DIDATTICA E METODOLOGIA DELLE ATTIVITÀ MOTORIE - PDF
Document Details
Uploaded by Deleted User
Tags
Summary
This document discusses the teaching and methodology of motor activities for children aged 3-11. It covers topics such as movement knowledge, curriculum planning, and age-appropriate activity design for physical, social, and intellectual development. It also explores various aspects of motor growth, from gross motor skills and posture to fine motor skills and the educational role of movement.
Full Transcript
DIDATTICA E METODOLOGIA DELLE ATTIVITÀ MOTORIE OBIETTIVI DEL CORSO -Conoscere il movimento -Saper programmare il percorso didattico -Saper proporre attività di movimento adatte alle capacità motorie,sociali ed intellettive dei soggetti in età 3-11 anni Testi in bibliografia Sensibilità propri...
DIDATTICA E METODOLOGIA DELLE ATTIVITÀ MOTORIE OBIETTIVI DEL CORSO -Conoscere il movimento -Saper programmare il percorso didattico -Saper proporre attività di movimento adatte alle capacità motorie,sociali ed intellettive dei soggetti in età 3-11 anni Testi in bibliografia Sensibilità propriocettiva: la sensibilità del nostro corpo (mano dietro la schiena) Postura: capacità individuale e personale di mantenere una posizione apparentemente statica La postura è individuale e varia da soggetto a soggetto. Data prova intermedia 21 gennaio 20 domande a risposte chiuse e risposta multipla dove se ne dovrà i ndividuare 1 sola badge e documento identità Non si può imparare senza sbagliare soprattutto sotto il punto di vista motorio, anche i tempi di apprendimento variano in base all’ esperienza, alla capacità di comprensione e alla volontà. L'approccio all’apprendimento deve essere sereno e gratificante, deve togliere la paura dell’attività. Non si fa mai imparare qualcosa di nuovo a un bambino senza che abbia accanto a sé qualcuno al suo stesso livello con cui possa condividere il fallimento e confrontarsi. RUOLO DELL EDUCATORE CHE UTILIZZA LE ATTIVIÀ MOTORIE Bisogna saper leggere il loro livello di crescita e motricità per capire se sono in grado di svolgerla 1\3 dei bambini sono in sovrappeso questa tendenza è dovuta al consumo calorico (poco esercizio fisico) e all’alimentazione Ontogenesi= passaggio da una motricità basica a uno più evoluto 07/10 L’Educazione Psicomotoria, Motoria o Fisica, intesa come educazione attraverso il movimento può contribuire alla crescita non solo fisico-motoria ma anche sociale, affettivo-morale ed intellettivo-cognitiva dei soggetti in età evolutiva. Il punto di partenza dello sviluppo cognitivo intellettivo umano e della crescita sociale passa dall’educazione motoria, intesa non solo come contesto disciplinare ma anche come concetto di promozione della crescita morale, sociale, affettiva, e intellettivo-cognitiva. La crescita motoria è l’oggetto dell’educazione fisica classica, già dalla nascita abbiamo un corredo genetico di movimenti che non ci insegna nessuno e che sappiamo già fare, ma quello è solo il punto di partenza, da lì seguiranno altre conquiste di movimenti, che vengono favoriti da fattori esterni quali l’ambiente, la famiglia, la scuola e le attività motorie. Questa crescita motoria avviene in 3 direzioni: Mobilità grossomotoria = Acquisizione di capacità di spostarsi nello spazio con tutto il corpo con i muscoli più forti importanti (quantità) Motricità fine = Capacità di poter gestire singole parti del corpo (qualità) Posture = Posizioni assunte nello spazio contro gravità MOTOR GROWTH (crescita motoria) Il motor growth avviene quando un bambino viene portato a sviluppare gli schemi motori di base sia dal punto di vista quantitativo (molti modi di camminare) che qualitativo (quando il tutto avviene in modo coordinato ed è un'azione poco dispendiosa). Lo sviluppo della personalità, durante questo periodo, è globale e procede per tappe in cui si verifica un'evoluzione che tocca tutti gli aspetti dell’individuo. Si parla di ontogenesi della motricità per definire il percorso che l’uomo deve compiere per raggiungere la propria motricità evoluta. La crescita motoria è condizionata geneticamente. Non basta la sola volontà per arrivare a riuscirci, alcune volte conta anche il patrimonio genetico, ma anche viceversa; quindi, l’interazione di genetica e ambiente diventano fondamentali, ma anche le esperienze di movimento individuali. Inoltre, la crescita motoria viene favorita quando il soggetto si trova nelle condizioni di: - Affrontare serenamente tutte le tappe ontogeniche - Sviluppare gli schemi motori sia in qualità che in quantità - Migliorare le capacità motorie condizionali e coordinative - Affrontare un avvicinamento e avviamento allo sport SOCIAL GROWTH (crescita sociale) Avviene quando il bambino passa dalla condizione di egocentrismo (attenzione su di sé) ad una di progressiva apertura verso l’altro, la crescita sociale non è condizionata geneticamente e dipende quasi esclusivamente da fattori esterni. Noi come maestri possiamo invogliare questo sviluppo tramite giochi da fare con e tra i bambini e con il circle time: ovvero l’avvio della lezione in cerchio in modo da non creare preferenze e permettere ai bambini di vedersi l’un l’atro e vederli noi. MENTAL GROWTH (crescita intellettiva) Avviene quando il bambino impara ad utilizzare tutte le competenze cognitive e non solo quelle elementari è fermamente legata all’apprendimento della crescita motoria, è geneticamente condizionato e dipende in gran parte da fattori esterni (ambiente, famiglia, scuola, attività di movimento). Per crescita intellettiva non si intendono solo le parti dell’intelligenza “scolastica”, ma anche le intelligenze multiple di Gardner e le intelligenze emotive (intelligenza nel mondo reale, sapersi adattare, meglio nel lavoro che a scuola, relazioni sociali) Questo fa capire quanto attraverso una proposta di educazione motoria si riesca ad influenzare e a condizionare le competenze cognitive dei bambini, aiutandolo nel loro processo di crescita. 8-11 anni periodo d’oro della motricità DEFINIZIONI Movimento umano Una tra le più importanti funzioni organiche consente all'uomo di crescere, mantenere un buono stato di salute e interagire con l'ambiente. Attività fisica o motoria Ogni movimento corporeo prodotto da muscoli scheletrici che richiede un dispendio di energia. Ciò include attività svolte mentre si lavora, si gioca, si sbrigano le faccende domestiche, si viaggia e ci si dedica ad attività ricreative. Esercizio fisico Sottocategoria dell'attività fisica, che consiste in un movimento pianificato, strutturato e ripetitivo con lo scopo di migliorare o mantenere una o più componenti delle condizioni fisiche, come la forza, la flessibilità o la capacità di resistenza, ad esempio l'allenamento, pesi, lo yoga o la corsa. L'esercizio spesso viene riferito più generalmente l'attività fisica svolta nel tempo libero con lo scopo primario di mantenere la forma fisica, le prestazioni o la buona salute. Sport Altra sottocategoria dell'attività fisica che implica situazioni competitive e strutturate con regole stabilite. Educazione fisica/motoria Disciplina che utilizza il movimento per stimolare e favorire la crescita di competenze motorie, sociali, intellettive, affettive nell'uomo nell'arco della vita. Entra a pieno titolo nella scuola primaria secondaria contribuisce in modo determinante al processo educativo dell'individuo. Persona Uomo inteso nella sua metà biologica di mente di corpo, cresce e si sviluppa nel corso dell'età evolutiva in tutte le sue dimensioni cognitiva, spirituale e sociale, affettivo, morale e motoria. Corporeità Parte visibile della persona. È costituita da sistemi, apparati e organi che mantengono in vita la persona. Oggi può essere considerata l'estensione del sistema nervoso che ci mette in rapporto con l'ambiente fisico e sociale. Motricità Insieme delle capacità di movimento, (inteso sia in senso qualitativo che quantitativo) che un essere umano possiede in relazione ad una tappa dello sviluppo o ad un'età della vita. Pedagogia del movimento È la scienza che si occupa delle attività motorie, sportive e dei loro effetti nel processo educativo inteso come percorso che tende alla crescita dell'individuo. 21/10 CULTURA DEL MOVIMENTO Il movimento è una caratteristica che ha contraddistinto l’uomo da sempre = invariante antropologica (non cambia mai) Essere bipedi ci ha fatto evolvere, liberare gli arti superiori è stato un passo fondamentale per evolversi (con gli arti superiori facciamo tutto) le aree del nostro cervello hanno potuto espandersi e acquisire spazio corticale, molte delle attività effettuate oggi dall’uomo comportano un saper fare con gli arti superiori che gli altri animali non hanno ed è proprio lo sviluppo della manualità che contraddistingue l’uomo dagli altri animali. Tale evoluzione ha consentito anche uno sviluppo cognitivo Il fatto di potersi curare, e poter intervenire per presentarsi bene dipende anche dal fatto che possiamo fare ciò con gli arti inferiori L’evoluzione delle forme di movimento dell’uomo non deve far dimenticare che l’uomo è nato per muoversi possediamo 200 ossa e 650 muscoli. Non abbiamo un corpo predisposto a stare fermo ma al giorno d’oggi ci muoviamo poco anche a causa delle nuove tecnologie, si cerca quindi di compensare anche tramite la palestra. L’attività fisica non è soltanto movimento ma si compone sia di un aspetto di ingestione calorica che una parte in cui devo dare al mio corpo le giuste occasioni e possibilità di movimento. Le parti del corpo si conservano e funzionano meglio se le tengo attive, qui ci siamo rapportati alla seconda funzione del movimento, miglioramento, mantenimento e conservazione della funzionalità dell’organismo FUNZIONI DEL MOVIMENTO Le funzioni del movimento sono: -Sviluppo delle capacità intellettive -Miglioramento, mantenimento e conservazione delle funzionalità dell’organismo -Miglioramento delle qualità motorie delle abilità e capacità di prestazioni umane (sviluppa la nostra fisicità) -Sviluppo delle capacità di comunicazione e di interazione con gli altri (Prossemica: studio degli spazi di relazione, quella che è la distanza di spazio tra due persone che entrano in relazione) Postura = Modo di mantenere una posizione, le nostre posture comunicano qualcosa a chi ci circonda. Anche quando stiamo zitti comunichiamo quindi noi non possiamo non comunicare. La funzione comunicativa può essere: spontanea e naturale di supporto alla parola (postura espressioni mimica facciale) espressivo motorio-costruita: mi esprimo con dei gesti convenzionali che sostituisco la parola Strutture del movimento: Tutta la motricità umana nel suo svolgersi si riconduce a una di queste tre famiglie: Posture e posizioni: sono schemi tridimensionali perché ogni postura impone un'occupazione nello spazio che ha una certa lunghezza, larghezza e altezza. Dipendono da una precisa intenzionalità ad inibire il movimento e a saper stare apparentemente fermi. Sono schemi statici in cui le diverse parti del corpo conservano un rapporto fisso tra loro. La posizione è una cosa comune mentre la postura è personale Processo ontogenetico= acquisizione del graduale controllo posturale intorno all’anno di età, con il nostro corpo dalla nascita impariamo a gestire e controllare le posture. Schemi posturali possiamo muoverci in modo segmentario ovvero muovere solo alcune parti del corpo questi movimenti avvengono senza la modifica della postura Schemi motori di base muoverci in forma globale coinvolge più parti del corpo e comporta variazioni di postura, l’evoluzione di schemi motori di base diventano schemi sportivi. Come si suddividono