Democrazia e Educazione PDF

Summary

This document discusses the role of education in the renewal of human life and the creation of societies. It explores how education ensures the continuity of culture, beliefs, and ideals, highlighting its role in sharing societal experiences and transmitting knowledge, skills, and values generation to generation. It also discusses communication as a key element both for education and societal development.

Full Transcript

Capitolo L'EDUCAZIONE COME NECESSITà DI VITA: 1) Il rinnovamento della vita per mezzo della trasmissione Ciò che differenzia gli esseri viventi dagli esseri inanimati è che questi si mantengono rinnovandosi. L'essere vivente è colui che soggioga e controlla, a vantaggio della sua propria attività co...

Capitolo L'EDUCAZIONE COME NECESSITà DI VITA: 1) Il rinnovamento della vita per mezzo della trasmissione Ciò che differenzia gli esseri viventi dagli esseri inanimati è che questi si mantengono rinnovandosi. L'essere vivente è colui che soggioga e controlla, a vantaggio della sua propria attività continuata, le energie che altrimenti lo consumerebbero. La vita è un processo di auto rinnovamento attraverso l'azione sull'ambiente circostante. La creatura non è adeguata al compito di auto rinnovamento indefinito. Ma la continuità del processo della vita non è dipendente dal prolungamento dell'esistenza di un solo individuo. E benché non solo individui ma anche specie intere scompaiano, il processo della vita continua in forme sempre più complesse. Mentre alcune specie scompaiono, appaiono forme più adatte a utilizzare gli ostacoli contro i quali esse avevano lottato invano. La continuità della vita significa il continuo riadattamento dell'ambiente ai bisogni degli organismi viventi. Abbiamo parlato di vita come fisica, biologica, ma la parola "vita" può essere utilizzata per denotare l'intero ambito dell'esperienza individuale e razziale. La "vita" comprende i costumi, le istituzioni, le vittorie e le disfatte, le ricreazioni e le occupazioni. Possiamo adoperare la parola "esperienza" con la stessa ricchezza di significato. Col rinnovamento dell'esistenza fisica, nel caso degli esseri umani, si svolge la ricreazione delle credenze, degli ideali, delle speranze, delle felicità, della miseria e delle abitudini. Il mezzo di questa continuità sociale della vita è l'educazione. La nascita e la morte di tutti gli individui determinano la necessità dell'educazione. Da una parte vi è il contrasto tra l'immaturità dei neonati del gruppo, che sono i suoi soli rappresentanti futuri, e la maturità dei membri adulti che possiedono le conoscenze e i costumi del gruppo. Dall'altra parte vi è la necessità che questi membri immaturi siano non solo preservati in numero sufficiente, ma che siano iniziati agli interessi, agli scopi, alle nozioni, abilità e abitudini dei membri maturi. Gli esseri che nascono, non solo ignari, ma completamente indifferenti agli scopi e costumi del gruppo sociale, devono essere resi consci e attivamente interessati. L'educazione, e solo l'educazione può colmare questa distanza. La società esiste grazie a un processo di trasmissione, proprio come la vita biologica. Questa trasmissione avviene per mezzo della comunicazione delle abitudini nell'agire, pensare e sentire da parte del più anziano al più giovane. Senza questa comunicazione la vita sociale non potrebbe sopravvivere. Se i membri che compongono la società vivessero indefinitamente, essi potrebbero educare i membri neonati, ma sarebbe un compito dettato più dall'interesse personale che dalla necessità sociale. Adesso il compito è imposto da una necessità sociale. La differenza graduale dell'età, il fatto che alcuni nascono mentre altri muoiono, rende possibile la ritessitura costante della trama sociale attraverso la trasmissione delle idee e delle abitudini. I piccoli dell'uomo sono così poco forniti di efficienza originaria che perfino l'abilità necessaria al sostentamento fisico deve essere acquisita con l'insegnamento. 