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These notes cover green economy, sustainable building and related topics. They discuss various criteria for evaluating building sustainability, exploring different systems and methodologies used by organizations.

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GREEN E SOSTENIBILITÀ Green economy economia che ha come obiettivo quello del benessere umano e dell’equità sociale, riducendo significativamente i rischi ambientali e i deficit ecologici. È un modello teorico di sviluppo economico che prende in considerazione l’impatto ambientale a 360°. È in grado...

GREEN E SOSTENIBILITÀ Green economy economia che ha come obiettivo quello del benessere umano e dell’equità sociale, riducendo significativamente i rischi ambientali e i deficit ecologici. È un modello teorico di sviluppo economico che prende in considerazione l’impatto ambientale a 360°. È in grado di: Ridurre il consumo di risorse naturali; Migliorare l’efficienza energetica; Promuovere l’uso di fonti energetiche rinnovabili; Abbattere le emissioni delle sostanze inquinanti. Economica circolare: stessa linea della lineare (risorsa-produzione-vendita-uso-rifiuto), ma non arriva a fine vita si ha riparazione, riutilizzo, recupero e riciclo. Green job occupazioni nei settori dell’edilizia (ma anche agricoltura e manifatturiera) che contribuiscono a preservare o restaurare la qualità ambientale. Lo scopo è quello di produrre beni e servizi che rispettino l’ambiente e la natura. L’automazione dell’industrie è un processo avanzato, verranno persi 1 miliardo di posti di lavoro per l’intelligenza artificiale. Sostenibilità relazione tra sistemi ambientali, economici e sociali. Esse si dividono in sottosistemi: economia ecologica (risorse efficienti, assetto locale, commercio equo), socioeconomica (salute e sicurezza) e socio naturale (biodiversità, green building). Tutte e tre si traducono in sviluppo sostenibile che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Ambiente e sviluppo non sono realtà separate: è importante la crescita economica, senza dimenticare gli aspetti sanitari e ambientali. Si fa riferimento al rapporto Brundtland del 1987 che è stato aggiornato con gli obiettivi globali dello sviluppo sostenibile nel 2015 delle Nazioni Unite (pace, consumo responsabile, energia pulita…). Realizzando un green building centro nove obiettivi delle Nazioni Unite. Esso favorisce la salubrità degli ambienti quindi la salute degli occupanti; se autoproduco l’energia elettrica è anche favorevole del punto di vista economico. L’Italia sta facendo la sua parte: nel 2022 è stata riformata la Costituzione con il riconoscimento del valore dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile (art. 9 e art. 41). La strategia nazionale di sviluppo sostenibile del 2017 e aggiornata nel 2023 costituisce attuazione dell’Agenda ONU 2030 in un’ottica integrata di tutte le dimensioni della sostenibilità (ambiente, economi e sociale). SOSTENIBILITÀ IN EDILIZIA L'edilizia è tra le maggiori cause di impatto ambientale (consumo suolo/emissioni.) La sostenibilità di un edificio si valuta in 2 modi: Valutazione multicriterio a punteggio percorso volontario (porta vantaggio agli edifici), usato dalle ONG. Si basano sull’individuazione di un elenco di criteri ambientali (requisiti di progetto) che vengono definiti a partire dagli obiettivi ambientali di risparmio di risorse, riduzione dell’inquinamento e tutela salute umana. Vantaggi volontari, semplici, regolamento chiaro e conosciuto. Svantaggi dubbi su riduzione impatti, non comparabili perché vari tipi, non c’è analisi del ciclo di vita, valorizzazione del singolo elemento e non del progetto complessivo. Ne abbiamo visti di quattro tipi: -LEED è un sistema multicriterio a punteggio di certificazione volontaria per edifici sostenibili sviluppato negli USA, che serve per valutare e migliorare le prestazioni ambientali di un edificio durante la progettazione, costruzione e gestione. Si applica a diverse tipologie d’edifici come nuove costruzioni o già esistenti. I criteri di valutazione sono 7: sostenibilità del sito, gestione delle acque, energia ed atmosfera (consumo/emissioni), materiali e risorse (rifiuti), qualità indoor, progettazione innovativa e priorità regionale. Ogni categoria attribuisce un punteggio, il minimo è 40 punti e il massimo è 110 punti (certified, silver, gold, platinum). Per la prevenzione dall’inquinamento del sito è la sostenibilità nell’attività di cantiere: controllare i fenomeni di erosione del suolo, di sedimentazione nelle acque, lo stoccaggio materiale da rifiuto in appositi contenitori e la produzione di polvere. La certificazione degli edifici storici avviene, in Italia, se l’edificio è stato costruito prima del 1945 (per una porzione ad almeno il 50% degli elementi tecnici esistenti). Il protocollo viene applicato in caso di interventi di ristrutturazione importanti. -BREEAM è un sistema multicriterio a punteggio di certificazione volontaria che serve per valutare la prestazione ambientale di un edificio. I criteri di valutazione sono 10: gestione, salute e benessere, energia, trasporti, acqua, materiali, rifiuti, uso del suolo, inquinamento ed innovazione. Ogni categoria attribuisce un punteggio e la ponderazione complessiva certifica la classe. Viene utilizzato su diverse tipologie d’edifici con versioni per ogni tipo. Serve per ridurre l’impatto ambientale dell’edificio, certificarne la sostenibilità e per promuovere l’edilizia