Finanza Agevolata Completo PDF

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Summary

This document discusses the concept of subsidized financing. It explores the features of entrepreneurship and the role of businesses in generating wealth, including the importance of profit for the sustainability of any business.

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Cos’è la Finanza Agevolata? L’Insieme degli strumenti finanziari utilizzati dal legislatore a livello comunitario, nazionale, regionale o locale per favorire la competitività e lo sviluppo delle imprese. La finanza agevolata serve, dunque, a migliorare il business delle aziende già esistenti e a cre...

Cos’è la Finanza Agevolata? L’Insieme degli strumenti finanziari utilizzati dal legislatore a livello comunitario, nazionale, regionale o locale per favorire la competitività e lo sviluppo delle imprese. La finanza agevolata serve, dunque, a migliorare il business delle aziende già esistenti e a creare nuove imprese. Profilo sfocato dell’imprenditore →Sviluppare un’idea di business (spin off) →Rilanciare un’idea di business (acquisto, rilevazione, ramo d’azienda) →Crearsi una opportunità lavorativa che “piace”: per tema, per indipendenza, per “potere”, “status”. →Per “necessità percepita” (mancanza di alternative), → Avere maggiore redditività (rischio-redditività) → Disoccupazione o impresa familiare L’impresa è un’organizzazione che ha come obiettivo: la produzione di beni e servizi la loro vendita sul mercato al fine di generare ricchezza (profitto e/o valore aggiunto) Il profitto permette di remunerare i fattori ricchezza produttivi impiegati: lavoro (salari),il capitale investito e quindi mantenere in vita l'impresa stessa L’ Imprenditore è colui/colei che possiede l’impresa e si assume i rischi derivanti dalla sua attività. L’Imprenditore è colui/colei che definisce e gestisce la strategia e la tattica migliore per l’organizzazione dei fattori produttivi (capitale, lavoro, conoscenze, ecc.) in un ambiente competitivo. Strategia (decisioni di produzione che influenzano i comportamenti degli altri attori, teoria dei giochi) Capacità nell’organizzazione aziendale (routines, conoscenza tacita) L’ambiente è davvero competitivo? forme non competitive di mercato, il cosiddetto ``potere di mercato’’ Fattori rilevanti, per la creazione di un’impresa il mercato target: quanti sono i potenziali clienti, dove si trovano, quanto sono disposti a spendere (settore/industria in cui si vuole entrare) Livello di concorrenza: chi opera già nello stesso settore, chi sta per entrarvi o potrebbe farlo in futuro, quali prezzi pratica la concorrenza, che fatturati raggiunge (oligopolio, concorrenza perfetta, concorrenza monopolistica) Gli obblighi di legge: normativa fiscale, societaria, contabile, del lavoro, della sicurezza, altre leggi speciali come ad esempio quelle sui rifiuti, ecc. (impianto istituzionale) 1 le opportunità agevolative e finanziarie: possibilità di ottenere agevolazioni pubbliche, di accedere al credito bancario, acquisizione nuovi soci, conoscenza (politiche pubbliche a supporto) dei meccanismi del credito, (regolamentazione finanziaria) informazioni sui costi: quanto costano le attrezzature, i locali in affitto, le utenze, le consulenze, le materie prime, i macchinari, le apparecchiature informatiche, il software. (il ruolo dell’informazione) Elementi di Teoria della Produzione La produzione è il processo di trasformazione degli input in output. La struttura dei costi di un'impresa dipende dalla natura del processo di produzione. Una funzione di produzione è la relazione tra la quantità di input che un'impresa utilizza e la quantità di output che produce. Un input fisso è un input la cui quantità è fissata per un periodo di tempo e non può essere variata. Un input variabile è un input la cui quantità l'impresa può variare in qualsiasi momento. Il lungo periodo è il periodo in cui tutti gli input possono essere variati. Il breve periodo è il periodo in cui almeno un input è fisso. La curva del prodotto totale mostra come la quantità di output (Q) dipenda dalla quantità dell'input (L, lavoro per esempio) variabile per una data quantità dell'input fisso Decisioni di produzione nel breve periodo Il prodotto marginale è la variazione della produzione risultante da un aumento di un'unità della quantità di input di lavoro (ΔQ / ΔL). Il prodotto marginale aumenta inizialmente man mano che vengono assunti più lavoratori; poi declina. Esempio (azienda agricola):superato un certo punto, un altro lavoratore sul campo lo renderà così affollato il suo prodotto marginale sarà inferiore a quello dell'ultimo lavoratore. (il prodotto marginale del lavoratore aumenta per poi iniziare a diminuire) 2 Il prodotto marginale di un input (esempio lavoro) è la quantità aggiuntiva di output prodotta utilizzando un'altra unità di tale input. MPL (PRODOTTO MARGINALE DEL LAVORO) =variazione della quantità di produzione prodotta da un'unità aggiuntiva di lavoro MPL = ΔQ/ΔL Thomas Malthus (1766-1834) predisse che con la crescita della popolazione, la diminuzione della capacità dell'economia di produrre cibo da un dato insieme di risorse avrebbe necessariamente portato a cibo insufficiente. Tuttavia, la popolazione continua a crescere e così anche la produzione alimentare. Tuttavia Malthus non aveva considerato la tecnologia nella sua ipotesi. Struttura dei costi (aspetto fondamentale dell’organizzazione aziendale) Un costo fisso è un costo che non dipende dalla quantità di output prodotto. È il costo dell'input fisso. 3 Un costo variabile è un costo che dipende dalla quantità di output prodotto. È il costo dell'input variabile Il costo totale (TC) di produzione di una data quantità di produzione è la somma del costo fisso (FC) e del costo variabile (VC) di produzione di tale quantità di output. TC = FC + VC La curva dei costi totali diventa più ripida man mano che viene prodotta una maggiore produzione, a causa dei rendimenti decrescenti di scala. Il costo marginale è la variazione del costo totale generato da un'unità aggiuntiva di produzione. MC = ΔTC/ΔQ Perché la curva dei costi marginali ha una pendenza positiva? Per la presenza di rendimenti decrescenti di scala in questo esempio.All'aumentare della produzione, il prodotto marginale dell'input variabile diminuisce. Ciò implica che sempre più input variabili devono essere utilizzati per produrre ogni unità aggiuntiva di output man mano che la quantità di output già prodotta aumenta. E poiché ogni unità dell'input variabile deve essere pagata, aumenta anche il costo per unità aggiuntiva di output. Costo Medio (Average Cost)= la relazione tra costo fisso e variabile medio influenzerà le decisioni di produzione e di investimento nel lungo periodo (quando anche i costi fissi possono variare) →Costo totale medio (costo medio) = costo totale per unità di prodotto ATC = TC/Q →Costo fisso medio = costo fisso per unità di produzione prodotta AFC = FC/Q →Costo variabile medio = costo variabile per unità di prodotto AVC = VC/Q. L'aumento della produzione ha due effetti opposti sul costo totale medio: 1. L'effetto di diffusione: maggiore è la produzione, maggiore è la produzione su cui viene distribuito il costo fisso, portando a un costo fisso medio inferiore. 4 2. L'effetto di rendimento decrescente: maggiore è l'output, maggiore è l'input variabile richiesto per produrre unità aggiuntive, il che porta a un costo variabile medio più elevato 1. Il costo marginale è inclinato verso l'alto a causa della diminuzione dei rendimenti. 2. Anche il costo variabile medio è inclinato verso l'alto, ma è più piatto della curva del costo marginale. 3. Il costo fisso medio è inclinato verso il basso a causa dell'effetto di diffusione. 4. La curva del costo marginale interseca la curva del costo totale medio dal basso, attraversandola nel suo punto più basso Relazione tra Costo Totale Medio (ATC) e Costo Marginale (MC) L'output a costo minimo è la quantità di output alla quale il costo totale medio è più basso, la parte inferiore della curva del costo totale medio a forma di U. Tre principi generali che sono sempre veri sulle curve del costo marginale e del costo totale medio di un'impresa: - Al costo minimo di produzione, il costo totale medio è uguale al costo marginale. - A una produzione inferiore al costo minimo, il costo marginale è inferiore al costo totale medio e il costo totale medio è in diminuzione. - Alla produzione superiore al costo minimo, il costo marginale è maggiore del costo totale medio e il costo totale medio è in aumento. 