le posture dell’uomo in rapporto a: Stazioni (al suolo) eretta Atteggiamenti (senza dipendere dall’ambiente) Attitudini (agli attrezzi Schemi posturali Stazioni Atteggiamenti Attitudini Eretta Tipo Di appoggio Seduta Arco Neutra In ginocchio Torto o ruotato Di sospensione Seduta Raccolta/ Max raccolta Di volo Decubito supino/prono/laterale Ginocchio Squadra/Max squadra Schemi motori SMP schemi posturali o segmentari SMB schemi motori globali o di base Flettere Camminare Estendere Strisciare Addurre Procedere a carponi Abdurre Correre Inclinare Scavalcare Ruotare Saltare Elevare Atterrare Deprimere Rotolare Protrarre Afferare Circondurre Lanciare Traslazione Arrampicarsi Anti-anteroversione Attaccare retroversione Difendersi Nuotare -sono schemi quadridimensionali (avvengono nella dimensione spazio temporale ) -Schemi motori di base (SMB/FMS Fundamental Motor Skill) : comportano una variazione di postura -Schemi motori posturali (SMP) : non comportano una variazione di postura +APPENDICE 2 pg257 Il piano sagittale divide il corpo in due metà (destra e sinistra) i movimenti in avanti sono di flessione quelli indietro di estensione Il piano frontale divide il corpo in una parte anteriore e in una posteriore. il movimento è la flessione, l’adduzione è il movimento verso l’interno l’abduzione è il movimento verso l’esterno 28/10 COME SI REALIZZA UN MOVIMENTO 1 Percezione di uno stimolo: spesso la prima causa di un movimento è uno stimolo sensoriale, lo stimolo può essere esterno o interno (pipi), visivo, uditivo o tattile 2 Elaborazione ed interpretazione degli stimoli: gli stimoli arrivano al sistema nervoso centrale che dà una risposta coerente allo stimolo 3 Insorgenza della motivazione (perché lo faccio) 4 Programmazione della risposta 5 Esecuzione della risposta motoria (mentre mi muovo si attiva l’apparato sensoriale che mi permette di controllare quello che sto facendo e mi permette di controllare gli stimoli) 6 Feed-back o meccanismo di controllo e di regolazione dell’esecuzione Queste fasi si svolgono velocemente per le azioni continue, ma molto lentamente se si è principianti (come i neonati che prima osservano, acquisiscono info visive, percepiscono gli stimoli e li assimilano, gli danno un motivo, programmazione della risposta motoria e molto lentamente programmano una risposta motoria) PREREQUISITI Per fa sì che un'azione di movimento avvenga c’è bisogno di alcuni prerequisiti: -strutturali: conformazione e sviluppo degli apparati scheletrico, articolare e muscolare. sviluppo strutturale dell’apparato nervoso, sviluppo dell’apparato cardiocircolatorio e respiratori (in queste strutture ci sono dei procedimenti biochimici per far sì che funzionino) -funzionali: I prerequisiti funzionali si strutturano progressivamente con l’esperienza a partire dallo sviluppo dei prerequisiti strutturali perché l’ambiente e l’interazione con esso comporta lo sviluppo dei prerequisiti di funzione (non solo ossa/muscoli ma anche cervello. I prerequisiti funzionali riguardano il movimento e il controllo dell’equilibrio, sono fondamentali, per fare un movimento serve equilibrio. È importante anche il controllo della lateralità, perché la parte destra e sinistra del nostro corpo non funzionano allo stesso modo, infatti, abbiamo una parte dominante e una non dominante che non sono diverse solo da un punto di vista estetico ma anche da un punto di vista funzionale. SVILUPPO DEL MOVIMENTO Si sviluppa come le altre funzioni della personalità, grazie al rapporto continuo con l’ambiente e grazie a un forte patrimonio genetico predisposto a farci muovere. Gli schemi motori vengono scoperti, appresi ed automatizzati secondo stadi ben definiti (ontogenesi). C'è un’interdipendenza tra livelli di maturità (stadi di sviluppo) motoria intellettiva-socioaffettivaIl movimento come mezzo di formazione della personalità (T1 schema p. 42) Per formare la propria personalità il bambino necessita di attività di movimento, perché attraverso lo sport viene sollecitata la crescita emotiva e avviene il passaggio dalle operità concrete alle operità formali, e c’è anche una crescita social e affettivo- morale. La strutturazione dei sistemi biologici e correlazione con funzioni e qualità (capacità) del movimento La psicomotricità è una corrente di pensiero che partendo dalla rieducazione di bambini con difficoltà ha incominciato e teorizzare che le capacità motorie fossero importanti ed efficaci anche allo sviluppo intellettivo e cognitivo. Da queste intuizioni l'attività motoria non è più utilizzata solo per irrobustire il corpo ma anche per migliorare altro (percezione con gli altri, sistema percettivo...). Grazie alle intuizioni dei padri della psicomotricità (confermate poi dalle neuroscienze) e alle loro evidenze empiriche (basate sull’evidenza), la psicomotricità viene estesa anche per bambini normali nelle scuole dell’infanzia, ma in realtà non ha più senso parlare di psicomotricità perché tutto è controllato dal cervello, e quindi è tutto psicomotorio. Jean Le Boulche, padre della psicomotricità, dice che con l’attività motoria si interviene sui sistemi biologici ovvero: Sistema vegetativo Chiamato anche di nutrizione, è il primo sistema che entra in azione dal momento della nascita. Scopo: consentire la sopravvivenza dell’individuo. Funzioni corrispondenti: digerente, di respirazione, di circolazione, di escrezione Sistema di relazione si affianca al sistema vegetativo ha due polarità per interagire con l’ambiente, sensoriale con cui capiamo e percepiamo le sensazioni e motoria con cui rispondiamo alle sensazioni. Funzione: adattamento all’ambiente attraverso i meccanismi di assimilazione e di accomodamento ( Jean Piaget ) Sistema nervoso: coordina i 2 sistemi precedenti, elabora le informazioni e programma le risposte motorie. Funzione: coordinazione degli altri due sistemi e mantenimento dell’unità biologica composta dall’insieme dei sistemi, quindi il corpo non è più diverso dalla mente ma ne è la sua espressione Sistema della sessualità: Si sviluppa più tardi, c’è una differenziazione di genere data dai caratteri sessuali secondari (10-11 anni) le femmine tendono a svilupparsi prima dei maschi Funzione: procreazione della specie QUALITÀ Qualità (capacità) hanno lo scopo di misurare e determinare il funzionamento e l’efficienza di una funzione, possono essere condizionali, coordinative percettive, intellettive, mnemoniche e influenzano la quantità e la qualità delle nostre risposte all’ambiente. Qualità condizionali Migliorano il sistema vegetativo perché migliorano i meccanismi di produzione energetica che sono 3, ovvero: -Aerobico: possiamo praticare attività motorie solo se garantiamo ossigeno e sostanze bruciabili così da continuare la nostra attività muscolare, Le nostre cellule muscolari producono energia tramite i processi biochimici. Ciclo di Krebs= processo attraverso cui ossigeno, proteine, zuccheri e grassi arrivano ed entrano nel mitocondrio che produce l’energia che serve per la contrazione muscolare (scorrimento dei filamenti di actina e miosina, proteine che scorrendo acconsentono l’accorciamento muscolare), i prodotti di scarto vengono rimossi. Apparato respiratorio= ossigeno in entrata e co2 in uscita (prodotto da apparato venoso) Apparato digerente= porta principi nutritivi, vengono scomposti in proteine e trasportati alle cellule attraverso l’apparato arterioso. -Anaerobico lattacido: Chiusura di attività di movimento, sto finendo ossigeno e altre sostanze e ho prodotto acido lattico. Devo interrompere le mie attività di movimento -Anaerobico alattacido: Fa avviare il movimento per 1 minuto di attività, l’ossigeno non è molto in circolo, faccio arrivare più ossigeno ma nel mentre i muscoli si muovono. Anche la chiusura delle attività di movimento accumula sostanza da consumare dopo. Migliorando questa qualità si migliora la salute e la capacità organica del nostro organismo. Qualità condizionali In qui possiamo trovare Capacità di resistenza: ovvero la capacità di saper protrarre nel tempo un’attività motoria attraverso un utilizzo prevalente di fonti energetiche aerobiche. Che si suddivide in Organica o generale e muscolare o localizzata Capacità di forza: ovvero la capacità del sistema neuromuscolare di produrre tensioni in opposizione a resistenze esterne. Essa ha tre tipologie forza concentrica, forza eccentrica e forza isometrica. Si classifica in: forza massimale, resistente, esplosiva, elastica, fasica, veloce ciclica e veloce aciclica. Capacità di rapidità: ovvero la capacità di compiere un movimento nel minor tempo possibile. Essa si classifica in velocità di traslocazione e velocità di esecuzione Qualità coordinative Sviluppo del sistema di relazione e nervoso (differenze sensoriali, elaborazione delle informazioni) sviluppo delle qualità di movimento. Ogni gesto è l’insieme di capacità condizionali (quantità) e capacità coordinative (qualità). Le capacità coordinative sono le capacità di accoppiamento e di combinazione del movimento (nel camminare usiamo 200 muscoli = 200 comandi che si coordinano tra di loro), dipendono dal grado di maturazione del sistema nervoso centrale e determinano il tipo e la qualità della risposta motoria. Esse sono determinate dai processi che organizzano, controllano e regolano il movimento, dipendono dal grado di maturazione del sistema nervoso centrale e determinano il tipo e la qualità della risposta motoria Ci consentono di: -apprendere ed organizzare il movimento -dirigere e controllare il movimento -regolare e adattare il movimento -Differenziazione cinestesica= capacità di dare la giusta quantità di forza, si imparano i compiti di precisione. -Equilibrio= Dalla nascita in poi il bambino è chiamato a compiere un percorso che lo porta a controllare progressivamente gli equilibri dei segmenti corporei -Orientamento spaziale e temporale= capacità che ci permette di organizzare i movimenti nello spazio e nel tempo (camminare è un gesto ciclico) - Capacità di reazione= Rispondere velocemente agli stimoli -Trasformazione = insieme dei nostri movimenti è effettuata da costante traspirazione. Processo di trasformazione = passare da uno schema motorio all’altro senza pause Le capacità condizionali e coordinative non sono valide solo in funzione delle attività sportive, sono alla base dello stato di salute, le capacità condizionali ci fanno sentire meglio dal punto di vista fisico condizionale (respiriamo, digeriamo meglio, facciamo meglio lavori prolungati), mentre le capacità coordinative sviluppano il sistema nervoso centrale, l’elasticità cerebrale, il senso del ritmo e l’orientamento nello spazio. 