Sensation and Perception - Italian Notes PDF

Summary

These notes detail the concepts of sensation and perception in psychology. They cover the interplay between physical stimuli and our sensory experience, along with the different thresholds and laws in psychophysics. The notes also touch upon the visual system, its components, and theories related to color vision.

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SENSAZIONE e PERCEZIONE Quando in psicologia si parla di percezione, si parla anche di sensazione. Noi conosciamo il mondo attraverso la sensazione e la percezione. Esiste un continuo dei segnali, segnali primitivi che costituiscono la base del vissuto....

SENSAZIONE e PERCEZIONE Quando in psicologia si parla di percezione, si parla anche di sensazione. Noi conosciamo il mondo attraverso la sensazione e la percezione. Esiste un continuo dei segnali, segnali primitivi che costituiscono la base del vissuto. Tutto ciò che conosciamo lo conosciamo attraverso i sensi, tutta la dualità mente- corpo o corpo-anima, riprende sempre la dualità senso-cognitivo. Sensazione: l’interazione diretta e l’attivazione, stimolata da una sorgente di energia sica, dei nostri organi sensoriali con l’ambiente esterno. (Flussi di energia e di informazione sono stimoli che arrivano dal mondo esterno o interno) - La sensazione è il primo impatto che lo stimolo da al nostro corpo. Percezione: si fa riferimento all’elaborazione di questi stimoli. L’organizzazione,l’interpretazione e l’integrazione degli stimoli da parte di organi di senso e cervello. - Prodotto nito della sensazione. - È un processo che organizza gli stimoli, e parte dal sè corporeo (sensazione). Lo stimolo, invece, è una qualsiasi sorgente di energia sica che provochi una risposta a livello di un organo di senso. -Può essere esterno o interno. - È sensoriale ( collegato ai 5 sensi) e grezzo. Psico sica: l’impatto dello stimolo sul corpo, è lo studio della relazione tra le caratteristiche siche degli stimoli e la nostra sensazione. SENSAZIONE: Si è cercato di studiarla, la psico sica studia l’impatto che lo stimolo ha sul sistema mente corpo. In uno stimolo sensoriale notiamo una soglia, chiamata soglia assoluta che è la minor intensità di stimolo necessaria a nché questo sia percepibile (ci indicano il valore base dal quale noi percepiamo uno stimolo) -Sotto questa soglia ci sono i VALORI INFRAPRELIMINARI: quella gamma di stimoli che non riusciamo a PERCEPIRE come alcune frequenze radio , le onde elettromagnetiche, raggi X ecc. (sotto il valore soglia). -Oltre c’è una soglia assoluta TERMINALE, oltre la quale non percepiamo più lo stimolo. Poi dobbiamo considerare elementi di interferenza che chiamiamo RUMORE, ovvero ciò che interferisce con la percezione dello stimolo. fi fi fi fi fi fi ffi -La selettività della gamma di stimoli che siamo in grado di captare è fortemente adattativa. -Normalmente i nostri sensi non possono recepire stimolazioni dalla soglia assoluta a causa del rumore. I valori soglia possono essere calcolati tramite metodi PSICOFISICI che studiano la relazione sistematica tra due variabili per selettivizzare la gamma degli stimoli percepibili. Quando si parla di dolore diventa una soglia troppo soggettiva e relativa a causa del valore a ettivo dipendente da esso. Metodo dei Limiti: lo sperimentatore presenta al soggetto ripetutamente diverse serie di stimoli; questi possono essere presentati in ordine ascendente no a che il soggetto non segnala di sentire lo stimolo, o in ordine discendente no a che il soggetto non segnala di non sentire più lo stimolo. (Usato per la soglia del dolore). Si parla di SOGLIA DIFFERENZIALE: la minima quantità di cambiamento nell’intensitá di uno stimolo standard, necessaria per recepire la di erenza rispetto a uno stimolo di confronto. Quindi quanta intensità ci deve essere a nché si percepisca la di erenza. Qui si arriva alla LEGGE DI WEBER: più elevato è lo stimolo standard, meno sensibile è il sistema sensoriale ai cambiamenti di intensità. (Ovvero che se io faccio una doccia e parto dall’acqua fredda a 20 gradi e poi scendo a 15 non percepirò la di erenza, invece se parto con acqua calda e poi arrivò a 15 gradi si). Ciò signi ca che la minima di erenza di intensità che può essere rilevata non è un valore costante ma dipende dall’intensità iniziale. LEGGE DI FECHNER: sviluppa ulteriormente la legge di WEBER dicendo che aumenti costanti della sensazione corrispondono ad aumenti proporzionalmente crescenti dell’intensità dello stimolo Aumentando linearmente l’intensità dello stimolo, la sensazione aumenta prima rapidamente e poi lentamente. Ovvero: Una volta che aumenta lo stimolo c’è bisogno di una intensità sempre maggiore per percepire la di erenza. ff ff ff ff ff ffi ff fi fi fi Critiche alla psico sica: i soggetti non si comportano come semplici rilevatori, ma come soggetti attivi che - valutano e stimano lo stimolo da un punto di vista oggettivo, attraverso parametri pre ssati. Ma non vanno a vedere la valutazione soggettiva dello stimolo, quindi la dimensione a ettiva. Nel dolore possiamo stabilire dei valori, ma è un vissuto qualitativo e soggettivo. - adattano la sensazione all’ambiente - decidono se rilevare o meno la di erenza percepita VARIABILI SOGGETTIVE: uno dei limiti della psico sica il soggetto compie delle valutazioni, fa delle stime. Il soggetto non è un organismo passivo che subisce passivamente gli stimoli in entrata, ma è bensì ATTIVO e valuta ed elabora gli stimoli ricevuti. È il soggetto che decide quale informazione rilevare, il soggetto è protagonista del processo sensoriale. Adattamento Sensoriale: aggiustamento delle capacità sensoriali dopo un’esposizione prolungata a stimoli ssi. Dovuta all’impossibilità dei nervi sensoriali recettori di inviare messaggi al cervello all’in nito. Teoria della Detezione del Segnale: considera l’in uenza della presa di decisione sulla rilevazione dell’esistenza o meno dello stimolo da parte del soggetto. È il soggetto che decide quale informazione rilevare. CANALI SENSORIALI: quelli che noi conosciamo come organi di senso si chiamano organi speci ci in quanto sono organi preposti all’elaborazione di un’informazione speci ca. Se parliamo in termine di ussi di informazioni e di energia parliamo di un usso di energia speci co per un organo sensoriale speci co. OCCHIO-ORECCHIO-SISTEMA GUSTATIVO (BOCCA)-SISTEMA OLFATTIVO (NASO)- IL TATTO. LA VISTA Quando parliamo di flusso di energia rispetto alla vista, parliamo di onde di radiazione elettromagnetica, queste onde vengono misurate in lunghezze d’onda. Struttura dell’occhio, formato da varie regioni: - cornea: quando noi percepiamo un oggetto, le onde elettromagnetiche rifrangono la luce che attraversa la cornea che è la prima struttura che mette a fuoco l’oggetto; quindi la cornea è la struttura di contatto tra l’organo sensoriale della vista e il mondo esterno. - Pupilla: cambia apertura in base alla quantità di luce presente nell’ambiente, ci permette di ltrare la luminosità, infatti si dilata in ambienti bui e si restringe in ambienti molto luminosi perchè deve ltrare la luce per permettere la percezione dell’oggetto. - Cristallino: poi passa attraverso il cristallino che provoca un curvatura dei raggi di luce che si focalizzano nella parte posteriore dell’occhio, focalizza la luce cambiando il proprio spessore. - Retina: l’energia elettromagnetica della luce è convertita in energia nervosa, l’immagine è proiettata capovolta. A sua volta la retina è composta da: - Bastoncelli: cellule nervose ricettive sottili e cilindriche, altamente sensibili alla luce. Sono primariamente coinvolti nella visione periferica e nella vista notturna. - Coni: cellule nervose ricettive responsabili della messa a fuoco dettagliata e della percezione del colore, sopratutto in situazioni di elevata luminosità. fi fi fi ff fi fi fi fl ff fi fi fi fi fi fl fl TEORIA TRICROMATICA DELLA VISIONE: Young Helmhotlz a erma che esistono 3 tipi di coni nella retina, ciascuno dei quali risponde principalmente a una speci ca varietà di lunghezze d’onda. TEORIA DEI PROCESSI OPPONENTI DI COLORE: secondo Hering, le cellule ricettive sono legate a coppie e lavorano in opposizione l’una all’altra. Possiamo parlare di campo visivo destro e sinistro: le informazioni del campo visivo sinistro vengono proiettate nella parte destra dell’occhio sinistro e viceversa. Ci sono due canali che si intrecciano, questi canali sono formati dagli assoni, prolungamenti dei neuroni, che trasportano il segnale elettrico. Questi sono due canali che trasportano il segnale visivo e arrivano alla corteccia visiva, che si trova nella zona occipitale. Canali che portano alla corteccia visiva dove viene elaborata l’immagine: nervi ottici. È nella corteccia visiva che poi vengono messi insieme le informazioni che arrivano dall’occhio sinistro e dall’occhio destro, qui vengono integrate mescolate ed elaborate. Corteccia visiva del cervello: - codi ca e organizzazione - neuroni all’interno della corteccia sono specializzati e vengono attivati solo da stimoli visivi di particolari forme (estrazione delle caratteristiche) Dopo i coni e i bastoncelli, le strutture successive sono le cellule bipolari e le cellule del Glanglion (ASSONI GLANGLIANI, che sono canali lunghi che vanno dagli occhi alla corteccia visiva, chiamati anche nervi ottici) Queste sintetizzano l’informazione visiva che viene inviata al cervello attraverso una fascia di assoni gangliari chiamata nervo ottico. → I sistemi neurali separati di elaborazione delle Informazioni visive vengono integrati in 30 aree corticali visive organizzate lungo due vie: - Via visiva dorsale: svolge la funzione di guidare l’esperienza consapevole dell’oggetto (lesioni a questa via causano agnosia visiva ovvero la di