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Università degli Studi di Palermo

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psicologia disturbi mentali pensiero salute mentale

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Questo documento descrive diverse categorie di disturbi del pensiero e del contenuto, come tachipsichismo e bradipsichismo. Si focalizza anche sul concreto e sul deragliamento. Il documento si presenta come un testo accademico o di ricerca.

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Il Pensiero è un'”attività psichica che comprende una serie svariata di fenomeni, come ragionare, riflettere, immaginare, fantasticare, prestare attenzione, che permette di essere in comunicazione con il mondo esterno, con sé stessi e con gli altri, nonché di costruire ipotesi sul mondo e sul nostro...

Il Pensiero è un'”attività psichica che comprende una serie svariata di fenomeni, come ragionare, riflettere, immaginare, fantasticare, prestare attenzione, che permette di essere in comunicazione con il mondo esterno, con sé stessi e con gli altri, nonché di costruire ipotesi sul mondo e sul nostro modo di pensarlo. Può deteriorarsi come nel delirio o disorganizzarsi come nell'erompere delle emozioni" (U. Galimberti, 1992). Già alla fine del '700 Pinel aveva distinto i disturbi di associazione da quelli da imputare alla memoria. Oggi ci si orienta adottando la distinzione tra:  Disturbi formali  Disturbi del contenuto Disturbi formali Tachipsichismo: rapido susseguirsi dei contenuti ideativi che non sono più legati tra loro secondo associazioni logiche, ma per assonanza e contiguità come accade nell'eccitamento maniacale. In tal caso il paziente ha un eloquio logorroico, privo di efficacia comunicativa. Può giungere fino alla "fuga delle idee" non consentendo più una produzione verbale. Bradipsichismo: rallentamento del fluire delle idee accompagnato da un impoverimento dei nessi associativi e da fissità su certi contenuti (monoideismo). Il soggetto riferisce di non essere in grado di collegare i suoi pensieri e di sentirli immobili, paralizzati; si sente svuotato, incapace, senza memoria. Lo si può osservare, oltre che appena svegli o di notte (fondamentale per l'addormentamento), nelle demenze, nella depressione, nelle insufficienze mentali, anche in caso di forte stanchezza, nel rilassamento. Concretismo: riduzione o assenza della capacità di operare astrazioni e generalizzazioni ed accentuazione della tendenza al riferimento alla singolarità concreta degli oggetti. Si riscontra nella schizofrenia e nell'insufficienza mentale. Deragliamento: l’abilità delle associazioni, in cui i collegamenti associativi tra le varie unità ideative appaiono alterati e mal decodificabili. Nella sua forma più estrema si parla di incoerenza. La finalizzazione è assente. È presente nella schizofrenia, psicosi tossiche, disturbi deliranti acuti. Tangenzialità: il soggetto risponde ad una precisa domanda in maniera solo marginalmente collegata al tema della domanda stessa. Costituisce una parte integrante del precedente disturbo. È fondamentalmente caratterizzata dalle "risposte di traverso". La finalizzazione è solo marginalmente perseguita. Illogicità: i processi ideativi non giungono a conclusioni decifrabili, sono privi di una coerenza interna (insalata di parole). Blocco: interruzione brusca ed inaspettata dell'eloquio. L'attività associativa si ferma del tutto e il soggetto rimane per un breve periodo in uno stato di paralisi mentale e quindi verbale. Può durare da pochi secondi a molti minuti e spesso quando il paziente può nuovamente "pensare", le idee non si legano più a quelle che erano presenti prima dell'insorgenza del blocco. 