Costituzione Economica Appunti - PDF

Summary

These notes discuss the economic constitution, tracing its development from the absolute state to the modern era, including the liberal state and the pluralistic democracy. It examines the role of the state in the economy, different approaches to understanding economic constitution, and the evolution of economic systems, including the mixed economy.

Full Transcript

COSTITUZIONE CONOMICA 19-02 lezione 1 (leggere da foto di kessy o libro) 22-02 lezione 2 Governo pubblico dell’economia, interazioni tra diritto ed economia —> rapporto conflittuale che deve trovare equilibrio. Come si arriva ad avere una disciplina economica in c...

COSTITUZIONE CONOMICA 19-02 lezione 1 (leggere da foto di kessy o libro) 22-02 lezione 2 Governo pubblico dell’economia, interazioni tra diritto ed economia —> rapporto conflittuale che deve trovare equilibrio. Come si arriva ad avere una disciplina economica in costituzione? Non è un processo improvviso, è un percorso che si sviluppa con l’evoluzione allo stato moderno= stato che si sviluppa alla fine dello stato feudale. Prima forma di stato moderno è lo stato assoluto (1500/1700) In questa fora di stato non esistono separazione dei poteri, che sono tutti in mano al sovrano, che fa le leggi ed è al di sopra delle leggi. Qua abbiamo una coincidenza tra sovrano/corona; c’è un interesse dello stato nell’economia. La forma economica di questo periodo è il mercantilismo; ovvero lo stato/sovrano è un produttore, se lo stato prospera il sovrano è forte, che spinge sul settore manifatturiero che permetterà di raccogliere ricchezze per la corona, quindi a difendere i confini e ad espanderli. Questa forma di stato va in crisi per due principali fattori: politico e economico. Per quanto riguarda l’aspetto politico inizia ad emergere una nuova classe sociale con potere economico, ma che rimane comunque esclusa dalla sfera politica perché il re legifera da solo. Questa classe sociale è la più compressa fiscalmente perché sono loro per di più a pagare i tributi che finanziano lo stato. Questa situazione porta ad un gran malcontento politico che sfocerà nella rivoluzione; si ricorda fra queste quella inglese, americana e francese. La corona inglese, infatti, cercherà di togliere potere al parlamento con una seguente decapitazione ecc. viene quindi deciso che nessun tributo può essere imposto dal re senza una previa approvazione del parlamento. Nella rivoluzione americana le colonie americane i ribellano alla madrepatria Inghilterra, con un motto “no taxation without representation”, l’Inghilterra infatti tassa le colonie che si rifiutano di continuare a pagare tasse, dato che non avevano rappresentazione all’interno del parlamento, per cui si oppongono. La Rivoluzione francese parte anch’essa dalla borghesia che all’epoca foraggiava tutto allo stato ma non avevano gli stessi privilegi che potevano avere i nobili e non avevano potere politico. In virtù di ciò chiedono uguaglianza di fronte alla legge per tutti. Stato liberale Lo stato deve riconoscere autonomie, permette autorganizzazione dell’individuo, vi è una situazione di eguaglianza formale, lo stato non interviene direttamente, l’individuo deve cogliere l’opportunità che il contesto gli pone d’avanti, possibilità che domanda e offerta trovino equilibrio da soli. Il sistema economico dello stato liberale è rappresentato dall’economia di mercato ovvero vi è un libero incontro tra interessi ed esigenze economiche dei gruppi della società, stato non interviene nelle dinamiche economiche ma ci sono alcuni aspetti che appartengono allo stato come la moneta e le tasse. Anche lo stato liberale va in crisi: l’autorganizzazione per tutti è un miraggio, anche teoria di mano invisibile fallisce, non si raggiunge un equilibrio ottimale, e nemmeno tutti i membri della società riescono a sfruttare le opportunità perché vi è forte disuguaglianza; per cui il disagio economico e sociale portano una crisi dello stato liberale. A questi avvenimenti seguono la crisi di Wall street del ’29 che mette i. Crisi un sistema che sia scricchiolava nel giro di 10 anni portando allo scoppio della Seconda guerra mondiale che porta alla fine definitiva dello stato liberale e l’inizio dello stato di democrazia pluralista che in alcuni stati prende il nome di Stato Sociale. Se lo stato liberale sta fuori, non interviene con lo stato di democrazia pluralista lo stato interviene nella società e quindi anche nell’economia. 1 L’intervento dello stato in economia comporta che l’economia entra come oggetto nelle costituzioni, c’era stata già un’esperienza simile con il welfare che fu un primo esperimento di costituzione che non si limita a limitare il potere ma lo guida. Art. 156 costituzione di Weimar lo stato comincia ad intervenire nelle dinamiche economiche. Nello stato di democrazia pluralista il suo tratto tipico è l’intervento attivo dello stato nell’economia e nelle dinamiche sociali. L’eguaglianza dello stato liberale era formare che però viene completata con quella sostanziale. In questa situazione le esigenze economiche sono bilanciate con le esigenze del diritto. Dal punto di vista economico nello stato di democrazia pluralista: -politiche keynesiane sulla spesa pubblica, ricorso ad indebitamento, - politiche economiche regolative e distributive…portano alla creazione dello Stato Sociale. Lo Stato Sociale è caratterizzato da un intervento dello stato stesso al fine di assicurare giustizia ed equità sociale. Tutto ciò comporta l’entrata in costituzione del fattore economico. Tendenzialmente viene disciplinata la libertà d’impresa, tutela del lavoro. Nelle costituzioni compare un titolo dedicato ai rapporti economici e dunque emerge ora il concetto di costituzione economica, cosa che prima non c’era perché avevamo separazione tra stato e società. Costituzione economica 2 modi di intendere: a. Descrittivo e b. Prescrittivo a. Descrittivo: ci limitiamo a dire quali sono le norme che in costituzione disciplinano un fattore economico, diciamo com’è composta la costituzione, descrivo come sono le cose. Descrizione di come il fattore economico è disciplinato in costituzione. b. Prescrittivo: una prescrizione è un comando, la concezione prescritti di costituzione economica riguarda il piano del dover essere, bisogna comportarsi in maniera conforme a quel comando. La presenza di norme relative a fattore economico costituisce un gruppo di norma e principi autonomi da altri principi presenti nella costituzione. E questa è la prima concezione secondo il sistema prescrittivo. La seconda concezione prescrittiva sostiene che oltre alla prima concezione, in più questo gruppo di principi separati delinea un modello rigido e predeterminato economico. In realtà non è così. Tolto il punto 2 ci rimane il punto 1 e quali sono le sue conseguenze? —>Abbiamo due gruppi di principi che devono essere interpretati in modi diversi —> se la costituzione è al vertice viene attuata tramite fonti primarie= legge, se intendiamo norme separate avremo principi economici vs principi costituzionali, non possiamo avere leggi che rispondono a dei principi e altre che rispondono ad altri principi, problema le gerarchie forti. Questa concezione è stata criticata da Massimo Luciani: secondo il suo pensiero non abbiamo forme generali di costituzione economica. In più art. 41-42 hanno chiaro collegamento con i principi di eguaglianza sostanziale, torniamo ad istanze di giustizia ed equità sociale. La nostra costituzione è orientata al progetto di equità sociale. Nozione prescrittiva non ci convince, non autonomia rispetto al resto della costituzione. 26-02 lezione 3 Com’è disciplinato il fattore economico in costituzione? Tutti i principi costitutivi devono essere gli uni alla luce degli altri in maniera unitaria, il bilanciamento è continuo perché non c’è una gerarchia dei principi in costituzione. L’Assemblea costituente si pone il problema di creare la costituzione: si creano 3 sottocommissioni composte da 75 membri ciascuna, ogni sottocommissione ha un compito= la prima i diritti e i doveri del cittadino, la seconda l’organizzazione dello stato e la terza i rapporti economici e sociali. Nella prima e nella terza si discutono elementi economici. Da una parte ci sono quelli che difendono il sistema liberale, sostenendo che il controllo dello stato sull’economia annullerebbe le libertà individuali portando a una deriva totalitaria. Dall’altra parte invece si sottolinea il fallimento di libera economia 2 dello stato che aveva portato a crisi; perciò, essi sostengono l’intervento attivo dello stato e la necessita di una disciplina costituzionale del fattore economico che però non è sinonimo di controllo, si interviene per orientare e dirigere l’evoluzione del sistema economico verso le istanze sociali. Partiti diversi sono d’accordo nel prevedere disciplina del fattore economico. Come farlo? Ci fu uno scontro acceso che si concluse con l’emendamento in cui si prevede l’inserimento in costituzione un articolo che pone in capo allo stato l’obbligo di predisporre piani (controllo) economici. I programmi e i controlli non sono chiari, lo stato orienta, ma non sopprime la libertà. Dunque, in Assemblea costituente ci furono posizioni molto distanti ma un punto di incontro, c’è disciplina del fattore economico dove economia si definisce come un sistema di economia mista; dunque, l’intervento dello stato contiene un fattore di disciplina, economica ma allo stesso tempo si riconosce la tutela della libertà. In Economia Mista ho quattro elementi: Presenza di libertà economica, art 41-42. Si libera d’impresa ma l’imprenditore non può fare ciò che vuole vi sto delle limitazioni. Si alla proprietà privata riconosciuta e tutelata ma no che proprietario può fare tutto ciò che vuole Esistenza di impresa pubblica, art 41 c.3- 43 Intervento dello stato nel sistema economico con programmi e controlli Sistema che non esclude libero mercato e concorrenza Il un sistema di economia mista è un sistema in grado di adattarsi ai continui cambiamenti sociali e a vari contesti. Nel sistema economico c’è un’evoluzione proprio perché c’è un reciproco scambio tra società, contesto e costituzione. In costituzione non abbiamo un disegno di rigido controllo economico, ma il sistema economico misto cerca di far convergere le istanze dei cittadini, si cerca equilibrio, proprio per questo non va bene intendere la costituzione in senso prescrittivo. Come si è evoluto il sistema economico? Si è evoluto attraversando varie stagioni, per la precisione due stagioni e una terza che si sta delineando. Le stagioni sono dopo l’entrata della disciplina economica in costituzione. Prima stagione: anni ’50-’80, costituzione entrata in vigore da poco. Stato imprenditore: vi è una forte presenza dello stato nel mercato. Impresa pubblica segue regole diverse da impresa privata, siamo nel secondo dopoguerra, c’è forte presenza dello stato e finanziamento, inoltre c’è la creazione di tutti i servizi necessari ai diritti sociali (scuole…). Tutto ciò determina una forte crescita di apparato burocratico, forte indebitamento, negli anni ’70 c’è una forte crisi economica e dunque questo sistema va in crisi diventano insostenibile. Alla crisi economica si accompagna poi una forte impresa nel cammino comunitario, forte spinta verso il mercato unico che delinea le basi per la creazione dell’UE. Seconda stagione: Stato regolatore. Ha 3 caratteristiche= a. Liberalizzazione; b. Privatizzazione; c. Neutralizzazione della politica. b.—>si riduce l’impresa pubblica, trasformazione da pubblica a privata. Molte società diventano private e rispondono quindi al diritto privato, operando in regime di concorrenza, in questa situazione però lo stato può continuare a possedere delle quote. Infatti, alcune di queste società vengono definite società “in house” cioè con un pacchetto di maggioranza detenuto dallo stato, ma rimangono comunque società regolamentate dal diritto privato. a.