Alimentazione 35 - PDF
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Meriam Hassine
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Questo documento discute di nutrigenomica, nutrigenetica e l'interazione tra nutrizione e genetica, evidenziando l'importanza del microbiota intestinale e l'assorbimento dei nutrienti. Si mette in luce il ruolo del patrimonio genetico nelle intolleranze alimentari e gli Omega 3 come esempio di nutraceutico.
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Alimentazione 35 La nutrigenomica e la nutrigenetica sono entrambe discipline importanti che esplorano l'interazione complessa tra nutrizione e genetica. La nutrigenomica si concentra sull'effetto della dieta sull'espressione genica e sul metabolismo, nonché sulla suscettibilità alle malattie. Quest...
Alimentazione 35 La nutrigenomica e la nutrigenetica sono entrambe discipline importanti che esplorano l'interazione complessa tra nutrizione e genetica. La nutrigenomica si concentra sull'effetto della dieta sull'espressione genica e sul metabolismo, nonché sulla suscettibilità alle malattie. Questo campo studia come le singole sostanze nutritive e i modelli dietetici possono influenzare direttamente l'attività dei geni e i processi cellulari. D'altra parte, la nutrigenetica si occupa di come le variazioni genetiche influenzano le nostre scelte alimentari e la nostra risposta individuale ai nutrienti. Un esempio classico è l'intolleranza al lattosio, dove le variazioni genetiche determinano la capacità di digerire il latte e i suoi derivati. Queste variazioni possono influenzare le abitudini alimentari e la tolleranza al latte in diverse popolazioni. In entrambi i casi, le variazioni genetiche possono anche influenzare la produzione di enzimi e il metabolismo cellulare. Questo può avere un impatto significativo sulla salute ossea, sulla suscettibilità alle fratture e persino sul rischio di sviluppare condizioni patologiche come il cancro. La comprensione di queste interazioni è fondamentale per lo sviluppo di trattamenti mirati e terapie preventive, specialmente nella lotta contro il cancro. Negli ultimi anni, c'è stato un crescente interesse per il ruolo del patrimonio genetico nelle intolleranze alimentari, come l'intolleranza al glutine. Questo perché alcune persone possono essere geneticamente predisposte a sviluppare intolleranze a determinati alimenti a causa di modifiche nei geni che influenzano la capacità del corpo di tollerare e elaborare quegli alimenti. Questo collegamento tra genetica e intolleranze alimentari ha portato alla nascita del campo dei nutraceutici, che rappresenta un'interfaccia tra nutrizione e farmacologia. I nutraceutici sono sostanze presenti negli alimenti che offrono benefici sulla salute oltre all'apporto di nutrienti essenziali. Gli Omega 3 sono un esempio comune di nutraceutico, con effetti positivi sulla salute come la riduzione dell'infiammazione e la protezione cardiovascolare. L'interazione tra alimentazione e salute è ulteriormente complessificata dalla relazione tra il microbiota intestinale e la salute umana. Il microbiota intestinale, composto da trilioni di batteri, virus e altri microrganismi, svolge un ruolo cruciale nella salute metabolica, immunitaria e digestiva. La composizione del microbiota intestinale è influenzata da diversi fattori, tra cui l'ambiente, la dieta e lo stile di vita. Mantenere un microbiota intestinale sano è fondamentale per la salute, ma ci sono sfide nella gestione e nel mantenimento di questo microbiota. Una dieta ricca di fibre e varietà di alimenti può favorire la salute del microbiota intestinale, ma ciò che costituisce una dieta ottimale per il microbiota non è ancora completamente compreso. Inoltre, ci sono molti fattori che influenzano l'assorbimento dei nutrienti dai nostri alimenti. Non è solo ciò che mangiamo, ma anche come viene digerito e assorbito che determina il nostro utilizzo dei nutrienti. Il calcio, ad esempio, può essere presente in molti alimenti ma essere assorbito solo in piccole quantità a causa di vari fattori, tra cui la biodisponibilità. Quindi nel contesto attuale della crescita scientifica, è importante riconoscere che l'argomento è di grande interesse, ma occorre prendere le distanze da affermazioni definitive. Siamo consapevoli