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Università di Parma

Chiara Catellani

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anatomia umana apparati del corpo fisiologia biologia

Summary

Questo documento presenta un riassunto sull'anatomia umana, inclusi gli 11 apparati del corpo, i piani anatomici, le regioni anatomiche e le cavità corporee. L'anatomia è classificata come microscopica e macroscopica, le cui suddivisioni sono illustrate nei dettagli.

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ANATOMIA Chiara Catellani a.a. 2019/2020 CDL Ostetricia Prof.ssa Bertacchini Jessika Apparati 4 Regioni anatomiche, cavità e classificazione degli organi 6 Piani Anatomici e Assi...

ANATOMIA Chiara Catellani a.a. 2019/2020 CDL Ostetricia Prof.ssa Bertacchini Jessika Apparati 4 Regioni anatomiche, cavità e classificazione degli organi 6 Piani Anatomici e Assi 7 Regioni anatomiche 7 Cavità corporee 9 Classificazione degli organi 9 Apparato Tegumentario 12 Epidermide 13 Derma 14 Ipoderma 14 Annessi cutanei 15 Apparato locomotore 15 Sistema Scheletrico 15 Scheletro assile 19 Scheletro appendicolare: 21 Vascolarizzazione di un Osso 22 Artrologia 23 Sistema Muscolare 23 Apparato Respiratorio 25 Naso 26 Seni Paranasali 28 Faringe 29 Laringe 29 Trachea 31 Bronchi 32 Polmoni 33 Piccola circolazione 33 Apparato Cardiocircolatorio 34 Cuore 35 Miocardio 37 Ciclo Cardiaco 38 Vasi sanguigni 39 Arterie 41 Capillari 42 Vene 43 Vasi della grande circolazione 43 Circolazione Fetale 44 Apparato Emolinfopoietico 46 1 Organi Linfoidi Primari 46 Organi Linfoidi Secondari 48 Sistema dei vasi linfatici 48 Apparato Endocrino 49 Ipofisi 50 Epifisi 51 Tiroide 52 Pancreas 53 Surrenali 54 Testicolo 55 Ovaio 55 Apparato Genitale Femminile 56 Bacino 57 Pavimento Pelvico 59 Ovaie 61 Ciclo Ovarico 63 Tube Uterine 65 Utero 66 Ciclo Uterino 68 Vascolarizzazione dell’utero 69 Vagina 69 Perineo 69 Genitali Esterni 70 Ghiandola Mammaria 70 Apparato Genitale Maschile 71 Testicolo 71 Vie Spermatiche 72 Ghiandole 73 Seme o Sperma 73 Pene 74 Apparato Uropoietico 74 Reni 75 Le Vie Urinarie 78 Apparato Digerente 79 Cavità Orale 82 Lingua 82 Ghiandole salivari 82 Denti 83 Faringe 83 Esofago 84 2 Stomaco 84 Intestino tenue 85 Intestino Crasso 87 Fegato 88 Circolo portale epatico 89 Cistifellea 90 Pancreas 90 Apparato Nervoso 90 Tessuto Nervoso 90 Struttura di un neurone e sinapsi 91 SNC 94 Midollo Spinale 94 Encefalo 98 SNP 100 Sistema Nervoso Autonomo 100 Nervi Cranici 102 3 L’anatomia è lo studio delle strutture interne ed esterne del corpo umano e i loro rapporti. Si divide in anatomia microscopica, lo studio di strutture che si possono vedere solo tramite microscopio, e anatomia macroscopica che si divide in: anatomia di superficie: studio della forma generale degli apparati anatomia regionale: studia le caratteristiche di una determinata regione del corpo anatomia sistematica: studia le strutture dei principali apparati Più cellule formano tessuti, più tessuti formano organi e più organi formano apparati. L’epitelio è il primo strato che si trova procedendo dall’interno all’esterno; l’epitelio si appoggia a un connettivo. Apparati Gli apparati sono 11: 1. apparato tegumentario: ○ ha funzione di: i. protezione: impermeabilità e protezione solare ii. escrezione: tramite la traspirazione vengono persi acqua e liquidi biologici iii. termoregolazione: sia come isolante che come regolatore termico; tramite la portata del sangue (vasocostrizione e vasodilatazione) e le ghiandole sudoripare iv. sensitiva: i recettori sensoriali forniscono sensazioni tattili-pressorie-dolorifiche 2. apparato scheletrico: l’apparato locomotore ha una parte attiva, il sistema muscolare, e una parte passiva, cioè il sistema scheletrico propriamente detto, le ossa. Le due parti lavorano in sinergia tramite le articolazioni. Le funzioni sono: i. protezione degli organi interni ii. supporto e movimento iii. omeostasi dei minerali (calcio, fosforo, magnesio) iv. emopoietica: produzione delle cellule del sangue (nel midollo rosso) v. immagazzinamento riserve energetiche (nel midollo giallo) 3. apparato muscolare: funziona in sinergia con lo scheletrico per permettere il movimento. Le funzioni sono: i. movimento: genera movimenti del corpo ii. regolatoria: regola gli ingressi di sostanze delle vie digestive e respiratorie e regola le uscite dalle vie digestive e urinarie iii. posturale: mantiene la postura iv. produce calore che è frutto di reazioni biochimiche che avviene durante la contrazione 4. sistema nervoso: centro di controllo delle informazioni i. riceve delle informazioni provenienti dalla periferia e le trasporta a livello centrale per essere elaborate in una decisione (o no) automatica o consapevole1 1 quando un’azione non passa dalla coscienza si parla di automatismi 4 ii. induce risposte immediate coordinando le funzioni di altri sistemi iii. controllo degli automatismi 5. sistema endocrino: centro di controllo che però ha risposte a lungo termine, mentre il nervoso risponde immediatamente a un segnale. L’apparato endocrino secerne ormoni che inducono risposte a lungo termine nelle funzioni degli altri sistemi. 6. apparato cardiovascolare: è formato da una serie di condotti, i vasi sanguigni, che si dividono in arterie2, capillari3 e vene4; si ha poi la pompa centrale, cioè il cuore e il sangue5. I singoli componenti hanno diverse funzioni: ○ cuore: spingere il sangue e mantenere la pressione ematica ○ arterie: distribuzione sangue nei distretti corporei (vasi che partono dal cuore) ○ capillari: diffusione di liquidi interstiziali ○ vene: ritorno del sangue al cuore (vasi che arrivano al cuore) ○ sangue: i. difesa immunitaria ii. trasporto di ossigeno e anidride carbonica iii. trasporto di materiali di rifiuto iv. regolazione della temperatura 7. sistema linfatico: ha la funzione principale di trasportare un liquido prodotto dal sangue, la linfa. All’interno della linfa si trovano i linfociti, cellule deputate alla difesa immunitaria. Funzioni: i. distruzione degli eritorciti, cellule del sangue che non hanno nucleo e quindi hanno vita breve, ma i loro componenti devono essere mantenuti e riutilizzati nel sangue, come il gruppo eme e il ferro (funzione marziale espletata dalla milza) ii. blocco dei patogeni e stimolazione risposta immunitaria iii. trasporto linfa e linfociti iv. sviluppo e maturazione linfociti T v. trasporto linfa al sangue 8. apparato respiratorio: funzione principale di purificare, filtrare, riscaldare e umidificare l’aria esterna per veicolarla fino agli alveoli polmonari, a livello del quale vi è scambio gassoso 9. apparato digerente: funzioni: i. frammentazione del cibo ii. digestione chimica e meccanica iii. assorbimento dei nutrienti iv. escrezione: formazione delle sostanze di rifiuto in seguito all’assimilazione dei cibi e l’eliminazione di tali sostanze che non sono state digerite 2 tutti i vasi che si spostano dal cuore e vanno in periferia 3 i vasi più piccoli che permettono lo scambio di gas con i tessuti 4 tutti i vasi che riportano il sangue dalla periferia al cuore 5 ha una moltitudine di funzioni: ○ difesa immunitaria ○ trasporto di ossigeno e anidride carbonica ○ trasporto di materiali di rifiuto ○ regolazione della temperatura 5 v.produzione di enzimi digestivi tramite la ghiandola salivare, il fegato e il pancreas vi. immagazzinamento dei nutrienti 10. apparato urinario: funzione di espulsione dei materiali di rifiuto liquidi: i. produzione e concentrazione di urina, che viene convogliata attraverso condotti chiamati ureteri, a un organo di recupero chiamato vescica. Attraverso l’uretra la vescica permette la fuoriuscita dell’urina ii. regolazione ioni nel sangue 11. apparato riproduttore: ○ maschile: funzione di: i. produzione di spermatozoii e ormoni nei testicoli ii. maturazione spermatozoi iii. trasporto e secrezione liquido spermatico iv. funzione di copulazione/accoppiamento ○ femminile: i. produzione di ovociti e ormoni nell’ovaio ii. trasporto ovocita nell’utero attraverso le tube uterine iii. mantenimento del prodotto del concepimento nell’utero iv. con il condotto vaginale si espleta la funzione di organo di copulazione v. grazie alle ghiandole mammarie si ha la produzione del latte materno per il nutrimento del neonato Regioni anatomiche, cavità e classificazione degli organi Per poter descrivere gli organi serve una posizione anatomica, che