Gestione delle Imprese Sportive PDF - Riassunto e Analisi

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RichOnyx8802

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Università degli Studi di Ferrara

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Questo documento fornisce un'introduzione alla gestione delle imprese sportive in Italia, esaminando il professionismo, il contesto di riferimento, l'impatto sociale, i canali di informazione e il ruolo dei volontari. L'analisi include anche le sfide e le prospettive per i giovani nel mondo dello sport e l'impatto della crisi energetica sulle società sportive. I temi trattati includono la gestione, il marketing e il finanziamento dello sport.

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GESTIONE DELLE IMPRESE SPORTIVE INTRODUZIONE Lo sport professionistico in Italia non riguarda tutte le discipline sportive, infatti esiste una norma che regola i rapporti tra società sportiva e sportivo che pratica l’attività stessa, il quale risulta esse...

GESTIONE DELLE IMPRESE SPORTIVE INTRODUZIONE Lo sport professionistico in Italia non riguarda tutte le discipline sportive, infatti esiste una norma che regola i rapporti tra società sportiva e sportivo che pratica l’attività stessa, il quale risulta essere un dipendente della società della quale fa parte. Per “professionismo” s’intende dire che la disciplina sportiva è regolata da norme, ma ciò non significa che chi pratica uno sport dilettantistico non sia un professionista, anzi ci sono sport dilettantistici che per chi lo pratica ad altissimi livelli ha il tempo di fare solo ed esclusivamente quello; dunque lo sportivo non è un “professionista” nel momento in cui l’unica attività che svolge è lo sport. Il mondo dello sport dilettantistico è la maggioranza delle società sportive presenti in Italia, rappresenta dunque la base dello sport che permette all’atleta di raggiungere il livello professionistico. Le stesse norme che regolano i soggetti dilettanti e i soggetti professionisti sono seguiti da norme differenti (es. le società e le associazioni dilettantistiche non hanno un fine di lucro, perciò rappresentano il mondo del no profit). CONTESTO DI RIFERIMENTO Lo sport è un’attività dell’uomo che: Si svolge in ambienti e situazioni differenti Osserva regole condivise oppure si effettua in forma libera Coinvolge un numero di persone sempre maggiore, rappresenta un significativo fenomeno sociale È allo stesso tempo gioco e agonismo abbinato alla competizione La Carta Europea dello Sport sostiene: “Tutte le forme di attività fisica che, attraverso una partecipazione causale o organizzata, mirano ad esprimere o migliorare la condizione fisica e il benessere mentale, formando relazioni sociali o ottenendo risultati in competizione a qualsiasi livello”. Il CONI non ha riconosciuto come discipline sportive: yoga, pilates e crossfit. Queste 3 discipline non sono state riconosciute come discipline sportive, ma secondo la definizione data dalla Carta Europea, queste lo sono. Gli attori organizzativi nel contesto sportivo italiano sono: o CIO (Comitato Olimpico Internazionale): organismo composto da circa 100 membri che decide l’assegnazione delle Olimpiadi attraverso una serie di selezioni o CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano): prepara non solo gli atleti olimpionici, ma svolge anche una funzione ramificata sul territorio, infatti è suddiviso in comitati regionali e delegazioni provinciali o FSN (Federazioni Sportive Nazionali) e discipline associate o Enti di promozione sportiva (es. CSI, ENDAS, UISP, CSI…): nascono come enti di associazione di secondo livello e nascono nel secondo dopoguerra con la caratteristica di promuovere anche la cultura e il carattere derivante dallo sport stesso. Spesso questi enti sono l’emanazione dei partiti politici e organizzano le manifestazioni partecipative. o Società e associazioni sportive (es. il CUS è una polisportiva): rappresentano la base del mondo dello sport in Italia Alle Olimpiadi del 1984 di Los Angeles (California) le 2 università principali sono state utilizzate per accogliere tutti gli atleti olimpici. Uno dei costi maggiori dei grossi eventi riguarda proprio la costruzione di quartieri o villaggi che ospitino: atleti olimpici, allenatori, giudici, stampa… Inoltre a Los Angeles molti degli impianti sportivi utilizzati per le Olimpiadi erano già presenti (una cosa molto discussa della Milano-Cortina 2026 è la costruzione della pista per il bob che dovrebbe svolgersi a Cortina, la quale presenta già un impianto che risale alle Olimpiadi del 1956, ma non viene utilizzato già da diversi anni, e lì si parla di decine di milioni di euro per la costruzione, ma se una nazione deve destinare tante risorse per costruire degli impianti parte già con un notevole deficit). Infine a Los Angeles ci furono le prime vere Olimpiadi denominate “Evento olimpico dei panini e della Coca-Cola” perché Mc Donald e Coca-Cola furono i primi sponsor. Lo stato della California fece un referendum per comprendere se i cittadini fossero d’accordo e il referendum diede esito negativo perché non volevano avere la possibilità di aumentare le tasse che dovevano pagare. Queste furono le uniche Olimpiadi in cui, al momento della cerimonia d’inaugurazione il bilancio economico della California arrivò a quota €0, perciò in pari, e tutto quello che derivò dall’evento furono solamente entrate, quello fu praticamente l’unico caso che si chiuse con un utile. IMPATTO SOCIALE Il 30% della popolazione sportiva italiana pratica sport, in maniera continuativa, sotto l’egida ed il coordinamento delle FSN o degli enti di promozione. Il restante 68,5% (circa 23.5 milioni di persone) pratica sport saltuariamente ed in maniera autonoma. Il 38,1% non pratica alcuna attività, di questi 2.5 milioni hanno meno di 19 anni. Gli atleti tesserati in Italia sono 4.703.741. Negli ultimi 50 anni la percentuale di popolazione coinvolta nello sport è passata dal 2,6% al 62%. 14.4 milioni sono gli spettatori che assistono agli eventi dal vivo. 5.481.000 al giorno sono i lettori dei 3 quotidiani sportivi nazionali (Gazzetta dello sport, Corriere dello sport-Stadio e Tuttosport). Ci sono molte abitudini della nostra vita che sono condizionate anche dal momento storico nel quale si vive e, nel nostro caso, sono quello pandemico e della crisi energetica che comportano la presa di diverse scelte che uno decide di effettuare. SPORT E CANALI D’INFORMAZIONE Lo sport in questi ultimi 30 anni ha subito il problema di non essere visto in chiaro. Esistono diversi canali d’informazione e diffusione come: riviste sportive (179), tv in chiaro, tv a pagamento (es. ELEVEN), radio, internet e siti dedicati. Sport e televisione possiedono un matrimonio controverso perché: − La tv finanzia lo sport − La tv promuove lo sport − La tv accentua la disuguaglianza tra i vari sport − La tv accresce il divario tra sport ricchi e sport poveri − La tv vuota gli stadi − La tv modifica la natura di certi sport − La tv impone gare in orari innaturali − La tv modifica le regole del gioco − La tv altera il comportamento degli atleti − La tv crea nuove competizioni dal nulla − La tv cambia l’informazione sportiva − La tv controlla le società sportive Lo sport è un definito come fenomeno sociale poiché: ▪ Crea legami con turismo e vacanze ▪ Ecologia, vita all’aria aperta ▪ Bisogno di aggregazione sociale ▪ Lotta alla sedentarietà ▪ Voglia di sentirsi in forma ▪ Aumento del tempo libero ▪ Coinvolgimento degli “anziani” GIOVANI E CRITICITÀ NEL MONDO DELLO SPORT Le principali criticità riguardanti i giovani nel mondo dello sport sono: → Alto numero di giovani che assumono sostanze psicotrope → Alto numero di giovani che fa uso di alcool → Ascesa del fenomeno di “disagio digitale”: è ormai acquisito il concetto d’intossicazione digitale → Educazione fisica, ed in genere attività fisica in disuso, sconosciuti e non praticati esercizi e/o movimenti semplici → Percentuale di sovrappeso e/o obesità in forte aumento → Abitudini alimentari senza regole Questo trend riguarda l’obesità in Italia dal 2008 al 2016. Per evitare l’insorgenza di tali situazioni, i compiti della società sportiva sono principalmente: reclutare (non più solo giovani), includere, insegnare e divertire, educare, formare, organizzare, gestire, amministrare e tutelare, comunicare, consolidare (es. l’organizzazione di un corso e i suoi relativi costi riguardano: affitto della struttura, consumi e costi dell’istruttore → costi e controlli di gestione per non incorrere in corsi che comportano una perdita per la società sportiva; nelle grosse polisportive i corsi in perdita vengono coperti dai corsi che danno marginalità) e acquisire risorse. Le percentuali di pratica sportiva “quasi raddoppiano” tra i ragazzi dai 3 ai 24 anni se i loro genitori sono entrambi sportivi, rispetto a chi ha genitori che non praticano sport (83% vs 44%). Perciò 4 figli su 5 praticano sport se i loro genitori sono sportivi. Dunque anche nelle associazioni sportive il cui compito è quello di reclutare, serve anche una propensione e un’apertura da parte dei genitori affinché i loro figli possano e vogliano praticare sport. Il fenomeno della crisi energetica rispecchia il problema che stanno affrontando adesso le società sportive. L’impiantistica sportiva in Italia è vecchia, perciò non possiede una tecnologia aggiornata e questo problema non agevola la situazione, infatti in Italia esistono soltanto una decina di complessi sportivi autonomi (anche se non hanno l’allaccio con gas e corrente elettrica possono andare avanti sia in estate sia in inverno poiché sono dotati di pannelli solari), ossia sono strutture costruite con un sistema di costruzione che favorisce lo scambio caldo-freddo tra estate e inverno. Chiaramente i costi sono elevati e chi li ha costruiti ha fatto una scelta con lungimiranza, non solo per quanto riguarda il risparmio. Per supportare tale incremento del costo della vita non ci sono delle entrate incrementate. Molti impianti vecchi per tecnologie e infissi con vetrate possiedono uno scambiatore e un’unità aria o impianti di riscaldamento e raffrescamento che costano molto. La società sportiva può prendersi a carico una spesa del genere attraverso un piano di ammortamento, ossia la durata di vita utile di un intervento su un impianto (es. spendere un milione di euro sulle tecnologie che producono una riduzione nei costi energetici con caratteristiche, a livello di performance, più adatte rispetto a quelle esistenti, valutando se l’assorbimento del costo in 20 anni è coperto o meno da un effettivo risparmio energetico). VOLONTARI Nel nostro Paese abbiamo una forte presenza di volontariato in diversi ambiti, soprattutto nell’ambito dello sport dilettantistico. Il 56% del totale svolge il proprio impegno come dirigente sportivo nelle società o nella rete territoriale del sistema sportivo. Le strutture della rete locale sono localizzate in tutta la penisola italiana. Essere volontario in un grande evento sportivo è una conquista, un’affermazione personale, un modo per vivere direttamente un avvenimento unico. A Torino 2006 vennero reclutate 25.000 persone, di ogni età, ma oltre 60.000 furono le domande. I volontari nello sport, in Italia, sono circa 1 milione e 35 milioni in UE. Il volontario nello sport viene praticato per i seguenti motivi: ❖ Per l’occasione di scambi interculturali ❖ Perché non si è sportivi solo da atleti ❖ Per fare una grande esperienza personale e professionale ❖ Per il piacere di aiutare le società sportive del territorio ❖ Per non abbandonare il mondo che si è frequentato per anni ❖ Per la passione che si nutre per lo sport In Italia, nei prossimi 4 anni assistiamo a: Ryder Cup, Olimpiadi Milano-Cortina 2026, Gran Premio di moto GP, F1 e Super bike. L’Emilia-Romagna ha una vocazione dello sport che è abbastanza unica e ha preso bene in quest’ondata politica poiché Bonaccini ha mantenuto a sé la delega allo sport per rafforzare il fatto che