coltà al dare un nome all’oggetto). - Via visiva ventrale: analizza le informazioni visive per guidare in modo inconsapevole le azioni con gli oggetti (lesioni a questa via causano atassia ottima ovvero la di coltà al regolare le informazioni ottiche con i movimenti). I neuroni a specchio (cellule che si attivano sia quando vedo compiere un’azione sia quando io vedo compiere un’azione. Le cellule dei neuroni specchio sono alla base del processo della simulazione incarnata, quello che io vedo è un’informazione visiva che attiva anche degli schemi motori, non solo vedo un oggetto, ma attivo anche delle sequenze di azioni che mi permettono di interagire con esso =ciò che si riprende nel concetto di a ordance). ff fi ffi ff ffi fi UDITO Altro canale sensoriale speci co, ci interessa capire la sua struttura che è composta da: -Condotto uditivo: un passaggio che porta al timpano e alle strutture intermedie che hanno il compito di ampli care l’onda, il usso di energia (onda sonora) - Il timpano: il quale vibra ogni volta che è colpito dal suono - Orecchio medio: una piccola cavità con tre ossa (martello, sta a e incudine) che trasmettono le vibrazioni alla nestra ovale, inoltre agisce come un ampli catore meccanico. - Orecchio interno: trasforma le vibrazioni sonore in energia nervosa tale da poter essere inviata al cervello. - Condottò osseo: via alternativa d’entrata - Coclea: tubo a forma di spirale contenente un uido capace di vibrare in risposta al suono sulla membrana basilare.Membrana basilare ricoperta di cellule ciliate:cellule che si muovono e hanno il compito di inviare un messaggio al cervello. Anche nell’udito possiamo parlare di uno spettro, lo spettro uditivo;anche qua abbiamo delle onde e se aumenta la lunghezza d’onda diminuisce la frequenza. fi fi fi fl fl fi ff TEORIE DEL SUONO -Teoria dell’Onda Viaggiante (von Békésy 1960): aree diverse della membrana basilare rispondono a diversi tipi di frequenze. -Teoria della Discriminazione in Frequenza: l’intera super cie della membrana basilare vibra completamente in risposta a un suono e i recettori nervosi inviano segnali che sono direttamente legati alla frequenza dei suoni ai quali l’orecchio è esposto. -Ruolo della corteccia uditiva del cervello, in cui ci sono neuroni che rispondono selettivamente a caratteristiche di suono di tipo altamente specializzato. -Molte strutture nell’orecchio sono legate al nostro senso di equilibrio. La posizione dell’apparato vestibolare invia dei segnali al cervello e permette poi ad esso, attraverso la corteccia motoria, di inviare segnali che porteranno ad un aggiustamento corporeo. Tant’è che infezioni o disturbi all’apparato vestibolare interno possono compromettere il sistema dell’equilibrio o portare a vertigini. fi OLFATTO C’è un canale, che parte dal naso: il flusso di informazioni (fragranze e odori entrano nel naso e poi passano per -Cellule olfattive: neuroni ricettivo del naso che costituiscono l’epitelio olfattivo all’interno della cavità nasale. -Cellule Recettrici dell’Olfatto: quando vengono a contatto con le molecole di una sostanza avviene la traduzione olfattiva (trasformano le informazioni in impulso nervoso) e l’impulso nervoso viene trasmesso attraverso le fibre nervose al bulbo olfattivo. -Bulbo Olfattivo:regione del cervello connessa alla corteccia olfattiva. Il sistema limbico= coinvolto nelle emozioni, quindi c’è una vicinanza marcata perchè è un complesso di strutture encefaliche, molto importate nella memoria olfattiva: ossia associare ricordi ed emozioni a determinati odori (perchè nel sistema limbico si trova l’ippocampo. GUSTO C’è un canale, che parte dalla bocca, attraverso il quale i flussi di energia e di informazione arrivano al cervello. È il senso che permette la de nizione qualitativa di una sostanza in base al sapore. Il gusto, inoltre, coinvolge cellule ricettive che corrispondono a 4 qualità di stimoli base: dolce, acido, salato e amaro. Quello che gustiamo è sempre una combinazione di queste qualità base. Cellule ricettive del gusto: sono cellule dislocate tra le circa 10000 papille gustative distribuite fra lingua e altre parti di bocca e gola. → Ogni sensazione gustativa comporta 3 eventi: 1. Generazione dello stimolo nella cavità orale. 2. Traduzione in stimolo nervoso che viene trasmesso al cervello. 3. Interpretazione in termini sensoriali edonici. fi SISTEMA SOMATOSENSORIALE È un senso multiplo o aspecifico perché si avvale di recettori distribuiti in tutto il corpo e comprende diverse modalità di senso: sensazioni tattili, sensazioni termiche, sensazioni dolorose e propriocettive. Il sistema somatosensoriale è ovunque. Questo sistema ha 3 funzioni principali: ESTEROCEZIONE: riguarda la sensibilità tattile, termica e dolori ca attraverso strutture sensoriali situate nella cute e nel sottocutaneo. Tocco un oggetto caldo e bollente= esterocezione. Informazione che ho quando l’oggetto entra in contatto con la mia pelle, questa viene elaborata da esterocettori (recettori sensoriali) INTEROCEZIONE: è il senso dello stato interno corporeo, i recettori si trovano negli organi interni, organi viscerali come cuore, reni, vescica ecc. Riguarda quindi le sensazioni che provengono dagli organi interni. PROPRIOCEZIONE: riguarda le informazioni spazio-temporali del mondo esterno usate per a nare e coordinare i movimenti, ma anche per mantenere la stazione eretta. È il senso del proprio corpo nello spazio. I recettori della propiocezione si trovano nei muscoli quindi se io assumo una certa postura, attraverso il processo della propiocezione, io percepisco in che postura sono e posso cambiare postura ed aggiustarmi intenzionalmente. TATTO E DOLORE I recettori tattili si trovano distribuiti sulla super cie del corpo e all’interno di esso. Le sensibilità somatiche vengono divise in 3 tipologie: -le sensibilità somatiche meccano-concettive: sollecitazioni meccaniche dei tessuti corporei. (Pressione, vibrazione, solletico e senso di posizione) -le sensibilità termiche: per il caldo e per il freddo. -le sensibilità dolori che: evocate da qualunque fattore che danneggi i tessuti. Le informazioni della sensibilità somatica entrano nel midollo spinale attraverso le radici posteriori dei nervi spinali e raggiungono l’encefalo e la corteccia somestesica attraverso due vie che convergono nel talamo. IL DOLORE: il dolore è fondamentale perchè costituisce un campanello di allarme e un meccanismo di difesa che insorge quando un tessuto sta subendo un danno. Quando una cellula è danneggiata, quale che sia la ragione del danno, rilascia una sostanza chimica chiamata sostanza P che trasmette messaggi di dolore al cervello. -L’esperienza del dolore dipende largamente da emozioni e pensieri personali. (Anche lo stimolo più debole come una visita dal dentista può diventare fortemente doloroso se accompagnato a uno stato di ansietà). -Secondo la teoria del gate control, recettori nervosi speci ci a livello del midollo spinale sono collegati a determinate aree del cervello legate al senso del dolore. Quando questi recettori vengono attivati da un infortunio o da un problema in una parte del corpo, una sorta di “cancello” per il cervello viene aperto, permettendoci di sperimentare la sensazione del dolore. ffi fi fi fi fi Tuttavia, un altro insieme di recettori neurali è in grado, sotto stimolo, di chiudere il cancello per il cervello, riducendo così l’esperienza del dolore. Può essere chiuso in due diversi modi: 1. Altri impulsi possono riempire i condotti nervosi legati al dolore distribuiti nel cervello. In questo caso, stimoli diversi da quelli del dolore competono e talvolta rimpiazzano il messaggio neurale del dolore, ostruendo così lo stimolo del dolore. Questo spiega perchè sfregare la pelle attorno a una ferita può aiutare a ridurre il dolore: lo stimolo dello sfregamento allevia quello del dolore. 2. Oppure intervengono fattori psicologici (es. emozioni, interpretazioni, memoria). A seconda delle emozioni provate dall’individuo in questione, dalla sua interpretazione degli eventi o dalle sue esperienze precedenti, il cervello può chiudere il cancello mandando un messaggio attraverso il midollo spinale a una parte infortunata del corpo, producendo così sollievo o riduzione del dolore. (Es. militari feriti in guerra possono anche non percepire dolore perchè l’esperienza del dolore è o uscata dal sentimento di sollievo data dal fatto di essere ancora vivi). LA PROPRIOCEZIONE (sesto senso) è la capacità del sistema nervoso di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista. Sapere sempre in che posizione cii si trova , anche a occhi chiusi, migliora la capacità del corpo umano di reagire a eventuali stimoli esterni tendenti ad alterare la posizione nello spazio dello stesso. La propriocezione assume quindi un’importanza fondamentale nel complesso sistema dell’equilibrio e del controllo del movimento, veicola informazioni sulla posizione e sul movimento delle varie parti del corpo e comprende 3 distinte funzioni: -senso di posizione -senso di movimento -senso di forza. Per eseguire un movimento sono necessari continui aggiustamenti posturali. Ogni volta che ci si mette in una posizione di disequilibrio, il sistema nervoso agisce fornendo un’immediata risposta ai sensori che lo avvertono dell’instabilità e dunque dell’imminente pericolo. Si attuano subito fargli automatismi inconsapevoli che risistemano il corpo nello spazio. La propriocezione è resa possibile dalla presenza di speci ci recettori posizionali in posizioni speci che a seconda della loro funzione: -Recettori Vestibolari, strutture del labirinto nell’orecchio interno (contribuisce al senso dell’equilibrio. -Fusi Neuromuscolari, situati nella muscolatura volontaria controllano il ri esso da stiramento muscolare. -Organi di Golgi, si