5 Lungo Periodo e Breve Periodo Tutti gli input sono variabili nel lungo periodo. Ciò significa che a lungo termine, anche i costi fissi (come le dimensioni della fabbrica) possono variare. L'impresa sceglierà il suo costo fisso (cioè il suo investimento) nel lungo periodo in base al livello di produzione che prevede di produrre. A livelli bassi di produzione, costi fissi bassi portano a costi medi totali più bassi A livelli alti di produzione, costi fissi alti portano a costi medi totali più bassi Esiste un trade-off (compromesso) tra costi fissi più elevati e costi variabili inferiori per un dato livello di output e viceversa. La curva di costo totale medio di lungo periodo La curva del costo totale medio di lungo periodo mostra la relazione tra produzione e costo totale medio quando è stato scelto il costo fisso per ridurre al minimo il costo totale medio per ciascun livello di produzione (Le curve dei costi totali medi di breve e lungo periodo differiscono perché un'impresa può scegliere il suo costo fisso nel lungo periodo.) Rendimenti di scala Ci sono rendimenti di scala crescenti (economie di scala) quando il costo totale medio di lungo periodo diminuisce con l'aumentare della produzione. Ci sono rendimenti di scala decrescenti (diseconomie di scala) quando il costo totale medio di lungo periodo aumenta all'aumentare della produzione. Ci sono rendimenti di scala costanti quando il costo totale medio di lungo periodo è costante all'aumentare della produzione Concorrenza perfetta: Caratteristiche principali Ci sono molti acquirenti e venditori, ognuno con una piccola quota di mercato (insignificante). Quota di mercato: la frazione della produzione totale dell'industria rappresentata dalla produzione di quel produttore ,ciò significa che sia i venditori che gli acquirenti sono price-taker. Le loro azioni non hanno alcun effetto sul prezzo. Il prodotto è standardizzato (noto anche come merce) tra i venditori: i consumatori considerano equivalentI i prodotti di venditori diversi Nel mercato non esistono barriere di entrata né frizioni (o particolari costi) per l’uscita delle imprese. I nuovi produttori possono facilmente entrare in un settore e i produttori esistenti possono facilmente lasciare quell'industria Poiché ogni impresa è price-taker (considera i prezzi come dati), le entrate totali (Total Revenues, TR) di ciascuna impresa saranno uguali al Prezzo (P) × alla quantità (Q) venduta, TR = P × Q E profitto = entrate totali − costo totale (Total Cost, TC) Profit = TR – TC 6 Entrate marginali e la regola ottimale Entrate marginali (Marginal Revenues, MR): variazione delle entrate totali (Total Revenue, TR) generate da un'unità aggiuntiva di produzione MR = ΔTR/ΔQ Per le imprese price-taker, MR è semplicemente il prezzo di mercato del bene Regola dell'output ottimale: il profitto è massimizzato producendo la quantità di output alla quale il ricavo marginale dell'ultima unità prodotta è uguale al suo costo marginale Perché il profitto è massimizzato dove MR = MC? Ogni volta che l'azienda produce un'altra unità, ci sono costi aggiuntivi e ricavi extra. Se la produzione di un'altra unità aumenta le entrate di quanto costi, il profitto aumenterà. Se MR > MC, produrre di più aumenterà il profitto; Se MR < MC, produrre meno aumenterà il profitto. Poiché MR = P per le imprese competitive, la regola di massimizzazione del profitto è: scegli la quantità di produzione dove P = MC. Conviene produrre finché aumentare la produzione di un'unità in più crea più entrate marginali (MR) che costi marginali (MC) QUANDO LA PRODUZIONE È REDDITIZIA? Ricordiamo che stiamo usando il profitto economico, che include i costi impliciti. È normale che il profitto economico di un'impresa sia pari a zero. - Se TR > TC, l'azienda è redditizia. - Se TR = TC, l'azienda raggiunge il pareggio. - Se TR < TC, l'azienda subisce una perdita 7 CALCOLO DEI COSTI TOTALI E DEI PROFITTI Profitto = TR − TC = (TR/Q − TC/Q) × Q, oppure Profitto = (P − ATC) × Q Il prezzo di pareggio (break-even) di un'impresa price-taking è il prezzo di mercato al quale guadagna zero profitto Chiudere o no l’impresa? Le perdite non significano chiusura immediata. I costi fissi devono essere pagati indipendentemente dal fatto che l'azienda produca nel breve periodo. Le imprese sceglieranno di produrre (anche in perdita) se possono coprire la loro variabile E PARTE dei loro costi fissi. Scorciatoia: il prezzo è pari o inferiore al prezzo di chiusura? - Prezzo di arresto: costo variabile medio minimo 8 MODIFICA DEI COSTI FISSI L'acquisto o la vendita di attrezzature consente a un'azienda di modificare il suo costo fisso. Un'azienda sceglierà il livello di costo fisso che riduce al minimo il costo totale medio per la quantità di produzione desiderata e ciò potrebbe significare chiudere del tutto Curva d’offerta dell’industria (settore) Se P > prezzo di pareggio - Costo totale medio (ATC) minimo - le imprese sono redditizie. Questo profitto attira nuovi entranti se le prospettive di lungo periodo sono tali per cui il livello di competizione (misurato solo dal prezzo in questo caso) è «sostenibile», cioè che la struttura dei costi riesce ad essere ammortizzata spalmando i profitti e nuove imprese troveranno profittevole entrare nel mercato. La curva d’offerta dell’industria di breve periodo La curva di offerta del settore mostra la relazione tra il prezzo di un bene e la produzione totale dell'industria nel suo complesso. La curva di offerta industriale di breve periodo mostra come la quantità fornita da un'industria dipenda dal prezzo di mercato dato un numero fisso di produttori. Si ha un equilibrio di mercato di breve periodo quando la quantità fornita è uguale alla quantità domandata, prendendo come dato il numero di produttori L’equilibrio di mercato di lungo periodo Nuove imprese entrano finché c'è profitto economico (P > min ATC). Un mercato è in equilibrio di lungo periodo quando la quantità fornita è uguale alla quantità richiesta, dato che è trascorso un tempo sufficiente per entrare e uscire dall'industria. 9 Gli effetti di un aumento della domanda nel breve e lungo periodo Un aumento della domanda aumenta la produzione e quindi i profitti. Nel breve periodo i profitti sono positivi La prospettiva di profitti positivi attrae nuovi entranti (S1 -- > S2) Competizione nel mercato porta ad una diminuzione dei prezzi fin quando i profitti si riducono al minimo Confronto tra curve di offerta nel breve e lungo periodo La curva di offerta di lungo periodo è più piatta della curva di offerta di breve periodo: – Un prezzo più alto attrae nuovi operatori nel lungo periodo, aumentando la produzione del settore e abbassando il prezzo. – Un calo dei prezzi induce i produttori esistenti a uscire nel lungo periodo, riducendo la produzione industriale e aumentando i prezzi Modulo 2 Strutture di mercato Al fine di sviluppare modelli e fare previsioni su come si comporteranno i produttori, si possono analizzare 4 modelli principali di struttura del mercato: Concorrenza perfetta Monopolio Oligopolio Concorrenza monopolistica MONOPOLIO Monopolista: un'impresa che è l'unico produttore di un bene senza sostituti stretti. (Un'industria controllata da un monopolista è nota come monopolio) Potere di mercato: la capacità di un'impresa di aumentare i prezzi Qual è la strategia di produzione di un monopolista? Un monopolista riduce la quantità fornita a QM e sale la curva di domanda da C a M, aumentando il prezzo fino a PM Perché esistono i monopoli? Come possono farla franca e proteggere i loro profitti dalle nuove imprese? I profitti non persisteranno nel lungo periodo a meno che non vi sia una barriera all’entrata. Le barriere all’entrata sono essenziali per i monopoli in quanto generano profitto per il monopolista nel breve e nel lungo periodo. 