creda nello sport e questo lo ha dimostrato anche nel periodo della pandemia. Il volontario ha buona volontà, capacità di comprensione e collaborazione e ha spirito d’iniziativa. Alle Olimpiadi di Seul del 1988, in Corea, i volontari venivano reclutati e formati affinché diventassero degli interpreti poiché uno dei costi maggiori degli eventi di grosse dimensioni come le Olimpiadi è il sistema di traduzione. A Seul incise in maniera efficace la presenza e l’organizzazione dei volontari interpreti che ebbe una capacità di gestire l’evento ad un costo praticamente nullo poiché anche i costi dei gadget erano sostenuti dagli sponsor. La lingua ufficiale del CIO è il francese, in onore di Pierre De Coubertin e poiché la sede del CIO è a Losanna, una località della Svizzera francese. Anche i bilanci delle grosse organizzazioni devono quadrare anche perché c’è sempre qualcuno che paga (es. nel 1976 alle Olimpiadi di Montréal pagarono i cittadini del Canada con delle tasse). Delle Olimpiadi di Mosca del 1980 non si hanno praticamente dati di bilancio. I costi degli eventi vengono pagati sempre o dal comitato organizzatore o dallo Stato, in quest’ultimo caso poi i costi vengono riverberati sui cittadini attraverso delle tasse e le leggi di bilancio servono proprio a questo, cioè avere una sostenibilità di una legge che richiede di versare delle imposte in una certa maniera e si costruisce un bilancio in funzione delle entrate, poi nel corso dell’anno tale legge viene rimodulata. La specializzazione nelle manifestazioni sportive è sempre più forte. EVENTI SPORTIVI Gli eventi sportivi hanno una loro rilevanza sia dal punto di vista destrutturato dell’evento sportivo concepito come momento di sport e di aggregazione della pratica e della disciplina sportiva e hanno un momento di culmine attraverso l’agonismo che questi aspetti sportivi hanno attraverso l’organizzazione di eventi di più o meno grandi dimensioni. Spesso assistiamo ad un ampio ventaglio di eventi, con obiettivi e finalità molto diversi fra loro, permettendo alle persone di vivere la manifestazione e anche coloro che vanno a vedere la manifestazione devono avere la possibilità di viverla parallelamente (es. stand presenti in loco). I grandi eventi, anche attraverso la diffusione dei media televisivi, sono caratterizzati da processi di globalizzazione ed internazionalizzazione (es. F1, moto mondiale, manifestazioni calcistiche ad alto livello, Olimpiadi…). Il concetto di “olimpismo” è quasi aulico e lontano dall’inquinamento del fenomeno di natura commerciale rispetto alla coabitazione dell’olimpismo e del fenomeno olimpico con gli aspetti commerciali di comunicazione, marketing, pubblicità e promozione del territorio. Gli eventi olimpici rappresentano una grossa attrazione degli sponsor, ma lo sono anche gli eventi di altre discipline sportive (es. apparire in una squadra di vertice nella F1 ha dei costi enormi per dei momenti limitati). Chi cerca, attraverso questi eventi di avere una veicolazione della propria immagine, lo ricerca nelle maniere più variegate. Il percorso del volontariato punta verso le indispensabili professionalità e assistiamo alle sinergie fra area sport e area extra-sport. La criticità del momento che stanno vivendo le organizzazioni sportive è legata a tanti fattori, tra i quali: gli effetti della pandemia e della crisi energetica. Un’organizzazione sportiva che deve fare i conti con questi 2 aspetti, fatica ad organizzare delle attività (reclutamento) poiché in primis deve avvenire la sostenibilità dei costi. Le organizzazioni sportive tradizionali affrontano un momento molto critico per i seguenti motivi: Calo delle risorse Problemi etici che minacciano l’immagine e la credibilità dello sport (es. razzismo) Caduta dell’investimento pubblico (specie di quello a pioggia) in tutta Europa (le amministrazioni hanno meno disponibilità) Richiesta di qualità del servizio sportivo sia dal punto di vista delle erogazioni del servizio sia a livello visivo (spettatori) Quello che si coglie sempre di più è una ricerca dello spettacolo e della diffusione dell’evento sportivo in maniera sempre più spettacolare (a volte anche in maniera eccessiva) grazie anche alle nuove tecnologie. Gli aspetti per i quali l’organizzazione sportiva deve prendere una propria posizione sono 4: visione, missione, obiettivi e attività. La visione per un’organizzazione sportiva è un traguardo ideale di lungo termine che si riferisce ai valori universali e condivisi (es. partecipazione, vicinanza, comunità, comunicazione, insegnamento di una pratica sportiva…), percepiti dai membri dell’organizzazione. La visione di un’organizzazione è sostanzialmente un fine ultimo utopistico che difficilmente si può realizzare nella sua integrità. L’obiettivo di un’organizzazione sportiva è quello d’instaurare un rapporto con l’amministrazione locale, ossia il Comune, perché nessun Comune ha le capacità di gestire direttamente gli impianti sportivi, ecco perché vengono fatti dei bandi e delle convenzioni con le organizzazioni sportive o con delle associazioni temporanee di organizzazioni sportive. I dipendenti pubblici che gestiscono gli impianti sportivi sono casi rarissimi, ma i dipendenti che gestiscono gli impianti sportivi solitamente provengono dall'associazione che ha in convenzione la gestione di quell’impianto. Mentre la visione “ispira” i soggetti coinvolti, la missione costituisce una guida pratica all’azione dell’organizzazione. Per un’organizzazione sportiva, la missione è il suo obiettivo generale o target. Gli obiettivi e le attività di un’organizzazione sportiva riguardano: I. Un obiettivo costituisce un risultato atteso, riferito ad un preciso periodo temporale II. Fissare gli obiettivi significa definire traguardi di tipo quantitativo e qualitativo, utili a dimensionare l’organizzazione e a orientare la sua strategia Troppe organizzazioni muoiono per l’incapacità di comprendere la sostenibilità dei costi rispetto alle entrare e questo è una ferita perché lo sport è bello che sia fatto, ma deve essere sostenibile. Questa è la ragione per la quale si stanno affermando molti sport destrutturati perché non hanno bisogno di molti costi organizzativi. La matrice che definisce i 4 quadranti riguarda obiettivi: misurabili, temporalmente definiti, raggiungibili e geograficamente dimensionati. Gli obiettivi e la misurabilità degli obiettivi si coniugano con il budget. Il presidente dell’associazione sportiva è colui che si accolla la responsabilità dell’organizzazione sportiva stessa e può essere aggredito anche patrimonialmente dei suoi beni. CIO Il CIO è l’autorità suprema del movimento olimpico, formato dalle organizzazioni degli atleti e da tutte le persone che accettano l’idea di essere guidate dalla Carta Olimpica. La visione del CIO è quella di mettere lo sport al servizio dell’umanità. La missione del CIO è quella di guidare il movimento olimpico nel pieno rispetto della Carta Olimpica. Gli obiettivi del CIO riguardano: 1. Assicurare la regolare celebrazione dei Giochi Olimpici durante i quali ogni atleta individualmente e ogni squadra sono messi a confronto con altri atleti piuttosto che con altre nazioni 2. Garantire il rispetto dei fair-play, la partecipazione delle donne, la tutela della salute e la protezione dell’ambiente, nonché il rispetto dei valori etici 3. Attivarsi contro ogni tipo di discriminazione così come la pratica del doping 4. Opporsi agli abusi politici e commerciali nello sport 5. Incoraggiare la pratica sportiva a tutti i livelli Le attività del CIO sono le seguenti: a) Sviluppare i rapporti organizzativi e finanziari: con i CON, le FSI… b) Gestire gli aspetti commerciali: sfruttamento dei diritti relativi ai Giochi Olimpici, marketing… c) Sviluppare attività di supporto: solidarietà olimpica d) Scegliere la città che sarà sede dei Giochi Olimpici estivi (2024) ed invernali (2026) e) Riconoscimento dei Comitati Olimpici Nazionali e delle Federazioni Sportive Internazionali Le voci di “entrata” dei Giochi Olimpici riguardano: broadcasting (diritti televisivi), corporate sponsorship (sponsor), ticketing (biglietti) e licensing (licenziatari, ossia coloro che possiedono dei diritti di promuovere il loro prodotto abbinandolo all’evento olimpico pagando delle royalty). Sponsorizzare le Olimpiadi è un evento unico e irripetibile, poiché sono poche le volte in cui le Olimpiadi si sono svolte nello stesso Paese e nella stessa città. I Giochi Olimpici sono il più grande evento pacifico del mondo e rappresentano un simbolo unico di cooperazione internazionale. Hanno una cadenza biennale (estivi e invernali) e ci sono sempre 3-4 comitati al lavoro (in questo particolare momento sta lavorando a pieno regime chi organizza e svolge nel 2024 le Olimpiadi di Parigi, chi organizzerà le Olimpiadi di Milano-Cortina, chi organizzerà le olimpiadi del 2026 a Los Angeles e quelli che si candideranno per l’Olimpiade del 2030 a livello invernale, che assegneranno il prossimo anno). I loghi e le mascotte delle Olimpiadi vengono scelte tramite dei concorsi. I Comitati Olimpici Nazionali rappresentano il CIO in ogni nazione ed esiste un solo Comitato Olimpico riconosciuto per ogni Stato. Esistono diverse tipologie di Comitati Olimpici: ci sono quelli che hanno un solo obiettivo ed è quello di preparare gli atleti olimpici (es. comitato inglese), poi ci sono realtà come il CONI che rappresenta cosiddetta “Federazione delle Federazioni”, ossia la struttura apicale di vertice sotto la quale ci sono tutte le federazioni, gli enti di promozione e le discipline associate. I CON utilizzano in esclusiva gli emblemi olimpici e ricevono una quota dei diritti dal CIO. La missione dei CON, secondo quanto stabilito nella Carta Olimpica, è quella di sviluppare e proteggere il movimento olimpico nel proprio Paese conformemente alla Carta Olimpica. Inoltre il CON promuove i principi dell’olimpismo a livello nazionale attraverso lo sviluppo di programmi a favore degli atleti di tutti gli sport. Il pattinaggio a rotelle non è uno sport olimpico, però l’Italia è una delle prime Nazioni al mondo in vetta alle classifiche. FSI Il sistema organizzativo di uno sport come il calcio vede al vertice la FIFA (Federazione Internazionale di Football), seguita dalla UEFA, poi dalla FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) e alla base sono posizionate tutte le società o associazioni sportive affiliate sia professionistiche (società per azioni anche quotate in borsa) sia dilettantistiche. Il termine “Federazioni Sportive Internazionali” identifica quelle organizzazioni responsabili di amministrare e condurre, a livello mondiale, le attività connesse allo svolgimento di una o più discipline sportive. CIO, CON, OCOG (comitati organizzatori) e FSI interagiscono tra loro quando ci sono degli eventi come i campionati del mondo di calcio. Le missioni delle FSI sono le seguenti: ✓ Stabilire i criteri per essere ammessi a partecipare ai Giochi Olimpici in conformità con quanto stabilito dalla Carta Olimpica ✓ Assumersi la responsabilità della gestione tecnica e dell’organizzazione delle gare relative alla propria disciplina (o a più discipline), e delle altre competizioni svolte sotto il patrocinio del CIO ✓ Garantire la necessaria assistenza per lo sviluppo del programma di solidarietà olimpica ✓ Consolidare e rafforzare, in armonia con lo spirito olimpico, le regole concernenti la pratica dei rispettivi sport e assicurarsi che tali regole vengano applicate ✓ Assicurare la diffusione del proprio sport a livello internazionale ✓ Contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla Carta Olimpica e, in particolare, divulgare l’ideale olimpico e l’educazione allo sport Il provvedimento più eclatante, negli ultimi anni, che ha preso il CIO è stato quello di non far concorrere gli alteti russi con la loro bandiera, ma con quella del Comitato Olimpico e non portavano medaglie al medaliere. Il medagliere è una cosa perversa poiché la sua identificazione è qualcosa di ancestrale