sostenibile. Manca però una valutazione complessiva attraverso il ciclo di vita. -WELL è un sistema multicriterio a punteggio che certifica gli edifici secondo il loro impatto sulla salute e il benessere degli occupanti. Si concentra su come gli ambienti possono promuovere la qualità della vita. I concepts di valutazione sono 10: aria, acqua, nutrizione, luce, movimento, comfort tecnico, suono, materiali, mente e comunità. Gli edifici devono soddisfare qui una serie di precondizioni: questo modello mira a migliorare il benessere degli occupanti per rendere l’ambiente più produttivo. -CasaClima è un sistema multicriterio a punteggio per la certificazione energetica degli edifici. Si è affermato in particolare come modello per la progettazione-costruzione di edifici a basso consumo energetico. Inizialmente solo a Bolzano, oggi anche fuori. Valutazione con ciclo di vita LCA: percorso sintetico nel quale vengono valutati tutti gli impatti ambientali prodotti con i flussi di consumo di risorse e di emissione d’inquinanti lungo tutto il ciclo di vita. Vantaggi preciso perché con calcolo rigoroso, comparabili, considerazione dell’intero ciclo di vita, promossi dall’UE. Svantaggi complessi, poco diffusi, difficoltà accesso dati La scelta del metodo di valutazione si fa ponendosi sin da subito un obiettivo per poi capire che componenti analizzare. -Tassonomia regolamento UE che classifica le attività economiche secondo la loro sostenibilità. Per determinare se un investimento/attività è sostenibile, deve soddisfare quattro condizioni: contribuire positivamente agli obiettivi ambientali della commissione europea (mitigare i cambiamenti climatici, adattarsi ad essi, uso sostenibile e protezione acque, promozione dell’economia circolare, prevenzione e riduzione dell’inquinamento, protezione della biodiversità), non produrre impatti negativi su altri, rispettare i criteri tecnici definiti e le garanzie sociali minime. Serve quindi per guidare gli investimenti verso attività sostenibili. Si considera l’intero ciclo di vita dell’attività per valutarne l’impatto sull’ambiente in modo complessivo. -Criterio DNSH stabilisce che per qualificare un’attività come ecosostenibile deve rispettare tre requisiti: contribuire positivamente agli obiettivi ambientali della commissione europea, non produrre impatti negativi su altri, rispettare e le garanzie sociali minime. Serve per garantire che le attività non compromettano gli obiettivi ambientali, considerando l’intero ciclo di vita. La mitigazione del cambiamento climatico si concentra su azioni che riducono o prevengono l’emissione di gas in atmosfera (riciclo e fonti rinnovabili), l’adattamento al cambiamento climatico è l’insieme di strategie che mirano a ridurre la vulnerabilità degli ecosistemi, delle persone e delle economie agli effetti inevitabili del cambiamento climatico (sistemi per siccità e alluvioni). -LEVEL(S) sistema di valutazione sviluppato dall’UE per misurare le prestazioni di sostenibilità degli edifici. Si basa sull’intero ciclo di vita dell’edificio. Si basa su sei indicatori: energia, materiali, acqua, salute, benessere, cambiamento climatico e costo del ciclo di vita. È usato per identificare le aree di miglioramento delle prestazioni ambientali così da colmare il divario con la progettazione. È possibile confrontare le prestazioni ed è garantito che i criteri rispettino l’economia circolare. ->Scelgo il sistema multicriteri quando serve una valutazione totale della sostenibilità ottenendo una certificazione riconosciuta. LCA invece quando voglio quantificare e ridurre l’impatto ambientale in modo dettagliato lungo tutto il ciclo di vita. LIFE CYCLE THINKING E LIFE CYCLE ASSESSMENT Strumenti per la valutazione di sostenibilità: Bilanci di massa e di energia (energia per produrre), modelli ambientali (studiano gli inquinanti e i loro spostamenti), analisi di rischio (rischio sanitario per gli umani), ritorno sociale sull’investimento (guadagno sociale per investimenti in zone degradate), sistemi multirating (strumenti per valutare la sostenibilità di un progetto, es. LEED) LCA: metodo per valutare un prodotto in base ai materiali usati e degli inquinanti rilasciati nell’ambiente (intero ciclo di vita). Ha lo scopo di far scegliere il prodotto che inquina meno e per ridurre consumo di materie prime, inquinanti e rifiuti. Le sue fasi:  Obiettivo e del campo di applicazione: definisce il livello di approfondimento, chi la esegue e a chi è indirizzato e i “confini di sistema” (parti del ciclo di vita trattate e quelle trascurate, solo materie prime o anche la produzione o intero ciclo). Definisce l’unità funzionale (funzione del prodotto) per poter individuare prodotti simili e il flusso di riferimento (materiali per produrlo).  Analisi dell’inventario: quantificare gli input (materie prime ed energia) e output (emissioni e rifiuti) per ciascun processo in ciascuna fase del ciclo di vita presa in considerazione precedentemente, il tutto deve essere documentato e descritto.  Valutazione degli impatti ambientali: valutazione del contributo delle sostanze elencate nell’inventario 1) Classificazione: il prodotto che tipo di inquinamento produce e su quale scala: effetto serra, riduzione dello strato di ozono, acidificazione di suolo e acqua, eutrofizzazione (> sostanza nutritive in acqua e suolo), smog fotochimico (ozono negli stati bassi), degrado abiotico di risorse fossili e non (causate da estrazione di materie e combustibili) 2) Caratterizzazione: per sommare le varie sostanze si prende una di riferimento la C02,(1 kg di metano =25 kg di CO2). I valori ottenuti andranno divisi per un “valore effetto normale” per poter stabilire la magnitudo per ciascun effetto ambientale e successivamente vengono moltiplicati per un “fattore di peso” per stabilire la criticità degli effetti.  