04/11 IL SOVRAPPESO Ippocrate è il padre della medicina moderna, ha dato via a tutti gli studi di medicina che hanno portato la persona a poter superare gli stati di malattia, che oggi dopo grandi evoluzioni danno luogo alla medicina moderna tradizionale. Era proprio Ippocrate il primo a dire che il solo mangiare non rendeva l’uomo sano, per mantenersi sano l’uomo deve anche allenarsi; quindi, l’unico modo per poter star bene è bilanciare le calorie in entrata con quelle in uscita. Quindi non bisogna considerare solo la quantità e qualità del cibo, ma anche la quantità e qualità di un'attività motoria che possa aiutarci a interagire con il mondo in cui viviamo, la società, l'ambiente e ovviamente andando a bilanciare il cibo anche in funzione dell'attività motoria che noi facciamo. Vedendo un rapporto ISTAT di una ventina di anni fa vediamo che la tendenza al sovrappeso nelle scuole elementari è pari in tutti e due i generi; quindi, non solo le femmine sono in questa condizione e l’attenzione, di conseguenza, va data ad ambo i sessi. Mentre nel periodo successivo tra i 10-13 anni i maschi prevalgono sulle femmine. Sempre dagli studi dell'ISTAT possiamo vedere che nelle zone del centro-sud c’è una maggiore tendenza al sovrappeso rispetto al nord, questo è dovuto ad una cultura alimentare e un’attenzione al cibo differente, magari legata da abitudini di movimento meno ricorrenti. Anche nel momento in cui non ci muoviamo consumiamo calorie grazie al nostro metabolismo basale, il nostro consumo calorico basale è di circa 1600 1800 calorie al giorno che noi utilizziamo per tenere in vita il nostro organismo per respirare, per digerire, per alzarsi, per sederci, per spostarci abbiamo bisogno di un certo consumo calorico. Per mantenere il nostro sistema vegetativo abbiamo la necessità di mantenere il nostro consumo calorico basale. Noi insegnanti dobbiamo semplicemente renderci conto dello stato di salute della persona, per poterne eventualmente valutare una situazione di sovrappeso. In modo da far suonare quel campanello d'allarme che se preso a livello di scuola primaria e se riesce a consapevolizzare i genitori può essere quel campanello che salva la salute del bambino. Il ruolo dell’insegnante è quello di far suonare quel campanello essendo capace di interpretare una situazione di composizione corporea e essendo la scuola uno dei pochi enti da cui passano per forza tutte le famiglie (dal pediatra o dal nutrizionista non ci vanno tutte le famiglie). DIVISIONE DEI TESSUTI Il peso è la misura della massa corporea intesa come insieme di tessuti che la scienza divide in tre compartimenti: Il primo è la cosiddetta massa grassa o fat mass, l’adipe sottocutaneo, che funge da riserva energetica. La bambina dagli undici anni in poi è geneticamente predisposta ad accumulare massa grassa perché con la maturazione dei caratteri sessuali secondari la bambina si predispone ad una possibile futura gestazione. Il secondo è la massa magra o fat free mass, composta per lo più da muscoli ossa e tessuto connettivo Il terzo compartimento è composto dall’acqua ed è il compartimento che, durante la giornata, fa variare il nostro peso di un massimo di 2 kg, questo perché mangiando cibo assumiamo altra acqua che viene smaltita tramite i processi fisiologici, è alla base delle formazioni di quasi tutto il nostro corpo. Non si perde peso solo tramite questo compartimento perché nel momento in cui perdiamo acqua dal nostro organismo, blocchiamo tutti i nostri processi fisiologici e appena reintegreremo l'acqua la tratterremo tutta. Divisione dei tre compartimenti (tri compartimentali) può variare Il peso corporeo rappresenta l'espressione tangibile del “bilancio energetico” tra entrate e uscite caloriche, l'energia viene introdotta con gli alimenti ed è utilizzata dal corpo sia durante il riposo (per mantenere in funzione i suoi organi, quali cervello, polmoni, cuore, ecc.), sia durante l'attività fisica (per far funzionare i muscoli). Se si introduce più energia di quanta se ne consuma, l'eccesso si accumula nel corpo sotto forma di grasso, determinando un aumento di peso oltre la norma, sia nell'adulto che nel bambino. Se invece si introduce meno energia di quanta se ne consuma, il corpo utilizza le sue riserve di grasso per far fronte alle richieste energetiche. Quantità eccessive di grasso corporeo costituiscono un pericolo per la salute. Tanto maggiore è l'eccesso di peso dovuto al grasso, tanto maggiore è il rischio di insorgenza di alcune malattie (quali la cardiopatia coronarica, il diabete, l'ipertensione e alcuni tipi di cancro), insufficienza respiratoria (apnee notturne), conseguenze “meccaniche” provocate dal sovraccarico sulle articolazioni (colonna vertebrale, ginocchia, anche, ecc). STATURA La statura è la misura lineare della distanza in stazione eretta dalla superficie del pavimento alla superficie superiore del cranio. Anche la statura, come il peso, varia nel corso della giornata di 8 millimetri alla sera, questo è dovuto al peso del tronco che durante la giornata grava sulla colonna vertebrale e porta i dischi intravertebrali, formati da tessuto connettivo, ad appiattirsi, la somma del loro appiattimento porta alla diminuzione di altezza. ANALISI DEI PERCENTILI Quanto è più- meno alto rispetti a un altro bambino sello stesso genere e età? Ciascuno di noi ha un peso e una statura ma come si collocano all’interno di una popolazione di riferimento del nostro stesso sesso, della nostra stessa età? La risposta l'abbiamo dal sistema dei percentili. Che cosa vuol dire? 70.º percentile nel peso vuol dire che posta una popolazione di 100 ragazze della sua età e quindi del suo anno di nascita, essere al 70.º percentile vuol dire che 69 ragazze su 100 sono più basse di lei e 30 persone su 100 sono più alte da te 100 ragazze 70.º percentile vuol dire. I percentili servono per dare un'idea dell'allocazione del valore peso e del valore altezza in una popolazione di 100 soggetti della mia stessa età. BODY MAX INDEX (BMI)indice di massa corporea Il BMI è la relazione tra il peso in chili e il quadrato della statura. Per calcolarlo devo prendere il valore della statura in metri e moltiplicarlo per due (quadrato della statura) questo valore deve essere messo al denominatore di una frazione in cui al numeratore ci sarà il peso espresso in chili. La criticità di questa valutazione è che non considera il rapporto tra massa magra e massa grassa. Il valore del peso totale comprende tutti e tre i compartimenti, ma bisogna tenere presente che l’attività motoria fa diminuire la massa grassa ma fa aumentare la massa magra facendo aumentare il peso dei muscoli; quindi, durante il primo mese di attività motoria si implementa la massa magra. Questo metodo di valutazione è oggi usato nelle ricerche sulla salute e sullo stato nutrizionale. Questo vale per gli adulti mentre per i bambini il riferimento nei calcoli non è la persona adulta, ma è la tabella dei percentili del Body Mass index femminile e la tabella dei percentili del Body Mass Index maschile. I bambini da tenere più controllati sono quelli che hanno una predisposizione genetica all’obesità (genitori già obesi) Il sovrappeso non è ancora considerato patologia ed il bambino è ancora ben integrato nella classe ma bisogna agire subito per evitare che la situazione si aggravi. SOVRAPPESO 84 percentile I fattori che postano al sovrappeso possono essere: Fattori genetici e familiari: la tendenza al sovrappeso e trasmessa dai genitori e dalle abitudini familiari Fattori psicologici: un cattivo rapporto madre-bambino fin dall’età neonatale può sfociare in una ricerca di gratificazione attuabile anche attraverso l’assunzione di cibo Fattori socio-ambientali: basso livello socioeconomico, errato comportamento alimentare, tendenza alla vita sedentaria L'organizzazione Mondiale della Sanità ovviamente ha lo scopo di rendere evidenti i risultati della ricerca scientifica e di coordinarli, allo stesso tempo cerca di coordinare la ricerca scientifica che viene da nutrizionisti, pediatri, medici e scienziati con l’intento di rendere queste evidenze scientifiche applicabili. Come facciamo quindi a controllare il sovrappeso? Dobbiamo coinvolgere il bambino in qualche attività che gli piaccia sia per quanto riguarda il consumo degli alimenti che per le attività motorie. 11/11 L'OMS richiede di poter intervenire su tre ambiti, quindi gli insegnanti nella scuola primaria e nei gradi di scuola successivi, se vogliono approcciare il problema sovrappeso lo possono fare attraverso tre linee fondamentali da tenere in considerazione, non una di queste linee ma tutte e tre. Consumo di alimenti e comportamenti legati all’assunzione di cibo: -Assunzione completa, equilibrata e variata nella tipologia dei generi alimentari -5 porzioni al giorno di frutta o verdura, dobbiamo cercare contenere grassi e zuccheri e aumentare l’assunzione di frutta e verdura -Eliminazione/contenimento delle bevande zuccherate, noi abbiamo bisogno di acqua, la bevanda zuccherata non deve servire per dissetarsi -Si agli alimenti ricchi di fibre e calcio Comportamenti legati al cibo -fare sempre colazione al mattino, che è uno dei pasti più importante della giornata, e si ha tutta la giornata per smaltirla -meglio tanti spuntini che grossi pasti, che sono smaltibili più facilmente -la sera è preferibile mangiare poco, perché non riusciamo a bruciare quello che abbiamo mangiato -limitare i pasti fuori casa, perché non sappiamo quello che c’è all’interno -consentire ai figli una progressiva autogestione nell’assunzione di cibo evitando imposizioni troppo restrittive Comportamenti legati ai tempi trascorsi al video Un bambino in media passa tre ore davanti allo schermo ogni giorno, mentre l’OMS consiglia di non superare le 2 ore. Bisogna quindi cercare di limitare o addirittura dimezzare i tempi medi in cui un bambino sta davanti a uno schermo. Niente televisione, bambini minori di due anni. Questo perché fino a questa età diventa molto difficile stabilire o essere consapevoli se ciò che compare è realtà oppure se ciò che compare è finzione. -non più di 2 ore al giorno -niente televisione ai bambini minori di 2 anni -eliminare la tv in camera dei bambini -preferire video-giochi “fisicamente attivi” e non violenti Quantificare i tempi e le modalità di attività sportiva Perché mentre una volta il gioco spontaneo, il tempo libero del bambino, una volta era prevalentemente un tempo libero trascorso in ambiente naturale, Oggi le modalità e le forme del gioco e quindi anche della fruizione del tempo libero sono drasticamente cambiate e mutate. I genitori e il bambino trascorrono gran parte del tempo libero davanti ad uno schermo, da soli a casa propria. Oggi il tempo medio che un bambino trascorre davati allo schermo sia di + di 3 ore. Quanta? -almeno 1 ora al giorno di attività moderata, per un totale di 5 ore a settimana -di cui almeno la metà nel corso della scuola dell’obbligo Quale? -quella che piace, non deve essere fatta per costrizione, deve poter scegliere e approcciarla con uno spirito tendente al farla apprezzare, se fatta con un amico ancora meglio perché si aiuteranno nelle difficoltà. -sportiva (legata all’avviamento di uno sport) o/e non strutturata, (ludico-spontanea) -legata alle abitudini (percorso casa-scuola, invece della macchina usare la bici, pedibus) MODERATE TO VIGOROUS -5 momenti di 15 minuti/giorno o almeno per 60 minuti/giorno -La soglia minima è quella dei 3 MET indice metabolico di consumo per peso corporeo relativo a un'attività corporea Attività motorie: suddivisione quantitativa Sedentarie (tra 1 e 1,5 MET) Es. Stare seduti, al computer, guardare la Tv Lievi (tra 1,5 e 3 MET) Es. Giocare a carte, scrivere, videogioco passivo Moderate (tra 3 e 6 MET oltre le 120 pulsazioni) Es. Camminare, tirare a canestro, raccogliere oggetti da terra, portare le borse della spesa Vigorose oltre i 6 MET Es.Correre, salire le scale, pedalare, saltare alla funicella, effettuare un gioco di movimento tradizionale Bisogna quindi programmare attività che comportino un valore di pulsazioni cardiache superiore alle 140-150 pulsazioni cardiache al minuto per arrivare, in alcuni momenti fino a 180. OGNUNO HA IL SUO METABOLISMO: Nel metabolismo la variabilità individuale è tale che l’utilizzazione dell’energia cambia notevolmente fra una persona e l’altra. Cioè, pur introducendo la stessa quantità di energia con la dieta e avendo uno stile di vita simile, una persona può tendere ad ingrassare di più rispetto a un’altra. o Questo è dovuto a molti fattori, ormonali e non, ma comunque l’aumento di peso (grasso) è solo il