che migliorare o peggiorare l'assorbimento dei nutrienti è possibile, ma è necessario continuare a studiare e comprendere meglio questi processi per stabilire eventuali regole o linee guida. Meriam Hassine Alimentazione 36 Quando una malattia colpisce un gran numero di persone in tutto il mondo, è comprensibile che la comunità scientifica dedichi più risorse e attenzione ad essa rispetto a malattie meno diffuse, anche se possono essere altrettanto drammatiche e terribili. Questo porta spesso a una disparità nella ricerca e nella conoscenza tra malattie comuni e rare. Ad esempio, malattie come il diabete e le malattie cardiovascolari sono molto studiate e ancora oggetto di ricerca, mentre malattie genetiche rare possono ricevere meno attenzione. Nel caso delle malattie cardiovascolari, che coinvolgono il progressivo indurimento delle pareti delle arterie a causa di depositi di grasso, noti come placche, la nutrizione svolge un ruolo cruciale. È stato dimostrato che lo stile di vita e in particolare la dieta possono influenzare significativamente lo sviluppo di queste malattie. Per molti anni si è creduto che il colesterolo fosse il principale responsabile delle malattie cardiovascolari, e si è sostenuto che mantenere bassi i livelli di colesterolo sarebbe stato benefico per la salute. Tuttavia, questa visione è stata rivista negli ultimi anni. Il colesterolo, una molecola complessa presente principalmente nei cibi di origine animale, è stato a lungo associato alle malattie cardiovascolari. Si riteneva che ridurre l'assunzione di colesterolo attraverso la dieta potesse aiutare a ridurre i livelli di colesterolo nel corpo. Tuttavia, questa idea si è dimostrata incompleta, poiché il nostro organismo è in grado di produrre il proprio colesterolo indipendentemente dalla quantità assunta con la dieta. Anche le persone che seguono una dieta vegetariana possono avere livelli di colesterolo alterati, suggerendo che l'assunzione di colesterolo attraverso la dieta non è l'unico fattore determinante. Un'altra credenza diffusa riguardava l'uovo, un alimento ricco di colesterolo. Si pensava che rimuovere il tuorlo o ridurre il consumo di uova avrebbe contribuito a ridurre i livelli di colesterolo, ma questa idea è stata smentita. In realtà, il consumo moderato di uova non sembra influenzare negativamente i livelli di colesterolo nel sangue. Il colesterolo svolge diverse funzioni vitali nel corpo, come la produzione di ormoni e vitamina D, ma in eccesso può accumularsi e depositarsi nelle pareti delle arterie, contribuendo alla formazione di placche e all'aterosclerosi. Il colesterolo LDL può accumularsi sulle pareti delle arterie e formare placche, aumentando così il rischio di malattie cardiovascolari, mentre il colesterolo HDL aiuta a rimuovere il colesterolo in eccesso, riducendo il rischio di formazione di placche. Sia il peso corporeo che l'alimentazione svolgono un ruolo importante nei livelli di colesterolo e nella salute cardiovascolare. L'obesità è associata a un aumento della produzione di colesterolo nel fegato e a una diminuzione del colesterolo HDL nel sangue, aumentando il rischio di colesterolo elevato. Riducendo il peso corporeo attraverso una dieta equilibrata e l'esercizio fisico, è possibile ridurre i livelli di colesterolo e migliorare la salute cardiovascolare. In molti casi, l'elevato livello di colesterolo nel sangue è dovuto all'eccessiva produzione interna di colesterolo da parte dell'organismo, piuttosto che all'eccesso di assunzione di grassi nella dieta. Pertanto, l'intervento per gestire la colesterolemia non si concentra solo sulla riduzione dell'assunzione di grassi, ma anche sul controllo della produzione di nuovo colesterolo nell'organismo. Ci sono alcuni alimenti che possono svolgere un ruolo nutraceutico nel processo di riduzione o inibizione della produzione di nuovo colesterolo. Questi alimenti contengono componenti, come la monacolina nel riso rosso fermentato, che possono aiutare a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Tuttavia, assumere grandi quantità di questi alimenti potrebbe non essere pratico o sicuro. Di conseguenza, l'industria alimentare spesso isola e concentra queste sostanze utili in forma di integratori o alimenti arricchiti, al fine di fornire gli effetti desiderati in modo più concentrato e sicuro. Il riso rosso fermentato è uno di questi alimenti che contiene monacolina, un composto che può aiutare a inibire un enzima coinvolto nella produzione di colesterolo. Gli studi hanno dimostrato che l'assunzione di estratti di riso rosso fermentato può avere un effetto benefico sui livelli di colesterolo. Un approccio interessante è l'arricchimento di certi cibi con sostanze che hanno dimostrato effetti positivi sulla colesterolemia, creando così i cosiddetti "super cibi". Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la nutrizione è solo uno degli elementi nella lotta contro le malattie cardiovascolari. L'esercizio fisico, ad esempio, è considerato un elemento ancora più potente e efficace nella protezione cardiovascolare. Inoltre, oltre al colesterolo, i trigliceridi sono un altro tipo di grassi nel sangue che rivestono un'importanza cruciale. Possono causare problemi se non controllati e possono essere influenzati rapidamente dalle scelte alimentari e dallo stile di vita. I trigliceridi sono prodotti regolarmente dal fegato, spesso a partire da zuccheri e anche da alcool. Le persone che consumano molte bevande zuccherate tendono ad avere livelli più alti di trigliceridi rispetto a coloro che consumano meno zuccheri o grassi. Altri tipi di grassi nel sangue, come un eccesso di chilomicroni, possono anche rappresentare un rischio per la salute se presenti in eccesso. Esistono malattie genetiche rare che influenzano diversi tipi di lipoproteine, come le LDL (lipoproteine a bassa densità), aumentando così il rischio di malattie cardiovascolari. La produzione di grassi da parte del fegato è fondamentale per la salute cellulare, poiché i grassi sono componenti essenziali delle membrane cellulari. Pertanto, bilanciare l'assunzione di grassi attraverso la dieta è importante per mantenere la salute generale delle cellule e degli organelli all'interno del corpo. Non tutti i grassi sono uguali, e ci sono grassi benefici e dannosi per la salute, a seconda del tipo e della quantità consumata. L'olio di palma, ad esempio, è stato oggetto di discussione a causa del suo ampio utilizzo nell'industria alimentare e delle preoccupazioni relative al suo impatto sulla salute. Non tutto l'olio di palma è uguale, e alcune varietà possono avere effetti benefici, mentre altre possono essere dannose. I grassi dannosi per la salute sono spesso quelli che vengono alterati durante la cottura o il processo di preparazione del cibo, il che suggerisce che il modo in cui vengono trattati può influenzare il loro impatto sulla salute. L'alcol può influenzare i livelli di grassi nel sangue attraverso vari meccanismi, inclusi gli effetti sull'insulina, un ormone chiave nel metabolismo dei grassi e dei carboidrati. Le malattie cardiovascolari sono una delle principali cause di morte nel mondo e sono influenzate da una combinazione complessa di fattori genetici e di stile di vita. Circa il 40% del rischio di sviluppare queste patologie è attribuibile alla genetica, mentre il restante 60% è legato alle nostre scelte quotidiane. È essenziale mantenere un esercizio fisico costante, un peso corporeo basso e ridurre l'ossidazione dei grassi nel sangue per coloro che hanno una predisposizione genetica alle malattie cardiovascolari. Oltre alla dieta, esistono sostanze naturali e farmaci che possono aiutare a mantenere bassi i livelli di grasso ossidato nel sangue, contribuendo così alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Gli antiossidanti presenti in frutta e verdura, ad esempio, possono proteggere le cellule dai danni causati dai radicali liberi.Infine, è importante considerare l'intero quadro nel trattamento nutrizionale delle malattie cardiovascolari anziché concentrarsi solo su singoli aspetti. Gli esami del sangue possono essere utili per monitorare l'efficacia delle strategie nutrizionali adottate e valutare l'evoluzione del rischio cardiovascolare nel tempo. Meriam hassine Alimentazione 37 L'ipertensione è una malattia comune che può beneficiare di uno stile di vita adeguato. È caratterizzata da una pressione sanguigna elevata, con fattori genetici e psicologici che contribuiscono al suo sviluppo. Nella gestione nutrizionale dell'ipertensione, il peso corporeo gioca un ruolo cruciale, poiché c'è una relazione diretta