Interpretazione dei risultati: vengono definite quali processi del ciclo di vita e le sostanze che impattano di più, per poi modificare i materiali utilizzati con quelli meno impattanti e definendo le conclusioni. I risultati devono essere trasparenti. Per valutare il ciclo di vita di un intero edifico (con scelte di operatori differenti) si deve valutare il ciclo di vita dei suoi materiali, tutte le fasi di un edifico inquinano tranne la fase del recupero e riciclo dei materiali dopo la demolizione. Esistono dei materiali che non inquinano come legno e paglia e altri che inquinano molto come alluminio e rame. L’ecologicità dei materiali dipende dal contesto geografico di produzione e uso, dall’applicazione nell’edifico e dalla durabilità. Nei materiali isolanti va tenuto conto anche dell’energia incorporata in funzione della resistenza termica (energia incorporata < energia che si risparmia in fase d’uso). Per i processi di riparazione in relazione alla durabilità, sarà meglio un materiale che dura 100 anni con un’energia iniziale > rispetto ad un materiale che dura 25 anni con un’energia iniziale < ma che andrà sostituito e quindi l’energia aumenterà di più). EN 150804 è l’EPD per l’edilizia ed è composto dal PCR2 (indicazioni in modo dettagliato per ogni singolo settore per fare l’EPD). Dichiarazione ambientale di prodotto (EPD) (UNI 14025): sono inserite informazioni oggettive, confrontabili e credibili del prodotto, serve per poterlo confrontare con altri simili e scegliere quello che inquina meno. Questo documento è convalidato da un organismo indipendente. I suoi dati sono: analisi ciclo di vita (risorse consumate ed emissioni), valutazione impatto del ciclo di vita (=classificazione LCA + impatto sulla biodiversità e sull’uomo), altri dati (rifiuti). L’EPD va aggiornata periodicamente. Certificazioni di prodotto: etichette ambientali tipo 1 ISO 14024 (i criteri sono dettati dall’UE, assegnate da un organismo terzo), autodichiarazione ambientale tipo 2 ISO 14021 (la norma definisce i criteri, essendo una autodichiarazione non è previsto un organismo), etichetta ambientale tipo 3 ISO 14025 (in base al ciclo di vita del prodotto, verificate da organismo indipendente). Carbon footprint: esprime in CO2 il totale di emissioni di gas serra date da un prodotto, le aziende definiscono un sistema di carbon management per definire interventi di riduzione delle emissioni (carbon neutrality). La footprint si può calcolare in tre modi: scopo 1 (energia utilizzata per riscaldare l’azienda e il trasporto con fossile), scopo 2 (scopo 1 con energia elettrica acquistata da terzi), scopo 3 diretto e indiretto ( intero ciclo di vita dalle materie di prima ai rifiuti). Bilancio di sostenibilità (ESG): strumento di rendicontazione che valuta le attività in base al sociale (innovazione, sicurezza sul lavoro e lavoro donne), ambiente (tutela, economia circolare e rifiuti) e governance (retribuzione, anticorruzione, concorrenza leale) e per verificare gli obiettivi prefissati e quelli raggiunti. Le linee guida sono date dal GRI e si basano sul d.lgs. 125/2024. Cradle to cradle: consiste nell’adattare alla natura i modelli dell’industria, convertendo i processi produttivi assimilando i materiali usati alla natura valorizzando gli ecosistemi e rendendoli compatibili (es. maglietta diventa concime). Esercitazione OneClickLCA: L’esercitazione è stata fatta su una casa singola: dopo l’inserimento dei materiali da costruzione (file Excel), l’energia e il metano utilizzati venivano restituiti i valori d’impatto ambientale complessivo in termini di Kg di CO2 equivalente. Dopo aver inserito i pannelli fotovoltaici (diminuendo l’energia utilizzata) il valore d’impatto diminuiva. Ciascun modello tiene conto della building circularity, che valuta quanto l’edificio è efficiente dal punto di vista del riuso, riciclo e recupero dei materiali impiegati. Il carbon designer 3D permette di creare il modello d’edificio 3d, definendo quali parti dell’edificio influenzano maggiormente l’impatto ambientale (in base ai materiali utilizzati). APPALTI VERDI E CRITERI AMBIENTALI MINIMI Il green deal mira all’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare ma anche a ripristinare la biodiversità e ridurre l’inquinamento. Gli stati membri devono ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 e del 100% entro il 2050. Direttiva (2024/1275): Le nuove costruzioni dovranno essere a emissioni zero dal 2030; entro 2026 dovranno essere ristrutturati il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni e il 26% entro il 2033; È previsto anche l’obbligo di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e non residenziali. La direttiva viene applicata agli edifici più inquinanti (classe E-F-G). Il mercato degli appalti pubblici in Italia è di circa 173 miliardi di €/anno (1/10 di quello europeo). Viene definito un sistema a ricompense per il miglioramento della durabilità dei prodotti, aumento del riciclo e riduzione dell’impronta di carbonio. Direttiva sul diritto di riparazione: diritto di riparare il bene senza l’acquisto di uno nuovo. Con la direttiva 2024/825 si cerca di limitare il greenwashing (strategia ingannevole per costruire