risultato di un eccesso di energia introdotto rispetto alle reali necessità. o Chi sa di appartenere a questa categoria di persone deve quindi prestare molta più attenzione all’alimentazione e svolgere più attività fisica IPOCINESI E ANALFABETISMO MOTORIO Per quanto noi possiamo andare ad incidere sulla situazione di sovrappeso abbiamo visto che dobbiamo cercare di dare ai genitori e dare ai nostri bambini delle indicazioni molto precise sulla quantità di attività di movimento da svolgere. Quando questa attività di movimento manca o è molto bassa è chiamata ipocinesi Ipocinesi = bassa presenza di movimento motorio Quindi l’analfabetismo motorio è un effetto dell’ipocinesi, è una persona che perde qualcosa rispetto ad un altro bambino, tali mancanze comportano una predisposizione all’assunzione di situazioni di sovrappeso e obesità ma anche a malformazioni. Cause generali -Mancanza di cultura del movimento in famiglia e nel sistema scolastico -Carenze ambientali casa, scuola, città -Mancanza di cultura alimentare (eccesso di calorie rispetto al fabbisogno calorico medio) -Fattori ereditari Sovrappeso e obesità non sono le uniche cause dovute alla mancanza di movimento ma portano anche a una disarmonia estetica come: ▪ Sproporzione busto/tronco ed arti inferiori ▪ Eccesso curve cifotiche e lordotiche ▪ slivellamento asse delle spalle e del bacino ▪ gambe a X ▪ piedi piatti Le disarmonie a livello estetico comportano a loro volta ad alterazioni funzionali come: -Motricità generale ridotta ed impedita -Carenza della tensione attiva ed involontaria (Tono Posturale) dei muscoli antigravitari e prevalenza della forza di gravità (variazione di POSTURA) Quindi sono bambini che si muovono poco e come conseguenza tendono ad assumere posture scorrette che possono generare dismorfismi. -Ridotta funzionalità respiratoria Atteggiamento Lordotico -Accentuazione della curva lombare della colonna vertebrale -Addome è spinto in avanti, il tronco indietro ed i glutei sono sporgenti -Addominali deboli, probabile situazione di sovrappeso Atteggiamento cifotico (dorso curvo) -Accentuazione della curva dorsale con incurvamento evidente del dorso -abbassamento di statura -irrigidimento gabbia toracica con conseguente limitazione della funzionalità respiratoria -muscoli dorsali deboli -probabile situazione di scapole alate Atteggiamento scoliotico -Deviazione laterale della colonna vertebrale -Può essere a una o più curve -Limita la mobilità della gabbia toracica e quindi la funzionalità respiratoria -Può manifestarsi con gibbo (torsione corpi vertebrali) Dovuta a ▪ cattive abitudini posturali (posizione ancata, slivellamento asse spalle) ▪ a differenze di lunghezza degli arti inferiori ▪ muscolatura dorsale debole Si chiama scoliosi quando è strutturata (non riesce a tornare nella giusta posizione)e atteggiamento scoliotico quando non è strutturata (a seguito di correzioni, quando se ne rende conto riesce a tornare in posizione eretta) PARAMORFISMI ▪ presenza momentanea di un difetto di assetto o posturale ▪ Il soggetto può volontariamente riacquisire una postura corretta ▪ possono essere prevenuti attraverso una buona educazione motoria o corretti (ginnastica correttiva) DISMORFISMI ▪ difetti strutturali e posturali per lo più congeniti ▪ si possono solo correggere attraverso un intervento chirurgico Valgismo -gambe ad >< -deviazione delle ginocchia all’interno -In base al periodo di insorgenza si distingue in ▪ valgismo dell’infanzia ▪ valgismo dell’adolescenza ▪ Cause: gracilità, muscolatura debole o eccesso di peso Varismo -gambe a < > -portamento opposto al valgismo, consiste in una deviazione del ginocchio all’esterno -è normale nei bambini durante i primi due anni di vita e tende ad autocorreggersi -E ‘ dovuto prevalentemente a cause congenite Piattismo -consiste in un abbassamento della volta plantare -limita la funzionalità del piede -riduce la capacità di spinta -riduce la distensione del piede -è spesso associato al valgismo Dovuto a ▪ situazione di sovrappeso ▪ lassità legamentosa EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI CULTURA ATTIVA Negli ultimi anni abbiamo avuto un’evoluzione molto importante delle forme di adattamento all’ambiente da parte dell’uomo. Dall'ambiente raccogliamo informazioni dall’apparato sensoriale, modifichiamo ed elaboriamo tali informazioni e rispondiamo tramite le attività di movimento. La risposta motoria non deve essere circoscritta all’attività sportiva, infatti anche il solo parlare è una forma motoria di risposta all’ambiente. Quindi la lingua parlata, tutte le modalità di interazione con l'ambiente, verbale o non verbale, è una delle tante forme di risposta dell'uomo all'ambiente, risposta che tra l'altro ci consente di relazionarci con l'ambiente sociale, con i nostri simili, ci consente di intenderci, di trasmettere contenuti e cultura. La forma di adattamento all'ambiente è cambiata perché ci abbiamo messo circa due milioni e mezzo di anni per arrivare in stazione eretta, e l'uomo in stazione eretta con appoggio bipodale utilizzava il proprio corpo per interagire in modo pieno con l'ambiente. Utilizzava il proprio corpo per correre, per cacciare, per combattere, l'impegno motorio era particolarmente importante. Ci abbiamo messo cinquant'anni per distruggere tutto ciò che di positivo l'uomo in salute aveva ottenuto in due milioni e mezzo di anni. Ecco perché l’OMS ci dice che è necessario per il bambino recuperare almeno un'ora al giorno di attività motoria per il bambino e mezz'ora al giorno l'adulto per poter star bene. Negli ultimi 50 anni dal punto di vista motorio ci siamo adagiati e tale situazione vissuta prima come progresso ci porta ora a trovare dei meccanismi di compenso che a seguito di una giornata sedentaria ci fanno venire voglia di recuperare. Quindi una volta non avevamo la necessità di muoverci e inserire nello stile di vita la necessità di muoverci perché ci si muoveva già in tutta la giornata. Mentre oggi ce l'abbiamo ecco perché il concetto di salute, lo star bene oggi e di conseguenza il concetto di cultura; quindi, di conoscenza di cosa fare per star bene e per potersi realizzare, sta progressivamente cambiando. Già nel novembre del 1986 la Conferenza internazionale sulla promozione della salute sancisce un concetto di salute oramai in cambiamento. Il concetto di salute e star bene fino a 50 anni fa erano un concetto prevalentemente legato all’assenza di malattia, se non si era malati si stava bene. Ma ad oggi il non avere malattie non è esaustivo per stare bene, oltre al non avere malattie serve essere integrati socialmente, realizzati, avere autostima e stima da parte degli altri, star bene oggi dipende anche dalla consapevolezza di una cultura che comprende anche una cultura del movimento che ci fa stare bene. Questo è riconosciuto anche dai medici che dicono che il movimento oggi è una medicina fisica naturale che non ha effetti collaterali e che funziona e va bene per la maggior parte delle patologie. Negli ultimi 30 anni abbiamo avuto un grande sconvolgimento del concetto di salute, per essere in salute ad oggi bisogna possedere anche di quella cultura di movimento che consente la prevenzione della gran parte delle patologie più ricorrenti ad oggi chiamate “da ipocinesi”. La salute è quindi vista come una risorsa per la vita quotidiana è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. Quindi la promozione della salute non è una responsabilità esclusiva del settore sanitario ma va al di là degli stili di vita e punta al benessere. Il concetto di salute ci consente una valorizzazione della persona Per stare bene dal punto di vista motorio un bambino deve svolgere almeno 60 min di attività motoria al giorno da moderate to vigourous al di sopra dei 3 met. MVPA (Moderate to Vigourous Physical Activity) -5 momenti di 15 minuti/giorno o almeno per 60 minuti/giorno - La soglia minima è quella dei 3 MET -programmare attività che comportino un valore di pulsazioni cardiache superiore alle 140-150 pulsazioni cardiache al minuto per arrivare, in alcuni momenti fino a 180. È importante che le attività motorie all’interno della scuola siano differenti, non è importante il risultato che i bambini otterranno, ma che escano dalla scuola con una serie di opportunità e conoscenze di attività di movimento che possono recuperare quando vogliono per potersi divertire, stare in forma e godere di un'attività motoria, Parallelamente all’evoluzione del concetto di movimento vediamo l’evoluzione al concetto di cultura Il concetto di “cultura “ La cultura classica (materie scolastiche), ovvero tutta la cultura che ci trasmette la scuola, affiancata alla cultura classica si è aggiunta la cultura moderna o antropologica, pertanto, nel concetto di cultura non solo abbiamo un insieme di conoscenze sostanzialmente di studio o scolastiche ma anche conoscenze legate agli usi costumi e tradizioni di determinati popoli, oggi la cultura contemporanea va a ricomprendere la cultura classica, la cultura moderna o antropologica, ma anche una grossa fetta di cultura del movimento, di cultura, dello star bene, di cultura, del benessere quindi il concetto di cultura in questi anni si sta evolvendo. Concezione attuale: è cultura tutto ciò che permette all’uomo di interagire positivamente con l’ambiente fisico e sociale, che serve per arricchire l’essere e l’agire umano e che valorizza l’uomo in tutte le sue potenzialità Quindi l'intervento educativo tende al potenziamento di tutte le aree di personalità del bambino, l'attività motorio sportiva diventa un mezzo per intervenire educativamente sul bambino, in modo da fargli conoscere una prospettiva di movimento che se verrà scelta dal bambino lo porterà a coltivare una dimensione motorio-sportiva da inserire nel proprio stile di vita. Noi educatori ci collochiamo dentro questa prospettiva. L'OMS nel 2017 trasmetteva ai sistemi sanitari, di istruzione, formazione e dirigenziali presenti in tutti i contesti di creare sistemi attivi, con persone, ambienti e società attive. Gran parte delle attività motorie l'uomo di tutte le età le recupera attraverso gli ambienti e li recupera attraverso l'intelligenza di coloro che predispongono questi ambienti (assessore allo sport) 1. CREARE UNA SOCIETÀ ATTIVA. Creare un cambio di paradigma in tutta la società, e dunque anche nella famiglia e nel sistema scolastico, migliorando la conoscenza e la comprensione e l’apprezzamento per i molteplici benefici dell’attività fisica regolare, in base alle capacità e a tutte le età; 2. CREARE AMBIENTI ATTIVI. Creare e mantenere ambienti che promuovano e tutelino i diritti di tutte le persone, di tutte le età, di avere un accesso equo a luoghi e spazi sicuri, nelle loro città e comunità, in cui intraprendere attività fisica regolare, in base alle capacità; il riferimento ai percorsi pedonali, alle piste ciclabili e agli spazi verdi è esplicito; 3. CREARE PERSONE ATTIVE. Creare e promuovere l’accesso a opportunità e programmi, attraverso molteplici impostazioni, per aiutare persone di tutte le età e abilità a impegnarsi in attività fisiche regolari come individui, famiglie e comunità; anche in questo il sistema scolastico diventa indispensabile; 4. CREARE SISTEMI ATTIVI. Creare leadership, governance, partnership multisettoriali, capacità della forza lavoro, advocacy e sistemi di informazione in tutti i settori per raggiungere l’eccellenza nella mobilitazione delle risorse e attuazione di un’azione coordinata internazionale, nazionale e subnazionale per aumentare l’attività fisica e ridurre il comportamento sedentario. CRESCITA MATURAZIONE E SVILUPPO NELL’ETÀ EVOLUTIVA Crescita, maturazione e sviluppo tali termini sono spesso usati come sinonimi ma in realtà significano cose diverse: Crescita: un bambino cresce quando aumentano le dimensioni delle parti o le dimensioni del corpo in toto, è un fenomeno quantitativo di modifica di una parte del nostro corpo Maturazione: processo che conduce ogni tessuto, organo o sistema del corpo da uno stato di temporanea immaturità ed efficienza allo stato biologicamente maturo; Il processo di crescita insieme a quello di maturazione portano il bambino allo sviluppo Sviluppo: viene inteso come quel processo di acquisizione/apprendimento di competenze comportamentali utili alla risoluzione dei problemi nell’ambiente CRESCITA MATURAZIONE SVILUPPO Dimensioni Scheletrica Cognitivo Proporzioni Sessuale Emozionale Fisico Somatica Sociale Composizione corporea Neuroendocrina Morale Sistemica Neuromuscolare Motorio È un insieme di tre processi che ci porta alla considerazione di una personalità globale del bambino che è composta da differenti aree di sviluppo nel corso dell’età evolutiva. Questi tre processi evolvono in parallelo. Il tutto parte da un processo che ci porta, in seguito alla mutazione genetica del concepimento, ad aumentare la parti del nostro corpo. Crescita morfologica: -non linearità, andamento sigmoidale, noi non cresciamo con linearità -Alternanza tra periodi di forte crescita e periodi di rallentamento (crescita) tutte le dimensioni hanno questa alternanza e serve per dar spazio ai periodi di maturazione e di adattamento che avvengono in vari periodi per ogni bambino -Ontogenesi-filogenesi: differenze individuali tra età anagrafica (cronologica) ed età biologica. Ogniuno ha i propri tempi. Le differenze di genere sono ridotte ma da una certa età diventano importanti e determinanti ecco perché il lavoro con l'età evolutiva è molto vario, non può esserci un approccio all'età evolutiva che possa funzionare bene allo stesso modo con tutti i gruppi, per questo ciascun insegnante deve adattarsi a ciascuna di queste differenze di genere. A rendersi conto dell’alternanza tra crescita somatica e ponderale fu Stratz che incominciò a misurare l’accrescimento staturale e ponderale di un gruppo di maschie cominciò a vedere le alternanze. Ha chiamato i periodi di grande crescita proceritas e i periodi di stasi o di recupero turgor. Dai dati e dalle tabelle che invece tengono conto della differenziazione di genere scopriamo che le femmine anticipano di due anni lo sviluppo, la crescita e la maturazione rispetto ai maschi, che poi compensano. Da 0 a 19 anni cresciamo sempre, il primo anno di vita è il momento di maggior crescita, da 1 anno fino a 4-5 anni la crescita rallenta (comunque 9 cm all’anno), trai 5e i 6 c’è una ripresa della crescita strutturale e dai 7-8 rallenta di nuovo, nell’adolescenza altro picco di crescita strutturale, dai 13 inizia il rallentamento per arrivare ai 20 anni dove non cresciamo più. Nell'adolescenza abbiamo il picco maggiore di crescita chiamato periodo d’oro della motricità. I periodi di crescita portano a un forte disorientamento perché mi muovo con un'idea di corpo diverso da quello che avevo, nei periodi di allungamento maschi e femmine possono dimenticare o perdere in coordinazione o in saper fare. Quindi i progressi che noi otteniamo all'interno dell'età evolutiva in ogni campo non hanno solo processi di miglioramento ma anche periodi di regressione. Questo porta a periodi di squilibrio, per un educatore è importante capire quando il bambino si trova in una situazione particolarmente favorevole all’acquisizione di nuovi apprendimenti o quando è in difficoltà. Fino ai 10-11 anni le femmine aumentano in percentuale di grasso accumulato mentre i maschi diminuiscono La crescita motoria viene condizionata da: -il patrimonio genetico (della specie ed individuale); -l’ambiente, dalla famiglia, dalla scuola, dalla società e dalla cultura di riferimento, -le esperienze di movimento individuali La crescita motoria viene favorita quando il soggetto in età evolutiva viene a trovarsi nelle condizioni di: - affrontare serenamente tutte le tappe ontogenetiche in un ambiente favorevole - sviluppare gli schemi motori di base sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo -migliorare le capacità motorie condizionali e coordinative affrontare un avvicinamento allo sport educativo e un e un avviamento sportivo di tipo polivalente e polisportivo Ontogenesi della motricità Definizione: è il percorso che l’uomo da neonato deve fare per costruire la propria motricità evoluta. Infatti, l’uomo dal punto di vista motorio nasce sottosviluppato, quella dell’adulto è una motricità evoluta, perché è una motricità che serve, per gestire la relazione con l'ambiente. Studio delle tappe cronologiche che permettono al bambino di: -sviluppare le proprie potenzialità di movimento -acquisire traguardi o livelli di motricità superiore Reazioni posturali automatiche Nel momento in cui nasciamo noi riceviamo dai nostri genitori un patrimonio di motricità riflessa, reazioni all’ambiente, che entrano nella famiglia delle reazioni posturali automatiche, una motricità gestita dalla parte spinale del sistema nervoso ed è quindi fatta di azione-reazione. Quindi noi possediamo la capacità di rispondere ad alcune situazioni o stimoli ambientali in modo riflesso. Non c’è intenzionalità nell'attivazione di tali reazioni, esse si dividono in tre famiglie: - le reazioni di raddrizzamento (RR) - le reazioni di equilibrio (RE) - gli adattamenti muscolari alle variazioni di posizione (AM) Reazioni di raddrizzamento Quando nasciamo siamo orizzontali e le reazioni di raddrizzamento sono l’innesto di tutte quelle reazioni motorie che portano progressivamente il nostro corpo a raddrizzarsi ci servono per passare dalla posizione orizzontale a quella verticale. Sono movimenti involontari che si realizzano per tentativi ed errori e servono per mantenere o ripristinare la posizione del capo nello spazio (riflesso posturale labirintico della testa) o il normale allineamento del tronco e degli arti Ci serviranno per tutta la vita (perché le utilizziamo tutti i giorni) e sono il frutto del di un apparato congenito che ci viene trasmesso, non c'è nessuno che ci insegna come fare per raddrizzare il capo. esempi: o alzare il capo, alzarsi in piedi, girarsi, sedersi, mettersi in quadrupedia Ma il nostro sistema muscolare si deve adattare anche alla forza di gravità ecco perché quando raddrizzo il capo per poterlo mantenere in equilibrio devono intervenire delle reazioni di equilibrio. Reazioni di equilibrio servono per mantenere l’equilibrio ed evitare di cadere seguono le reazioni di raddrizzamento, e sono la difesa del bambino contro i traumi. Inizialmente interessano tutte le parti del corpo poi solo gli arti inferiori e il tronco si sovrappongono alle reazioni di raddrizzamento sono la difesa del bambino contro i traumi Esempi: reazioni a paracadute nel bambino Gli adulti a differenza dei bambini cercano di prevenire le mancanze di equilibrio Adattamenti muscolari Siamo dotati, dal punto di vista genetico, di un sistema muscolare che si adatta a tutte le posizioni che il corpo può assumere. Questo adattamento è consentito dall’adattamento del sistema agonista e antagonista dei nostri muscoli. Quando noi attiviamo l'azione di un muscolo agonista automaticamente e in modo riflesso abbiamo il rilasciamento della muscolatura antagonista. Ogni nostro movimento è gestito da un insieme di muscoli che si contraggono ma anche da un insieme di muscoli che contemporaneamente si rilasciano. Quindi siamo dotati geneticamente di un sistema di adattamento muscolare a differenti posizioni. Principali tappe ontogenetiche Periodo prenatale Periodo da 0 a 3 anni (infanzia) Periodo dai 3 ai 7 anni (puerizia - prefanciullezza) Periodo dagli 8 agli 11 anni (fanciullezza) Periodo dai 12 ai 17-18 anni (preadolescenza, adolescenza) Periodo dai 18 in poi (età adulta) 25/11 Periodo neonatale 0-3 mesi Durante il periodo neonatale i movimenti del bambino sono classificati come primitivi perchè sono movimenti solo di questo determinato periodo. Quando il neonato è sveglio distinguiamo i movimenti massivi incontrollati, massivi in quanto interessano tutto il corpo e incontrollati in quanto non sono diretti ad uno scopo specifico. Nei periodi in cui il neonato si sta per addormentare o per svegliare avvengono dei movimenti segmentari, movimenti di sfregamento sul piede o sulla mano opposta, tali movimenti sono chiamati movimenti atetotici (segmentari) Nei primi tre mesi di vita quando il bambino è sveglio compaiono due riflessi importantissimi: Riflesso posturale labirintico del capo: tentativo di raddrizzare il capo, presente anche negli adulti Riflesso di prensione 5-6 MESI Si ha uno sviluppo dell’estensione, oltre ad alzare il capo il bambino riesce a: -Sollevarsi sugli arti superiori tesi -Stare seduto con appoggio Si ha lo sviluppo della simmetria (parti pari, di cui una delle due prevale), a questa età non possiamo ancora parlare di dominanza, infatti parliamo di: -sincinesia controlaterale (utilizzo della sia della parte destra che della parte sinistra) -ipertonia muscolare (grande utilizzo di forza anche quando non è richiesta) Inoltre si inizano a sviluppare le reazioni di equilibrio partendo dalle reazioni a paracadute 7-8 MESI Da questa età il bambino incominci a fare movimenti intenzionali e coordinati, primo approccio a una motricità attiva. Il primo movimento che il bambino compie coinvolgendo tutto il corpo è la rotazione attorno all’asse longitudinale (rotolare) e lo strisciare. Compaiono i primi movimenti intenzionali, determinati da uno scopo (intenzionalità di prendere qualcosa), compaiono le reazioni di raddrizzamento più evolute con il passaggio da prono a carponi e da carponi a seduto, si drizza sugli arti superiori e aggrappandosi riesce a stare in piedi. Comparsa delle reazioni di equilibrio da posizione seduta. 9-10 MESI Compare la quadrupedia, ovvero la prima forma di spostamento efficace, (composta da due movimenti avanzamento dell’arto destro e del ginocchio sinistro e viceversa) in questo periodo c’è bisogno di un adattamento ambientale (paraspigoli, cancelletti). Spostamenti da seduto e rotazioni su di sé. Cammina con appoggio grazie al riflesso estensorio crociato (riflesso che estende la gamba quando l’altra è alzata) e al riflesso del cammino (la gamba alzata va verso avanti) 12-18 MESI Si siede da supino, cammina con una base di appoggio allargata (dondolando a destra e sinistra) ma in modo autonomo, sta in ginocchio. In questo periodo troviamo il principio della competizione degli schemi motori in cui il bambino può scegliere tra vari modi in cui spostarsi, che entrano in competizione e automaticamente sceglierà quello Le tappe non sono sempre coincidenti sono quindi possibili ritardi o anticipi di attività. 