—>con il termine liberalizzazione si intende l’apertura dei mercati, possono entrare nel mercato anche altre imprese. c.—>neutralizzazione della politica = si creano autorità amministrative indipendenti (dalla politica, costituite da persone con diverse competenze) che vigilano su settori di competenza. Terza stagione: Stato promotore. È una fase di transizione che ha origine dalla crisi finanziaria del 2007 che causa una profonda crisi economica e sociale. L’obiettivo dell’azione statale non è più regolare bensì promuovere progresso economico e sociale che possa far fronte a crisi future, promuovere lo sviluppo socioeconomico per rafforzare il tessuto. 3 29-02 quarta lezione Come il cammino comunitario ha inciso su l’attuazione del principio economico? L’UE ha cambiato il volto del sistema economico? Alla fine della Seconda guerra mondiale alcuni stati europei stipulano un trattato chiamato CECA ovvero il comitato europeo del carbone e dell’acciaio al fine di evitare che ragioni di natura economica possano portare a nuove guerre, 6 stati che sono—> Italia, Germania, Francia, Olanda, Belgio e Lussemburgo. A questo primo trattano ne seguirono altri due: EURATOM e la CEE (comunità economica europea). Con la CEE i 6 stati si accordano a delineare un percorso che li porterà ad istituire un mercato comune che porterà a una crescita economica (art.2). Ma come raggiungere questo obiettivo?- Abolizione dei dazi doganali tra gli stati membri- istituzione unione doganale: merci che provengono sta stati extra CEE devono pagare dazio- libera circolazione di merci, capitali, persone e servizi - tutela della concorrenza: questo mercato comune sarà mercato concorrenziale - politica commerciale comune. L’obiettivo della CEE è coinvolgere più politiche. È un processo che deve essere raggiunto per step con abiettavi di mercato comuni.Inghilterra, Irlanda, Danimarca, Grecia Spagna e Portogallo a metà anni 70 si uniscono alla CEE.1985 accordo di Schengen che abolisce i controlli alle frontiere interne.Viene poi stipulato. L’atto unico europeo che garantisce forme istituzionali per garantire il funzionamento degli organi di unità europea e instaura l’obiettivo di ricreare il mercato comune. Nel 92 viene quindi stipulato il trattato di Maastricht, trattato chiave nella storia. Questo trattato istituisce l’unione europea. Prima tre comunità europee distinte la CECA, CEE e COMATOM. L’UE unisce queste unità in un unico pilastro. L’Ue istituita a Maastricht era diversa da quella di oggi è venne costruita su tre pilastri. Il mercato comune, la sicurezza comune e alla politica estera e infine giustizia e affari interni. 12 stati.Trattato di Maastricht conferma i 4 strumenti chiave per la realizzazione del mercato comune precedentemente citati ma oltre viene introdotto un aspetto ovvero la politica monetaria comune, concetto che ah dentro di sé l’euro.Uno degli obiettivi del trattato comune è la stabilità dei prezzi perché è funzionale a garantire un mercato concorrenziale, che garantisce a sua volta lo sviluppo economico. Prima del 92 gli stati mantenevano la politica monetaria, ciò significa che gli stati avevamo il potere di decidere il tasso di cambio tra le valute ciò permette di poter svalutare la moneta, cos che incide necessariamente sulla concorrenza perché incide sui prezzi dei beni. Detenere la politica monetaria permette di decidere i tassi d’interesse e governare l’inflazione.Ecco perché per poter realizzare un mercato comune concorrenziale è necessario avere una moneta unica. La previsione della moneta unica si accompagna all’istituzione del sistema europeo delle banche centrali, composto dagli stati che aderiscono alla politica monetaria unica che saranno dotati da una banca centrale e i governatori di queste banche partecipano al sistema europeo delle banche centrali attuando decisioni di politica monetaria ma al vertice di questo sistema europeo c’è la BCE con una posizione sovraordinata.Cosa resta agli stati membri? Sottratta la politica monetaria resta la politica di bilancio ovvero entrate e spese pubbliche.Ci sono successive modifiche nel 97 trattato di Amsterdam, nel 2000trattato di Nizza poi dove viene sottoscritta la carta dei diritti fondamentali dell’UE.L’Europa continua ad allargare quindi i suoi orizzonti non solo per quanto riguarda l’economia ma anche per quanto riguarda le libertà e i diritti dell’essere umano.Nel 2005 si tenta di avere una costituzione europea, ma fallisce perché tutti gli stati lo sottoscrivono ma due referendum negano la costituzione europea.Nel 2009 viene firmato il trattato di Lisbona con il quale si fanno sparire i pilastri principali dell’UE. Esiste quindi solo l’unione europea. Es non più comunità solo Unione Europea. Unica entità con propria personalità giuridica unica. I 4 strumenti chiave dell’ambito economico vengono riconfermate, infatti l’Ue ha competenza esclusiva sulle dogane, concorrenza, politica commerciale e monetaria.Altre competenze sono di supporto come quello di supportare gli stati membri in alcuni investimenti o altro attraverso atti formativi. Oggi Ue composta da 27 stati membri. 4 Vi sono diverse azioni dell’Ue per tutelare il mercato concorrenziale: 1. strategia del divieto degli aiuti di stato; quindi, gli stati non possono intervenire con aiuti per falsare la concorrenza nei confronti delle proprie imprese 2. Divieto di abuso di posizione dominante 3. Divieto dei cartelli Crisi economica finanziari nel 2010. Facendo un passo indietro, quando viene istituita l’Ue monetaria vengono imposti dei requisiti finanziari per poter aderire, finanza pubblica sana, per esempio la Grecia non viene ammessa subito. Tra questi requisiti c’è il rapporto tra debito pubblico e pil non superiore al 60%. Nel 2010 alcuni stati avevano un rapporto debito pil altissimo tra cui noi, per cui si innesca questa crisi finanziaria che prende il via negli Stati Uniti anni prima e sono stati colpiti principalmente i paesi più in difficoltà dell’Ue, la politica monetaria non si accompagna con una politica monetaria comune e questo ha portato alla creazione di diverse differenze, l’Ue non aveva strumenti per controllare i bilanci degli stati. Questa situa innesca cambiamenti, dal 2010 l’Ue adotta nuovi strumenti, la politica di bilancio resta in capo agli stati, ma creando strumenti per controllare e orientare queste politiche di bilancio (es MES, fiscal compact, Unione bancaria, ecc.) ma quello che ha dato un forte impulso di cambiamento all’Ue è stata la pandemia che ha innescato una crisi economica dettata dal blocco delle attività economiche conseguenza della crisi sanitari per cui non dipende da dinamiche economiche. In questo periodo viene sospeso il patto di stabilità e crescita, soprattutto l’istituzione del next generation EU, ovvero un fondo con cui l’Ue finanza gli stati che verranno sostituiti nel 2058 e cambia la condizionalità ovvero vengono dati per avere progresso o innovazione e non perché si ha la finanza sana. L’Ue con questi fondi istituisce dei tributi che serve per finanziare gli stati mettendo dei tributi europei che formano un debito comune. Anche la Bce ha aiutato comprando i debiti degli stati.L’Ue però non è solo economia. Con il trattato di Lisbona c’è una controspinta sociale a una politica economica di impronta liberale. Introduce sviluppo sostenibile, economia sociale di mercato, progresso tecnologico, tutela diritti dell’uomo, inclusività, ecc. Tutto questo processo ha inciso cambiando il nostro sistema? Possiamo dire che esiste una costituzione economica europea che si impone sulla nostra costituzione economica?Non c’è una risposta semplice, molti sostengo che il processo europeo ha portato a una rilettura della politica economica votato al mercato concorrenziale dicendo che si è creato un sistema economico contrario alla nostra costituzione. Invece si può dire che ci sono elementi compatibili con la linea economica europea e altri che sono di ispirazione diversa e queste due anime messe assieme hanno dato vita a una nuova economia che continua a trovare equilibrio. L’Ue non ha cambiato il nostro sistema economico ha portato integrazioni che ha dato risalto ad alcune cose. Il processo di integrazione europea non è un processo solo economico ma anche giuridico e in quanto esso deve rispettare la cosiddetta teoria dei controlimiti sociali —> costituzione art 117 c.1 il legislatore deve rispettare gli obblighi europei negli ambiti di competenza dell’Ue ma il diritto dell’Ue può entrare nel nostro ordinamento solo se rispetta i principi supremi della costituzione e i diritti fondamentali della persona, questi sono i controlimiti costituzionali al diritto dell’Ue. 4-03 lezione 5 Assemblea costituente fu un compromesso ma dei principi comuni alle forze politiche. Non volevano replicare un mercato totalmente liberale, non negare l’impresa pubblica, nessuna forza di sinistra era favorevole alla pianificazione pura. Più che compromesso ci fu condivisione e convergenza su molti punti focali. Il sistema di economia mista che è adottato dalla nostra costituzione fu frutto di una convergenza. Se il compromesso è una contrattazione a ribasso significa ridurre la portata prescrittiva 5 delle norme sul sistema economico che può favorire una lettura prescrittiva sul concetto di costituzione economica, ma soprattutto il rischio può essere quello di riconoscere che la costituzione economica europea in entrata sia più importante di quella italiana anche se appartiene a un modello diverso. Questo non è successo poiché questo non viola i diritti fondamentali e principi supremi quindi i controlimiti. Visto che parliamo di dignità costituzionale del sistema economico quindi principi unitari, visto che abbiamo parlato dei controlimiti, ma soprattutto visto che troviamo nel dibattito di Assemblea costituente dei punti comuni allora forse possiamo parlare più che di compromesso di una convergenza. Le forze politiche convergevano tutte su una serie di principi che andavano a caratterizzare la costituzione che veniva discussa. Lo stato sociale Cosa s’intende per stato sociale?Quando parliamo di stato sociale, stato assoluto, liberale parliamo di forme di stato ovvero modelli che vengono studiati e descritti per identificare il rapporto tra il potere e la società. Quando si studia ciò ci si chiede qual è la funzione di quella forma di stato.Forma di stato non è da confondere con lo stato imprenditore e stato regolatore.Nello stato imprenditore ecc. abbiamo parlato di com’e stato attuato il modello previsto in costituzione. Stato imprenditore e regolatore sono declinazioni di come lo stato sociale interviene in economia.Il rapporto nello stato sociale tra il centro del potere e la società civile? Qual è la funzione dello stato sociale?La funzione dello stato sociale è garantire il benessere collettivo/ sociale, mira a rimuovere i fallimenti del mercato intervenendo nella società e nel sistema economico. Infatti, il concetto di stato sociale si lega a doppio filo a due elementi, principio di eguaglianza sostanziale e diritti sociali. Il principio di eguaglianza sostanziale impone alle istituzioni di rimuovere le diseguaglianze cioè di consentire a tutti di poter partecipare al contesto, alla vita di relazione. I diritti sociali sono quei diritti che richiedono allo stato un intervento attivo per poter essere esercitati. Lo stato sociale non potrebbe ottenere il suo scopo se non attuasse questi due principi.Noi possiamo dire che la repubblica italiana è uno stato sociale perché la nostra costituzione non dice esplicitamente che siamo uno stato sociale però abbiamo in cost tutti questi tratti distintivi dello stato sociale, es principio di eguaglianza sostanziale art 3, altro elemento che ci dice che siamo stato sociale