tra peso e pressione sanguigna. Ridurre il peso corporeo può abbassare la pressione sanguigna, anche se non garantisce la cessazione dello stato ipertensivo. L'idratazione è fondamentale per mantenere il sangue il più fluido possibile, con l'idratazione che gioca un ruolo significativo, specialmente nelle malattie renali. Un altro aspetto chiave della nutrizione nell'ipertensione è il sodio. Un'elevata assunzione di sodio è correlata a una maggiore difficoltà nel trattamento dell'ipertensione e può portare a complicazioni più gravi. Il sodio induce la produzione di ormoni che aumentano la pressione sanguigna e contribuisce all'indurimento delle pareti arteriose, rendendole meno elastiche e meno capaci di sopportare la pressione elevata. Non tutte le persone devono ridurre il consumo di sodio, ma è importante per coloro che soffrono di ipertensione. È cruciale considerare il sodio proveniente non solo dal sale da cucina, ma anche dalle preparazioni alimentari, come i panificati, che possono contenere livelli elevati di sodio. Altre malattie croniche, come la gotta, sono influenzate dalla dieta. Ridurre l'assunzione di carne, fonte primaria di acidi urici, può essere utile per coloro a rischio. Tuttavia, è fondamentale mantenere una buona idratazione e praticare regolarmente esercizio fisico per favorire l'eliminazione e la dissoluzione dell'acido urico nelle articolazioni. Ci sono molti farmaci disponibili che consentono alle persone di gestire la propria dieta con maggiore libertà, anche in presenza di condizioni mediche come l'ipercolesterolemia, il diabete, l'ipertensione e la gotta. Tuttavia, la ricerca di efficacia e attenzione è fondamentale soprattutto nel campo dei tumori, dove le interazioni tra nutrizione e tumore giocano un ruolo significativo non solo nello sviluppo della malattia, ma anche nella possibilità di recidiva dopo la cura iniziale. Esistono sostanze cancerogene che vengono costantemente identificate e ridotte o eliminate dalla dieta attraverso il lavoro dei governi e degli istituti scientifici. Tuttavia, è importante considerare la reattività individuale quando si tratta di sviluppare tumori in risposta all'assunzione di determinati cibi. Poiché il tumore ha una base genetica, la nostra genetica influisce sull'espressione della malattia. È difficile prevedere se una persona svilupperà un tumore dopo aver consumato determinati cibi, poiché la sua reattività individuale a quei cibi è sconosciuta. Anche se la maggior parte degli animali tollera un determinato dosaggio di sostanze senza sviluppare tumori, alcuni animali possono svilupparli anche con dosaggi simili. Quindi, la variabilità non è solo legata alla sostanza o all'alimento in sé, ma anche alla risposta individuale del corpo. Di conseguenza, nel dubbio, ha senso limitare l'uso di dolcificanti o optare per alternative meno controverse come lo zucchero da cucina, che non è considerato cancerogeno. Il tumore della mammella è uno dei tumori più comuni nelle donne ed è oggetto di numerosi studi, compresi quelli relativi alla sua relazione con la nutrizione. L'ipotesi che il cibo possa influenzare gli equilibri ormonali, che a loro volta possono influenzare la crescita tumorale, è di grande interesse. Inizialmente si è ipotizzato di eliminare o ridurre le fonti ormonali nella dieta, poiché alcuni tumori al seno sono fortemente dipendenti dagli ormoni per la loro crescita. Tuttavia, questa teoria è risultata essere difficile da mettere in pratica poiché molti alimenti contengono naturalmente ormoni o possono influenzare la produzione di ormoni nel corpo. Ad esempio, il semplice zucchero da cucina può stimolare la produzione di insulina, che a sua volta stimola la produzione di fattore di crescita insulinico 1 (IGF-1), coinvolto nella crescita cellulare. il ruolo degli ormoni nella stimolazione della crescita cellulare tumorale è complesso e non del tutto chiaro. Le cellule tumorali possono essere indipendenti dagli stimoli ormonali e rispondere in modo diverso rispetto alle cellule sane. Inoltre, il corpo ha meccanismi di difesa, come i linfociti natural killer, che cercano e distruggono le cellule tumorali non riconosciute come parte del corpo. Negli anni '90, la terapia dietetica per i pazienti oncologici ha iniziato a concentrarsi sulla fornitura di una