Studiare Pedagogia - Libro PDF
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Questo libro esplora le diverse teorie dell'apprendimento umano, mettendo a confronto prospettive diverse, come il comportamentismo e il cognitivismo, con esempi di autori come Skinner e Bloom. Il testo è organizzato in capitoli, affrontando aspetti chiave della pedagogia.
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I valori sono esterni all’uomo e non sempre sortiscono gli effetti desiderati della prassi educativa. I valori possono svolgere un ruolo importante solo se vivono in una esperienza viva e se gli adulti sono capaci di tradurli in azioni concrete. (Pedagogia come riflessione sull’esperienza buona)...
I valori sono esterni all’uomo e non sempre sortiscono gli effetti desiderati della prassi educativa. I valori possono svolgere un ruolo importante solo se vivono in una esperienza viva e se gli adulti sono capaci di tradurli in azioni concrete. (Pedagogia come riflessione sull’esperienza buona) Studiare pedagogia e saper fare pedagogia Le pagine del libro sono organizzate in modo da presentare in ogni capitolo un insieme coerente di autori che concentrano l’interesse verso: Capitolo 2: le teorie dell’apprendimento e della formazione. Capitolo 3: il rapporto tra educazione e vita sociale. Capitolo 4: l’analisi dei valori e la loro incidenza sul piano della formazione. Capitolo 5: presentazione degli approcci pedagogici centrati sulla persona. CAPITOLO 2 LE TEORIE DELL’ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE APPRENDIMENTO UMANO Insegnare + apprendere = come favorire e potenziare le conoscenze dell’uomo L’uomo educato è quell’uomo fornito di quelle conoscenze necessarie per soddisfare i suoi bisogni. Migliorare i processi di apprendimento significa assicurare agli uomini maggiori chances di progresso, di benessere e di capacità produttiva. Skinner/ Bloom VS Bruner/ Auesebel Comportamentismo VS Cognitivismo Concentrato nella ricerca di strategie più Rafforzamento delle potenzialità efficaci per migliorare la qualità conoscitive esaltandone le capacità di dell’insegnamento puntando alla autoapprendimento e di trasferimento realizzazione dei processi didattici, alla del sapere. definizione di tassonomie, all’attivazione di procedure di valutazione. SKINNER E BLOOM SKINNER: psicologo statunitense. Ebbe interessi educativi e scolastici. Esponente del comportamentismo radicale; nome legato alla pratica del condizionamento operante e cioè una forma di condizionamento non automatica ma legata alla possibilità di ottenere una ricompensa (rinforzo). Elaborò la teoria dell’istruzione programmata. BLOOM: pedagogista dell’Università di Chicago. Noto per l’organizzazione didattica basata sul principio tassonomico e cioè sulla individuazione e attuazione della gerarchia degli obiettivi di apprendimento. Innovazione, anche, nell’ambito valutativo ovvero la valutazione non è solo la certificazione finale ma Skinner e Bloomuno rappresenta si impegnarono strumento peramonitorare pianificare ele migliorare condizioniilesterne dell’apprendimento e le pratiche percorso. dell’insegnamento. Le conoscenze progrediscono se il soggetto produce comportamenti desiderati e questi sono rafforzati dall’effetto prodotto. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) INSEGNAMENTO: ricerca sistematica di quali parametri il comportamento dell’individuo sia funzione. Si tratta di organizzare i contenuti in forme sequenziali costruite attraverso la concatenazione di cause/ effetti e unità di apprendimento/ comportamenti funzionali a obbiettivi pianificati in modo organico. (TESTO 1) La TEORIA DELL’ISTRUZIONE PROGRAMMATA di Skinner utilizza macchine per insegnare predisposte per assicurare apprendimenti efficaci e corretti. Gli studenti apprendono in modo graduale, lineare e sequenziale. Il comportamento desiderato (risposta) è rinforzato dal feedback (ricompensa) e dalla comparsa di un nuovo problema da risolvere. Bloom dice che le capacità potenziali del soggetto che apprende non sono statiche ma sono condizionate da 3 fattori: Tempo Assistenza didattica Controlli durante l’insegnamento La padronanza di ciò che si apprende dipende dalle forme con cui si attua l’insegnamento. Tali forme sono individuate: a. In un modello organizzato per unità didattiche stabilite in funzione di obiettivi per il cui apprendimento si possono prevedere tempi differenziati in rapporto alle capacità dei diversi alunni (principio della programmazione didattica) b. In batterie di prova di verifica da somministrare agli alunni per individuarne ritardi e lacune e predisporre specifiche attività di recupero (principio della valutazione formativa) BRUNER