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lOMoARcPSD|36179657 Fuori controllo, Eriksen Antropologia culturale (Università degli Studi di Catania) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo....

lOMoARcPSD|36179657 Fuori controllo, Eriksen Antropologia culturale (Università degli Studi di Catania) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Rotten Boys ([email protected]) lOMoARcPSD|36179657 Fuori controllo Cap.1 Lévi-Strauss sostiene che il mondo a cui aveva dedicato il lavoro di una vita non esisteva più: le popolazioni primitive che aveva studiato erano ormai state incorporate all’interno degli stati e dei sistemi monetari di produzione e di scambio. L’antropologia stenta ancora a fare i conti con un mondo troppo pieno e surriscaldato. Per generazione gli antropologi si sono attenuti alla regola di descrivere, confrontare e analizzare senza esprimere il proprio giudizio morale. Le popolazione che studiavano erano lontane dal proprio mondo motivo per cui essi utilizzavano il metodo del relativismo. Ma allo stato attuale, è divenuto difficile – per gli antropologi- porre gli altri su una scala morale differente dalla propria poiché la distanza globale si è accorciata e le popolazioni del mondo, o quasi tutte, si sono avvicinate. (es. gli indigeni si sono abituati al denaro, i figli dei contadini hanno cominciato a frequentare la scuola e a ricevere un’istruzione al pari degli altri e così via) L’elemento cruciale è il fenomeno della globalizzazione che ha generato un mondo interconnesso ed accelerato ma che comunque è soggetto a delle contraddizioni.  Crisi dell’ambiente: la globalizzazione, il surriscaldamento, le nuove tecnologie hanno portato ad una grave crisi ambientale.  Crisi economica: nel momento in cui lo spazio politico e lo spazio economico si sono separati, la ridefinizione dello stato rispetto a quello del mercato si complica.  Crisi d’identità: con la globalizzazione si è persa l’identità dei territori e dei loro tessuti commerciali e produttivi originari. La transizione dalla modernità alla post-modernità è stata collegata all’anno 1991 (fine della guerra fredda, il sistema dei due blocchi che aveva contraddistinto il secondo dopoguerra scompare). Più o meno nello stesso periodo i telefoni cellulari ed internet cominciarono a diffondersi, dalla classe globale sino alla classe media. Cap.2 Il contatto accelerato e intensificato è una delle caratteristiche della globalizzazione. Causa tensioni, contraddizioni e conflitto e ha modificato le opportunità di ciascuno, influenzando in tutto il mondo sia la vita quotidiana sia i processi su larga scala. Il cambiamento avviene in modo disomogeneo e spesso è il risultato di una peculiare combinazione di processi locali e internazionali, fattori esogeni ed endogeni (su larga scala) che si intersecano e conducono a instabilità, incertezza e conseguenze non previste in un’ampia gamma di istituzioni e di pratiche su piccola scala, contribuendo a un sentimento di impotenza e alienazione. Per capire a pieno il fenomeno della globalizzazione, è necessario considerare ed esaminare come vengono affrontate le crisi da essa derivate ai vari livelli locali, come le persone resistono ai Scaricato da Rotten Boys ([email protected]) lOMoARcPSD|36179657 cambiamenti (imposti), come negoziano i loro rapporti con le forze globali e internazionali, e quali strategie di sopravvivenza-autonomia-resistenza vengono sviluppate. Per fare ciò dobbiamo comprendere alcuni concetti:  Antropocene: il termine definisce l’era geologica in cui l’ambiente terrestre, inteso come l’insieme delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche in cui si svolge ed evolve la vita è fortemente condizionata dagli effetti dell’azione dell’uomo. Il dominio globale dell’uomo è tale che, si ritiene, le tracce dell’uomo si trovino ormai anche negli angoli più remoti della terra come le foreste pluviali o i deserti.  Neoliberismo: in economia il termine indica la riaffermazione del vecchio liberismo, un mercato privo di regolamentazione pubblica ovvero in balia delle sole forze del mercato senza alcun intervento statale in caso di necessità.  