trovano nella giunzione muscolo-tendinea e controllano il ri esso tendineo. -Recettori Cinestetici, informano sul grado d’angolazione delle articolazioni. fl ff fi fi fl INTEGRAZIONE TRA I SENSI Si parla quindi della MULTISENSORIALITÀ (Integrazione Sensoriale): -Nel cervello non ci sono aree sensoriali deputate unicamente all’elaborazione di informazioni provenienti da uno solo dei sensi. -Secondo Gibson, anziché fare riferimento ai sensi come canali separati, dovremmo occuparci di essi come “sistemi percettivi attivi e multisensorialI” -L’esplorazione multisensoriale è funzionale a sostenere in modo competente l’azione. Rende più robusta la percezione e può essere complementare quando le informazioni riguardano proprietà diverse raccolte simultaneamente con diversi canali sensoriali. (es. sentiamo una band suonare in un locale, e etto uditivo, visivo e olfattivo). POLISENSORIALITÀ la multisensorialità intensi ca la percezione. Leggi p.94-95 manuale. La collaborazione tra i sensi da origine a un altro fenomeno interessante che integra le informazioni sensoriali, quello della SINESTESIA: Una stimolazione relativa a una data modalità sensoriale produce risposte non solo nello speci co canale sensoriale sollecitato, ma anche in un sistema diverso. Quindi è un fenomeno in cui la stimolazione di un canale e sensoriale attiva un altro canale sensoriale es. un odore particolare attiva un’immagine. Ogni volta che percepiamo una singola sensazione, mediante un solo canale sensoriale, essa viene sottoposta a una trasformazione ed elaborazione sincronica da parte di tutto il complesso sensoriale. La sinestesia però non corrisponde all’immaginazione, che è un’esperienza multisensoriale. Due teorie spiegano la sinestesia: Teoria Psicolinguistica→ la quale considera le percezioni sinestesiche come fenomeni di natura cognitiva. Le sinestesie sarebbero meccanismi attivati nella mente umana, che permettono l’interazione tra il processo percettivo e quello cognitivo, consentendo la veloce acquisizione di un numero elevato di dati e informazioni. Secondo Osgood e Marks (1975), le sinestesie hanno luogo nel momento in cui le stimolazioni che derivano dalla sollecitazione di determinate modalità sensoriali divise tra loro, danno luogo a riposte emotive comuni. (es: il colore nero viene percepito come triste e sinestescamente associato a suoni gravi a loro volta percepiti come cupi. Teoria Neurologica→secondo Cytowic (1989;1993), i fenomeni sinestesici risiedono nell’area limbica dell’emisfero sinistro (parte più analitica, unità sensoriale in ottica evoluzionistica). La percezione, quindi, sarebbe elaborata in due strutture: la corteccia e il sistema limbico. 1. La corteccia: lavora in modo analitico ed e ettua delle discriminazioni. 2. Il sistema limbico: lavora in modo sincretico e le informazioni provenienti dai vari canali sensoriali vengono fuse con le informazioni del processo emozionale e della memoria. Le esperienze sinestesiche potrebbero essere causate da un momentaneo ria ermarsi del sistema limbico. ff fi ff ff fi PERCEZIONE Le sensazioni raccolte dagli organi sensoriali e inviate al cervello vengono codi cate, organizzate, riconosciute e interpretate a livello di corteccia. La percezione è perciò una dimensione più cognitiva, che richiede un’elaborazione a livello di corteccia di informazioni grezze. Rappresenta il prodotto FINITO della sensazione. È quel processo costruttivo attraverso il quale andiamo oltre gli stimoli che ci si presentano e li elaboriamo in un’unità dotata di signi cato. Nella psicologia, cosiddetta ingenua, si sostiene che le 2 realtà siano uguali: - Realtà percettiva: interna, cioè come percepiamo il mondo. -Realtà sica: esterna, il mondo per come è. Numerose esperienze però hanno dimostrato che realtà sica e percettiva non sempre coincidono. Il realismo ingenuo è una convinzione, basata su l’idea che ciò che noi percepiamo sarebbe la fotocopia dello stimolo, ossia della realtà sica. Nel realismo ingenuo facciamo due errori: 1. Errore dello stimolo→descriviamo non ciò che vediamo ma ciò che sappiamo (perchè entriamo in relazione con il mondo esterno con una conoscenza di vita: ricordi/emozioni). 2. Errore dell’esperienza→attribuiamo alla realtà sica attributi che appartengono alla realtà fenomenica. Assenza dell’Oggetto Fenomenico: un oggetto ha un attributo sico ma non viene percepito da me. Figura A si trova in B ma a livello fenomenica non si percepisce. L’oggetto c’è nella realtà ma non compare nel nostro vissuto fenomenico.( errore stimolo) Assenza Dell’Oggetto Fisico: immagini in cui manca l’oggetto sico ma viene percepito da me. Nella gura noi vediamo il triangolo ma in realtà non esiste. (Basso a destra) fi fi fi fi fi fi fi fi fi Illusioni Visive: Sembra che le due righe non si incontrino ( gura A) perchè sono divise da uno spazio (crea illusione che le due linee non si incontrino ma in realtà si) -In quelle sotto le linee sotto sembrano più lunghe ma in realtà cambia solo la freccia. La percezione viene spiegata con una catena psico sica: c’è uno stimolo iniziale e sico (prodotto dalla molteplicità di radiazioni presenti nel mondo sico) → c’è una stimolazione prossimale(quella parte di energia dello stimolo che viene raccolta dai nostri recettori e avvertita dal nostro organismo)→ l’energia sica viene trasdotta dai recettori in energia nervosa e trasmessa alle speci che regioni celebrali (aree di proiezione) predisposte a elaborare queste informazioni. A quest’ultimo livello di organizzazione corrisponde la percezione, ovvero il riconoscimento immediato di fenomeni della realtà come per esempio il riconoscimento di oggetti statici o in movimento (se coinvolto il sistema visivo), la percezione di parole e rumori (per sistema acustico) ecc. CICLO PERCEZIONE-AZIONE (Gibson) La percezione è un processo articolato che non è unidirezionale e passivo ma ciclico e attivo. Le informazioni provenienti dai recettori non vanno in un’unica direzione ma vengono usate a loro volta per guidare l’attività esplorativa producendo delle anticipazioni che preparano il soggetto a ricevere determinati tipi di informazione e a cogliere quella più pertinente per i suoi scopi. L’osservatore non è un ricevente passivo e statico, ma piuttosto un attivo organizzatore. Percepire signi ca esplorare attivamente l’ambiente nel corso di attività motorie per eseguirle con maggiore e cienza: la percezione è al servizio dell’azione = CICLO PERCEZIONE-AZIONE (Concetto di AFFORDANCE: quando percepiamo elemento esterno percepiamo anche le funzionalità dell’oggetto che sono istruzioni e sequenze motorie che ci permettono di interagire con esso. Non vediamo solo la sua realtà e composizione sica ma la sua funzionalità, questa si chiama CICLO PERCEZIONE-AZIONE, la percezione è al servizio dell’azione) fi fi fi fi fi fi ffi fi fi -L’elaborazione percettiva non ha a che fare direttamente con lo stimolo sico, ma solo con le successive mediazioni siologiche determinate dalla stimolazione prossimale. L’informazione che i nostri recettori ltrano e selezionano è quindi parzialmente indeterminata. L’immagine ottica contiene una parte dell’informazione relativa allo stimolo sico ma non tutta. Quindi nella percezione, il sistema di elaborazione nale deve risalire dall’immagine dell’oggetto che l’ha generata, utilizzando criteri di organizzazione che guidano il sistema visivo nella costruzione di una rappresentazione il più possibile vicina al vero. Attraverso processi detti di “costanza percettiva”, siamo in grado di comprendere che la dimensione di un oggetto varia nel campo visivo, non perché questo oggetto di per sé cambi dimensione, ma perché con la costanza percettiva c’è un allontanamento dal mio campo visivo. COSTANZA PERCETTIVA: fenomeno per cui gli oggetti sici vengono percepiti come invariabili e dotati di stabilità, nonostante lo stimolo prossimale cambi continuamente anche in funzione dei cambiamenti dell’ambiente sico. -La costanza percettiva viene utilizzata per correggere vari tipi di indeterminazione che gravano sull’informazione ottica e sulla percezione di molte proprietà degli oggetti (grandezza, forma, movimento) oltre che la profondità. Sebbene l’applicazione della costanza percettiva ci consenta di mantenere invariate le caratteristiche dello stimolo sico e quindi ci preservi dall’errore, a volte, può creare illusioni ottiche errate. COSTANZA DI GRANDEZZA -Noi teniamo conto non solo delle informazioni ottiche ma anche delle informazioni presenti nell’ambiente relative alla distanza dell’oggetto da noi. -Questa relazione tra distanza e grandezza viene espressa dalla “Legge di Emmert” che dice che rimanendo costante l’angolo ottico, a distanze maggiori corrispondono grandezze maggiori. Nella gura in basso(dx) il rettangolo a destra viene percepito come più grande dei due a sinistra, se li misuriamo però, notiamo che i due rettangoli hanno la stessa dimensione. - La percezione della dimensione di un oggetto è una proprietà di campo più che una proprietà assoluta. fi fi fi fi fi fi fi fi fi Costanza di forma: La costanza di forma è la tendenza ad attribuire agli oggetti la medesima forma nonostante le diverse forme che essi proiettano sulla retina. La “prospettiva tissurale” contribuisce al mantenimento della costanza di forma. Le forme sono le stesse ma sembrano diverse per la prospettiva n cui sono inserite (i blocchi hanno la stessa dimensione) ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA: Alcuni dei processi percettivi più elementari possono essere descritti da una serie di principi che focalizzano l’attenzione su come organizziamo le informazioni in un’unità percettiva di senso compiuto. Questi principi sono chiamati Leggi dell’organizzazione (Wertheimer 1923) e si fondano sul principio che il tutto è