E AUSEBEL BRUNER: psicopedagogista. È uno dei maggiori esponenti della cultura cognitivista. Autore di importanti studi sull’apprendimento, sui rapporti tra apprendimento e cultura, sull’importanza educativa della narrazione. Pubblicazione del libro con il titolo The process of education. AUSEBEL: psicologo. Caposaldo della sua teoria è la nozione di apprendimento significativo ovvero si compie quando gli individui procedono nelle conoscenze appoggiandosi a proposizioni apprese in precedenza. Bruner e Ausebel si interessarono soprattutto all’indagine delle strutture mentali attraverso cui l’apprendimento si svolge e si moltiplica. Sono interessati ai processi che governano quando il contenuto entra nella scatola nera e quando ne esce. Per Bruner la conoscenza è quella che riproduce il processo di scoperta scientifica mediante l’attivazione di uno sforzo induttivo con il quale si procede oltre l’informazione fornita in modo diretto. Ausebel, invece, si concentra sull’aspetto della CONOSCENZA PARADIGMATICA sottolineando la superiorità del ragionamento formale rispetto ad altre forme di pensiero. Per Ausebel è importante la STRUTTURA COGNITIVA ovvero l’insieme delle conoscenze che sono possedute dal soggetto in un determinato momento e influenzano il senso dei contenuti appresi. Per imparare in modo significativo occorre poter collegare la nuova informazione con proposizioni già possedute attraverso un lavoro di selezione dei concetti principali che si esplicita attraverso i due processi di analisi e sintesi. Senza riorganizzazione mentale si verifica soltanto un apprendimento meccanico che trasferendo passivamente l’informazione in memoria dà vita a un sapere superficiale ed effimero. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) Le pedagogie dell’insegnamento MODELLO NATURALISTICO: l’uomo concepito come un essere tra gli esseri, indagabile in tutte le sue manifestazioni fisiche e psichiche con criteri scientifici. Con Skinner e Bloom si svolge un intervento interessato a perfezionare le procedure dell’insegnamento e quindi viene privilegiata la trasmissione del sapere. Con Ausebel e Bruner si punta a forme di apprendimento centrate sui processi mentali preposti alla costruzione delle conoscenze e quindi si punta a un modello che valorizza il processo di elaborazione concettuale. Le pedagogie dell’insegnamento puntano alla realizzazione e all’ottimizzazione dell’organizzazione scolastica e dell’azione didattica. Le pedagogie dell’apprendimento Le pedagogie dell’apprendimento comprendono tutti i modelli centrati sui processi di apprendimento del soggetto in formazione. L’attenzione si trasferisce dalle procedure ai processi. La finalità di queste pedagogie è quella di portare l’allievo alla capacità di apprendere in modo personale. Muta il ruolo dell’insegnante; diventa una guida esperta che pone gli alunni in situazioni aperte per stimolare l’attività esploratrice e creatrice. In questa pedagogie rientrano le pratiche del problem solving. FREINET Maestro francese noto per aver elaborato alcune tecniche didattiche basate sul coinvolgimento degli alunni in situazioni pratiche. Le principali tecniche freinetiane sono l’uso della tipografia in classe, il testo libero costruito dagli allievi in relazione alla loro esperienza, la biblioteca di lavoro e gli schedari di consultazione. La pedagogia di Freinet ha dato vita a un movimento che in Italia si chiama Movimento di Cooperazione Educativa. STRUTTURE DISCIPLINARI: i saperi vanno ricostruiti nei loro elementi generativi e disegnati secondo il loro ordine costitutivo. STRUTTURE COGNITIVE: il soggetto va orientato a esercitare attivamente i processi mentali più potenti ed economici. STRUTTURE DIDATTICHE: l’insegnamento si configura come un’attività che offre occasioni di tirocinio delle strutture cognitive attraverso la mediazione delle strutture disciplinari congrui con le fasi evolutive del soggetto. L’approccio costruttivista Il costruttivismo è una teoria del soggetto che si autocostruisce integrando contemporaneamente i prodotti culturali e i processi mentali. La cognizione è un adattamento interno del soggetto e cioè la riorganizzazione delle proprie esperienze. Il pensiero è uno strumento che permette all’individuo di adattarsi a nuove circostanze. Il centro di controllo risiede all’interno delle persone e gli atteggiamenti vengono costruiti di volta in volta in modo originale. Conoscere significa costruire ipotesi interpretative validi per sapersi orientare nelle diverse situazioni. I costruttivisti sociale sono interessati alle azioni cognitive individuali e alle relazioni cognitive che intercorrono fra il soggetto e il contesto socioculturale. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) Linee guida per la gestione pedagogica e delle attività didattiche: PRINCIPIO DELLA NEGOZIAZIONE: la costruzione della conoscenza è basata sia su modalità di negoziazione interna sia su forme di negoziazione sociale perché la conoscenza poggia su un preciso contenuto da strutturare. PRINCIPIO DELLA RIPRODUZIONE: il processo di apprendimento non è efficace se non sfocia in forme di conoscenza sempre più varie e complesse. PRINCIPIO DEL CONTESTO: l’apprendimento è favorito dall’immersione degli alunni entro contesti di vita reale ancorati a compiti autentici. PRINCIPIO DELLA PADRONANZA DEGLI STRUMENTI COGNITIVI: la conoscenza risulta più efficace quando l’alunno è consapevole della strumentazione a sua disposizione. PRINCIPIO DELLA COLLABORAZIONE TRA CHI APPRENDE E L’INSEGNANTE: all’insegnante spetta sovrintendere sull’acquisizione degli apprendimenti e predisporre gli ambienti più consoni alla scopo. Applicazioni didattiche Nella modalità costruttivista l’apprendimento si svolge all’interno di progetti ben articolati. Gli studenti vanno orientati non solo al problem solving ma anche al problem finding cioè alla scoperta di problemi emergenti a mano a mano che la situazione si dipana. Meglio lavorare in contesti collaborativi nei quali è possibile sperimentare il confronto con gli altri. Il modello della pedagogia differenziata La pedagogia differenziata e del contratto consiste nell’ordinare il lavoro scolastico a misura degli allievi secondo pratiche individualizzanti e nella moltiplicazione dei metodi in funzione alle differenze esistenti tra gli allievi. Lo scopo è quello di mettere ciascuno nelle condizioni di attivare le proprie capacità cognitive e costruire il suo apprendimento. La creazione di contesti individualizzati o a piccoli gruppi serve a favorire la valorizzazione delle diversità cognitive degli allievi. Questo piano si traduce sul piano pratico in: DIFFERENZIAZIONE: varie prassi didattiche predisposte in rapporto alle diverse situazioni di apprendimento e di comunicazione. Sono previsti momenti di differenziazione simultanea dove vengono assegnati compiti diversi tra gli alunni in modo che possano misurare il proprio livello di apprendimento. METACOGNIZIONE: l’elaborazione continua di meta-conoscenze cioè di strategie personali di apprendimento. I metodi migliori non sono quelli prefissati ma quelli che il soggetto scopre da solo riflettendo sulla condizione in cui si trova. POTENZIAMENTO DELLE CAPACITÁ COGNITIVE: si può creare solo quando c’è un buon rapporto tra docente e allievo. Lo scopo è quello di organizzare un progetto comune nel quale gli obiettivi sono costruiti in ragione delle difficoltà incontrate. Le intelligenze multiple di Howard Gardner HOWARD GARDNER Docente e psicologo attento alle tematiche educative. È noto per i suoi studi sull’intelligenza umana. Si è occupato dello sviluppo delle capacità artistiche dei bambini e della messa a punto di metodologie per migliorare la capacità creativa dei bambini. Ha diretto la ricerca Good Project nel 1996 voltata ad individuare le strategie più efficaci per sostenere i giovani a rispettare i beni sociali ed ad agire secondo regole etiche. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) Nella sua opera FORMAE MENTIS presenta per la prima volta in modo organico la teoria delle intelligenze multiple. Secondo lo studioso ogni individuo fa uso di un’intelligenza o di una combinazione di intelligenze attraverso cui seleziona, organizza e memorizza gli apprendimenti. Ciascun soggetto è connotato dall’intreccio di diverse intelligenze in rapporto l’una con l’altra. La massima efficacia educativa è connessa alla capacità di agire. Critica i testi per misurare l’intelligenza e l’apprendimento perché sono volti a rilevare principalmente 2 tipi di intelligenze: quella linguistica e quella logico- matematico. Gardner è molto sensibile al metodo di apprendimento proprio dell’apprendistato basato su osservazione, imitazione e guida di un maestro esperto nel quale interagiscono più forme di intelligenza e la comprensione è commisurata sulla capacità di risolvere problemi reali e non è tarata sulla memorizzazione di formule. Gardner individua 5 esigenze principali che l’uomo vede possedere per andare incontro alle nuove sfide: MENTE DISCIPLINATA: saper gestire un ambito della conoscenza e del lavoro. MENTE SINTETICA: saper razionalizzare le informazioni. MENTE CREATIVA: saper pensare fuori dagli schemi per produrre nuove idee e nuovi modi di operare. MENTE RISPETTOSA: consapevolezza delle differenze tra gli uomini e le culture). MENTE ETICA: accettazione delle proprie responsabilità. Le teorie della personalizzazione La nozione di personalizzazione è complessa in quanto si intrecciano sia istanze sociali e progetti politichi volti a rafforzare la partecipazione civica dei cittadini sia le strategie educative di pedagogisti ed esperti di politiche formative. La personalizzazione dell’insegnamento punta a formare persone capaci di essere autosufficienti, attive e creative nella valorizzazione delle caratteristiche personali. I principali punti di riferimento pedagogici della personalizzazione sono; 1. Piena sintonia con il paradigma cognitivo- costruttivista: stretto rapporto tra l’efficacia del sapere e le modalità con cui esse sono direttamente elaborate. 