Psicologia del leader. Identità, Influenza e Potere - PDF

Summary

Questo documento presenta un capitolo sulla psicologia del leader, focalizzandosi su argomenti come identità, influenza e potere. Il capitolo esplora i pregiudizi legati alla leadership e la sua natura relazionale, discutendo il ruolo dei leader e dei seguaci all'interno di un gruppo. Include diverse questioni relative alla leadership e sottolinea l'importanza della comprensione della dinamica di gruppo per un'efficace leadership.

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lOMoARcPSD|21230318 Capitolo 8 - Psicologia del leader. Identità, influenza e potere Psicologia sociale ii (Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o...

lOMoARcPSD|21230318 Capitolo 8 - Psicologia del leader. Identità, influenza e potere Psicologia sociale ii (Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Angelo Rosatella ([email protected]) lOMoARcPSD|21230318 Capitolo 8 un quadro generale della leadership basata sull’identità: pregiudizio, pratica e politica Tre questioni: 1. Il pregiudizio della leadership 2. La pratica della leadership quali sono le implicazioni del modello per i leader “sul campo”? che cosa bisogna fare esattamente per riuscire ad influenzare gli altri membri del gruppo? 3. La politica della leadership essi partecipano ad un gioco a somma zero, dove la capacità d’azione degli uni riduce la capacità d’azione degli altri? I loro bisogni possono essere compatibili? E se lo so, in quali circostanze? IL PREGIUDIZIO DELLA LEADERSHIP comprende tre aspetti: 1- L’idea che i leader siano una razza a parte, che essi godano di certe qualità speciali precluse agli altri e che il successo o il fallimento del leader dipenda dal fatto che egli ossegga o no queste qualità. Nulla prova che vi sia una qualsiasi qualità in grado di garantire il successo della leadership possiamo respingere l’idea che ci siano tipi di persone intrinsecamente più adatte alla leadership rispetto ad altre 2- L’idea che la leadership riguardi i leader e solo loro questo pregiudizio fa sì che nelle analisi tradizionali della leadership l'attenzione esplicativa sia concentrata sul LEADER. Una conseguenza è la sottovalutazione del contributo dei seguaci al processo di leadership. Infatti, leader sono leader solo se e fintanto che sono considerati tali dai seguaci. La realtà non è tanto che particolari persone abbiano particolari qualità di leadership, quanto che i seguaci conferiscono qualità di leadership a particolari persone. I leader esercitano la loro leadership solo fintanto che riescono a reclutare dei seguaci per la loro causa e a mobilitare le energie di questi seguaci a sostegno della causa. I seguaci possono contribuire a convincere altre persone a sostenere i progetti del gruppo e a realizzare la visione del leader, quindi l'esercizio della leadership e spesso distribuito. In nessun caso i leader possono avere successo senza fedeli che trasmettono, amplificano e sottolineano i loro messaggi. 3- Spiegazione del successo dei gruppi se il contributo dei leader ha i risultati del gruppo e sovra stimato in generale, ciò è particolarmente vero quando il gruppo fa bene. Ai leader viene attribuito il merito nel successo anche quando nulla prova che essi abbiano fatto qualcosa di speciale per produrre quel successo. Al contrario, la responsabilità degli insuccessi dei gruppi è generalmente attribuita ai loro membri. Questi tre aspetti sono interconnessi. Non è difficile capire perché i leader siano i primi ad apprezzare il modello di leadership eroica: 1- ne legittima la posizione giustificando l'idea che proprio a loro, più che a chiunque altro, aspetti tenere le redini del potere. 2- li scioglie dai lacci delle tradizioni del gruppo o dalle obbligazioni verso gli altri membri e dalla necessità di cercare consiglio o di chiedere pareri alternativi. 3- permette ai leader di godere di tutti i benefici del successo, di evitare i costi del fallimento. Anche se l’idea dell’autonomia possa essere molto affascinante, se un leader viene separato dal gruppo rischia di perdere le basi della sua influenza e del suo potere. Punto di vista dei seguaci vedere i lati negativi è facile, molto più difficile è trovare qualcosa di buono nell’elevare i leader a una condizione eroica. Se l’autonomia dei leader è garantita dalla loro volontà libera, i seguaci non hanno nessuna influenza e nessun potere di decidere sul proprio destino. Scaricato da Angelo Rosatella ([email protected]) lOMoARcPSD|21230318 I seguaci non accettano la leadership eroica per irrazionalità o per scarsa consapevolezza in certe circostanze collettive essa assolve a importanti funzioni. Il “patto eroico” sminuisce l’autonomia dei seguaci e condanna i leader all’isolamento. Separando i leader dai seguaci, questa prospettiva ostacola la collaborazione fra le due parti per tradurre in realtà una visione condivisa. Il problema di fondo della visione eroica è che essa crea gruppi deboli. L’impossibilità di costruire gruppi forti danneggia la nostra capacità di costruire qualcosa nella società e di produrre qualunque cambiamento, in chiave progressista. La nozione di leader come eroe è un male per il leader, per i seguaci e per il gruppo. LA PRATICA DELLA LEADERSHIP la psicologia della leadership poggia sull’identità sociale che il leader costruisce e promuove con i seguaci e non sull’identità individuale del leader. Modello della leadership basato sull’identità o leadership identitaria tre R: 1- riflettere conoscere il gruppo che vogliamo guidare, comprendere la sua storia, la sua cultura e la sua identità, capire come è collegato ad altri gruppi. Le persone che fin dal principio cercano