poiché ognuno decide cosa sia più importante guardare sul medagliere e come decifrarlo, ossia se dare importanza al numero totale di medaglie oppure al numero di ori. Nel medaliere ci sono delle Nazioni che vingono tante medaglie, ma in proprozione pochi ori. Nell’ultima edizione, ossia alle Olimpiadi di Tokyo, l’Italia ha vinto tante medaglie e tanti ori. Le attività che riguardano le FSI sono qui sotto riportate: Redigono i regolamenti per le competizioni e ne controllano l’applicazione Stabiliscono i calendari, il meccanismo e le formule delle gare Organizzano eventi Omologano i risultati Esercitano i poteri disciplinari sugli affiliati Amministrano i fondi federali MODELLO SPORTIVO ITALIANO All’inizio, nel 1894, il barone De Coubertin (come stimolo alla ripresa delle Olimpiadi in età contemporanea) diede vita al CIO (Comitato Olimpico Internazionale). Poi nei primi anni del 1900 assiastiamo ad un incremento di notevoli proprozioni dello sport nel contesto europeo. Infatti furono costituite da 7 a 16 federazioni sportive (dalla fine del 1800 alla Prima Guerra Mondiale). All’ora molti degli sport erano di derivazione dell’arte bellica (es. tiro a segno, atletica, ginnastica e scherma). CONI A livello italiano, nel 1914 nasce il CONI per iniziativa delle federazioni; sorge come soggetto nominato dal diritto privato e il primo obiettivo fu quello di organizzare una delegazione nazionale per i Giochi Olimpici. L’organizzazione CONI fu formalmente costituita con la legge istitutiva del 1942. Gli scopi del CONI sanciti nella legge istitutiva ispirata all’art. 24 delle Regole Olimpiche, sono quelli di incrementare e proteggere l’olimpismo e lo sport dilettantistico; inoltre curare la preparazione degli atleti a campionati e gare internazionali. Nel 1942 il CONI non tenne alcune posizioni rispetto certe leggi razioali che vennero emanate in linea con un comportamento antisemita che l’Italia di all’ora, governata da un regime fascista, adottò, nei confronti di atleti di vertice (es. vennero allontanati dei giocatori dalle loro squadre di calcio). Gli scopi e la natura del CONI secondo la legge istitutiva del 1942 sono: ▪ Approntare mezzi idonei per le Olimpiadi, altre manifestazioni nazionali ed internazionali e lo sport dilettantistico, nonché incoraggiare, controllare e incrementare il patrimonio sportivo nazionale ▪ La legge del 1942 ha qualificato il CONI come soggetto dell’ordinamento sportivo nazionale ed ente fiduciario del CIO gli ha attribuito personalità giuridica, ossia ha ottenuto l’autonomia patrimoniale perfetta (avere una gestione patrimoniale propria) ▪ La natura del CONI nel 1942 rappresenta l’ente di diritto pubblico e l’organismo al quale sono demandate le funzioni di collegamento dell’intero movimento sportivo agonistico ▪ Adesione all’ordinamento sportivo internazionale La maggior parte delle associazioni sportive dilettantistiche non ha personalità giuridica, perciò il presidente di tali associazioni, per eventuali impegni economici, debiti e impegni contrattuali di cui l’associazione e il patrimonio dell’associazione stessa non rispondono, ne risponde il presidente in persona, il quale è definito come “illimitatamente responsabile”. Secondo l’art. 2 della legge 426/42, gli scopi del CONI sono l’organizzazione e il potenziamento dello sport nazionale e l’indirizzzo di esso verso il perfezionamento atletico. Bisogna estendere la propria presenza attraverso il funzionamento di organi territoriali; da qui l’istituzione dei comitati provinciali (passaggio da comitati a delegazioni in concomitanza con l’eliminazione delle province) e regionali (giunta e presidente del CONI). In quanto tali sono dotati di uffici e di personale dipendente del CONI. I comitati regionali e i comitati provinciali rappresentano il CONI nel territorio di competenza e: Cooperano con gli organi centrali per le azioni svolte da questi ultimi nel territorio Curano nel rispetto delle competenze, l’organizzazione e il potenziamento dello sport, nonché la promozione della diffusione della pratica spotiva Il CONI a Roma ha sede presso il Foro Italico e il salone d’onore è intitolato al primo presidente del CONI, ossia Giulio Onesti, l’ideatore dei concorsi pronostici (es. Totocalcio e Superenalotto) riuscendo così a pagare tutto il sistema poiché rispetto al montepremi e giocate effettuate, parte del guadagno era destinato a: tasse (Stato), montepremi per i vincitori della schedina con 12-13 risultati azzeccati. Inoltre molte situazioni da lui generate e favorite, sono ritornate utili anche a noi (es. se oggi lo sport in Italia si basa sul volotariato e ha un’organizzazione basata sul volontario sportivo come figura che costituisce l’anima delle associazioni sportive dilettantistiche, lo si deve anche all’impostazione che diede Giulio Onesti). Sono organi del CONI le 31 federazioni che ne fanno parte. Non può essere riconosciuta più di 1 federazione ed è il Consiglio Nazionale del CONI che delibera l’ammissione e il riconoscimento delle discipline che intendono affiliarsi all’ente. Le federazioni ricevono dal CONI contributi economici, ma godono di autonomia gestionale pur essendo soggette a controlli amministrativi e contabili. Le FSN stabiliscono, con regolamenti interni, approvati dal presidente del CONI le norme tecniche ed amministrative per il loro funzionamento e le modalità di elezione degli organi interni. COMITATO ITALIANO PARAOLIMPICO Il Comitato Italiano Paraolimpico ha la missione di offrire il diritto allo sport quale mezzo di crescita persoanle, recupero di autostima, miglioramento del proprio benessere, e integrazione delle persone disabili nel tessuto sociale attraverso la pratica sportiva. Il Comitato Italiano Paraolimpico permette la gestione delle attività sportive per persone disabili, anche con momenti di agonismo di alto livello, fino alla formazione di rappresentative per i Giochi Paraolimpici, nelle stesse strutture e sedi dei Giochi Olimpici. La storia del Comitato Italiano Paraolimpico è lunga e complessa e ha inizio per la cura dei reduci della Seconda Guerra Mondiale con lesioni midollari. I primi Giochi Paraolimpici a Roma si svolgero nel 1960. Diverse furono le denominazioni della “federazione” che si occupava dello sport per la popolazione disabile. La legge istitutiva del Comitato Italiano Paraolimpico nel 2003, ottiene il riconoscimento di Ente Pubblico nel 2017. È un mondo in continua evoluzione (28 Federazioni Sportive Paraolimpiche, 8 DSA e 13 enti di promozione). La nuova sede di riferimento è localizzata a Tre Fontane a Roma. L’organizzazione sportiva italiana viene modificata sia nella struttura che nelle modalità di gestione. Dal 1942 al 1999, la legge del CONI non è mai stata toccata e la prima volta che è stata modificata attraverso il cosiddetto riordino del CONI fu proprio nel 1999. Melandri è una donna facente parte del governo e con la delega allo sport aveva promosso e promulgato il decreto legisltivo n. 242 del 1999 (Decreto Melandri), poi 5 anni dopo venne promulgato il decreto legilativo n. 15 del 2004 (Decreto Pescante). Pescante oltre ad essere onorevole e deputato della Repubblica, fu uno dei presidenti del CONI, poi divento il sottosegretario allo sport. Successivamente è stata emanata una legge di riassetto del CONI nel 2002 e infine il Decreto Omnibus ha istituito la “CONI Servizi Spa” che oggi non esiste più perché oggi esiste la “Sport e Salute Spa”. DECRETO MELANDRI Le principali innovazioni normative del Decreto Melandri riguardano: − Diretta partecipazione agli organi decisionali di atleti e tecnici − Trasformazione delle Federazioni Sportive in persone giuridiche di diritto privato, cioè le federazioni poterono svolgere un’attività contrattuale diretta (es. la FISI è stata una delle federazioni più prolifere) e possedere un’autonomia patrimoniale − Costituzione del Comitato Nazionale Sport per Tutti (successivamente soppresso) − Adeguamento al decreto legislativo n. 29/1993 in riferimento alla separazione tra organi di gestione e controllo (non possono far parte della giunta nazionale i presidenti delle FSN, gli altri componenti del Comitato Nazionale, nonché i componenti degli organi direttivi delle FSN) L’attuale presidente del CONI è Giovanni Malagò, un dirigente sportivo ed era presidente di una delle società sportive più vecchie e note a Roma (Circolo Aniene). Una vicepresidente è Claudia Giordani, ex atleta di sci medagliata, di circa 70 anni e ancora presidente del CONI della Lombardia. L'altra vicepresidente si chiama Silvia Salis, di circa 35 anni, è un’ex atleta di lancio del martello. Il Consiglio Nazionale è l’organo deliberativo, cioè è colui che decide; mentre la Giunta Nazionale è l’organo che propone. Il presidente del CONI ha la rappresentanza legale dell’ente, anche nell’ambito delle manifestazioni sportive internazionali, svolge i compiti previsti dall’ordinamento sportivo ed esercita le altre attribuzioni previste dal presente decreto dello statuto. Il presidente è individuato tra soggetti tesserati da almeno 2 anni o ex tesserati per identico periodo di FSN. LEGGE DI RIASSETTO Le cause principali del riordino del CONI con la legge 137/2002 sono: ❖ Prevedere che il CONI svolga le attività di prevenzione e repressione del doping “anche d’intesa” con la competente commissione ministeriale ❖ Assumere e promuovere le opportune iniziative contro ogni forma di discriminazione e di violenza nello sport ❖ Necessità di sottolineare il potere di controllo del CONI sulle federazioni stesse, anche in relazione agli aspetti pubblicistici della loro attività e all’utilizzo dei contributi alle stesse destinati DECRETO PESCANTE Gli aspetti peculiari del Decreto Pescante riguardano: o Il CONI diviene la Confederazione delle FSN e delle discipline sportive associate (pari dignità tra federazioni sportive e discipline associate) o Necessità per lo stesso CONI di esercitare un potere di controllo, indirizzo, regolarizzazione e gestione dell’attività sportiva, sia professionistica che dilettantistica o Viene soppresso il Comitato Nazionale dello Sport per Tutti o Rimane immutata la disciplina riguardante la durata degli organi del CONI (4 anni) o Le modifiche che investono il Consiglio Nazionale sono rilevanti: potranno aspirare alla carica di consiglieri non solo gli atleti e i tecnici in rappresentanza delle FSN, ma anche quelli delle DSA e degli enti di promozione sportiva o I presidenti delle FSN ritornano in Giunta CONI di diritto o Equiparazione delle “Discipline Associate” alle federazioni, potendo le prime attivare anche settori professionistici (Legge 91/81) o La Giunta Nazionale mantenendo le funzioni d’indirizzo esecuzione e controllo dell’attività amministrativa del CONI, esercita anche il controllo sulle FSN e DSA e tramite queste sulle “articolazioni interne all’organizzazione” CONSIGLIO NAZIONALE Il Consiglio Nazionale: ✓ Adotta lo Statuto, le revisioni o modifiche statutarie, da sottoporre all’approvazione del Ministro Vigilante e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, e gli altri atti normativi di competenza, nonché i relativi atti d’indirizzo interpretativo e applicativo ✓ Elegge il presidente e i componenti della Giunta Nazionale ✓ Stabilisce i principi fondamentali ai quali devono unirsi, allo scopo di ottenere il riconoscimento ai fini sportivi, gli statuti delle FSN, delle DSA, degli enti di promozione sportiva, delle associazioni benemerite, delle associazioni e società sportive ✓ Delibera in ordine ai provvedimenti di riconoscimento, ai fini sportivi, delle FSN, delle DSA, degli enti di promozione sportiva, delle associazioni benemerite ✓ Stabilisce i criteri per la distinzione dell’attività sportiva dilettantistica o comunque non professionistica da quella professionistica ✓ Stabilisce i criteri e le modalità per l’esercizio dei controlli del CONI sulle FSN, sulle DSA e, per gli ambiti sportivi, sugli enti di promozione sportiva riconosciuti ✓ Stabilisce, allo scopo di garantire il regolare svolgimento