2. Valorizzazione più dei processi di comprensione che dello svolgimento dei compiti prefissati. 3. Formazione di buone abitudini utili all’individuo per apprendere lungo tutta la vita e per partecipare e condividere con gli altri le sorti della società. Viene dato grande rilievo alla centralità dello studente in quanto deve scoprire e sviluppare il proprio stile di apprendimento. Il futuro dei sistemi d’istruzione andrebbe disegnato in forme più policentriche. Lo scopo dei sistemi di istruzione nuovi è quello di far interagire educazione formale e non formale, tradizione e innovazione. Neuroscienze e apprendimento Aspetti di carattere generale: 1. Alcuni studiosi ritengono che attraverso l’esplorazione del cervello e del suo funzionamento sia possibile indicare anche la realtà della mente. La mente sarebbe così riconducibile a un puro dato Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) biologico e non ci sarebbe più posto alla coscienza ma ci saranno solo un insieme di processi in cui vengono filtrate le immagini del mondo. 2. Altri studiosi ritengono che l’identificazione mente/ cervello sia una indebita e non giustificata semplificazione. Le attuali neuroscienze non sono in grado di spiegare il corretto funzionamento della coscienza e come essa sia collegata all’attività bioelettrica dei neuroni. Esperienza e conoscenza sarebbero così reciprocamente generativi e produttrici di nuovi prodotti mentali. Scienze cognitive, neuroscienze e processi educativi difficilmente sanno dire su cos’è la persona ma possono contribuire a migliorare importanti aspetti dell’uomo. Indicazioni generali che scaturiscono dagli studi sulla mente e forniscono alcuni criteri di cui tenere conto nell’agire educativo: PLASTICITÁ DEL CERVELLO: intesa come capacità continua di ristrutturazione del rapporto con l’ambiente. MENTE INCORPORATA: mente e corpo costituiscono un tutt’uno. Le emozioni costituiscono un modo di arricchire le nostre conoscenze. MENTE ESTESA: è in grado di stabilire una continuità con quanto è quotidiano dell’esperienza di ciascuna persona. INCONSCIO COGNITIVO: conferma alcune intuizioni psicanalitiche (ad esempio il lavoro celebrale si svolge a nostra insaputa). Le altre questioni sono più specifiche legate ai singoli problemi come ad esempio le strategie di compensazione per gli allievi con ridotta memoria, gli interventi mirati per bambini con disturbi di attenzione. Il cooperative learning L’apprendimento cooperativo si basa sulla naturale disposizione dell’essere umano alla socializzazione sulla quale far leva non solo per favorire l’inserimento nella vita sociale ma anche per agevolare l’apprendimento e migliorare le competenze cognitive. L’apprendimento si può compiere in forma diretta e asimmetrica ma anche in forma orizzontale e simmetriche. Il cooperative learning è una corrente pedagogica nata in Italia solo nella metà del 900. Il gruppo cooperativo è tenuto insieme: Dalla condivisione di un obiettivo comune. In quanto è percepito da ogni componente come vitale. In quanto è stato accettato o condiviso da tutti i membri del gruppo. In quanto deve indurre alla sfida. Un altro punto importante nel cooperative learning è il clima entro cui si svolge l’esperienza. Il clima nasce per lo più da occasioni informali e occasionali. La costruzione del clima richiede tempi lunghi ed è una condizione molto fragile e precaria poiché può essere facilmente distrutta anche da minime reazioni di difesa. L’efficacia del lavoro cooperativo dipende anche dallo sviluppo di competenze sociali adeguate. Esse servono a regolare e a rendere efficienti le relazioni interpersonali fra i membri del gruppo. Le competenze sociali possono essere riassunte così: Abilità comunicative faccia a faccia. Abilità che permettono al gruppo di affrontare bene il compito. Abilità che rendono il lavoro comune piacevole e gratificante. Una delle osservazioni critiche riguarda il rischio di attenuare la responsabilità individuale. Gli studiosi distinguono la responsabilità individuale all’interno del gruppo e quella esterna: quella interna interviene quando lo studente ha uno specifico ruolo mentre quella esterna esiste quando gli studenti sono chiamati a una valutazione individuale degli apprendimenti. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) Edgar Morin e l’apprendimento nella complessità EDGAR MORIN Sociologo e filosofo apprezzato per la sua vasta indagine sul rapporto natura- cultura in base al concetto di complessità. Scrive Il Metodo: proposta epistemologica e metodologica per ripensare alle modalità di pensiero, di coscienza e di insegnamento. Riforma del pensiero e apprendimento per interconnessione Secondo Morin il tempo sarebbe scandito da alcune sfide cognitive ed educative che rimescolano le carte rispetto al passato. La riforma del pensiero è affidata alla formazione di 2 fondamentali attitudini: ATTITUDINE GENERALE (si tratta d’incoraggiare e di spronare l’attitudine indagatrice e di orientarla sui problemi fondamentali) ATTITUDINE A CONTESTUALIZZARE (riguarda la padronanza di contestualizzazione) Morin individua in fine i 2 super saperi per il futuro dell’umanità: l’educazione della comprensione e la formazione all’identità e alla coscienza terrestre. LA FORMAZIONE IN ETÁ ADULTA Le teorie della formazione centrate sull’età adulta nascono in seguito ad una duplice spinta: La constatazione che l’uomo si modifica in modo permanente e compie delle esperienze. Le esigenze del mondo del lavoro e delle professioni che sollecitano flessibilità cognitiva, tensione creativa e sforzo continuo di riallineamento delle competenze. Il concetto di alfabetizzazione doveva comportare un insegnamento in grado di permettere all’analfabeta di integrarsi socialmente ed economicamente in un nuovo mondo in cui i progressi tecnici e scientifici sollecitano conoscenze sempre più complesse e specialiste. La formazione come ricerca e azione KURT LEWIN Psicologo di origine tedesca interessato soprattutto a comprendere come si possano modificare i comportamenti degli uomini. 2 teorie psicologiche: La teoria del campo La teoria della dinamica di gruppo 2 metodi di indagine: La ricerca- azione La formazione alla gestione dei rapporti umani TEORIA DEL CAMPO: Il campo è inteso come la totalità dei fattori coesistenti considerati come interdipendenti. Tra questi fattori è di fondamentale importanza il ruolo dell’ambiente sia in quanto rappresentazione dell’ambiente fisico in cui la persona vive sia come insieme delle dimensioni non direttamente osservabili. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) L’intreccio di ambienti e persone delimitano lo spazio di vita; lo spazio vitale di identifica come le relazioni esistenti fra le regioni e le sottoregioni in cui lo spazio stesso si suddivide. La teoria del campo è un metodo per analizzare le relazioni causali e un insieme di costrutti per descrivere e interpretare i fenomeni psicologici e sociali. Secondo Lewin l’attività di ricerca poteva essere svolta anche nella realtà in cui l’individuo agisce e non solo realizzata nelle condizioni sperimentali da ricercatori specialisti. PRINCIPIO DELLA RICERCA- AZIONE: allo schema lineare- sequenziale dominato dalle procedure si sostituisce un’impostazione circolare in cui causa e azione agiscono in forma reciproca e sinergica. Il modello della ricerca- azione è intrinsecamente associato alla trasformazione della realtà mentre si fa ricerca e alla capacità di fare ricerca mentre si opera sul campo. Come impara l’adulto secondo Malcolm Knowles MALCOLM KNOWLES Considerato uno dei massimi esperti nel campo dell’educazione negli adulti con la proposta dell’ANDRAGOGIA (guidare uomini maturi). 2 principali variabili: età e esperienza dei soggetti che influenzano le condizioni e i contesti dell’apprendimento. La prospettiva andragogica è connotata soprattutto nella convinzione che gli adulti abbiamo interessi e capacità diversi da quelli dei soggetti in età evolutiva e che l’approccio formativo debba svolgersi secondo linee centrate sull’esperienza e con modalità meno direttive. Il successo della formazione è assicurato dalla capacità di procedere attraverso una progettazione. La tesi dell’andragogia poggia su alcuni presupposti: 1. BISOGNO DI CONOSCERE: bisogno di accrescere le conoscenze. 2. CONCETTO DI SÉ COME DISCENTE: gli adulti desiderano essere considerati e trattati come persone in grado di gestirsi in modo autonomo. 3. RUOLO DELL’ESPERIENZA: gli adulti entrano in un’attività di formazione con un’esperienza personale. 4. DISPONIBILITÁ AD APPRENDERE IN FUNZIONE DI BISOGNI REALI: gli adulti sono disponibili ad impegnarsi in ciò che hanno bisogno di sapere. 