più della somma delle singole parti (Gestalt). In altri termini, l’unità percettiva non dipende dalle caratteristiche dei singoli elementi bensì dall’organizzazione totale della con gurazione. SEGMENTAZIONE DEL CAMPO VISIVO: Nello studio dei fattori che determinano l’uni cazione degli elementi discreti in unità percettiva, Wertheimer, pose in evidenza alcuni principi validi per gli stimoli visivi e uditivi: -Il principio della vicinanza= a parità di altre condizioni si uni cano elementi prossimi. (Percepiamo elementi vicini tra loro come un gruppo) -Il principio di somiglianza= a parità di altre condizioni si uni cano elementi simili. -Il principio della chiusura= le linee che delimitano una regione chiusa tendono a uni carsi. (Tendiamo a ignorare la discontinuità di una gura e a vedere la forma generale) -Il principio della continuità= a parità di altre condizioni si uni cano le linee caratterizzate da continuità di orientamento spaziale. -Il principio della Pregnanza/semplicità= a parità di alte condizioni vengono privilegiati insiemi di stimoli caratterizzati da semplicità, simmetria e regolarità. (Quando osserviamo un pattern, lo osserviamo nella sua organizzazione più semplice ed elementare possibile). fi fi fi fi fi fi fi LA RELAZIONE FIGURA-SFONDO Di solito, noi distinguiamo una gura e uno sfondo, ossia il contorno tra due regioni appare come il bordo di una super cie che occlude un’altra. È la prima segmentazione del usso delle stimolazioni, non c’è gura senza sfondo e viceversa. La gura ha un’estensione de nita (ha un bordo) mentre lo sfondo è indeterminato e amorfo. La di coltà nel sapere riconoscere la gura è dovuta a diversi fattori isolabili che consentono di far emergere una gura rispetto allo sfondo. I fattori isolabili sono: -Inclusione: a parità di altre condizioni diventa gura la regione inclusa. -Convessità: a parità di altre condizioni diventa gura la regione convessa. -Area relativa: a parità di atre condizioni diventa gura la regione di are minore. -Orientamento: a parità di altre condizioni diventano gure le regioni i cui assi intrinseci sono allineati con le direzioni principali dello spazio percepito, vert e oriz. -Simmetria: a parità di altre condizioni diventano gure le regioni a simmetria bilaterale rispetto a un asse. Nel caso in cui questi fattori non riescono a dominare, abbiamo le cosiddette, gure reversibili, gure nelle quali si ha un’invenzione sistematica tra gura e sfondo. La reversibilità è un chiaro segno di instabilità percettiva, poiché è impossibile percepire contemporaneamente entrambi i due stimoli, o come gura, o come sfondo. fi fi ffi fi fl fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi LA PERCEZIONE DELLA PROFONDITÀ Le immagini proiettate sulla retina sono bidimensionali, ma il mondo attorno a noi è tridimensionale, ed è così che lo percepiamo in quanto disponiamo di diversi indizi che ci danno la possibilità di avere il senso di profondità. Ci sono gli indizi monoculari, grazie ai quali siamo in grado di percepire la profondità mediante un solo occhi, e ci sono gli indizi binoculari, che vengono individuati attraverso le informazioni provenienti da entrambi gli occhi. INDIZI BINOCULARI: La capacità di percepire le tre dimensioni e la distanza, fenomeno chiamato “percezione della profondità”, dipende in gran parte dal fatto che i nostri occhi sono due. La distanza che c’è tra i due occhi fa si che ciascuna retina riceva un’immagine leggermente diversa rispetto all’altra. Questo fenomeno è chiamato disparità binoculare, è il cervello (nella corteccia visiva primaria) che poi si occupa di integrare le due immagini in una singola visione (fusione binoculare) Il sistema visivo però non ignora la di erenza tra le due immagini perchè danno informazioni importanti per capire la profondità. Dalla disparità e dal segno della disparità, il cervello ricava le distanze degli oggetti. Tuttavia, oggetti troppo lontani avranno una disparità troppo piccola per essere misurata e quindi in questi casi ci serviamo degli indizi monoculari. -Il fatto che la discrepanza ta le immagini dell’occhio sinistro e di quello destro vari a seconda della nostra distanza da essi ci da la possibilità di determinare la distanza. -Per calcolare le disparità il cervello deve confrontare le immagini provenienti da entrambi gli occhi. Questa operazione viene compiuta nella corteccia visiva primaria, in quanto nel primo stadio di analisi visiva (retina e talamo), le due immagini vengono tenute separate. CONVERGENZA: quando ssiamo un oggetto, gli occhi (distanti tra loro), convergono di un certo angolo in modo che l’immagine dell’oggetto cada nella doveva (centro della retina) di ciascun occhio. Se l’oggetto è vicino, l’angolo sarà relativamente ampio, se l’oggetto è distante l’angolo sarà più acuto. Anche in questo caso il nostro sistema visivo è in grado di interpretare la distanza in funzione dell’angolo di convergenza. fi ff INDIZI MONOCULARI: Accomodazione: l’osservatore registra lo sforzo associato la curvatura del cristallino e la sfocatura dell’immagine per concludere che l’oggetto si trova a una distanza diversa della super cie a fuoco, senza però distinguere se l’oggetto è più lontano o più vicino. Densità microstrutturale: fenomeno del gradiente di densità della microstruttura delle super ci sulla retina (il gradiente varia in funzione del tipo di super cie che osserviamo). Quanto sono tte le informazioni, quando appaiono più o meno tte ci da quanto sono vicine o distanti da noi. Prospettiva di movimento: informazione veicolata dalle trasformazioni ottiche seguenti allo spostamento del punto di vista. Uno di questi, la parallasse di movimento, è il cambiamento della posizione di un oggetto sulla retina causato dal movimento del nostro corpo in relazione all’oggetto (es. viaggiando in macchina quando vediamo albero vicino a noi esso sembra muoversi al contrario. Al contrario gli oggetti più lontani a noi sembrano andare più lentamente ma nella nostra direzione). Il nostro cervello analizza questi indizi per capire le distanze. Indizi pittorici: relativi alle proprietà proiettive delle immagini statiche sono detti pittorici, perché utilizzati in pittura. Es. se due oggetti hanno la stessa dimensione, l’oggetto che appare più piccolo sulla retina è quello che si trova più lontano da noi. PERCEZIONE DEL MOVIMENTO: Il movimento è sempre rapportato a un sistema di riferimento Movimento Indotto (Wallach 1935): la percezione del movimento dipende dal sistema di riferimento prossimo, non da quello sovraordinato. Dimostra come un oggetto in quiete possa essere visto in movimento (es quando vediamo un treno in movimento dal nostro treno fermo, sembra che siamo noi a spostarci) Movimento Apparente, Phi o Stroboscopico (Wertheimer 1912): percezioni di oggetti in movimento a partire da stimoli statici presentati a intervalli regolari nel tempo. Movimento autocinetico: Si veri ca in un luogo buio, in un ssando un punto luminoso statico, l’osservatore ha la percezione di una scia luminosa in movimento. Il fenomeno si veri ca perchè in assenza di punti di riferimento, noi attribuiamo erroneamente i nostri movimenti oculari all’oggetto percettivo. fi fi fi fi fi fi fi fi ELABORAZIONE TOP-DOWN e BOTTOM-UP Lo stadio primario della percezione è quello in cui hanno luogo i processi visivi primari che hanno il compito di individuare e descrivere le caratteristiche siche dello stimolo e di farne emergere l’oggetto strutturato. Lo stadio secondario invece, anche de nito come elaborazione cognitiva, è quello in cui, mediante il ricorso e il confronto con le conoscenze in memoria, consente il riconoscimento e l’attribuzione di un signi cato. Le modalità con le quali avviene il confronto possono essere l’elaborazione TOP- DOWN e BOTTOM-UP. -L’elaborazione top-down: la percezione è guidata da un alto livello di conoscenza, da esperienza, aspettativa e motivazione. (Riusciamo a capire la frase grazie alla nostra esperienza di lettura passata, inoltre abbiamo delle aspettative su cosa stiamo leggendo). L’elaborazione top-down è spiegata dall’importanza del contesto nel determinare la nostra percezione degli oggetti. Tuttavia, l’elaborazione top-down non avviene senza la bottom-up, perchè altrimenti non saremmo in grado di percepire il signi cato di tale stimolo, anche se il primo tipo di elaborazione ci permettesse di colmare i vuoti tipici di stimoli ambigui o privi di contesto. -L’elaborazione bottom-up: consiste nel riconoscere ed elaborare informazioni che riguardano le singole componenti degli stimoli (non faremmo molta strada se non riuscissimo ad identi care le lettere) -I due tipi di elaborazione avvengono quindi simultaneamente e interagiscono tra di loro nella percezione del mondo che ci circonda. L’elaborazione bottom-up ci permette di elaborare le caratteristiche fondamentali dello stimolo, la top-down invece, ci permette di utilizzare l’esperienza durante la percezione. PERCEPIRE TOTALITÀ (top-down) -La scuola della Gelstat, sostiene che la percezione non è preceduta da sensazioni ma è un processo primario e immediato come risultante dell’organizzazione interna delle forze che si vengono a creare fra le diverse componenti di uno stimolo. In questo senso il processo è top-down, cioè guidato centralmente dalla visione gelstatica dell’insieme e non dalla composizione o somma delle singole parti. -Concetto di AFFORDANCE: per Gibson, la percezione consiste nella capacità di cogliere le informazioni già contenute nello stimolo stesso; la stimolazione non è caotica, ma o re un ordine intrinseco grazie a una precisa distribuzione spaziale e temporale di disponibilità, chiamata a ordance. ff fi fi ff fi fi fi CONCENTRARSI SULLE PARTI DEL TUTTO (bottom-up) -Analisi delle Caratteristiche Essenziali: prende in considerazione il modo in cui percepiamo un oggetto/forma/pattern reagendo prima di tutto alle singole parti che lo compongono; successivamente utilizziamo queste componenti per comprendere la natura completa di ciò che stiamo percependo. L’analisi dei tratti comincia dall’evidenza che i singoli neuroni cerebrali sono sensibili a speci che gure spaziali. L’esperienza di tali neuroni signi ca che è possibile scomporre qualsiasi stimolo in una serie di caratteristiche che lo compongono. -Il sistema di elaborazione percettiva del cervello risponde inizialmente alle parti, ciascuna delle parti è poi confrontata con le informazioni riguardo a parti memorizzate precedentemente. Quando le parti che incontriamo corrispondono ad altre precedentemente conosciute, il nostro cervello le riconosce e siamo in grado di identi care lo stimolo. -La TEORIA DI ANNE TREISMAN: sostiene che la percezione di un oggetto è meglio compresa nei termini di un processo a due fasi: 1.Fase automatica: Ci concentriamo sulle caratteristiche siche di uno stimolo (dimensione/forma/colore). Questa fase avviene in modo inconscio. 