dei campionati sportivi, i criteri e le modalità di controlli da parte delle federazioni sulle società sportive di cui all’art. 12 della ledde del 23 marzo 1981, n. 91, e del controllo sostitutivo del CONI in caso di verificata inadeguatezza dei controlli da parte delle FSN ✓ Approva gli indirizzi generali sull’attività dell’ente, il bilancio preventivo e il bilancio consuntivo; ratifica le delibere della Giunta Nazionale relative alle variazioni di bilancio ✓ Delibera su proposta della Giunta Nazionale il commissariamento delle FSN e delle DSA, in caso di gravi irregolarità nella gestione o di gravi violazioni dell’ordinamento sportivo da parte degli organi direttivi, ovvero in caso di constatata impossibilità di funzionamento dei medesimi, o nel caso che non siano garantiti il regolare avvio e svolgimento delle competizioni sportive nazionali ✓ Esprime parere sulle questioni ad esso sottoposte dalla Giunta Nazionale ✓ Delibera, con facoltà di delega alle FSN, o alle DSA, o agli enti di promozione sprtiva, in ordine ai provvedimenti di riconoscimento ai fini sprotivi delle società ed associazioni sportive ✓ Stabilisce i criteri generali in ordine alla regolamentazione del vincolo sportivo per gli atleti non professionisti e al tesseramento degli atleti di provenienza estera ✓ Istituisce il giudice di ultima istanza in materia di diping, di cui all’art.13, e ne regolamenta i compiti e il funzionamento ✓ Delibera, su proposta della Giunta Nazionale, il regolamento della Camera di conciliazione e arbitrato per lo sport, di cui all’art.12, nonché la costituzione di un elenco di esperti in materia giuridico-sportiva, non superiore a 30 unità, i quali svolgono anche le funzioni di conciliatori e di arbitri a disposizione della Camera stessa ✓ Può nominare quale presidente onorario una persona che si sia particolarmente distinta nel mondo dello sport, tenendo conto delle modalità e dei criteri determinati dal Consiglio Nazionale stesso in armonia con le disposizioni del CIO sulla composizione dei Comitati Nazionali Olimpici ✓ Delibera, tenendo conto delle eventuali proposte della Conferenza Nazionale dell’organizzazione territoriale, il regolamento dell’organizzazione territoriale da sottoporre all’apporvazione del Ministero competente, ai sensi dell’art.1, comma 3, della legge del 31 gennaio 1992, n.138 ✓ Delibera su proposta della Giunta Nazionale il regolamento di amministrazione e contabilità del CONI ✓ Delibera su proposta della Giunta Nazionale, i principi e i criteri cui le FSN e le DSA devono attenersi per la formulazione del regolamento di contabilità GIUNTA NAZIONALE La Giunta Nazionale del CONI è un organo più ristretto e con meno partecipanti rispetto al Consiglio Nazionale. I presidenti delle FSN sono nominati all’interno delle FSN stesse e automaticamente fanno parte del Consiglio Nazionale, poi per far parte della Giunta Nazionale bisogna essere eletti, cioè l’elezione del presidente prevede anche la composizione della Giunta, dunque nella giunta entrano a far parte un numero limitato dei presidenti nazionali. La Giunta Nazionale è l’organo d’indirizzo, esecuzione e controllo dell’attività amministrativa del CONI; esercita il controllo sulle FSN e DSA e, attraverso queste, sulle loro articolazioni interne e sugli enti di promozione sportiva. La Giunta Nazionale: Propone al Consiglio Nazionale, il commissariamento delle FSN o delle DSA, in caso di gravi irregolarità nella gestione o di gravi violazioni dell’ordinamento sportivo da parte degli organi direttivi Esercita i poteri di controllo sull’organzzazione generale dei servizi e degli uffici dell’ente Delibera la proposta di bilancio preventivo e il bilancio consuntivo da sottoporre all’approvazione del Consiglio Nazionale, e approva le variazioni di bilancio da sottoporre alla ratifica del Consiglio Nazionale Le variazioni di bilancio riguardano le variazioni che ci sono in maggiori uscite o entrate rispetto al budget del bilancio preventivo che viene apporvato per un anno e queste devono essere vagliate e approvate dalla Giunta Nazionale. Il potere di controllo sulle FSN, sulle DSA e sugli enti di promozione sportiva riconosciuti in merito al regolare svolgimento delle competizioni, alla preparazione olimpica, all’attività sportiva di alto livello ed all’utilizzo dei contributi finanziari Il Governo stabilisce, attraverso una legge di bilancio, i fondi destinati allo sport. Nel nuovo governo è presente una specifica delega allo sport assegnata ad Andrea Abodi, un manager e politico individuato per un Ministero. Abodi ha una storia sportiva notevole come dirigente sportivo ed è il presidente della banca del CONI, ossia l’istituto per il credito sportivo, (partecipata per buona parte dello Stato) che presta il denaro alle realtà sportive private o pubbliche che decidono di costruire, mantenere e ampliare un impianto sportivo e il denaro prestato da questa banca è finalizzato a tali scopi. PRESIDENTE DEL CONI Il presidente del CONI è eletto tra tesserati o ex tesserati alle FSN o alle DSA per almeno 4 anni in possesso di uno dei seguenti requisiti: Aver ricoperto la carica di presidente o vice presidente di una FSN o di una DSA o di un membro della Giunta Nazionale del CONI o di una struttura territoriale del CONI Essere stato atleta chiamato a far parte di rappresentative nazionali Essere stato dirigente insiginito dal CONI delle onorificenze del Collare o della Stella d’oro al merito sportivo Il presidente del CONI è eletto dal Consiglio Nazionale ed è nominato con un decreto del Presidente della Repubblica. La carica di presidente è incompatibile con altre cariche sportive in seno alle FSN e alle DSA. COLLEGIO REVISORI DEI CONI Il Collegio Revisori dei Conti è costituito da persone che di fatto controllano e revisionano che la gestione amministrativa e bilancistica di un ente, in questo caso il CONI, sia regolare. Il Collegio Revisori dei Conti è nominato ogni 4 anni dal Ministero vigilante (Ministero dell’Economia e delle Finanze), nell’ambito di soggetti iscritti nell’albo dei Revisori dei Conti tenuto presso il Ministero (devono essere tendenziamente commercialisti, ma possono anche essere degli avvocati che hanno maturato i requisiti per essere Revisori dei Conti). Il Collegio Revisori dei Conti è composto da 5 mebri più 2 supplenti (normalmente i collegi sindacali sono composti da 3 membri più 2 supplenti): 1 in rappresentanza del Ministero vigilante, 1 in rappresentanza del Ministero dell’Economia e 3 designati dall’ente. Il Collegio Revisori dei Conti controlla l’attività amministrativa e gestionale e il bilancio del CONI. SPORT E SALUTE SPA Le azioni di “Sport e Salute Spa” (Spa → Società per azioni) sono detenute dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è dunque; mentre il CONI è un ente che non ha una partecipazione di capitale. “Sport e Salute Spa” è una nuova realtà del sistema sportivo nazionale definita nell’ambito della legge del 30 dicembre 2018. “Sport e Salute Spa” nasce dalle ceneri della società denominata “CONI e Servizi Spa”, dove il nome CONI era un’identità che poteva trarre in inganno. Il nome della società è “Sport e Salute Spa” e lo statuto è stato apporvato in data 16 gennaio 2019. La società per azioni è costituita in forza dell’art. 8 del decreto legge dell’8 luglio 2002 n.138, convertito con la legge dell’8 agosto 2002 n.178 e modificata ai sensi del comma 629 e seguiti, art. 1 della legge del 30 dicembre 2018 n.145. La denominazione è indicativa sugli obiettivi che sono rivolti alla pratica sportiva in base ed alla valorizzazione degli stili di vita sani. “Sport e Salute Spa”, attraverso le scuole, sta cercando di proporre diverse iniziative con lo scopo di entrare nel mondo scolastico. In quest’anno ha favorito la diffusione dell’ora di educazione fisica nella quinta elementare e fa ciò che il CONI ha sempre cercato di fare, infatti il CONI ha sempre avuto una tendenza storica nell’affermare che i bambini debbano fare molta più attività sportiva. “Sport e Salute Spa” gestisce le risorse finanziarie, mentre il CONI dipende dall’assegnazione dei contributi annuali attraverso la legge di bilancio. “Sport e Salute Spa” è un’azienda pubblica italiana che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia, producendo e fornendo servizi di carattere generale. Il suo azionista unico è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, del quale è una società in-house con sede nel palazzo H del Foro Italico di Roma. L’organigramma di “Sport e Salute Spa” è la seguente: → Presidente/AD (Amministratore Delegato): nominato da Autorità di Governo competente in materia di sport → Vito Cozzoli (ex funzionario pubblico e avvocato in forza da alcuni anni) → Membro CdA (Consiglio d’amministrazione): nomina del Ministero della Salute → Francesco Landi → Menbro CdA: nomina del Ministero dell’Istruzione → Simona Vittoriana Cassarà → Menbro CdA: aggiunto → Carlo Leonardo Mornati (proviene dal mondo dello sport) Gli scopi di questa società sono sinergici ad un’attività portata avanti sia dal Ministero dell’Istruzione (sport nelle scuole) sia dal Ministero della Salute (attività motoria e sportiva funzionale allo stile di vita, al vivere bene e alla qualità della vita). Le strutture e le risorse umane sono le stesse della “CONI e Servizi Spa”. Nel 2002 nacque la società chiamata “CONI e Servizi Spa” che aveva sostanzialmente lo scopo di diventare il soggetto pagatore, ossia colui che aveva in carico tutti i dipendenti che lavoravano per la struttura del CONI e aveva delle entrate che in parte erano pubbliche e in parte riguardavano tutte le strutture che il CONI aveva di proprietà, comprese le sedi del Totocalcio (concorso pronostici), basato sulla giocata della schedina che aveva una matrice che doveva essere raccolta e fisicamente venivano gestite per capire quali fossero le schedine vincenti e quali fossero quelle perdenti (un tempo le partite di calcio venivano giocate tutte di domenica). Le risorse di “Sport e Salute Spa” da bilancio dello Stato riguardano: il 32% delle entrate fiscali derivanti dallo sport → minimo 408 milioni all’anno; e sono provenienti da concorsi pronostici sportivi (es. Totocalcio) suddivisi in: o CONI ente: 40 milioni all’anno per la preparazione olimpica, la giustizia sportiva ed altro o FSN, DSA ed enti di promozione sportiva: 280 milioni all’anno o Altre attività: gestione e funzionamento di strutture, antidoping, Scuola dello Sport, Istituto di Medicina dello Sport, territorio, promozione sportiva, eventi sportivi… “Sport e Salute Spa” durante il periodo del Covid-19 ha stabilito di assegnare delle indennità a tutti coloro che non hanno potuto svolgere la loro professione perché erano state chiuse diverse strutture sportive, dunque ha erogato risorse a coloro che facevano domanda dando anche più soldi di quelli che qualcuno percepiva durante il periodo in cui non era presente il Covid-19. “Sport e Salute Spa”, negli ultimi anni, sta cercando di fare delle iniziative di natura popolare con la più ampia risonanza possibile, soprattutto in ambito scolastico (es. ha partecipato alla settimana europea dello sport; ha stilato un protocollo per l’attività di: ciclismo, corsa e allenamenti in casa durante il periodo del Covid-19; ha fatto iniziative di annunciazione di contributi al mondo dello sport anche durante eventi sportivi di un certo livello…). “Sport e Salute Spa” ha acquisito tutti i beni immobili di proprietà del CONI. Lo sport contribuisce al PIL italiano e in generale, con l’attività sportiva, si contribuisce alla risalita del PIL. Negli ultimi mesi e settimane stiamo assistendo ad una rettifica di ciò che è il PIL e la crescita in Italia poiché le stime della crescita in Italia erano molto elevate nel periodo post Covid-19, ma questa crescita si potrebbe fermare visto l’ammontare delle bollette energetiche e il costo delle materie prime poiché nella colonna dei costi manca il sostentamento dei ricavi. Una delle caratteristiche di “Sport e Salute Spa” è