sono i rapporti socioeconomico in costituzione per cui prevede e tutela i diritti sociali come salute, istruzione, assistenza. Poi abbiamo un terzo elemento ed è il rilievo che ha il lavoro come bene giuridico all’interno della costituzione es nell’articolo 1 della costituzione. Tutti questi elementi ci consentono di qualificare il nostro stato come stato sociale che ha come fine quello di favorire il benessere collettivo anche se non viene esplicitamente scritto in costituzione.Per capire bene la funzione dello stato sociale dobbiamo fare un passo indietro, come si arriva allo stato sociale dal punto di vista giuridico? Gli elementi tipici dello stato liberale sono tre: è uno stato minimo, è uno stato che garantisce solo l’eguaglianza formale e le cosiddette libertà negative, è uno stato monoclasse.Con il termine stato minimo ci riferiamo a uno stato che ha poche funzioni, non interviene nel sistema economico ma soprattutto un legislatore che fa poche leggi e chiare, governo che si occupa principalmente dei rapporti con gli altri stati, poche funzioni tra cui certificare gli stati. Lo stato liberale, di conseguenza, prevedeva solo le libertà negative ovvero quelle per cui non è necessario un intervento dello stato. Se lo stato liberale non interviene nella società per cui non prevede diritti sociali.Lo stato liberale soprattutto è uno stato monoclasse, il diritto di voto e di essere eletti è riconosciuto a un gruppo molto limitato di cittadini, in parlamento vi sono rappresentanti del popolo scelti da una sola parte della popolazione. Ciò comporta una discussione parlamentare limitata, abbiamo sensibilità tutti per gli stessi problemi. Nel corso dell’800 abbiamo uno stato liberale. La sua funzione è quindi quella di garantire l’autonomia degli individui, non si occupa del benessere della collettività ma di creare le condizioni minime perché ognuno viva la sua esistenza. Questi elementi però entrano poi in crisi, lo stato liberale tutela l’eguaglianza formale cioè di riconoscere i 6 diritti, questo principio entra in crisi se c’è una dissociazione tra la titolarità del diritto e il bene necessario a poter esercitare quel diritto. Es se viene prevista la libertà di circolazione e io non possiedo una macchina e in più non ci sono strade, ferrovie e nulla, io non posso effettivamente esercitare quel diritto. Qua entra in crisi il principio di eguaglianza formale. Ci sono due elementi che creano delle crepe nello stato liberale, ì primo è l’affermazione per i movimenti per allargare il suffragio. Si parla di stato monoclasse ma in Italia nel 1882 viene allargato il suffragio del 4%. Nel 1912 viene introdotto il suffragio quasi universale cioè non più soltanto chi risponde ai requisiti di censo ma tutti i cittadini maschi al compimento dei 21 anni a coloro che hanno il censo o coloro che hanno fatto servizio militare. Questo allargamento fa si che in parlamento inizino ad entrare le istanze anche di altri gruppi della società. Viene favorito l’inizio della consapevolezza di più gruppi sociali.Il secondo elemento che porta alla fine dello stato liberale sono i movimenti sindacali che mettono insieme i lavoratori e le loro istanze e il loro problemi di disuguaglianza a cui il diritto non riusciva a rispondere. La combinazione di questi elementi mette in crisi il modello liberale. Già prima della Seconda guerra mondiale vengono ottenute numerose conquiste che incidono e questi movimenti mettono in risalto il problema della sola eguaglianza formale.C’è necessità di una nuova forma di stato. Lo stato sociale ha la funzione di favorire il benessere collettivo, è dalla domanda di costituzione che proviene dal popolo che nasce lo stato sociale. Nel secondo dopoguerra nascono le costituzioni moderna nel1948 che garantisce l’Italia come stato sociale. La costituzione repubblicana quindi elimina le conquiste dello stato liberale? Noi non abbiamo solo l’eguaglianza sostanziale ma anche quella formale, non vengono liberate le libertà negative es libertà d’impresa. Ma vi è un’integrazione nello stato liberale che porta allo stato sociale questa unione di eguaglianza sostanziale e formale porta alla nostra eguaglianza costituzionale. Gli elementi tipici dello stato di diritto (liberale) ci sono nello stato sociale.Tutto ciò viene garantito dalla presenza di una costituzione rigida; quindi, una costituzione che non può essere modificato in tutte le parti ma solo attraverso un procedimento di revisione costituzionale aggravato. Prima differenza con quella liberale che era una costituzione flessibile, per cui modificata in modo facile.L’unico vero elemento intoccabile nelle costituzioni flessibili è la limitazione del potere. Quando parliamo di stato sociale parliamo di una forma che aggiunge alle conquiste dello stato di diritto le istanze sociali. Gli elementi tipici dello stato sociale si aggiungono agli elementi tipici dello stato liberale di diritto.La funzione dello stato sociale è garantire il benessere collettivo, perché lo stato sociale nasce da una domanda di costituzione che chiede l’intervento attivo dello stato nella società e nell’economia.Rispetto all’organizzazione dello stato come si caratterizza lo stato sociale? Cambia la composizione del parlamento (suffragio universale) quindi stato pluriclasse; infatti, la costituzione dello stato sociale sono costituzione che interiorizzano il conflitto sociale, quindi, comprendono i conflitti dei vari gruppi sociali e prevede una ricerca sempre nuova di equilibrio dentro la cornice della costituzione, questo motivo per cui abbiamo tante leggi ovvero tutti portano le loro leggi che rappresentano piccole parti di popolazione. Cambia la funzione del governo che prima si occupava delle dinamiche con gli altri stati ora non più così partecipa attivamente alla politica interna al nostro paese. Cambia la pubblica amministrazione che amplia le proprie competenze si occupa di garantire istruzione, sanità ecc. Inoltre, nello stato sociale c’è una pubblica amministrazione vicina ai cittadini, regione, le province, i comuni ecc. vicinanza ai cittadini per intercettare le esigenze della società. Pubblica amministrazione non più organizzata secondo un criterio verticistico. Ogni pubblica amministrazione ha i suoi compiti ed eventualmente collaborano tra di loro. Moltiplicazione della pubblica amministrazione e specializzazione di ognuna che si occupa di un ambito con personale competente. 7 7 marzo lezione 6 Principio di eguaglianzaCome si sviluppa il principio giuridico dell’eguaglianza? L’eguaglianza non è solo un concetto giuridico è anzi qualcosa che ha accompagnato lo sviluppo della società nei secoli. Dal nostro punto di vista giuridico l’eguaglianza si inizia a sviluppare nel corso dell’illuminismo tra il 600 e il 700 soprattutto si sviluppa la dimensione di un concetto di eguaglianza tendente all’universale perché si inizia a pensare all’uomo come soggetti tra loro eguali nel loro essere persone, nei loro elementi essenziali che caratterizzano l’essere umano. Non c’è ancora una dimensione giuridica è più un obiettivo, un’ideale. La differenza è che il principio giuridico dev’essere rispettato dalle persone e istituzione, un’ideale è qualcosa a cui noi non siamo tenuti obbligatoriamente a rispondere.L’eguaglianza diventa principio giuridico con la Rivoluzione francese. Principio previsto nelle carte costituzionali che nascono post rivoluzione. Il primo significato giuridico di eguaglianza è quello di eguaglianza d’avanti alla legge, ciò significa che la legge deve trattare in modo uguale situazioni uguali e in maniera diversa situazioni diverse. Principio cardine dello Stato liberale quello di eguaglianza, perché nasce contro al privilegio, se prima il sovrano assoluto era libero di fare le leggi a suo piacimento, ora non può più. Il potere legislativo non è libero di creare privilegi. Dal punto di vista economico invece la forma di sistema economica che si sviluppa nello Stato liberale è il libero mercato, perché questa forma di mercato funzioni le regole devono essere uguali per tutti e non interferire nell’autoregolazione di decisione economica. Tutti giocano con le stesse regole. Manca però un elemento. Eguali in che cosa? Siamo uguali nella titolarità dei diritti. Tutto torna rispetto alla funzione dello Stato liberale. Nello Stato liberale però in realtà la legge non tratta proprio tutto nello stesso modo; infatti, è uno stato caratterizzato da discriminazioni (la legge tratta in maniera diversa in modo arbitrario) e disuguaglianze (è legata alle circostanze di fatto).Come facevano ad esistere le discriminazioni se costituzionalmente era garantita l’uguaglianza? Le carte costituzionali dello Stato liberale sono costituzioni flessibili, potevano fatte essere delle eccezioni (potevano togliere il diritto di voto, diritto di voto che fu una delle cose che fece cadere lo Stato liberale). Ora la costituzione è rigida, alcuni elementi non sono modificabili, anche se è revisionabile è comunque complesso modificare i principi cardine con maggioranze molto consistenti e referendum.Eguaglianza formaleNello Stato liberale si afferma il principio di eguaglianza formale, ovvero che tiene in considerazione l’individuo come entità astratta e non come soggetto considerato nella sua individualità. Ecco perché con lo Stato sociale l’eguaglianza formale viene completato con l’eguaglianza sostanziale. Ciò non vuol dire che lo stato sociale rinuncia all’eguaglianza formale.Art 3 cost (primo comma): tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione pubbliche, di condizioni personali e sociali. Tutti sono uguali davanti alla legge, principio eguaglianza formale. Chi valuta l’eguaglianza è la differenza? Il legislatore quando deve disciplinare la situazione, fa una valutazione di relazione. Il legislatore valuta se gli elementi di differenza sono più importanti di quelli di similitudine. Si applicherà il criterio di ragionevolezza. Le leggi preesistenti nella costituzione non sono state cancellate per cui col tempo la corte costituzionali ha dichiarato illegittime alcune di quelle leggi contrarie, per esempio, al principio di uguaglianza art 3. Nel primo comma c’è scritto tutti i cittadini, significa che chi non è cittadino italiano può essere discriminato? No. Già negli anni 60 la Corte costituzionale ha chiarito che tutte le persone sono tutelate dal principio di eguaglianza precisando che le straniere avrà uno status giuridico diverso. È una differenza che può giustificare un trattamento differenziato che però non può essere arbitrario. Questo articolo va legato all’art 2 la repubblica garantisce il diritto dell’uomo e del cittadino. Nei diritti fondamentali le differenze non esistono, il diritto alla salute è garantito a tutti stranieri e non, chi è sul territorio illegalmente viene tutelato nei suoi minimi ma viene tutelato. Questi diritti fondamentali spettano a tutti. La differenza più grande tra cittadino straniero e italiano è la titolarità del 8 diritto di voto.Senza distinzione di... si chiama clausola antidiscriminatoria, ciò non significa che se non sono tra quelli dell’elenco non sono incluso. Tutto l’elenco si rifà al periodo immediatamente antecedente alla costituzione. Si è voluto rafforzare un divieto di discriminazione onde evitare di creare buchi in cui il legislatore discriminasse. Senza distinzioni di razza= è stato previsto perché erano state adottate le leggi razziali. Questa parola è stata oggetto di dibattito, si vuole toglierla perché non si usa più, non esistono più le razze. Non tutti però sono ancora convinti che il concetto di razza non esista per cui se viene tolto ma non ci sarebbe più un baluardo e se in futuro dovesse ritornare il rischio è di rivedere di nuovo le stesse situazioni. Distinzioni di lingua= in Italia esistono sono con lingue riconosciute dallo Stato ma non significa solo quello ma anche quello di non parlare un’altra lingua non italiana.Distinzioni opinioni politiche= periodo fascista e conseguenze. Possiamo professare tutte le idee politiche fino al caso per esempio degli anarchici. Si possono avere idee che cambino lo Stato ma non può diventare un comportamento che cade poi nel penale es, l’attentato, bisogna passare per vie legali no sovversione. Si può costituire tutti i partiti che si vuole tranne il partito fascista per espresso divieto della costituzione. Distinzioni di condizioni personali= es vista, altezza, disabilità.Distinzioni di religione= principio di laicità non esiste una religione di Stato per cui non può discriminare o trattamenti differenziati basati solo su quell’elemento.Distinzioni basate sul sesso= nello stato moderno le donne avevano pochi diritti e anche quando erano titolari di diritti non sempre l’estensione di questa titolarità era uguale a quella degli uomini. Gli stati liberali prevedevano una costruzione giuridica per la donna di subordinazione giuridica all’uomo. Con il diritto di voto alle donne si ha una rottura tra prima e dopo. Prima le donne non potevano occupare lo spazio pubblico. Con il diritto di voto la donna entra nella scena pubblica. La discriminazione delle donne non può più essere evitata. Nell’Assemblea costituente ci furono svariate donne. 