantenimento della pressione osmotica difesa da tossine e patogeni Funzioni del plasma: apporto sostanze nutritive drenaggio difesa umorale riparazione dei danni vascolari. 2) linfa, liquido giallognolo che circola nei vasi linfatici. È composto da: - una componente liquida, il liquido interstiziale, - una componente corpuscolata, linfociti e macrofagi 3) tessuto adiposo, costituito da cellule adipose circondate da fibre reticolari e da capillari. Funzioni: deposito e riserva energetica sottoforma di grasso supporto e protezione ottimo coibente (evita la dispersione di calore); deriva da una cellula mesenchimale detta lipoblasto. Ci sono due tipi : -adiposo bianco, accumulo di molecole altamente energetiche -adiposo bruno, brucia grassi per produrre calore Immunità L'immunità può essere di tipo: 1. Umorale, mediata dai linfociti B e dai secreti anticorpi; serve a difendere dai microbi extracellulari; produce tossine. 2. Cellulo-mediata, mediata da cellule T e dai loro secreti, le citochine; serve a difendere da microbi intercellulari (virus e batteri) che proliferano nei fagociti e non riescono a farsi prendere dagli anticorpi. 3. Specifica: si acquisisce entrando in contatto con il microbo; più ci sta a contatto più si immunizza e ne traccia ricordo ( memoria immunologica). Le sostanze estranee sono definite antigeni e sono combattute dagli anticorpi. 4. Aspecifica: è innata, è la capacità di impedire l'avvicinamento o l'ingresso di sostanze estranee nell'organismo e di limitarne la diffusione. Emopoiesi: processo di produzione cellulare --> cellule staminali che proliferano e si differenziano in base al luogo in cui maturano. -1 Mieloidi: midollo osseo -2 Linfoidi: milza, timo e linfonodi -1 Mieloidi, (linfociti T che sta per timo), cellule staminali che risiedono dapprima nel fegato e poi nel midollo osseo. Tolleranza immunologica nel timo, costituito da una zona midollare e da una zona corticale. Il timo è un organo linfoide primario mentre milza, linfonodi e tonsille sono organi linfoidi secondari. -2 Linfoidi, (linfociti B, midollo osseo) sono cellule staminali che risiedono dapprima nel fegato e poi nel midollo osseo. Una volta raggiunta la maturazione negli organi linfoidi primari, i linfociti passano nel sangue e vengono trasportati negli organi linfoidi secondari, dove avverrà l'incontro con gli antigeni che determinerà la loro attivazione e trasformerà le cellule effettrici. I linfociti raggiungono la milza per via arteriosa, attraversano il tessuto linfoide della polpa bianca e raggiungono la polpa rossa, per poi abbandonare l'organo per via venosa. > piastrine o trombociti: sono dei frammenti cellulari localizzati nel midollo osseo; sono prive di nucleo e ricche di organuli citoplasmatici. È possibile evidenziare all'interno due regioni: – ialomero, regione periferica; – granulomero, regione centrale Il processo che porta alla formazione delle piastrine è detto trombopoiesi o piastrinopoiesi e si realizza nel midollo osseo. > lipogenesi: sintesi dei lipidi > lipolisi: degradazioe dei lipidi Il tessuto nervoso Il tessuto nervoso è formato da cellule dette neuroni, assistite da cellule di supporto dette gliali. Le funzioni del sistema nervoso sono: – fornire informazioni sull'ambiente interno ed esterno – integrare e interpretare informazioni sensoriali – rispondere a stimoli attivando organi effettori (risposta motoria) – coordinare attività volontarie e involontarie – è la sede delle funzioni cognitive (emozioni, memoria) Il sistema nervoso è suddiviso in: – SNC, sistema nervoso centrale, costituito da encefalo e midollo spinale. Il midollo spinale collega il SNC al SNP ( sistema nervoso periferico) tramite i nevi spinali. – SNP, è costituito dai gangli cerebrospinali e dai nervi