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Università degli Studi di Brescia

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Cinesiologia Anatomia Biomeccanica Fisiologia

Summary

Questi appunti trattano la cinesiologia della caviglia e del ginocchio, includendo aspetti anatomici e biomeccanici. L'obiettivo è fornire uno studio completo di queste articolazioni, spiegando i movimenti possibili e le strutture supportanti. I concetti sono presentati in modo chiaro e dettagliato, con l'obiettivo di facilitare la comprensione.

Full Transcript

CAVIGLIA L'articolazione tibio-tarsica è formata dalla superficie dell'astragalo e dal mortaio crurale, una struttura anatomica formata dalla porzione distale della tibia e del perone. In stazione eretta il 90/95% delle forze passano attraverso l'astragalo e la tibia, il restante 5/10% attraverso...

CAVIGLIA L'articolazione tibio-tarsica è formata dalla superficie dell'astragalo e dal mortaio crurale, una struttura anatomica formata dalla porzione distale della tibia e del perone. In stazione eretta il 90/95% delle forze passano attraverso l'astragalo e la tibia, il restante 5/10% attraverso il perone. Sulla superficie mediale del malleolo laterale e sulla superficie laterale del malleolo mediale vi è l'articolazione con l'astragalo. Tibia e perone si articolano con l'astragalo il quale ha una faccia superiore a forma di cupola convessa antero-posteriormente e concava medio-lateralmente. **L'articolazione tibio-tarsica:** è una troclea (a cerniera), quindi consente un solo grado di libertà (piano sagittale), questa articolazione subisce notevoli sollecitazioni. La sua capsula è stabilizzata dai *[legamenti collaterali mediali e laterali]* che mantengono la stabilità. Questi legamenti si dividono in due, i legamenti collaterali laterali si dividono in: 1. Peroneo-astragalico anteriore e posteriore; 2. Peroneo-calcaneare. I legamenti collaterali mediali (legamento deltoideo) si dividono in gruppo superficiale e gruppo profondo: 1. Gruppo superficiale: a. Fibre tibio-scafoidee; b. Fibre tibio-talari; c. Fibre tibio-calcaneari d. Fibre tibio-calcaneo-scafoidee 2. Gruppo profondo: e. Fibre tibio-astragaliche anteriori; f. Fibre tibio-astragaliche posteriori. Per l'articolazione tibio-astragalica abbiamo diversi elementi di stabilità: la gravità, i rilievi presenti nei margini anteriori e posteriori della tibia, i legamenti collaterali e l'azione muscolare. Uno dei rilievi ossei della tibia che permettono stabilità è il terzo malleolo (o malleolo di Destout). [Tutti questi elementi danno stabilità antero-posteriore.] **Osteocinematica tibio-tarsica** I movimenti della tibio-tarsica avvengono idealmente attorno ad un asse medio-laterale e consentono i movimenti di flesso-estensione. In particolare, per la flessione abbiamo 15-25° di libertà; per l'estensione abbiamo 40-55° di libertà. Quindi estensione \> flessione. Come è l'asse di rotazione: inclinata di 6° sul piano orizzontale (in avanti) e di 10° sul piano frontale (in alto). Proprio a causa dell'inclinazione dell'asse di rotazione: - Alla dorsiflessione è associata una leggera abduzione ed eversione (componenti della pronazione); - Alla flessione plantare è associata una leggera adduzione e inversione. 1. I margini ossei astragalici che toccano quelli tibiali posteriori; 2. La tensione della parte anteriore della capsula, in particolare del legamento peroneo-astragalico anteriore e del tibio-astragalico anteriore; 3. Tono dei muscoli dorsiflessori. 1. Contatto tra collo astragalico e margine anteriore della tibia; 2. La tensione della parte posteriore della capsula e dei legamenti peroneo-astragalico posteriore e tibio-astragalico posteriore; 3. Tono di base dei muscoli flessori plantari. Oltre all'associazione funzionale tra tibia e astragalo, abbiamo un'associazione con l'articolazione tibio-tarsica delle articolazioni tibio-peroneale distale e prossimale. **Articolazione tibio-peroneale prossimale (tibia entra nel radio)**: formata dalla testa del perone e dal condilo laterale della tibia, è un'artrodia (poco movimento). **Articolazione tibio-peroneale distale (radio entra nella tibia):** il perone entra nell'incisura fibulare della tibia, è una sindesmosi (articolazione