11-03 lezione 7 Principio di eguaglianza sostanziale Uno degli elementi che caratterizza lo stato sociale.Perché il diritto si preoccupa dell’eguaglianza? L’eguaglianza è un concetto di relazione. Eguali in che cosa? Nella formale siamo eguali nei diritti fondamentali.Il diritto si preoccupa di metterci tutti sullo stesso piano per la titolarità dei diritti perché è la società a chiederlo, l’eguaglianza si lega ad un’istanza di giustizia. La stessa eguaglianza cambia in base a cosa è percepito come giusto in un determinato contesto giuridico. Nasce dalla richiesta di un’eliminazione di un privilegio alla borghesia, e quindi nasce l’eguaglianza formale. Il diritto è lo strumento che organizza il vivere insieme. Il concetto di eguaglianza formale si ferma però su un piano astratto, non si preoccupa nel concreto di verificare se tutti sono in condizione di esercitare quei diritti di cui sono astrattamente titolari.Quando ci si rende conto che l’eguaglianza formale ha eliminato il privilegio ma di fatto ha concentrato la ricchezza nelle mani di pochi, ciò però non ha reso la società pienamente giusta anche se ha migliorato, piano piano vi è una nuova domanda di giustizia, perché di fatto non tutti partecipano alla vita sociale ad armi pari, per opportunità e mezzi.Nuova domanda di giustizia che tenga conto anche delle differenze di fatto. Non solo pari astratta titolarità dei diritti ma anche un’azione che tenga in considerazione e muova gli ostacoli di fatto, concreti che impediscono alle persone di poter effettivamente sfruttare le opportunità. Questo percorso porta all’evoluzione dell’eguaglianza e all’eversione del concetto di eguaglianza sostanziale. La stessa dimensione dell’oggetto dell’eguaglianza sostanziale può cambiare da società a società a seconda del contesto, dalle esigenze di una società al diritto. Questo è il presupposto del dibattito in Assemblea costituente.In Assemblea costituente per quanto riguardi il dibattito non c’è molto diverso rispetto a quanto già visto per il sistema economico. Vi sono due schieramenti. Si vuole costruire un ordinamento che tenga conto del soggetto come soggetto sostanziale. Idea che venne sostenuta dalla sinistra e dalla DC di centro prevalentemente. Contrapposti invece ci furono conservatori e liberali. C’era la paura di uno stato totalitario. Se si consente allo Stato di rimuovere lo Stato cosa non mi dice 9 che si ritorni ad interventi totalitari rimuovendo gli ostacoli, e così la pensavano i liberali. Questa contrapposizione salta fuori più volte. Nel plenum però emerge il concetto di om situe ovvero l’uomo nel contesto di relazione. Emerge la necessità di poter far partecipare il soggetto alla società che gli permette di evolversi e procrearsi. Non basta quindi prevedere l’eguaglianza formale ma è necessario prevedere un’azione dello Stato che va ad intervenire in quelle situazioni di fatto, va a riequilibrare le differenze che ci sono nella società. Nasce da questa convergenza delle due divisioni la previsione generale sull’eguaglianza sostanziale art 3 comma 2 della costituzione. È compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese. Ci si è chiesti se Siamo d’avanti a una norma percettiva o programmatica?Molti hanno letto una norma programmatica nell’articolo per cui Non si legge un comando, ma un invito del legislatore. Ma cosa cambia? Cambia la vincolatività della norma.Se la leggo come una norma programmatica La prima condizione è che ci sia un legislatore disposta a raccogliere quell’invito. Il legislatore in Italia è il parlamento, quindi, significa ad aspettare che in parlamento ci sia una maggioranza disposta ad attuare quell’invito. C’è un’altra condizione, il grado di realizzazione dell’eguaglianza sostanziale dipenderà da quante risorse quella maggioranza politica deciderà di investire.Cosa vuol dire ritenere una norma giuridica un precetto? Vuol dire qualificarla come obbligo.Il legislatore è quindi tenuto ad attuarlo, non è un invito. La differenza tra norme percettive e programmatiche è una distinzione evoluta nel tempo e si è ridimensionata.Tutte le norme giuridiche sono percettive, tutte le costituzionali lo sono, sono vincolanti, e però giustamente ci sono delle differenze. La differenza sta nel destinatario della norma, nelle norme programmatiche sono norme vincolanti per il cittadino ma il destinatario è lo Stato, le istituzioni, non il cittadino. Il primo organo è sicuramente il legislatore.C’è però un diverso destinatario che è la loro sanzionabilità delle norme programmatiche.Es se non rispetto il codice della strada pago la multa, come si fa a sanzionare la repubblica che non applica la norma programmatica? La sanzione che può scontare l’organo sarà diversa, se si tratta di norme che precedono l’entrata in vigore nella costituzione, la sanzione sarà illegittimità costituzionale. Un’altra forma di sanzione è più data dal complessivo sistema dell’ordinamento, se un legislatore ignora il principio di eguaglianza io non lo voterò più; quindi, la seconda punizione è il non rinnovamento del voto da parte del cittadino. (Guardare la foto)Questa sentenza mette in crisi la valutazione tra norme prescrittive e programmatiche. Tutte le norme costituzionali possono essere parametro per giudicare la legge.Eguaglianza sostanziale cos’è? In realtà l’eguaglianza sostanziale è un principio costituzionale, quindi, appartiene al nucleo duro della costituzione, rappresenta i cosiddetti controlimiti, caratterizza il nostro ordinamento. In quanto principio giuridico l’eguaglianza sostanziale può essere usata per interpretare la legge, giustificare una legge e infine è il parametro per escludere una legge dal nostro ordinamento, azione quindi preclusiva.Come va intesa l’eguaglianza sostanziale? Qual è l’azione dello Stato per attuarlo?Lo Stato deve qualificare gli ostacoli di fatto e come può agire. Noi possiamo intendere l’eguaglianza sostanziale in due modi: eguaglianza di risultato o eguaglianza di partenza. L’azione dello Stato può prendere due direzioni diverse.Eguaglianza di risultato= eliminazione di tutte le differenze di fatto, da un punto di vista sociale siamo tutti uguali, lo stato mi da tutto per partecipare alla vita della società.La conseguenza è che tutti veniamo messi nelle condizioni per partecipare alla vita di relazione però tutto sommato non mi impegno nelle attività che sono chiamato a svolgere perché ho già tutto, se mi impegno di più o di meno non sono legato all’ottenimento di quei beni.Eguaglianza di partenza= lo Stato tiene in considerazione le differenze di fatto che inevitabilmente caratterizzano la nostra vita e si preoccupa di impedire che quelle differenze ostacolino lo sviluppo personale. Non mi dà il risultato ma mi mette in condizione di poterlo avere. Es diritto allo studio, non mi da però il diploma in automatico.La costituzione non ci dice come va intesa se nei risultati o nei punti di partenza.Eguaglianza sostanziale vuol dire che lo Stato si fa carico del benessere di ciascuno, rimozione del bisogno economico. Infatti, nel nostro ordinamento l’eguaglianza sostanziale è stato inteso come lo Stato rimuove ciò che è troppo ingiusto, non qualsiasi differenza, 10 ma quelle differenze che ci impediscono di avere ciò di cui sia ha bisogno, nel nostro ordinamento adottiamo l’eguaglianza nei punti di partenza.Ecco che qua si salda il principio di eguaglianza sostanziale e formale. Non si elimina l’autodeterminazione dell’individuo, tutti abbiamo pari opportunità ma non significa che tutti dobbiamo fare le stesse cose. Ecco perché eguaglianza formale e sostanziale si completano.In tipo di azione normativa dello Stato che consiste nella realizzazione dell’eguaglianza sono le cosiddette azioni positive. Sono uno strumento che è stato in un primo momento un po’ contrastato. Deriva dagli Stati Uniti d’America. Significa attribuire a una categoria di soggetti svantaggiati risorse e misure che servono a riequilibrare la loro posizione rispetto alla categoria di svantaggio. Es quote rosa, ma in realtà sono due concetti diversi. Una quota significa posti riservati a un gruppo ma in ambito elettorale non esistono le quote rosa nel risultato; infatti, l’azione positiva non attribuisce il risultato ma lo strumento per poter competere. Es leggi del 91-92 per imprenditoria femminile, incentive per imprenditoria femminile.Le azioni positive per poter essere accettati dalla costituzione non devono attribuire il risultato. Giovedì 14-03 lezione 8 Come opera il principio di eguaglianza sostanziale?L’eguaglianza sostanziale affida alla repubblica l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli di fatto che impediscono il pieno sviluppo di una persona. L’obiettivo è quello di garantire l’effettivo esercizio dei diritti. Nasce dal fallimento dell’eguaglianza formale. L’eguaglianza sostanziale è un principio giuridico che si completa con l’eguaglianza formale. Questo principio lascia discrezionalità al legislatore e istituzioni sulle modalità con cui garantire l’effettivo esercizio dei diritti. Disegna un progetto di trasformazione sociale che non da un assetto predefinita ma verso una società più giusta, non ci dice preventivamente come dev’essere questa società, detta una traccia che le istituzioni sviluppano.Cosa vuol dire principio cost dal carattere precettivo? Preclude alcune leggi che contrastano con esso ma non solo anche per interpretare un atto avente forza di legge. Le azioni positive sono uno strumento utilizzato per riequilibrare la posizione di due categorie di soggetti che partono squilibrate ma non attribuisce il risultato. L’eguaglianza sostanziale può essere preclusiva di norma di legge, quando una legge o una parte di essa invece di rimuovere le differenze di fatto concorre ad aumentarle per esempio, o pone più ostacoli. (Guarda sentenza su kiro. Pronuncia 195 del 1993, legge statale).L’eguaglianza sostanziale ci fa emergere un concetto (non giuridico). Possiamo fare riferimento alla mobilità sociale, perché? Eguaglianza sostanziale è eguaglianza nei punti di partenza. Parto da una certa condizione ma posso arrivare ad altra. È stato elaborato per misurare la possibilità di persone o gruppi di persone che partono da una determinata condizione di passare ad un’altra condizione socioeconomica, migliore o peggiore.La mobilità sociale dipende dal grado di istruzione, il tipo di occupazione può incidere sulla mobilità, ma anche il contesto socioeconomico e le sue opportunità, l’assistenza delle istituzioni pubbliche influenzano la mobilità sociale. Sono tutti potenziali ostacoli, ecco perché eguaglianza sociale e mobilità sociale sono collegati, maggiore è la mobilità sociale minori sono le diseguaglianze. In Italia sempre più spesso si sente dire che l’ascensore sociale è fermo, scarsa mobilità sociale. L’ISTAT dice che per un certo periodo di tempo c’era una grande mobilità sociale, in crescita, ad un certo punto il trend si assesta per poi scendere. Ciò significa che nelle ultime generazioni il dato di mobilità è più basso rispetto alle generazioni precedenti. Nel 2020 si registra una mobilità sociale verso il basso per circa il 26,6% della popolazione, percentuale più alta rispetto a quelli che passano da una classe più bassa a una alta. Circa la metà del campione resta nella classe sociale di partenza. L’Ordinamento giuridico italiano non è un ordinamento in cui il principio di eguaglianza è poco attuato. Ci muoviamo in un ambiente socioeconomico in cui l’influenza dello Stato può essere relativo. La teoria dell’élite analizza l’aspetto delle dinamiche sociali, il gruppo sociale dominante, tenderà ad assumere un atteggiamento di chiusura delle porte della propria classe, cercherà quasi naturalmente di impedire a chi proviene dalle altre classi di entrare. Se questo è un comportamento sociale del gruppo dominante gli studi sostengono che è una dinamica sociale in cui lo Stato non deve entrare. 11 Nel nostro ordinamento non convince che lo Stato possa essere indifferente a queste dinamiche, emerge un altro principio, quello della promozione sociale. Promozione significa mobilità verso l’alto. Il compito dello Stato è rimuovere gli ostacoli per garantire al cittadino una partecipazione effettiva della vita politica ed economica, va verso il senso della promozione sociale. Il fenomeno del soffitto di cristallo: è un fenomeno socioeconomico in ambito lavorativo per cui ad una determinata categoria di soggetti, viene precluso di arrivare ai vertici delle carriere. Ciò si scontra con il nostro principio di eguaglianza sociale perché ha una serie di ricadute. Se so che in determinati ambiti lavorativi non posso sfondare a prescindere da quanto sono brava scelgo altre carriere oppure mi accontento di quello che ho.Questo fenomeno viene spiegato con la teoria dell’old boys club ovvero il gruppo dominante tenderà a scegliere per i vertici i suoi simili però nella legittimità. Nel 2011 è stata adottata una legge che per le quotate in borsa il 40% dei posti nei board doveva essere riservato ad un genere piuttosto che un altro per cui femminile. È una misura temporanea che dura per una certa misura di esercizi e poi tornano liberi di scegliere le persone all’interno dei board. L’obiettivo di questa misura è quello di dimostrare che avere una diversità di vedute di persone che provengono da circoli diversi non va a deteriorare l’esercizio commerciale. Ciò favorisce la sperimentazione di idee diverse provenienti da culture e ideologie diverse. Quindi questa legge interviene nelle dinamiche sociali nel tentativo di favorire una dinamica sociale per garantire il rispetto dell’eguaglianza sociale.Dal principio democratico e al principio pluralista, principio dell’autodeterminazione capiamo che il nostro ordinamento sia legato a quello della approvazione dell’eguaglianza sociale. 18/03 lezione 9 (fare da libro guardando o chiedere appunti) Diritti sociali: I diritti sociali sono diversi dai diritti di libertà? I diritti di libertà sono diritti di prima generazione. Diritti sociali nascono dopo, per questo si distinguono in diritti di prima e di seconda generazione.Contesto giuridico: i diritti di libertà sorgono nello Stato liberale sono influenzati quindi dalla concezione di rapporto Stato e individuo. Questo rapporto è nello Stato liberale un rapporto di esclusione, l’obiettivo è garantire le condizioni minime affinché l’individuo possa autorealizzarsi, nelle libertà sono negative o libertà dallo stato, per cui lo Stato non interviene, significa non invasione della sfera di autonomia dell’individuo. L’idea che si afferma qua è il patto tra popolo e potere, implica che gli individui rinunciano a una parte del proprio potere per darla allo Stato e lo Stato come contropartita si impegna a garantire un contesto di ordinato vivere civile, nel quale gli individui possano esercitare le loro libertà. In questo contesto i diritti sono eccezioni, può negarli al solo fine di garantire la pacifica convivenza. Queste libertà sono fondamentali e inviolabili. Fondamentali perché fondano il patto, inviolabili perché lo Stato non può limitarle a suo piacimento.Il rapporto Stato cittadino, poi si evolve, cambia l’idea dell’individuo, si afferma l’idea della persona nel contesto in cui vive, si afferma l’idea per cui ciascuno di noi nelle sue scelte è anche solo indirettamente è condizionato dal contesto in cui vive. Non più entità astratta ma come soggetto concreto che vive nella società e la cui vita subisce condizionamenti. Lo Stato interviene in quel contesto, non più patto di reciproca esclusione. Se cambia il rapporto Stato individuo emergono nuove libertà, non mi accontento più di essere liberi dallo stato, ma vogliono essere liberi NELLO stato. L’obiettivo dello stato sociale come già detto è garantire il benessere sociale, allora non sono più sufficienti le libertà dallo stato.Nello Stato sociale c’è una ristrutturazione di alcuni aspetti. Cambia la giustizia in particolare il giudice, passa dalla solo applicare la legge all’interpretare la legge, prima decideva di fatto il legislatore, ci si rende conto che i presupposti non sono così saldi, c’è bisogno di interpretare la legge. Cambia la separazione dei poteri, prima rigida separazione, nello Stato sociale più divisione dei poteri, le istituzioni non sono separate ma collaborano tra di loro. Si passa alla legalità costituzionale, nello Stato liberale la costituzione era flessibile, ora legalità costituzionale, cioè costituzione rigida, non facilmente modificabile.La previsione dei diritti sociali porta a far saldare libertà e uguaglianza tra di loro, per essere davvero liberi c’è 12 bisogno che tutti possano accedere ai beni della vita indispensabili alla loro partecipazione alla società. Questo è il nostro contesto giuridico. La struttura dei diritti sociali? Le loro caratteristiche? I diritti sociali servono a conquistare i beni della vita necessari allo sviluppo della personalità. Es diritto all’istruzione, diritto strumentale all’esercizio della libertà.Nello Stato liberale questi diritti sono rimessi alle logiche del mercato, tutto è monetizzabile anche istruzione o salute. Se l’istruzione è un bene monetizzabile significa che c’è qualcuno che decide di sfruttare questo bene, paga per sfruttare quel bene.Questi beni con lo Stato sociale vengono tolti dal mercato e costituzionalizzati. In una costituzione che è rigida, protetti sotto forma di diritti. Siccome vengono trasformati in diritto sociali ciò comporta un’azione dello Stato. La differenza libertà positive e negative oggi è una differenza classificatoria/ descrittiva, per un certo periodo è stata ritenuta una distinzione effettiva strutturale, in un primo momento si è detto che le prime sono libertà dello Stato e le seconde nello Stato allora vi è un ruolo attivo dello Stato nei diritti sociali che non c’è nelle libertà negative. Questa idea è stata criticata, lo Stato ha ruolo attivo sempre nei diritti anche nelle libertà negative. Es libertà personale, non posso essere arrestato in maniera arbitraria, per garantire questa libertà lo Stato deve comunque attivarsi prevedendo strutture e apparati per garantire questa libertà, es con un giudice. Libertà dallo stato, posso esercitare la mia libertà senza lo Stato ma lo Stato deve intervenire con strutture affinché la mia libertà sia rispettata. La differenza non è l’attività dello Stato in sé ma è nel tipo di attività che lo Stato deve realizzare per garantire quei diritti. Questa differenza si capisce da come sono formulati i diritti in costituzione.La differenza tra diritti sociali e di libertà è nel tipo di pretesa che soggetto ha nei confronti dello Stato. Stato tenuto a garantire quel diritto nel caso dei diritti sociali, non ho una posizione giuridica perfetta ma vanto una pretesa nei confronti dello Stato, predispongo le modalità per l’attuazione del diritto. Il cittadino ha una posizione di minore forza rispetto allo Stato? Questa differenza vale finché lo Stato non si attiva. Nel momento in cui il legislatore sceglie come esercitare il diritto sociale allora la pretesa giuridica soggettiva diventa perfetta, si attenua la differenza tra diritti di libertà e sociali.I diritti sociali sono qualitativamente uguali, Anche i diritti sociale sono diritti fondamentali e inviolabili.Differenza tra diritti di libertà e sociali? In entrambi c’è un’attività dello Stato, quindi anche un costo per lo Stato. La differenza del tipo di pretesa comporta un diverso costo, sicuramente i diritti sociali costano di più per la loro stessa struttura e per i beni schierati. Tradizionalmente due caratteristiche attribuite ai diritti sociali, diritti condizionati e diritti graduabili. Condizionati dalla spesa pubblica, lo Stato deve tenere i conti in ordine, risorse economiche disponibili. Da ciò discende la seconda caratteristica attribuita ai diritti sociali, la gradualità, rispondono alla logica del più o meno. Graduati rispetto alle risorse economiche disponibili, cosa non possibile per i diritti di libertà, tutto o niente.I diritti sociali costano, hanno bisogno di risorse economiche, si collocano in una logica di bilanciamento con la spesa pubblica. I diritti sociali sono fondamentali e inviolabili allora c’è un punto di garanzia ineliminabile, necessità di contenimento di spesa pubblica ma i diritti sociali devono essere garantiti dallo Stato quantomeno nella loro parte minima irrinunciabile. Non è la spesa pubblica a condizionare la spesa pubblica ma il contrario.La legge di bilancio nel distribuire i soldi deve ricorrere alle risorse che ha in cassa. Ovviamente ciò comporta dei tagli. Questo atteggiamento restrittivo si aggrava con la crisi del 2000 e la revisione dell’articolo 81, articolo che prevede l’equilibrio di bilancio, lo Stato può ricorrere nell’indebitamento solo in cicli economici sfavorevoli. Questo cambiamento posto dall’UE cambia. Contrazione della spesa pubblica che incide sui diritti sociali. Dopo ciò la corte attua più restrizioni, come la legge non potesse più adeguarsi agli equilibri. La corte nel 2015 riporta la sua giurisprudenza a prima della modifica dell’articolo 81, si contrazione di spesa pubblica ma non può andare nella direzione di annullare i diritti sociali. Nel 2016 la corte cost, sancisce che i tagli nell’erogazioni alle regioni ecc., non può essere un taglio strutturale, definitivo, deve durare per un certo periodo giustificato per poi riprendere. Nel 2016 la Corte costituzionale riconosce che sono i diritti sociali a dover condizionare il bilancio e non il contrario. 