cranici e spinali, che trasportano il messaggio dal/al SNC. Dal punto di vista funzionale il SNP viene suddiviso in: ( entrambi controllati dal SNC) > volontario o somatico > involontario o vegetativo o autonomo (innerva le ghiandole la muscolatura liscia dei vasi sanguigni e la muscolatura cardiaca). Il SNA (autonomo) si divide in: >simpatico (toraco-lombare) >parasimpatico (cranio-sacrale) > metasimpatico (enterico) Il tessuto nervoso è concentrato per il 98% nel SNC. Ci sono due tipologie tessutali: 1) neuroni, cellule eccitabili in grado di generare e trasmettere impulsi elettrici in risposta ad uno stimolo; 2) cellule gliali, non eccitabili e di supporto, coinvolte nel trasferimento delle informazioni tra neuroni, nell'elaborazione delle informazioni e nell'apprendimento. 1) Cellule specializzate nella comunicazione: - eccitabilità, capacità di reagire agli stimoli; - conduttività, capacità di trasmettere l'eccitazione ad altre cellule. Esiste una differenza di potenziale tra interno ed esterno della cellula ---> capacità di modificare questo assetto elettrico in risposta a vari stimoli. 2) Cellule che circondano i neuroni, provvedendo al rifornimento di cibo, al reciclaggio dei neurotrasmettitori, all'isolamento dei neuroni, (tramite la guaina mielinica ) e alla fagocitosi delle cellule morte. Cellule gliali o nevroglia: hanno un ruolo trofico e metabolico insieme al sistema vascolare (se non circola sangue i danni al micro circolo vertebrale sono irreversibili, ischemia) Neurone: presenta un prolungamento citoplasmatico, punto di contatto tra neuroni o neurone-cellula effettrice. Inizio: il neurone ha derivazione ectodermica -> cellule neuroepiteliali che proliferano e si differenziano in neuroblasti apolari che emettono due processi (neuroblasti bipolari): - uno regredisce - l'altro forma l'assone del neurone -> neuroblasti unipolari che emettono prolungamenti divenendo neuroblasti multipolari. Un neurone multipolare è formato da componenti cellulari quali: corpo cellulare, soma o pirenoforo, il quale contiene il nucleo (contiene cromatina ed un nucleolo); due tipi di prolungamenti: - dendriti, corti e ramificati --> IMPUT - assoni, (neurite), sottili e lunghi --> OUTPUT L'assone può essere ricoperto da guaina mielinica o da un neurilemma di una cellula gliale e prende contatto con altri neuroni attraverso sinapsi o giunzioni citoneurali. Essa ha origine nel cono assonico o monticolo. Sinapsi: zona di contatto tra neuroni -> stabilisce la direzione del segnale elettrico. SNC -> SOSTANZA BIANCA E SOSTANZA GRIGIA SNP-> GANGLI E NERVI Fibra nervosa: assone ricoperto da involucri di tipo gliale. Sostanza grigia: scarsamente mielinizzata; qui sono concentrati i corpi cellulari, i dendriti, i terminali assonici e vari tipi di cellule gliali. Sostanza bianca: mielinizzata, dove sono concentrati gli assoni ricoperti di guaina mielinica, formata da oligodendrociti, cellule di Schwann e cellule gliali. I neuroni variano per forma, dimensione e modalità di ramificazione dei prolungamenti. Assonici: più dendriti, privi di assone, localizzati nel SNC e negli organi di senso Unipolari: unico prolungamento assonico (mucosa olfattiva) Bipolari: un assone ed un dendrita (SNC ed organi di senso) Pseudounipolari: un solo prolungamento dato dalla fusione di un'assone e di un dendrita; sono coperti di guaina mielinica (neuroni sensitivi gangliali) Multipolari, un assone e più dendriti; sono i neuroni più numerosi nel SNC. (motoneuroni del midollo spinale e cellule del Purkinje) In base alla direzione di propagazione dell'impulso nervoso: 1) neuroni sensitivi o afferenti, dal corpo al SNC, composto da fibre afferenti 2) neuroni motori o efferenti, emanano impulsi motori dal SNC al corpo attraverso