Processi fuori controllo: (concetto di Gregory Bateson, detto anche ) processi di crescita che si rafforzano vicendevolmente fino a che tendono al collasso. ( es. considerare il surriscaldamento come conseguenza di processi fuori controllo)  Sindrome da tapis roulant: se i concorrenti migliorano l’offerta o l’ambiente cambia, è necessario migliorarsi e adattarsi solo per mantenere il proprio posto nel mercato, nell’ecosistema etc  Doppio legame: (concetto di Gregory Bateson) è un tipo di comunicazione auto-confutante per cui si affermano due elementi divergenti tra di loro che fanno riferimento allo stesso fenomeno.  Flessibilità: (concetto di Gregory Bateson) potenziale di cambiamento non impegnato.  Riproduzione: il termine si riferisce alla capacità di una persona, di un sistema o di un campo sociale di continuare il proprio percorso senza doversi adattare ai mutamenti. La crisi della riproduzione è una rottura del sistema o del mondo della vita causata da un cambiamento accelerato, imposto, in uno o più ambiti.  Scala: si intende la portata e l’ambito di riferimento di un fenomeno, cioè se esso è piccolo o globale, a breve o a lungo termine, locale o globale. - Scala sociale: può essere definita come la somma complessiva delle condizioni necessarie a riprodurre un sistema, un campo, un’attività - Scala fisica: la portata di un sistema infrastrutturale - Scala cognitiva: definisce una società che può essere integrata in reti globali di produzione e di consumo senza che gli abitanti siano consapevoli del proprio ruolo nel sistema e viceversa, possiamo riassumerlo nelle proporzioni del mondo che vengono percepite. - Scala temporale: riguarda l’orizzonte temporale, passato e futuro, che viene immaginato quando si prendono decisioni e si fanno progetti. Un conflitto di scale avviene quando l’interazione di due o più livelli di scala giunge ad una contraddizione e ad un conflitto. Esempio un tipico risultato della globalizzazione: le economie di scala, favorendo le operazioni su larga scala, rendono svantaggiose le attività su piccola scala che prima erano redditizie. Scaricato da Rotten Boys ([email protected]) lOMoARcPSD|36179657 Cap.3 Nelle società post-moderne l’energia è l’elemento chiave. L’inizio dell’epoca dei combustibili fossili è collocato intorno all’800, definito anche inizio dell’antropocene. Ricordiamo che sono gli anni figli dell’ottimismo dell’Illuminismo e della rivoluzione scientifica che hanno permesso la creazione della tecnologia la quale ha reso possibile l’estrazione del carbone più in profondità e il suo conseguente impiego in sempre più numeri ambiti. Il carbone è una straordinaria fonte di energia, in quanto è compatto, facile da trasportare e resiste senza deteriorarsi agli sbalzi climatici. Una delle città più ricche di carbone è Gladstone in Australia, stato insieme agli USA, Cina e Russia più ricchi di carbone sul pianeta. (Sul piano Europeo la Germania, in Italia la Toscana). Tuttavia il pianeta/ la natura ha impiegato 300 milioni di anni per comporre i giacimenti di tale fonte di energia, che allo stato attuale stiamo bruciando/consumando nel giro di poche generazioni causando la destabilizzazione del clima. Il crescente uso di energia ha inevitabilmente conseguenze al deterioramento e deperimento ambientale. Ma la crescita economica ne è strettamente connessa: si basa sul consumo delle risorse naturali limitate che ogni giorno, su tutto il pianeta, vengono rapidamente consumate. Carbone e modernità sono facce della stessa medaglia, senza il primo lo sviluppo e la rivoluzione industriale si sarebbero arrestate dopo pochi anni. Quando tra crescita economica e sostenibilità delle risorse energetiche si instaura un doppio legame, come con i combustibili fossili accade sempre più spesso, si sostiene che le industrie estrattive operino su una scala temporale breve, al contrario gli ambientalisti ragionano in termini di sostenibilità di lungo periodo. Ma non sempre la situazione si può inquadrare in questi termini. Le industrie estrattive del carbone pianificano le loro attività a lungo termine e il rendimento di esse si riscuote dopo anni. Perché non ci si accinge ad una conversione alle risorse rinnovabili? 