un'immagine ambientale positiva di un prodotto che non lo merita). Appalti verdi (GPP): è uno strumento di politica ambientale attraverso il quale si favorisce il mercato con minor impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita attraverso la leva degli acquisti pubblici. Il PNRR in Italia con la legge delega 78/2022 ha rielaborato il nuovo codice degli appalti. Nel 2023 è stata aggiornata la strategia nazionale di sviluppo sostenibile, attraverso il GPP. Un appalto si definisce verde quando vengono rispettati i CAM (criteri ambientali minimi), quei requisiti che vanno a garantire la tutela ambientale ed etico-sociale, lungo il ciclo di vita. I CAM in Italia sono obbligatori per la PA e le imprese e mirano a promuovere un’economia circolare e sostenibile, riducendo le emissioni, i consumi energetici e l’uso di risorse non rinnovabili. I CAM si compongono di due parti: il criterio, ovvero l’obiettivo da raggiungere per ridurre l’impatto ambientale e la verifica, ovvero la modalità attraverso la quale la stazione appaltante conferma la conformità del criterio, tramite delle certificazioni o altri metodi. Nell’edilizia, i CAM si applicano ad interventi di costruzione, ristrutturazione e manutenzione, inclusi i beni culturali e storici, se non contrastano con vincoli di tutela più stringenti. I CAM promuovono qui che le stazioni appaltanti valutino la possibilità di riqualificare edifici esistenti o aree dismesse piuttosto che costruirne di nuovi, attraverso anche un’analisi costi-benefici. Durante la progettazione, devono essere valutati criteri come l’efficienza energetica, la permeabilità dei suoli, la qualità dell’aria e la gestione dei rifiuti. Le verifiche che i CAM vengano rispettati si ha in tutte le fasi del processo d’appalto: i criteri consentono alla stazione appaltante di valutare l’offerta economica e il rispetto dei requisiti ambientali, soprattutto durante il contratto d’appalto. Negli appalti i CAM servono per: programmazione (oggetto lavori), progettazione (rilascio CAM e impresa con miglior qualità/prezzo), valutazione offerte (verifica CAM), esecuzione del contratto (verifica delle disposizioni da contratto). Il life cycle costing (LCC) valuta tutti i costi associati al ciclo di vita di un bene o servizio. Comprende costi diretti come l’acquisto, l’uso, la manutenzione e lo smaltimento, oltre ai costi indiretti, chiamati esternalità ambientali, che rappresentano l’impatto sulla comunità (salute o ambiente). Nell’LCC si considera anche il valore residuo al termine della vita utile del bene e i costi nascosti (rifiuti, formazione, assicurazioni). In passato, il costo totale di un appalto coincideva con il prezzo d’acquisto; oggi include, oltre al costo d’acquisto, gestione, dismissione e impatti ambientali. SALUBRITÀ DEGLI AMBIENTI INDOOR L’ambiente indoor è quell’ambiente chiuso di vita e di lavoro (abitazioni o uffici...). La qualità dell’aria in questi ambienti dipende da: sorgenti esterne inquinanti (atmosfera), attività umane (tabacco, detersivi), inquinamento dall’ambiente fisico interno (materiali da costruzione e arredi) e inquinamento da sistemi impiantistici (condizionatori e caldaia). I principali inquinanti sono: Inquinanti chimici: ossidi e biossido di azoto (prodotto dal traffico e dai riscaldamenti, causa irritazione a polmoni e a occhi); ossido di zolfo (prodotto da aria outdoor o stufe, causa irritazione a polmoni e a occhi); monossido di carbonio (prodotto da una combustione incompleta (scarso 02), si lega con l’emoglobina e provoca morte); ozono (composto da molecole instabili, emesso da dispositivi elettrici ad alto voltaggio, causa irritazione a polmoni e a occhi); particolato (in grado di adsorbire gas e vapori tossici, penetra nei polmoni in base alla dimensione come polveri grossolane PM10, fini PM2.5, ultrafini e nanoparticelle); composti organici volatili (come idrocarburi aromatici e aldeidi, generati da prodotti di pulizia, vernici, arredi nuovi, causano effetti ad organi e sono cancerogeni); formaldeide (prodotto dalla combustione e da resine usate per isolamento e truciolati, causa irritazione a vie aree e pelle, essendo cancerogena provoca la Sindrome dell’edificio malato); tabacco (di prima mano se emanato dalla sigaretta, di seconda mano se fumo passivo e di terza mano sui vestiti, causa malattie respiratorie); amianto (materiale fibroso, utilizzato per isolamento e ignifugo, causa tumore ai polmoni per il deterioramento di piccole fibre). Inquinanti fisici: radon (elemento radioattivo, outdoor si disperde rapidamente, indoor raggiunge livelli alti); inquinamento elettromagnetico (campi elettrici e magnetici, causato da TV), rumore (inquinamento acustico da suoni forti). Inquinanti biologici: microrganismi (funghi e virus); allergeni indoor (polvere); muffe. Gli stadi sono infettivo, tossico e allergico. Esiste l’inquinante principale (emesso in atmosfera) e l’inquinate secondario (reazione chimica del primo). Gli effetti sulla salute in ambienti indoor dipende da: tipo e quantità inquinante, loro interazione, tempo di esposizione, tipo di persona. Questi effetti si dividono in: malattie associate agli edifici, sindrome dell’edificio malato (malessere degli occupanti, si procede alla pulizia dei sistemi di ventilazione, visite mediche, test qualità dell’aria). I CAM richiedono impianti di condizionamento facili da ispezionare, manutenuti e puliti, garantendo una buona qualità dell'aria interna e includendo sistemi di recupero del calore. Viene fissato il