quella di andare nelle municipalità, nei comuni e nelle province italiane, organizzare all’interno dei parchi (specie se sono zone con interesse di valorizzazione della municipalità) o zone che non sono tendenzialmente frequentate da bambini o che non hanno un’attività sportiva e del tempo libero, sono adattati per effettuare queste iniziative della durata di una giornata, con lo scopo di “Sport e Salute Spa” di farsi conoscere e al Comune di dire alla collettività che quella particolare area può accogliere e cercare di favorire l’attività all’aria aperta sgomberando il campo da attività delinquienziali o di una frequentanzione non buona di tali aree. TIPOLOGIE DI IMPRESE SPORTIVE E SOCIETÀ PROFESSIONISTICHE Gli organismi sportivi italiani sono rappresentati da: A. Federazioni Sportive Nazionali (FSN) B. Discipline Sportive Associate (DSA) C. Enti di Promozione Sportiva (EPS) D. Associazioni Benemerite E. Corpi Militiari e Civili FEDERAZIONI SPORTIVE NAZIONALI La FSN, a seguito della riforma Pescante, è confermata dalla legge 137/2002 la natura di associazioni sportive con personalità giuridica di diritto privato, infatti da oltre 20 anni hanno la possibilità di essere un soggetto giuridico che svolge un’attività d’interesse economico proprio (es. stipula di accordi promo-pubblicitari). Riconosce, ai fini sportivi le FSN e le DSA. I bilanci delle FSN e delle DSA sono approvati annualmente dagll’organo esecutivo. Ogni organismo e FSN possiede un bilancio che si basa su entrate ed uscite con l’obiettivo che gli impegni di spesa siano coperti dagli impegni di entrata. Un soggetto privato può permettersi di effettuare debiti con le banche, ma una FSN tendenzialmente no, perciò dove non arriva con le risorse che possiede o che le vengono distribuite o che acquisisce con contratti, non può fare. Questa è la ragione per la quale ci fu un momento in cui, alcune FSN, al termine della stagione sportiva, misero a casa tutti i tecnici e gli allenatori, ossia perché non erano in grado di poter preventivare un budget di entrate da poter firmare degli accordi di lavoro con tali soggetti, perciò non è possibile che tale FSN possa effettuare una programmazione anche perché se viene stipulato un accordo con un allenatore o istruttore e non si è in grado di rispettare tale accordo, l’allenatore, che fa i suoi interessi, ingiunge al soggetto di cui è dipendente di adempire ai suoi obblighi (causa di lavoro). Il bilancio delle FSN deve avere la tendenza ad essere sostenibile e in pareggio, non ci possono essere più uscite rispetto alle entrate, e l’approvazione del bilancio viene effettuta dall’organo esecutivo (Consigilio Nazionale della FSN). Una delle ragioni del commissariamento riguarda il fatto che le FSN che vengono commissariate possiedono una sorta di rottura interna nel Consiglio Nazionale che non approvi il bilancio. L’approvazione di un bilancio è condizione essenziale per poter avere i conti chiari e in regola per affrontare l’attività agonistica, quindi la conseguenza di tutto ciò è che la mancata approvazione del bilancio comporta il fatto di non essere in grado di sapere come potrà essere gestita l’attività e quindi la Giunta esecutiva del CONI che ha il ruolo di sovrintendere a tali situazioni limite, di commissariare la FSN poiché evidentmente la non approvazione del bilancio impone al CONI di avere un ruolo proattivo e d’insierire all’interno della FSN una funzione straordinaria che è quella del commissario. Solo nel caso di non approvazione da parte della Giunta Nazionale o del Collegio dei Revisori dei Conti, dovrà essere convocata l’assemblea dell’ente di formazione e l’eventuale conferma del bilancio consuntivo porta ad un’approvazione definitiva dello stesso. I bilanci vengono normalmente approvati entro 4-6 mesi dalla chiusura. La convocazione assembleare avverà in sostanza ogni 4 anni perché con la scadenza del quadriennio olimpico, si procede alla votazione degli organi elettivi e dell’approvazione del bilancio programmatico (bilancio che riguarda solitamente i 4 anni di mandato per evidenziare entrate e uscite di ognuno dei 4 anni). Il bilancio programmatico di una FSN risente di variabili che non sono molto preventivabili (es. costi energetici e ciò che si trascina dietro per diretta conseguenza). Il fatto che da qui a 12 mesi ci sarà un incremento di tutti i costi, non solo della bolletta della luce e del gas, ma di tutto ciò che comporta alla filiera per la produzione di materie prime e alimenti e dare servizi. Questa è la ragione per cui il costo della vita, misurato dall’inflazione, è aumentato dall’1-1,5% all’inizio dell’anno, fino al 10% di adesso. Principi generali I principi generali degli statuti delle FSN e delle DSA sono i seguenti: ▪ Devono essere redatti conformemente alle norme contenute nello statuto del CONI ▪ Devon indicare l’organismo internazionale (CIO, Federazione Internazionale) al quale aderiscono ▪ Devono espressamente prevedere l’adesione incondizionata al Regolamento Antidoping del CONI La struttura dell’organigramma e degli organi presenti all’interno delle FSN riguardano: Assemblea Federale, funzione del Presidente e del Consiglio Federale, Consiglio di Presidenza (un organo ristretto) e Collegio dei Revisori dei Conti. DISICPLINE SPORTIVE ASSOCIATE CORPI MILITARI E CIVILI LEGHE PROFESSIONISTICHE Alcuni sport del panorama italiano sono anche sport professionistici e tra le più note troviamo la Lega Calcio e la Lega Basket (livello professionistico → solo serie A1) che curano e associano le società professionistiche di basket. La Lega ha gli scopi di coordinare, indirizzare e sviluppare l’attività sportiva delle società, di programmare, gestire e promuovere i campionati e gli eventi da essa organizzati, in conformità dello Statuto della FSN e svolge tutte le attività utili a perseguire tali scopi. “La Lega aderisce alla FSN rispettandone lo statuto e i regolamenti, e intrattiene con essa e con le altre leghe ad essa aderenti rapporti di leale collaborazione al fine di promuovere e sostenere lo sport della … in Italia, salvaguardando la propria autonoma associativa così come previsto dall’art. … dello Statuto federale”. La legge del 21 maggio 2004 riguarda la “centralità del CONI” con riferimento all’art. 90 della legge 289/02: “Solo le società od ASD riconosciute dal CONI godranno delle agevolazioni fiscali della legge 90/2002”. Il CONI, o meglio la presidenza del Consiglio dei Ministri, dovrà annualmente trasmettere, all’Agenzia delle Entrate, l’elenco delle Società ed ASD riconosciute ai fini sportivi. Il mancato riconoscimento ai fini sportivi significa che l’associazione non è un’associazione sportiva, quindi è una semplice associazione (es. non può dire che la società o l’associazione ha un fine di lucro, gli utili non possono essere distribuiti). L’aspetto formale dello statuto è fondamentale e le ASD contano molto sulle agevolazioni fiscale del mondo dello sport dilettantistico (es. rapporti con i soci, entrate defiscalizzate), ma senza riconoscimento ai fini sportivi non ci sarà nulla di defiscalizzato. Il Registro delle Società Sportive è tenuto presso la presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ufficio Sport. ASD Il mondo dello sport dilettantistico è certamente numericamente più elevato, in Italia, cioè dal punto di vista del volume di natura economica spostano molto di più le società professionistiche, ma a livello numerico il rapporto è incredibilmente più rilevante delle prime (società dilettantistiche) rispetto alle seconde (società professionistiche). Le società professionistiche sono solo quelle che risultano affiliate a federazioni che operano la distinzione tra attività professionistica e dilettantistica ed, inoltre, stipulano contratti con atleti professionisti. Un atleta professionista non può stipulare contratti con associazioni sportive dilettantistiche. L’art. 18 della legge 90/02 delle ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche) riguarda delle modifiche introdotte dalla legge 128/04. Le società e le associazioni sportive dilettantistiche si costituiscono con un atto scritto nel quale deve, tra l’altro, essere indicata la sede legale. Nello statuto (ossatura di un’associazione) devono essere espressamente previste le seguenti clausule obbligatorie: a) La denominazione: deve essere chiaro in nome dell’associazione con l’acronimo b) L’oggetto sociale con riferimento all’organizzazione di attività sportive dilettantistiche, compresa l’attività didattica c) L’attribuzione della rappresentanza legale dell’associazione: al presidente dell’associazione viene attribuita la rappresentanza, cioè è colui che rappresenta l’associazione di fronte ai terzi (es. firma i contratti e gli adempimenti verso il fisco, risponde a giudizio qualora l’associazione fosse chiamata davanti al giudice a seguito di particolari comportamenti dei suoi atleti…) d) L’assenza di fini di lucro e la previsione che i provenienti dell’attività non possono, in nessun caso, essere divisi fra gli associati, anche in forme indirette e) Le norme sull’ordinamento interno ispirato a principi di democrazia e di uguaglianza dei diritti di tutti gli associati, con la previsione dell’elettività delle cariche sociali, fatte salve le SSD che assumono la forma di società di capitali o cooperative per le quali si applicano le disposizioni del codice civile: nel principio democratico vale il concetto di “1 testa 1 voto”, quindi nell’assemblea dei soci si decide secondo il numero di teste (ASD → Associazione Sportiva Dilettantistica); nel principio capitalistico, i soci decidono in funzione al capitale che possiedono, quindi in base al numero di quate possedute (SSD → Società Sportiva Dilettantistica). f) L’obbligo di redazione di rendiconti economico-finanziari (es. bilanci), nonché le modalità di apporvazione degli stessi da parte degli organi statutari: l’associazione predispone dei bilanci che devono essere approvati dai soci alla fine di ogni esercizio (31 dicembre). Molte società sportive chiudono il bilancio il 30 giugno in concomitanza della chiusura dell’attività sportiva per poi riprendere i primi giorni di settembre, oppure il 31 agosto se vengono fatti rientrare anche eventuali campi estivi solari. La contabilità è l’insieme di tutte le rilevazioni contabili, quindi della vita contabile di qualunque entità, quindi i fatti contabili di gestione registratri dalla contabilità e poi alla fine dell’esercizio si chiudono i conti e si determina il bilancio. g) Le modalità di sciglimento dell’associazione: le associazioni non sono eterne, ma possono decidere di chiudere (molte associazioni non mancherebbero di iscritti, ma mancano di volontari) e lo scioglimento viene deliberato da una certa percenutale (abbastanza elevata) dei soci da determinare un numero rappresentativo. h) L’obbligo di devoluzione ai fini sportivi del patrimonio, in caso di sciglimento delle società e delle associazioni: se un’associaziona cessa, ciò che residua (es. denaro, attrezzature, titoli sportivi…) deve essere devoluto a fini sportivi (concetto di mutualità) Nell’art. 18-bis si legge: “È fatto vietato agli amministratori delle società e delle ASD di ricoprire la medesima carica in altre società o ASD nell’ambito della medesima FSN o DSA se riconosciuto dal CONI , ovvero nell’ambito della medesima disciplina facente capo ad un EPS”. ENTI DI PROMOZIONE SPORTIVA Gli Enti di Promozione Sportiva (EPS) nascono nel secondo dopoguerra come espressione di movimenti politici, per dare un contributo determinante affinchè lo sport venisse svolto da tutti i cittandini quale diritto da poter esercitare sia con finalità di carattere sociale (non solo agonistico) sia con uno scopo promozionale e propagandistico. Sono 3 milioni gli sportivi che praticano attività nell’ambito delle FSN su un totale di circa 16 milioni di praticanti costanti (fonte Istat). La percentuale in Italia di sportivi è più bassa (28%) rispetto alla media europea. Sono 80.000 le società affiliate alle FSN e 