1. I prezzi del carbone sono diminuiti ma ciò non impedisce alle industrie estrattive di espandersi poiché da un punto di vista commerciale le miniere di carbone rendono per circa un secolo. Per tanto finché ci sarà domanda, esse genereranno profitti per i loro proprietari. 2. I grandi investimenti riducono la flessibilità: in Australia il numero di posti di lavoro, la quantità di denaro e l’entità degli investimenti infrastrutturali legati alle miniere sono tali che una transizione verso una società indipendente dal carbone è impensabile. Nelle società che hanno a disposizione grandi quantità di energia, solo le persone con un forte interesse personale per la sostenibilità e l’ecologia cercano modi per aumentare la propria flessibilità energetica, rendendosi indipendenti dall’industria dei combustibili fossili. Tuttavia le piccole comunità alternative sono in grado di essere energicamente autosufficienti ma non possono aumentare di scala senza perdere la propria specificità, né vi sono segnali tangibili che questo modo di vivere sia presto condiviso da molti e permanente. Scaricato da Rotten Boys ([email protected]) lOMoARcPSD|36179657 Cap. 4 Una delle caratteristiche del mondo surriscaldato è l’aumento della mobilità. Bauman afferma che al giorno d’oggi siamo tutti in movimento con l’intento di indicare che la maggior parte delle persone, direttamente o indirettamente, è colpita dal cambiamento accelerato. Il traffico aereo globale è aumentato del 60% nell’arco di poco più di un decennio. Anche altre forme di mobilità sono in crescita: in Cina è stato registrato un notevole numero di autovetture acquistate maggiore rispetto alla somma totale degli ultimi anni dello scorso millennio. La mobilità nel senso stretto riguarda due diverse tipologie contrastanti tra di loro: i turisti e i profughi. La mobilità è un elemento comune, ma mentre il turista viaggia per propria volontà, il profugo è costretto a viaggiare e raramente viene accolto con entusiasmo al suo arrivo. 1. Turismo Favorito dall’avvento della globalizzazione il turismo ha subito una crescita esponenziale nell’ultimo ventennio: ovvero per mezzo dell’auto-regolazione del mercato , i prezzi dei voli aerei sono accessibili alla maggioranza della popolazione media globale, la produzione e il consumo e l’affluente flusso di turismo negli anni ha permesso alla gente del luogo e ai turisti di imparare l’inglese base, prima lingua parlata al mondo e considerata ufficiale, o metodi alternativi per poter comunicare, e inoltre il costante aggiornamento e miglioramento dei dispositivi tecnologici, in particolar modo gli smartphones, ha generato un sistema immediato per la prenotazione di voli, hotel, ristoranti, numerose attività in loco tra cui l’utilizzo di maps per muoversi/orientarsi e un conseguente sentimento di fiducia nell’atto della partenza per un viaggio in stati esteri. Tuttavia già dagli anni trenta del secolo scorso alcuni turisti si preoccupavano del proprio impatto sulle culture locali. Alcuni vorrebbero contribuire al turismo ecologicamente responsabile, giungendo a destinazione ugualmente in aereo. Altri vorrebbero rendersi utili durante la propria visita presso un paese povero e, di conseguenza, attorno agli hotel si trovano una fiorente quantità di orfanotrofi e di organizzazioni caritatevoli. Vi sono poi turisti che preferiscono visitare luoghi ben definiti, con una storia, una cultura, contrariamente ai turisti che preferiscono visitare i non-luoghi, ovvero destinazioni generiche. In definitiva il turismo ha cambiato natura ed è diventato un esempio della modernità surriscaldata. Da un punto di vista qualitativo, il più rilevante cambiamento nel turismo internazionale è il fatto che tale fenomeno, in molti settori, abbia superato un punto di non ritorno. Perché? 