limite massimo per i materiali e sostanza (es. radon) Monitoraggio dei COV indoor: per ottenere il valore max di concentrazione servono campioni a breve durata. Per confrontare i dati con un valore guida, il processo deve durare quanto indicato dal valore guida. Durate diverse forniscono solo indicazioni operative. Il prelievo va effettuato al centro dell'area (lontana da pareti), con l'altezza di circa 1,5 m (uffici altezza 15-20% dei precedenti). Sono tubi concentrici, Il dimensionamento dipende dal numero di utenti e dal fabbisogno mensile. Svantaggi: costosa e i pannelli perdono efficienza col tempo. Il fotovoltaico trasforma l’energia solare in elettricità grazie a celle che convertono i fotoni in energia, spostando elettroni nel materiale semiconduttore. L’impianto include inverter, quadro elettrico, contatori e collegamento alla rete. I pannelli possono essere monocristallini, policristallini o amorfi (efficienza decrescente). Non inquinano ma sono costosi e dipendono dal meteo. Le pompe di calore geotermiche sfruttano la temperatura costante del terreno per scambiare calore: in inverno riscaldano prelevandolo dal terreno, in estate raffrescano cedendolo. Possono essere verticali o orizzontali (richiedono ampie superfici). Le fonti assimilate generano insieme energia elettrica e calore, (stessa energia primaria ma meno perdite di un sistema separato). Si Utilizza fonti rinnovabili. Esiste anche la trigenerazione, che produce energia termica, elettrica e frigorifera. Di questi tipi di impianti si valuta il rendimento attraverso i coefficienti COP (inverno) ed EER (estate). È importante che siano dotati di sistemi di regolazione adeguati a garantire una maggiore efficienza L'APE si basa su un calcolo standard e fornisce le prestazioni energetiche di un edificio considerando involucro, impianti, struttura, destinazione d'uso, zona climatica e rapporto superficie-volume climatizzato. È obbligatorio per compravendite e affitti, salvo edifici isolati sotto i 50 mq. La diagnosi energetica, invece, si adatta ai dati specifici dell'utenza. I CAM si focalizzano su diagnosi e prestazioni energetiche, assicurando comfort interno su nuove costruzioni o ristrutturazioni. Un'isola di calore urbana si forma quando la natura è sostituita da cemento (> temp.), si riduce piantando alberi e edifici verdi. Un tetto verde è composto da una struttura portante, membrana impermeabile, tessuto-non tessuto, strato drenante, filtro e strato di terreno con erba. L’acqua piovana può essere accumulata per la vegetazione o per altri usi, evitando che venga scaricata direttamente. Il tetto verde migliora la biodiversità, riduce l’inquinamento acustico, il consumo energetico, l’isola di calore e a non perdere l’efficienza dei pannelli fotovoltaici. Le pareti verdi migliorano efficienza energetica e l’isolamento termico. SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO Decreto 626/94 integrato dal d.lgs. 242/96, recependo le direttive europee, si passa da una logica risarcitoria dopo l’accaduto ad una preventiva. Gli obiettivi sono eliminare o ridurre i rischi da lavoro, infortuni e malattie professionali. D.lgs. 81/2008 (testo unico su salute e sicurezza sul lavoro), riordina la normativa in materia di sicurezza. Si applica in tutti settori pubblici e privati, tutte tipologie di rischio, tutti i tipi di lavoratori e quelli equiparati ai lavoratori. È suddiviso in 13 titoli (luoghi di lavoro, tipi di cantieri, DPI…) e allegati. Il titolo I contiene disposizioni generali, sistema istituzionale, gestione prevenzione (valutazione rischi, gestione emergenze…), disposizioni penali. Vengono definite: salute (benessere fisico/psicologico), pericolo (fattore potenzialmente dannoso), rischio (probabilità del danno X la gravità degli esiti, mai zero), danno (evento negativo), infortunio (incidente sul lavoro), malattia professionale (patologia sul lavoro), prevenzione (misure anti-rischio), protezione (riduzione gravità danno). Le ultime due si adottano insieme. L’art. 15 stabilisce le misure generali di tutela: valutazione di tutti i rischi, programmazione della prevenzione, eliminazione dei rischi o la riduzione, limitazione dei lavoratori esposti, uso limitato di agenti chimici e fisici, DPI e DPC, visite sanitarie, formazione e informazione per lavoratori, dirigenti, preposti e RLS, miglioramento dei livelli di sicurezza, misure d’emergenza, manutenzione. Le figure della sicurezza nei lughi di lavoro: organigramma d’impresa; datore di lavoro (capo dell’impresa con potere decisionale e di spesa, si occupa di sicurezza, NON può delegare la valutazione dei rischi e nominare il RSPP); dirigente (colui che dirige le attività produttive e attua le direttive date dal datore), preposti (ruolo di controllo nel rispetto sicurezza); lavoratori (svolgono attività date dal datore rispettando le norme di sicurezza. Hanno l’obbligo di usare i DPI, controlli sanitari e corsi di formazione). Figure specializzate: RSPP (responsabile servizio prevenzione e protezione, coordina il servizio prevenzione e protezione con soggetti interni dell’azienda che elaborano procedure di sicurezza in base ai rischi); RLS (rappresentante lavoratori su salute e sicurezza, viene eletto); medico competente (collabora con il datore nella valutazione dei rischi, esegue la sorveglianza sanitaria cioè atti medici per la salute come visite periodiche), addetti alle emergenze (formati per incendi, primo soccorso, evacuazione); progettisti, fabbricanti e installatori (obblighi in