18-3 ANNI Periodo in cui si completa il processo di mielinizzazione, processo di maturazione in cui i nervi periferici si rivestono di mielina, questo consente agli organi sensoriali di far arrivare al cervello informazioni più precisi (il bambino vede meglio, sente meglio...) Di conseguenza acquisisce sicurezza nel cammino, nella comunicazione verbale, impara a correre, mangia da solo, gioca con il suo corpo e infine collabora nella vestizione e nell’igiene personale. La coordinazione fine è tutto ciò che possiamo fare con le mani Nella scuola dell’infanzia è molto importante il setting, la predisposizione dell’ambiente è molto importante per le attività. La prima fanciullezza è un periodo di aumento della crescita staturale, periodo complesso per il bambino poichè crea momenti di crisi nel bambino.Nei periodi di crescita le ossa lunghe e le parti che le sono intorno crescono, in questi periodi destabilizzanti il bambino può smettere di imparare o disimparare, i bambino sono disorientati dal punto di vista della gestione della motricità fine e dinamica che si risolve solo con un miglioramento quantitativo e qualitativo dell'efficienza del sistema nervoso che a poco a poco recupera in coordinazione. Al contrario nei periodi di turgor, dove abbiamo un rallentamento staturale, il nostro corpo recupera completamente l’equilibrio generale Un aspetto motorio e funzionale carente o con qualche criticità si riflette anche sull'aspetto psico intellettivo, sull'aspetto sociale e sull'aspetto affettivo morale, è come se attorno alle dinamiche e alle procedure di accrescimento del nostro corpo girassero un pochettino attorno un po' tutte le altre aree della personalità. In questo periodo il bambino diventa impacciato, maldestro, diventa un po' meno sicuro di sé, diventa un pochettino meno sicuro anche nella relazione con l'altro, nella gestione del proprio autocontrollo. Nella seconda fanciullezza c’è un rallentamento strutturale in cui l'apparato muscolare recupera e compensa lo svantaggio del periodo precedente, il rapporto peso statura favorevole rende l'aspetto coordinativo decisamente più semplice. Questo periodo è chiamato periodo d’oro della motricità perchè è il periodo più favorevole per la motricità in cui il bambino ha più voglia di imparare. In conclusione, quando i nostri bambini crescono in statura, sarebbe bene rallentare le situazioni nuove, ma giocare e proporre situazioni abbastanza conosciute, ripetitive, che aiutano il bambino a ricoordinarsi su niente di nuovo, ma su un qualche cosa che loro sapevano fare. Mentre nei periodi di turgor bisogna cercare di implementare le abilità del bambino sia dal punto di vista della coordinazione fine che dalpunto di vista della coordinazione dinamica generale, ma anche del linguaggio proponendo nuove attività. In questo periodo i bambini sono spugne e apprendono molto velocemente. PERIODO MEDIE dare un’occhiata LIFE SKILLS Le life skills sono state proposte dall’OMS a tutti i decisori politici in modo che potessero entrare e caratterizzare i programmi di insegnamento per poter elencare una serie di capacità e abilità che servono. Esse richiedono ad ogni insegnante di uscire da un'ottica prettamente disciplinare per riorientare tutti gli apprendimenti specifici dentro queste abilità. Esse sono in linea con la teoria delle intelligenze multiple di Gardner. Capacità di prendere decisioni: abituare i bambini a prendere decisioni commisurate al loro contesto Capacità di risolvere i problemi Pensiero creativo: Risolvere i problemi in modo creativo Pensieri critico: sapersi collocare all’ interno di un contesto che si sa leggere Comunicazione efficace: espressività verbale e non verbale Capacità di relazioni interpersonali Autoconsapevolezza: acquisire consapevolezza di se stessi Empatia: capacità di mettersi nei panni di un altra persona Gestione delle emozioni: educare alle emozioni in modo che un bambino possa capire e gesire le sue emozioni Gestione dello stress: riconoscere e gestire i vari tipi di stress Esistono più forme di intelligenza su cui poterci orientare oltre a quelle percepite dalla scuola (life skills) che sono suddivise in tre famiglie che riguardano le competenze sociali, cognitive e emotive Life Skills: fondamenti teorici e metodologie di implementazione l’implementazione delle life skills ha per fondamento la teoria dell’apprendimento Sociale enunciata da Bandura (sostiene che “l’apprendimento è una costruzione attiva che si realizza trasversalmente alla variazione e all’organizzazione dell’esperienza “) -il brainstorming come momento generativo di nuove idee; -il role playing come momento per mettersi nei panni dell’altro e riflettere sulle emozioni, difficoltà e scoperte effettuate durante l’esercizio in situazione simulata; - educazione socio-emotivo-affettiva - la peer education 02/12 Il gioco riveste un ruolo importante nella crescita di ogni individuo, i bambini sono preposti al gioco, lo si fa in tutto il corso della vita ma man mano che l’uomo cresce modifica le connotazioni del gioco. Il gioco: - È un'attività fine a sé stessa - Piacevole di per sé - È gioia spensieratezza, divertimento, vittoria e sconfitta - Stimola la creatività - È quasi un lavoro per il bambino - È una fase di preparazione alla vita adulta - È agonismo, confronto Il gioco è un diritto del bambino, tutti i bambini hanno il diritto di giocare, Froebel lo ha definito il più alto grado dello sviluppo umano nello stadio infantile, per Gamelli un bambino che non sa giocare potrebbe diventare un adulto incapace, mentre per Savaresi la mancanza di attività ludica costituisce un parametro di riferimento. Molti studiosi hanno parlato del gioco, per Schiller il gioco soddisfa l’esigenza creativa e la tendenza alla libertà espressiva, per Volpicelli il gioco è qualcosa di molto più importante che caratterizza la dinamica della vita spirituale, e Freud parlò della duplice finalità del gioco, quella progressiva che favorisce la crescita e lo sviluppo dell’individuo e quella regressiva che in quanto subordina l’atteggiamento e le condotte del bambino al principio del piacere. Claparede lo definisce un bisogno vitale dell’infanzia, un pre-esercizio alla vita adulta, per Vygotskji il gioco è la forza attiva per l’evoluzione affettiva ed umana del ragazzo. Il tratto connotativo del gioco è la lucidità, è l’aspetto valoriale del gioco, è lo sfondo, è ciò che sta alla base di un'attività giocata e in questo rientrano e ricorrono le libertà, la gratuità, la creatività, la spontaneità. Quindi gli educatori possono usare il gioco per educare e il primo contesto in cui poterlo fare è l’educazione motoria. Il gioco rappresenta una scelta di apprendimento appagante per il bambino, e uno dei contesti in cui andare a privilegiare il gioco è il contesto motorio in cui far conoscere tutte le caratteristiche citate del gioco. Ludicità: Aspetto valoriale e sfondo integratore delle situazioni di gioco. Per gli educatori può essere una strategia di insegnamento, per gli allievi è una situazione privilegiata di apprendimento, per l'uomo è l'aspetto gratificante e portante delle situazioni di gioco che ricorre in tutto l'arco di vita LE TEORIE SUL GIOCO 1) Johan Huizinga: ha teorizzato il gioco come passaggio dalla natura alla cultura, ha rilevato come in tutti i popoli e in tutte le situazioni di vita dell’uomo sia possibile caratterizzare il gioco. Per lui una cultura si caratterizza dall’aspetto ludico. 2) Roger Caillois: ha trovato e classificato le 4 caratteristiche fondamentali del gioco Agon = campo di battaglia =il gioco ha una parte di agonismo che consente al bambino di confrontarsi con gli altri Alea = gioco dei dadi = fortuna, a volte nei giochi occorre un po' di fortuna, opposto della forza e dell’agonismo Mimicry = illusione e imitazione, nel gioco c’è illusione e imitazione quando mi consente di farmi uscire dal reale Ilinx = vortice, gorgo = vertigine, ebbrezza, ci consente di far uscire dalla situazione reale 3) Donald Winnicott: il gioco come oggetto transizionale, La dimensione ludica che ci aiuta ad anticipare i problemi, a proteggerci da quei problemi, a proteggerci da tutte quelle situazioni che, facendoci diventare grandi, ci espongono. Quindi il gioco è un momento di passaggio tra la vita infantile e la vita adulta. 4) Jean Piaget: il gioco come funzione simbolica fondamentale, il gioco favorisce il passaggio dal concreto all’astratto. TERMINOLOGIA t6/13 Gioco: Forma privilegiata e fondamentale di attività umana e animale a cui si dedicano singolarmente o In gruppo, bambini o adulti senza altri scopi che la ricreazione e lo svago. Non coincide con una attività specifica ma con situazioni ove ricorrono due condizioni: la libera scelta e la finalità di puro svago o divertimento Ci sono vari tipi di gioco ma quello che più ci interessa è il gioco di movimento, ovvero quello che utilizziamo e proponiamo ai nostri bambini dove la motricità e la corporeità prevalgono e implica l’utilizzo di tutto il corpo attraverso l’attivazione di schemi posturali Ludo-diversità: ogni bambino sceglie e utilizza il gioco che più gli interessa. è l'aspetto individualizzato e personalizzato della ludicità che si differenzia da persona a persona. Il termine è stato coniato nel 2004 da un ricercatore belga (renson) Funzioni esecutive: Funzioni mentali che dirigono la nostra mente. Sono responsabili della capacità di inibire pensieri comportamenti di routine o convergenti per esplorare e pianificare nuove soluzioni di adattamento alle nuove situazioni aprendo la via all'espressione creativa del bambino. Il gioco di movimento è una forma di attività motoria. Attività motoria: Ogni movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio di energia. Ciò Include attività svolte mentre si lavora, si gioca, si sbrigano le faccende domestiche, si viaggia e ci si dedica ad attività ricreative (WHO, 2010). Le principali forme di attività motoria umana sono: la motricità di locomozione, la motricità di relazione, i giochi di movimento e gli sport. Gioco-sport: Mentre nello sport propriamente detto prevale la finalità competitiva, nel gioco-sport vi è un ridimensionamento di questo aspetto a favore della ludicitá Tutti gli sport, tutti. Possono essere proposte in forma ludica e questo è il percorso. Quindi possiamo dire che i giochi ed in particolare i giochi di movimento hanno sicuramente una funzione cognitiva perché in un gioco noi solitamente dobbiamo prendere delle decisioni (life skills) LE FUNZIONI DEL GIOCO Emotivo-affettiva Le situazioni ludiche di coinvolgimento motorio corporeo ricreano di fatto situazioni di gestione delle nostre principali emozioni, per questo ritroviamo emotività e affettività anche all'interno del gioco (vince felice, perde triste). Quindi un percorso educativo basato sulle emozioni, sulla scoperta delle emozioni può tranquillamente utilizzare il gioco per farle vivere, per farle provare e per fare in modo che queste diventino esperienza di vita. Socializzante Funzione più riconosciuta del gioco. Nel gioco si socializza, anche quando anziché essere di squadra, è individuale. Si socializza con le attrezzature, con gli avversari, diventa occasione di interazione e di contestualizzazione dell'azione di sé all'interno di un contesto con il quale bisogna entrare in relazione. Nei giochi di squadra poi, dove è inevitabile che l'apporto di ciascun componente della squadra diventa fondamentale per poter vincere. A noi educatori il gioco serve non solo per sviluppare le competenze cognitive, ma deve servire per aiutare i nostri bambini a socializzare tra di loro, incominciando a conoscere l'altro. Morale Il modo migliore per far capire a un bambino che le regole sono necessarie è il gioco. Uno dei modi che noi utilizziamo per far scoprire le regole è quello di non mettere le regole, molto spesso il nostro approccio all'esperienza di gioco e di spiegare prima tutte le regole e poi far giocare. Ma questo è l'approccio di un adulto, quando ci avviciniamo ad un qualche cosa sappiamo che sapendone le regole ci rapportiamo molto meglio con il contesto di apprendimento per cui non viviamo quella cosiddetta imposizione di regole che molto spesso il bambino vive e che non sa perché ci sono. Ma facendo partire un gioco senza regole e creandole insieme ai bambini capiranno l’importanza delle regole. Motorio-funzionale Le esperienze