2.Fase del processo controllato dell’attenzione: prendiamo in esame le caratteristiche salienti di un oggetto, selezionando e facendo emergere caratteristiche che prima erano considerate separatamente. Viene considerato l’oggetto al dettaglio. CULTURA E PERCEZIONE Le di erenze culturali si possono notare anche nel campo della percezione della profondità. Gli occidentali utilizzano la di erenza di dimensioni tra i due animali come un indizio della loro distanza, intuendo che l’elegante è più lontano dell’ antilope. Le interpretazioni erronee creare dalle illusioni ottiche sono quindi il risultato di errori sia nell’elaborazione visiva fondamentale, sia nel modo in cui il cervello interpreta le informazioni che riceve. Le illusioni visive diventano molto più di semplici stranezze psicologiche, poiché ci insegnano molto sulla percezione. C’è una fondamentale connessione tra il nostro bagaglio di conoscenza, i nostri bisogni, le motivazioni e le aspettative rispetto a come è fatto il mondo e il modo in cui lo percepiamo. La nostra visione del mondo è in gran parte l’opera di fattori psicologici. ff fi ff fi fi fi fi COSCIENZA “ La coscienza non è una cosa tra le cose, ma è l’orizzonte che contiene ogni cosa” (Edmund Husserl) Tutto quello che noi conosciamo e il fatto di essere degli agenti intenzionali in questo mondo, deriva proprio dalla coscienza; senza coscienza non ci sarebbe consapevolezza e non ci sarebbero i processi mentali ( memoria, emozione...) non ci sarebbe la capacità di elaborarli e di integrarli. Per questo motivo, tutto quello che noi conosciamo di noi stessi e del mondo esterno viene reso possibile dalla coscienza che diventa l’orizzonte che contiene ogni cosa. Dove non c’è coscienza non c’è presenza mentale, non c’è processo mentale e quindi è l’orizzonte che contiene ogni cosa. STATI DI VIGILANZA E ATTENZIONE Com’è possibile che dai processi neurobiologici (attivazione di potenziale elettrico, ci sono dei circuiti neurali) si arrivi al fenomeno soggettivo e si ha la coscienza? -Secondo Charles questa domanda non può essere risolta , c’è un gap , ovvero un salto che non si riesce a scoprire tra i processi biologici, quindi tra quella che è la biologia e quello che è il vissuto fenomenico. -A livello evoluzionistico tra le sottospecie e gli ominidi che vengono scoperti e la specie homo sapiens, infatti si sono scoperte altre specie che si avvicinano all’homo sapiens però c’è sempre quello scalino che non si riesce a colmare, così come con la coscienza. -Alcuni studiosi della coscienza hanno ritenuto che sia possibile rispondere a questa domanda e che arriveremo ad una teoria della coscienza che ci dirà come si arriva al vissuto fenomenico soggettivo partendo dai circuiti celebrali. -Quello che sappiamo è che coscienza implica l’integrazione di strutture celebrali del sistema nervoso, di strutture diverse. È come in un’orchestra in cui gli strumenti diversi che fanno parte di essa formano una sinfonia. Circuiti cerebrali, distretti appartenenti a diverse aree suonano all’unisono e quando i circuiti cerebrali si attivano allo stesso tempo si ha la coscienza. La coscienza ri ette uno stato integrato del sistema nervoso in cui c’è un’integrazione di segnali. L’essere umano attraverso le strutture della corteccia, precisamente le strutture prefrontali, è in grado di integrare i segnali provenienti da vari distretti del sistema nervoso centrale periferico e dal mondo esterno. -Questa è una capacità tipica dell’homo sapiens, ovvero quella di poter coordinare e integrare questi segnali. -Quello che si studia della coscienza in psicologia solitamente sono gli stati di coscienza e una caratteristica della coscienza vigile è l’attenzione. fl ATTENZIONE L’attenzione è la funzione principale della coscienza tant’è che noi conosciamo e possiamo elaborare soltanto il materiale a cui prestiamo attenzione. -L’attenzione è quell’insieme di processi che consentono all’organismo di selezionare una parte , relativamente piccola, dell’informazione ambientale: è il risultato dell’interazione di sistemi neurali multipli nessuno dei quali sembra essere “centrale”. Nel linguaggio comune si tende a confondere l’attenzione con la concentrazione : quest’ultima deve essere intesa come una forma di attenzione selettiva, uno dei processi implicati nell’attenzione. -Nei quadri di disturbi mentali, quando si parla di dissociazione, una sua caratteristica è proprio quella della mancanza di attenzione verso delle parti di sé; ci sono vari gradi di dissociazione, ci sono gradi di dissociazione in cui si fantastica la vita quotidiana o i sogni da svegli no ad arrivare a disturbi dissociativi di personalità, conosciuti un tempo come personalità multiple. Ma la caratteristica principale di tutti i disturbi di dissociazione, che sia una dissociazione dal corpo o dalla memoria o dalle emozioni deriva proprio dalla mancanza di attenzione perché quando noi siamo consapevoli di qualcosa e possiamo elaborare questo qualcosa ci deve essere un processo attenzionale, quindi ci deve essere un processo attraverso cui ltro delle informazioni e le elaboro in maniera consapevole. -Ci sono vari tipi di attenzione, i principali sono: attenzione divisa, attenzione focalizzata, attenzione sostenuta, attenzione selettiva, attenzione distribuita. Attenzione focalizzata: L’attenzione focalizzata ci permette di ltrare tutte le informazioni che ruotano intorno allo stimolo principale a cui voglio portare l’attenzione e quindi a concentrare tutti i processi cognitivi superiori su quello stimolo. Esempio -> quando ci si concentra sul respiro oppure su uno stimolo particolare come può essere il suono. Attenzione divisa o distribuita:la capacità di elaborare informazioni diverse allo stesso tempo. Esempio-> prestare attenzione al respiro e ad una musica. Il musicista che impara a suonare il pianoforte sviluppa l’attenzione divisa attraverso la lettura dello spartito. -Anche quando si guida la macchina bisogna prestare attenzione ad altri stimoli esterni come parlare con un’altra persona che si siede accanto a noi. Questa attenzione è possibile solamente nei casi in cui ci sia un’automatizzazione perché nel momento in cui si guida la macchina il processo intenzionale è tutto focalizzato sull’apprendimento della macchina. Quindi si dovrà prestare attenzione alle istruzioni che ci dà l’istruttore, si dovrà prestare attenzione a come usare il cambio, a come premere la frizione, acceleratore, come coordinarli ecc.. fi fi fi E così come per tutte le cose che apprendiamo, una volta che queste cose sono apprese vengono memorizzate e grazie alla memoria procellulare vengono automatizzate, rese abitudini. Attenzione sostenuta: Un’attenzione sostenuta, che non ha la stessa capacità attenzionale di un’attenzione focalizzata ma che permette comunque di restare presenti e di essere assorbiti dal compito. -É un’attivazione che permette ad esempio di seguire una lezione, cioè il fatto di portare l’attenzione su una fonte per un certo intervallo di tempo, impegnando capacità di selezione e di controllo. Attenzione selettiva: ci permette di selezionare le informazioni. Attenzione aperta: ascoltare quello che succede nel corpo. Esempio->Portare l’attenzione sul respiro per vedere cosa succede. Le ricerche sperimentali e i risultati delle indagini condotte con tecniche di neuro- imaging suggeriscono l’implicazione, nell’attenzione, di tre processi separati e anatomicamente diversi a livello celebrale. -Il primo processo consisterebbe in un meccanismo di di attivazione generale del sistema di elaborazione, uno stato di allerta generalizzato, volto a favorire l’intercettazione di cambiamenti, degni di nota, nell’ambiente. -Il secondo sistema consente di orientare e focalizzare le risorse di elaborazione verso particolari informazioni, oggetto del nostro interesse. -Un terzo sistema si occuperebbe della gestione delle risorse attentive, deciderebbe cioè se e quante risorse destinare alle diverse fonti di informazione in cui possiamo imbatterci in una determinata unità di tempo. -I processi attentivi rispondono in pieno a due criteri: il principio di sopravvivenza e il principio di economicità. Principio di sopravvivenza: per ltrare stimoli, la natura degli stimoli, stimoli che possono essere pericolosi, minacciosi e che devono essere elaborati in un certo modo e quindi sono stimoli che preparano all’attacco, o alla fuga. Principio di economicità : il processo di attenzione ci permette in qualche modo di gestire le riserve energetiche. -Quando parliamo di processi mentali parliamo di dispendio energetico, di ussi di energia. Quindi la tensione ci permette di ltrare gli stimoli che non ci