10 Quali sono le diverse forme di barriere all’entrata? – Controllo delle risorse naturali o dei fattori di produzione. – Rendimenti di scala. – Superiorità tecnologica: un monopolio naturale esiste quando l'aumento dei rendimenti di scala (economie di scala) fornisce un grande vantaggio in termini di costi a una singola impresa.Una data quantità di produzione è prodotta più a buon mercato da una grande impresa che da due o più imprese più piccole. - Esternalità di network: il valore di un bene o servizio per un individuo aumenta man mano che più individui utilizzano lo stesso bene o servizio – Barriere create dal governo, inclusi brevetti e diritti d'autore.: Un brevetto conferisce a un inventore un monopolio temporaneo nell'uso o nella vendita di un'invenzione. Un diritto d'autore conferisce al creatore di un'opera letteraria o artistica il diritto esclusivo di trarre profitto da tale opera. Massimizzazione del profitto del monopolista Le imprese competitive non possono scegliere il prezzo ma i monopolisti possono Tutte le imprese affrontano la stessa regola: il profitto è massimizzato al Q dove il ricavo marginale (Marginal Revenue, MR) è uguale al costo marginale (Marginal Cost, MC). Il ricavo marginale è il rapporto tra la variazione delle entrate totali e la variazione della quantità MR = ∆TR/ ∆Q in cui TR = Total Revenues (Entrate totali) Entrate marginali (Marginal Revenues, MR) è al di sotto della curva di domanda Un aumento della produzione da parte di un monopolista ha due effetti opposti sulle entrate: 1.Un effetto quantità: un'altra unità viene venduta, aumentando i ricavi totali del prezzo al quale l'unità viene venduta. 2.Un effetto prezzo: per vendere l'ultima unità, il monopolista deve tagliare il prezzo di mercato su tutte le unità vendute; Ciò riduce le entrate totali La massimizzazione del profitto consiste in due fasi: 1.Scelta di una quantità: si sceglie Q in cui MR = MC 2.Scegliere un prezzo: si sceglie il prezzo più alto che puoi applicare, che è il prezzo più alto che i consumatori pagheranno per quella quantità. Per trovare la quantità di produzione che massimizza il profitto per un monopolista, si cerca il punto in cui la curva di ricavo marginale attraversa la curva di costo marginale, ma questo non è il prezzo che il monopolista sceglierà. L'azienda vorrà addebitare il più possibile. Perché fermarsi alla quantità in corrispondenza del Ricavo Marginale se può addebitare fino a ciò che la curva di domanda dice che le persone pagheranno? 11 MONOPOLIO E POLITICA PUBBLICA Il profitto monopolistico avviene a spese dei consumatori: quando un monopolio aumenta i prezzi e abbassa Q, il surplus dei consumatori diminuisce e si crea una perdita secca. Per evitare questo, la politica del governo tenta di prevenire o eliminare comportamenti monopolistici attraverso politiche antitrust IL MONOPOLIO NATURALE I monopoli naturali sono una storia diversa: portano costi più bassi, ma non c'è alcuna garanzia che l'azienda trasferirà volontariamente i suoi risparmi sui costi ai consumatori Cosa può fare la politica pubblica al riguardo? Due risposte comuni: Proprietà pubblica (pubblica): le società di proprietà pubblica, tuttavia, sono spesso mal gestite Regolamentazione dei prezzi: un massimale imposto ad un monopolista non crea penuria se non è fissato troppo in basso 12 MONOPOLIO E MONOPSONIO Un monopsonio esiste quando c'è un solo acquirente di un bene. Es. SKY, DAZN: la società combinata coprirebbe la maggior parte degli italiani con pay-per-view; la società risultante dalla fusione sarebbe praticamente l'unico acquirente di programmi DISCRIMINAZIONE DI PREZZO Finora abbiamo ipotizzato che la nostra azienda sia un monopolista a prezzo unico: offre il suo prodotto a tutti i consumatori allo stesso prezzo. tuttavia, alcune imprese praticano la discriminazione dei prezzi: applicano prezzi diversi a consumatori diversi per lo stesso bene. (Ai consumatori che hanno una bassa elasticità del prezzo, si addebita di più) PERFETTA DISCRIMINAZIONE DI PREZZO:un'azienda addebiterà a ciascun cliente il prezzo massimo che ciascuno è disposto a pagare. Sotto una perfetta discriminazione dei prezzi, l'azienda cattura tutto il surplus dei consumatori come profitto. Con la perfetta discriminazione di prezzo non vi è alcuna perdita secca perché tutte le transazioni reciprocamente vantaggiose vengono sfruttate e non c'è surplus del consumatore perché l'intero surplus è catturato dal monopolista sotto forma di profitto. TECNICHE COMUNI DI DISCRIMINAZIONE DEI PREZZI Restrizioni per l'acquisto anticipato: I prezzi sono più bassi per chi acquista con largo anticipo Sconti sui volumi: Il prezzo è più basso se si acquista una grande quantità 13 Tariffe bipartite: Un cliente paga una tariffa fissa in anticipo e quindi una commissione unitaria su ogni articolo acquistato (es. carta Conad) OLIGOPOLIO Un oligopolio è un mercato dominato da un piccolo numero di imprese. Lo studio dell’oligopolio è complicato perché non è una singola azienda che considera i suoi costi e prezzi nel vuoto (come le imprese perfettamente competitive e i monopoli). I profitti di una grande impresa dipendono fortemente dalle azioni intraprese da altre grandi imprese Nell’oligopolio c’è la concorrenza imperfetta: nessuna impresa ha il monopolio, ma i produttori possono influenzare i prezzi di mercato MISURAZIONE DELL'OLIGOPOLIO Per avere un quadro migliore della struttura del mercato, gli economisti usano spesso l'indice Herfindahl-Hirschman, o HHI. L'HHI per un settore è la somma dei quadrati della quota di vendita di ciascuna azienda sul mercato. Ad esempio, se ci sono tre aziende con una quota di mercato del 60%, 25% e 15% ciascuna: HHI = 602 ² + 252 ² + 152 ² = 4,450 HHI inferiore a 1.000 indica un mercato fortemente competitivo. HHI da 1.000 a 1.800 indica un mercato piuttosto competitivo. HHI superiore a 1.800 indica un oligopolio. Se HHI è superiore a 1.000, una fusione che si traduce in un aumento significativo dell'HHI riceverà un esame speciale ed è probabile che non sia consentita. DUOPOLIO Duopolio: oligopolio costituito da due sole imprese; Con solo due aziende del settore, ciascuna si rende conto che i profitti sarebbero più alti se limitasse la sua produzione (e mantenesse i prezzi più alti). La cooperazione tra le imprese può essere redditizia, ma è instabile e illegale in molti Stati del mondo. Collusione: imprese che cooperano per aumentare i profitti reciproci. La forma più forte di collusione è un cartello: un accordo di diversi produttori per limitare la produzione al fine di aumentare i loro profitti comuni. Esempio: L'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) limita la produzione per ogni paese membro per aumentare i prezzi del petrolio e i profitti. Comportamento non cooperativo: le imprese ignorano gli effetti delle loro azioni sui profitti reciproci GIOCHI OLIGOPOLISTI Teoria dei giochi: lo studio del comportamento in situazioni di interdipendenza; Un modo per prevedere i risultati in situazioni strategiche come gli oligopoli 14 IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO Il dilemma del prigioniero è una situazione in cui ogni giocatore ha un incentivo a imbrogliare ed entrambi i giocatori finiscono per stare peggio. Il gioco si basa su due premesse: – Ogni giocatore ha un incentivo a scegliere un'azione che lo avvantaggia a spese dell'altro giocatore – Quando entrambi i giocatori agiscono in questo modo, entrambi stanno peggio che se avessero agito in modo cooperativo Strategia del dilemma del prigioniero: Una strategia dominante: una strategia che è la migliore azione di un giocatore indipendentemente dall'azione intrapresa dall'altro giocatore. A seconda dei payoff, un giocatore può avere o meno una strategia dominante Equilibrio di Nash (noto anche come equilibrio non cooperativo): Il risultato quando ogni giocatore in un gioco sceglie l'azione che massimizza il suo payoff date le azioni degli altri giocatori, ignorando gli effetti della sua azione sui payoff ricevuti da quegli altri giocatori Superare il dilemma dei prigionieri Interazione ripetuta e tacita collusion I giocatori che non tengono conto della loro interdipendenza arrivano a un equilibrio di Nash, o non cooperativo, ma se un gioco viene giocato ripetutamente, i giocatori possono impegnarsi in comportamenti strategici, sacrificando il profitto a breve termine per influenzare il comportamento futuro. Tit for tat: una strategia di giocare in modo cooperativo all'inizio, poi fare qualsiasi cosa l'altro giocatore abbia fatto nel periodo precedente Cooperazione La cooperazione è più facile quando: L’interazione tra i giocatori è ripetuta I giocatori sono pazienti Le interazioni tra i giocatori sono frequenti Le deviazioni dei giocatori sono osservabili Il guadagno ottenuto imbrogliando è relativamente piccolo Il costo di interrompere la cooperazione è relativamente elevato 15 L'OLIGOPOLIO IN PRATICA Gli oligopoli operano sotto forma di restrizioni legali sotto forma di politica antitrust. Politiche antitrust: sforzi intrapresi dal governo per impedire che le industrie oligopolistiche diventino o si comportino come monopoli Molti riescono a raggiungere una tacita collusione (accordi non y espressi).Tuttavia, la collusione tacita è limitata da una serie di fattori, tra cui: - meno concentrazione. - prodotti complessi e schema di prezzi. - differenze di interessi. - potere contrattuale degli acquirenti. Quando la collusione si rompe e i prezzi crollano, c'è una Guerra di Prezzo. Per limitare la concorrenza, gli oligopolisti spesso si impegnano nella differenziazione del prodotto, un tentativo da parte di un'impresa di convincere gli acquirenti che il suo prodotto è diverso dai prodotti di altre aziende del settore. Gli oligopolisti spesso evitano di competere direttamente sul prezzo, impegnandosi invece in una concorrenza non di prezzo attraverso la pubblicità e altri mezzi. Nella leadership dei prezzi un'impresa stabilisce il suo prezzo per prima, e altre aziende seguono. 