dieta equilibrata che potesse sostenere il sistema immunitario e migliorare la risposta del corpo contro il tumore. Piuttosto che privare i pazienti di cibo, si è cercato di nutrirli in modo adeguato, evitando eccessi che potrebbero compromettere la risposta immunitaria. Farmaci antitumorali come la chemioterapia possono avere effetti collaterali significativi sul benessere delle persone, ma una buona alimentazione e un'adeguata nutrizione possono aiutare a contrastare questi effetti collaterali e migliorare la tolleranza alla terapia. Inoltre, la salute è influenzata da una vasta gamma di fattori, non solo dalla nutrizione. Elementi come lo stile di vita, l'attività fisica, lo stress, l'ambiente e la genetica giocano tutti un ruolo importante nella determinazione della salute complessiva di una persona. Investire in una vita sana e in buone pratiche di cura di sé può contribuire a migliorare la qualità della vita e a ridurre il rischio di malattie. Meriam Hassine Alimentazione 38 L'invecchiamento è un fenomeno complesso influenzato da molteplici fattori, e diverse teorie cercano di spiegarlo in modi diversi, fornendo un quadro più completo della comprensione dell'invecchiamento umano. la morte cellulare programmata è un processo geneticamente regolato che assicura l'efficienza della cellula e il suo rimpiazzo con una nuova cellula funzionale. Questo meccanismo contribuisce alla sopravvivenza e alla funzionalità dei tessuti nel tempo, ma il suo deterioramento può portare all'invecchiamento e alla morte cellulare. La teoria dell'invecchiamento basata sulla riproduzione suggerisce che l'evoluzione abbia favorito la riproduzione come scopo ultimo della vita, e che il declino della capacità riproduttiva porti a un processo degenerativo che porta alla morte. Tuttavia, con l'allungamento dell'aspettativa di vita umana, questa teoria potrebbe non spiegare completamente l'invecchiamento, poiché la vita continua per un periodo più lungo rispetto al periodo riproduttivo. La teoria dell'interferenza dei radicali liberi sul DNA è un'altra spiegazione dell'invecchiamento. I radicali liberi sono molecole altamente reattive che possono danneggiare il DNA e contribuire all'accumulo di cellule difettose nel tempo, portando all'invecchiamento e alla morte dell'organismo. Le tre teorie più accreditate sull'invecchiamento includono anche la teoria delle mutazioni genetiche e la teoria della senescenza cellulare. Le mutazioni genetiche possono influenzare direttamente l'invecchiamento, portando a cambiamenti nel DNA che possono compromettere le funzioni cellulari e contribuire alla perdita di efficienza delle cellule nel tempo. La senescenza cellulare, invece, si concentra sulla perdita di capacità delle cellule di replicarsi e adattarsi, contribuendo alla formazione di organi meno efficienti e all'invecchiamento dell'organismo nel suo complesso. Infine, gli squilibri ormonali possono giocare un ruolo significativo nell'innesco del processo di invecchiamento, con la perdita di equilibrio tra gli ormoni che lavorano attivatori e inibitori che possono influenzare diversi aspetti dell'invecchiamento. Inoltre, con l'avanzare dell'età, il sistema immunitario tende a diminuire di efficacia, rendendo gli individui più suscettibili alle infezioni e alle malattie. Il mantenimento di una buona condizione fisica può aiutare a rallentare questo declino, contribuendo a una migliore salute generale. L'esercizio regolare, ad esempio, può migliorare la forza muscolare, l'equilibrio e la capacità di reazione, riducendo così il rischio di cadute e lesioni gravi, comuni tra gli anziani. Mantenere una buona salute muscolare e un buon equilibrio può quindi non solo migliorare la qualità della vita, ma anche prolungarla, contribuendo a prevenire incidenti che potrebbero compromettere la longevità complessiva. Rimanere attivi e impegnarsi in un'esercizio fisico mirato può essere fondamentale per contrastare l'indebolimento muscolare e l'osteoporosi negli anziani. Studi dimostrano che anche gli anziani, anche quelli oltre gli 80 anni, possono beneficiare di un'attività fisica adeguata alle loro capacità, che può favorire la crescita, il rafforzamento e lo sviluppo muscolare, sebbene possa richiedere più tempo rispetto ai giovani. L'esercizio di resistenza è particolarmente