scelte progettuali, prodotti, impianti e attrezzature). La valutazione dei rischi è un’analisi documentata dei rischi per la salute e sicurezza, rivolta a individuare e migliorare le misure di prevenzione. Il datore redige il documento valutazione rischi con RSPP, medico e RLS. Contiene relazione sui rischi, procedure e i rischi legati alle mansioni, misure di prevenzione e un programma di miglioramento. Identifica rischi e stima l’entità. Deve avere data certa, essere firmato e custodito in azienda. Va aggiornato entro 30 giorni in caso di modifiche ai processi produttivi. Il DUVRI, redatto dal committente, valuta i rischi da interferenze derivanti da attività simultanee di più soggetti interni o esterni. Va allegato al contratto d’appalto, aggiornato periodicamente e disponibile agli interessati. Contiene il sito del cantiere, rischi possibili e norme. Non è obbligatorio in assenza di rischi interferenziali, per interventi sotto 5 uomini/giorno, lavori intellettuali, sola fornitura di materiali. Il committente verifica l’idoneità tecnica delle imprese appaltatrici e informa sui rischi specifici. In Italia, la Direttiva Cantieri è stata recepita con il D.lgs. 494/1996, che ha stabilito che la sicurezza nei cantieri è un requisito imprescindibile e nel caso di più imprese deve essere pianificata. I principali soggetti coinvolti, con responsabilità amministrative, penali e civili, sono: committente o responsabile lavori (colui per conto del quale l’opera viene realizzata). Per opere pubbliche è il titolare del potere decisionale e di spesa. Ha l'obbligo di verificare l'idoneità tecnico-professionale e la regolarità contributiva (INPS e INAIL) di imprese e lavoratori autonomi; nomina il CSP (in fase di progettazione, redige PSC e fascicolo dell’opera) e CSE (prima dell’esecuzione dei lavori, verifica PSC e POS dell’impresa adeguandoli in caso di modifica progetto, coordina il cantiere e segnala irregolarità); comunicare alle imprese i nominativi di CSP e CSE, trasmettere i permessi (PdC) e la notifica preliminare agli enti competenti). Lavoratore autonomo (segue indicazione CSE). Impresa affidataria (titolare del contratto d’appalto, può avvalersi di imprese esecutrici). Impresa esecutrice (esegue i lavori). Le imprese devono rispettare il PSC e i propri POS. PSC: obbligatorio se presenti più imprese esecutrici. Descrive le fasi operative, le criticità e le misure per prevenire i rischi, includendo quelli provenienti dall’esterno. È parte del contratto d’appalto e il datore di lavoro verifica se viene applicato. POS: documento per l’organizzazione della sicurezza in base al tipo di intervento, diverso per ogni cantiere. Definisce le attività e attrezzature previste, i dati dell’impresa, elenco dei ponteggi e materiali, la formazione dei lavoratori e le loro mansioni. Il CSE invia il PSC a imprese e lavoratori autonomi; le imprese redigono il POS che va controllato prima dell’inizio dei lavori. Il PSC pianifica la sicurezza per tutta la durata del processo, il POS definisce i rischi del cantiere, tutti e due sono facilmente consultabili. Diagramma di Gantt: pianifica i tempi di progetto, verifica se rispettati. Ordina le attività cronologicamente (inizio, durata e fine) Tipi di cantiere: temporaneo (lavori edili o di ingegneria civile), fisso (lavori nello stesso luogo), mobile (lavori in luoghi diversi). Il PSC considera il tipo di cantiere e la sua interazione con l’ambiente, analizzando i rischi interferenti tra le attività di cantiere e quelle preesistenti. Ci sono anche le caratteristiche intrinseche del sito (geomorfologiche, geotecniche e idrogeologiche). Il rischio d’incendio è connesso a baraccamenti e depositi di materiali. È necessario prevedere estintori portatili, facilmente accessibili; i tipi di estintore: a polvere per baraccamenti e materiali; ad anidride carbonica per apparecchi elettrici. I rifiuti prodotti (attività di costruzione e demolizione), devono essere recuperati o smaltiti dal produttore e dall’appaltatore. Prima di smaltirli è possibile un deposito temporaneo, gestito dal produttore, vale per: rifiuti inerti non pericolosi (depositati sul suolo ma coperti dalla pioggia); rifiuti non pericolosi (raccolta differenziata); rifiuti pericolosi (in cassonetti sigillati ed etichettati). RISPARMIO E GESTIONE DELLA RISORSA IDRICA La carenza di acqua può derivare da scarse precipitazioni o da una domanda superiore alle risorse disponibili. Per evitare sprechi, è fondamentale migliorare la gestione negli edifici, ottimizzare il drenaggio e lo smaltimento delle acque a scala urbana. I CAM stabiliscono che almeno il 60% della superficie territoriale deve essere permeabile, utilizzando pavimentazioni drenanti per prevenire allagamenti. Inoltre, prevedono impianti di depurazione delle acque di prima pioggia (per un corretto deflusso delle acque) e una rete separata per la raccolta delle acque meteoriche, per l'irrigazione o agli scarichi sanitari. È richiesto l'uso di sistemi di riduzione del flusso (rubinetti temporizzati e cassetta a doppio scarico) e tecnologie per il monitoraggio delle perdite. Acque grigie: È fondamentale recuperarle e riutilizzarle, installando una rete di raccolta per quelle provenienti da lavandini, docce, condensa delle caldaie e climatizzatori. I residui organici vanno separati tramite sistemi di filtraggio, i sistemi di scarico separano acque grigie e nere. Le acque grigie possono essere riutilizzate per l'irrigazione o il lavaggio dell'auto. DEMOLIZIONE SELETTIVA La direttiva