16 CONCORRENZA MONOPOLISTICA E DIFFERENZIAZIONE DEI PRODOTTI La concorrenza monopolistica è una struttura di mercato che è un po' come il monopolio e un po' come la concorrenza perfetta. Specificamente: – molti concorrenti – Prodotti simili ma non identici – Ingresso e uscita liberi dal settore nel lungo periodo Esempio:I ristoranti sono concorrenti monopolistici. DIFFERENZIAZIONE DEI PRODOTTI TRA LE IMPRESE Differenziazione orizzontale: ordinamenti di preferenze diversi rispetto alle caratteristiche del prodotto (auto del medesimo modello, ma di diverso colore); contenuto tecnologico e costi di produzione simili Differenziazione verticale :ordinamenti di preferenze uguali rispetto alle caratteristiche del prodotto. Il prodotto superiore ingloba tutte le caratteristiche del prodotto inferiore (computer con processore 3.5 Ghz e 16 Gb di memoria e computer con processore 2 Ghz e 12 Gb di memoria); tecnologia e costi di produzione molto differenti. Un’altra caratterizzazione della differenziazione di prodotto Differenziazione per stile o tipo: esempio berline contro SUV Differenziazione per località: esempio lavanderia a secco vicino a casa contro lavanderia a secco più economica lontano Differenziazione per qualità: esempio cioccolato ordinario contro cioccolato gourmet CARATTERISTICHE DEL SETTORE Ci sono due caratteristiche importanti delle industrie con prodotti differenziati. 1.Concorrenza tra i venditori: l'ingresso di più produttori riduce la quantità venduta da ciascun produttore esistente. 2.Valore nella diversità: i consumatori traggono vantaggio dalla maggiore diversità dei prodotti. MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO A BREVE TERMINE Stessa regola di massimizzazione del profitto utilizzata in precedenza: 1. Produrre la Q in cui MR = MC. 2. Come le imprese monopolistiche, stabilisci il prezzo in base alla domanda. AGGIUSTAMENTI ALL'EQUILIBRIO DI LUNGO PERIODO EFFETTI DELL'INGRESSO: - nuovi entranti significano meno clienti per le aziende originali: la domanda e il cambiamento MR sono rimasti. 17 - I profitti (economici) scendono a zero: le imprese raggiungono il pareggio e i nuovi ingressi si fermano. EFFETTI DELL'USCITA - Nuove uscite significano più clienti per le aziende rimanenti: la domanda e il MR spostano a destra. - I profitti (economici) scendono a zero: le imprese vanno in pareggio e le uscite si fermano. L'EQUILIBRIO A ZERO PROFITTI DI LUNGO PERIODO Se le imprese stanno guadagnando profitti economici, nuove imprese vorranno entrare nel settore. Ciò ridurrà la curva di domanda di ogni singolo produttore. A lungo termine, ogni fornitore guadagnerà profitti normali e il prezzo sarà uguale al costo totale medio. LA CONCORRENZA MONOPOLISTICA È INEFFICIENTE? Le imprese in un settore monopolisticamente competitivo hanno una capacità in eccesso: producono meno della produzione alla quale il costo totale medio è ridotto al minimo. Oligopoli e imprese monopolisticamente competitive pubblicizzano. TIPI DI PUBBLICITÀ Pubblicità come parte del prodotto: Anche se NON viene fornita alcuna informazione, il branding rende il prodotto più piacevole. Esempio: gli assaggiatori apprezzano di più la cola se è etichettata Coca-Cola. Pubblicità "informativa":informazioni su prezzo, qualità e disponibilità Modulo 3 Verso gli strumenti di Finanza Agevolata. L’intermediario (agente) finanziario più importante:La banca Dal punto di vista giuridico, la banca è l’impresa autorizzata all’esercizio dell’attività bancaria. Questa si sostanzia: nell’esercizio congiunto del credito e della raccolta del risparmio presso il pubblico; Ogni pagamento è un trasferimento di credito da un agente all’altro (definizione alternativa) in ogni altra attività finanziaria (es. leasing finanziario, consulenza alle imprese, custodia e amministrazione di valori mobiliari); in attività connesse e strumentali (es. produzione di servizi informatici per proprio uso). Sono salve le riserve di attività previste dalla legge. 18 La banca: caratterizzazione dell’attività L’estensione operativa effettiva di una banca costituisce una scelta discrezionale del management. L’esercizio congiunto del credito e della raccolta del risparmio è necessario e sufficiente per ottenere la qualifica di banca. La congiunzione dell’esercizio del credito e della raccolta presso il pubblico separa nettamente le banche da altri intermediari finanziari (società di leasing, di factoring) sprovvisti di un’autonoma capacità di provvista presso gli operatori finali. Da un punto di vista economico e operativo la banca è un’impresa di servizi, multibusiness, che nell’ambito del sistema finanziario svolge essenzialmente una funzione: 1. MONETARIA (e di trasmissione degli impulsi di politica monetaria:) le passività bancarie (i depositi in c/c) sono accettate come mezzo di pagamento. Tale accettazione presuppone: - che la singola banca e il sistema bancario godano della fiducia del pubblico (il rischio di insolvenza delle banche deve essere percepito come non rilevante); - che il sistema predisponga una serie di procedure operative e di strutture tecnologiche che rendano efficiente, sicuro ed accessibile l’uso della moneta bancaria. 2. CREDITIZIA (prestiti e attività speculative di borsa): La funzione creditizia si sostanzia nel consentire il collegamento - l’incontro - delle unità in surplus e in deficit affinché possano scambiarsi risorse finanziarie. Oppure, si sostanzia nel creare attività finanziarie – quindi creare moneta creditizia - (con volumi soggetti a vincoli istituzionali, legislativi) che poi viene depositata istantaneamente presso la banca. La banca si interpone tra gli scambisti finali e assume posizioni debitorie nei confronti delle prime e creditorie verso le seconde. N.B.: l’esercizio congiunto di tali funzioni espone la banca ad un rischio di liquidità e solvibilità particolarmente intensi. Lo stato patrimoniale della banca Visto che la gestione caratteristica della banca consiste nell’attività di intermediazione creditizia, il suo stato patrimoniale presenta in via generale la seguente struttura stilizzata: 19 Attività fruttifere di interessi (AFI): riserve di liquidità fruttifere, finanziamenti concessi in varie forme (prestiti bancari, finanziamenti di leasing e di factoring, credito al consumo) Altre attività finanziarie (AAF): moneta legale, altri valori monetari in cassa, crediti non fruttiferi Attività non finanziarie (ANF): immobilizzazioni materiali e immateriali Passività onerose di interessi (PFI): depositi bancari, depositi rappresentati da titoli (obbligazioni, certificati di deposito), debiti verso banche, passività subordinate Passività non onerose di interessi (PNO): fondo TFR, Fondo rischi, Fondi per spese future Mezzi propri (MP): capitale sociale e riserve di capitale, fondo rischi bancari generali, utile d’esercizio Sul fronte dello stato patrimoniale va in particolare osservata la: Composizione dell’attivo: le risorse raccolte vengono variamente allocate -prestiti alla clientela, valori mobiliari, riserve di base monetaria, investimenti in attività reali strumentali all’esercizio dell’impresa - con implicazioni sul fronte reddituale e dei rischi molto differenziate; Dimensione relativa delle passività onerose rispetto ai mezzi propri: la banca agisce in condizioni di elevata leva finanziaria; Composizione per scadenze del passivo: la banca mostra un prevalente orientamento alle passività a breve, a vista e a scadenza indeterminata (strumenti per larga parte dotati di funzione monetaria). La banca e gli equilibri aziendali Il fine istituzionale di una banca, in quanto impresa, è quello di produrre un margine economico che risulti adeguato. L’obiettivo aziendale non è quello di massimizzare la redditività, ma di ottimizzarla nel rispetto dei vincoli di liquidità e solvibilità. N.B.: Per margine economico si intende la differenza tra ricavi derivanti dalle vendite e i costi sostenuti per l’acquisto