2) Educazione e Comunicazione Affinché la società possa esistere è necessario insegnare ed imparare. Le scuole sono certamente un metodo importante di trasmissione per la formazione dell'indole dell'immaturo; ma esse sono uno dei mezzi, e, in confronto ad altri fattori, un mezzo relativamente superficiale. La società esiste nella trasmissione, nella comunicazione. Gli uomini vivono in comunità in virtù delle cose che possiedono in comune. E la comunicazione è il modo con cui sono giunti a possedere delle cose in comune. Ciò che devono avere in comune per poter formare una comunità o società sono gli scopi, le credenze, le aspirazioni, la conoscenza, e un comune modo di intendere, o la medesima mentalità. Un certo numero di persone non diventano società semplicemente perché vivono fisicamente vicine. Degli individui non compongono un gruppo sociale nemmeno perchè lavorano tutti per un fine comune. All'interno di un gruppo sociale ognuno dovrebbe sapere ciò che l'altro intende, e dovrebbe in qualche modo tenere l'altro informato dei propri scopi e progressi. Siamo obbligati a riconoscere che anche entro il gruppo più sociale vi sono molte relazioni che non sono ancora sociali. Gli individui usano l'uno dell'altro per conseguire i risultati desiderati. Il dare e prendere ordini modifica l'azione e i suoi risultati, ma non consegue da sé una partecipazione agli scopi, una comunicazione di interessi. Non solo la vita sociale si identifica con la comunicazione, ma ogni comunicazione (e perciò ogni genuina vita sociale) è educativa. Ricevere una comunicazione significa avere un'esperienza allargata e diversa. La comunicazione è un processo con cui si partecipa l'esperienza fino a renderla patrimonio comune. Essa modifica la disposizione di entrambe le parti che vi partecipano. L'esperienza per essere comunicata deve essere formulata. Per formularla è necessario portarsi all'esterno di essa, vederla come un altro la vedrebbe. Ogni ordinamento sociale, che rimane vitalmente sociale, o vitalmente condiviso, è educativo per quelli che vi partecipano. Non solo la vita sociale esige insegnamento e studio, per la sua stessa continuita, ma lo stesso processo della vita è insieme educativo. 3) I posto dell'educazione formale Vi è una marcata differenza tra l'educazione che ognuno riceve nel vivere con gli altri, e la deliberata educazione dei giovani. Nel primo caso l'educazione è accidentale. Esiste poi un genere più formale di educazione: quello dell'istruzione o insegnamento diretto. Nei gruppi sociali poco sviluppati troviamo scarsa istruzione o insegnamento diretti. Non hanno alcun espediente speciale nè materiale, nè istituzioni per l'insegnamento. Essi contano sul fatto che i bambini apprendono i costumi degli adulti ed acquistano il loro assortimento di idee, partecipando a quello che fanno gli adulti. Ai selvaggi sembrerebbe assurdo creare un posto dove non si facesse che imparare, col solo scopo di imparare. Mentre però la società avanza diventa sempre più difficile imparare attraverso la partecipazione diretta alle occupazioni degli adulti. L'abilità di partecipare efficacemente alle attività degli adulti dipende da una istruzione precedente impartita a questo fine. Si ricorre perciò ad organismi intenzionali (le scuole) ed a materiale esplicito (gli studi). Senza questa educazione formale non è possibile trasmettere tutte le risorse e i risultati di una società complessa. Ma pericoli cospicui accompagnano la transizione dall'educazione indiretta a quella formale. L'istruzione formale può facilmente diventare remota e morta, astratta e libresca. C'è costantemente il pericolo che il materiale dell'istruzione sia un mero argomento scolastico, isolato dal contenuto dell'esperienza della vita. Uno dei problemi più gravi che deve affrontare la filosofia dell'educazione, è il metodo di mantenere un giusto equilibrio fra i procedimenti formali e i non formali, incidentali e intenzionali dell'educazione. Evitare una scissione fra ciò che gli uomini sanno coscientemente perchè sono consapevoli di averlo imparato per mezzo di una applicazione specifica, e quel che sanno inconsciamente, perchè lo hanno assorbito nella formazione del loro carattere nelle relazioni con gli altri, diventa un compito sempre più delicato via via che che si specializza l'istruzione scolastica. Capitolo: L'EDUCAZIONE COME FUNZIONE SOCIALE 1) La natura e il significato dell'ambiente Abbiamo visto come una comunità o gruppo sociale sussista in virtù di un continuo auto-rinnovamento, e questo rinnovamento si compia attraverso lo sviluppo educativo dei membri immaturi del gruppo. Una società trasforma essere non iniziati e apparentemente estranei, in validi depositari delle sue risorse ed ideali per mezzo di varie istituzioni, espressamente e non, designate a tal fine. L'educazione è perciò un processo di nutrizione, di allevamento, di coltivazione. Parliamo anche di allevare, far crescere, tirare su, parole che esprimono la differenza di livello che l'educazione tende a eliminare. Etimologicamente