europea 2018/851/CE, recepita di recente in Italia (D.Lgs. 152/06), impone la transizione da un’economia lineare a una circolare. Entro il 2030 il 50% in peso dei rifiuti urbani sia riciclato e il 70% dei rifiuti da demolizione sia recuperato. Il D.lgs. 152/06, regola i rifiuti (non devono provocare rischi all’ambiente e all’uomo), classificati con il codice EER (*=pericolosi), prevede che i rifiuti da costruzione e demolizione (classe 17) siano suddivisi da impianti fissi o mobili in tre flussi: materiale lapideo riutilizzabile, frazione metallica e frazione indesiderata (carta, plastica e legno). Le fasi per ottenere un prodotto di qualità: controllo materiale in ingresso, separazione frazioni fine, frammentazione, raffinazione e rimozione frazioni leggere. Permette di ottenere materie prime seconde, per sottofondi stradali. Il DM 127/2024 definisce come trasformare i rifiuti stabiliti nel decreto in risorse riutilizzabili, i criteri specifici del rifiuto (usato per scopi specifici, abbia mercato, non inquina). La demolizione selettiva separa i materiali all’origine per ottimizzarne il recupero e riciclo, seguendo fasi come la valutazione preliminare (piano di demolizione= ubicazione e caratteristiche edificio da demolire, presenza di materiali riusabili e pericolosi, deposito temporaneo), rimozione ed il trattamento dei rifiuti pericolosi (in impianti specializzati), smontaggio componenti riutilizzabili (smontati prima della demolizione), demolizione selettiva dei materiali riciclabili (selezionati per impianti di trattamento) e la demolizione della struttura. I criteri di prestazione stabiliscono quali componenti possono essere riutilizzati. La norma UNI 75/2020 regola la decostruzione selettiva: indagine preliminare (piano di demolizione), progetto esecutivo (caratteristiche e criticità edificio, tempistiche), fase operativa (attività previste nel piano operativo seguendo il progetto esecutivo). Il decommissioning è la disattivazione e la messa in sicurezza di impianti industriali, definizione scala di priorità di intervento, progettazione, smantellamento, trattamento decontaminante, la gestione dei rifiuti e il recupero dei materiali, fino al certificato di green field. I CAM richiedono che almeno il 70% dei materiali edilizi sia disassemblabile e recuperabile, e l’IA può ottimizzare l'intero processo. LA RIGENERAZIONE DI AREE URBANE (BONIFICHE) Il D.lgs. 152/2006 regola gli interventi di bonifica per i siti contaminati, definendo procedura, criteri e modalità per l’eliminazione o riduzione dell’inquinante. Un sito è una porzione di territorio, incluse le strutture presenti, interessata dall'inquinamento. Le CSC (concentrazioni soglia di contaminazione) indicano i livelli oltre i quali vi è un impatto sulla salute e ambiente, se superati si richiede caratterizzazione del sito e analisi di rischio (valori CSR). Le CSR (Concentrazioni Soglia di Rischio) sono i livelli di contaminazione dopo l’analisi di rischio, se superati si prevede la bonifica. Un sito è potenzialmente contaminato se supera le CSC, ma non si sa se pure le CSR; è contaminato se superano le CSR; non è contaminato se i valori sono inferiori alle CSC o tra CSC e CSR. Indagine C < CSC Ripristino zona C < CSR monitoraggio preliminare C > CSC Messa in sicurezza Piano di caratterizzazione Analisi di rischio CSR C > CSR bonifica  Piano d'indagine : Si definisce ubicazione e tipo di indagine, numero e tipologia di campioni, analisi chimico-fisiche da effettuare, i costi possono aumentare se si fa una ricostruzione storica del sito e in base al numero di campioni (carotaggi) e profondità.  Esecuzione dell'indagine : Si attua il piano d'indagine, i costi aumentano in base alle capacità del personale e in caso di imprevisti.  Caratterizzazione : Si analizzano i dati raccolti per ottenere la fonte inquinante, la sua estensione e il tipo di migrazione. I costi aumentano in base alle caratteristiche fisiche/chimiche del sito e dalla quantità di dati da analizzare.  Analisi di rischio: valuta la gravità del contaminante e definisce il tipo di bonifica (metodo RBCA, 3 livelli di complessità basati sulle proprietà dell’inquinante e sul modello concettuale che lega il trasporto inquinante-recettore). In caso di contaminazione, il responsabile deve adottare misure preventive e segnalare l'evento entro h24. I costi salgono in base ai valori trovati.  Progetto di bonifica: metodologia migliore in base ai dati acquisiti. Costi variano al volume di terreno e al grado di contaminazione Il costo di bonifica è calcolato con simulazioni probabilistiche perché vengono comprese delle incertezze (es. volume da scavare) La rigenerazione è un processo complesso che promuove la sostenibilità e l’inclusione sociale, trasformando spesso aree industriali dismesse in spazi verdi. La riqualificazione si concentra sul miglioramento di strutture esistenti, come la ristrutturazione di edifici storici o il potenziamento di infrastrutture. IL BIM E LA BLOCKCHAIN Il BIM è un processo digitale che consente di creare, gestire e condividere informazioni dettagliate su un progetto edilizio. Include progettazione, gestione dei costi, monitoraggio dei tempi e sostenibilità. Integra 7 dimensioni: 3D (modellazione 3D dell'edificio); 4D (analisi dei tempi di esecuzione di tutte le fasi del progetto); 5D (controllo dei costi dell'opera, computo metrico estimativo); 6D (gestione e manutenzione dell'edificio); 7D (valutazione dei parametri energetici). La blockchain è una tecnologia che registra