1. Nel caso in cui il turismo dovesse arrestarsi, le entità locali si troverebbero sprovviste di attività lavorative alternative che rendano pari guadagno. ( come il caso dell’emergenza globale del covid-19) 2. Tali luoghi hanno perso la loro originalità, unicità e sono definiti dal turismo tale da causare cambiamenti nel sistema infrastrutturale e nel sistema sociale ( es. deserto e ragazzo del gruppo etnico Tuareg e della processione pasquale nelle città spagnole, città come Las Vegas o Dubai come fabbriche del divertimento e del consumo) Scaricato da Rotten Boys ([email protected]) lOMoARcPSD|36179657 Il turismo opera a molti livelli e contribuisce a delle forme particolari di scala locale. In ogni destinazione turistica, scale distinte da un punto di vista sociale e spaziale possono trovare un punto di incontro ed essere complementari, oppure entrare in conflitto: nel primo caso i pescatori di Playa del Carmen vendono il proprio pescato alle catene di hotel, nel secondo caso quando la catena Starbucks apre un nuovo punto vendita in una località in cui erano presenti caffè locali, i piccoli investitori locali vengono danneggiati. 2. Profughi Un’altra forma del binomio mobilità-immobilità, che mostra gli effetti del surriscaldamento, riguarda le ondate dei profughi in cerca di pace e sicurezza. Il mediterraneo ha rappresentato per molti anni uno dei contrasti più forti per ricchezza e opportunità di vita. Gli sfollati fuggono dalla guerra e dall’oppressione, ma molti tentano di allontanarsi anche da una povertà che non lascia speranze, e oggi i mezzi di trasporto sono più facilmente disponibili, le infrastrutture di comunicazione sono aumentate e c’è una consapevolezza crescente delle opportunità economiche in Europa. Considerando una scala temporale più lunga e una scala spaziale più ampia, le ragioni per cui il mediterraneo è diventato una zona sotto pressione sono evidenti, così come lo sono le ragioni per cui è probabile che continui a esserlo se si considerano le enormi disuguaglianze per stabilità politica, ricchezza e opportunità di vita tra l’Europa e le zone confinanti. La popolazione europea sta “invecchiando” mentre la maggioranza delle popolazioni dei paesi vicini ha meno di trent’anni. Bisogna ricordare anche l’effetto butterfly per cui gli effetti a larga scala sono prodotti da cause di piccola scala, le quali danno un avvio a un processo che si espande fino ad un risultato enormemente rilevante. La vastità di un campo di profughi è un effetto collaterale di numerosi eventi su piccola scala (guerre, discriminazioni religiose, interventi stranieri) che trasformano i suddetti campi su larga scala con una divisione del lavoro, migliaia di condizioni complementari e così via. I profughi sono mobili ma la loro mobilità è incostante e interrotta da lunghi periodi di immobilità, molto del loro tempo in è trascorso in. L’attesa inizia prima del viaggio. Dopo aver lasciato il proprio villaggio o città, il lento movimento verso un futuro migliore viene interrotto da periodi di lunghi attesa e indefiniti. Superato il deserto, l’intermediario prende i suoi soldi e se ne va, lasciandolo in una stanza diroccata ad aspettare con altre decine di clandestini. Se riesce a raggiungere la città dove può imbarcarsi, trascorre ore e giorni e settimane ad aspettare la barca. Una volta salito durante un viaggio della speranza pieno di pericoli, trascorre altrettante settimane per giungere alla costa dell’altro versante. Tempo non paragonabile agli anni di attesa prima che la sua richiesta di asilo venga esaminata. Questo processo mostra quanto in realtà i profughi siano per lo più passivi e quanto siano esclusi dalla partecipazione ai processi di surriscaldamento fino al momento in cui saranno in grado di rimettere in sesto le loro vite. Contribuiscono ben poco ai processi fuori controllo della crescita economica e al doppio legame tra dipendenza dei combustibili fossili e sostenibilità ecologica. Scaricato da Rotten Boys ([email protected]) lOMoARcPSD|36179657 Cap.5 Di tutti i processi di surriscaldamento di cui siamo testimoni all’inizio del XXI secolo, l’urbanizzazione è uno dei più impressionanti ed è probabilmente lo sviluppo contemporaneo con le maggiori implicazioni sull’organizzazione sociale. La crescita urbana può aumentare la flessibilità a livello individuale, mentre riduce la