di tutti i fattori produttivi impiegati. EQUILIBRIO ECONOMICO La nozione di equilibrio economico identifica la capacità dell’intermediario di conseguire con stabilità un risultato economico che consenta una durevole permanenza dell’azienda nel sistema. Tale risultato deve essere soddisfacente in termini di livello e variabilità rispetto: alle aspettative del soggetto economico; alle previsioni della direzione aziendale; all’andamento medio del settore. L’attività di intermediazione svolta dalle banche si sostanzia nell’acquisizione di attività finanziarie fruttifere finanziate prevalentemente dall’emissione di passività 20 onerose, che generano rispettivamente ricavi per interessi attivi e costi per interessi passivi; L’equilibrio economico delle banche si fonda principalmente sul margine di interesse, costituito dalla differenza fra le due voci di ricavo e di costo menzionate. Ricavi per interessi attivi (-) Costi per interessi passivi ______________________________ (=) Margine di interesse Più in dettaglio, il conto economico di una banca, riclassificato in forma scalare, presenta in via generale la seguente struttura stilizzata: Ricavi per interessi attivi (-) Costi per interessi passivi (=) Margine di interesse (MI) (-) Ricavi netti da servizi (=) Margine di intermediazione (-) Costi operativi (=) Risultato di gestione (-) Accantonamenti, proventi e oneri diversi (=) Risultato lordo di imposte (-) Imposte (=) Risultato netto EQUILIBRIO FINANZIARIO La nozione di equilibrio finanziario rinvia alla capacità della gestione aziendale di: - mantenere con sufficiente continuità e stabilità l’equilibrio fra i flussi di cassa in entrata e quelli in uscita; - essere costantemente in grado di far fronte ai propri impegni di pagamento nella specie monetaria richiesta. Eventuali difficoltà di fronteggiare tempestivamente ed economicamente le uscite di cassa profila l’esposizione della banca al rischio di liquidità. Le banche sono particolarmente esposte al rischio di liquidità a causa delle funzioni assolte nell’ambito del sistema: il loro passivo a vista (che rappresenta la componente fondamentale della moneta detenuta dal pubblico) è per definizione soggetto ad un rischio di prelievo a discrezione del depositante (Corsa agli sportelli); una parte delle attività detenute in portafoglio (i prestiti) non è negoziabile sui mercati secondari e non sono facilmente liquidabili a discrezione della banca. 21 La scadenza media dell’attivo è dunque normalmente superiore a quella del passivo. Il rischio finanziario deriva dalla possibilità che non si raggiunga nel medio periodo un equilibrio fra entrate e uscite in condizione di redditività soddisfacente. Lo squilibrio fra entrate e uscite può essere coperto tramite: - l’utilizzo di riserve di base monetaria appositamente costituite; - la vendita di attività sul mercato secondario; - l’emissione di nuove passività. La sistematicità del ricorso a tali correttivi può generare costi finanziari che nel lungo periodo rischiano di intaccare la redditività aziendale. EQUILIBRIO PATRIMONIALE La nozione di equilibrio patrimoniale si riferisce alla capacità della banca di mantenere nel tempo un CAPITALE NETTO POSITIVO, cioè un’adeguata eccedenza del valore attuale dell’attivo rispetto a quello nominale del passivo; In tal caso si dice che la banca è solvibile, è cioè in grado di fronteggiare totalmente le obbligazioni verso i propri creditori senza perdite di capitale proprio in ipotesi di liquidazione dell’attività; N.B.: il concetto di valore attuale va inteso come valore delle attività al netto delle possibili perdite che ragionevolmente si possono immaginare in base agli andamenti dei tassi di mercato o in base alle condizioni di solvibilità della clientela. La determinazione del valore attuale delle attività è abbastanza problematica, specie per un osservatore esterno; Nell’ambito del vincolo di solvibilità entra allora in gioco il livello di capitalizzazione della banca, che costituisce una garanzia di solvibilità aziendale e dunque di equilibrio patrimoniale; Il rischio patrimoniale deriva dalla possibilità che la banca mostri un livello di patrimonializzazione inadeguato ai fini del raggiungimento degli obiettivi aziendali o rispetto alle prescrizioni delle Autorità preposte alla vigilanza sul sistema finanziario. Esempi recenti:Silicon Valley Bank, Credit Suisse, MPS Il rischio di tasso di interesse Si identifica con la possibilità che l’andamento dei tassi di mercato provochi variazioni divergenti del rendimento medio degli impieghi e del costo medio della raccolta, con conseguenti ripercussioni sul margine di interesse. Tale rischio scaturisce dalla presenza in bilancio di un disallineamento tra poste attive e passive che riguarda: - la durata contrattuale (per i contratti a scadenza determinata); - i tempi di repricing (rivedibilità dei tassi) per le operazioni a scadenza indeterminata. 22 La determinazione del rischio del tasso di interesse avviene in 5 step: 1.Definizione dell'orizzonte temporale entro il quale valutare l’esposizione della banca al rischio considerato: si definisce l’orizzonte temporale t0 - t1 (gapping period) entro il quale valutare l’esposizione al rischio. Ad esempio la valutazione può essere a fine mese,fine trimestre o fine anno. E’ essenziale definire chiaramente l’orizzonte temporale assunto come riferimento del calcolo perché esso consente di discriminare tra poste sensibili e non sensibili; Una posta può essere “sensibile” ai tassi o invece essere ” non sensibile” a seconda del periodo prescelto. 2. Riclassificazione del bilancio separando le operazioni a tasso rinegoziabile da quelle a tasso non rinegoziabile: in bilancio considero solo le poste che generano direttamente il margine di interesse (MI) cioè le attività fruttifere di interesse e le passività onerose; Tra queste separo le operazioni a tasso rinegoziabile - sensibili - da quelle a tasso non rinegoziabile - non sensibili. Quali sono le poste sensibili? Quelle il cui tasso di interesse può essere rivisto al variare dei tassi sul mercato,cioè: quelle che scadono nell’intervallo temporale considerato t0 - t1 quelle che prevedono contrattualmente la possibilità di revisione del tasso in t0 - t1 quelle scadenti a vista o a tempo indeterminato 3. Quantificazione dell’ammontare del GAP: Il Gap è dato dalla differenza tra le attività sensibili (AS) e le passività sensibili (PS) individuate in bilancio: GAP = AS – PS Due indicatori: GAP/ATTIVITA’ FRUTTIFERE TOT = esprime l’importanza relativa del grado di mismatching GAP/MP = fornisce una misura dell’adeguatezza della dotazione patrimoniale nel fronteggiare il tipo di rischio considerato. - Gap è positivo se AS>PS: significa che la scadenza media ponderata delle attività è inferiore a quella delle passività. Il Margine di Interesse (MI) migliora in fase di interessi crescenti e peggiora in fase di tassi calanti; - Gap è nullo se AS=PS: l’intermediario si trova in questo caso in una situazione sostanzialmente protetta dal rischio di tasso di interesse (nell’ipotesi che la variazione dei tassi di mercato impatti in modo uniforme sulle poste attive e passive); - Gap è negativo se AS 0 e i tassi AUMENTANO, allora MI AUMENTA questo perché la quota di AS è maggiore rispetto alla quota di PS dunque i ricavi per interessi attivi aumentano più dei costi per interessi passivi; Se il Gap è nullo, cioè AS = PS, il MI RESTA sostanzialmente INVARIATO; Se il Gap < 0 e i TASSI AUMENTANO ­allora il MI DIMINUISCE perché la banca dovrà rinegoziare il prezzo sulle passività sensibili (sostenendo l’onere di maggiori tassi passivi) a fronte di tassi attivi prefissati. L’incremento dei ricavi sulle AS sarà inferiore rispetto all’aumento dei costi sulle PS. Esempio: prevedo che i tassi di interesse sul mercato si RIDUCANO Se Gap > 0 e i tassi DIMINUISCONO allora MI DIMINUISCE : questo perché la quota di AS è maggiore della quota di PS quindi la riduzione dei ricavi per interessi attivi sarà superiore alla riduzione del costo per interessi passivi; Se il Gap è nullo il MI RESTA sostanzialmente INVARIATO; Se Gap Opportunità innovative -> Tecnologia Tecnologia -> Nuovi prodotti, nuovi processi, nuove forme di organizzazione aziendale. Legame tra finanza e innovazione L'innovazione riguarda i processi di apprendimento e scoperta di nuovi prodotti, nuove produzioni e nuove forme di organizzazione economica. Quando la concentrazione del mercato è alta (andiamo verso l’oligopolio) gli sforzi di ricerca sono scoraggiati da alte barriere all’entrata In alcune industrie (analisi di settore/mercato, strutture costi, etc.) hanno bisogno di alti investimenti. La finanza, i mercati finanziari e le istituzioni finanziarie diventano aspetti fondamentali. Come queste risorse prestate vengono allocate? Purtroppo, Il legame tra finanza e economia dell'innovazione è poco chiaro.Mentre la convinzione diffusa è che l'innovazione abbia bisogno di finanziamenti, il suo ruolo varia ampiamente a seconda delle dimensioni e dell'età dell'impresa innovativa, nonché del settore e della fase del ciclo di vita di un'industria. Come si finanzia la crescita aziendale/industriale Sistemi finanziari basati sul Credito (Europa continentale) - Prestiti a lungo termine - Proprietà multigenerazionale (o di lungo termine) - Legami finanza/cliente più istituzionalizzati - Innovazione per apprendimento Sistemi finanziari basati sul Mercato (USA, UK) - Mercati azionari, trattenute sui profitti - Trading - Legami più impersonali - Innovazione per selezione (competizione) Il metodo di finanziamento influenza le dinamiche e decisioni di produzione, investimento. 