13 21-03 lezione 10 Clausole generali o concetti valvola, Perché le studiamo? La costituzione ed economica in particolare sono ricche di queste clausole generali. Vi è un’alta concentrazione all’interno delle disposizioni di costituzione economica.Iniziativa economica privata e utilità socialeIniziativa economica privata e proprietà privata sono gli architravi della nostra costituzione economica, sono libertà che erano già presenti nello Stato liberale dove avevano un ruolo predominante. In realtà però nello statuto Albertini non viene mai scritta la libertà di iniziativa e economica privata esplicitamente ma era già all’epoca una chiave della società all’epoca perché si ricavava dalla proprietà privata. La libertà d’impresa veniva dedotta dalla tutela delle proprietà. La prima caratteristica che si individua rispetto allo statuto Albertini è che la nostra costituzione la scrive precisamente, art 41 iniziativa economica privata.Entrambe le libertà presentano limiti previsti in costituzione nel secondo e terzo comma, art 42...ma anche altri articoli. Limitate da ciò che noi definiamo come clausole generali.Come operano le clausole generali su queste libertà?Per riconoscere le clausole generale quando un’espressione è composto da due termini e uno di essi è valutativo, rimesso alla valutazione dell’interprete. Le clausole si agganciano a beni costituzionalmente rilevanti. Le clausole generali si presentano come limiti a delle libertà, ci sono beni che non sono strumentali all’esercizio di una libertà. La funzione delle clausole generali in costituzione è quella di limitare il diritto che accompagnano, ma non solo, le clausole generali si presentano anche come limiti all’esercizio alla discrezionalità del legislatore, ovvero la costituzione ha già riconosciuto quei beni che il legislatore può usare per disciplinare la libertà ma il legislatore non può a suo piacimento scegliere quali sono i limiti perché lo fa già la costituzione. Nel concreto le libertà si limitano a vicenda. In questo caso sarà necessario fare un bilanciamento tra le due libertà che consenta l’esercizio di una libertà senza il sacrificio dell’altra. Es la libertà di stampa, incontra i limiti del buon costume. C’è la necessità con le clausole generali è di capire il loro significato minimo, questo perché se non viene fatto non può operare come limite alla discrezionalità del legislatore.Per capire la definizione partiamo dal Il buon costume che la Corte costituzionale ha dato una definizione minima che vincola il legislatore ma allo stesso tempo ne conserva la discrezionalità. Il buon costume è ciò che in un dato momento storico rientra nella percezione del pudore sessuale della collettività. È una definizione minima. È un concetto che si evolve con la società e la sua percezione, ma in realtà sta qua il sottile equilibrio delle clausole genarli che svolgono una funzione in costituzione, ovvero, favorire l’eternità della costituzione. Queste clausole sono concetti mobili che consentono alla costituzione scritta in epoca diversa di poter essere attuata ancora oggi in un contesto però cambiato. Si consentono una mobilità di senso e significato. Es buon costume e pudore sessuale. Ecco perché sono clausole molto presenti nella costituzione economica e non. Analisi iniziativa economica privata:Il termine libertà d’impresa lo riassume ma è un termine improprio, due problemi. Un problema spaziale e uno temporale. Con problema spaziale s’intende lo spazio dell’iniziativa economica privata ovvero quali attività rientrano in essa. In effetti di questa libertà sono state offerte tre opzioni interpretative diverse. Un primo orientamento offre un’interpretazione sull’ambito di estensione dell’iniziativa economica privata, si è detto qualsiasi attività volta a produrre ricchezza rientra nell’iniziativa economica privata. Una seconda definizione offre una teoria restrittiva dice che iniziativa economica privata è un’espressione deve essere fatta coincidere con la libertà d’impresa, ciò che è impresa nel Codice civile. Questa appare eccessivamente restrittiva. La terza teoria è quella che è stata accolta dalla Corte costituzionale, è iniziativa economica privata tutte quelle attività produttive che comportano una libertà nella scelta, nell’organizzazione, nei mezzi, nel capitale da investire ecc.Questa definizione consente di ricondurre l’attività di lavoro autonomo e professionale sotto l’art 41, allo stesso modo questa concezione ci consente di escludere i lavoratori dipendenti, subordinati, non hanno libertà di scegliere come organizzare la propria attività. Art 41 altro problema interpretativo, non solo spaziale, ma anche temporale.L’art 41 è composto da tre commi. In un primo momento ci sono state interrogazioni sul fatto che l’iniziativa economica privata fosse frammentata, 14 ma non è così presenta una tutela unitario non frammentabile.Utilità sociale:Nell’art 41 salute e ambiente sono stati introdotti nel 2022. Non può svolgersi in contrasto con queste sue cose oltre, sicurezza, libertà, dignità umana e utilità sociale.Qual è il significato minimo costituzionale della clausola generale “utilità sociale”?Nelle teorie economiche l’utilità coincide con la felicità, soddisfazione personale o con un benessere. Qualcosa che è vantaggioso per la collettività Sociale si riferisce alla collettività. Ma ciò non ci soddisfa, collettività di riferimento quale? La collettività è composta da più gruppi con interessi diversi. L’utilità sociale è stata dibattuta in Assemblea costituente e la possibilità di poterla usare. Con riferimento a ciò, si può dire che troviamo la stessa contrapposizione ideologica tra i due poli, liberali e coloro che sostenevano l’azione dello Stato. L’argomento sviluppato pone quesiti non è immediatamente afferrabile, un argomento di questo tipo è troppo indeterminato, non limita il legislatore anzi la ampia a dismisura.A questo argomento si è contrapposto a quello dei favorevoli, per cui l’utilità sociale non è indeterminato ma in realtà fa sì che essa venga svolta in modo da non arrecare danno allo sviluppo della società. Se si prende la società nel suo complesso ci sono beni che vengono ritenuti essenziali, indispensabili da tutti, lo Stato sociale non è indifferente da questi beni. Qualifica ciò che è vantaggioso della collettività, serve perché non si vada a ledere i beni indispensabili a tutti, ecco perché viene inserita l’utilità sociale, nel progetto di stato sociale. Art 3 c2. L’aggettivo sociale, dobbiamo ricondurre lo Stato sociale ad esso. Se metto le basi per togliere gli ostacoli a tutti e poi creo la libera attività economica permetto ad esso di creare ostacoli. L’utilità sociale permette al legislatore di limitare l’iniziativa economica privata in modo tale che lei non crei nuovi ostacoli.L’utilità sociale dev’essere intesa come ciò che è vantaggioso per la collettività, nel senso che non devono crearsi nuovi ostacoli alla piena partecipazione dei cittadini alla piena partecipazione alla società.Com’è stata utilizzata dalla Corte costituzionale? La Corte costituzionale al contrario che per il buon costume non da una definizione minima di utilità sociale, ma in realtà non riesce perché non si sposa con tutte le situazioni. La corte dice che è vero che è una clausola generale ecc. però posso valutare se le scelte del legislatore sono proporzionali e ragionevoli. Valutazione di proporzionalità e ragionevolezza. Troviamo quindi una valutazione fatta caso per caso. La valutazione della corte però non è mai fatta solo dalla valutazione dell’utilità sociale ma vengono usati più limiti, utilità sociale con sicurezza per esempio. Questo accede per le difficoltà definitorie. 25/03 lezione 11 (chiedere appunti) La dignità umana è una clausola generale. Concetto posto in tutta la trama costituzionale soprattutto art 2-3. La dignità umana può assumere sia una dimensione interna che esterna. La dimensione interna riguarda i soggetti direttamente coinvolti nell’iniziativa economica privata. Es dignità dei lavoratori—> dignità sociale. Es. Nel 2011 è stato introdotto un decreto dal governo Monti sulla liberalizzazione degli orari e esercizi commerciali, il titolare può scegliere anche di rimanere aperto tutti i giorni. Può rimanere aperto tutti i giorni ma non può eliminare il diritto al riposo del lavoratore. È stata impugnata questa legge dalla Corte costituzionale, anche se poi viene rigettata la discussione. Va verso un mercato quindi concorrenziale, ma ci sono svariati problemi. Innanzitutto, il rischio è quello di penalizzare il commerciante più piccolo, costi dei salari, numero di dipendenti ecc. a volte Stato ed economia si scontrano ed è necessario incontrarsi, favore concorrenza ed esigenze diverse che si scontrano in questo caso. C’è un altro aspetto diritto al riposo settimanale garantito, ma una delle principali conseguenze con questo decreto è che nel rispetto del riposo settimanale ci saranno a turni lavoratori chiamati a lavorare la domenica, cosa può provocare questo? Il riposare insieme, la dimensione collettiva del riposo, viene sacrificato, può essere una risposta di bene che va ad integrare l’utilità sociale? La dignità umana può avere anche dimensione esterna, es Corte costituzionale non ha riconosciuto l’illegittimità di una disciplina normativa che non consentiva in luoghi pubblici di avere le macchinette da gioco, perché? In realtà si tratta di una limitazione che vuole impedire condotte antisociali e che vuole tutelare la dignità degli avventori, 15 dimensione esterna per questo tutela gli avventori non il lavoratore come prima e quindi dimensione interna.La Corte costituzionale adotta un approccio casistico che non si limita a mettere l’utilità sociale in connessione con gli articoli, ma nel giudicare le limitazioni di iniziativa economica privata, adotta un approccio molto più ampio che coinvolge anche beni molto più generali e non solo quelli intesi nell’art 41 secondo comma. Es. credito agrario, la corte dice che gli articoli devono esser eletti come un sistema e quindi le limitazioni alla proprietà fondiaria che discendono dalla disciplina del credito agricolo si giustificano anche nell’utilità sociale dell’art 41. Perché mira all’incremento della produzione agricola. L’utilità sociale l’abbiamo studiato come limite dell’iniziativa economica privata e anche come limite di limiti che il legislatore può porre. L’utilità sociale non è il fine dell’iniziativa economica privata che non deve essere diretta a perseguire l’utilità sociale, al contrario però non può VIOLARE l’utilità sociale. Ognuno è libero di fare qualsiasi iniziativa economica privata ma non deve ledere all’utilità sociale. È un limite non un fine. La concorrenza: Rapporto travagliato tra concorrenza e utilità sociale nel corso degli anni.La concorrenza originariamente non trovava riconoscimento in costituzione ma allo stesso tempo non era incompatibile col sistema economico tanto che la progressione del sistema comunitario che ha portato a un’evoluzione del nostro sistema economico è stato possibile proprio per questa ragione. L’attuazione del sistema economico disegnato in costituzione lontano dalla concorrenza. Abbiamo parlato di Stato imprenditore che quindi interviene, non sistema di forte competitività tra imprese. Cos’è la concorrenza? È una struttura del mercato che non presenta barriere all’ingresso e favorisce il libero incontro tra domanda e offerta. Secondo le teorie liberiste il miglior benessere possibile è ragione solo attraverso mercato concorrenziale poi questa idea entra in crisi. Dal punto di vista del nostro ordinamento giuridico, la concorrenza è un bene costituzionalmente rilevante? Sono state date risposte diverse, solo con la legge di revisione cost n 3 del 2001 che la concorrenza viene disciplinata nell’art 117. Quindi lo Stato deve garantire la concorrenzialità. A questo risultato normativo si era arrivati in teoria interpretativa. Se guardiamo alle riforme antecedenti vi sono tre teorie. Prima teoria, teoria scettica, il silenzio della costituzione doveva essere interpretato come indifferenza, non è un bene costituzionalmente rilevante. Seconda teoria della dimensione soggettiva della concorrenza, la concorrenza in realtà è implicitamente prevista in costituzione nell’iniziativa economica privata. Nel momento che la costituzione riconosce l’iniziativa ecc.