fibrosa con legamento interosseo). I movimenti di questa articolazione sono associati alla dorsiflessione tibio-astragalica. La maggior stabilità è data appunto dal legamento interosseo tra tibia e perone (è un prolungamento della membrana interossea). Ci sono anche legamenti tibio-peroneali anteriori e posteriori. **Cinematica tibio-peroneale** Sono messe in funzione dai movimenti di flesso-estensione della tibio-tarsica; i movimenti della tibio-peroneale distale dipendono dalla forma della troclea astragalica che risulta più stretta posteriormente; proprio per questo, la distanza tra i due malleoli aumenta in flessione dorsale e diminuisce in flessione palmare. **Artrocinematica tibio-peroneale** In dorsiflessione il perone scivola prossimalmente e posteriormente e ruota esternamente per consentire l'accesso dell'astragalo, in flessione plantare avviene l'opposto. In flessione dorsale si ha quindi glide supero posteriore e spin in rotazione esterna. In flessione palmare si ha glide antero inferiore e spin in rotazione interna. [I movimenti di questa articolazione sono fondamentali per garantire un movimento fisiologico.] [GINOCCHIO] Il ginocchio è l'articolazione intermedia dell'arto inferiore. Essa rappresenta il tramite tra la funzione prevalente di direzione dell'anca e quella di adattamento del piede. Il ginocchio lavora essenzialmente in compressione (forza di gravità). Il ginocchio necessita di una buona stabilità per sostenere e trasmettere le numerose sollecitazioni provenienti dall'anca, ma anche di una buona mobilità per gestire la stazione eretta. E' un'articolazione con un solo grado di libertà, a troclea, che permette solo la flesso-estensione. C'è solo un movimento accessorio che è la rotazione su asse longitudinale della gamba che si verifica solo a ginocchio flesso. In estensione completa si ha maggior stabilità del ginocchio. La diafisi femorale è leggermente inclinata medialmente. Questo perché la superficie articolare prossimale della tibia è quasi orizzontale; il ginocchio così forma un angolo con la sua parte laterale di circa 170/175°, causando un valgismo fisiologico del ginocchio. Se l'angolo è \< di 170°, abbiamo un ginocchio valgo; se è \> 170° avremo un ginocchio valgo. I due rispettivamente aumentano il carico sul compartimento mediale il primo e sul compartimento laterale il secondo. In corrispondenza dell'epifisi distale del femore troviamo i condili mediale e laterale, separati da una gola intercondiloidea, la quale segna il passaggio per i legamenti crociati. I condili del femore si uniscono anteriormente a formare il solco trocleare; il quale si articola con la rotula nell'articolazione femoro-rotulea. La tibia trasferisce la maggior parte del carico tra ginocchio e piede. L'estremità prossimale della tibia si allarga nei condili mediale e laterale, che formano superfici articolari per la porzione distale del femore. Le superfici superiori dei condili formano una regione chiamata piatto tibiale. La superficie mediale è più grande e leggermente concava, la superficie laterale è piatta e leggermente convessa. Sulla superficie anteriore della diafisi prossimale troviamo la tuberosità tibiale (inserzione del quadricipite attraverso il tendine rotuleo) **La rotula** è un osso triangolare incorporato nel tendine del muscolo quadricipite. È il più grande osso sesamoide del corpo. La superficie articolare posteriore della rotula è ricoperta da cartilagine articolare e si articola con il solco trocleare del femore, formando l'articolazione femoro-rotulea (troclea con 1 grado di libertà). La sua funzione è quella di aumentare il braccio di leva del quadricipite. **Anatomia articolare del ginocchio:** il complesso articolare del ginocchio è composto da due articolazioni: 1. Articolazione femoro-tibiale, tra i condili femorali e le cavità della tibia; 2. Articolazione femoro-rotulea; tra solco trocleare femore e faccia posteriore rotula. Il condilo mediale del femore è più obliquo e rivolto in fuori, entrambi sono convessi ed entrambi i condili hanno degli assi che convergono anteriormente. Sul piatto tibiale entrambe le superfici sono concave e seguono l'andamento dei condili femorali, il condilo mediale sarà quindi più grande e ovale. La stabilità articolare dell'articolazione femoro-tibiale è garantita da: 1. **Capsula articolare**: rinforzo strutturale alle strutture del ginocchio; essa è rinforzata da delle estensioni di connettivo che rivestono i vasti del quadricipite, chiamati retinacoli rotulei. Lateralmente è rinforzata dal legamento collaterale laterale, dai retinacoli laterali e dalla bandelletta ileo-tibiale; medialmente dai retinacoli mediali e dal legamento collaterale mediale. Posteriormente dal legamento popliteo (arcuato e obliquo). 