25 Selezione finanziaria Gli agenti finanziari (banche, per esempio) osservano parzialmente la qualità dei progetti che potrebbero finanziare. Nel suo complesso, il sistema finanziario è efficiente nel promuovere i progetti migliori (idee più innovative) e punire (scommettere contro) cattive performance delle aziende. Il sistema finanziario si trova costantemente di fronte a un dilemma tra utilizzare al meglio le informazioni e le risorse odierne, da un lato, e scommettere su opportunità inesplorate dall'altro. Dilemma tra finanziamento di breve e lungo periodo Un risultato di «breve periodo» che può rivelare buone prospettive di crescita sono i brevetti (non solo garantiti ma semplicemente richiesti). Molte richieste di brevetto posso catturare l’attenzione degli investitori, che alla ricerca di profitto ad alti rendimenti, potrebbero decidere di adottare strategie di investimento «rischiose» Incentivo perverso? Aziende mirano a «segnalare» prodotti di qualità piuttosto che «produrli» Spesso i brevetti vengono usati come forme di garanzie di profitti futuri per finanziari altri investimenti. Incentivo perverso? Segnalare molti brevetti (o richieste) per aumentare il valore delle garanzie per ottenere quindi maggiori investimenti. Le asimmetrie informative in breve: Il mercato dei limoni – Azzardo morale e selezione avversa Assunzione di mercati (più o meno) concorrenziali: gli agenti prendono le decisioni migliori possibili perché hanno a disposizione tutta l’informazione necessaria In realtà, questo non è possibile perché le informazioni private sono informazioni che alcune persone hanno ma altre no,questo genera asimmetrie informative Se ho a disposizione informazioni che altri non hanno, adotterò comportamenti opportunistici IL MERCATO DEI LIMONI (BIDONI) Partiamo con un esempio: un rivenditore d’auto usate cerca di vendere quante più auto possibili, il potenziale cliente non riuscirà mai ad osservare perfettamente la qualità del prodotto Qualcuno si offre di venderti un'auto quasi nuova di zecca, acquistata solo tre mesi fa, con solo 2.000 km sul contachilometri e senza ammaccature o graffi. Sarai disposto a pagare quasi lo stesso per un'auto direttamente dal concessionario? Quanto in meno? Difficile da capire perché non si osserva la qualità del prodotto. Perché quest’auto, apparentemente un affare, viene venduta? È perché il proprietario ha scoperto qualcosa di sbagliato in esso, che è un "limone"? Avendo guidato l'auto per un po’, il proprietario ne sa più di te e le persone sono più propense a vendere auto che danno loro problemi. 26 Potresti pensare che i venditori di auto usate siano avvantaggiati perché ne sanno più degli acquirenti. Ma i potenziali acquirenti sanno che i potenziali venditori probabilmente offriranno loro limoni: semplicemente non sanno quale auto è un limone. Per questo motivo, gli acquirenti offriranno un prezzo inferiore a quello che avrebbero se avessero una garanzia della qualità dell'auto. E questa cattiva opinione delle auto usate tende a rinforzarsi da sola: le auto usate saranno ulteriormente scontate perché gli acquirenti si aspettano che una quota sproporzionata di quelle auto siano limoni. Anche un'auto usata che non è un limone venderebbe solo con un grande sconto perché gli acquirenti non sanno se è un limone o meno, ma i potenziali venditori che hanno buone auto non sono disposti a venderle con uno scontoprofondo, tranne in circostanze eccezionali. Quindi le buone auto usate sono raramente offerte in vendita e le auto usate che vengono offerte in vendita hanno una forte tendenza ad essere limoni. Il risultato finale, quindi, non è solo che le auto usate si vendono a prezzi bassi e che ce ne sono un gran numero con problemi nascosti. Altrettanto importante, molte transazioni potenzialmente vantaggiose – vendite di buone auto da parte di persone che vorrebbero liberarsene a persone che vorrebbero acquistarle – finiscono per essere frustrate dall'incapacità dei potenziali venditori di convincere i potenziali acquirenti che le loro auto valgono effettivamente il prezzo più alto richiesto. Situazioni come questa vengono definite come il problema dei limoni e, con un nome più formale, selezione avversa. La ragione del nome è ovvia: poiché i potenziali venditori sanno di più sulla qualità di ciò che stanno vendendo rispetto ai potenziali acquirenti, hanno un incentivo a selezionare le cose peggiori da vendere. La selezione avversa si verifica quando un individuo sa di più su come sono le cose rispetto ad altre persone.Le informazioni private portano gli acquirenti ad aspettarsi problemi nascosti negli articoli offerti in vendita, portando a prezzi bassi e agli articoli migliori tenuti fuori dal mercato. La selezione avversa non si applica solo alle auto usate. È un problema per molti settori dell'economia, in particolare per le compagnie di assicurazione, e in particolare per le compagnie di assicurazione sanitaria. Supponiamo che una compagnia di assicurazione sanitaria offra una polizza standard a tutti con lo stesso premio. Il premio rifletterebbe il rischio medio ma ciò renderebbe la politica molto costosa per le persone sane, che sanno di avere meno probabilità rispetto alla persona media di sostenere spese mediche. Quindi le persone sane sarebbero meno propense delle persone meno sane ad acquistare la polizza, lasciando la compagnia di assicurazione sanitaria con esattamente i clienti che non vuole. Soluzione? Sanità fuori da logiche di mercato 1. Screening. Le compagnie di assicurazione auto forniscono un ottimo esempio dell'uso delle statistiche nello screening per ridurre la selezione avversa. Potrebbero 27 non sapere se sei un guidatore attento, ma hanno dati statistici sui tassi di incidenti di persone che assomigliano al tuo profilo e utilizzano tali dati per impostare i premi. Esempio: un maschio di 19 anni che guida un'auto sportiva e ha già avuto un parafango probabilmente pagherà un premio molto più alto di una donna di 40 anni che guida un SUV e non ha mai avuto un incidente. 2.Segnalazione. I potenziali clienti più affidabili devono dare un segnale delle loro informazioni private, intraprendendo alcune azioni che non varrebbe la pena intraprendere a meno che non fossero davvero buone prospettive. 