prevede il soggetto in piedi con sguardo all’infinito, arti superiori lungo i fianchi con palmi rivolti in avanti, piedi leggermente divaricati6. Quando si parla degli organi si fa sempre riferimento alla posizione in cui si trovano; si ricorre dunque a dei termini fissati per descrivere la posizione degli organi. Questi sono: craniale o caudale: posizione rispetto all’asse longitudinale; craniale superiormente, caudale inferiormente dorsale o ventrale: dorsale posteriormente rispetto al ventre, ventrale anteriormente rispetto al dorso 6 è la posizione rispetto al quale si descrive la posizione degli organi 6 prossimale o distale: (usato prevalentemente per i segmenti scheletrici); prossimale è il punto più vicino al tronco, distale il punto più lontano dal tronco mediale o laterale: lontano o vicino dall’asse mediano del corpo inteso come movimento Piani Anatomici e Assi Esistono infiniti piani Asse longitudinale: asse che parta per il centro del corpo Piano frontale: divisione del corpo in parte posteriore e parte anteriore Piano sagittale: si estende verticalmente per il corpo dividendo una parte destra e una parte sinistra ○ piano sagittale mediano: unico piano passante per il centro Piano Trasversale: passa perpendicolarmente all’asse longitudinale e divide il corpo in una parte superiore e una inferiore Regioni anatomiche regione ventrale: ○ regione della testa: porzione cranica 7 porzione facciale ○ regione del collo ○ regione del tronco ○ regione della mano ○ regione del piede regione dorsale: ○ arti superiori ○ arti inferiori L’addome è diviso a sua volta in regioni; esistono due modi per dividerlo in regioni: la divisione in quadranti addominopelvici (meno usata) e la divisioni in regioni addominopelviche. Gli organi si distribuiscono in più quadranti, bisogna dunque identificare quello/quelli in cui si estende maggiormente. Quella più usata è la divisione in nove quadrati (partendo da sinistra a destra e dall’alto al basso): regione ipocondriaca destra (ipocondrio di destra) regione epigastrica (epigastrio) regione ipocondriaca sinistra (ipocondrio di destra) regione lombare destra regione ombelicale regione lombare sinistra regione iliaca di destra regione ipogastrica regione iliaca di sinistra 8 Cavità corporee cavità ventrale: ○ cavità toracica: porzione superiore al diaframma mediastino: spazio che è compreso tra le due cavità pleuriche, sterno anteriormente, colonna vertebrale posteriormente, diaframma inferiormente7 cavità pleurica cavità pericardica ○ cavità addomino-pelvica: dal diaframma al bacino cavità addominale cavità pelvica piccola pelvi: dove sono localizzati gli organi riproduttori grande pelvi regione posteriore: ○ cavità cranica ○ canale vertebrale Classificazione degli organi Gli organi sono quelle strutture anatomiche che esplicano una propria funzione nell’ambito delle funzioni generali di un apparato. Si distinguono in base alla struttura e l’organizzazione: organi a struttura fibrosa8 7 nel mediastino si trovano il cuore, grossi vasi, esofago, trachea, bronchi, timo 8 muscoli, nervi, tendini 9 organi parenchimatosi9 (o pieni): all’interno troviamo un tessuto funzionale che esplica una funzione; il tessuto funzionale è sorretto dal tessuto connettivo. ○ parenchima: componente funzionale dell’organo, di origine diversa a seconda dell’organo10 ○ capsula: formata da connettivo fibrillare denso, viaggia lungo l’esterno dell’organo; entra all’interno dell’organo andando a delimitare il tessuto funzionale, dividendo l’organo in regioni diverse, ad esempio in lobuli11 ○ stroma: tessuto connettivo fibrillare lasso che delimita lobi e lobuli organi cavi12: composto da una cavità interna e una parete, che svolge la funzione principale. Dall’interno (lume) all’esterno si trovano i seguenti strati: tonaca mucosa13: epitelio tonaca sottomucosa: strato di connettivo altamente vascolarizzato, perché svolge funzione nutritizia nei confronti dell’epitelio soprastante tonaca muscolare: uno o più strati di muscolatura, orientati anche in modo differente in base all’organizzazione nello spazio delle fibre muscolari; può essere circolare o longitudinale, formato da un unico strato o da più strati tonaca di connettivo: ○ sierosa: rivestimenti esterni degli organi cavi, con capacità di produrre liquido14. Sono solo 3, gli altri rivestimenti sono avventizia: pericardio: sierosa che avvolge esternamente il cuore pleure: rivestimenti esterni dei polmoni peritoneo: rivestimento di connettivo che riveste la maggior parte degli organi presenti all’interno della cavità addominale. Questo nella maggior parte degli organi cavi, perché durante l’embiorgenesi, degli organi si sono spostati rispetto ai tre foglietti, diventando così: organi intraperitoneali: completamente coperti dal peritoneo organi retroperitoneali15: sono collocati posteriormente al peritoneo, sono coperti dal peritoneo solo sul lato rivolto verso la cavità peritoneale organi sottoperitoneali16: collocati inferiormente al peritoneo I punti in cui il peritoneo mette in comunicazione due organi o il rivestimento di questi ultimi, vengono chiamati mesi; sono tralci di connettivo che tengono in sede gli organi. Le strutture fatte di peritoneo che servono da fissaggio degli organi alle pareti 9 fegato, polmone, rene 10 es. in una ghiandola è tessuto ghiandolare, in un linfonodo è tessuto linfoide 11 più lobuli formano un lobo 12 stomaco, intestino, utero, vescica urinaria 13 soltanto nell’apparato digerente troviamo la muscolaris mucosae, un ulteriore rivestimento 14 liquido pleurico, liquido pericardico e liquido peritoneale. Viaggia all’interno della cavità corrispondente tra foglietto viscerale e foglietto parietale, serve per evitare attrito tra gli organi che sono molto vicini. 15 es. reni, pancreas 16 es. utero 10 vengono chiamati legamenti. L’epiploon17 sono dispositivi bilaminari che sono tesi tra due o più viscere; vanno a rivestire per intero la superficie dell’organo. Ogni seriosa presenta un foglietto parietale18e un foglietto viscerale19. All’interno del foglietto viscerale e quello parietale abbiamo una cavità pericardica, cavità pleurica e cavità peritoneale. ○ avventizia: connettivo di rivestimento I vasi sanguigni hanno sempre questa struttura, ma le tonache si chiamano diversamente: tonaca intima chiamata endotelio tonaca media, che è la tonaca muscolare tonaca avventizia In alcuni vasi, come le arterie, tra l’endotelio e la tonaca muscolare troviamo uno strato di connettivo. Le tre tonache non hanno lo stesso spessore in tutti i vasi, perché hanno funzioni diverse; le arterie hanno bisogno di una tonaca muscolare molto spessa perché devono sopportare la pressione del sangue che viene dal cuore. Le vene invece non hanno bisogno di una parete particolarmente spessa, quindi presentano un ampio lume; all’interno delle vene si trovano poi valvole che impediscono il ristagno del sangue. I capillari sono i vasi più piccoli con un diametro molto esile; quasi manca la tonaca muscolare, perché si trovano a livello dei tessuti per lo scambio di nutrienti e gas, dunque meno membrane ci sono da attraversare meglio è. Hanno quindi un epitelio pavimentoso monostratificato e un connettivo di protezione molto esile. 17 o omenti 18 nell’immagine, lo strato che avvolge intimamente il dito 19 nell’immagine, lo strato esterno 11 Apparato Tegumentario L’apparato tegumentario è costituito da due componenti: cute ○ epidermide: è lo strato epiteliale più esterno, formato da un epitelio pavimentoso stratificato cheratinizzato20 ○ derma: connettivo denso vascolarizzato con funzione trofica nei confronti dell’epidermide, formato da: strato papillare strato reticolare Derma ed epidermide sono strettamente ancorati grazie a giunzioni dermo-epidermiche, formate dall’incastro delle creste epidermiche21 con le papille dermiche presenti a livello del derma. Le giunzioni dermo-epidermiche assicurano che i due strati non si separino nonostante siano sottoposti a forze tangenziali intense. Vi sono due tipi di cute a seconda dello spessore dello strato corneo: cute spessa e cute sottile. La cute spessa ha uno spesso strato corneo e ghiandole sudoripare, ma è priva di peli e ghiandole sebacee; è caratteristica del palmo delle mani, della pianta dei piedi, dei talloni, dove la cute è soggetta ad intensa compressione e frizione. La cute sottile invece ricopre il resto del corpo, possiede un esile strato corneo, peli, ghiandole sebacee e sudoripare. 