fibre efferenti. Differiscono in: - somatomotori, motoneuroni propriamente detti; - visceroeffettori, risposte involontarie viscerali agli stimoli 3) interneuroni o di associazione, integrano ed elaborano i dati forniti dai neuroni sensoriali e li trasmettono ai neuroni motori. Le cellule gliali Dall'ectoderma del tubo neurale derivano: astrociti, oligodendrociti, ependimociti (SNC). Dall'ectoderma della crosta neurale derivano: cellule satellite e cellule di Schwann (SNP) > Astrociti, formano la barriera ematoencefalica (impedisce il passaggio a sostanze interferenti con la funzione neurale); ci sono due tipi di astrociti: protoplasmatici, nella sostanza grigia, e fibrosi nella sostanza bianca. > Oligodendrociti, formano le guaine mieliniche degli assoni del SNC ( la guaina mielinica isola gli assoni e favorisce la propagazione del segnale elettrico) > Cellule ependimali, rivestono le cavità del SNC che producono liquido cefalorachidiano, che poi metteranno in circolo per ammortizzare gli urti degli organi del SNC. > Cellule microglia, macrofagi specializzati della microglia. > Cellule satellite, circondano i corpi cellulari nei gangli sensitivi celebro-spinali del SNP. > Cellule di Schwann, rivestono di guaina mielinica solo un tratto dell'assone del SNP. Fibra nervosa: struttura filamentosa di collegamento tra le varie parti del sistema nervoso. Le fibre si differenziano in: – mieliniche, assoni ricoperti di mielina -> sostanza bianca e radici dei nervi – amieliniche, assoni ricoperti da neurilemma -> tronchi nervosi Guaina mielinica: avvolgimento della membrana plasmatica di una cellula Schwann o di oligodendrocita attorno all'assone di un neurone. La guaina è discontinua e negli spazi scoperti presenta i nodi di Ranvier. Le guaine mieliniche isolano gli assoni dell'ambiente circostante ed aumentano la velocità di conduzione dell'impulso nervoso. È un isolante elettrico e regola gli scambi metabolici tra l'assone e la cellula di Schwann o l'oligodendrocita. Impulso nervoso L'asimmetria nella distribuzione degli ioni è all'origine di una differenza di potenziale fra i due lati della membrana. Infatti il fluido extracellulare ha concentrazione (Na+ Cl -) alta, mentre quella interna ha concentrazione (K+). Nel neurone in assenza di stimoli il potenziale di membrana è di - 70 mV. Se i neuroni producono segnali elettrici che superano questa soglia si ha un potenziale d'azione ( garantisce il passaggio delle informazioni nelle diverse parti del corpo). Nelle fibre amieliniche la conduzione è elettronica ed avviene lentamente, mentre nelle fibre mieliniche si avrà una conduzione saltatoria e più veloce, dettata dalla presenza dei nodi di Ranvier. Sinapsi: struttura specializzata che consente la comunicazione tra neuroni. Le giunzioni sinaptiche tra due neuroni sono dette giunzioni interneuroniche. – Sinapsi citoneurali: interposta tra un neurone ed una cellula nervosa (giunzione neuromuscolare). – Sinapsi elettriche: si trovano nelle giunzioni comunicanti o Gap, presenti tra cellule gliali, epiteliali, muscolari lisce e cardiache. Conduzione bidirezionale. – Sinapsi chimiche: le cellule sono separate da fessure (vallo sinaptico o fessura sinaptica) all'interno del quale vi è un neurotrasmettitore che trasmette le variazioni di potenziale di membrana di una cellula neurone presinaptico (messaggero) al postsinaptico. Il trasmettitore chimico va a modificare la permeabilità della membrana. Conduzione unidirezionale. Le sinapsi sono giunzioni specializzate tra neuroni a livello delle quali il segnale elettrico viene convertito in segnale chimico. Tessuto muscolare È un tessuto di derivazione mesodermica costituito da fibrocellule in grado di contrarsi trasformando energia chimica in energia