… l’individuo sarà libero di intraprendere e ci saranno già soggetti che la esercitano la concorrenza, libertà di scegliere quale attività economica fare. Terza idea di concorrenza che è quella che siamo abituati a pensare, la dimensione oggettiva della concorrenza, concorrenza intesa come struttura del mercato. Un mercato che favorisce la compresenza di più soggetti e che non pone barriere all’ingresso favorendo la concorrenza. Questa terza idea si sviluppa solo dagli anni 80 in avanti perché prima non vi era in costituzione, poi siamo un sistema sviluppato come stato imprenditore, poi non esisteva una legge dedicato alla tutela della concorrenza. La prima normativa dedicata in Italia è la 287 del 1990. Questa legge viene adottata con il passaggio allo Stato imprenditore a regolatore. Questa evoluzione si riflette anche nella giurisprudenza costituzionale. Non riconosce la dimensione oggettiva della concorrenza, ma ritiene una concorrenza una forma di esercizio dell’iniziativa economica privata. C’era un antagonismo tra concorrenza e iniziativa economica privata. Le licenze commerciali sono provvedimenti amministrativi che autorizzano l’esercizio di un’attività. Queste licenze limitano la libertà di entrare in un settore.Anni 80 c’è una sentenza che inizia a cambiare l’idea di concorrenza. È in una fase di transizione del nostro sistema economico dove è ripreso il nostro sistema comunitario. Vengono consentiti accordi tra imprese, ma la costituzione la rigetta. Può garantire però che sul mercato restano più operatori economici. Un mercato concorrenziale può esser vantaggioso per la collettività quindi utilità sociale. Perché? Perché favorisce la pluralità di imprese, quindi più distribuzioni di ricchezza. Nel 1990 si garantisce la concorrenza non più come bene contrapposto all’utilità sociale ma come 16 bene che la integra. Da dimensione soggettiva a oggettiva.Ma non sempre la concorrenza integra l’utilità sociale. (Caso Alitalia). Prima però Crisi dei primi anni 2000 si rischia il fallimento e per garantire la sua sopravvivenza si fa un decreto-legge che favorisce una concentrazione di imprese. La Corte costituzionale ha riconosciuto la dimensione oggettiva della concorrenza ma oltre a questo ha riconosciuto che Alitalia era una compagnia strategica nazionale, che garantiva un servizio pubblico essenziale, far fallire la società avrebbe determinato una crisi occupazionale molto grave. La limitazione dell’iniziativa economica privata in questo caso va nella direzione di utilità economica sociale; quindi, le valutazioni vanno fatte caso per caso. Il sistema economico si evolve in rapporto utilità sociale concorrenza. 08-04 lezione 12 (INIZIO SECONDA PARTE) Diritto di proprietà̀ art 832: il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico. Proprietà̀ in costituzione art 42: La proprietà̀ è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà̀ privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà̀ privata può̀ essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale. La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredità. La costituzione parla di proprietà̀ ma non la definisce, lo fa il codice civile definendo il proprietario che fa nascere la proprietà̀. La proprietà̀ può̀ intercorrere tra persone fisiche o persone giuridiche e tra queste sia persone giuridiche di diritto privato e persone giuridiche di diritto pubblico. Es le aziende, che hanno macchinari, automobili ecc. es enti pubblici. Cosa vuol dire godere? e disporre? Es godere di una casa significa viverci, disporre di una casa significa poterla vendere, affittarla, invitare amici a casa. C’è proprietà̀ quando c’è un soggetto che può̀ disporne e goderne. Perché́ si può̀ dire che il proprietario ha queste potestà̀ su un bene? La costituzione comanda e la legge riconosce e garantisce la proprietà̀ privata. Riconosce e garantisce sono gli stessi verbi che la costituzione usa all’art 2 quando parla che la costituzione riconosce e garantisce i diritti dell’uomo. Lo Stato, quindi, protegge e garantisce questo diritto con l’atto più̀ forte che ha lo Stato, la legge del parlamento. Il verbo riconoscere è significativo, la repubblica non è chiamata a concedere ai cittadini il diritto di proprietà̀, la costituzione colloca la proprietà̀ nel pacchetto di diritti fondamentali che non sono a disposizione nemmeno nella stessa repubblica. La costituzione lo segnala a tutti i pubblici poteri per tenerne conto. La costituzione non si limita a dire questo, scrive anche i compiti per il legislatore, bisogna determinare i modi di acquisto godimento e i limiti. Cosa vuol dire? Perché́ i limiti? Non c’è diritto che non abbia il suo limite nel fatto che gli uomini e le donne vivono in un contesto di comunità̀. La Corte costituzionale nella sua prima sentenza ha precisato proprio questo. La costituzione dice una cosa in più̀? I limiti al diritto di proprietà̀ vanno stabiliti con uno scopo specifico, quello di assicurane una funzione sociale, es usare un appartamento e fare casino e utilizzato in modo molesto e quindi antisociale, secondo limite, renderlo accessibile a tutti. Due commi importanti alla fine può̀ essere che al diritto di proprietà̀ del singolo si vada contro all’interessato generale per cui bisogna stabilire le casistiche per cui la proprietà̀ può̀ essere espropriata. Perché́ è costituzionalmente accettabile che ciò̀ avvenga? Perché́ sono motivi di interesse generale. Il tema classico dell’espropriazione è l’opera pubblica. Lo Stato però deve indennizzare queste persone. Al quarto comma invece viene detto che cosa succede quando il titolare del diritto di proprietà̀ muore, esiste un meccanismo prestabilito per cui le proprietà̀ passano al successivo titolare ovvero l’erede. Nel quarto comma è racchiuso lo statuto costituzionale del diritto di proprietà̀. Ogni comma in costituzione ha riferimento ad un articolo nel Codice civile. 17 Possiamo individuare tre punti chiave da questa introduzione: 1. La proprietà̀ è un diritto reale, cioè̀ diritto di una persona fisica o giuridica su una cosa, in cosa consiste il diritto in capo al soggetto titolare di disporre e goderne a piacimento senza essere disturbato; 2. L’esercizio del diritto è libero là nei limiti stabiliti dal diritto; 3. Il diritto può̀ essere limitato o tolto nei casi prevenuti dalla legge negli interessi generali. Le normative devono essere stabilite dalla legge perché́ vuole che in queste tematiche sia ad esprimersi il parlamento che rappresenta i cittadini, poiché́ la proprietà̀ privata deve essere riconosciuta dalla legge solo essa può̀ disciplinare. Perché́ la costituzione vuole che la legge la disciplini nei limiti nel diritto di proprietà̀ e non il governo per esempio? Quando la costituzione dà il compito al legislatore vuole che su quei limiti ci sia un controllo del parlamento perché́ si ritiene che su ciò̀ che c’è di più̀ delicato sia il parlamento a dare la disciplina per due ragioni, 1. Una ragione concettuale, il parlamento rappresenta la comunità̀ ed è chiamata ad esprimersi sui diritti costituzionalmente riconosciuti; 2. Il procedimento parlamentare offre di per sé degli elementi di garanzia per i diritti dei cittadini, il procedimento parlamentare è pubblico (può̀ essere reperito da tutti pubblicamente) e dialettico (viene discusso da maggioranza e opposizione in modo appunto aperto e dialettico) e ciò̀ non avviene nei procedimenti dell’esecutivo, la dialettica tutela i diritti e il diritto di proprietà̀ è coperto da riserva di legge. La proprietà̀ è il diritto civile per eccellenza, gli Stati liberali vincono sull’assolutismo affermando due libertà, quelle civili e delle libertà della sfera economica. Sono rappresentante per eccellenza dal diritto di proprietà̀. La proprietà̀ ha una funzione sociale per la nostra costituzione, va sempre esercitata in modo positivo nella nostra società̀. Serve equilibrio tra il garantire il diritto di proprietà̀ e garantire la sicurezza per la collettività̀ nell’esercizio del diritto di proprietà̀. Tema del limite di proprietà̀. La nostra è una costituzione che non si limita ad abbracciare una prospettiva liberale, ma pur confermando le grandi conquiste di questa prospettiva, affianca a queste conquiste la nuova prospettiva dello Stato sociale. Lo dice la costituzione quasi letteralmente con la funzione sociale. Nella vicenda del diritto di proprietà̀ c’è un interesse privato che si contrappone a quello del cittadino. Bene per bene va regolamentato l’utilizzo di ogni bene in base a quanto impatta sulla comunità̀. Es codice della strada, statuto di diritto pubblico di automobile. Il legislatore deve costruire uno statuto che garantisca il bene e ne dia i limiti. A seconda dei beni cambiano anche le normative. Qual è l’obiettivo? È che ogni regolamentazione giuridica miri al miglior contemperamento possibile allo sviluppo della personalità̀ individuale e il progresso della comunità̀. Perché́ la proprietà̀ tutt’ora viva nella costituzione può̀ essere limitata? Il concetto di limite è insito nel concetto di diritto e nell’ambito dell’ordinamento le norme devono limitarsi reciprocamente nell’ordinata convivenza civile. Il punto di equilibrio. Nel 1978 la Corte costituzionale dice che è escluso che il diritto di proprietà̀ possa essere inteso come esclusivo e limitato all’utilizzo dei propri beni. Proprietà̀ non è potere assoluto, ma è diritto di godere e disporre in uno statuto che è disciplinato. 11-04 lezione 13 (chiedi appunti) Casi: 4 aree tematiche: locazioni, urbanistica e edilizia (entrambe anche sul libro). Poi codice della strada e proprietà intellettuale (metallica Napster). Il diritto costituzionale è il diritto più̀ in connessione con tutti gli altri diritti, e li coordina, li sovrasta. È il tronco da cui partono i vari rami dell’ordinamento. -Locazione: Cos’è un contratto di locazione? Il proprietario mette a disposizione la sua proprietà̀ di un bene, il diritto di proprietà̀ viene commerciato restando proprietario e contro pagamento di un prezzo permetto l’utilizzo del bene con l’obbligo di restituirlo in buono stato quando finisce il contratto. Perché́ interesse 18 così tanto per dedicarci vari articoli? C’è dentro un tema molto forte di stato sociale. È importante perché́ con questo contratto molte persone possono godere del diritto alla casa ed esercitare il diritto al lavoro. Perché́ non si lascino libere le due parti del contratto di locazione? Perché́ vede che esiste una grave disparità di potere tra le due parti a favore del proprietario; quindi, il legislatore interviene per riequilibrare le parti. Il contatto di locazione non può essere inferiore a 4 anni. 15-04 lezione 14 Concetto di stato sociale e i poteri dello Stato. Per Stato sociale può essere riassunto come una presa di coscienza politica dell’idea che lo Stato non si debba preoccupare solo della libertà individuale del cittadino ma si debba occupare anche della libertà del bisogno. Tutti i suoi poteri di uno Stato sociale lavorano quindi in modo diverso da uno che non sposa questi principi. La qualificazione dello Stato sociale attiene alla dimensione delle forme di Stato, le forme di governo è ciò̀ che descrive il funzionamento della repubblica italiana, i suoi organi necessari, e delle autonomie locali. La forma di Stato è qualcosa che attiene ai principi a cui lo Stato ispira la sua attività̀, al concetto presenti in un determinato luogo il rapporto tra autorità̀ e libertà del cittadino. Possiamo dire che la nostra è una forma sociale, perché́ il nostro Stato abbraccia sia la difesa della libertà economica e la libertà dal bisogno cercando di agire in favore di un riequilibrio di posizioni economiche e sociali. Cos’è una costituzione? È stato inquadrato in una riga in un documento del 1789 nella Rivoluzione francese. I rappresentanti del popolo francese hanno stabilito di esprimere in costituzione i diritti fondamentali dell’uomo. Art 16 di questa dichiarazione dice che ogni società la cui garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri stabilita, non ha costituzione. Possiamo quindi chiamare costituzione un documento che tratta sostanzialmente dei diritti dei consociati e dell’organizzazione del potere. L’idea di