flessibilità a livello sociale. (riportare es.) Le società urbane che non producono né il proprio cibo né la propria energia sono caratterizzate da una bassa flessibilità sistemica, che invece è maggiore nelle zone periurbane che si situano ai confini di molte città. La città è a tutti gli effetti un’incarnazione del doppio legame fondamentale tra crescita e sostenibilità. A parità di altre condizioni, più la città cresce e meno diventa sostenibile: l’inquinamento, i rifiuti, il rischio di epidemie, la dipendenza da complessi canali di approvvigionamento e di servizi organizzati a un altro livello non soltanto riducono la flessibilità della città, ma contribuiscono anche ad aggravare la sua impronta ecologica. Le città sono complesse e diversificate. Oltre alle reti centrate sulle persone, che sono alla base dell’organizzazione sociale di alto livello, per i servizi essenziali e la sopravvivenza materiale le persone in città dipendono da sistemi su larga scala. In molte città del sud globale esiste un mercato del lavoro per coloro i quali arrivano dalle aree rurali impoverite. È il caso di Addis Abeba (capitale Etiopia), una metropoli in rapida crescita. Il mercato del lavoro è per lo più informale e ufficioso ed esige un alto grado di flessibilità (non si preoccupano nemmeno delle norme). Altro caso Agbogbloshie (nella periferia di Accra, capitale del Ghana), la zona è stata trasformata in una discarica di rifiuti elettronici provenienti dal nord globale, divenendo così destinazione di migliaia di immigrati. Dato che i paesi del nord non possono inviare rifiuti inutilizzabili al sud globale, ingenti quantità di computer, scanner, stampanti vengono inviate con l’etichetta di. Tuttavia gli abitanti di Agbogbloshie riescono a rimuovere e vendere le parti metalliche per qualche spicciolo. Tale zona periferica non ha né acqua corrente, né fognature, è maleodorante e dal punto di vista economico si basa sui rifiuti provenienti dal nord. Una parte considerevole della popolazione urbana del mondo contemporaneo ha luogo i posti simili. La crescita urbana del sud globale è una delle maggiori espressioni dell’antropocene e di un processo fuori controllo. Le persone vengono attratte dalle città a causa del peggioramento delle condizioni nelle campagne da un lato, e a causa delle tentazioni rappresentate dagli assetti sociali più sofisticati e complessi mai creati dall’umanità. Coesistono fattori di spinta e di attrazione.  Economia informale del sud globale All’inizio degli anni settanta, Keith Hart fu colpito in un villaggio in Ghana di come molte delle transazioni avvenivano per mezzo di baratti, doni e altre forme di scambio non contemplate nei modelli previsti dall’economia. Hart dimostrò come le attività economiche sono integrate nel tessuto sociale e non separate da esso. Debiti, prestiti, regali, favori presuppongono e creano un sentimento di fiducia, costruiscono o distruggono l’onore di una persona, creano le condizioni per la (in)sicurezza. Il punto cruciale è che affinché il Scaricato da Rotten Boys ([email protected]) lOMoARcPSD|36179657 settore formale possa funzionare sono necessari alcuni elementi di informalità- fiducia interpersonale, accordi informali etc. Poiché la flessibilità consiste nella potenziale di fare le cose in modo diverso, ne consegue che le forme di (in)flessibilità espresse nelle vite individuali, nelle comunità, nelle società, e in generale nei vari tipi di attività, sono rilevanti. Ciò è particolarmente vero per città che stanno affrontando una rapida crescita, in cui la riduzione della flessibilità sistemica può causare vulnerabilità. In altro modo l’aumento di flessibilità in alcune aree causa una riduzione della flessibilità nelle altre: ed è qui che subentra il settore informale in particolare modo nel continente africano. La vita nel sud globale è improvvisazione della sopravvivenza. Es. popolazione egiziana: i 3,5 milioni più ricchi comprano marche originali, frequentano centri commerciali come El Cairo e visitano spesso città come Istanbul e Dubai. La classe media, 15 milioni, compra merce meno costosa ma perlopiù nella economia formale. 