la parola educazione significa precisamente un processo di guidare, o tirare su. Se teniamo dinanzi alla mente il risultato del processo, per educazione intendiamo un'attività che modella, che forma, che plasma, cioè che modella nella forma normale dell'attività sociale. Ci occupiamo di come in generale un gruppo sociale alleva i suoi membri immaturi fino a condurli alla propria forma sociale. Ciò cui si tende consiste in una trasformazione della qualità dell'esperienza fino al punto in cui essa partecipi degli interessi, degli scopi e delle idee correnti del gruppo sociale. Credenze ed aspirazioni vengono comunicate per mezzo dell'azione dell'ambiente nel suscitare certe reazioni. L'ambiente particolare nel quale vive un individuo lo porta a vedere e sentire una cosa piuttosto che un'altra, lo porta a formulare progetti che gli permettono di agire con successo con gli altri; lo induce a certe credenze e gliene indebolisce altre, se intende guadagnarsi l'approvazione altrui. Così gradatamente esso determina in lui un certo tipo di condotta, una disposizione a certi modi di agire. Il concetto di "ambiente" non si limita a significare quello che circonda un individuo. Cose che sono remote nello spazio e nel tempo da una creatura vivente, e in particolare da un essere umano, possono formare il suo ambiente attivo più che non le cose che gli sono vicine. Il "vero" ambiente dell'uomo è costituito da quelle cose che "effettivamente lo mutano". L'ambiente consiste nelle condizioni che promuovono o impediscono, stimolano o inibiscono, le attivita caratteristiche di un essere umano. 2) L'ambiente sociale Un essere le cui attività sono associate con altri ha un ambiente sociale. Ciò che fa e ciò che può fare dipendono da ciò che gli altri si aspettano, esigono, approvano o condannano. Un essere collegato con altri esseri non può esercitare le sue proprie attività, senza tener conto delle attività degli altri. Come l'ambiente sociale forma i suoi membri immaturi: In molti casi, in troppi casi, l'attività dell'essere umano immaturo è semplicemente sfruttata per ottenere delle abitudini utili. Egli viene addestrato come un animale, non educato come un essere umano. I suoi istinti rimangono legati alle loro fonti originarie di dolore o di piacere. Ma per ottenere la felicità o per evitare il dolore dell'insuccesso, deve deve agire come aggrada agli altri. In altri casi egli partecipa e condivide la comune attività. In questo caso il suo impegno originario è modificato. Non solo egli agisce in modo da andare d'accordo con le azioni altrui, ma, agendo così, le stesse idee ed emozioni che animano gli altri vengono svegliate in lui. (ES: in una tribù bellicosa che incoraggia il ragazzo ad atti guerreschi dapprima nel gioco e poi nei fatti, combattendo egli si guadagna prestigio e ammirazione. Al contrario, astenendosi, si attira il ridicolo e l'antipatia e viene escluso.) Il principio implicito che risulta da tale esempio è che l'ambiente sociale non instilla direttamente certi desideri o idee, e neppure stabilisce semplicemente certe abitudini puramente muscolari di azione, come quella di battere le palpebre o di scansare un colpo istintivamente. Il primo passo è di stabilire le condizioni che stimolano certi modi visibili a tangibili di agire. Il passo finale è di fare dell'individuo il socio o il partecipe dell'attività associata, in modo che egli senta il successo o l'insuccesso di essa come il suo proprio. Le sue convinzioni ed idee prenderanno una forma simile a quelle degli altri nel gruppo. Si procurerà anche più o meno la stessa quantita di conoscenze, poichè queste conoscenze sono un ingrediente delle sue occupazioni abituali. L'importanza della lingua nell'acquisto del sapere è senza dubbio la causa principale della comune idea che il sapere può essere trasmesso direttamente da uno all'altro. Sembra quasi che tutto quello che dobbiamo fare per trasmettere un'idea nella mente di un altro è di trasmettere un suono nel suo orecchio. -Principio dell'attività condivisa all'acquisto, per mezzo della parola o dello scritto, dell'idea: es: un bambino acquista l'idea di un cappello usandolo come lo usano gli altri. II suono c-a-p-p-e-I-l-o acquista valore perché collegato a un'azione condivisa da un certo numero di persone. Il significato dei suoni della lingua dipendono dal loro rapporto con un'esperienza condivisa. In definitiva, il suono c-a-p-p-e-I-l-o acquista significato nello stesso modo in cui l'oggetto "cappello", lo acquista con l'essere adoperato in un dato modo. Idee o significati simili nascono perché le due persone sono impegnate in un'azione in cui ciò che l'uno fa dipende ed è influenzato da ciò che fa l'altro. Capirsi l'un l'altro vuol dire che gli oggetti, compresi i suoni, hanno lo stesso valore per entrambi, per quel che riguarda il perseguimento di uno scopo comune. Non è facile impadronirsi del significato completo delle parole. L'uso della lingua per trasmettere e acquistare le idee è un'estensione e un raffinamento del principio che le cose acquistano significato con l'essere adoperate in un'esperienza condivisa o in un'azione comune. 