efficace, poiché lavora contro una resistenza specifica per mantenere muscoli, tendini, legamenti e ossa più forti, contribuendo a prevenire la sarcopenia e l'osteoporosi. La sarcopenia, la diminuzione delle capacità muscolari, e l'osteoporosi, la diminuzione della densità minerale ossea, sono due condizioni che possono essere evitate o ritardate con l'attività fisica appropriata. L'esercizio fisico può contribuire a mantenere la massa muscolare e la densità ossea, riducendo così il rischio di fratture da caduta e garantendo una maggiore resistenza ossea nel tempo. L'infiammazione cronica, strettamente legata all'ossidazione, è un altro fattore chiave nell'invecchiamento e nei danni cellulari. Un muscolo efficiente può produrre sostanze che aiutano a modulare l'infiammazione, contribuendo così a una salute più stabile e duratura fino all'età avanzata. Inoltre, la nutrizione svolge un ruolo fondamentale nell'invecchiamento, poiché mantenere gli organi sani richiede un adeguato apporto di nutrienti. Negli anziani, tuttavia, la componente proteica della dieta tende ad essere ridotta, il che può contribuire alla perdita muscolare. È importante quindi concentrarsi su alimenti ricchi di proteine, oltre a seguire una dieta bilanciata che fornisca tutti i nutrienti necessari per mantenere una buona salute muscolare e ossea. Inoltre, l'integrazione con proteine di alta qualità può essere considerata per garantire un adeguato apporto proteico, specialmente se la masticazione delle carni risulta difficile. Aumentare l'apporto proteico attraverso una dieta bilanciata può essere fondamentale per mantenere la salute muscolare e ossea negli anziani. Gli aminoacidi essenziali e ramificati, così come le fonti proteiche alternative come uova, pesce e legumi, possono aiutare a migliorare la struttura e la forza muscolare, specialmente in individui con una dieta carente di proteine. È importante anche considerare l'assunzione di latticini come fonte proteica, ma tenendo conto delle possibili difficoltà nella digestione del lattosio negli anziani. In alternativa, alcuni formaggi possono essere una scelta migliore, anche se è importante monitorare il contenuto di grassi. Con l'invecchiamento, è importante prestare attenzione alla salute degli organi interni, come il fegato, l'intestino e il pancreas. Il pancreas, in particolare nella sua funzione di produzione di insulina, può diventare meno efficiente nel corso degli anni, aumentando il rischio di sviluppare il diabete. Mantenere un peso corporeo stabile è essenziale anche con l'avanzare dell'età, poiché l'aumento di peso può avere effetti negativi sulla salute, soprattutto se associato all'accumulo di grasso corporeo. Accettare il guadagno di peso come inevitabile è fuorviante; è importante mantenere un peso corporeo sano e adatto alle proprie caratteristiche individuali per tutta la vita. La quantità di massa muscolare influisce sul metabolismo basale e sul dispendio energetico del corpo, quindi mantenere una buona massa muscolare può contribuire a un metabolismo più efficiente anche con l'invecchiamento. Il calcio è un nutriente essenziale per la salute ossea, e la sua adeguata assunzione è fondamentale soprattutto negli anziani. La degenerazione ossea può essere causata non solo da inattività fisica, ma anche da una diminuzione del metabolismo del calcio. La carenza di calcio può essere un problema, soprattutto negli anziani, poiché tendono a bere meno e possono essere predisposti alla disidratazione, riducendo così l'assunzione di calcio. La vitamina D è strettamente correlata al calcio ed è fondamentale per l'assorbimento del calcio nell'organismo. Gli anziani, specialmente in regioni con limitata esposizione al sole, possono essere carenti di vitamina D poiché trascorrono meno tempo all'aperto. Assicurarsi di ottenere sufficiente vitamina D attraverso l'esposizione al sole o integratori può aiutare a mantenere la salute ossea. Gli studi condotti sugli ultracentenari indicano che mantenere un peso corporeo sano può essere cruciale per raggiungere un'età avanzata senza problemi di salute significativi. Mantenere un peso corporeo normopeso può contribuire a evitare condizioni mediche gravi e dipendenza da farmaci, contribuendo così a una migliore qualità di vita. Gli anziani dovrebbero