di imporre la propria volontà sul gruppo tendono a creare una distanza tra sé e i potenziali seguaci. Di conseguenza, non stringono legami con essi e non conquistano la loro accettazione. Le persone che finiscono con l’emergere come leader in genere cominciano con l’assumere il ruolo di seguace: ascoltano, osservano, conoscono il gruppo, si dimostrano interessate a diventare “buoni” membri del gruppo. La leadership comincia dalla capacità di aspettare il momento opportuno imparate ad ascoltare gli altri prima di parlare. Prima di agire, studiate attentamente la situazione e ciò che definisce l’identità del gruppo. Nella leadership la pazienza viene premiata. È impossibile guidare un gruppo se prima non se ne comprende la natura. Determinazione delle risorse identitarie (ascertaining identity resources) è importante perché molti potenziali leader presumono di sapere per intuito quali appartenenze di gruppo siano importanti per i loro seguaci e come essi si definiscano in termini sociali. Tuttavia, i leader molte volte finiscono con l’alienarsi i seguaci. Conoscere a fondo l’identità del gruppo è una condizione essenziale se il leader deve essere accettato come un membro del gruppo e come un membro prototipico. Bisogna giungere a conoscere anche i dettagli, anche le cose di cui nessuno tiene contro ma che tutti i membri del gruppo sanno non sapere queste cose è quasi come non appartenere al gruppo. 2- Rappresentare i leader non devono solo riflettere sulla natura del gruppo, devono anche rappresentarlo= 3 componenti di questo processo:  rappresentare se stessi come prototipici dell’ingroup: tutti gli aspetti del comportamento del leader devono essere diretti a dimostrare che essi rappresentano il gruppo, nonché gli interessi del gruppo. Il leader ideale è quello che è interessato al potere solo per il gruppo e non per il proprio vantaggio ogni giorno, si tratta di essere come il gruppo e per il gruppo  sviluppare politiche, idee e proposte che esprimano l’identità del gruppo e fare si che tali politiche, idee e proposte siano viste come l’espressione dell’identità del gruppo. Le persone resistono agli ordini; dare ordini rappresenta il fallimento dell’influenza il fallimento della leadership. Dare ordini riflette l’incapacità di rappresentare le proprie proposte come l’espressione di valori e obiettivi condivisi. Quanto meno questi valori e questi obiettivi sono conosciuti, tanto più il fallimento diventa probabile. Riflettere è importante per rappresenta, e rappresentare è importante per mobilitare i seguaci. Scaricato da Angelo Rosatella ([email protected]) lOMoARcPSD|21230318  struttura dell’organizzazione del partito o del movimento l’identità del gruppo deve riflettere la realtà delle cose o deve riflettere almeno ciò che il gruppo può divenire. Bisogna realizzare quella visione dell’organizzazione stessa, in modo che il nuovo mondo può esistere. Nell’ambito della procedura di determinazione delle risorse identitarie, c’è tutto lo spazio per condurre una verifica dell’identità istituzionalizzata che valuti il grado di corrispondenza tra la retorica della leadership su “chi siamo” e la realtà per i seguaci “sul campo” 3- Realizzare i leader devono tradurre le proprie parole in fatti; essi devono perseguire l’interesse del gruppo sotto due aspetti: -devono aiutare il gruppo ad accumulare quelle cose che considera importanti -devono creare insieme al gruppo un mondo sociale nel quale il gruppo possa vivere secondo i suoi valori La leadership può avere successo solo se fa contare nella realtà il gruppo; l’autooggettivazione collettiva può realizzarsi in diversi modi essa è riconducibile alla capacità dei leader di mobilitare l’entusiasmo dei seguaci riflettendo sull’identità e rappresentandola nei modi illustrati. La costruzione collettiva di strutture che possano canalizzare le energie dei membri del gruppo diventa importante, come l’analizzare le forze e le debolezze di coloro che possono indebolire il gruppo. Trappola della leadership coloro che hanno successo e sono celebrati come eroi, sono indotti a credere che quel successo sia tutto merito loro. Essi possono essere trasformati dall’esperienza del successo, possono cominciare a pensare di essere al di sopra del gruppo (è la morte per un leader) LA POLITICA DELLA LEADERSHIP Leadership efficace quando mobilita con successo i seguaci e si serve del gruppo come di una potente forza sociale Buona leadership quando la mobilitazione di questa forza sociale permette di raggiungere obiettivi socialmente lodevoli e desiderabili La psicologia della leadership è basata sui processi di gestione dell’identità sociale; la capacità di un leader di creare, coordinare e controllare un senso condiviso del “noi”. La polita della leadership poggia sul contenuto dell’identità sociale il significato del “noi”, le credenze, i valori e gli scopi che abbiamo in comune. L’identità sociale da un lato vincola la capacità d’azione del leader, dall’altro da spazio alla capacità d’azione dei seguaci. Essa è uno spazio di ordine superiore che è condiviso da leader e seguaci e permette loro di decidere come agire. Il ruolo del leader e quello dei seguaci possono essere complementari, l’uno può rafforzare l’altro. La leadership identitaria è esplicativa e implica che le attività suggerite da questi modelli dipendano da decisioni logicamente anteriori sulla natura del gruppo. Tre differenti relazioni che corrispondono a tre differenti sistemi politici: 1- Leader come guida  democratico 2- Leader come padrone  gerarchico 3- Leader come divinità  dittatoriale Scaricato da Angelo Rosatella ([email protected])

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