3.Infine, di fronte a una selezione avversa, può essere molto utile stabilire una buona reputazione: un concessionario di auto usate spesso pubblicizza da quanto tempo è in attività per dimostrare che ha continuato a soddisfare i propri clienti (Esempi') AZZARDO MORALE L'azzardo morale si verifica quando un individuo sa di più sulle proprie azioni rispetto ad altre persone. Ciò porta a una distorsione degli incentivi, cioè porta le persone ad impegnarsi di meno o di più quando qualcun altro sostiene i costi della mancanza di cura o sforzo (Esempio inquinamento, imitazione industriale) Alla fine del 1970, New York e altre grandi città hanno sperimentato un'epidemia di incendi sospetti che sembravano essere stati deliberatamente appiccati. I proprietari terrieri che possedevano diversi edifici sembravano avere un numero insolitamente elevato di loro edifici bruciati. La polizia sospettava che la maggior parte di questi stessi proprietari fossero dietro gli incendi. Perché bruciare il proprio edificio? Questi edifici erano tipicamente in quartieri indeclino, dove l'aumento della criminalità e la fuga della classe media avevano portato a un declino dei valori immobiliari, ma le polizze assicurative sugli edifici sono state scritte per compensare i proprietari in base ai valori storici delle proprietà, e quindi avrebbero pagato il proprietario di un edificio distrutto più di quanto valesse l'edificio nel mercato attuale. Finanziamento dell’innovazione Far realizzare il potenziale di alta crescita di nuove imprese Sostenere l’accumulo di capacità all’interno dell’impresa/organizzazione È richiesta una gamma di strumenti di finanziamento per venire incontro alle esigenze delle diverse forme di aziende «giovani» (per esempio start-up, spin-off universitari, ma qualsiasi piccola azienda) Perché? Innovazione, nella sua forma più generale, è l’aspetto più incerto dell’attività aziendale. Sistemi di «credito» tradizionali (banche) tendono a scoraggiare questo tipo di attività, considerate troppo rischiose. (Vedi discussione sopra su sistemi finanziari, breve e lungo periodo) 28 Perché è importante finanziare le piccole imprese? Incentivare entrata nuove imprese (effetti benefici su competizione) Incentivare entrata di nuove imprese di «qualità» (finanziare i progetti «migliori») In maniera generica gli strumenti sono: 1. Politiche pubbliche: - Sussidi per Ricerca & Sviluppo - Agevolazioni fiscali (Crediti di imposta) 2. Meccanismi di mercato - Venture Capital - Quotazione in borsa 3. Crowdfunding Modulo 4 Finanza Agevolata Per finanza agevolata si intende l'insieme degli strumenti- utilizzati dal legislatore comunitario, nazionale o locale per intervenire a favore della competività e dello sviluppo delle imprese. Alcuni strumenti possono avere una valenza generale e quindi coprire “più tipologie di investimento"; altri sono invece molto particolari, cioè rivolti solo a specifici settori o particolari tipologie di spese. Programmi di inves-mento agevolabili Ampliamento, Ammodernamento, Riconversione Innovazione e Ricerca Risparmio Energetico e utilizzo di Fonti Rinnovabili Tutela Ambientale Internazionalizzazione, Informatizzazione, e-commerce, ICT Formazione, Assunzioni, Creazione d’impresa Settori Agevolabili: Industria - Artigianato – Servizi – Energia Agricoltura – Commercio - Turismo – Enti Pubblici Cosa Finanziare e come? STRATEGIA EUROPA 2020: La Commissione europea nel marzo 2010, ha lanciato l’agenda poli:ca Europa 2020 che è la strategia comunitaria per uscire dalla crisi e preparare l’economia dell’UE ad affrontare le sfide del prossimo decennio, sulla base di tre priorità: 1. crescita intelligente, attraverso lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione; 2.crescita sostenibile, attraverso la promozione di un’economia a basse emissioni di carbonio, efficiente sotto il profilo dell’impiego delle risorse e competitiva; 3. crescita inclusiva, attraverso la promozione di un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. 29 Il target della Finanza Agevolata: le PMI Le piccole e medie imprese italiane (PMI) rappresentano l’ossatura del sistema economico e produttivo del nostro Paese. Su 4 milioni di imprese attive, il 99,9% è costituito da micro, piccole e medie imprese e solo lo 0,1% residuo è rappresentato da imprese di grandi dimensioni (2013, Dati Commissione Europea) In Europa, l’Italia è il paese con il maggior numero di società di piccola e media dimensione, il valore aggiunto ad esse riconducibile si posiziona, infatti a livello europeo, al secondo posto. Struttura finanziaria delle PMI e le potenzialità di crescita (bassa produttività) delle stesse Sistema economico italiano caratterizzato da - Ridotto livello di capitalizzazione, - forte dipendenza dal canale bancario - incidenza dell’indebitamento a breve termine Fonti Banca d’Italia (2013): Prestiti delle banche coprono circa il 40% delle passività finanziarie complessive di famiglie e imprese, contro il 15% negli Stati Uniti, il 23% in Francia e il 30% nel Regno Unito. 2% PIL in investimenti in Private Equity e Venture Capital, la metà che in Francia, un quinto rispetto al Regno Unito. Sistema bancario unico interlocutore: - Culturale; - Asimmetrie informative; - Per finanziamento e ges:one del circolante. La capacità delle PMI di trovare finanziamenti Tensioni creditizie come favore aggiuntivo. - Freno alla loro crescita - Riducono la capacità di riuscire a finanziare progetti di sviluppo a lungo termine e anche una parte dell’attività ordinaria Una recente ricerca, condotta da Prometeia, stima in circa 120 miliardi di euro l’insieme delle risorse necessarie alle imprese italiane e che il sistema bancario difficilmente riuscirà a reperire nel solo triennio 2013-2015. (Razionamento del credito). Questo funding gap dovrà quindi necessariamente essere coperto da altre fonti, in tale contesto, dunque, il ricorso a fonti di finanziamento alterna:ve al credito bancario diviene indispensabile. Le fonti e gli strumenti più accreditati: e che hanno visto anche di recente l’intervento del Governo a sostegno della diffusione di finanziamenti in alternavi sono: - Interventi del capitale di rischio delle imprese mediante la quotazione in Borsa, l’ingresso nel capitale di investitori istituzionali quali Fondi di Private Equity; - intervento nel capitale di debito non bancario, attraverso l’emissione di bond, cambiali finanziarie, strumenti ibridi di debito/capitale, strumenti innovativi messi a disposizione da compagnie di assicurazione e fondi specializzati 30 Il sistema finanziario: regolamentazione di Basilea Le regole di Basilea (sede del BIS, Bank for International Settlements) si propongono di stabilizzare il mondo finanziario e di imporre ai suoi principali player delle corrette prassi in termini di capitalizzazione, di gestione del rischio e di liquidità La stabilità delle banche, può riflettersi in una riduzione del credito concesso alle imprese e ad un conseguente freno all’economia (adozione di un profilo prudenziale) La crisi come elemento scatenante di nuove riforme. Dal gennaio 2013 sono in vigore i cosiddetto provvedimento di “Basilea III” Basilea III chiede alle banche garanzie su capitale e liquidità. - soglie minime di capitale per evitare shock finanziari a danno sia delle banche stesse, sia dell’intero sistema; - azioni ordinarie e delle riserve (la componente di massima qualità del patrimonio di una banca), pari ad almeno il 4,5% Sono però, previste anche ulteriori rilevanti interventi in altri ambiti operativi, come ad esempio quello della liquidità. Motivazioni Imposizione di vincoli dal mercato dei capitali al sistema bancario sul rafforzamento della propria struttura operativa; Supporto delle agenzie di rating le quali richiedono alle banche miglioramenti: delle dotazioni patrimoniali e la costituzione di ulteriori buffer di liquidità. Interazione con l’innesco della crisi economico-finanziaria e del peggioramento delle condizioni creditizie. A partire dal 2009 si è assistito ad una graduale riduzione dei prestiti alle imprese percepite come più rischiose e le banche hanno effettuato nuovi investimenti, quali ad esempio l’acquisto di titoli di Stato, mediamente meno rischiosi e più redditizi (meno rischio però implica tassi più bassi.) Le tensioni credi:zie hanno così iniziato a riverberarsi sulle capacità di crescita e di investimento delle imprese stesse. Credito alle imprese italiane Peggioramento strutturale delle condizioni economiche del tessuto produttivo Accesso al credito A livello geografico, il Mezzogiorno resta l’area con le maggiori difficoltà con una quota di imprese che si sono viste negare, in tutto o in parte, il credito richiesto, pari all’81% e una percentuale di appena il 16,6% di imprese che hanno ricevuto il credito con un ammontare pari o superiore a quello richiesto. Le difficoltà di accesso al credito delle imprese italiane restano elevate nel confronto con le altre principali economie dell’area dell’euro 31 Le conseguenze del razionamento del credito L’aumento del rischio di credito, acuito dal protrarsi della crisi economica e finanziaria, ha determinato nel nostro Paese un innalzamento della quota di prestiti assistiti da garanzie (dal 63% nel 2007 al 69% nel 2013). Nel 2013 circa il 14% delle imprese ha ricevuto una garanzia da un Fondo, da un confidi o da un ente pubblico; quasi la metà di queste aziende ha dichiarato che in assenza della garanzia non avrebbe ottenuto alcun finanziamento In tal senso, si intendono richiamare i principali provvedimenti: vara: a favore del potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI (La garanzia pubblica che facilita l'accesso al credito delle PMI e dei Professionisti). Effetto benefici: secondo le stime di Italia Comfidi con 1 euro di dotazione del Fondo, al sistema imprenditoriale arrivano 16 euro. Garanzia