costituzione non va separata dall’idea della sua solennità̀, la costituzione è solenne e con la quale si edifica un principio, un prima e un dopo che non sono uguali. La costituzione è quindi un documento unico e fatto per durare, quindi non soggetto a modificazioni se non del tutto eccezionali. La legge è elemento di quotidianità̀ dell’ordinamento, la legge deve accompagnare i cambiamenti, la costituzione è la fonte della stabilità, della continuità̀, tutte le leggi infatti, sono state approvate a costituzione immutata. Quali sono i simboli della repubblica, la bandiera l’emblema della repubblica (ramo d’ulivo, ramo di quercia, ruota dentata, la stella). Il lavoro è una parte fondamentale della nostra costituzione, l’Italia aspira ad essere una comunità̀ dove tutti danno il loro contribuito alla comunità̀ col lavoro. La proclamazione dell’Italia quale repubblica democratica. La repubblica è un ordinamento in cui il capo dello Stato non si trasmette per sangue ma è un tipo di ordinamento dove non si accetta che cariche pubbliche siano assegnate senza un collegamento democratico alla comunità̀. Questa caratteristica di repubblica democratica è affermata in apertura e riaffermato in chiusura, art 1 e 139. Art 139 chiude riaffermando l’immodificabilità̀ della repubblica. La costituzione non difende con questo articolo la testa dell’ordinamento ma anche l’impianto. La costituzione italiana contiene principi supremi che non possono essere sovvertiti nemmeno da leggi di previsione, Come la forma repubblicana, quanto i principi che pur non sono espressamente scritto rappresentano alcuni dei valori supremi, che hanno valenza superiore alle leggi costituzionali. La costituzione pone un limite esplicito alla revisione costituzionale alla sua forma repubblicana. Ma la corte dice che l’immodificabilità̀ vale anche per i nostri valori supremi. Le idee principali contenute nei principi fondamentali che prevalgono in costituzione sono l’idea della 19 repubblica fondato sul lavoro, i diritti inviolabili ovvero li difende ma è richiesto il dovere di solidarietà̀ ovvero il riguardo verso la comunità̀ in cui vive. Poi il principio di eguaglianza sia d’avanti alla legge, sia nelle distinzioni di ognuno di noi. Poi il diritto al lavoro e la promozione delle autonomie locali. 18-04 lezione 15 Il tema dell’esercizio dei tre poteri classici dipendo anche da quella che è la forma di governo. Sulla quale si concentra la seconda parte della costituzione che si concentra sull’ordinamento della repubblica. La repubblica si articola organizzando il suo governo attraverso la forma del governo parlamentare. Prevede un sistema di protezione dei principi costituzionali che chiamiamo giustizia costituzionale, esiste quindi un giudice della costituzionalità̀ delle leggi e ha il ruolo specifico di tutelare i principi della costituzione anche dal legislatore stesso, questa è la grande differenza, per esempio, con lo statuto Albertino, era una costituzione flessibile. I diritti costituzionali non vanno solo proclamati ma anche tutelati. La riconoscenza delle autonomie locali consiste dallo Stato, le regioni, le province e i comuni. È un sistema di enti autonomi con le competenze organizzato col principio di sussidiarietà̀, l’ente più̀ vicino fa le cose più̀ vicine, poi più̀ sale l’importanza e le funzioni vengono esercitato dal governo e parlamento per esempio. Es il comune fa le carte d’identità̀, la sanità amministrata dalla regione ecc. a livello centrale viene amministrato la difesa, la giustizia ecc. anche l’unione europea esprime un principio di sussidiarietà̀, nasce dalla consapevolezza che nemmeno gli stati nazionali bastano a governare alcuni fenomeni. Fatte queste considerazioni, la conclusione è che non è scorretto definire la repubblica italiana come uno stato costituzionale e sociale che aderisce ad un’idea di organizzazione del pluralismo basato su tre grandi cardini concettuali e giuridici: 1. Tutti I diritti sono riconosciuti, garantiti e proclamati ma possono essere protetti solo se chi esercita il massimo potere pubblico ovvero chi fa le leggi deve sottostare a una regola superiore perché́ se anche chi è al comando non ha una regola, anche il potere di fare le leggi può̀ arrivare a sopraffare e attaccare i diritti delle persone, da qua l’idea della costituzione rigida. 2. La separazione del potere. Il potere pubblico è organizzato in modo che sia suddiviso in vari organi che hanno competenza e rapporti interni a loro volta regolati dal diritto e prevede un meccanismo di risoluzione anche delle controversie tra organi costituzionali ogni esercizio di potere pubblico deve esser conforme al diritto. 3. Questi poteri organizzati e suddivisi sono chiamati non solo a difendere la libertà ma anche a occuparsi delle esigenze e benessere di tutta la comunità̀, uno Stato quindi non si accontenta che l’economia faccia il suo corso ma interviene nell’economia fronteggiando l’ipotesi che la libertà economica finisca per danneggiare la sicurezza sociale e ambientale. Lo Stato oltre a regolare l’economia può̀ intervenire in campo economico per aiutare il settore in difficoltà. 20 Stato sociale. Il potere legislativo Intendiamo per funzione legislativa, l’attuazione di un procedimento che ha come approdo l’adozione di un atto che chiamiamo legge. Cos’è la legge? È una fonte del diritto, ovvero un atto o fatto abilitato a creare norme di diritto positivo. Poiché́ ai sensi dell’articolo 54 è posto per tutti i cittadini il dovere di osservare le leggi, nel momento in cui viene prodotto un atto chiamato legge, quell’atto diventa una regola giuridicamente vincolante. La legge e una fonte obbligatoria per tutti ma che a sua volta deve rispettare la costituzione. L’organo nel nostro ordinamento competente ad approvare le leggi è il parlamento. Nel titolo primo in cost. Dedicato al parlamento ci sono gli articoli per la formazione delle camere e il procedimento legislativo che è disciplinato agli articoli 70 e seguenti della costituzione. Art 70 attribuisce il potere legislativo alle camere collettivamente, ovvero sia del voto positivo della camera e del senato, bicameralismo perfetto, art 71 quali attori possono proporre una legge al parlamento, art 72 iter di approvazione, art 73 promulgazione del presidente della repubblica= significa atto con cui il presidente della repubblica prende atto che la legge è stata approvata da camera e senato e da alla legge efficacia giuridica e consente la pubblicazione in gazzetta ufficiale e dopo 15 giorni entra in vigore anche per lo Stato che le deve rispettare come i cittadini. —>Il presidente però non è obbligato a promulgare, art 74 il presidente prima di promulgare può̀ richiedere una seconda deliberazione se non convita ma se viene approvata di nuovo la legge deve essere promulgata. C’è un limite estremo al quale il capo dello Stato deve dire no? Nella costituzione non viene scritto, degli studiosi dicono che se la legge fosse in contrasto con la costituzione è aggressiva dei diritti fondamentali della costituzione, il presidente dovrebbe porre un divieto assoluto alla promulgazione. Ai sensi dell’art 90 è processabile per operato contro la costituzione, quindi, deve agire in buona fede. Per non rigettare la legge il presidente tende a scrive un documento a governo e parlamento al fine di dare informazioni e indirizzi per evitare di rinviare. Da alcuni consigli, senza prendere parte al dibattito politico legislativo. Art 75 i cittadini possono proporre un referendum, art 76 atti con forza di legge= sono i decreti legislativi e decreti-legge, sono atti del governo con stessa forza normativa della legge, questi atti differiscono dalla legge non come forza ma come forma, sono adottati dal governo e con procedimenti diversi. Il decreto legislativo viene adottato dal governo dopo aver ricevuto dal parlamento una delega ad esercitare la funzione legislativa, ciò̀ può̀ accadere solo se il parlamento delega con un suo atto ovvero la legge delega, l’esercizio di questo suo atto, la legge delega deve contenere tempo, contenuto e principi direttivi della legge. L’altra famiglia di decreti, sono i decreti-legge che sono decreti con stessa forza della legge, adottati dal governo ma funzionano al contrario dei legislativi, il governo prende l’iniziativa di adottare un decreto con la stessa forza della legge sapendo che deve rispettare l’art 77 questa scelta può̀ essere fatta dal governo in casi di estrema necessità e urgenza, i decreti-legge proprio per questo ha durata provvisoria, entro 60 giorni il parlamento deve convertirlo in legge sennò decade. Il decreto legislativo è uno strumento atto a normare argomenti di elevata complessità̀ tecnica, il parlamento dà i paletti e sono gli uffici tecnici del governo a procedere con la legge, inoltre è più veloce come attuazione perché́ evita il processo tra Camera e Senato. Il decreto- legge si utilizza per le emergenze quando non c’è tempo di aspettare per intervenire. Questi due atti normativi sono accomunati dal fatto che nessun decreto del governo può̀ avere forza di legge se non c’è collaborazione col parlamento. Nel decreto legislativo il parlamento interviene prima, nel decreto-legge interviene dopo. Chi controlla questi atti? Sono soggetti al controllo della Corte costituzionale secondo l’art 134. Non esiste atto con forza di legge non soggetto al controllo del giudice costituzionale, anche se molto raramente la corte dice no a uno di questi atti. Es sentenza 2008, teatro di Bari espropriato. In questo caso non c’era il requisito dell’urgenza che è alla base del decreto-legge, che entra in atto subito e poi entro 60 giorni convertito dal parlamento. Infatti, in questa sentenza non vi era l’urgenza di espropriare 21 il teatro. La legge può presentarsi in forme diverse ma sempre con la stessa forza. Es legge ordinaria e decreto-legge. Legge però sempre fonte primaria. 22-04 lezione 16 Cos’è la legge? Qual è il suo scopo? La legge è l’atto che ha il compito di tradurre i principi costituzionali in regole che disciplinano la vita della comunità̀. La legge è ciò̀ che deve portare la costituzione, che sta in alto, a “terra”. La legge lavora sulla base della costituzione, senza poterla violare e modificare. Dal punto di vista giuridico cosa vuol dire ciò̀? Significa dare norme che valgono per tutti, al fine che ciò̀ accada, la legge pone norme generali e astratte. Generalità̀ e astrattezza. Generalità̀= es art 142 codice della strada limite di velocità. È una norma generale finalizzata a chiunque vada in strada. Astrattezza= la legge attua tutti i casi della vita. Es art 142 tizio supera il limite della velocità è il caso della vita. Non si rivolge però solo a tizio ma a tutti e li sta il carattere della generalità̀ ovvero che tutela la sicurezza delle persone. Quindi art 142 è una regola generale e astratta, applicabile ovunque che traduce un principio costituzionale astratto. Il legislatore può̀ scrivere quello che vuole? No, deve sempre farlo in modo ragionevole. Ogni volta che c’è sanzione però deve esserci un giudice garante della legge che possa anche tutelare le buone ragioni del cittadino. Es ok ma l’autovelox non era segnalato, quindi no multa. Se la costituzione illumina la traiettoria che il diritto positivo deve seguire, la legge ne spiega le puntualità̀ attuative. Detto ciò̀ però, che la legge debba seguire la costituzione, non toglie che la legge è un atto del parlamento e quindi soggetto a seguire gli orientamenti della maggioranza politica del momento. Se costituzione è un atto di stabilità nel tempo, la legge è fisiologicamente lo strumento del divenire, Primo perché́ deve seguire il mondo che cambia e quindi fisiologico che ogni 5 anni si diano nuove regole, parlamento e governo cambiano e sono organi politicamente orientati. È vero che la legge deve seguire

Use Quizgecko on...
Browser
Browser