interessano in maniera da non disperdere l’energia. -Nei disturbi da de cit di attenzione c’è una di coltà seria a concentrarsi sullo stimolo. L’attenzione risponde poi a delle funzioni esecutive che sono tutti i processi cognitivi di ordine superiore. Sono tutte situazioni che richiedono un’operazione cognitiva di ordine superiore e l’attenzione ci viene d’aiuto perché permette di concentrarci sui passaggi che ci servono per poter risolvere questi problemi. fi fi fi ffi fl Il problema può essere anche la semplice esecuzione di un compito o seguire la ricetta per cucinare perché non basta sapere quali ingredienti ci servono ma anche l’ordine per mettere insieme questi ingredienti ad arrivare al piatto che vogliamo ottenere. -Nel loro complesso le funzioni cognitive giocano un ruolo centrale nella programmazione e realizzazione delle attività umane. Alcune di esse, de nite di base, sembrano strettamente connesse alla allocazione delle risorse attentive e quindi implicate nei processi attentivi: sono la capacità di inibire le risposte non adeguate, la capacità di aggiornare le informazioni utili alla soluzione del problema (updating) e la capacità di cambiare strategie cognitive durante lo svolgimento di un compito (shifting). ATTENZIONE SELETTIVA NELLA VISIONE Quando noi percepiamo attraverso la vista c’è una selezione dell’informazione, gli occhi ltrano l’informazione attraverso le ssazioni ovvero periodi di relativa immobilità degli occhi. L’attenzione viene portata su alcune parti dell’oggetto che sono le parti più rilevanti, per e ettuare il riconoscimento di ciò che sto osservando. -Poi ci sono le saccadi: rapidi spostamenti, ovvero gli occhi si muovono e si ssano e c’è una continua circolarità. ATTENZIONE SELETTIVA UDITIVA Attenzione->multitasking e multimodalità multitasking: l’attenzione ci permette di compiere azioni complesse facendo più cose contemporaneamente. multimodalità: può cioè spostarsi da un oggetto all’altro all’interno di una stessa modalità o più modalità. perché questo richiede la sinergia tra i vari processi mentali e quindi c’è una modalità sensoriale, una percettiva, una emozionale ecc.. perché è tutto collegato. Fenomeno del “cocktail party” ovvero la capacità mentre si è impegnati in una conversazione di cogliere fra i molti rumori di fondo il proprio nome o un altro suono, in maniera non intenzionale. La teoria del ltro precoce: di Broadbent. L’attenzione agisce con un ltro periferico facendo sì che tutta l’informazione non rilevante venga tralasciata. -Questa teoria venne poi modi cata perché hanno dimostrato che informazioni che non sono state oggetto volontario di attenzione possono essere ugualmente elaborate dai nostri processi cognitivi. Quindi venne modi cata la teoria di Broadbent introducendo il concetto di ltro attenuato: la mancanza di attenzione non blocca completamente i messaggi in ingresso ma, più semplicemente li attenua: il fenomeno del cocktail party lo conferma. Molte volte quando si è impegnati in compiti di attenzione selettiva si cade vittima del Fenomeno “cecità di inattenzione”. Esempio:ci sono dei ragazzi che giocano a palla e ad un certo punto arriva una persona vestita da gorilla però non si rendono conto della persona vestita da gorilla perché stanno prestando la loro attenzione alla palla. fi fi fi fi ff fi fi fi fi fi -L’attenzione permette la metacognizione cioè la capacità di osservarmi dall’esterno, non la condividiamo con altri mammiferi. Sonno e sogni È uno dei fenomeni più studiati perché ci permette di studiare uno stato diverso di coscienza. -È diverso in base alle onde del potenziale elettrico che vengono rilevate attraverso un encefalogramma. In uno stato di veglia ad occhi aperti ci sono prevalentemente onde alfa poi a seconda delle attività che eseguiamo cambia la frequenza dell’onda e l’ampiezza dell’onda. Onde beta -> tutti i compiti che richiedono attenzione e concentrazione su uno stimolo particolare. Onde delta -> sono quelle del sonno, però non tutte le parti del sonno. Le fasi del sonno si studiano attraverso l’ipnogramma. Le persone attraversano cinque fasi diverse di sonno in una notte, conosciute come fasi da uno a quattro e sonno R.E.M., ciascuna delle quali dura circa 90 minuti. -Ognuno di questi cinque fasi è associata a un diverso tipo di onda celebrale. -Nella fase iniziale del sonno, le persone sperimentano un passaggio da uno stato di veglia, in cui sono rilassati con gli occhi chiusi, alla fase uno, caratterizzata da onde cerebrali relativamente veloci e di ampiezza ridotta. Questa è una transizione dalla veglia al sonno e dura solo qualche minuto. -Durante lo stadio uno, talvolta appaiono delle immagini, come se stessimo vedendo delle fotogra e, ma questo non è ancora sognare (i sogni si veri cano più tardi) -Quando il sonno diventa più profondo, si entra nella fase due del sonno, che è la fase che corrisponde a circa la metà del sonno totale delle persone nei loro primi vent’anni di età. Qui le onde cerebrali sono più lente e hanno un andamento più regolare. fi fi -Nonostante questo, ci sono anche improvvise interruzioni di questo andamento, provocati da picchi di onde particolarmente alti, chiamati, a causa della loro con gurazione, Fusi. -Diventa infatti sempre più di cile riuscire a svegliare una persona, mano a mano che questa va nella fase due del sonno. -Nella transizione verso la fase tre del sonno, il cervello procede più lentamente con picchi e classi più accentuate nell’andamento del tipo di onda. -Quando ci si addentra nella fase quattro del sonno, diventa ancora più lento e più regolare rendendo il dormiente sempre meno sensibile a stimolazioni esterne. La fase quattro avviene di solito nella prima parte della notte. -Nella prima metà della notte il sonno è caratterizzato dalle fasi 3 e 4. -La seconda metà è invece solitamente occupata dalle fasi uno e due e nella quinta, nella quale sogniamo. -La quinta fase è la fase R.E.M. (rapid eye movement) ovvero una fase del sonno caratterizzata dal movimento oculare, quindi si muovono gli occhi, ed è la fase in cui sogniamo di più e quindi aumenta l’attività celebrale. (Questo ciclo si ripete per circa sette volte.) SONNO REM La caratteristica di questa fase del sonno è il movimento avanti-indietro degli occhi e i sogni ed è la fase in cui i sogni sono solitamente più vividi e più facili da ricordare. Non occupa più del 20% del sonno di un individuo adulto. In uisce in maniera consistente sull’andamento della vita quotidiana; soggetti privati della fase R.E.M. mostrano, nei giorni successivi, una netta tendenza ad allungare i tempi di sonno R.E.M. rispetto al normale, questo spiega anche il perché a volte ci si sveglia mentre stiamo sognando perché siamo nel momento del sonno in cui aumenta di più l’attività cerebrale quindi il sonno é meno profondo ed è più facile svegliarsi. Perché dormiamo ? Il sonno è vitale per l’uomo, ci sono varie teorie sul sonno tra cui il fatto che il sonno aiuti l’uomo a consolidare il processo di memoria in base alle attività che fa nella vita quotidiana da sveglio. Infatti si pensa che il sonno incida positivamente sulla memoria. -Anche se sappiamo che una certa quantità di sonno è necessaria per il funzionamento dell’essere umano, non si conosce ancora esattamente la ragione per cui abbiamo bisogno di dormire. -Non siamo in grado di calcolare con esattezza la quantità di sonno necessaria (variabilità da un individuo all’altro ma anche nel corso della vita) -Persone private di sonno per determinati periodi di tempo ( no a 200 ore) accusano la serie di alterazioni psico siche, ma non subiscono danni a lungo termine. fi ffi fi fi fl IL SOGNO Soddisfazione dei desideri inconsci:prima teoria è quella di Freud che ci dice che i sogni portano a galla dei contenuti latenti(i desideri veri e propri) e quindi ogni sogno ha un contenuto latente che parla il linguaggio dell’inconscio per associazione, e un contenuto manifesto(storia u ciale del sogno che camu a i desideri; simboli ricorrenti di signi cato universale) che è come ci appare il sogno quindi il lavoro dell’analisi sarà quello di arrivare al contenuto latente attraverso l’analisi del sogno e il metodo della libera associazione. -Alcuni psicologi ri utano la teoria freudiana, credono che l’azione stessa, rappresentata nel sogno, sia il punto centrale del suo signi cato. -Recenti studi sembrano supportare la teoria Freudiana: Allen Braun e i suoi colleghi hanno scoperto che durante il sonno R.E.M.: le regioni limbiche e paralimbiche del cervello (associati a emozioni e motivazioni) sono particolarmente attive mentre aree di associazione della corteccia prefrontale (controllano analisi logica di attenzione) sono inattive. Si attiva il cervello emozionale e si disattiva il controllo dell’ego razionale. Teoria dei sogni per la sopravvivenza: i sogni ci permettono di elaborare e riconsiderare le informazioni, preziose per la nostra sopravvivenza quotidiana. L’attività onirica è vista come un’eredità dei nostri antenati animali, i cui cervelli non ero in grado di vagliare informazioni su cienti durante le ore di veglia e quindi avevano bisogno di ulteriore tempo per consolidare; di conseguenza sognare a fornire un meccanismo di elaborazione di informazioni 24 ore su 24. -Secondo questa teoria i sogni rappresentano preoccupazioni che riguardano la nostra vita quotidiana, che ri ettono nostre insicurezze, indecisioni, idee e desideri. -Invece di essere desideri inespressi come suggeriva Freud, rappresentano preoccupazioni chiavi che scaturiscono delle esperienze quotidiane. -La ricerca scienti ca supporta questa teoria, sostenendo che alcuni sogni permettono alle persone di focalizzare e consolidare memorie (esempio memorie legate capacità motorie). I sogni rappresentano preoccupazioni, insicurezze, indecisioni, idee e desideri che riguardano la vita quotidiana. Teoria della sintesi-attivazione (non esclude la teoria Freudiana) 1.Il cervello produce energia elettrica in modo casuale durante la fase R.E.M. 2. L’energia elettrica stimola in maniera casuale ricordi conservati nelle diverse parti del cervello. 