20 possiede uno strato di cheratina al di sopra dell’ultimo strato di cellule; questo vuol dire che la superficie più esterna è uno strato, strato corneo, di cellule morte tenute insieme da cheratina, una proteina filamentosa 21 avvallamenti presenti nell’epidermide 12 annessi cutanei ○ follicoli piliferi ○ ghiandole esocrine ○ unghia L’apparato tegumentario ha innumerevoli funzioni: protezione dall’esterno termoregolazione escrezione attraverso la traspirazione sintesi e riserva di lipidi sintesi della vitamina D3 sede delle registrazioni sensitive attraverso i recettori sensoriali coordinamento della risposta immunitaria contro patogeni e tumori della cute Epidermide L’epidermide è un epitelio squamoso stratificato cheratinizzato; in quanto epitelio non è vascolarizzato, ma dipende dalla diffusione di nutrienti dal sottostante connettivo. Contiene terminazioni nervose sparse per il tatto e il dolore, ma la maggior parte della sensibilità della pelle proviene dalle terminazioni nervose del derma. L’epidermide è costituito da cinque tipi di cellule (dal più profondo): cellule staminali: cellule non differenziate che si dividono e danno origine ai cheratinociti; sono presenti solo nello strato basale cellule di Merkel: cellule epiteliali tattili che stimolano terminazioni nervose sensoriali in seguito a stimolazione tattile o variazioni pressorie melanociti: producono granuli detti melanosomi che contengono cheratina; la cheratina riesce ad arrivare in superficie grazie a dei prolungamenti che arrivano ai cheratinociti cheratinociti: si duplicano e iniziano a produrre talmente tanta cheratina che esplodono; la cheratina si va a depositare nello strato più esterno, lo strato corneo Essendo la cheratina una proteina insolubile rende la nostra pelle impermeabile depositandosi in superficie cellule di Langherans: cellule immunitarie che hanno una funzione difensiva con azione fagocitaria Il colore della pelle è dato da una combinazione di tre molecole: emoglobina: proteina presente nei globuli rossi, formata da quattro catene melanina: esistono due tipi di melanina: eumelanina, scura, e feomelanina, chiara, che si combinano in diversi rapporti per dare diversi colori. carotene: pigmento giallo/arancio accumulato nei cheratinociti dello strato corneo ed introdotto attraverso l’alimentazione. 13 Derma Il derma è lo strato di connettivo denso con funzione trofica sottostante all’epidermide. È diviso in due strati: strato papillare: è lo strato adiacente all’epidermide, e quindi più esterno; è formato da connettivo lasso, meno denso rispetto al reticolare, perché ha un numero minore di fibre elastiche. È ricco di vasi sanguigni e terminazioni nervose strato reticolare: strato inferiore al papillare, quindi più interno; è un connettivo denso, cioè le fibre elastiche22 sono maggiori delle fibre collagene, perciò ha una tenuta elastica maggiore rispetto al papillare e offre resistenza alle deformazioni Ipoderma L’ipoderma è lo strato sottocutaneo che non fa parte dell’apparato tegumentario, ma ne permette la stabilizzazione rispetto ai tessuti e agli organi sottostanti. È costituito da tessuto connettivo lasso con abbondanti cellule adipose; è riccamente vascolarizzato e offre nutrimento al derma che a sua volta nutre l’epidermide. Sia nel derma che nell’epidermide sono presenti numerosi apparati di ricezione, i recettori sensoriali: dischi di Merkel: recettori sensoriali tattili situati nella sottomucosa orale e linguale e formati dalle espansioni terminali delle terminazione nervose corpuscoli di Messner: recettori a rapido adattamento, implicati quindi nella recezione del movimento fine, nonché nella trasmissione delle più piccole irregolarità percepibili della superficie di un oggetto. Se deformati da uno stimolo meccanico mediano quindi la sensibilità tattile discriminata e le vibrazioni a bassa frequenza corpuscoli di pacini: localizzati nel derma sono responsabili della percezione delle vibrazioni 22 Lo scollamento delle fibre determina la decadenza cutanea in invecchiamento. 14 terminazioni di ruffini: implicati nella ricezione dello stiramento della cute Annessi cutanei Pelo: i peli sono esili filamenti di cellule cheratinizzate che crescono da un condotto obliquo della cute chiamato follicolo pilifero. Di ogni pelo si distinguono tre parti: bulbo: rigonfiamento alla base dove il pelo prende origine nel derma o nell'epidermide; le uniche cellule viventi del pelo sono le bulbo radice: il resto del pelo all’interno del follicolo fusto: porzione al di sopra della superficie cutanea Oltre a queste tre distinte sezioni troviamo una matrice del pelo, che rappresenta il centro di crescita del pelo, una ghiandola sebacea e un muscolo erettore del pelo, costituito da un fascio di cellule muscolari lisce che si estendono dalle fibre collagene del derma alla guaina di tessuto connettivale della radice del follicolo. In risposta a diversi stimoli, il sistema nervoso simpatico stimola il muscolo erettore del pelo a contrarsi e quindi ad alzare l’estremità del pelo, un riflesso chiamato pelle d’oca. Unghie: una laminetta cornea prodotta dai cheratinociti della radice ungueale Apparato locomotore L’apparato locomotore composto da una componente passiva, il sistema scheletrico, formato da ossa e articolazioni, e una componente attiva, il sistema muscolare. Il sistema scheletrico ha due scheletri: assile e appendicolare. Sistema Scheletrico Funzione dello scheletro: meccanica: sostegno del corpo protettiva: riparo di organi interni delicati emopoietica: contenitore del tessuto mieloide All’interno dello scheletro vi sono diversi tipi di tessuto: osseo: connettivo specializzato, architettura compatta o spugnosa cartilagineo: i due capi articolari23 che si devono articolare tra loro sono ricoperti da cartilagine, mai tessuto osseo contro tessuto osseo, vi è sempre una cartilagine, che si chiama cartilagine articolare midollo osseo: tessuto linfoide che può essere o rosso (principalmente alla nascita, poi rimane rosso solo in determinati punti delle ossa lunghe) o giallo (con la crescita il midollo rosso si 23 ultime porzioni del segmento scheletrico che vanno a combaciare con la porzione dell’altro segmento scheletrico con cui si deve articolare 15 tendine si unisce alle ossa più vicine al tronco, mentre si chiama inserzione il punto in cui il muscolo prende contatto con l’osso più lontano dal tronco. Il movimento della muscolatura scheletrica è sempre definito da muscoli agonisti e antagonisti38; parallelamente all’azione di un agonista che si contrae, si ha il rilassamento del muscolo antagonista e viceversa. Si tratta quindi di un’azione sinergica. Apparato Respiratorio Funzione: scambio di gas: provvede agli scambi di ossigeno e anidride carbonica tra il sangue e l’aria comunicazione: permette la parola attraverso la laringe olfatto: provvede al senso dell’olfatto, alla scelta del cibo e ad evitare pericoli 38 anche la muscolatura posturale 25 bilancio acido-base: con eliminazione della CO2 contribuisce a controllare il pH del sangue regolazione pressione sanguigna: i polmoni producono angiotesina II, potente vasocostrittore flusso sanguigno e linfatico: l’atto respiratorio crea un gradiente tra gabbia toracica e addome che favorisce il flusso linfatico e il ritorno venoso Organi; vie aeree superiori: ○ naso ○ cavità nasali e paranasali ○ faringe vie aeree inferiori: ○ laringe ○ trachea ○ bronchi ○ polmoni Naso Il naso ha un’apertura esterna chiamata narice e un’apertura interna chiamate coana. Lo spazio interno a ogni cavità nasale viene chiamato vestibolo nasale. All’interno di ogni vestibolo nasale troviamo delle componenti ossee, degli ossicini chiamati turbinati (o cornetti), laminette ossee, che servono per mantenere in moto turbinoso l’aria all’interno della cavità nasale; in questo modo l’aria all’ingresso in moto turbinoso viene mantenuta per più tempo all’interno della cavità nasale, dove una mucosa respiratoria permette il riscaldamento, la purificazione e l’umidificazione dell’aria. I peli all’interno delle cavità, vibrisse, hanno la funzione di intrappolare materiale corpuscolare e quindi partecipare alla purificazione dell’aria in ingresso. 