40 milioni costituiscono l’enorme mercato di consumo di capi d’abbigliamento di contrabbando. Infine altri 40 milioni, sono talmente poveri che non possono permettersi nemmeno merce pirata.  La città super diversa Essa non riguarda esclusivamente l’incremento di numero e di origine geografica dei migranti. Si riferisce a una popolazione urbana più mobile, più ambigua e più fluttuante. In una città super diversa la posizione dei migranti varia notevolmente. Ci sono i tradizionali lavoratori immigrati, con i propri bambini, i profughi, studenti che rimangono dopo aver finito gli studi, stranieri che si sposano con cittadini di quello stato, richiedenti asilo la cui richiesta è stata respinta e per tanto diventano clandestini etc etc. La super diversità crea non solo u universo culturale complesso, ma anche una situazione linguistica in cui si sviluppano velocemente nuove varianti dei linguaggi principali affinché i nuovi arrivati siano in grado di comunicare tra loro e con la popolazione locale. Con si riferisce agli obblighi sociali complementari che spesso sono in conflitto tra loro, vissuti dai migranti che si trovano perennemente in situazioni di confine. Invece di essere completamente assimilati nel luogo in cui arrivano, i trasmigranti continuano a confrontarsi contemporaneamente con il loro luogo d’origine e quello d’arrivo tramite una rete di obblighi e pratiche internazionali. La globalizzazione accelerata e la conseguente diversità urbana rendono più facile alle persone comunicare e relazionarsi nelle differenze culturali ma creano anche tensioni tra i gruppi che prima erano isolati gli uni dagli altri e stimolano in alcuni casi la necessità di sottolineare la propria unicità, la propria separatezza e il proprio radicamento storico. Le forti identità di gruppo possono servire a molti scopi- economici, politici o esistenziali- in un mondo altrimenti caratterizzato dal disordine. A livello generale, la città super-diversa può essere considerata come effetto dell’antropocene, ma l’accresciuta mobilità internazionale è chiaramente connessa alla deregolamentazione dei mercati: l’immigrazione è incoraggiata nella misura in cui è economicamente conveniente. Scaricato da Rotten Boys ([email protected]) lOMoARcPSD|36179657 L’economia della migrazione può essere studiata come conflitto di scala principalmente a due livelli. Anzitutto, è stato mostrato spesso che la migrazione è benefica sul piano dell’economia globale, dato che aumenta la partecipazione lavorativa, il consumo e la produttività su scala globale. Può essere, tuttavia, svantaggiosa per alcuni paesi sia nel Nord sia nel Sud. In Norvegia, un paese con una spesa pubblica alta nel welfare e in altri servizi pubblici, un’argomentazione tipica è che l’attuale livello di immigrazione non renda economicamente, dal momento che gli immigrati richiedono piú supporto allo Stato di quanto non possano contribuirvi tramite le tasse. Per converso, ci sono paesi nel Sud in cui ci si lamenta del fatto che ad andarsene siano persone talentuose e intraprendenti, un fenomeno comunemente noto come la «fuga dei cervelli». In altre parole, ciò che è bene per l’economia mondiale non necessariamente è un bene per i singoli paesi e le comunità locali. In secondo luogo, anche se la vita negli affollati quartieri multietnici può essere stressante per alcuni dei vecchi residenti, e nonostante l’immigrazione in alcuni casi possa non essere vantaggiosa per il paese di arrivo, le condizioni di vita, in genere, migliorano per gli emigrati che passano da un paese all’altro. Al livello della loro scala interpersonale o individuale, dunque, le cose vanno meglio, e questo vale anche per i membri della loro famiglia, che possono ricevere le loro rimesse. Cap. 6 I rifiuti sono l’effetto collaterale piú visibile, percepibile e fetido del cambiamento accelerato. L’energia produce rifiuti sotto forma di inquinamento. Chi si sposta lascia i rifiuti dietro di sé. Le città producono ammassi di rifiuti disordinati e in aumento. Per definizione, la produzione di rifiuti è un effetto della ricchezza e del surplus. A seconda di dove si