5. IMPORTANZA DELLE MOTIVAZIONI: non sempre i moventi che spingono gli adulti ad apprendere sono concreti e pratici. (TESTO 9) Il modello andragogico assegna particolare rilevanza al contesto nel quale si svolge l’apprendimento e alla responsabilità dell’adulto discente e alla sua partecipazione attiva al progetto formativo. I fattori che determinano il buon esito sono: CLIMA FAVOREVOLE: comprendono la dimensione dell’ambiente fisico, delle facilità dell’eccesso ai materiali e del clima umano accogliente. PROGETTAZIONE COMUNE INDIVIDUAZIOE DI OBIETTIVI: sono diagnosticati per superare il rischio della discrepanza tra la situazione di partenza e quella individuata come ottimale. DISPONIBILITÁ DI ESPERIENZE DI APPRENDIMENTO: ci si può esercitare in maniera attiva. GESTIONE COMUNE DEL PROGRAMMA: intesa come facilitazione del processo di apprendimento. VALUTAZIONE FINALE: la verifica del raggiungimento o no di nuovi livelli di competenze. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) Le tesi di Knowles sono state oggetto di numerose riflessioni critiche. L’obiezione più forte gli rimprovera di considerare l’educazione degli adulti un campo separato e autonomo. Knowles ha risposto a questa critica rendendo più flessibile il proprio modello e collocando pedagogia e andragogia all’interno di un medesimo continuum educativo nel quale esse si pongono in logica sequenziale. L’apprendimento trasformativo JACK MEZIROW Ha lavorato come consulente per l’alfabetizzazione presso istituti come l’Unesco e l’Unicef. Negli anni 60 ha lavorato come formatore di educatore nei paesi in via di sviluppo. Ha accostato gli studi e le esperienze di Paulo Freire con le realtà che lo circondavano e hanno scaturito in l lui una grande influenza. Lo studioso americano approfondisce le ragioni e le condizioni sulla cui base gli adulti possono continuamente ripensarsi e riprogettarsi nel corso della vita, evitando di restare prigionieri di pregiudizi ideologici, abitudini consolidate. Emancipatory learning: processo in senso ricostruttivo non solo della quantità delle conoscenze ma soprattutto degli schemi mentali su cui esse poggiano. L’uomo sa che per vivere a pieno la sua condizione da adulto e da anziano è quella di interrogarsi senza sosta, di porsi domande e di accostarsi al nuovo senza nostalgie. Due alternative: 1. L’UOMO DELLA RISPOSTA: Ha bisogno di certezze. È a suo agio solo nella sicurezza. Trasforma la conoscenza in beni da possedere. Più risorse ha a sua disposizione più si sente ricco ed equipaggiato. Il sapere diventa un bene da capitalizzare. L’uomo della risposta si appella alla logica per dimostrare la verità. 2. L’UOMO DELLA DOMANDA: Non ha certezze. Non esiste altra sicurezza che la capacità e la forza d’animo. L’uomo della domanda si appella alla dialettica. La formazione nel mondo delle professioni DONALD A. SCHON Studioso statunitense di questioni organizzative e professionali. Fu per anni consulente di importanti aziende. Si è occupato di tematiche riguardanti l’educazione degli adulti e la formazione dei professionisti esperti. Collabora con Argyris, noto studioso per le sue ricerche sull’apprendimento organizzativo. Scrive il Professionista riflessivo nel quale affronta il tema della preparazione dei professionisti e cioè di quegli specialisti che operano in forma autonoma e in regime di libere professioni (avvocato) La formazione va vista come un processo che esalta l’autonomia e l’iniziativa del professionista stesso. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) Al modello della RAZIONALITÀ TECNICA Schon oppone il modello della RAZIONALITÀ PRATICA basato cioè sulla capacità riflessiva ovvero di far tesoro delle esperienze. I problemi si presentano al professionista con il bisogno di un’analisi preliminare attraverso la quale il professionista mette a punto un intervento coerente. Schon è debitore del modello deweyano della conoscenza attraverso l'azione e della riflessione sull'indagine. Egli li ha articolati in un piano d’azione scandito in 5 tempi: Definizione di una situazione Avvio di esperimenti esplorativi Verifica della mossa Verifica dell’ipotesi Verifica della trasformazione della situazione Sulla base della ricorrenza di situazione differenti si costituisce un repertorio di immagini e tecniche che formano il bagaglio esperienziale del professionista. Questo bagaglio si può rilevare anche controproducente. (TESTO 11) Per scongiurare questo pericolo occorre assicurare una formazione capace di rinnovarsi il cui itinerario è così definito: Capacità di scomporre le strutture della realtà e di ricercare modi alternativi di organizzarla. Sistemazione ordinata da cui attingere per affrontare i problemi e le situazioni nuove. Conoscenza delle principali teorie di ciascun sapere professionale. Comprensione della riflessione nel corso dell’azione e delle condizioni che le favoriscono o la impediscono. Apprendimento organizzativo e comunità di pratica Caratteristica propria dell’apprendimento organizzativo sono la circolarità del sapere, la capacità di comprendere e di comprendersi, di saper pensare e saper fare in comune. L’apprendimento organizzativo si articola intorno a tre fasi successive e concatenate: 1. Trasformazione dell'informazione in conoscenza (FASE DELL'ARRICCHIMENTO) 2. Trasformazione delle conoscenze in sapere. 