25.000 quelle affiliate agli EPS. Sono 56.000 circa le associazioni censite facenti parte del Terzo Settore, 13 sono gli EPS, 800.000 i volontari che in media offrono il proprio contributo volontario e 6.600.000 tesserati iscritti agli EPS (dati di giugno 2003). Gli EPS sono associazioni di II livello riconosciute dal CONI e sono organismi sportivi con prevalenti finalità sociali e culturali. Queste ultime realizzano scopi e finalità promozionali e propagandistiche attraverso le proprie sedi territoriali. Svolgono le proprie funzioni nel rispetto dei principi, delle competenze del CONI, delle FSN e delle DSA. Gli EPS garantiscono inoltre i principi di democrazia interna e di pari opportunità. Le risorse economiche degli EPS riguardano: Contributi dal CONI Quote associative di società e ASD o di singoli atleti Contributi da privati (es. donazioni, lasciti…) o da aziende private Contributi di enti pubblici, enti non territoriali o sovranazionali Le attività esercitate dagli EPS riguardano: ❖ Articolazioni: circoli, associazioni sportive, centri polivalenti affiliati ❖ Per perseguire i propri scopi promuovono ed organizzano attività di assistenza, di sostegno alle persone svantaggiate e alle altre forme di disagio, in proprio o attraverso collaborazioni con soggetti pubblici o privati ❖ Inoltre organizza, tra le varie attività, corsi nei campi: formazione professionale, aggiornmento e formzione degli inseganti e dei tecnici, attività ricreative e turistiche, culturali, ludiche e sociali DECRETI DI RIFORMA DELLO SPORT Ogni qualvolta che si parla di riforma, lo schema di partenza è comune a tutte (es. la riforma del Terzo Settore riguarda tutte le associazioni che fanno parte del mondo del NO profit). Per arrivare alla costituzione di una riforma bisogna prima passare attraverso l’esecuzione di diverse consultazioni, perciò nell’ambito dello sport molti operatori hanno posto l’attenzione su alcuni temi perché c’era bisogno di affrontare, normare e modificare diversi ambiti dello sport. Come tutte le riforme e leggi accontenta alcuni e non altri anche perché generalmente le riforme apportano dei cambiamenti pressochè radicali, ciò che vanno ad affrontare. Il legislatore parte dalla legge delega, la quale definisce l’ossatura e lo sviluppo della riforma stessa. Una legge diviene tale quando viene pubblicata sulla Costituzione Italiana. In attuazione della legge delega n. 86/2019 finalizzata al generale riordino e riforma della normativa relativa al settore sportivo, è stato approvato (allo scadere del termine di validità della delega) un grappolo di 5 decreti legislativi: 1. D. Lgs. 36/2021: riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché in materia di lavoro sportivo. Questo decreto è oggetto di discussione, analisi e preoccupazione cambiano le soglie, la granchigia dell’esenzione da imposizione fiscale... perciò abbraccia anche l’ambito del lavoro sportivo 2. D. Lgs. 37/2021: in materia di rapporti di rappresentanza degli atleti e delle società sportive e di accesso ed esercizio della professione di agente sportivo. Codesto decreto è più legato all’attenzione di tutti coloro che seguono il mondo dello sport professionistico e sanno che ruolo hanno gli agenti sportivi (ci sono agensti sportivi che hanno un potere economico notevolissimo perché trattano l’attività e negoziano i contratti di sportivi professionisti di altissimo valore). 3. D. Lgs. 38/2021: misure in materia di riordino e riforma delle norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi e della normativa in materia di ammoderamento o costruzione di impianti sportivi. Quando venne emanato questo decreto, non si parlava ancora di problematiche energetica di pertinenza degli impianti sportivi perché non c’era ancora un’impennata clamorosa dei costi delle materie prime e tale decreto ha, fra i suoi obiettivi, quello di mettere mano e dare agevolazioni per poter ristruttuare, migliorare, efficientare e ammodernare degli impianti sportivi. 4. D. Lgs. 39/2021: semplificazione di adempimenti relativi agli organismi sportivi. Tale decreto prevede l’introduzione del Registro delle Società e Associazioni Sportive tenuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’ufficio Sport, con lo scopo di attribuire il riconoscimento sportivo. 5. D. Lgs. 40/2021: misure in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali. Tutti i decreti seguono una numerazione prograssiva che comincia dall’1 gennaio e arriva fino al 31 dicembre e poi si ricomincia. I decreti legislativi costituiscono lo sviluppo della legge delega, mentre i decreti attuativi sono coloro che attuano i decreti legislativi, cioè rappresentano le istruzioni di come bisogna applicare una determinata norma. L’art. 10 del D. Lgs. 36/21 riguarda il riconoscimento ai fini sportivi. Le associazioni e le SSD sono riconosciute, ai fini sportivi, dalle FSN, dalle DSA e dagli EPS. La certificazione dell’effettiva natura dilettantistica dell’attività svolta, ai fini delle norme che l’ordinamento ricollega a tale qualifica, avviene, mediante l’iscrizione del Registro Nazionale delle ASD, tenuto dal Dipartimento per lo Sport, il quale trasmette annualmente al Ministro dell’Economia e delle Finanze e di conseguenza all’Agenzia delle Entrate, l’elenco delle società e delle associazioni sportive ivi iscritte. Il Dipartimento per lo Sport, avvalendosi della società “Sport e Salute Spa”, esercita le funzioni ispettive, al fine di verificare il rispetto delle disposizioni del presente Capo. Questa norma è entrata in vigore dall’1 gennaio 2022, ma sarà operativa dal prossimo anno, perciò nel 2023. La prima grande novità è che la Riforma dello Sport sottrae la competenza del riconoscimento ai fini sportivi delle realtà sportive dilettantistiche al CONI, attribuendola: o Alle FSN, DSA ed EPS, cui spetta il ruolo di soggetti che effettuano il riconoscimenti ai fini sportivi o Al Dipartimento per lo Sport, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che detiene anche il nuovo Registro Nazionale delle ASD, l’iscrizione, la quale certifica l’effettiva natura sportiva dilettantistica dell’attività svolta da ASD e SSD, ai fini delle norme che l’ordinamento sportivo ricollega a questa qualifica Il decreto 39/21 che istituisce e disciplina compiutamente il nuovo Registro, entrerà però in vigore dal 31/08/2022, e prevede espressamente che venga adottato un provvedimento del Dipartimento dello Sport per il suo effettivo funzionamento (ex art. 11, D. Lgs. 39/2021). In ragione di ciò, la piena operatività del nuovo Registro non potrà che avvenire presumiblimente nel 2023. Sarà necessario che venga individuata una regolamentazione dettagliata per il periodo transitorio che si verrà a creare, per evitare confusione tra gli entri e, presumibilmente, si ritine che il riconoscimento avverrà ancora per la prossima stagione sportiva da parte del CONI. Avere personalità giuridica significa acquisire l’autonomia patrimoniale perfetta, ossia permette al presidente di non rischiare l’aggressione al suo patrimonio personale. Riguardo le modalità per ottenere il riconoscimento ai fini sportivi, l’art. 10 del D. Lgs. 36/2021 non dispone nulla; pertanto ad oggi ai fini del riconoscimento da parte degli enti a ciò deputati valgono e varranno le norme interne di ciascuna FSN, DSA o EPS tuttora vigenti. Avendo il CONI perso ogni potestà, il riconoscimento sportivo delle realtà dilettantistiche e delle attività dalle stesse svolte, il vero interrogativo riguarda la validità ai fini del riconoscimento della Delibera del Consiglio Nazionale del CONI n.1568 del 14 febbraio 2017 (elenco discipline sportive ammesse al riconoscimento). Per ottenere il riconoscimento sportivo per le attività sinora escluse sarà necessaria la compatibilità con la definizione di sport presente nell’art. 2 D. Lgs. 36/2021. Una volta ottenuto il riconoscimento da parte dell’organo affiliante, si potrà procedere all’iscrizione del nuovo Registro Nazionale delle ASD. L'art. 4 riguarda l’istituzione del Registro Nazionale della ASD e l’art. 5 riguarda la struttura del Registro stesso e sono norme in vigore dal 31 agosto 2022. Presso il Dipartimento per lo Sport è istituito, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato, il Registro Nazionale delle ASD. L’iscrizione nel Registro certifica la natura dilettantistica di società e associazioni sportive, per tutti gli effetti che l’ordinamento ricollega a tale qualifica. La fonte normativa costituisce il rango primario e non più un atto amministrativo interno del CONI, dunque possiede: - Valenza costitutiva dell’iscrizione nel Registro (in analogia al RUNTS) e certificazione della natura con valenza esterna - Valenza dichiarativa delle notizie e informazioni contenute come pubblicità legale Le ASD non sono comprese nella riforma del Terzo Settore, ma lo sport dilettantisco è compreso come attività d’interesse generale del mondo del Terzo Settore, cioè tale riforma ha escluso le ASD perché il mondo del no profit, in Italia, smuove una marea di persone. Ci sono molte ASD che erano anche Associazioni di Promozione Sociale, infatti generalmente la somministrazione di cibi e bevande può essere fatta nei confronti di soci e associati sempre che non ci sia un gestore esterno che come lavoro fa il ristoratore. Tali ASD, prima della riforma, avevano anche la natura di Associazioni di Promozione Sociale poiché ottenevano la cosidetta lincenza per l’esercizio dell’attività, ossia la licenza circolistica. La domanda d’iscrizione è inviata al Dipartimento per lo Sport, su richiesta delle associazioni e SSD, dalla FSN, DSA e EPS affiliante. Alla domanda è allegata la documentazione (fortemente ridotta rispetto alla prima versione della norma) attestante: I. Regione sociale o denominazione, natura giuridica, codice fiscale ed eventuale partita IVA dell’ASD o SSD II. Sede legale e recapiti III. Dato dello statuto vigente IV. Dichiarazione contenente l’indicazione dell’oggetto sociale e le attività sportive, didattiche e formative V. Dichiarazione relativa alla composizione e durata dell’organo amministrativo, nonché generalità del rappresentante legale e amministratori VI. Dati dei tesserati Entro il 31 gennaio dell’anno successivo deve essere trasmessa una dichiarazione telematica nel caso di aggiornamento dei dati necessari per l’iscrizione, per l’aggiornamento degli amministratori in carica e ogni altra modifica intervenuta rispetto all’anno precedente. Entro 45 giorni dalla presentazione della domanda, il Dipartimento per lo Sport, verificata la sussistenza delle condizioni previste, può: ▪ Accogliere la domanda e iscrivere l’ente ▪ Rifiutare l’iscrizione con provvedimento motivato ▪ Richiedere d’integrare la documentazione ai sensi dell’art. 1, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica del 10 febbraio 2000, n.361 Decorsi ulteriori 30 giorni dalla comunicazione dei dati legislativi richiesti, la domanda d’iscrizione s’intende accolta e l’iscrizione avrà validità dalla data di presentazione della domanda. In caso di mancato o incompleto deposito degli atti e dei loro aggiornamenti nonché di quelli relativi alle informazioni obbligatorie, il Dipartimento per lo Sport diffida l’ente ad adempire all’obbligo suddetto, assegnando un termine non superiore a 180 giorni, decorsi inutilmente i quali l’ente è cancellato dal Registro. La cancellazione di un ente, dal Registro, avviene a seguito di istanza motivata da parte dell’ente iscritto o di accertamento d’ufficio, anche a seguito di provvedimenti della competente giudiziaria ovvero tributaria, divenuti definitivi, dello scioglimento, cessazione, estinzione dell’ente ovvero della carenza dei requisiti necessari per la permanenza nel Registro. Con cadenza triennale, il Dipartimento per lo Sport provvede alla revisione dei dati, ai fini della verifica della permanenza dei requisiti previsti per l’iscrizione al Registro stesso. Il Registro sostituisce a tutti gli effetti il precedente Registro Nazionale delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche. Le società e le ASD iscritte nello stesso, incluse le società e associazioni dilettantistiche riconosciute dal Comitato Italiano Paraolimpico, continuano a beneficare dei diritti derivanti dalla rispettiva iscrizione e sono automaticamente trasferite nel Registro. È eliminata/o dimentacata la previsione delle cooperative sportive in quanto non disciplinate nel titolo V c.c. Inoltre è presente un forte rischio di divieto a scopo di lucro in ipotesi s.a.s o società semplici in cui è presente confusione tra il patrimonio della società e quello personale dei soci. Per quanto riguarda il riconoscimento della personalità giuridica (ex art. 14 D. Lgs. 39/2021) le ASD possono, in deroga al decreto del Presidente della Repubblica del 10 febbraio 2000, n.361, acquistare la personalità giuridica mediante l’iscrizione nel Registro di cui all’art. 4, fermo restando quanto previsto dagli art. 17 e 18 della legge dell’11 marzo 1972, n.118. Il notaio che ha ricevuto l’atto costitutivo di un’associazione, verificata la sussistenza delle condizioni previste dalla legge per la costituzione dell’ente e, in particolare, delle disposizioni del presente decreto con riferimento alla natura dilettantistica, deve depositarlo, con i relativi allegati, entro 20 giorni presso il competente ufficio del Dipartimento per lo Sport, richiedendo l’iscrizione dell’ente. Il Dipartimento per lo Sport, ricorrendone i presupposti, iscrive l’ente al Registro. Non è previsto alcun fondo patrimoniale vincolato. Le modifiche dell’atto costitutivo e dello statuto devono risultare da atto pubblico e diventano efficaci con l’iscrizione nel Registro. Tale disposizione è in vigore a decorrere dal 31 agosto 2022. L’art. 8 D. Lgs. 36/2021 riguarda l’assenza di fine di lucro. Le associazioni e le ASD destinano eventuali utili ed avanzi di gestione allo svolgimento dell’attività statuaria o all’incremento del proprio patrimonio. È vietata la distribuzione, anche indiretta, di utili ed avanzi di gestione, fondi e riserve comunque denominati, a soci o associati, lavoratori e collaboratori, amministratori ed altri componenti degli organi sociali, anche nel caso di recesso o di qualsasi altra ipotesi di scioglimento individuale del rapporto. Le SSD possono destinare una quota inferiore al 50% degli utili e degli avanzi di gestione annuali, dedotte eventuali perdite maturate negli esercizi precedenti, ad aumento gratuito del capitale sociale sottoscritto e versato dai soci, nei limiti delle variazioni dell’indice Istat. Possono procedere alla distribuzione, anche mediante aumento gratuito del capitale sociale o l’emissione di strumenti finanziari, di dividendo ai soci, in misura comunque non superiore all’interesse massimo dei buoni postali fruttiferi, aumentato di 2 punti e mezzo rispetto al capitale effettivamente versato. È ammesso il rimborso al socio del capitale effettivamente versato ed eventualmente rivalutato o aumentato nei limiti di cui al punto precedente. Bisogna fare attenzione ai 148 TUIR. L’art. 6, comma 2, D. Lgs. 36/2021 riguarda la forma giuridica. Gli enti sportivi dilettantistici, ricorrendone i presupposti, possono assumere la qualifica di enti del Terzo Settore… e di impresa sociale. In tal caso, le norme del presente decreto trovano applicazione solo in quanto compatibili. Come già confermato nella circolare ADE 18/2018, è possibile la compatibilità dell’iscrizione nel RUNTS e il riconoscimento ai fini sportivi, ma la disciplina del Codice del Terzo Settore prevale. L’art. 9 D. Lgs. 36/2021 riguarda le attività secondarie e strumentali. Le ASD e le SSD possono esercitare attività diverse da quelle principali, a condizione che l’atto costitutivo o lo statuto lo consentano e che abbiano carattere secondario e strumentale rispetto alle attività istituzionali, secondo criteri e limiti definiti dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dell’Autorità politica da esso delegata in materia di sport, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, da adattarsi ai sensi dell’art. 17, comma 3, della legge del 23 agosto 1988, n.400. Secondo l’art.6 D. Lgs. 117/2017 che tratta del codice del Terzo Settore, si parla di: Attività strumentali: quando sono finalizzate a supportare, sostenere, promuovere o agevolare il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente del Terzo Settore Attività secondarie: quando i ricavi da attività diverse non sono superiori al 30% delle entrate complessive dell’ente del Terzo Settore e non sono superiori al 66% dei costi complessivi dell’ente del Terzo Settore SPORT PROFESSIONISTICO Le federazioni sportive italiane affiliate al CONI, che hanno riconosciuto il professionismo sono: Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC) Federazione Pugilistica Italiana (FPI) Federazione Ciclistica Italiana (FCI) Federazione Motociclistica Italiana (FMI) Federazione Italiana Golf (FIG) Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) Possiamo avere 3 tipologie di forme giuridiche (struttura societaria) nell’ambito delle società di capitali: o Spa: Società per azioni o Srl: Società a responsabilità limitata o Ssdarl: Società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata Nell’ambito delle ASD troviamo: ▪ Associazioni non riconosciute (sono la stragrande maggioranza delle associazioni sportive in Italia) ▪ Associazioni riconosciute (con personalità giuridica) Le società professionistiche hanno un fine di profitto, quindi devono realizzare un lucro; mentre le ASD hanno una finalità NO profit, perciò non possiedono un fine di lucro. Ciò non significa che le ASD non possono ottenere un risultato positivo, ma se questo risultato è positivo bisogna che sia reinvestito e non può essere distribuito fra i soci. Le ASD non chiudono mai il bilancio con grossi utili proprio poiché l’avanzo va reinvestito per acquistare attrezzature, migliorare un impianto, effettuare manutenzioni… Le società professionistiche esercitatano un’attività tutta di natura commerciale determinando la composizione dei ricavi [es. diritti televisivi, sponsor, ticketing, merchandising, player trading (saldo che deriva dalla compravendita dei giocatori) che spesso determina l’andamento del bilancio di una società calcistica; infatti molte società di calcio alla fine del campionato, sono costrette, per esigenze di bilancio, a sfoltire i loro parco giocatori e rivedere i contratti con i giocatori troppo onerosi, tanto che certi giocatori che possiedono certi valori e possono realizzare, in funzione dell’inscirizone in bilancio delle plusvalenze, portarli a casa vendendo il diritto all’utilizzo delle prestazioni dei giocatori stessi]. Le plusvalenze sono determinate dal valore con il quale è stato iscritto un giocatore nel bilancio e il valore con il quale lo si vende. Un giocatore che ha un valore in bilancio a 0 poiché i costi dell’acquisto sono stati ammortizzati e lo vende a 10 milioni di euro, per la società che lo vende realizza una plusvalenza di 10 milioni di euro. La differenza fra un giocatore e un’autovettura, un impianto sportivo o un’attrezzatura è che questi ultimi sono beni mobili fisici, mentre un giocatore è un’immobilizzazione immateriale. Si verifica una minusvalenza quando viene venduto un giocatore ad una cifra inferiore rispetto al valore iscritto in bilancio e ciò accade quando i giocatori (es. Ronaldo) hanno dei costi di stipendio molto elevati. Un giocatore di calcio, quando lo si analizza all’interno di una società, possiede una pluralità di aspetti legati al costo di tale giocatore tra i quali: acquisto del giocatore della società in questione dopo un’altra società, stipendio del giocatore, mediazione del giocatore (ai procuratori sportivi spetta una parte della trattativa e della negoziazione a livello finanziario). Le ASD svolgono un’attività istituzionale (es. attività didattica dell’insegamento di un particolare sport), un’attività commerciale connessa (es. sponsorizzazione) e non connessa (es. attività effettuata per avere degli introiti, ma non connessa all’attività sportiva → SPA, centro benessere…). Lo scopo principale di un’ASD (anche dello statuto dell’associazione) è quello di insegnare lo sport, ossia fare attività didattica che nel concreto significa organizzare corsi con l’obiettivo di insegnare un determinato sport. Sponsorizzare significa far veicolare l’immagine dello sponsor (nome di una società, logo…) attraverso una maglia, degli striscioni… (es. le società di calcio hanno solitamente uno sponsor di maglia → sponsor più visibile; la pallavolo ha delle magliette dove a fatica si riescono a vedere tutti gli sponsor poiché la pallavolo va in TV e gli sponsor sulla maglia del giocatore, con dei primi piani, rappresentano per l’azioenda che sponsorizza, la possibilità di andare in diretta televisiva). Solitamente le sponsorizzazioni nell’ambito delle ASD, finalizzate a sostenere l’attività per poter promuovere l’attività agonistica, sono considerate attività connesse. L’Agenzia delle Entrate sulle attività commerciali non connesse ha proposto degli esempi: nell’ambito di una club house di tennis, tutto ciò che viene fatto a servizio dei soci con finalità propedeutica è attività commerciale connessa (es. sponsor, bar), ma se sono presenti delle attività che esulano dall’attività sportiva vera e propria (es. SPA, centro beauty) sono attività commerciali non connesse. Nelle valutazioni degli andamenti di bilancio delle società di calcio, le prime 5 società di calcio in Italia sono: Juventus, Inter, Roma, Lazio e Milan. Le 3 società quotate anche nel mercato borsistico sono: Juventus, Roma e Lazio. Il titolo della Juventus (società che ha partecipato alle fasi a giorni della Champions League e unica delle 4 squadre che hanno parteciapato a non passare agli ottavi) con il mancato passaggio agli ottavi ha comportanto l’impossibilità di ottenere dei premi di pertinenza di coloro che passano agli ottavi e sicuramente il titolo ne ha risentito poiché la società ha perso dei ricavi dovuti ai premi che non ha ricevuto non passando agli ottavi. Quando la Lazio, qualche anno fa, gareggiò per vincere lo scudetto (e poi non lo vinse), il suo titolo borsistico ebbe un andamento molto strano poiché a ridosso dell’ultima partita di campionato il titolo perse poiché il risultato fu visto dagli investitori come risultato molto negativo, ma dato che in caso di vittoria la Lazio avrebbe dovuto sborsare 1 milione di euro, il mercato quest’emorragia finanziaria che la società Lazio non dovette sborsare lo “digerì” come migliore depauperamento a fronte del fatto che la Lazio arrivando seconda riuscì comunque ad accedere direttamente alla Champions League (non ottenne il massimo risultato in Italia, ma riuscì a parteciapre alla Champions League) la quale, a livello di competizione europea, è colei che garantisce i massimi risultati a livello economico. Il montepremi da dividere nella Champions League è ripartito secondo determinate caratteristiche: status, anzianità della società, raggiungimento di determinati obiettivi all’interno della competizione. Inter e Milan invece non sono squadre calcistiche quotate in borsa. In periodo pandemico tutte le società di calcio hanno avuto degli andamenti molto negativi perché mancava totalmente l’entrata del ticketing (non c’erano spettatori), dunque tutto ciò che derivava dalla vendita dei biglietti e degli abbonamenti non c’era, o meglio nel 2020 il campionato è stato interrotto e nel 2021 il campionato era paziale (c’era una forte limitazione agli accessi, in termini percentuali, alle manifestazioni sportive). Nel 2017-2018, il valore della produzione (fatturato) dei 3 campionati professionistici ha superato per la prima volta i 3,5 miliardi di euro, con una crescita del 6% rispetto all’anno precedente. Aumenta leggermente anche l’incidenza del valore della produzione sul PIL nazionale, che passa dallo 0.17% del 2013 allo 0.19% del 2017. Questa crescita è stata sostenuta in particolare da un incremento delle componenti