meccanica. Proprietà funzionali: – contrattilità (actina e miosina-> proteine contrattili) – eccitabilità (capacità di reagire agli stimoli – estensibilità (capacità di allungarsi) – elasticità Il tessuto muscolare costituisce organi e muscoli, ci sono tre tipi di tessuto muscolare: 1- striato scheletrico, presente all'interno dei muscoli scheletrici (muscoli volontari) fibre voluminose; 2- striato cardiaco, costituisce il miocardio (muscolo involontario) fibre dette cardiociti; 3- liscio o viscerale, costituisce la parete muscolare degli organi cavi (visceri), involontario, fibre fusiformi. Le cellule staminali quiescenti (cellule satellite) permangono dopo il differenziamento delle fibre muscolari conservando la capacità di formare nuove fibre. Tessuto liscio è ad elevato turn-over rigerenativo, se aumenta in numero provoca iperpalsia; se aumenta in volume provoca ipertrofia. 1- Il tessuto muscolare scheletrico: permette il mantenimento della temperatura corporea. Tutti i muscoli sono mantenuti in uno stato di parziale contrazione -> tono muscolare. Ogni muscolo è avvolto da una guaina di connettivo denso detto epimisio, che affonda a circondare i fasci di fibre (perimisio) e a circondare le singole fibre (endomisio). ENDOMISIO E PERIMISIO--> tessuto connettivo lasso. Il tessuto striato scheletrico è costituito da fibre: formata da membrana cellulare o sarcolemma , citoplasma o sarcoplasma, miofibrille, organuli citoplasmatici, reticolo sarcoplasmatico e mitocondri. Fibra polinucleata derivata da mioblasti. Ciascuna fibra muscolare presenta bande trasversali chiare e scure date dalla presenza e disposizione delle miofibrille (apparato contrattile della fibra). Queste sono formate da: – Miofilamenti, spessi e sottili; – Miofibrille, banda A scura e banda H chiara – Sarcomero, unità funzionale della miofibrilla All'interno di ciascuna fibra numerosi sarcomeri sono collegati in serie per aumentare la possibilità di contrazione e in parallelo per aumentare la forza di contrazione a lunghezza costante. ACTINA-> miofilamento sottile; contiene Tropomiosina, proteina filamentosa che nel muscolo a riposo copre i siti attivi presenti sui monomeri di actina, impedendo l'interazione con la miosina. Ad ogni molecola di tropomiosina si lega ad una troponina. MIOSINA -> miofilamento spesso, proteina contrattile formata da due catene polipeptidiche capaci di legare l'actina e scindere ATP e ADP+P. Tra i filamenti spessi e sottili si collocano i ponti trasversali o crociati. Titina e nebulina sono proteine che impediscono l'eccessiva distensione del sarcomero. Il muscolo scheletrico è in grado di convertire l'energia chimica fornita dall'ATP in energia meccanica. Durante la contrazione il sarcomero si accorcia per avvicinamento dei filamenti che scorrevano l'uno (spesso) sull'altro (sottile). Contrazione concentrica: il muscolo si contrae con una forza superiore alla resistenza e si accorcia Contrazione eccentrica: il muscolo si contrae con una forza inferiore alla resistenza e si allunga Impulso L'impulso nervoso, originato dal SNC e trasportato dall'assone di un motoneurone, perviene a livello della placca motrice e si propaga all'interno della fibra muscolare grazie ad un sistema tubolare membranoso. Il potenziale d'azione e la conseguente depolarizzazione del sarcolemma, determinando la liberazione di ioni Ca delle cisterne del reticolo endoplasmatico. Questi ioni, interagendo con il sistema di regolazione troponina-tropomiosina, provocano la liberazione dei siti attivi sulle molecole e la conseguente formazione dei punti actina-miosina. Una volta esaurito lo stimolo, il rilassamento muscolare ATP dipendente riporta gli ioni Ca+2 nel reticolo sarcoplasmatico. Le fibre che compongono un muscolo scheletrico presentano caratteristiche morfo-funzionali diverse e si distingue in: 1) Fibre rosse, ricche di mioglobina, hanno metabolismo ossidativo ma sono resistenti all'affaticamento ( muscoli tonico-posturali) scariche lente. 