cercare di mantenere uno stile di vita attivo, anche se non necessariamente praticano attività fisica intensa. Svolgere attività quotidiane come camminare, svolgere mansioni domestiche e prendersi cura dell'igiene personale in modo autonomo può essere sufficiente per mantenere una buona salute nell'età avanzata. Infine, una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, proteine magre, e alimenti ricchi di calcio e vitamina D, è fondamentale per la salute generale degli anziani. Ridurre il consumo di cibi poco salutari può contribuire a garantire una buona qualità di vita nell'età avanzata e favorire il mantenimento della salute ossea e generale. Meriam Hassine Alimentazione 39 Le malattie trasmesse dagli alimenti possono avere conseguenze significative sulla salute, sia a breve che a lungo termine. La prevenzione di queste malattie è fondamentale e può essere raggiunta attraverso informazioni adeguate e pratiche alimentari corrette. Uno dei principali fattori che contribuisce alle malattie trasmesse dagli alimenti è la rottura della catena di conservazione degli alimenti, in particolare la catena del freddo. Quando gli alimenti che richiedono conservazione a basse temperature vengono scongelati e ricongelati in modo non corretto, ciò può favorire la proliferazione di batteri dannosi. Questo è un problema comune, soprattutto nelle ristorazioni collettive e nei servizi di catering di grandi dimensioni. Un'altra fonte di contaminazione alimentare è rappresentata dalle pratiche igieniche inadeguate degli operatori alimentari. Gli impiegati che lavorano con il cibo devono adottare pratiche igieniche rigorose per evitare la trasmissione di infezioni attraverso il contatto con il cibo. Inoltre, la preparazione dei cibi in tempi non adeguati, soprattutto nella ristorazione collettiva, può causare contaminazione o alterazione degli alimenti, contribuendo così alle malattie trasmesse dagli alimenti. È essenziale che i cibi siano cucinati e serviti nel rispetto delle norme igieniche e di sicurezza alimentare. Le muffe sono un'altra fonte comune di contaminazione alimentare. Alcuni cibi favoriscono la crescita delle muffe e devono essere conservati con particolare attenzione per evitare il rischio di tossinfezioni alimentari. Le persone che mangiano fuori casa, soprattutto durante l'ora di pranzo, sono particolarmente esposte al rischio di tossinfezioni alimentari. È importante che i fornitori di alimenti seguano rigorose pratiche di sicurezza alimentare per garantire che i cibi preparati e serviti al pubblico siano sicuri da consumare. La contaminazione alimentare rappresenta una seria minaccia per la salute pubblica e può derivare da diverse fonti, tra cui sostanze aggiunte volontariamente o involontariamente durante il processo di produzione degli alimenti. Alcuni esempi includono coloranti, addensanti, aromi e aromatizzanti che possono contenere sostanze potenzialmente dannose, ma spesso la loro composizione esatta non è chiara. L'uso eccessivo o non corretto di prodotti chimici come pesticidi e antiparassitari in agricoltura può portare a contaminazioni chimiche nei cibi. Anche se questi prodotti chimici sono essenziali per la produzione di cibo su larga scala, è fondamentale mantenere un equilibrio tra la protezione delle colture e la sicurezza alimentare. Gli alimenti biologici, prodotti senza l'uso di sostanze chimiche sintetiche come pesticidi e fertilizzanti, possono essere considerati un'alternativa più sicura. Tuttavia, i loro costi più elevati li rendono accessibili solo a una parte della popolazione mondiale. Le contaminazioni fisiche, come la rottura della catena del freddo, possono verificarsi quando il cibo non viene conservato alla temperatura corretta. Le contaminazioni biologiche, invece, si riferiscono alla presenza di batteri, virus, uova di parassiti o protozoi nei cibi e possono derivare da una disattenzione nella protezione e conservazione degli alimenti. Inoltre, esiste il rischio di contaminazione attraverso il consumo di carne o altri prodotti di origine animale provenienti da animali trattati con sostanze proibite. È fondamentale che vengano adottate misure rigorose per garantire la sicurezza alimentare e prevenire la contaminazione, sia nelle fasi di produzione che di preparazione e conservazione degli