Economia Aziendale PDF

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These notes provide an overview of economic behavior within organizations. The text covers key concepts, decision-making stages, and examines the principles of economic analysis as they apply to business practices.

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ECONOMIA AZIENDALE L’Economia aziendale è il ramo della scienza economica che studia la condotta umana sotto l’aspetto economico; la condotta umana risulta suscettibile di una considerazione economica quando sussistono 4 condizioni: - Gli scopi sono molteplici - Gli scopi sono classificabili in or...

ECONOMIA AZIENDALE L’Economia aziendale è il ramo della scienza economica che studia la condotta umana sotto l’aspetto economico; la condotta umana risulta suscettibile di una considerazione economica quando sussistono 4 condizioni: - Gli scopi sono molteplici - Gli scopi sono classificabili in ordine di importanza e hanno differente rilevanza - I mezzi per realizzare gli scopi sono scarsi rispetto ai bisogni - I mezzi sono suscettibili di usi alternativi Se queste 4 condizioni sono contemporaneamente presenti allora l’aspetto economico risulterà rilevante e si definisce come un sistema di scelte volte ad adattare i mezzi scarsi ai molteplici fini. L’economia intesa come scienza, viene considerata come una metodologia fondata sulla teoria delle decisioni ed ogni tipo di scelta verrà ispirata dal seguente criterio generale: I. Massimizzazione dei risultati da realizzare date certe risorse II. Minimizzazione dell’impiego dei mezzi È fondamentale distinguere l’economia aziendale dall’economia politica: la prima detta i principi unitari dell’amministrazione mirando all’attività economica, la seconda studia l’attività economica nel suo complesso sociale per i fini della collettività. COMPORTAMENTO AZIENDALE Il comportamento aziendale, o comportamento dell’azienda, si compone di 3 fasi: I. Fase Decisionale: denominato anche processo decisorio, determina l’azione dell’azienda e l’insieme di tante decisione forma la programmazione aziendale II. Fase Esecutiva: il fine è quello di ottenere la realizzazione dei risultati attraverso un controllo III. Fase di Controllo: si verifica la conformità dell’azione rispetto alle decisioni, si individuano le cause di eventuali scostamenti e si avvia un’azione di correzione del comportamento per riprogrammarlo verso gli obiettivi desiderati. Consente di valutare e migliorare i livelli di efficacia e efficienza della gestione, predispone report periodici e bilanci annuali che alimentano l’informazione esterna a favore degli Stakeholders (soggetti con interessi legati all’andamento dell’iniziativa). ESEMPIO: Nella programmazione operativa: ci poniamo l’obiettivo di raggiungere vendite totali pari a 1.200 milioni di euro all’anno, di raggiungere le venditi mensili pari a 100 milioni di euro al mese; scegliamo quale prodotto vendere, il nome, il marchio ecc…; programmiamo i ricavi e i costi; Tutte queste decisioni aziendali sono alimentate dalla informazioni contabili ed extra- contabili che riguardano sia l’ambiente esterno (come il mercato o l’ente pubblico) sia l’ambiente interno (come il sistema di persone che operano nell’azienda). Nel processo esecutivo: una volta scelte le decisioni aziendali si passa al processo esecutivo dove notiamo che le vendite mensili sono 90 milioni di euro e non 100 milioni come l’obiettivo predisposto. Nel processo di controllo: si effettua un’analisi delle decisioni e dell’azioni poiché senza di esso l’attività dell’azienda risulta non razionale; si calcolano gli eventuali scostamenti: se essi rientrano in un limite di margine non si interviene, in caso contrario si analizzano sistematicamente le cause. Risulta fondamentale in tale fase il reporting, ovvero la predisposizione dei conti periodici e dei conti annuali Nel processo di retroazione: si procede con l’azione di correzione delle eventuali cause di scostamento individuati Questi ultimi due processi si manifestano continuamente nella vita dell’azienda e più ravvicinato è nel tempo, tanto più è razionale l’attività dell’azienda. Risulta fondamentale poi il Feed-forward control System: ovvero un meccanismo basato sui feedback che consente di acquisire informazioni per applicare gli interventi correttivi prima dell’azione stessa. Ad ora possiamo definire