26 Il naso è una struttura ossea cartilaginea. Ha superiormente ossa nasali, inferiormente cartilagini triangolari e cartilagini alari. L’osso frontale partecipa alla formazione del tetto nasale, insieme alla lamina cribrosa dell’etmoide e l’osso sfenoide. Oltre al tetto della cavità nasale, prendono parte alla formazione del setto nasale la lamina perpendicolare dell’etmoide, il vomere e la cartilagine del setto. Il pavimento della cavità nasale39 è formato dalla lamina orizzontale dell’osso palatino e dal processo palatino dell’osso mascellare. Avere il setto nasale dritto o deviato può favorire o meno il passaggio e la purificazione dell’aria. 39 che corrisponde al tetto della cavità orale (palato duro) 27 Seni Paranasali Dall’incastro tra le varie ossa facciali si creano delle cavità, i seni paranasali, che servono come cassa di risonanza. Sono quattro e sono piccoli spazi dati dall’interposizione di ossa del cranio. Vi sono: Seni frontali Seni etmoidali: piccoli spazi dati dall’interfaccia dell’etmoide con altre ossa che sono posteriormente, anteriormente e lateralmente Seni sfenoidali Seni mascellari Orbite Tutti i seni sono ricoperti da mucosa respiratoria; quando la mucosa è infiammata per la presenza di un raffreddore, la mucosa produce muco. Quando i seni paranasali sono riempiti completamente di muco si ha sinusite; la sinusite è un dolore che si colloca a livello facciale, non in un punto specifico, proprio perché i seni si estendono per tutta la faccia. In quanto organi cavi le vie aeree sono ricoperti dall’interno verso l’esterno da: mucosa respiratoria (o tonaca mucosa): la mucosa respiratoria è un epitelio pseudostratificato cilindrico ciliato; le ciglia servono per purificare l’aria insieme alle vibrisse. In mezzo alle cellule dell’epitelio pseudostratificato abbiamo delle cellule mucipare caliciformi, uniche cellule unighiandolari del corpo che producono muco. Il muco umidifica l’aria, purifica e riscalda l’aria. Riveste cavità nasali, rinofaringe, trachea e bronchi. All’interno delle cavità nasali, a livello del tetto dove c’è la lamina cribrosa dell’etmoide, troviamo dei recettori olfattivi, che percepiscono il segnale di tipo olfattivo e lo trasmettono a livello del sistema nervoso centrale. tonaca sottomucosa: connettivo altamente vascolarizzato, che permette il riscaldamento dell’aria grazie all’elevata presenza di capillari tonaca muscolare tonaca avventizia All’interno delle cavità nasali, a livello del tetto dove c’è la lamina cribrosa dell’etmoide, troviamo dei recettori olfattivi, che percepiscono il segnale di tipo olfattivo e lo trasmettono a livello del sistema nervoso centrale. La mucosa respiratoria dunque si interrompe e cede il posto a una mucosa olfattiva; i recettori della mucosa olfattiva passano attraverso i fori della lamina cribrosa dell’etmoide. I recettori percepiscono lo stimolo, fanno sinapsi con neuroni sensitivi, chiamati anche neuroni afferenti, che trasportano l’informazione arrivata dalla periferia al centro. 28 ○ cartilagine tiroidea: è connessa all’osso ioide con il legamento tiroideo. La prominenza, che è il punto della cartilagine tiroidea più esterno, è bersaglio ormonale soprattutto da parte del testosterone: il pomo d’adamo dunque è la sporgenza della cartilagine tiroidea che è bersaglio soprattutto di testosterone, motivo per cui negli uomini è molto più accentuato. Il fatto che sia bersaglio soprattutto di testosterone determina anche la voce diversa tra i due sessi, e corde vocali più spesse negli uomini ○ cartilagine cricoidea: sotto la cartilagine tiroidea ○ cartilagine epiglottide: parte dalla cartilagine tiroidea e si sviluppa in altezza; è di cartilagine elastica, quindi diversa dalle altre, perché ha una funzione importantissima durante la deglutizione nell’apparato digerente45 46 6 pari piccole: ○ cartilagini aritenoidi: sono una a sinistra e una a destra; sono quelle veramente importanti tra le pari. Si appoggiano sul versante posteriore della cartilagine cricoidea. Internamente schioccano un legamento che va dalla base delle cartilagini aritenoidi alla parte anteriore della cartilagine tiroidea; questi due legamenti sono i legamenti vocali. Le aritenoidi sono mobili e se si muovono internamente ed esternamente, i legamenti vocali schioccano e le corde vocali sono libere di muoversi. Le aritenoidi si muovono grazie ai muscoli intrinseci della laringe, che fanno in modo di ruotare le aritenoidi così da modificare la lunghezza e la tensione delle corde vocali e quindi generare diversi suoni. Le corde vocali sono sostenuta da corde vocali false47, che proteggono le corde vocali vere. L’apertura che è determinata dalle corde vocali è chiamata glottide. ○ cartilagini corniculate: due piccolissime laminette di cartilagine senza un vero e proprio scopo ○ cartilagini cuneiformi 45 il bolo alimentare viene spinto indietro dalla lingua, entra in orofaringe; l’epiglottide a questo punto ha il ruolo di rigirarsi su se stessa per andare a chiudere l’adito faringeo, facendo in modo che il bolo alimentare trovi un’unica via di passaggio, l’esofago. 46 doppia, una per lato 47 corde vocali vere = legamenti vocali + epitelio squamoso stratificato corde vocali false = legamenti vestibolari + mucosa respiratoria 30 Faringe Posteriormente alle coane e al palato molle troviamo il primo tratto di faringe, la rinofaringe. La faringe per tutta la sua lunghezza non è un canale con pareti proprie, poiché ha pareti proprie per ⅔, per il resto si aggetta su cavità di altri organi. A livello della rinofaringe troviamo le tonsille40 faringee, comunemente chiamate adenoidi. A livello della rinofaringe vi è anche lo sbocco delle tube uditive41. L’orofaringe è uno spazio posteriore alla radice della lingua, comune all’apparato respiratorio e digerente, che si estende dalla punta inferiore del palato molle alla punta superiore dell’epiglottide; si aggetta sulle cavità nasali. Nella porzione inferiore del palato molle42 troviamo la tonsilla palatina e alla base della lingua le tonsille linguali. Tutte le tonsille presenti nella faringe (adenoidi, palatina, linguali) sono ammassi di tessuto linfoide, che esplicano funzione protettiva da parte del sistema immunitario sia dal cibo che dall’aria in ingresso. Laringe La laringe è posizionata a livello del collo, estendendosi dalla C3 alla C6 (circa 4cm), superiormente alla trachea e anteriormente all’esofago; è l’organo deputato alla fonazione, grazie alla presenza delle corde vocali, e ha anche la funzione di impedire l’ingresso di cibo e liquidi nelle vie aeree. È formata da cartilagine43 e legamenti; le cartilagini che formano la laringe sono tutte cartilagine ialina tranne l’epiglottide: 3 impari44 e grandi: 40 ammassi di tessuto linfoide che esplicano funzione protettiva da parte del sistema immunitario sia dal cibo in ingresso che dall’aria in ingresso 41 Ha funzione di regolare la pressione atmosferica e quella interna dell’orecchio medio 42 localizzato all’interno dell’orofaringe 43 la cartilagine esiste di tre diversi tipi: cartilagine ialina, non ha fibre ma solo sostanza fondamentale amorfa cartilagine fibrosa, molto ricca di fibre di tipo collagenico cartilagine elastica, ha fibre di tipo elastico 44 una sola e che si sviluppa sull’asse longitudinale del corpo 29 Trachea La trachea è un condotto lungo circa 11cm collocato a livello del collo, inferiormente alla laringe e anteriormente all’esofago; si trova in parte nel collo e in parte nel mediastino dove si biforca per dare i bronchi principali. È formato da 15/20 semianelli cartilaginei. Anteriormente troviamo la tiroide e i grandi vasi, posteriormente l’esofago. I semianelli sono formati anteriormente da cartilagine, posteriormente da muscolo (pars membranacea), che permette il passaggio del bolo nell’esofago durante la deglutizione48. La tracheotomia è un’incisione della cute e degli strati sottostanti per inserire un condotto che permette di entrare direttamente nella trachea quando non è possibile la respirazione. 