ludico-motorie possono attivare atteggiamenti socialmente positivi come: Empatia, stima, relazione di aiuto, rispetto dell'altro, fair play. I valori che un'attività ludico sportiva può portarsi appresso in funzione della inter- relazione sociale, quindi aspetto sociale. Fair play: rispetto delle regole e rispetto dell’avversario. Che oggi i bambi non vivono sia per il mondo sportivo che vedono alla televisione che per causa dei genitori che molto spesso durante le loro partite istigano al poco rispetto solo per vincere. EVOLUZIONE DEL GIOCO IN RELAZIONE ALLE DIVERSE TAPPE DI SVILUPPO Giochi senso-motori: 0-2 anni prima infanzia - Esplorazione - Manipolazione - Giochi di esercizio - Giochi di ripetizione Giochi di regole: 7 anni in poi -Che denotano un interesse sempre crescente nei confronti degli altri Giochi simbolici: seconda infanzia e fanciullezza 2-7 anni - Giochi di espressione - Giochi di imitazione - Giochi di identificazione - Giochi con forte contenuto motorio Giochi di movimento pre sportivo: 8-9 anni in poi -Le regole e la tattica sono più complesse AZIONE PEDAGOGICA 1. Suscitare problemi da risolvere 2. Costruire il gioco attraverso fasi successive di difficoltà crescente 3. Eliminare pause inattive 4. Regolamentare con gradualità attraverso l’interazione docente – allievi, allievi –allievi 5. Far vivere ogni forma di gioco 6. Mettere tutti in condizione di vivere un successo MOTIVAZIONE AL “FARE” Scaturisce dalle opportunità di successo personale vissute. Il gioco con le sue numerose variabili favorisce in ogni alunno la possibilità di vivere situazioni gratificanti e motivanti trasferibili poi in altri ambiti disciplinari CLASSIFICAZIONE DEI GIOCHI DI MOVIMENTO Ci sono tanti modi di giocare e li possiamo classificare in tanti modi. Gioco sensoriale Attività ludica provocata dal neonato quando trae soddisfazione e godimento da attività che stimolano gli apparati sensoriali. Esempio: produzione di rumori attraverso il rilascio di oggetti Gioco simbolico Attività ludica mentale di coinvolgimento immaginario in contesti irreali. Il coinvolgimento è tale da produrre effetti anche a livello di atteggiamento motorio. Esempio: parlare da soli con personaggi immaginari e muoversi come loro Gioco tradizionale Gioco strutturato individuale o di squadra appartenente al patrimonio ( popolare) culturale e tradizionale di una popolazione in una determinata epoca storica e tramandato di generazione in generazione. Esempio di gioco individuale: I dieci fratelli Esempio di gioco di squadra:Palla-tamburello Giochi di movimento tradizionali popolari: Nascondino, Ce l’hai, Un due tre……stella, Rialzo, Quattro cantoni, Strega comanda colore, Mondo (Settimana, Campana), Palla guerra, Palla avvelenata, Palla nove, Palla in centro, Palla chiama nome, Giorno e notte, Sparviero, Dieci passaggi, Lupo- guardiano ed agnelli.... Caratteristiche comuni Giochi “ poveri “ Giochi adattabili : all’ambiente, al numero dei bambini, alle capacità dei bambini, nelle regole Tempo libero pomeridiano Scelta spontanea di gioco e mancanza di imposizione In quanto giochi : coinvolgimento globale della personalità Gioco presportivo o Gioco strutturato individuale o di squadra che anticipa gli scopi, gli gioco sportivo ambienti e le abilità in forma semplificata del gioco sportivo di riferimento semplificato Esempi di giochi individuali -Mini-atletica/Mini-tennis Esempi di giochi di squadra -Mini-basket/Minivolley Gioco a tempo Gioco strutturato dove vince la squadre che impiega meno tempo a svolgere un determinato compito e a raggiungere l'obiettivo. Una variante interessante di tale forma avviene quando il tempo a disposizione di una delle due squadre per svolgere un determinato compito (ad es. fare più canestri attraverso tiri in successione) è determinato dal tempo che l'altra squadra impiega per svolgere un compito differente (ad esempio effettuare 50 passaggi di palla). In questo caso va previsto, ai fini dell'assegnazione del punteggio, il cambio del compito e quindi lo svolgimento del gioco stesso in due in due tempi differenti Gioco a staffetta Gioco strutturato a squadre che prevede all'interno delle stesse una successione di compiti simili (ad es. percorrere un tragitto) da parte di tutti i componenti (n.b. la staffetta può avvenire anche a coppie o a piccoli gruppi). Vince la squadra che per prima riesce a terminare la staffetta. Gioco finalizzato o Gioco strutturato o attività ludica utilizzati dal docente per conseguire un educativo obiettivo educativo ( che tende ad un miglioramento di competenze motorie, intellettive, sociali etc) Gioco sportivo o Gioco strutturato e codificato di squadra che, nel corso degli anni, è stato istituzzionalizzato riconosciuto dal CONI come tale. Coincide con gli sport di squadra Esempio: Calcio, Pallavolo, Pallacanestro, Rugby etc. Gioco mimico Attività ludica di imitazione o identificazione in stati d'animo, personaggi, oggetti, situazioni ambientali. Quando l'immedesimazione avviene in un contesto di gara o di sfida viene chiamato gioco mimico di competizione Gioco di Attività ludica legata alla scoperta ed alla conoscenza di un ambiente o di esplorazione un posto nuovo. Presuppone in modo indiretto un coinvolgimento motorio Esempio: farsi invitare a casa di un compagno di scuola per scoprire e conoscere i suoi giochi GTP GSI Minore Standardizzazione delle regole Maggiore Maggiore Interazione con l’ambiente Minore Maggiore Ambiguità e paradossi Minore Maggiore Cambiamento dei ruoli Minore Maggiore Relazione tra sessi Minore Maggiore Interazione motoria Minore Minore Stereotipia motoria Maggiore Maggiore Impegno cognitivo Minore Minore Spettacolarità Maggiore LO SPORT E L’AGONISMO NEL CONTESTO EDUCATIVO Tutti i giochi contengono una parte di agonismo, ed esso è un aspetto connotativo dell’uomo da sempre, ma molti genitori non vogliono far vivere questo agonismo ai loro bambini, ma esso è una parte importante dell’educazione che aiuta nella crescita del bambino. 9/12 La didattica è una parte della pedagogia e la pedagogia è la scienza dell’educazione che studia il processo educativo nel suo complesso; quindi, studia come fare per educare in tutte le età dell’uomo. Il concetto di didattica nel corso degli anni ha subito una risemantizzazione, si è arricchito di molti contenuti. Parliamo di didattica quando intendiamo di quella parte di pedagogia che si focalizza sullo studio dei metodi di insegnamento e che si preoccupa di far riuscire l’azione educativa del docente. Il termine didattica è cambiato nel tempo perché anche la didattica stessa si deve adattare allo stile di vita, agli obiettivi educativi, ai bambini che cambiano nel corso del tempo, le modalità di rapportarsi con i bambini sono cambiate per tanto anche la didattica si doveva adattare. L’oggetto della didattica fino a 15/20 anni fa era quello che faceva il docente per realizzare i propri obbiettivi educativi, oggi il concetto si è evoluto al punto di cambiare focus. Inizialmente il suo focus era l’azione del docente ma ad oggi è in parte l’azione del docente, ma non è la cosa più importante, oggi il focus è trasposto dal docente all’alunno, ad oggi l’elemento attraverso cui ruota l’intervento del docente è il bambino.Oggi per didattica si intende massima attenzione al bambino che apprende. Al centro del processo docente-alunno c’è una medaglia a due facce da un lato l’insegnamento con il docente e dall’altra l’apprendimento con lo studente, oggi sono unità di apprendimento perché il focus è stato spostato verso l’alunno Oggi la didattica è fatta dall’insegnante che propone e l’alunno che apprende ma il programma che l’insegnante ha in mente per realizzare viene sostituito dalla programmazione flessibile perché si adatta alla possibilità dell’alunno di apprendere. La seconda innovazione della didattica è che oggi non possiamo dire che la scuola sia l’unico posto in cui apprendono, i nostri bambini apprendono anche da altri contesti e gli stessi genitori sono più inclini all’insegnamento rispetto a quelli di 15/20 anni fa. Dobbiamo quindi adattarci e di conseguenza anche la didattica deve trovare la modalità e la forma per potersi adattare ad una modalità di apprendimento più attuale, non andando a dimenticare ciò che era prima ma andando ad integrare e rinnovare i vecchi metodi con quelli nuovi. DIDATTICA SPECIFICA La Didattica delle attività motorio-sportive ha come obiettivo il miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza del docente di Scienze motorie e sportive e come conseguenza diretta dell’apprendimento nell’allievo. Competenze dell’educatore del movimento: -conoscenza scientifica e culturale delle scienze motorie e sportive. -sviluppo di un criterio didattico personale aperto ai risultati della ricerca scientifica e arricchito da una conoscenza critica delle esperienze personale di insegnamento che lo porti a saper programmare gli obiettivi educativi a breve, medio e lungo termine - disponibilità e competenze per instaurare una relazione efficace con l’allievo che potrebbero declinarsi nel: · Conoscere tratti psicologici, sociologici e cognitivo-emotivi dell’età evolutiva · Conoscere le principali forme di apprendimento motorio · Gestire adeguatamente forme di comunicazione verbale e non verbale · Inviare feedback efficaci Per chi apprende è appropriato ricreare: una situazione di accettabilità sociale un ambiente dotato di attrezzatura idonea (piccoli e grandi attrezzi disciplinari) una progettualità di intervento educativo progressiva nelle difficoltà da superare e il più possibile individualizzata una adeguata motivazione all’apprendimento una progressiva costruzione della self-efficacy o soddisfazione di sé, dei propri mezzi e delle proprie capacità Albert Bandura ha definito con il termine autoefficacia (self-efficacy) “la fiducia dell’individuo nella propria capacità di portare a termine con successo l’azione richiesta in uno specifico contesto o di sentirsi all’altezza di una data situazione” in Dogana F., Uguali e diversi. Teorie e strumenti per conoscere se stessi e gli altri, Due studiosi americani dell'età evolutiva K.M. Haywood e N.Getchell in una loro recente pubblicazione hanno ripreso il modello ecologico delle limitazioni proposte da K. Newell per ribadire come l'apprendimento delle abilità motorie possa essere condizionato da differenti fattori. FATTORI INDIVIDUALI: L’ALLIEVO Possiamo concepire l'apprendimento come un processo che tende a far crescere i livelli di competenza dell'allievo, Ma le competenze dell'insegnante e un ambiente favorevole incidono in misura minima se non c'è la volontà dell'allievo. Oltre alle sue caratteristiche fisiche e agli stili di vita condotti, diventa importante accertare il suo livello psicomotorio, ossia in grado di capacità e di abilità motorie possedute. Possiamo affermare infatti che impara più facilmente un bambino che possiede un grado di destrezza maggiore in quanto può utilizzare le esperienze passate e la sua destrezza per non commettere errori. (più facile per un bambino imparare a sciare quando è già in grado di pattinare). Un altro elemento che differenzia due allievi di pari abilità nell'apprendimento e la motivazione all’ apprendere. Se è già presente, L'allievo può riuscire con più facilità in quanto aumentano in modo volontario e spontaneo, le capacità di attenzione e di concentrazione sul compito, sopportazione e superamento dell'errore. Se non è presente può essere indotta dalle capacità relazionali e socio-comunicative dell'insegnante E dalla predisposizione di un ambiente fisico e sociale adeguato. L'uomo prende in tempo inferiore con più facilità