3. Il cervello riorganizza queste memorie ottiche secondo un lo logico e uno scenario razionale che coincide con la trama del sogno. fi fi fl fi ffi ffi fi fi ff DISTURBI DEL SONNO: esistono vari disturbi del sonno Insonnia: causata da molti fattori, in alcuni casi tuttavia non ci sono cose ovvie. Alcune persone che pensano di avere problemi di insonnia in realtà hanno una percezione scorretta della quantità di sonno. Apnea del sonno: di coltà di respirazione durante il sonno, può causare molti risvegli nella notte anche senza che le persone se ne accorgano, sensazione di a aticamento il giorno successivo. Terrori notturni: risvegli improvvisi da uno stato di sonno non R.E.M., accompagnati da sensazioni di estrema paura, panico e forte eccitazione siologica. Solitamente vengono durante la fase quattro del sonno. Incubi Narcolessia: sonno incontrollato che dura poco e colpisce soggetti la svegli, passaggio diretto dallo stato di veglia alla fase R.E.M. Sonnambulismo e sonniloquio : avvengono nella fase quattro del sonno e sono più di usi nei bambini e negli adulti. Disturbi causati da diversi fattori, ci possono essere disturbi mentali, ci possono essere danni cerebrali, ci può essere l’assunzione di sostanze psicotrope che vanno in uire sul sonno. RITMI CIRCADIANI (collegati alle omeostasi) I ritmi dei circoli circadiani sono processi biologici che si susseguono ripetutamente in cicli di 24 ore. -Esempi di ritmi circadiani sono sonno-veglia, temperatura del corpo e cicli mestruali femminili. -Sono complessi e coinvolgono un insieme di funzioni. Sono controllati dal nucleo soprachiasmatico del cervello (NSC), (nel sistema limbico), ma in uenzati anche dalle varie variazioni di luce buio e dalle stagioni dell’anno (esempio: disturbo a ettivo stagionale: una forma di forte depressione nella quali sentimenti di disperazione di rinuncia aumentano durante l’inverno e diminuiscono il resto dell’anno) -Spiegano le di coltà a rontate dalle persone che volano attraverso più fusi orari (Jetlag) o coloro che cambiano i turni di orari lavorativi perché i piloti aerei, così come altre persone che cambiano costantemente i turni o gli orari lavorativi, devono lottare contro i loro orologi interni. Il risultato di questo andare contro i propri ritmi circadiani, può essere l’a aticamento, l’irritabilità o, in casi peggiori, errori gravi. Mantenere il ritmo circadiano riduce lo stress (come andare a dormire al solito orario). fi ff ff fl ff ff ffi ffi ff fl COME DORMIRE MEGLIO (p.135) -Esercizi durante il giorno (almeno sei ore prima di andare a letto) -evitare sonnellini pomeridiani -Scegliere un orario preciso per andare a letto e osservarlo con regolarità -Non dedicare il letto ad altre attività -Evitare bevande contenenti ca eina dopo pranzo -evitare l’uso dei sonniferi -Andare a letto solo quando ci si sente stanchi STATI ALTERATI DI COSCIENZA (altered status of consciousness) “Uno stato alterato di coscienza è un qualsiasi stato mentale indotto da manovre psicologiche, siologiche o farmacologiche, il quale viene riconosciuto qualitativamente dall’individuo che lo sperimenta (o da un osservatore esterno) come rappresentante una deviazione signi cativa nell’esperienza soggettiva o nel funzionamento psicologico da determinate norme generali per lo stesso individuo durante uno stato di coscienza vigile” (Arnold M.Ludwig) -Gli studi etnologici (Bourguignon 1973) indicano che nel 95% delle società gli stati alterati di coscienza (ASC) sono una costante antropologica della vita quotidiana. -Lo studio della coscienza in relazione alla psicoterapia in ambito cross-culturale è importante in quanto molti tipi di terapia in contesti culturali diversi producono stati alterati di coscienza: etnopsicoterapie (riti sciamanici, riti religiosi di cura, stati di possessione e pratiche meditative); psicoterapie moderne (psicoanalisi, gestalt, CBT, psicoterapie a mediazione corporea). -A livello psicoterapeutico gli ASC permettono l’accesso al con itto intrapsichico inconscio, il quale può essere elaborato e integrato; inoltre è possibile che in tale stato i meccanismi di difesa quali repressione e isolamento non funzionino più, permettendo ai con itti intrapsichici di emergere (Buckley 1979). Caratteristiche comuni a tutti gli ASC (Dittrich, von Arx & Staub, 1986) - Ogni ASC ha alcune caratteristiche verbalmente comprensibili che occorrono solo sporadicamente durante il normale stato di veglia; - ASC normalmente durano solo da pochi minuti a ore, diversamente dai disturbi psichiatrici; - ASC sono autoindotti, cioè di solito sono volontariamente indotti o possono capitare nella vita quotidiana; non sono il risultato di malattia o di circostanze sociali avverse; - I vari mezzi per indurre un ASC possono essere raggruppati in tre tipi: 1) sostanze psicotrope, LSD, MDMA, THC, ecc.; 2) riduzione di stimoli ambientali o di contatto in senso generale come deprivazione sensoriale, meditazione, o sonno; 3) aumento di stimolazione ambientale e contatto come un’intensa stimolazione ritmica o stimoli estremamente variabili. fi fl ff fi fl Gli ASC nel contesto sociale È opportuno considerare patologico un ASC? Simoes (2002) a erma che dovrebbero considerarsi patologici quegli ASC che emergono improvvisamente e che presentano le seguenti caratteristiche: 1) diventano un’esperienza predominante nella vita quotidiana; 2) vengono usati da chi li esperisce per evitare la necessità di trovare adeguate soluzioni ai problemi della vita quotidiana; 3) il contesto nel quale emergono non fornisce alcuna struttura cognitiva o sociale attraverso cui questi ASC possono essere gestiti (caso in cui la società non tollera o non può integrare nel contesto culturale la dissoluzione dell’IO). ASC nell’Etnopsicoterapia Gli antropologi si riferiscono a ASC come stati di trance o possessione, nelle società occidentali gli psicologi invece usano termini come stati ipnotici, esperienze mistiche e dissociazione isterica. ASC sono presenti in tutte le società, cambia la frequenza tollerata dai diversi contesti sociali di riferimento. La più grande di erenza tra ciò che viene osservato nelle culture occidentali rispetto alle altre riguardo agli ASC nella psicoterapia è l’attribuzione causale. ASC nella Psicoterapia Moderna Il fattore comune alle psicoterapie moderne e sciamaniche consiste nella riconciliazione con il proprio destino, il gruppo sociale e il dominio del transpersonale. Questi obbiettivi vengono raggiunti con una modi cazione di prospettiva in ciascuno dei tre domini attraverso ASC, nei quali si sperimenta un’intensa esperienza catartica e drammatica in conformità con i concetti culturali prevalenti del disturbo condivisi dal paziente e dal terapeuta (Simoes 2002). IPNOSI E MEDITAZIONE Onde cerebrali negli stati meditativi. Con le onde celebrali si riescono a studiare li stati contemplativi. Le onde tipiche di questi stati sono le Tetha e le Delta. Sono stati in cui c’è un senso di connessione con il divino, i con ni spariscono, c’è un’unione con il cosmo. Quando facciamo meditazione e si chiede di portare l’attenzione all’interno, anche le onde celebrali rallentano. ff ff fi fi LO STATO IPNOTICO -I soggetti sotto ipnosi sono in uno stato di simil-trance caratterizzato da una predisposizione ad ascoltare suggerimenti esterni (istruzioni verbali). Per certi versi sembra che stiano dormendo, per altri invece il loro comportamento contraddice questa impressione, risultando tanto concentrate sui suggerimenti, tanto da eseguire cose assurde. -Le persone sotto ipnosi non perdono del tutto la loro volontà personale. (Non eseguirebbero comportamenti antisociali o antidistruttivi, non rivelano segreti su di loro e sono capaci di mentire) -Le persone non possono essere ipnotizzate contro la propria volontà. -Esiste un’enorme variabilità nella risposta all’’ipnosi: dal 5 al 25% della popolazione non riesce a essere ipnotizzata, il 15% vi riesce facilmente. -Gli individui che vengono facilmente ipnotizzati mostrano una grande capacità di concentrazione e di assorbimento completo in ciò che stanno facendo. (Es. sono assorti quando leggono un libro/ascoltano musica: tano da diventare inconsapevoli di ciò che li circonda). Discussione intorno all’argomento se l’ipnosi sia o meno uno stato di coscienza qualitativamente diverso da uno stato di veglia normale. -Psicologo Hernest Hilgard: teoria per cui lo stato d’ipnosi è uno stato di coscienza molto diverso da altri stati (apertura alle suggestioni, capacità di ricordare e costruire immagini ecc.) -La posizione opposta invece ri uta la visione per cui l’ipnosi è considerata diversa da uno stato di veglia normale (le alterazioni nell’andamento delle onde cerebrali non apportano cambiamenti siologici, più, mancano piove che l’ipnosi rievochi eventi dell’infanzia. Mancanza di prove= suggerisce che non c’è niente di speciale nello stato ipnotico. -Approcci recenti a ermano che: “Lo stato ipnotico potrebbe essere visto come un fenomeno né totalmente diverso da stati alterati di coscienza, né totalmente simile a uno stato di coscienza di normale veglia”. La discussione continua ma un dato è chiaro: l’ipnosi è servita a risolvere con successo problemi reali. L’ipnosi è uno strumento a dabile che ad ora viene utilizzato in varie aree di lavoro per ra orzare la capacità attentiva e ridurre dolore e ansia: -Controllo del dolore: l’ipnosi allevia il dolore dei malati cronici o lo fa sparire. -Diminuire il fumo: aiuta le