3. Trasformazione del sapere in comportamenti operativi L’apprendimento organizzativo rappresenta il principale veicolo attraverso cui è possibile favorire l’accrescimento delle risorse cognitive esperienzali e culturali. La competenza perde la fisionomia individualistica e per assumere una dimensione socializzata. Accanto a questi studi ci sono anche quelli di Étienne Wenger. ÉTIENNE WENGER È un ricercatore svizzero e consulente di varie imprese. Il suo nome è associato a studi e ricerche nel campo dell’apprendimento sociale e dell’apprendimento come processo partecipato e condiviso. Afferma che “l’apprendimento è un processo intrinsecamente sociale che non può essere distinto dal contesto nel quale si manifesta”. Accanto agli studi di Argyris e Schon ci sono gli studi di Wenger sulle COMUNITÁ DI PRATICA che hanno apportato nuove prospettive con una più forte sottolineatura degli interessi individuali e dell’intensità delle relazioni interpersonali. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) COMUNITÀ DI PRATICA: gruppo di persone che è impegnato in un’impresa condivisa e allo scopo di raggiungere il miglior risultato si mobilita per far circolare conoscenze, competenze e buone pratiche. La comunità di pratica si costituisce in funzione a precisi obiettivi in genere di tipo professionale. La loro attività è legata e condizionata dagli scambi di informazioni e riflessioni. La comunità di pratica è al tempo stesso: PARTECIPAZIONE: processi di socializzazione tra i partecipanti. REIFICAZIONE: processo con cui si dà forma all’esperienza. Qualunque comunità di pratica è l’esito di un intreccio di relazioni interpersonali, di nozioni esplicite, di conoscenza tacita (possiamo conoscere molto più di quanto non sappiamo dire). L’apprendistato è un caso emblematico di apprendimento che si compie all'interno di una comunità di pratica. L’apprendista non solo acquisisce informazioni e impara ma diventa una persona differente con una diversa relazione con il mondo e con la comunità. L’apprendimento organizzato e l’esperienza delle comunità di pratica fanno affidamento sulle capacità di tenere aperta la domanda, di alimentarla e inseguirla. Sono attente ai processi attraverso cui la competenza si costruisce. Modernizzare senza escludere BERTRAND SCHWARTZ È stato promotore di numerose iniziative di azioni di formazione per adulti a bassa scolarità nei bacini carboniferi e metallurgici della Lorena colpiti dalla crisi e dalla disoccupazione. Tra il 1983 e il 1993 dirige i progetti avviati in varie zone della Francia a favore dei giovani marginali a rischio. Interessato ai livelli più modesti e marginali del mondo. Secondo l’autore le prospettive del lifelong learning vanno orientati ad assicurare maggiore equità nella fruizione dei diritti educativi ed a creare una democrazia autentica. È possibile solo se le azioni formative puntano a combattere le disuguaglianze e considerano il soggetto in formazione nella sua globalità di persona: MODERNIZZARE SENZA ESCLUDERE. Il luogo privilegiato dei Lifelonf learning è il territorio dove si svolge la vita sociale quotidiana. Il sistema educativo, secondo Schwartz, è caratterizzato dalla separazione tra lavoro e ambiente di vita. Schwartz ha avviato iniziative destinate a coloro che meno si avvolgono delle opportunità formative: i portatori di insuccessi scolastici e gli scolarizzati incompleti. Non è scontato per questi soggetti entrare in formazione in quanto si aggiunge ance la facoltà psicologica di ammettere una condizione personale di ignoranza. Schwartz lamenta la persistenza di alcuni pregiudizi che condizionano ulteriormente l’efficacia della formazione dei soggetti deboli. Se si vuole costruire un circuito vizioso tra soggetti deboli e formazione va resa concreta la partecipazione degli interessati alla progettazione e alla valutazione delle attività formative, allo scopo di svilupparne l’autonomia e la responsabilità. L’apprendimento non può essere standardizzato. Secondo Schwartz non si può separare la formazione dall’ambiente. Formare non significa soltanto trasmettere abilità e competenze ma fornire strumenti per decodificare la propria condizione di marginalità e di riscattarla per quanto sia possibile. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) LA FORMAZIONE IN RETE (TESTO 14) Pensare in rete MARC PRENSKY Statunitense noto per le sue iniziative e i suoi saggi sulle nuove pratiche pedagogiche necessarie per rivitalizzare il mondo dell’insegnamento ormai frequentato da bambini e ragazzi che crescono in un mondo digitalizzato. La differenza tra i bambini digitalizzati e gli adulti che faticano a orientarsi in esso è destinata a sfumarsi e occorrerà far riferimento ad altri concetti per capire l’evoluzione dell’uomo e della tecnologia. DERRIK DE KERCKHOVE Sociologo di origine belghe. Al suo nome sono associati la teoria dell’intelligenza connettiva e lo studio sulle psicotecnologie. Il cyberspazio sollecita la creazione di nuove forme di relazione tra mente e ambiente. Prensky: ha coniato l’espressione DIGITAL NATIVES. De Kerckhove: ha parlato di CYBERCEPTION. ESTERNALIZZAZIONE DEI PROCESSI MENTALI: spostamento all’esterno di alcune delle funzioni proprie della mente umana. SEYMOUR PAPERT Originario del Sud Africa. Lavora ad un progetto sull’intelligenza artificiale. Condivide con il costruttivismo che l’apprendimento è un processo di rappresentazioni interattive con il mondo nel quale si agisce, ma reputa che questo processo possa essere facilitato o rallentato in ragione della disponibilità o meno di materiali appropriati. Secondo Papert la mente ha bisogno di materiali da costruzione per edificare il pensiero. SISTEMA LOGO: linguaggio di programmazione predisposto per i bambini e aiutarli a pensare in modo computazionale e a risolvere problemi. Papert parla del computer come di una vera e propria learning machine ovvero di uno strumento che il soggetto può gestire in maniera flessibile e originale all’interno del nuovo spazio della conoscenza reso possibile dalla rete. Riposizionamento dell’apprendimento serve ad aiutare gli individui e a metterli in condizione di poter eseguire la massima quantità di passaggi da una conoscenza all’altra secondo una logica reticolare. Vivere la multimedialità 2 rappresentazioni culturali e pedagogiche della rete: Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected]) NEGATIVA: visione critica, preoccupata di una possibile manipolazione delle menti. L’educazione viene vista come colei che si consegna alla tecnologia e diviene il luogo della solitudine individualistica. POSITIVA: rete disposta a valorizzare tutte le potenzialità dell’educazione per creare uno strumento indispensabile per la formazione del sapere personale. La rete viene visto come un ambiente ricco di inedite opportunità di socializzazione e di esperienze di apprendimento. Come educare alla multimedialità Gli studi e le ricerche nel campo dell’educazione alla multimedialità si snodano intorno a 3 nuclei principali: 1. Acquisizione di abilità e conoscenze nell’uso degli strumenti multimediali. 2. Definizione degli ambienti di apprendimento. 3. Formazione del senso critico. Diversi autori condividono uno schema quadrangolare: Abilità di tipo tecnico che permettono di usare nel modo corretto le tecnologie. Abilità relative all’accesso e alla comprensione dei contenuti. Abilità riguardanti la pianificazione delle attività nel tempo. Abilità di interazione. 2 importanti teorie dell’apprendimento: COSTRUTTIVISMO: La conoscenza è prodotto di una costruzione attiva del soggetto. Strettamente ancorata a un contesto concreto. Si svolge attraverso forme di interazione sociale. COOPERATIVE LEARNING: CAPITOLO 3 LIBERALS E COMUNITARI L’IDEALE DELL’AMOR PROPRIO: Per molto tempo si è pensato che la convivenza potesse essere regolata dalle norme e dalle pratiche della vita cristiana. Con la cultura illuministica l’educazione alla convivenza assunse una fisionomia laica. In tutto l’800 entrarono in circolazione numerosi catechismi laici e manuali centrati sulla descrizione dei dirittti e dei doveri del buon cittadino. Giustizia e diritto dell’Io Rapporto tra cultura liberal e prospettiva comunitaria. Liberale= progressista. Fa riferimento a una concezione politica che affianca l’attenzione verso le questioni sociali a un impegno particolarmente sensibile al Se la convivenza ha come fine principale il libero esercizio della volontà bisogna mettere al centro la rispetto dei diritti individuali e impegnata a fare democrazia un GIUSTIZIA, intesa come garanzia dei diritti di tutti e di ciascuno. luogo ove ciascuno sia in grado di esprimere le proprie scelte. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica220300261215 ([email protected])