72 Prolissità: si colloca a metà strada tra la normalità e la patologia. È la difficoltà a sviluppare il tema centrale del pensiero in maniera sintetica, perdendosi in dettagli poco significativi. Detto anche "circostanzialità" o "particolarismo". Si verifica nei pazienti epilettici. Perseverazione: persistenza di un contenuto del pensiero che si ripete in maniera monotona e statica; ripete in maniera stereotipata parole, idee, soggetti pur avendoli enunciati poco prima. Nella schizofrenia, negli stati di affaticamento mentale, nelle demenze, nella intossicazione alcolica. Condensazione: due o più concetti vengono fusi risultandone un concetto finale che può essere bizzarro. Iperinclusione: difficoltà di mantenere veri nessi di causalità fra i concetti di un discorso. Disturbi del contenuto Idea fobica: contenuto ideativo che corrisponde ad un oggetto fortemente temuto dal paziente pur essendo convinto della sua irrazionalità. Idea ossessiva: è un'idea che si ripete contrariamente alla volontà del soggetto. Occupa il suo campo mentale intralciando il decorso normale del pensiero. Sentimento soggettivo di obbligatorietà, tendenza a resistervi e mantenimento della consapevolezza, sono le tre caratteristiche essenziali (Lewis, 1936). Idea prevalente: è un'idea che non è vissuta come parassitaria; dalla quale, a differenza dell'idea ossessiva, il soggetto trae piacere perché sentita affine alla sua personalità. Idea delirante: idea che, pur non avendo nessuna corrispondenza con i dati della realtà, non cede né agli argomenti di discussione, né alle smentite dell'esperienza. La caratteristica di quest'idea è la sua incoercibilità: essa, cioè non si può modificare. DELIRIO «Falsa convinzione basata su erronee deduzioni riguardanti la realtà esterna, che viene fermamente sostenuta contrariamente a quanto tutti gli altri credono e a quanto costituisce prova ovvia e incontrovertibile della verità del contrario. La convinzione non è di quelle ordinariamente accettate dagli altri membri della cultura o subcultura della persona» (DSM IV, 1994). Classificazione in base al contenuto → Deliri a tematica persecutoria → Deliri di grandezza → Deliri depressivi 73 → Deliri di gelosia → Deliri mistico-religiosi PERCEZIONE La percezione è la funzione psicologica che permette all'organismo di acquisire informazioni circa lo stato e i mutamenti del suo ambiente grazie all'azione di organi specializzati quali la vista, l'udito, l'olfatto, il gusto, e il fatto. "Capacità di interpretare gli stimoli sensoriali, estraendone rappresentazioni utili e significative sul mondo". L'atto percettivo è primitivo ed immediato, oggettivo, globale ed unitario e permette il continuo rapporto tra mondo interno ed esterno. Unifica una molteplicità di sensazioni, riferendole ad un unico oggetto distinto dal soggetto e dagli altri oggetti. È un’attività strutturante di elaborazione sintetica e integrativa dei dati sensoriali provenienti dalla realtà esterna. SENSAZIONE Si riferisce ai dati elementari della conoscenza sensibile che non possono essere scomposti in elementi più semplici. È la presa di contatto primaria con un dato sensoriale che raggiunge l'apparato psichico attraverso le specifiche vie neurofisiologiche. RAPPRESENTAZIONE Riproduzione mentale, in assenza dello stimolo sensoriale, delle trascorse esperienze percettive che permette di ricreare le caratteristiche di un oggetto, in precedenza percepito nello spazio esterno. L'oggetto rappresentato non ha una forma ben strutturata come l'oggetto percepito, presenta una minore precisione formale e stabilità. Disturbi quantitativi Ipoestesia/Anestesia: riduzione o totale abolizione della ricezione degli stimoli percettivi. Può essere presente in condizioni di normalità o nei quadri clinici come: la schizofrenia, depressione sindromi demenziali. Iperestesia: accentuazione della percezione degli stimoli sensoriali. È osservabile negli stati ansiosi, nelle sindromi di conversione isterica, nella fase prodromica di una crisi epilettica. Alterazioni qualitative propriamente dette: sono determinate dalla modificazione di una singola qualità percettiva quali la dimensione, il colore, la posizione nello spazio:  delle dimensioni dell'oggetto (macropsia, micropsia)  del colore (eritropsia, xantopsia rosso- giallo)  della posizione nello spazio (porropsia) 74 Dissociazioni delle percezioni: errore di sintesi percettiva che impedisce di associare correttamente i dati sensoriali provenienti dallo stesso oggetto (es, suono della voce e volto). Falsamenti delle percezioni: illusioni, allucinosi, allucinazioni, pseudoallucinazioni. FALSAMENTI DELLE PERCEZIONI Criteri distintivi: 1. Presenza/assenza dello stimolo esterno; 2. Capacità critica del soggetto rispetto a ciò che sta sperimentando; 3. Idoneità sensoriale dell'oggetto. Illusioni: sono percezioni distorte nella valutazione delle dimensioni, della forma e delle relazioni spaziali. Esse sono comuni anche in assenza di patologie psichiatriche, in individui sani, in particolari condizioni emotive o di affaticamento. Le illusioni sono erronee interpretazioni di stimoli sensoriali esistenti: camminando spaventati in una strada buia un albero può apparirci come un individuo minaccioso. Le Illusioni (secondo Jaspers)  Le illusioni a ettive, corrispondenti alla descrizione precedente.  Le illusioni da disattenzione, dovute al fatto che ogni percezione contiene elementi di ricostruzione da parte del soggetto che percepisce: se leggiamo una parola contenente un errore di ortografia non ce ne accorgiamo perché la completiamo noi, a meno che non si richiami la nostra attenzione su di esso.  Le pareidolie, ovvero impressioni sensoriali create dalla fantasia: nuvole che sembrano forme umane o di animali, macchie sulle pareti che ci appaiono come forme riconoscibili, ecc.. Allucinosi: è una percezione senza oggetto ma, a differenza dell'allucinazione, il paziente appare in grado di sottoporre la propria esperienza al vaglio della critica e al confronto con l'evidenza riconoscendone la natura abnorme e deviante. Mentre nell'allucinazione sono interessati tutti i canali sensoriali, nella allucinosi sono prevalentemente visivi e uditivi. Sono spesso conseguenza di alterazioni cerebrali di tipo organico. Pseudoallucinazioni: dispercezioni dal grave significato psicopatologico che si differenziano dalle allucinazioni per l'assenza dell'idoneità sensoriale e della proiezione spaziale. Il soggetto dice di sentire delle voci ma non attraverso le orecchie, bensì dietro il cervello o nell'addome. Dette anche "voci mute" o "immagini interne". 75 Allucinazioni: percezione di un oggetto in assenza di un corrispondente stimolo percettivo. Caratteristiche dell'allucinazione 1. assenza dello stimolo esterno; 2. idoneità sensoriale; 3. mancanza di critica del disturbo; 4. proiezione spazio-temporale; 5. possibilità che l'allucinazione attivi dei comportamenti. Classificazione delle allucinazioni In base al canale sensoriale interessato: allucinazioni visive, uditive, olfattive, gustative, tattili. → Allucinazioni semplici: costituite da punti luminosi, cerchi, lampi. → Allucinazioni complesse: corrispondono a percezioni più articolate e strutturate (volti, persone, intere scene o dialoghi ecc..). → Allucinazioni combinate: interessano più canali sensoriali. → Allucinazioni sinestesiche: l'esperienza dispercettiva è indotta da uno stimolo percettivo che interessa un canale sensoriale diverso da quello allucinatorio. → Allucinazioni negative: mancata percezione di un oggetto realmente esistente. → Allucinazioni ipnagogiche ed Ipnopompiche: compaiono in relazione allo stato di sonno. Si verificano in condizione di normalità. Le allucinazioni possono essere esperite da individui sani in particolari condizioni. Le allucinazioni ipnagogiche e ipnopompiche sono comuni, più frequentemente visive, ed hanno luogo, rispettivamente, nei momenti che precedono l'addormentamento o che seguono immediatamente il risveglio. Almeno il 50% delle persone il cui partner è deceduto di recente riportano allucinazioni della voce o della presenza fisica del coniuge. A seguito di un'amputazione è molto comune il fenomeno dell'arto fantasma. 76

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