guarda, si può dire che la quantità dei rifiuti cresca o diminuisca: c’è un indiscutibile aumento, dato che molte piú cose vengono gettate via, dal cibo agli abiti ai rifiuti industriali; tuttavia, in alcuni paesi, sembra esserci una lenta ma costante diminuzione nella quantità dei rifiuti, in parte grazie al riciclaggio su vasta scala, in parte perché molti paesi ricchi esportano la propria spazzatura verso i paesi poveri. Quando Fresh Kills, la più grande discarica del mondo, situata sull’isola newyorkese di Staten Island, venne chiusa nel 2001, il suo volume aveva ampiamente superato quello della Muraglia Cinese. Non c’era una separazione tra la spazzatura e l’area circostante. L’acqua di scolo colava a terra, si trasformava in fango non trattato, si mescolava con le acque salmastre della foce del fiume Hudson, veniva spinta verso il mare ed entrava nei sistemi digestivi dei pesci e nelle cellule delle alghe. I metalli pesanti penetravano nel suolo. Piú si è ricchi e piú si producono rifiuti. Gli americani, che per la maggior parte del XX secolo hanno prodotto piú rifiuti di chiunque altro, ancora oggi ne producono pro capite duecento volte di piú degli indiani. In India, con la crescita economica, ci sono ancora milioni di persone che usano un pezzo di cartone per rinforzare una parete o che danno un piatto di riso a qualcuno piú affamato di loro. Nei paesi poveri, molti non buttano ancora via nulla, o quasi. Negli ultimi decenni, in alcuni paesi del Nord globale, l’industria dello smaltimento dei rifiuti ha cominciato a incontrare il doppio legame fondamentale – crescita versus sostenibilità – in modi molti evidenti. Lo smaltimento dei rifiuti è passato dall’essere un problema pratico, a rappresentare un problema igienico e sanitario sempre piú grave. Ciò che non può essere riciclato viene convertito in elettricità tramite gli inceneritori. Scaricato da Rotten Boys ([email protected]) lOMoARcPSD|36179657 Tuttavia è stato evidenziato che una vacanza dal Nord Europa alla Thailandia è grossomodo equivalente, in termini di compensazione dell’impronta ecologica, a dieci anni di diligente raccolta differenziata. in paesi caratterizzati da forti diseguaglianze la discarica è ancora un luogo di abbondanza in grado di dare sostentamento a migliaia di persone. Storia dei Waraoo. Mentre la straordinaria crescita della quantità assoluta di rifiuti è una delle espressioni piú impressionanti dell’Antropocene, anche l’ordinaria esclusione delle persone da una vita sociale sicura e da attività significative è, a sua volta, un importante effetto di surriscaldamento. Le straripanti città del Sud globale sono costrette a contenere molte piú persone di quelle per cui erano state progettate, regimi di immigrazione sempre piú severi tengono i «rifiuti umani» fuori dai confini dei paesi ricchi e, in questa situazione surriscaldata, non solo vengono prodotte enormi quantità di rifiuti, ma sempre piú di frequente ciò che è in eccesso non trova collocazione. Ciò che caratterizza le forme di esclusione tipiche delle società statali contemporanee è il doppio legame tra pratiche neoliberiste e i principî dei diritti umani. Secondo questi ultimi, ogni vita umana ha valore, ma la mercificazione della vita sociale implica che le attività possano essere classificate gerarchicamente secondo la loro rilevanza economica. Di conseguenza, coloro le cui attività non si classificano come economicamente utili hanno meno valore di coloro che offrono validi contributi. Nella pratica, questo significa che le vite perse nel Mediterraneo hanno molto piú valore se si tratta di turisti su un traghetto, piuttosto che di profughi su un gommone affollato. Cap.7 La comunicazione internazionale ad alta velocità si è sviluppata ad altissima velocità. Non esiste infatti altro ambito che, dai tardi anni Ottanta a oggi, abbia goduto di una crescita esponenziale tanto evidente e tangibile quanto quella che ha interessato la sfera dell’informazione. Alcuni parlano semplicemente di «inquinamento dei cervelli»; alcuni individuano mutazioni nella socialità provocate dalle nuove tecnologie; altri, invece, ritengono che