l’Economia Aziendale come la scienza che studia i processi di decisione, di esecuzione, di controllo con i feedback, il sistema informativo interno e le informazioni esterne ottenute dagli Stakeholders. Nel 1910 J. Dewey articola il processo decisionale in più fasi: I. Individuazione del problema: comprendere le tematiche che l’azienda deve affrontare II. Definizione del problema: raccogliere le informazioni interne ed esterne per capire la natura del problema III. Sviluppo di soluzioni alternative possibili: le soluzioni risultano infinite IV. Valutazione delle conseguenze delle alternative: le conseguenze anche risultano tendenzialmente illimitate e si manifestano in un lunghissimo lasso di tempo V. Scelta dell’alternativa più conveniente: esso avviene in base ad una funzione d’utilità che potrebbe essere mono-dimensionale es. In base al profitto) , ma di fatto è pluri- dimensionale (profitto, socialità, etica ecc…) Le prime 4 fasi vengono affrontate con un supporto da parte di tecnici specializzati, mentre la quinta fase compete esclusivamente al manager APPROCCI ALLO STUDIO DELLE DECISIONI Nel 1958 H. A. Simon definisce due impostazioni nello studio delle decisioni: I. Modello della razionalità obiettiva II. Modello della razionalità limitata Il modello della razionalità obiettiva viene seguito dagli economisti neoclassici, dai matematici e dagli statistici e suppone che tutte le decisioni aziendali vengano prese da un essere denominato uomo-economico: esso è onnisciente, obiettivamente razionale e sceglie sempre l’alternativa ottima, proprio per questo egli sa individuare tutti i problemi, sa definirli perfettamente, sa sviluppare tutte le alternative e individua tutte le conseguenze di esse, e inoltre possiede una capacità di previsione e di calcolo illimitata che gli permette di scegliere la soluzione migliore. Il modello della razionalità limitata sta alla base della teoria del comportamento aziendale e prende decisione l’uomo amministrativo: esso è simile al manager, ha conoscenze limitate, ha capacità di previsione e di calcolo limitate, sceglie l’alternativa più soddisfacente; di conseguenza saprà individuare con grandi difficoltà il problema dell’azienda, saprà definire in modo vago i problemi, svilupperà solo alcune soluzioni e conoscerà solo parte delle conseguenze, andando a scegliere l’alternativa che reputa migliore. Dopo l’introduzione di queste due nuove teorie, definiamo l’Economia Aziendale come la scienza che studia i processi di decisione, di esecuzione, di controllo con i feedback e feed- forward, il sistema informativo aziendale interno ed esterno secondo il modello della razionalità limitata. Bisogna dunque comprendere, verificare e migliorare la razionalità del comportamento aziendale. Secondo H.A.Simon la decisione deriva dalle informazioni disponibili e reperibili; è dunque un processo di derivazione di conclusioni dalle informazioni, che devono essere ricercate, create ed elaborate dagli uomini che operano nelle organizzazioni. Il comportamento aziendale non è neutrale rispetto: I. Ai fini assegnati all’azienda dal potere di governo dell’organizzazione. II. Agli obiettivi e alle capacità degli individui che ricoprono i vari ruoli organizzativi III. Alle strutture organizzative adottate che rappresentano una soluzione reputata valida IV. Agli stili di direzione sviluppati dai manager V. Al tipo e alla qualità degli strumenti e de elle procedure contabili ed extra-contabili adottate per cerare e trasmettere le informazioni che costituiscono la materia prima per il comportamento aziendale. L’Economia aziendale indaga i fenomeni che realmente incidono sul comportamento delle aziende, e particolare attenzione viene posta su: - Processo organizzativo: l’organizzazione è lo strumento che razionalizza il comportamento d’azienda - Leadership: riguarda i processi del comportamento aziendale e della relativa organizzazione Questi due determinano la governance dell’azienda e incidono sulla produttività e la soddisfazione degli individui L’Economia Aziendale è dunque la disciplina che studia: - I processi di decisione, di esecuzione, di controllo con i feedback e feed-forward, il sistema informativo aziendale interno ed esterno secondo il modello della razionalità limitata. - Il sistema informativo contabile ed extra-contabile che rappresenta la materia prima del comportamento