2) Fibre bianche, scarsa presenza di mioglobina, hanno scariche veloci; utilizzano la glicolisi anaerobica scindendo il glucosio. Si contraggono rapidamente ma sono soggette ad affaticamento per la produzione di acido lattico. Sono adatte per scatti brevi e controllati. 3) Fibre intermedie, ricche di mitocondri e ricche di mioglobina. Caratteristiche intermedie. 2- Tessuto muscolare cardiaco Il tessuto muscolare cardiaco è striato involontario, localizzato nel cuore, dove costituisce la tonaca muscolare detta miocardio, responsabile della contrazione cardiaca; essa è interposta tra endocardio (tonaca interna) ed epicardio (tonaca esterna). Questo tessuto è formato da fibre cardiache o cardiociti connesse a dischi intercalari a formare un sincizio funzionale. I cardiociti sono mononucleati. I dischi intercalari sono complessi giunzionali specializzati dove si trovano: desmosomi, fasce aderenti e giunzioni serrate. Desmosomi: forniscono un ancoraggio meccanico tra cardiociti e smistano forze di tensione che si sviluppano durante la contrazione. Le fasce aderenti garantiscono l'adesione tra cardiociti mediante glicoproteine. Giunzioni (Gap), si trovano lungo il tratto longitudinale del disco intercalare e connettono i cardiociti adiacenti favorendo la propagazione del potenziale d'azione, fungendo da coordinatori del sincizio funzionale (tante cellule che si comportano come un'unica grande cellula). Esistono cardiociti in grado di generare autonomamente un impulso elettrico. L'insieme delle strutture deputate alla generazione e alla conduzione dello stimolo prende il nome di sistema di conduzione del cuore ed è formato da: 1. nodo seno-atriale 2. nodo atrio-ventricolare 3. fascio comune atrio-ventricolare 4. fibre del purkinje 1. / 2. è localizzato nell'atrio destro vicino allo sbocco della vena cava superiore; rappresenta il peacemaker, in grado di generare potenziale d'azione. Da qui l'impulso raggiunge i tratti intermedi e si propaga sulla muscolatura atriale. 3. si trova nell'atrio destro ed ha origine da questo il fascio atrioventricolare di His, che divide in due tronchi, branca destra e sinistra, le due superfici del setto atrioventricolare. 4. perifericamente entrambe le branche del fascio comune si suddividono e formano una rete di fibre Purkinje che si estendono nelle pareti ventricolari in rapporto diretto con le fibre della muscolatura ventricolare. Il miocardio è in grado di contrarsi autonomamente e spontaneamente grazie alla presenza di cardiociti specializzati nella generazione e nella conduzione dell'impulso elettrico facenti parte del sistema di conduzione. Gli impulsi nervosi del sistema simpatico tendono ad aumentare la frequenza e la forza di contrazione e ad esaltare l'eccitabilità del cuore. Gli stimoli provenienti del sistema parasimpatico operano in sistema opposto al simpatico. Tachicardia --> aumento del battito cardiaco Brachicardia --> diminuzione del battito cardiaco 3- Tessuto muscolare liscio Le cellule muscolari lisce hanno un solo nucleo, un citoplasma omogeneo e privo di striature. I miofilamenti sottili sono più lunghi mentre quelli spessi sono corti. I sarcomeri sono assenti e le cisterne del reticolo endoplasmatico sono rimpiazzate dalle caveole. Al momento dell'arrivo dello stimolo nervoso o ormonale, i miofilamenti spessi delle cellule muscolari lisce si assemblano grazie al cambiamentodi conformazione della molecola di miosina, ed interagiscono con i miofilamenti sottili, determinandone lo scivolamento.

Use Quizgecko on...
Browser
Browser