48 l’esofago si deve dilatare al passaggio del bolo e va a spingere sul muscolo tracheale, che si invagina per permettere il passaggio 31 Bronchi Al termine della trachea inizia l’albero bronchiali formato dai bronchi; i bronchi sono condotti il cui diametro man mano si riduce, per arrivare agli alveoli polmonari. I bronchi hanno inizialmente la stessa struttura della trachea a semianelli cartilaginei; man mano che il diametro si riduce, i semi anelli cartilaginei si assottigliano diventando placchette cartilaginee. I bronchi primari sono due, bronco di destra e bronco di sinistra, e si sviluppano in modo extrapolmonare49. Il bronco di destra è più sviluppato sull’asse longitudinale ed è dunque dove si trovano la maggior parte di oggetti estranei. Si passa poi a bronchi secondari, che presentano già placchette cartilaginee, poi bronchi terziari, dove le placchette sono ancora più piccole, poi bronchioli e bronchioli terminali, che non hanno placchette, ma presentano un ispessimento della tonaca muscolare per mantenere la pervietà delle vie aeree. Ogni bronchiolo arriva a livello di un lobulo polmonare in cui sono presenti gli alveoli polmonari. Procedendo dall’esterno verso il parenchima cambia anche l’epitelio: da pseudostratificato ciliato a cubico ciliato, dove non ci sono più ghiandole che producono muco, ma è presente un ispessimento della tonaca muscolare. Ogni bronchiolo termina con dei grappoli di alveoli polmonari, chiamati acini. Gli alveoli sono sacchi vuoti formati da epitelio pavimentoso fatto da: pneumociti di tipo I, che tappezzano l’alveolo polmonare; i pneumociti di tipo I sono i responsabili degli scambi gassosi pneumociti di tipo II, che producono il surfactante, una sostanza lipidica che impedisce agli alveoli di collassare gli uni sugli altri macrofagi alveolari, che hanno al funzione di degradare detriti e particelle 49 quando entrano nel parenchima polmonare diventano secondari 32 Ogni alveolo è intimamente abbracciato da una membrana respiratoria, formata dalle membrane plasmatiche dei pneumociti di tipo I e dai capillari, e dalle loro membrane basali fuse; nei capillari troviamo i globuli rossi, che trasportano l’ossigeno e la CO2 legata all’emoglobina. La membrana basale dei pneumociti di tipo I e delle cellule endoteliali dei capillari è completamente fusa, per permettere lo scambio di gas attraverso il sistema di trasporto di diffusione. Polmoni Organi parenchimatosi a forma di cono che si sviluppano a partire dalla base del collo e poggiano sul muscolo diaframma; sono all’interno della gabbia toracica, protetti da essa. Sono divisi in lobi grazie a un tessuto connettivo, chiamata pleura viscerale, che si invagina a formare tre lobi a destra e due a sinistra (più piccolo perché c’è il cuore)50. Nella faccia mediastinica51 dei polmoni notiamo l’ilo polmonare, cioè il punto di ingresso di vasi, nervi e bronchi; si nota anche l’impronta degli organi mediastinici che vengono a contatto coi polmoni. La pleura va a rivestire il polmone in modo da lasciare un piccolo spazio chiamato seno pleurico che permette l’ampliamento e l’accumulo di liquido. Oltre ai lobi riconosciamo una divisione in segmenti o zone: dieci segmenti a destra, 8/9 sinistra; il segmento a differenza del lobo è una porzione di parenchima polmonare indipendente dal resto del tessuto; è vascolarizzato e ha conduzione aerea indipendente, cioè vi arrivano dei propri vasi e dei propri bronchioli. La suddivisione in segmenti permette la rimozione chirurgica di un segmento senza intaccare la funzionalità di tutto il polmone52; un lobo può essere diviso in più segmenti, quindi in caso di necessità non si recide un intero lobo ma solo un segmento. Piccola circolazione È la circolazione polmonare, la circolazione funzionale. Il sangue refluo, che trasporta sangue ricco di CO2 dai tessuti, proveniente dal distretto sovracardiaco e sottocardiaco, porta sangue sporco a livello dell’atrio di destra attraverso la vena cava inferiore e la vena cava superiore. La vena cava superiore e la vena cava inferiore sfociano a livello dell’atrio di destra. Da qui parte la piccola circolazione: il sangue sporco passa nel ventricolo di destra e viene pompato nel tronco polmonare, che si divide in arteria polmonare di sinistra e arteria polmonare di destra, che si dirigono ai polmoni. Le arterie poi diventano capillari arteriosi, a livello dei quali avviene lo scambio gassoso. Si riparte con una porzione di capillari venosi, che trasportano sangue pulito, che diventano vene polmonari di destra e sinistra, e che vanno a portare il sangue pulito a livello dell’atrio di sinistra. Da qui parte la grande circolazione: Il sangue pulito dall’atrio di sinistra viene pompato nel ventricolo di sinistra e passa all’aorta; l’aorta lungo il suo decorso ha dei rami che vanno a portare sostentamento al distretto sovracardiaco e sottocardiaco. La porzione arteriosa andrà poi a formare la porzione di capillari arteriosi dove avverrà lo scambio del fluido interstiziale con il circolo sanguigno. 50 il polmone di sinistra è più piccolo perché è presente anche il cuore 51 faccia costale (rivolta verso la gabbia toracica); faccia mediastinica (rivolta verso il mediastino) 52 utile in caso di tumore polmonare 33 C’è anche una circolazione nutritizia per ossigenare e nutrire i tessuti bronchiali, deriva da arterie e vene bronchiali. Le arterie bronchiali sono due rami che si staccano dall’aorta toracica. L'inspirazione è data dal diaframma quando si contrae e muscoli intercostali esterni; nell’espirazione il diaframma si rilassa e gli intercostali interni si contraggono. Apparato Cardiocircolatorio Tutti i vasi che partono dal cuore si chiamano arterie, quelli che arrivano al cuore si chiamano vene. Circolazione: attraverso la vena cava inferiore e superiore, il sangue refluo arriva dal distretto sovracardiaco e sottocardiaco a livello dell’atrio destro. Passa al ventircolo di destra, viene portato al tronco polmonare che si dirama in arteria polmonare di sinistra e arteria polmonare di destra. Le arterie portano il sangue ai polmoni e tornano al cuore con vene polmonari con sangue ricco di ossigeno; il sangue ricco di ossigeno arriva a livello dell’atrio di sinistra e passa al ventricolo di sinistra, dove viene pompato all’aorta. L’aorta porta sangue ricco di ossigeno al distretto sottoardiaco e sovra cardiaco. Il cuore di destra si occupa quindi principalmente della piccola circolazione, il cuore di sinistra della grande circolazione. 34 Cuore Il cuore si trova all’interno della cavità toracica nel mediastino; per accedere al cuore bisogna sollevare i polmoni. Inferiormente prende contatto con il diaframma, anteriormente con la gabbia toracica e le cartilagini costali, posteriormente con l’aorta toracica e l’esofago; posteriormente troviamo i grandi vasi (aorta, tronco-polmonare) e il timo. All’interno del mediastino è inclinato dall’indietro verso il davanti ed è ruotato di ¼ di giro a sinistra53. Presenta una base, margine superiore, che è il punto in cui si inseriscono i grandi vasi; ha un margine inferiore che corrisponde all’apice del cuore, e un margine destro e margine sinistro. Il cuore è rivestito esternamente dal pericardio, a sua volta costituito da due strati distinti: pericardio fibroso, uno strato di connettivo denso che avvolge esternamente il cuore pericardio sieroso, situato più internamente rispetto al fibroso, costituisce la vera e propria sierosa; è formato da un foglietto parietale e un foglietto viscerale. Fra i due foglietti del pericardio sieroso è presente il liquido pericardico, che impedisce lo sfregamento delle fibre miocardiche. Il pericardio funge da difesa del cuore contro gli attacchi esterni, lo fa aderire saldamente entro il mediastino anteriore e ne limita la distensibilità. Superficialmente sono presenti delle invaginazioni del pericardio fibroso chiamati solchi; i solchi internamente diventano dei veri e propri setti, che separano il cuore in camere. I solchi più importanti sono quello atrioventricolare e quello interventricolare; il solco atrioventricolare è un’incisura che divide gli atri dai ventricoli, quello interventricolare è un’incisura che separa superficialmente i due ventricoli. Nei solchi decorrono i vasi che vanno ad irrorare il tessuto cardiaco, le coronarie. Le arterie coronarie partono dal primissimo tratto dell’aorta, l’aorta ascendente; quando l’aorta parte dal ventricolo di sinistra stacca i due rami delle coronarie, l’arteria coronaria di destra e l’arteria coronaria di sinistra. Le coronarie poi scendono, corrono lungo i solchi atrioventricolare e interventricolare. La coronaria di destra porta principalmente il sangue al cuore di destra, l’arteria coronaria di sinistra porta sangue pulito principalmente al cuore di sinistra. Le vene coronarie che raccolgono il sangue refluo del cuore vanno a sboccare nel seno coronario. L’arteria coronaria di destra diventa interventricolare posteriore, l’arteria coronaria di sinistra si divide in due