quelle abilità che lo interessano. La comprensione del compito è un altro elemento che incide sul successo nell'apprendimento motorio. In ultimo, risulta particolarmente significativo l'aspetto della gratificazione personale. La riuscita nell'esecuzione di un compito nuovo e la verifica dei progressi rafforza la self-efficacy o consapevolezza che l'allievo ha delle proprie capacità. Le esperienze motorie si adeguate dovrebbero condurre ogni allievo all'acquisizione di piccole ma importanti gratificazioni, esse oltre che derivanti dal successo nel compito, possono essere anche rafforzate dall'esterno. FATTORI ESTERNI: AMBIENTE FISICO, SOCIOCULTURALE E LA FAMIGLIA La disponibilità di ambienti e di attrezzature idonee e propedeutiche. Facilitano l'apprendimento delle abilità. La palestra deve essere facilmente raggiungibile, attrezzata, pulita ma soprattutto sicura e a norma di legge. Una palestra adeguata alle attività motorie, infatti, dovrebbe comprendere una dotazione di piccoli e di grandi attrezzi, una serie di attrezzatura facilitante e propedeutica. Ogni educatore potrà utilizzare qualsiasi attrezzo che ritenga opportuno, magari anche costruito dagli stessi allievi e con caratteristiche di economicità. Un'altra caratteristica dell'ambiente che per il rispetto dell'insegnante e degli allievi non può mancare l'igiene e la pulizia della palestra. Inoltre, è importante la presenza di un ambiente naturale circostante al plesso scolastico, che non deve fungere come ripiego alla mancanza di palestra, ma come ambiente ideale di lavoro da alternare con l'aula e la palestra. Il ruolo della famiglia è decisamente importante, infatti la mancanza di cultura del movimento da parte di alcuni genitori porta l'ambiente scolastico a ritenerla spesso il capro espiatorio delle limitazioni motorie del proprio figlio. APPRENDIMENTO MOTORIO L'uomo nel corso della vita può prendere svariate abilità o compiti motori. Essi possono essere condizionati da fattori interni o esterni. Le tipologie di compito motorio sono differenti, una delle modalità più ricorrenti per poterle classificare è quella che le riconduce al loro utilizzo pratico. Le abilità da sviluppare nell'età evolutiva sono classificabili in quattro grandi categorie: - Utilizzo globale/ parziale delle parti del corpo. - Semplicità/complessità educativa. - Utilizzo occasionale/periodico/continuo del gesto. - Finalità del gesto - Adattamento del gesto alla situazione ambientale. Modalità e fasi dell'apprendimento L'apprendimento motorio avviene grazie all'intervento integrato e coordinato di quattro sistemi: il sistema percettivo che ci consente di raccogliere le afferenze che provengono dall'ambiente esterno e dall'interno del corpo, Il sistema elaborativo che organizza le percezioni e elabora o sceglie a livello mentale lo schema ideo-motorio dell'azione da compiere; Il sistema effettore, che coordina, organizza e attua la risposta. Il sistema di controllo, che utilizza i feedback per verificare la corrispondenza tra i risultati ottenuti e quelli attesi. L'interrogativo sul come si apprende un'abilità non è esaurito senza affrontare la progressione naturale delle fasi di apprendimento, definita da Meinel. La fase della coordinazione grezza caratterizza l’approccio e i primi momenti di esecuzione di un compito nuovo che risulta lenta, imprecisa e quindi poco efficace Coordinazione grezza: caratteristiche del movimento spreco di forza (dovuto ad un tono posturale contratto ed alla presenza di movimenti associati) ritmo esecutivo inadeguato carenza di timing o tempi di intervento imprecisi o errati scarsa fluidità ed ampiezza scarsa rapidità e precisione frequenti tentativi di esecuzione ed insuccessi La fase della coordinazione fine: viene evidenziata nel momento in cui il compito è ben eseguito e parzialmente automatizzato. Dall’ esecuzione grezza è avvenuto un consistente progresso in termini coordinativi che ha portato all’esecuzione del movimento quasi senza errori in condizioni abituali e senza fattori di disturbo Coordinazione fine: caratteristiche del movimento armonico e continuo con interventi muscolari precisi e puntuali (timing) economico ed efficace parzialmente automatizzato L’esecuzione appare più fluida e viene progressivamente raggiunto un buon grado di automatizzazione anche se la variazione delle condizioni d’ambiente o la comparsa di eventuali fattori di disturbo fanno ricomparire errori grossolani. In sintesi, il compito motorio è corretto, richiede una attenzione parziale in quanto automatizzato, ma l’allievo non appare ancora in grado di adattarlo alle differenti situazioni. La fase della coordinazione fine permette un ulteriore passo in avanti per il completo controllo del movimento e per la definitiva acquisizione dell'abilità e della competenza motoria. Meinel ha definito questo come lo stadio della maestria o della disponibilità variabile che evidenzia l'automatizzazione completa del movimento e la possibilità di poterlo attuare anche in presenza di situazioni mutevoli o di fattori di disturbo. Disponibilità variabile: caratteristiche del movimento automatizzazione completa del movimento possibilità di poterlo attuare anche in presenza di situazioni mutevoli o di fattori di disturbo. gesto completamente automatizzato, coordinato ed efficace l’attenzione può essere dedicata alla tattica, alla anticipazione mentale ed allo sfruttamento intelligente delle capacità condizionali. ASPETTO RELAZIONALE E COMUNICAZIONE EFFICACE Le attività e le situazioni che permetteranno di far acquisire qualità e nozioni perché possano dare risultati, necessitano di un dialogo tra maestro e bambino sul contenuto dell'insegnamento. L'insegnante deve essere accettato, deve riscuotere fiducia, ma al tempo stesso deve avere fiducia nel bambino, in sé stesso. La serenità è una condizione peculiare. Questa relazione efficace a come punto di partenza la conoscenza del bambino realizzata fin dai primi momenti del rapporto educativo e che dovrebbe poi continuare attraverso un processo di analisi oggettiva e di verifica dei risultati educativi. I processi di conoscenza, conduzione delle attività motorie e valutazione dovrebbero poi essere accompagnati da atteggiamenti di empatia e disponibilità dell'insegnante nei confronti degli allievi che. Riteniamo possano declinarsi attraverso: - una presenza attenta, cauta e non invasiva. - L'utilizzo di incoraggiamenti e complimenti. - Il ricorso a richiami anche individuali, ma adeguati alle situazioni. - La scelta di motivare e spiegare le finalità delle proposte. - L'induzione di un clima favorevole all'apprendimento La riuscita pedagogica fonda gran parte del successo sull'aspetto relazionale che dipende. Oltre ai due fattori che abbiamo appena trattato, anche dell'efficacia comunicativa del docente, che dovrebbe riconoscere le basi teoriche della comunicazione e saper attivare le strategie comunicative efficaci: efficaci: praticamente il “cosa” e il “come” comunicare, rendendosi conto se la relazione comunicativa e vincente. A volte, infatti, la capacità di utilizzo del tono della voce, della postura o di un semplice sguardo può ottenere, in termini di efficacia comunicativa, molto di più di un intervento verbale impositivo a voce alta. efficaci: una peculiarità che caratterizza l'apprendimento motorio. Riguarda l'utilizzo da parte dell'insegnante dei cosiddetti feedback, utili alla correzione del movimento mentre sta avvenendo, la capacità di un utilizzo efficace di feedback è oggi una componente essenziale della competenza comunicativa degli insegnanti. OBIETTIVI DIDATTICO EDUCATIVI DUI AMBITO MOTORIO DIFFERENZIATI PER ETÀ pg150 PAROLE CHIAVE: VARIABILITÀ, LUDICITÀ, PEER TEACHING E COOPERATIVE LEARNING Variabilità E ormai sudato il fatto che un fattore importante che contribuisce all'apprendimento motorio e l'esecuzione ripetuta del compito esatto. Tuttavia, riuscita dell'apprendimento nei Giochi negli sport che richiedono più compiti e più capacità di adattare gli stessi al contesto è data anche dalla modalità di apprendimento degli stessi. L'esercitazione randomizzata è risultata statisticamente più efficace rispetto all'esercitazione seriale. Le conseguenze a livello didattico potrebbero essere tradotte nel seguente modo: una volta scoperto e appreso un nuovo movimento è inizialmente consigliato farlo ripetere in forma isolata non appena memorizzato è bene riprenderlo facendolo ricorrere in modo casuale insieme agli altri gesti. All'interno dello stesso compito, un ulteriore elemento di variabilità è dato dalla possibilità, mantenendo la stessa azione, di variare i parametri esecutivi. L'esecuzione, variata nelle modalità esecutive, costituisce un'altro punto focale della didattica per l'età evolutiva, poiché consente la formazione di programmi motori più efficaci, variabili e adattabili all'ambiente. Ultima considerazione, gli ultimi anni della fanciullezza, (dagli 8 agli 11), vengono definiti da molti studiosi come età d'oro della motricità e come skill Hungry Years, (anni affamati di abilità). Ludicità Muoversi per un bambino, oltre che essere un'esigenza funzionale, può anche essere bello, gratificante e motivante e l'insegnante dovrebbe scegliere di ricreare all'interno delle sue lezioni quella dimensione o cornice ludica vicina al mondo e alle aspettative del bambino. L'obiettivo è far piacere il più possibile le attività affinché il bambino possa ricordarle, ripeterle in modo del tutto spontaneo. Peer teaching e cooperative learning Il peer teaching o insegnamento tra pari si sviluppa come attività di insegnamento apprendimento tra gli stessi alunni ove uno o più appartenenti al gruppo insegna, spiega, aiuta e organizza il compagno. Nel cooperative learning, gli studenti apprendono in piccoli gruppi aiutandosi, reciprocamente e sentendosi corresponsabili delle procedure per raggiungere un fine comune. In questo caso l'insegnante assume il ruolo di facilitatore e organizzatore delle attività. Creando un clima di relazione positivo. Queste due strategie di insegnamento non devono però sostituire quelle tradizionali, ma integrarle in quanto strategia carica di valore educativo. UMBERTO MARGIOTTA «Il profilo professionale dell’insegnante da formare equivale tout court a definire la “qualità dell’insegnante”, e che tale spazio si sviluppi attraverso le seguenti dimensioni: - conoscenza e padronanza dello specifico metodologico ed epistemologico delle conoscenze e del contenuto dei relativi programmi; - conoscenza e padronanza dei principi e delle metodologie di sviluppo del curricolo formativo, e capacità di governarlo in relazione allo sviluppo di personalità e di talenti negli allievi; - competenze didattiche, relative cioè alla padronanza di un repertorio di strategie didattiche e alla capacità di applicarle in coerenza con l’impianto curricolare di riferimento; - capacità di riflessione e di autocritica, assunte come carattere distintivo del lavoro cooperativo dell’insegnante; - empatia, intesa quale capacità di ascoltare e comprendere gli altri riconoscendone dignità e talenti; competenza gestionale, intesa come capacità ad assumere ruoli ovvero a sviluppare servizi, nell’ambito del lavoro scolastico, diversi dall’insegnamento dentro e fuori dell'aula. La qualità dell’insegnante dovrebbe essere vista come un concetto globale, cioè un insieme di qualità, piuttosto che come una sommatoria di elementi comportamentali misurabili e disgiunti l’uno dall’altro, da acquisire in modo indipendente tra di loro. È la loro combinazione, lungo queste dimensioni di qualità, a costituire il carattere distintivo del docente esperto».