alimenti. Evitare la contaminazione alimentare attraverso pratiche igieniche adeguate durante la manipolazione e la conservazione dei cibi è fondamentale per prevenire malattie trasmesse dagli alimenti. Quando vi è il rischio di contaminazione o sospetto che un alimento sia contaminato, è importante adottare procedure appropriate per eliminare batteri, virus o microrganismi dannosi attraverso la cottura o altre tecniche di sanificazione. Il consumo di pesce crudo e crostacei crudi è diventato più diffuso, ma comporta rischi microbiologici. L'abbattimento è una procedura che riduce la carica batterica, rendendo il cibo praticamente sterile. La cottura è un altro metodo efficace, poiché temperature superiori a 60 gradi possono uccidere i microrganismi nel cibo, compresi quelli all'interno. Tuttavia, alcuni microrganismi possono sopravvivere a questi trattamenti, quindi potrebbe essere necessario applicare temperature più elevate o mantenere il cibo a temperature molto basse per un periodo più lungo per garantire la sicurezza alimentare. È importante che chi prepara il cibo sia consapevole di queste potenziali situazioni di rischio e adotti le misure necessarie per prevenirle. Esiste anche il rischio di intossicazioni alimentari causate dall'interazione tra composti presenti in miscele di alimenti. Anche se i singoli composti possono essere innocui separatamente, la loro combinazione può diventare dannosa. Quindi, è importante scegliere ingredienti che minimizzino il rischio di interazioni nocive quando si pianificano i pasti. In generale, i cibi composti da pochi elementi tendono ad essere meno soggetti a rischi di contaminazione o interazioni nocive, quindi è consigliabile preferire cibi più semplici quando si tratta di garantire la sicurezza alimentare. Le tossinfezioni alimentari sono spesso caratterizzate da incubazioni brevi e rapida manifestazione dei sintomi, principalmente con disturbi gastrointestinali. Questi episodi possono coinvolgere più individui e sono più comuni quando si consuma cibo fuori casa. Per ridurre questo rischio, sono in vigore leggi rigorose che proteggono i consumatori e impongono controlli regolari del personale coinvolto, l'uso di dispositivi di protezione come mascherine, cuffie e guanti, nonché l'adozione di pratiche igieniche rigide come la pulizia accurata delle stoviglie e l'uso di contenitori sterili. Gli organi preposti al controllo e alla sensibilizzazione, come i sistemi di Garanzia della Qualità (GMP) o di Igiene Alimentare (GHT), svolgono un ruolo importante attraverso campionamenti e analisi per individuare eventuali anomalie. Le autorità competenti, come i nuclei anti-sofisticazioni dei carabinieri e gli uffici di igiene, hanno personale preparato per garantire il rispetto delle norme. Il sistema HACCP (Analisi dei Rischi e Controllo dei Punti Critici), promulgato nel 1997, è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare attraverso l'identificazione dei potenziali problemi, la prevenzione e mitigazione dei rischi, la formazione del personale e l'applicazione di rigorosi protocolli igienici. Nonostante l'esistenza di tossinfezioni alimentari, l'applicazione rigorosa delle norme HACCP e delle leggi igienico-sanitarie ha contribuito a ridurre significativamente tali episodi. Il sistema di autocontrollo HACCP richiede che chiunque lavori con gli alimenti segua un corso per acquisire le informazioni necessarie sulla gestione sicura degli alimenti e applichi le leggi pertinenti. Gli organi di controllo verificano che queste regole siano seguite correttamente. Le categorie di particolare interesse includono alimenti come uova e derivati, carne e derivati, dolci e prodotti di pasticceria, e in misura minore, i pesci. Questi alimenti sono considerati più a rischio di trasmettere infezioni alimentari rispetto a frutta e verdura, poiché è più probabile che contengano agenti patogeni di origine animale. Per proteggersi dalle tossinfezioni alimentari, è consigliabile cucinare gli alimenti adeguatamente, utilizzare probiotici per mantenere una flora batterica sana e, in caso di rischio, proteggersi con disinfettanti intestinali. È importante rispettare le regole igieniche, evitare di consumare cibi a rischio quando la salute è compromessa e affidarsi a persone competenti. Meriam Hassine