internet sia principalmente uno strumento di libertà, capace di affrancare l’informazione e facilitarne la condivisione, spianando inoltre la strada a una miriade di conversazioni globali che aumentano il potenziale umano in termini di solidarietà e tolleranza culturale, ma anche al manifestarsi di una consapevolezza globale nei riguardi di contraddizioni di larga scala come la disuguaglianza, la guerra e il cambiamento climatico. Dipendere da reti elettroniche di contatti per lo svolgimento delle nostre attività quotidiane ci rende vulnerabili. Uno degli ovvi esiti di questa massiccia intensificazione di internet è che oggigiorno passiamo molto piú tempo a comunicare e acquisire informazioni online. Un’altra conseguenza, altrettanto ovvia, è la frammentazione dei contenuti dell’informazione. Nicholas Carr si è chiesto se Google ci stia rendendo piú stupidi, rispondendo subito affermativamente. Carr inizia l’articolo confessando di non essere piú in grado di leggere lunghi passaggi di prosa senza interruzioni. Aveva sperimentato, come tanti, una riduzione della soglia d’attenzione, e con essa della capacità di assorbire le informazioni, assimilarle e trasformarle in conoscenza, come se la sua mente non riuscisse ad acquisire altro frammenti, riassunti, titoli e brevi testi. Scaricato da Rotten Boys ([email protected]) lOMoARcPSD|36179657 Eli Pariser, cyberattivista per le libertà digitali, ha parlato in maniera dettagliata di come i motori di ricerca «adattino» e «personalizzino» le nuove ricerche in base a quelle effettuate precedentemente. Questi servizi hanno avuto come effetto di radicare e accentuare le divergenze già esistenti tra le varie fazioni. anche la rivoluzione dell’informazione riflette, rafforza e trasforma le disuguaglianze globali. Mentre la stragrande maggioranza dei residenti in paesi membri dell’Ocse può fruire facilmente e quotidianamente del web, questo non vale per i paesi del Sud globale. In linea generale, più un paese è povero in termini di PIL, meno diffuso sarà l’uso di internet. Tuttavia, la proliferazione di telefoni cellulari a basso costo ha reso il divario tecnologico meno netto di quanto ci si potrebbe aspettare. I cellulari hanno avvicinato le persone socialmente, nel Sud come nel Nord del mondo. La recente intensificazione della migrazione di masse di rifugiati dall’Asia e dall’Africa all’Europa, non può essere compresa senza tenere in considerazione la rapida diffusione della comunicazione istantanea. La disponibilità crescente di informazione libera, produce un sovraccarico, ovvero informazioni indesiderate o superflue che ci ostacolano nel giungere una visione del mondo coerente, un vero e proprio traboccare di dati, «di cose fuori posto». Il modo in cui selezioniamo, filtriamo e organizziamo le informazioni costituisce una delle questioni teoriche di maggior rilevanza nell’ambito della “teoria cognitiva". Per sfruttare al meglio questa flessibilità, però, sono necessari criteri di selezione, molto più difficili da stabilire in una società sovraccarica di informazioni piuttosto che in una scarsa di esse. La quantità di informazioni disponibili, ma anche la velocità del loro ricambio, sono nemiche della profondità di pensiero e della produzione intellettuale di qualità. In un mondo surriscaldato, la conoscenza e i mezzi utilizzati per archiviarla e diffonderla diventano rapidamente obsoleti, diventano dei rifiuti. Gli enormi blocchi d’informazione che vengono prodotti senza sosta non vengono cancellati ma si accumulano. Le informazioni in eccesso possono essere considerate una sorta di rifiuto, che non inquina solo Ia mente ma anche il tempo, riempiendo gli spazi e rendendo la lentezza una risorsa rara è soprattutto in questi termini che l’informazione riduce la flessibilità. La congestione dell’«autostrada globale dell’informazione» provocata da masse di informazioni inutili, assomiglia per alcuni aspetti ad altre forme di congestione, nelle quali il surriscaldamento - l’accelerazione - si accompagna invece all’immobilità. Scaricato da Rotten Boys ([email protected])

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