persone a smettere di fumare (si suggerisce che il spore del fumo è sgradevole) -Cura i disturbi psicologici: aumenta rilassamento e diminuisce ansia e pensieri controproducenti. -Collaborazione dell’applicazione della legge: testimoni e vittime riescono a ricordare più dettagli di un crimine se sottoposti a ipnosi. -Miglioramento della prestazione atletica: rilassa e aumenta la concentrazione. ffi ff fi fi ff MEDITAZIONE: Regolare il proprio stato di coscienza -Meditazione= tecnica acquisita che mira alla focalizzazione dell’attenzione. È un insieme di pratiche in cui si allena la capacità di attenzione e si espande la consapevolezza corporea; questo facilita la regolazione emozionale, la regolazione del sé, la cognizione sociale e il benessere psico sico. (A lungo andare fa anche bene alla salute perchè produce cambiamenti di tipo biologico es. consumo di ossigeno diminuisce e cos’è anche battito cardiaco e pressione del sangue) -Gli stimoli possono essere vari come per esempio un suono, un’immagine, una amma o una parte del corpo- -Qualsiasi sia lo stimolo però, la chiave sta in una concentrazione su esso talmente assorta, da rendere il soggetto inconsapevole di qualsiasi stimolo e da. Fargli raggiungere un diverso stato di coscienza. Parliamo di meditazione in tutti quei casi in cui si lavora con l’attenzione. Ciò che cambia negli stati meditativi è l’attenzione che può essere focalizzata o aperta, divisa, sostenuta ecc. Statica: stati in cui si porta un’attenzione al centro stando fermi. Può essere focalizzata oppure aperta: quando si chiede di monitorare quel che succede e ciò che si sente, senza portare l’attenzione su qualcosa. Tipica dei processi top down: intenzionalmente faccio una cosa speci ca e precisa e porto l’attenzione su questa. Dinamica focalizzata: si porta attenzione sul respiro o su un movimento. Dinamica aperta: tipica dei processi bottom up, ovvero che arrivano dalla periferia corporea, sono più spontanei. L’enfasi è lasciarsi guidare nella pratica e nel movimento dalla periferia corporea. Se pratico yoga io sovrappongo processi top down (movimento e postura sono intenzionali) ma questo movimento poi suscita delle sensazioni che vanno dal basso verso l’alto (bottom up) Corpo nelle Pratiche Meditative -“Le discipline orientali di coltivazione energetica costituiscono un tentativo di investigare la struttura della vita nel proprio corpo secondo la prospettiva mente- corpo”. fi fi fi Es l’occhio che noi sperimentiamo in prima persona, quando andiamo dall’oculista diventa oggetto, quindi non è più vissuto dall’interno. Noi -Superando sia la concezione del corpo come black-box, sia la cognizione come un centro di comando che trascende il corpo, la prospettiva dell’embodiment indica che la coscienza di sé si forma non solo attraverso il linguaggio e i processi ri essivi, ma anche e soprattutto attraverso modalità di conoscenza radicate nell’esperienza sensoriale. Esperienze Catartiche nella pratica Dinamica Aperta -L’esperienza catartica si di erenzia da altre forme di espressione emozionale per l’intensità dei vissuti a ettivi e l’impatto cognitivo che questi esercitano nella persona che li sperimenta. - Da un lato, le esperienze catartiche sono caratterizzate da una scarica di tensione, un rilascio spontaneo di modelli cronicamente tesi accompagnato da un crollo, scioglimento e collasso di difese energetiche e caratterologiche. -Dall’altro provocano una serie di sensazioni che emergono attraverso l’espressione. L’espressione può assumere forme diverse. Si può assistere a una manifestazione corporea come un gesto, a una vocale come un pianto o una risata, ma anche a una verbale come una parola o una frase. -Dopo l’espressione emozionale ad alta intensità, la persona che vive un’esperienza catartica avverte un rilasciamento generale, riporta sensazioni di sollievo, rilassamento e scioglimento. -Questo può essere poi seguito da un ripristino nel senso di una riorganizzazione mentale che porta a una migliore consapevolezza dello stato emozionale. La consapevolezza interocettiva sembra giocare un ruolo fondamentale nella funzione meta- cognitiva, la capacità della coscienza di monitorare gli stati mentali momento per momento, incluse le risposte emozionali e la regolazione del sé. fl ff ff DIFFERENZA DELL’INIZIALIZZAZIONE DEI PROCESSI TOP-DOWN E BOTTOM UP: -YOGA= PROCESSO TOP DOW (movimento del corpo PRECISO e INTENZIONALE e si porta attenzione su queste cose, rispetto ai BOTTOM UP, qui AGISCONO i sistemi superiori di coscienza) -I BOTTOM UP sono quelli che vengono INIZIALIZZATI dal corpo stesso, quindi NON INTENZIONALI MA SPONTANEI, a livello di coscienza , letteralmente, ci si lascia andare, senza lasciare che i processi superiori di coscienza ci controllino. -Nei top-down c’è una stimolazione del sistema parasimpatico (ramo del sistema nervoso periferico centrale) (quello che si attiva quando c’è una stimolazione di attivazione siologica: nei processi top-down, avviene una diminuzione di arousal, ovvero una diminuzione di attivazione siologica. Tale processo comporta un grande aumento di rilassamento: Il respiro e il battito rallentano, c’è una vasodilatazione e anche una diminuzione dei segnali provenienti dal basso. -Attenuazione dei segnali a erenti alla corteccia dal sistema limbico: questo sistema manda segnali molto potenti nel pieno dei nostri stati emozionali, con l’attivazione del parasimpatico vengono attenuati questi segnali che vengono dal basso. -Aumenta l’ora consapevolezza interocettiva. -Nei bottom-up invece il sistema simpatico (ramo del sistema nervoso autonomo/ periferia corporea, ecco perchè le bottom-up sono spontanee) aumenta la stimolazione siologica perchè in questo caso l’aurosal aumenta con conseguenti reazioni emozionali. -La stimolazione del sistema LIMBICO non viene fermata come nel sistema PARASIMPATICO, quindi le ESPRESSIONI EMOZIONALI SONO DRASTICAMENTE MAGGIORI, le pratiche CATARTICHE sono proprio dei processi BOTTOM UP per questo motivo. -Inoltre, nei processi BOTTOM UP gli stimoli e l’elaborazione delle informazioni sensoriali provenienti dal BOTTOM/BASSO aumentano. fi fi ff fi Sostanze che alterano la Coscienza Le sostanze psicoattive sono in grado di produrre alterazioni dello stato di coscienza. Queste sostanze in uenzano le emozioni, le percezioni e il comportamento delle persone. -Alcune alterano il sistema limbico -Altre in uenzano il modo di operare di speci ci neurotrasmettitori attraverso le sinapsi neuronali. Per esempio: -Alcune droghe bloccano o aumentano il rilascio di neurotrasmettitori. -Altre alterano i processi di ricezione o eliminazione di un neurotrasmettitore -Altre ancora limitano gli e etti di un particolare neurotrasmettitore. Tutte le sostanze psicoattive possono indurre dipendenza, cioè determinano un bisogno biologico o psicologico in chi ne fa uso; la mancata assunzione provoca poi un desiderio insopportabile. La dipendenza può essere: 1.Biologica: l’organismo si abitua a funzionare in presenza di una certa sostanza al punto da non riuscire più a funzionare senza. 2.Psicologica: nei casi in cui le persone credono di aver bisogno della droga per contrastare lo stress della vita. SOSTANZE STIMOLANTI : Sostanze i cui e etti, sul sistema nervoso centrale, causano un: -aumento del battito cardiaco; -aumento della pressione sanguigna - aumento del tono muscolare. -La cocaina produce questa “attivazione” per mezzo di un neurotrasmettitore, la dopamina, una delle sostanze chimiche che trasmette tra i neuroni messaggi legati a sensazioni piacevoli. -Solitamente quando la dopamina viene rilasciata, le quantità di neurotrasmettitori eccedenti vengono riassorbite dal neurone che le ha rilasciate. Tuttavia, quando si assume cocaina, il riassorbimento della dopamina in eccesso viene bloccato. Come conseguenza, il cervello è invaso da sensazioni piacevoli prodotte dalla dopamina. fl ff ff fl fi SOSTANZE DEPRESSIVE L’e etto iniziale delle sostanze depressive consiste nell’inibizione del sistema nervoso attraverso il rallentamento della capacità dei neuroni di trasmettere informazioni. Piccole quantità producono sensazioni temporanee di intossicazione Congiuntamente a un senso di euforia e gioia. -ROIPNOL: Droga dello stupro perchè quando è mescolato all’alcol impedisce alle vittime di resistere alle violenze sessuali in quanto prive delle proprie funzioni cognitive. NARCOTICI Aumentano il rilassamento e riducono dolore e ansia. ff ALLUCINOGENI Sono sostanze capaci di produrre allucinazioni o di cambiare i processi percettivi. APPRENDIMENTO L’apprendimento è un cambiamento relativamente permanente del comportamento che è determinato dall’esperienza. APPRENDIMENTO-COMPORTAMENTO CULTURA-NATURA -Cambiamenti a lungo termine del comportamento (apprendimento) -Cambiamento di prestazione: In un breve termine IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO Teorizzato da Ivan Pavlov, noto per i suoi esperimenti sui processi fondamentali di apprendimento. Pavlov aveva studiato la secrezione dei succhi gastrici e la salivazione dei cani, ma durante i suoi studi aveva osservato un fenomeno curioso: la salivazione e la secrezione dei succhi gastrici nei cani cominciava anche quando essi non avevano ancora ingerito alcuna quantità di cibo. La semplice vista dello sperimentatore che potava loro normalmente il cibo, o persino il suono dei suoi passi era su ciente per produrre la salivazione nei cani. Aumentavano quindi la salivazione non solo quando vedevano il cibo, ma anche prima sentendo i suoni relativi all’arrivo di esso. -Con questo esperimento Pavlov, si rese conto che i cani non rispondono soltanto sulla base di un bisogno biologico (la fame), ma anche in conseguenza all’apprendimento. ffi

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