rami che prendono il nome di interventricolare anteriore e interventricolare circonflesso. Le vene cardiache si dividono in grande, media e piccola. Tonache del cuore: epicardio: foglietto viscerale del pericardio, formato da epitelio pavimentoso semplice e tessuto connettivo lasso e grasso 53 in sezione frontale si vede principalmente il ventricolo di destra 35 miocardio: tessuto muscolare endocardio: formato da tessuto connettivo lasso ed endotelio All’interno il cuore è diviso in due atri e due ventricoli, per un totale di 4 camere; gli atri sono internamente collegati da valvole. Può essere considerato diviso in due metà, il cuore di destra e il cuore di sinistra; ognuno è composto da un atrio e da un ventricolo, in comunicazione tra loro attraverso un ostio atrioventricolare, dotato di valvole cuspidi che impediscono il reflusso del sangue dal ventricolo verso l’atrio. Sulla parete dell’atrio di destra troviamo un’invaginazione dell’endocardio chiamata fossa ovale; è ciò che rimane del foro ovale, l’apertura che durante la vita uterina permetteva agli atri di comunicare. Sotto si trova l’orifizio del seno coronario, che è lo sbocco interno del sangue refluo portato dal seno coronario all’atrio di destra. Si trovano anche l’orifizio della vena cava superiore e l’orifizio della vena cava inferiore. 36 A regolare il flusso di sangue tra ventricolo di destra e atrio di destra troviamo la valvola tricuspide, a regolare il flusso di sanfue tra ventricolo di sinistra e atrio di sinistra troviamo la valvola bicuspide54. Queste valvole sono un’insieme di lembi di tessuto connettivo che partono dall’endotelio dell’atrio e vanno a convergere prima in delle lamine di connettivo e poi in dei filuzzi tendinei (o corde tendinee), che vanno a inserirsi sui muscoli papillari; i muscoli papillari sono muscoli digitiformi che danno attacco ai filuzzi tendinei delle valvole55. Il legame fra i filuzzi tendinei e i muscoli papillari fa in modo che durante la sistole ventricolare non vi sia reflusso di sangue dall’atrio al ventricolo. Quando le valvole non sono completamente chiuse, il sangue rifluisce nella camera vuota producendo un rumore definito soffio. Il cuore di sinistra presenta maggiore muscolatura, perché vascolarizza tutto il distretto sistemico, trovando maggiore resistenza del cuore di destra, che deve solamente pompare il sangue ai polmoni. A regolare il flusso dal ventricolo di destra al tronco polmonare troviamo la semilunare polmonare; regola invece il flusso dal ventricolo sinistro all’aorta la semiluanre aortica. Le semilunari vengono anche chiamate a nido di rondine, perché sono sostanzialmente delle tazze che si chiudono unendo i loro lembi per impedire il reflusso dal vaso al ventricolo. Miocardio Il miocardio è un tessuto muscolare che dal punto di vista strutturale si divide tra liscio e striato: presenta una striatura che è propria del tessuto striato, ma è involontario risultando quindi simile alla muscolatura liscia. Le cellule del miocardio (cardiomiociti) si dividono in due tipi: miocardio comune: rappresenta il 90% della struttura cardiaca e sono cellule capaci di trasportare l’informazione della contrazione; è regolato da una contrazione neurogena, dipendente dal sistema nervoso involontario miocardio specifico: cellule che si contraggono in modo autonomo, sono autocontrattili; ha la capacità di contrazione miogena, cioè l’input della contrazione arriva dal muscolo stesso. ○ Sistema di conduzione del cuore56: Un piccolo agglomerato di cellule del miocardio specifico si trova nell’atrio di destra e forma il nodo seno-atriale, che genera il battito e invia il segnale agli atri e li fa contrarre; il segnale che parte dal nodo seno-atriale viaggia attraverso le fibre del miocardio comune fino alla separazione tra atrio e ventricolo, dove si trova il nodo atrioventricolare, un altro miocardio specifico. Attraverso il nodo atrioventricolare l’impulso passa e viene inviato ai ventricoli. Dal nodo atrio-ventricolare si ripartono delle fibre di miocardio specifico chiamato fascio di His che corre lungo il setto interventricolare, dando la possibilità ai ventricoli di contrarsi in modo autonomo. Il fascio di 54 strutture molto simili tra loro, la bicuspide ha due lembi invece che tre 55 Servono in attacco solo alle valvole tricuspidi e bicuspidi, non sono presenti per le valvole a nido di rondine 56 un pacemaker genera l’impulso cardiaco quando questi tratti di conduzione del cuore non funzionano o funzionano male 37 His si divide in branca destra e branca sinistra, da cui si ripartono le fibre del Purkinje57, che permettono ai ventricoli di autocontrarsi. Ciclo Cardiaco 1. diastole ventricolare: le camere sono rilassate e avviene il riempimento ventricolare passivo 2. comincia la sistole atriale: gli atri si contraggono spingendo ancora sangue nel ventricolo; quando il ventricolo è pieno, la pressione all’interno del ventricolo aumenta e le valvole si chiudono automaticamente per evitare il riflusso 3. finisce la sistola atriale e comincia la diastole atriale e contemporaneamente inizia la sistole ventricolare 4. sistole ventricolare: 4.1. si contraggono il ventricolo di destra e di sinistra che pompano sangue ai rispettivi vasi (tronco polmonare e aorta); le valvole a nido di rondine si chiudono automaticamente perché sentono la pressione del flusso sanguigno 4.2. la sistole ventricolare aumenta e il sangue viene spinto verso i vasi 5. diastole ventricolare precoce 57 L’elettrocardiogramma è la valutazione dell’attività elettrica che si propaga dal nodo seno-atriale, al nodo atrioventricolare, al fascio di His, fino alle fibre del Purkinje. Gli elettrodi vengono dunque messi in punti specifici della conduzione dell’impulso lungo il cuore. 38 Vasi sanguigni I vasi sanguigni formano un sistema chiuso di tubi, che distribuisce sangue in tutti i tessuti del corpo e lo riporta al cuore. I vasi sanguigni sono: arterie: i vasi che partono dal cuore vene: i vasi che tornano al cuore capillari: dove avvengono gli scambi gassosi e delle sostanze nutritizie tra il sangue e i tessuti circostanti. Il percorso seguito dal sangue una volta uscito dal cuore è: cuore-arterie-arteriole-capillari-venule-vene-cuore. Uscito dal cuore il sangue prende la via di tronchi arteriosi di grosso calibro, le arterie polmonari e l’aorta. Man mano che scendono in profondità e diventano sempre più piccole, le arterie diventano arteriole, che sono i più piccoli vasi del sistema arterioso; attraverso essi il sangue entra nella rete capillare dei vari tessuti. Le arteriole infatti diventano capillari arteriosi. A livello del letto capillare, i capillari arteriosi cedono 39 ossigeno e nutrimento ai tessuti; qui la pressione diventa venosa perché parte il trasporto del sangue refluo carico di sostanze di scarto, e i capillari arteriosi diventano venule, che sono i più piccoli vasi del sistema venoso. Le venule si uniscono poi ai vasi vicini per formare piccole vene, quindi il sangue passa attraverso le vene di medio e grosso calibro; il sangue raggiunge quindi le vene cave (nel circolo sistemico) o le vene polmonari (nel circolo polmonare). Tutti i vasi sanguigni hanno la stessa struttura; le pareti sono formate da tre strati dette tonache: 1. una tonaca intima formato da endotelio e una lamina basale 2. una tonaca muscolare chiamata tonaca media, ricca di fibre muscolari e elastiche, che è più o meno spessa a seconda del vaso 3. tonaca esterna chiamata tonaca avventizia, che è uno strato esterno di connettivo, che mette in rapporto il vaso con l’ambiente circostante e fa da cuscinetto protettivo. La tonaca avventizia è percorsa da vasi che portano nutrimento a vene o arterie (i vasa vasorum). Nei capillari non c’è stratificazione di tonache, c’è un unico strato, l’endotelio. La differenza principale tra arterie e vene è la grandezza del lume; le arterie hanno il lume piccolo e parete ampia, mentre le vene hanno lume grande e parete sottile. Nelle arterie la tonaca muscolare è più spessa e l’avventizia è molto sottile, mentre nelle vene è molto spessa. In alcune tipi di vene troviamo delle valvole che evitano il reflusso di sangue da un comparto all’altro, dalla parte superiore a quella inferiore58; ciò non è necessario per le arterie, perché pressione è mantenuta dalla pompa centrale, il cuore. principali differenze tra arterie e arterie vene vene lume lume piccolo lume ampio parete parete