3) L'ambiente sociale in quanto educativo L'ambiente sociale forma la disposizione mentale ed emotiva della condotta negli individui, con l'impegnarli in attività che svegliano e fortificano certi impulsi, che hanno certi scopi e implicano certe conseguenze. Un certo grado di partecipazione alla vita di coloro con i quali l'individuo è collegato è inevitabile. L'ambiente sociale esercita un'influenza educativa o formativa inconsciamente e indipendentemente da ogni scopo prefisso. A seconda degli interessi e delle occupazioni del gruppo alcune cose diventano oggetto di grande stima, altre di avversione. Il modo nel quale il nostro gruppo o classe fa le cose, tende a determinare gli oggetti ai quali prestare dovuta attenzione, e così a prescrivere le direzioni e i limiti dell'osservazione e della memoria. Ciò che è al di fuori dell'attività dei gruppi tende a essere moralmente proibito e intellettualmente sospetto. Proprio come i sensi richiedono oggetti sensibili che li stimolino, così le nostre capacità di osservazione, di memoria e di immaginazione non operano spontaneamente, ma sono messi in moto dalle occupazioni sociali correnti. L'ordito-base delle tendenze è formato, indipendentemente dall'istruzione, da queste influenze. Ciò che l'insegnamento cosciente, deliberato, può fare è, al massimo, di liberare le capacità così formate, per indirizzarle ad una pratica più vasta, di purgarle di parte della loro rozzezza, e di fornire oggetti che ne rendano l'esplicazione più significativa. L'influenza incosciente dell'ambiente è più influente in alcuni ambiti: Nella lingua: Modi fondamentali di esprimersi, il grosso del vocabolario, si formano nei rapporti ordinari della vita, sviluppati non come un mezzo di istruzione, ma come necessita sociale. Il bambino acquista la lingua materna. Le maniere: Le buone maniere vengono dalla buona educazione, sono la buona educazione; e questa si acquista attraverso l'azione abituale, in reazione a stimoli abituali. Malgrado l'interminabile applicazione della correzione e dell'istruzione diretta, l'atmosfera e lo spirito circostanti sono in fin dei conti gli agenti principali nel formare le maniere. E le maniere non sono che la morale minore. Ancora, nella morale maggiore, l'istruzione cosciente sarà efficace fino al punto nel quale coinciderà con il modo di comportarsi di tutti quelli che costituiscono l'ambiente sociale del bambino. Il buon gusto e l'apprezzamento estetico: Se lo sguardo incontra costantemente oggetti armoniosi, che abbiano eleganza di forma e di colore, si sviluppa naturalmente una norma di gusto. Le regole più profonde del giudizio di valore sono determinate dalle situazioni nelle quali la persona viene abitualmente a trovarsi. 4) La scuola come ambiente speciale L'unico modo per gli adulti di controllare coscientemente il genere di educazione che ricevono gli immaturi, è il controllo dell'ambiente nel quale agiscono, e perciò sentono e pensano. Noi non educhiamo mai direttamente, ma indirettamente per mezzo dell'ambiente. Fa una gran differenza che noi si permetta a un ambiente casuale di compiere il suo lavoro, o che si crei l'ambiente adatto allo scopo. Le scuole rappresentano l'esempio tipico di ambiente formato con lo scopo deliberato di influenzare le disposizioni mentali e morali dei loro membri. Esse vengono create quando le tradizioni sociali sono così complesse che una parte considerevole del patrimonio sociale è posto per iscritto e trasmesso attraverso simboli scritti. La forma scritta tende a scegliere e registrare materie relativamente estranee alla vita quotidiana. In essa sono depositati i risultati accumulati per generazioni. Appena una comunità dipende in misura abbastanza larga da ciò che resta al di fuori del suo proprio territorio e della sua immediata generazione, deve contare sulle istituzioni scolastiche per assicurare un'adeguata trasmissione di tutte le sue risorse. All'interno dell'associazione scolastica sono da notare 3 funzioni sufficientemente specifiche: 1) Il primo compito dell'organo sociale che chiamiamo scuola è di provvedere un ambiente semplificato. Questo perché una civiltà complessa è troppo complessa per essere assimilata in toto. Deve essere spezzata in porzioni, in certo modo, e assimilata a poco a poco gradatamente. La scuola seleziona i dati fondamentali e capaci di suscitare una reazione nei giovani e poi stabilisce un ordine progressivo. 