dei ricavi da stadio (+ 22.4%) e dei ricavi da sponsor e attività commerciali (+ 9.5%). Schemi post-pandemia si è fatto fatica a predisporli poiché il fattore pandemia e ciò che quest’ultima ha generato nei bilanci è stato talmente atipico e straordinario che le valutazioni tendevano ad essere falsate. Nella scala dei club di serie A vediamo che l’andamento misurato dal 1996 al 2017 presenta un valore del fatturato in forte crescita, infatti è passato da 2,8 a 20,1 miliardi di euro. Le società tendenzialmente hanno avuto dei bilanci in forte perdita. La fonte di uscita del costo principale delle società di calcio sono rappresentate dagli stipendi dei calciatori troppo elevati, al punto che si fa spazio il concetto di fair play, proprio per limitare l’acquisto di calciatori con dei costi molto elevati che non erano coperti dalle entrate dei ricavi. Il mercato è stato particolarmente drogato dai diritti televisivi poiché quando i diritti televisivi sono cresciuti esponenzialmente, anche i fatturti delle 5 lege europee (inglese, spagnola, tedesca, italiana e francese) sono aumentate vertiginosamente. L’unica delle Nazioni che non ha i diritti televisivi come componente fondamentale delle entrate è la Germania, la quale dopo i Campionati del Mondo del 2006 è riuscita a rinnovare tutti i suoi stadi o a costruirne ex-novo proponendo un concetto di stadio affine ai concetti degli stadi inglesi e americani, ossia uno stadio dove lo spettatore si reca per vedere la partita e avere un momento di socialità, intrattenimento e ristorazione. La Germania ha modificato la generazione dei ricavi all’interno del mondo del calcio nella sua Nazione poiché gli stadi erano più confortevoli, le entrate erano maggiori (tendenzialmente sono stadi sempre pieni con un’ordine di prezzi leggermente più bassi) e l’attività della vendita dei biglietti è stata molto rilevante. Il costo del lavoro si conferma la principale voce di spesa per le società italiane, contribuendo per circa il 51% del valore complessivo, seguito da ammortamenti e svalutazioni che pesano per il 22% del totale. Il costo del personale, in particolare, ha registrato un incremento costante nel corso delle ultime 5 stagioni sportive (con una crescita media annua tra il 2013-2014 e il 2017-2018 del 5.3%). Il “talent scouting internazionale” riguarda la capacità di ricercare atleti nell’ambito delle altre realtà calcistiche internazionali. Le scocche delle sedute con vario colore (il più arlecchino in italia è lo stadio di Udine di proprietà del comune e dato alla società di calcio per circa 90-100 anni) hanno una finalità a livello visivo, ossia mirano ad impedire la visione generale che da casa si riesca ad avere contezza di quanti sono gli spettatori anche per un fatto commerciale. I risultati sportivi, nell’ambito dello sport calcistico italiano sono sicuramente un punto di debolezza poiché l’Italia non vince da un sacco di tempo. C’è un forte abbandono dei vivai perché è più comodo andare ad acquistare i giocatori da vivai esteri poiché il costo della formazione di un giocatore è molto elevato. In Italia sono solo 2 o 3 le società sportive che hanno creato delle collaborazioni o possiedono delle società satelliti anche all’estero. L’effetto Calciopoli riguarda uno scandolo di qualche anno fa che ha creato dei problemi al mondo del calcio. Complessivamente, solo il 13% dei club più importanti d’Europa possiede direttamente il proprio stadio e solo il 19% include il proprio stadio interamente come asset nei propri bilanci. L’Italia ne ha solo 3. La filosofia di saturare la vendita e di non avere dell’invenduto è una filosofia di pertinenza di tutti gli sport. Anche gli stadi di calcio sono sempre più pensati per essere stadi comodi, confortevoli, con una buona visione del gioco e non sono stadi enormi. Ogni anno sui diritti televisivi è presente una rinegoziazione con le piattaforme in digitali per ottenere, per la lega, dei risultati sempre milgiori e più performanti. La lega è formata dai presidenti delle società di calcio. La Coppa Italia, fino ad alcuni anni fa, era una manifestazione abbastanza in disuso e negli ultimi 10-15 anni è stata molto rivitalizzata, al punto da diventare una competizione seguita e venduta bene anche a livello mediatico, con una finale altrettanto seguita. Molte ricette anticrisi potrebbero risiedere nella ricapitalizzazione delle società, evitando di avere una proliferazione di società che sono fortemente indebitate. 2 punti di minacca fondamentali riguardano i danni della crisi pandemica e la crisi energetica. La crisi dei “padroni” riguarda una tendenza all’avvicendamento di proprietari delle società di calcio che spesso vengono da Paesi esteri e la tendenza agli imprenditori locali a non crederci più. Tutti i bilanci delle società calcistiche sono pubblici poiché sono depositati. Il mondo del calcio in Italia presenta dei bilanci in forte passivo e l’unico bilancio un po’ in controtendenza è quello dell’Udinese e di tutti coloro che riescono a creare delle plusvalenze determinate dalla valorizzazione di giocatori venduti a cifre relativamente alte rispetto al valore di carico del bilancio. Il mondo del calcio basa gran parte delle sue entrate dal player trading, dunque dalla compravendita dei giocatori. Più una società è in grado di avere un saldo positivo dalla compravendita, quindi che le plusvalenze siano superiori delle minusvalenze, più il bilancio ne beneficia in termini di delta positivo. L’andamento del fatturato della Champions League tra il 2018 e il 2021 ci mostra che il fatturato annuale è incrementato, rispetto all’esercizio 2008-2009, di 4 volte e così anche i premi annuali. I premi annuali sono distribuiti in 1,9 miliardi di euro e i ricavi da distribuzione dipendono dal peso a livello di percentale di ripartizione. MARKET POOL Le società di calcio del nuovo millennio hanno tutte un pallino comune: aumentare il proprio bilancio e racimolare più fondi possibili. Il Market Pool, è la declinazione UEFA del sistema nazionale di ridistribuzione dei diritti televisivi tra i club di ogni Nazione e competizione. I parametri e i limiti assunti a mantra dalla Federazione Europea permettono di spacchettare la “torta” dei premi tv della Champions League e dell’Europa League. Per la Champions League il montepremi Market Pool dipende per la prima parte dalla posizione in classifica del campionato precedente, mentre per la seconda parte dal numero di partite disputate nel torneo (con relative differenze in caso di: vottira, pareggio o sconfitta). Per l’Europa League il montepremi Market Pool non dipende dalla posizione in classifica in campionato. Ogni squadra ha diritto alla stessa percentuale, tranne la vincitrice della coppa nazionale e la vincente dell’Europa League dell’anno precedente che hanno diritto ad una percentuale maggiore. La seconda parte del Market Pool invece viene diviso per turno secondo determinati parametri. Un aspetto ignorato da molti è che la suddivisione del Market Pool dipende direttamente da quanto le emittenti di ogni Stato pagano per trasmettere le partite. Più le televisioni nazionali pagano, più le squadre di quella Nazione hanno diritto a una fetta maggiore del montepremi. Per un sistema di ridistribuzione delle risorse che si fa più importante secondo la grandezza del proprio bacino di utenza televisiva che, tradotto in parole povere, prende spunto da quanto ogni Nazione paga i club in termini di diritti televisivi. La distribuzione dei premi di Champions League 2018-2021 conta anche la storia e i nuovi premi sono classificati in 4 categorie: a) Premi di partecipazione: 25% b) Market Pool: 15% c) Premi da risultati stagionali: 30% d) Premi da risultati storici: 30% I nuovi premi sono classificati in 4 categorie e saranno distribuiti ai club partecipanti 2,002 miliardi (rispetto a 1,95 del triennio 2018/2021) di euro così ripartiti: - Il 25% sarà destinato alle quote d’iscrizione (500,5 milioni di euro) - Il 30% sarà destinato in base al coefficiente (600,6 milioni di euro) - Il 15% sarà destinato in base al Market Pool (300,3 milioni di euro) - il 30% sarà destinato in base ai risultati (600,6 milioni di euro) Dalla quota totale dei ricavi saranno detratti 83,3 milioni di euro, a causa dell'impatto del Covid, per l'edizione 2021/22, proporzionati in base al reddito di ciascun club. La detrazione, come riporta la UEFA, verrà effettuata alla fine della stagione una volta definiti i conti e i risultati della competizione. I relativi importi saranno trattenuti sul versamento effettuato a giugno 2022, nonché sul saldo versato ad ottobre 2022, se necessario. Rappresenta la distribuzione del montepremi tenendo conto del mercato televisivo rappresentato dai club partecipanti alla Champions Leauge 2021-2022, dalla fase a gironi in poi, tenendo conto del numero di squadre di ogni federazione. Il 50% dell’importo (150.15 milioni di euro) è ripartito tra le partecipanti in base al piazzamento nel campionato precedente. L’Inter, che ha conquistato lo scudetto stagione 2020/2021 porta a casa il 40% dell’importo, il Milan secondo il 30%, l’Atalanta terza il 20% e la Juventus quarta il 10%. L’altro 50% è corrisposto proporzionalmente al numero di partite giocate da ciascun club nella Champions League 2021-22. Superando gli ottavi, la Juventus avrebbe guadagnato altri 10,5 milioni di euro come bonus per l’accesso ai quarti di finale, per un totale di 90,85 milioni di euro. A questi numeri si sarebbero aggiunti i ricavi dal botteghino, che nella stagione fino a quel momento in corso erano pari a 8,8 milioni di euro: 2.468.351 euro contro la Lokomotiv Mosca, 2.570.100 euro contro il Bayer Leverkusen e 3.827.763 euro contro l’Atletico Madrid. Nel periodo del Covid si è assistito ad un decremento di 4,2 milioni di spettatori negli stadi italiani per competizioni di alto livello in linea con quanto registrato anche nel resto dell’Europa, per un impatto globale di 17,8 milioni di spettatori in meno. In termini economici, la perdita di fatturato del settore calcio a livello mondiale è stimabile in circa 14 miliardi di euro, con contrazione del 37% delle sponsorizzazioni, del 12% dei diritti media sportivi e del 30% nel campo dei trasferimenti. In generale, il PIL prodotto dal settore sportivo dell’Unione Europea nel 2020 è diminuito del 15,7% (99,2 miliardi di euro), con la perdita di 1,6 milioni di posti di lavoro (-16,5%). Inter: bilancio e fatturato 2021 L’Inter ha chiuso l’esercizio al 30 giugno 2021 con una perdita a livello consolidato pari a 245,6 milioni di euro, in peggioramento rispetto al -102,4 milioni del 2020 anche per gli effetti della pandemia che hanno portato a far slittare una fetta importante di ricavi. L’impatto della pandemia è costato circa 110 milioni di euro, di cui circa 70 milioni riconducibili all’azzeramento degli introiti da gara a causa della chiusura degli Stati e circa 40 milioni alle riduzioni contrattuali degli sponsor dovute all’impossibilità di erogare benefit da parte della Società e alla contrazione del business dei partner. A questi si sono aggiunte perdite per ulteriori 30 milioni di euro, effetto della risoluzione di contratti sportivi. Il valore della produzione che sostanzialmente è rappresentato dal totale dei ricavi dell’azienda, ha evuto l’evoluzione che si evince nella tabella qui sopra. Il valore della produzione al netto di quello che è rappresentato dal differenziale (Δ) dell’attività di compravendita è però molto più basso perché in un’azienda come l’Inter incide in maniera abbastanza rilevante. I ricavati da gara sono a 0 rispetto ai 44,3 milioni di euro della stagione 2019-2020. Nel dettaglio, il valore della produzione dell’esercizio 2020-2021 ammonta a 364,7 milioni, in diminuzione del 2% rispetto al dato di 372,3 milioni dell’esercizio precedente. La voce più corposa è rappresentata dai diritti tv, pari a 189,7 milioni (+64% rispetto ai 115,3 milioni del 2019-2020), principlamente per la dispu

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