spessa parete sottile tonaca muscolare spessa più sottile tonaca avventizia molto sottile molto più spessa valvole assenti presenti 58 spesso lavorano in antigravitazionale 40 Arterie Le arterie cambiano struttura a seconda della distanza dal cuore. Partendo dal cuore le arterie si definiscono arterie elastiche, la cui tonaca media è molto ricca di fibre elastiche, perché devono sopportare la pressione alta e discontinua del sangue appena pompato dal cuore; fanno in modo di riuscire a percepire e mantenere la pressione del sangue in uscita dal cuore mentre lungo il decorso la diminuiscono, per permettere successivamente scambio di nutrimenti. Sono curve e grazie a questo fanno perdere velocità e pressione; modificano il flusso per renderlo continuo. Più ci si allontana dal cuore più le arterie diventano arterie muscolari, cioè perdono la capacità elastica e hanno maggiore presenza di tessuto muscolare; devono pompare il sangue verso il circolo sistemico. A livello delle arterie muscolari il sangue viene pompato grazie all’azione delle fibre muscolari. Si passa poi a arteriole, dove la tonaca media è in riduzione, ed a capillari che hanno solo endotelio internamente e un sottile strato di connettivo esterno. I capillari diventano poi venule, per risalire in vene di medio calibro in cui compaiono valvole a nido di rondine per evitare il riflusso59 e arrivare alla vena cava inferiore e vena cava superiore, dove si ha una parete muscolare esterna molto più spessa. 59 una rottura a monte di una valvola causa reflusso di sangue, che stagnando causa malformazioni delle vene, le vene varicose 41 Capillari I capillari formano una rete tra le arteriole e le venule; hanno la funzione di filtrazione, riassorbimento e deflusso linfatico. Dai capillari passa più liquido nei tessuti di quanto essi a loro volta possono riassorbirne; il liquido residuo scorre lungo le vie linfatiche. La pressione all’interno dei capillari causa il deflusso lento e continuo di liquido dal plasma sanguigno agli interstizi60 che circondano i capillari e i tessuti. Questo liquido è noto come liquido interstiziale ed è composto soprattutto da acqua in cui sono disciolte sostanze nutritive, ormoni, gas, sostanze di rifiuto e piccole proteine del sangue. I capillari differiscono a seconda di posizione e funzione: capillari continui: l’endotelio è completamente aderente all’avventizia, le cellule endoteliali sono tutte vicine, rendendo i capillari continui molto selettivi. Si trovano negli alveoli polmonari, dove è necessario che passi solo ed esclusivamente gas, e nella barriera ematoencefalica, dove devono passare pochissime sostanze. capillari fenestrati: l’endotelio presenta delle fenestrature, cioè buchi che permettono il passaggio di grandi molecole; sono quindi poco selettivi. Si trova nel rene dove il sangue deve essere filtrato e deve essere prodotta l’urina. capillari discontinui/sinusoidi: l’endotelio presenta degli spazi di vuoto, delle discontinuità dell’endotelio, che permettono il passaggio di vere e proprie cellule; sono nel midollo osseo dove vengono prodotte cellule del sangue, che devono essere trasportate nel circolo. Si trovano anche nel fegato, dove devono passare delle macromolecole, e nella milza, dove devono passare gli eritrociti per recuperare ferro ed emoglobina La rete capillare differisce a seconda della funzione: rete classica, formata dal comparto venoso e dal comparto arterioso rete sinusoidale, formata da capillari più dilatati rete mirabili, dove a monte e a valle della rete capillare troviamo due vasi dello stesso tipo (arteriola-arteriola/venula-venula) e la rete capillare è quindi di un unico tipo. Si trova a livello glomerulare o nel sistema portale61 rete anastomosi artero-venosa, quando il comparto arterioso viene a contatto con il comparto venoso senza la creazione di un letto capillare62 unità micro-circolatorie, dove i capillari sono costantemente perfusi, ma da questi capillari si staccano dei vasi secondari che potranno essere perfusi o no al momento del bisogno; la perfusione è regolata dalla muscolatura liscia volontaria con degli sfinteri precapillari. Si trovano ad esempio nell’apparato digerente, poiché durante la digestione vi è un grande apporto di sangue. 60 spazi intercellulari 61 circolo che trasporta il materiale che proviene dall’apparato digerente al fegato attraverso la vena porta 62 La circolazione può essere anche una circolazione terminale, molto diversa da quella con anastomosi artero-venosa; è presente solo nel cuore, dove le arteriole arrivano ad essere separate e a vascolarizzare soltanto certi distretti, quindi i letti capillari non sono connessi tra di loro. Questo determina un enorme svantaggio: se una delle zone viene colpita da infarto del miocardio, cioè il miocardio non funziona più e non c’è più apporto di sangue, tutto il tessuto va in necrosi. Nell’anastomosi invece la zona viene irrorata comunque perché essendo collegati tra di loro, altri capillari continuano a portare sangue alla zona colpita. 42 Vene Le vene sono deputate a raccogliere il sangue refluo dei tessuti e riportarlo al cuore. In base alle dimensioni si distinguono in tre tipi: grandi, medie e venule. In base alla funzione si distinguono in: vene di tipo recettivo: grosse vene che ricevono una notevole quantità di sangue in maniera passiva, per gravità; raccolgono il sangue refluo dalla parte superiore del corpo e confluiscono nella vena cava superiore. vene di tipo propulsivo: spingono il sangue dalla periferia verso il cuore; trasportano il sangue dalla parte inferiore del corpo. Sono provviste di valvole a nido di rondine per evitare il reflusso di sangue, perché lavorano in antigravitazionale. Il ritorno venoso è aiutato dalla muscolatura scheletrica, che contraendosi favorisce il ritorno del sangue verso il cuore. Vasi della grande circolazione L’aorta parte dal ventricolo sinistro con il primo tratto, l’aorta ascendente; l’aorta ascendente nella porzione in cui si incurva prende il nome di arco aortico, per poi andare a formare l’aorta discendente; l’aorta discendente diventa aorta toracica, all’interno del torace, quando passa il diaframma si chiama aorta addominale. A livello della L4 l’aorta cessa di esistere, ma si divide in due rami grossi chiamati arterie iliache comuni di destra e di sinistra e una piccola arteriola che va a livello del sacro, l’arteria sacrale. Le arterie iliache comuni si dividono in: arteria iliaca esterna, che va agli arti inferiori, e arteria iliaca interna, che va a vascolarizzare tutti gli organi della cavità pelvica. Dall’arco aortico si staccano diversi vasi. A destra si stacca un unico vaso chiamato tronco brachiocefalico, che subito dopo si divide in63: 63 a destra la carotide e la succlavia originano da un unico vaso, a sinistra si staccano due vasi divisi fin da subito 43 succlavia di destra, che va a irrorare l’arto superiore di destra e i territori del torace di destra arteria carotide comune di destra, che va a vascolarizzare l’encefalo A sinistra si staccano: arteria carotide comune di sinistra, che va a vascolarizzare l’encefalo succlavia di sinistra, che va a vascolarizzare l’arto superiore di sinistra e i territori del torace di sinistra Dall’aorta toracica si staccano dei rami parietali, cioè che vanno a vascolarizzare delle superfici: arterie intercostali, che viaggiano lungo le coste arterie freniche superiori, che vanno ad innervare la superficie superiore del diaframma Si staccano poi anche dei rami viscerali, che vanno a vascolarizzare dei visceri: arterie esofagee, che vanno a livello dell’esofago arterie bronchiali arterie pericardiche, che vanno a vascolarizzare lo strato più esterno del cuore Dall’aorta addominale si staccano arterie freniche inferiori tronco celiaco64, fatto da tre vasi: ○ arteria splenica alla milza ○ arteria gastrica che va direttamente allo stomaco ○ arteria epatica comune che va al fegato mesenterica superiore, che va a vascolarizzare la parte di intestino situato in posizione più superiore mesenterica inferiore, che va a vascolarizzare la parte dell’intestino più inferiore. arterie surrenali a destra e a sinistra arterie renali a destra e a sinistra arterie genitali o gonadiche (spermatiche o ovariche), che sono arterie pari che partono dall’aorta addominale e vanno a vascolarizzare le gonadi Per ogni arteria esiste una vena con lo stesso nome, tranne per l’aorta che non