a fronte di erogazione del credito garanzia diretta: indica la garanzia prestata dal Fondo direttamente a favore dei soggetti finanziatori e cioè le banche. controgaranzia: indica la garanzia prestata dal Fondo a favore dei Confidi e degli altri Fondi di Garanzia. In questo caso l’impresa si deve rivolgere a un Confidi o ad altro fondo di garanzia cogaranzia: indica la garanzia prestata dal Fondo direttamente a favore dei soggetti finanziatori La Competitività delle PMI Ciò che maggiormente determina la crescita della produttiva di un’economia, il suo progresso tecnico e, più in generale, il suo sviluppo è rappresentato dalla capacità di un’impresa, di un’economia, di una società, di apprendere continuamente, di innovare, di affrontare nel continuo nuove sfide intellettuali e imprenditoriali. Tale capacità può essere insita nella cultura e nei costumi di una nazione, oppure essere costruita, alimentata grazie al combinato contributo del sistema educativo, dell’apparato burocratico, dell’ordinamento giuridico e dello stesso sistema finanziario. Il sistema finanziario, scegliendo come e dove ripartire le risorse disponibili, può divenire motore di prosperità, ovvero causa di regresso. Per una corretta allocazione di tali risorse, tuttavia, il sistema finanziario deve conoscere le imprese a cui far giungere il credito necessario al loro sviluppo e alla loro crescita A partire da tali presupposti, c’è bisogno di - innovazione alla tradizionale intermediazione bancaria, - rafforzare la capacità di conoscere le imprese che richiedono credito, - affiancare alla tradizionale attività di prestito forme consulenziali in materia di finanza,Accompagnando le imprese sui mercati. Tra le principali misure adottate per la crescita e lo sviluppo economico del Paese: 1.Decreto Sviluppo: ha introdotto la possibilità per le società non quotate di accedere alle seguenti forme di finanziamento alternativo 32 obbligazioni (titoli di debito a medio-lungo termine); cambiali finanziarie (titoli di debito a breve termine); obbligazioni subordinate e partecipative (strumenti finanziari ibridi a medio termine). Per le cambiali finanziarie e le obbligazioni il Decreto Sviluppo modifica ed integra strumenti già istitui; in precedenza, consentendo alle società non quotate di beneficiare di vantaggi legali e fiscali analoghi a quelli delle società quotate. Le obbligazioni subordinate e partecipative, invece, sono state introdotte dal Decreto Sviluppo, con lo scopo di finanziare anche le start-up, i turnaround tecnologici o in logica di ristrutturazione (restructuring) e rilancio aziendale. Questi strumenti potrebbero essere utili in un periodo caratterizzato da alti livelli di razionamento del credito (credit crunch) e difficoltà ad ottenere credito dai circuito bancari. 2.Decreto Sviluppo bis 3. Decreto Destinazione Italia 4.Decreto Competitività: In particolare, tre sono gli assi portanti delle rilevanti disposizioni introdotte dal Decreto Competività. Accesso al finanziamento creditizio: - Liberalizzazione del credito: le compagnie di assicurazione, le società di cartolarizzazione e i fondi di investimento potranno concedere credito diretto alle imprese - più credito da investitori esteri attraverso la eliminazione della ritenuta d’acconto sui finanziamenti a medio-lungo termine alle imprese da parte di banche Accesso al finanziamento alternativo: - eliminazione della ritenuta d’acconto sugli interessi - estensione dell’imposta sostituiva Sostegno agli investimenti - credito di imposta del 15% sugli investimenti in nuovi beni strumentali. - Incentivi alla capitalizzazione - Incentivi alla quotazione Le riforme per le PMI, il ciclo economico e il problema della stagnazione Le tensioni sul mercato del credito pongono nuovamente l’accento su un’importante debolezza del sistema finanziario italiano:l’eccessiva dipendenza delle imprese dal canale bancario e la limitata raccolta diretta di fondi sui mercato. Per uscire dalla crisi e tornare a crescere, la politica economica deve sapere innanzitutto distinguere le vicende del ciclo economico dalle tendenze strutturali 33 Mini Bond & Cambiali Finanziarie -> Decreto Sviluppo, il Decreto Sviluppo bis e il Decreto Destinazione Italia Scopo: Accrescere la capacità delle società di capitali non quotate, di media e piccola dimensione, di attrarre finanziamenti per la propria attività corrente e straordinaria, attraverso l’emissione di strumenti di debito a breve termine (c.d. cambiali finanziarie) e a medio lungo termine (c.d. mini-bond) e/o titoli similari ed obbligazioni partecipative subordinate. Cambiale Finanziaria: Si tratta di titoli di credito all’ordine emessi in serie, equiparati ad ogni effetto di legge alle cambiali ordinarie e girabili esclusivamente con la clausola “senza garanzia” o equivalente. Con riferimento alla durata di tali titoli, in precedenza era previsto una scadenza non inferiore a tre mesi e non superiore a dodici mesi dalla data di emissione, mentre con il Decreto Sviluppo la durata è stata modificata, prevedendo una scadenza non inferiore a un mese e non superiore a trentasei mesi dalla data di emissione. Obbligazioni o Mini Bond: Le obbligazioni in questione sono titoli di credito che possono essere emessi da un’impresa non quotata, il cui principale obiettivo è quello di raccogliere nuove risorse finanziarie, realizzando una diversificazione delle proprie fonti di finanziamento a Titolo di debito. La società può emettere obbligazioni al portatore o nominative per somma complessivamente non eccedente il doppio del capitale sociale (innovazione principale) Il Decreto Sviluppo ha previsto anche una fattispecie di obbligazioni “ibride”, le cosiddette obbligazioni subordinate e/o partecipative, che consistono in Titoli di debito con clausole di partecipazione agli utili e di subordinazione. Requisiti di emissione (art. 32 Decreto Sviluppo) l’emissione dei titoli deve essere assistita da uno sponsor: - supporto all’emissione ed al collocamento dei detti 'toli. - Può essere una banca, impresa di investimento, e intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto dall’articolo 107 del Testo Unico Bancario l'ultimo bilancio dell’impresa emitente essere assoggettato a revisione contabile da parte di un revisore legale o di una società di revisione legale Vincolo su circolazione dei titoli. Collocamento e circolazione esclusivamente presso investimento Nello specifico, le imprese dovranno essere assistite da un soggetto qualificato (sponsor) durante le fasi di emissione, collocamento, sottoscrizione, mantenimento nel proprio portafoglio, fino alla naturale scadenza, di una quota dei titoli, facilitando infine la liquidità degli scambi sui titoli per tutta la durata dei titoli stessi. 34 Il ruolo dello sponsor Lo sponsor avrà l’obbligo di mantenere nel proprio portafoglio fino alla scadenza una quota dei titoli emessi nella seguente misura: - una quota non inferiore al 5% del valore di emissione, per le emissioni di valore fino a 5 milioni di euro; - in aggiunta alla quota precedente, un ulteriore 3% del valore di emissione eccedente i 5 milioni di euro, fino ad un valore di 10 milioni di euro; - sempre in più rispetto alle precedenti quote il 2% del valore di emissione eccedente i 10 milioni di euro, facilitando altresì la liquidità degli scambi sui titoli per tutta la durata dell’emissione. Lo sponsor dovrà anche provvedere a classificare la categoria di rischio dell’emittente. Inoltre la nomina dello sponsor è opzionale se l’emittente non è una piccola o media impresa, quindi se ha più di 250 dipendenti e ricavi maggiori di 50 mil o totale attivo maggiore di 43 mil di euro Regime fiscale Deducibilità degli interessi passivi per gli emittenti Eliminazione della ritenuta d’acconto per i sottoscrittori Deducibilità dei costi inerenti l’emissione Clausole di subordinazione e partecipazione Agevolazioni in tema di garanzie agevolazioni volte a consentire la creazione di un mercato di riferimento per i mini bond La finalità della norma è evidentemente quella di facilitare l’investimento da parte di assicurazioni e fondi pensione nei mini-bond cartolarizzati al fine di aumentare la liquidità di tali asset. Il quadro operativo: processo, attori, mercato, costi PROCESSO DI EMISSIONE Il Processo di emissione caratterizzato da 4 fasi: 1. fase PREPARATORIA (Cosiddetto Studio di FattIbilità) Requisiti: legali: - l’emittente ha la sede legale in Italia; - l’emittente è una società di capitali, non micro impresa (micro impresa = volume di fatturato

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