2. **Menischi**: strutture fibrocartilaginee a forma di mezzaluna, sono concavi e aumentano la congruità fra superfici articolari. La principale funzione è quella di ammortizzare le sollecitazioni. 3. **Complesso legamentoso**: Legamento patellare (da rotula a tuberosità tibiale), legamento alare (rotula-femore), legamento crociato anteriore e legamento crociato posteriore, collaterale laterale e mediale. Il collaterale mediale nella sua parte profonda si fonde alla capsula articolare. **Osteocinematica** Il movimento osteocinematico avviene sul piano sagittale attorno ad un'asse trasversale. Dalla posizione anatomica abbiamo 135-140° di flessione, 120° di flessione ad anca estesa e 0/-5° di estensione. A ginocchio flesso si possono compiere movimenti di rotazione sul piano orizzontale attorno ad un asse verticale. Da 40 a 45° di rotazione assiale totale, il range di rotazione esterna supera quello di rotazione interna con rapporto di 2:1. La rotazione a ginocchio esteso è impossibile. In catena cinetica chiusa il femore si muove rispetto alla tibia. In flessione si ha roll posteriore e slide anteriore, in estensione si ha roll anteriore e slide posteriore. In catena cinetica aperta, la tibia si muove sul femore, si avranno movimenti in flessione di roll posteriore e slide posteriore, in estensione avremo swing e glide anteriore. **Il movimento di estensione richiede anche 10° di rotazione esterna della tibia, dovuta al profilo del condilo mediale, alla tensione del crociato anteriore e dalla spinta laterale del quadricipite, chiamata screw home rotation.** **Artrocinematica** L'Artrocinematica della rotazione interna ed esterna coinvolge i menischi, i quali si deformano durante il movimento. In particolare: 1. Rotazione esterna: scivolamento posteriore del menisco laterale e anteriore del mediale; 2. Rotazione interna: scivolamento posteriore del mediale e anteriore del laterale. I menischi aumentano di 3 volte la superficie di contatto tra tibia e femore e garantiscono l'artrocinematica seguendo i condili e la tibia nei movimenti del ginocchio. Ricordiamo che il menisco laterale ha circa il doppio della mobilità del menisco mediale. I legamenti collaterali nelle rotazioni assiali e in estensione vengono tesi significativamente, hanno la funzione di stabilizzare il ginocchio negli stress in varo e in valgo. I legamenti crociati sono intracapsulari ed extrasinoviali, vengono tesi in intrarotazione, sono ricchi di meccanocettori e quindi mandano segnali di propriocezione. In particolare, il legamento crociato anteriore rimane teso durante tutto l'arco di movimento (maggiormente in estensione). Il suo fascio postero laterale negli ultimi gradi di estensione, impedisce che la tibia scivoli in avanti per l'azione del quadricipite femorale. Il crociato posteriore è sempre teso ma aumenta in flessione, impedendo che la tibia scivoli indietro per l'azione degli ischiocrurali. La rotula durante la flesso-estensione tende a fare un movimento di scivolamento superiore e inferiore, con un andamento a C concava verso l'esterno, determinato dall'Angolo Q: angolo formato dalla linea del quadricipite e quello del tendine rotuleo. Questa angolazione crea una forza che sposta la rotula leggermente verso l'esterno durante i movimenti. FLESSIONE Sensazione di fine corsa morbido Limitanti fisiologici: contatto logge muscolari posteriori, tensione della parte anteriore della capsula e del crociato posteriore, tono di base del quadricipite femorale. ESTENSIONE Fine corsa teso/duro I limitanti sono il contatto fra i condili e il piatto tibiale, la tensione della parte posteriore della capsula articolare e del crociato anteriore

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