2) In secondo luogo, il compito dell'ambiente scolastico è di eliminare il più possibile i caratteri dell'ambiente esistente che non sono degni di influenzare le abitudini mentali, purificando così l'ambiente dell'azione. La selezione mira non solo a semplificare, ma a estirpare tutto ciò che è indesiderabile. Ogni società è ostacolata nel suo cammino da elementi secondari, da residui morti del passato, e da ciò che è addirittura perverso. La scuola ha il dovere di eliminare tutto ciò dall'ambiente che fornisce. Man mano che la società diviene più illuminata, si rende conto che a lei tocca trasmettere non già tutto ciò cui ha dato vita, ma solo quella parte che contribuisca a migliorare la società futura. La scuola è il mezzo principale per arrivare a questo scopo. 3) In terzo luogo è compito dell'ambiente scolastico equilibrare i diversi elementi nell'ambiente sociale, e provvedere a che ogni individuo abbia la possibilità di sfuggire alle limitazioni del gruppo sociale nel quale è nato, e di venire in contatto vivo con un ambiente più largo. Una società moderna è fatta di molte società collegate più o meno strettamente (ES: ogni famiglia con il suo gruppo di amici). In un paese come il nostro si trovano un gran numero di razze, affiliazioni religiose, divisioni economiche. Ognuno di questi gruppi esercita un'influenza formativa sui suoi membri. Un circolo, una banda, un'associazione di ladri, i prigionieri di un carcere forniscono un "ambiente educativo" a quelli che entrano a far parte della loro attività collettiva o associativa. Ognuno di essi è un tipo di vita associata o di comunità proprio come lo sono una famiglia, una città, uno stato. Vi sono anche comunità i cui membri hanno poco o nessun contatto fra loro, come ad esempio il mondo degli artisti. Oggi il mescolarsi nella scuola di giovani di razze e religioni diverse, di abitudini dissimili, ha creato per tutti un ambiente nuovo e più largo. Essendo comune l'oggetto degli studi, ne nasce per tutti un'unità di visione e insieme un orizzonte più largo di quello dei membri di qualsiasi gruppo finchè rimane isolato. La scuola ha anche la fondamentale funzione di coordinare entro le disposizioni di ogni individuo le diverse influenze dei vari ambienti sociali nei quali entra (un codice predomina nella famiglia, un terzo nell'officina o nel negozio, un quarto nell'associazione religiosa, ecc.). Capitolo: L'EDUCAZIONE COME DIREZIONE 1) L'ambiente in quanto dirige L'educazione assume la funzione di direzione, controllo o guida. La parola "guida" è quella che rende meglio l'idea di assistere per mezzo della collaborazione le capacità naturali degli individui guidati. La direzione esprime la funzione fondamentale, che si configura a un'estremità come assistenza dirigente, e all'altra come regolamento, governo. Dobbiamo evidenziare attentamente il significato della parola "controllo". Talora il controllo ha un sapore di coercizione o di violenza. Sistemi di governo e teorie sullo stato sono stati costruiti su questa concezione e ciò ha seriamente influenzato il concetto e la pratica dell'educazione. Ma questo modo di vedere non è giustificato. Gli individui certamente talvolta hanno interesse a fare a modo loro, e il loro modo può essere in conflitto con quello degli altri. Ma il loro maggiore interesse è quello di entrare nelle attività degli altri e prendere parte ad attività cooperative e congiunte. Altrimenti non sarebbe possibile una comunità. Controllo in verita, significa solo una forma accentuata di direzione dei poteri, e comprende sia le norme che un individuo impone a se stesso, che quelle che vengono applicate quando altri prendono la direzione. In generale, ogni stimolo dirige un'attività. Lo stimolo non è che una condizione per l'adempimento della funzione propria. Ogni direzione e controllo è, fino a un certo punto, un guidare un'attività verso il suo proprio fine: è un aiuto a fare compiutamente ciò che un organo tende già a fare.

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