aziendale e che contribuisse alla predisposizione dei conti di periodo e dei bilanci annuali - I problemi relativi all’organizzazione aziendale e i modelli di leadership che influenzano il tipo e la qualità dell’organizzazione. L’AZIENDA L’azienda è un istituto, economico e duraturo, che produce beni e servizi, costituita da: - un sistema di persone (organizzazione) - un sistema di beni (capitale o patrimonio) - un sistema di operazioni (gestione) Con il termine “istituto” (sopracitato nella definizione) si intende un complesso coordinato di elementi complementari, dove si prendono decisioni per adattare i mezzi scarsi ai molteplici fini (carattere economico dell’azienda); quest’ultima è destinata a vivere a lungo e sopravvive al di là della vita fisica delle persone: le decisioni, prese dai manager, devono avere un’ottica di lungo termine. La missione economica dell’azienda è creare utilità, e lo si fa in due modi: I. mediante la trasformazione fisico-chimica di beni che conduce alla fabbricazione di prodotti o servizi II. mediante il trasferimento nel tempo e nello spazio dei prodotti Come sopracitato l’azienda è costituita da un sistema di persone che viene denominato organizzazione: essa è costituita da un sistema coordinato di persone che operano nell’azienda e che sono specializzate a svolgere determinati compiti; alla base dell’organizzazione aziendale sono presenti la specializzazione e il coordinamento che vengono ottenuti mediante il processo organizzativo (prevede 7 fasi): 1. Individuazione degli obiettivi da raggiungere 2. Determinazione delle funzioni da svolgere per conseguire gli obiettivi 3. Scomposizione delle funzioni per creare dei ruoli omogenei: il ruolo di cui si parla è il comportamento che il corpo sociale si attende da una persona 4. Specificazione per iscritto per ogni ruolo dei compiti e delle responsabilità: per ogni ruolo si crea un mansionario che specifica i poteri e i rapporti tra i vari ruoli 5. Definizione delle linee di influenza 6. Definizione delle procedure operative: esse stabiliscono il modo in cui le funzioni dovranno essere effettuate 7. Creazione del sistema informativo: ovvero la definizione delle linee verticali, orizzontali e trasversali cui passano le informazioni Il complesso dei ruoli, delle linee di influenza e del sistema informativo prende il nome di Struttura Organizzativa, e la sua rappresentazione grafica prende il nome di Organigramma L’azienda è anche costituita da un complesso di beni coordinati a disposizione dell’azienda che prende il nome di Capitale o Patrimonio: tale patrimonio è un concetto statico, ovvero sempre riferito ad una determinata data. Il patrimonio può essere studiato sotto due aspetti: I. Aspetto Qualitativo: la qualità e il tipo di beni che lo compongono II. Aspetto Quantitativo: valore dei beni Aspetto Qualitativo: Il patrimonio è un complesso di beni espressi in quantità eterogenee (esempio: i soldi in Euro, il materiale in Kg o Tonnellate) ovvero che gli elementi patrimoniali non possono essere sommati. Questo aspetto non permette di avere una nozione sintetica di patrimonio: non si può esprimere con un numero. Aspetto Quantitativo: Il patrimonio è un fondo omogeneo di valori: gli elementi possono essere sommati in quanto resi omogenei mediante il processo di valutazione. Tutti questi elementi vengono espressi in un “inventario” a quantità e a valori, e viene riassunto in un conto sintetico denominato Stato Patrimoniale: All’interno di questo Stato patrimoniale troviamo termini che vengono definiti così: Il totale del Dare configura gli investimenti aziendali Il totale dell’Avere configura le fonti finanziarie che possono essere di due tipi: Capitale Proprio (CP) e Capitale di Credito (CC). Il Capitale Proprio, detto anche Capitale Netto, rappresenta il capitale del/dei proprietario/i. Il Capitale di Credito rappresenta i debiti dell’azienda, ovvero il capitale dei creditori. Il rapporto tra il CC e il CP definisce il Leverage ratio (un indicatore finanziario che vedremo successivamente) Lo Stato Patrimoniale può essere riclassificato: Gli elementi attivi hanno l’attitudine a essere convertiti in denaro, mentre gli elementi passivi hanno l’attitudine a richiedere denaro, tutto questo entro un determinato periodo: - a Breve Termine (entro un anno) - a Medio Termine (1

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