informazioni in modo sicuro e decentralizzato, senza il coinvolgimento di enti centrali. Le transazioni sono visibili, immutabili e validate da una rete di partecipanti senza intermediari. Nel settore delle costruzioni, è usato per migliorare la gestione della catena di approvvigionamento, ottimizzare i pagamenti e tracciare i dati nel BIM. LA COMUNICAZIONE Esistono 5 assiomi della comunicazione, formulati da Watzlawick, Beavin e Jackson, che sono ritenuti veri a prescindere: Primo assioma: non si può non comunicare, tutto quello che faccio o non faccio ha un significato, ogni comportamento porta con sé una comunicazione. La persona con cui comunichiamo può dare un rifiuto, accettazione o squalifica (risposta insensata). Secondo assioma: nella comunicazione a fianco del contenuto c’è sempre un aspetto di relazione, cioè in che modo si dice il contenuto in base al contesto e alla persona. Ci può essere una conferma, un rifiuto o una disconferma. Terzo assioma: la comunicazione può variare in base alla punteggiatura degli eventi, bisogna saper ascoltare e mettersi nei panni degli altri. Esempio: rispondo male perché mi ignori (soggetto A), ti ignoro perché mi rispondi male (soggetto B). Quarto assioma: la comunicazione umana è composta da codici analogici (gesti, tono di voce) e digitali (parole e simboli). Quinto assioma: una relazione può essere simmetrica (uguaglianza – amici) o complementare (2 livelli – datore e dipendente). La finestra di Johari è composta da 4 quadranti e rappresenta noi stessi. E’ stata messa a punto nel 1955 in America. Io aperto: quella parte di noi che conosciamo e gli altri conoscono. Io cieco: parte di me che non conosco ma gli altri conoscono. Io segreto: quelle cose che tengo per me e non faccio trasparire. Io ignoto: cose che nessuno sa, neanche noi, il nostro inconscio. I feedback ci permettono di ridurre io cieco, la condivisione io segreto e la scoperta io ignoto per aumentare io aperto. La comunicazione è uno strumento che l’uomo utilizza per interagire. Quando si passano le informazioni c’è una distorsione. Ci sono tre livelli di comunicazione: verbale (parole dette, in base al contesto e luogo), para verbale (intonazione, tono o schiarimento di voce, pause, volume di voce) e non verbale (postura, sguardo, gesti). La più importante è la non verbale. Per comunicare nel migliore dei modi ed evitar l’incongruenza bisogna usare tutte e tre i livelli in modo coerente. I condizionamenti possono essere consci (piramide di Maslow, comprende i bisogni umani, come casa, cibo e affetto), apparenti (le illusioni, mondo della pubblicità) e inconsci (quelli che un essere umano ha ma non percepisce -> affettiva cerca la vicinanza e ha bisogno di contatto; socievole preferisce stare distante dagli altri; salutista pensa alla salute; insicura deve ricevere sicurezze sempre da altri; comoda non fa nulla che possa fargli spendere energie; lucrosa pensa sempre al guadagno e orgogliosa si sente il migliore di tutti). Se non rispetto i condizionamenti degli altri, rischio di offendere la persona che ho davanti. Le offese possono verificarsi nell’ambito immagine, famigliare, culturale, lavorativo ed erotico-sessuale. Sono ambiti di vulnerabilità: l’immagine che ho di me è quella che voglio trasmettere e vorrei che fosse colta da altri così (utopica). All’offesa, posso: rispondere (e ribaltare), mortificarmi (rabbia repressa) o farla mia (lascio entrare l’offesa e ci ragiono, critica costruttiva).  Ascolto attivo: l’ascoltatore verifica la comprensione di quanto detto, sta in silenzio e non da giudizi, si mette nei panni dell’altro. Consigli per ascoltare: cancellare le distrazioni e pregiudizi, non interrompere e controllare le proprie emozioni.  Ascolto parziale: l’ascoltatore è concentrato sulle parole e non sulle intenzioni, quindi ascolta con la mente e non con il cuore.  Ascolto superficiale: il ricevitore è concentrato su sé stesso e ribatte con la propria opinione, che secondo lui è giusta. La comunicazione non violenta (CNV): creata da Marshall Rosenberg. Permette di assumersi la responsabilità e consapevolezza delle proprie risposte, perché alla base del nostro comportamento ci sono dei bisogni, se li riconosco sarà più facile comunicarli. Lo sciacallo (parla con giudizio, la colpa è degli altri), la giraffa (parla con il cuore ed empatia, guarda dall’alto senza giudicare).  Osservare: osservo e descrivo quello che è successo senza mettere giudizi, è la base di partenza per esprimere i nostri bisogni.  Emozione: associare all’evento descritto l’emozione che ci attraversa, descrivendola nel migliore dei modi.  Bisogni: associare all’emozione il nostro bisogno che abbiamo in quel momento, senza pretenderlo.  Richieste: formulare la richiesta e prepararsi alla possibilità di ricevere un NO. Le delusioni derivano dalle mancate aspettative. L'intelligenza emotiva è la capacità di capire, gestire ed esprimere emozioni, sia le nostre che altrui, per fare decisioni sensate. Autoconsapevolezza: capacità di riconoscere un sentimento; autogestione: capacità di gestire le emozioni in modo efficace; capacità relazionale: instaurare relazioni con altri in modo efficace; capacità interpersonale: comprendere ciò che ci viene comunicato; capacità intrapersonale: comprendere me stesso; empatia: condividere le emozioni degli altri senza coinvolgersi emotivamente; automotivazione: indirizzare positivamente le proprie emozioni al raggiungimento di obiettivi.

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