ha un complementare nel sistema venoso. Nel comparto venoso si ha la vena cava inferiore, che riceve il sangue dalle vene iliache di destra e di sinistra, e la vena cava superiore, che riceve il sangue dalla vena succlavia di destra e di sinistra a livello dell’angolo venoso. A livello toracico troviamo un sistema di vene chiamato azygos ed emiazygos che raccolgono il sangue proveniente dalla zona toracica. La vena preferenziale per i prelievi a livello del braccio è la vena cubitale mediana. Il circolo venoso è spostato a destra rispetto al circolo arterioso. Circolazione Fetale Nel feto il cuore non è diviso in camere come lo è nel neonato, infatti tutto cambia al momento del primo vagito. Nel feto i due atri sono comunicanti tramite il forame ovale, e a 64 o tripode celiaco 44 livello del tronco polmonare vi è un piccolo condotto, dotto arterioso, che trasporta il sangue direttamente in aorta; il tronco polmonare porta il sangue refluo al resto dei polmoni e l’aorta il sangue pulito al resto del corpo, quindi i due tipi di sangue nel feto si mescolano. Questo avviene perché nel feto il circolo polmonare non è presente perché i polmoni non sono ancora maturi. L’ossigenazione del sangue avviene attraverso la placenta, posizionata nell’utero; la vena ombelicale si aggetta nella vena cava inferiore, portando sangue pulito ossigenato dalla placenta. Il sangue pulito arriva direttamente all’atrio di destra, grazie al foro ovale passa all’atrio di sinistra, che porta al ventricolo di sinistra e tramite l’aorta immette il sangue in circolo. Il sangue che arriva all’atrio di destra non passa interamente all’atrio sinistro, ma una parte viene convogliata al ventricolo destro. Dal ventricolo di destra il sangue passa attraverso il dotto arterioso all’aorta e quindi direttamente al circolo sistemico. Dall’aorta fetale partono le arterie ombelicali che vanno a livello della placenta per fare in modo che il sangue venga ossigenato e si riparta col circolo verso l’atrio di destra. Nella circolazione fetale ci sono quindi tre shunt65: dotto venoso: porta il sangue dalla vena ombelicale e si aggetta a livello della vena cava inferiore; è sangue altamente ossigenato e di ritorno dalla placenta dotto arterioso di Botallo: condotto che mette in comunicazione il tronco polmonare con l’aorta forame ovale: mette in comunicazione l’atrio di destra con l’atrio di sinistra Al momento della nascita data l’alta pressione perché il circolo inizia a raggiungere anche il livello polmonare, i foglietti di connettivo che formano il forame ovale vengono sbattuti gli uni 65 collegamenti 45 convergono dunque a formare tronchi linfatici, di maggior calibro ciascuno dei quali drena ampi distretti corporei; i tronchi linfatici infine convergono a formare due dotti collettori: dotto linfatico destro: riceve la linfa drenata dal braccio destro e dalla regione destra del torace e dalla testa e sbocca poi nella vena succlavia di destra dotto toracico: nasce dalla cisterna del chilo72, passa poi attraverso il diaframma, risale nel mediastino dove decorre adiacente alla colonna vertebrale, sbocca a livello della vena cava inferiore; questo dotto drena tutte le regioni del corpo al di sotto del diaframma, l’arto superiore sinistro, la regione sinistra della testa, del collo e del torace Se il sistema linfatico si blocca si ha la formazione di edemi. Capillari linfatici Un capillare linfatico è formato da un sacco di cellule endoteliali che si sovrappongono l’una sopra all’altra, senza però aderire; le cellule sono connesse al tessuto circostante da filamenti proteici che impediscono che il sacco collassi. Lo spazio tra le cellule endoteliali è tale da permettere l’ingresso in circolo oltre che dei fluidi interstiziali, anche di batteri, linfociti, altre cellule e detriti; in questo modo la linfa offre ai linfonodi informazioni sullo stato di salute dei diversi organi. I margini sovrapposti delle cellule endoteliali si comportano come i lembi di valvole che possono aprirsi e chiudersi. Quando la pressione del fluido interstiziale è alta, si ha l’apertura del lembo valvolare ed il fluido fluisce all’interno del capillare; quando la pressione è maggiore nel capillare linfatico rispetto a quella del fluido interstiziale, il lembo è spinto all’esterno e la valvola è chiusa. Apparato Endocrino L’apparato endocrino è formato da diversi organi parenchimatosi non in comunione anatomica73 tra di loro, ma in connessione funzionale. Gli organi dell’apparato endocrino sono ghiandole endocrine; le ghiandole endocrine si differenziano da quelle esocrine per diversi motivi: non hanno continuità con l’epitelio da cui derivano, producono un secreto e lo riversano direttamente in circolo, e gli ormoni prodotti vanno a colpire organi-bersaglio. Il sistema endocrino è altamente specifico grazie alla specificità ormone-recettore. L’attività ormonale può essere di tre tipi: endocrina quando viaggiano all’interno del torrente circolatorio e vanno a colpire organi lontani; paracrina quando l’ormone va a colpire una cellula vicina; 72 unione di più vasi chiliferi che raccolgono la linfa che vengono dall’intestino 73 non sono connessi anatomicamente 49 autocrina quando l’ormone colpisce la cellula stessa Le ghiandole endocrine possono avere strutture diverse a seconda di come si distribuiscono gli adenomeri: nidi cellulari: gruppi di cellule che hanno il compito di produrre un determinato ormone (es.adenoipofisi) cordoni cellulari: le singole cellule che producono gli ormoni sono strutturalmente somiglianti a dei cordoni cellulari (es. surrenali) follicoli: strutture circonferenziali (es. tiroide) Gli ormoni funzionano grazie al meccanismo di feedback negativo o positivo. La maggior parte delle ghiandole viene attivata da ormoni prodotti da altre ghiandole, o da determinate sostanze presenti in circolo. Altre ghiandole vengono attivate da un impulso elettrico. Sono meccanismi regolatori negativi, per cui l’ormone va a regolare o la sua stessa produzione o a livello della ghiandola che l’ha prodotto o della ghiandola che ha regolato la sua produzione a monte; infatti quando la concentrazione di una sostanza supera un certo livello inibisce la sua stessa sintesi, quando il livello di quella stessa sostanza scende sotto una certa soglia riprende la sua produzione. Ipofisi L’ipofisi è posizionata inferiormente all’ipotalamo74, a cui è collegata grazie all'infundibolo, tramite una sola parte dell’ipofisi chiamata ipofisi posteriore o neuroipofisi; la parte anteriore dell’ipofisi, chiamata adenoipofisi, è appoggiata alla neuroipofisi e all’infundibolo. L’ipofisi alloggia dentro l’invaginazione dello sfenoide, la sella turcica. I neuroni dell’ipotalamo secernono ormoni che influenzano l’attività secretoria di: 74 struttura del SNC situata nella zona centrale interna dei due emisferi cerebrali, sotto il talamo (non è una ghiandola) 50 1. ipofisi anteriore: l’ipotalamo produce degli ormoni che vanno a regolare la produzione di ormoni dell’adenoipofisi, gli ormoni regolatori; gli ormoni regolatori sono ormoni di rilascio (RH) o inibitori (IH). RH e IH viaggiano attraverso una rete di capillari chiamata asse portale ipotalamo ipofisario; vanno a livello dell’adenoipofisi, le cui cellule diverse producono diversi ormoni: cellule tireotrope: sintetizzano e secernono il tireostimolante (TSH); va a livello della tiroide a produrre T3 e T4, gli ormoni tiroidei cellule mammotrope: sintetizzano e secernono prolattina (PRL); va a livello della ghiandola mammaria a stimolare la produzione di latte cellule corticotrope: sintetizzano e secerono adrenocorticotropo (ACTH); va a livello della corticale del surrene cellule somatotrope: sintetizzano e secernono ormone della crescita (GH); va a stimolare l’iperplasia e lipertrofia di cellule del tessuto osseo e del tessuto muscolare cellule gonadotrope: sintetizzano e secernono ormone luteinizzante (LH) e ormone follicolo-stimolante (FSH); vanno a livello delle gonadi maschili e femminili La produzione di questi ormoni è regolata dagli ormoni RH e IH dell’ipotalamo. Gli RH esistono per tutte le cellule dell’adenoipofisi75, ma gli IH esistono solo per tre ormoni dell’adenoipofisi: IH-GH, IH-PRL, IH-MSH76. Questa differenza è data dal fatto che GH, PRL e MSH non hanno una ghiandola come bersaglio, ma un tessuto; il tessuto non ha quindi una funzione regolatoria secondo feedback, come può avere una ghiandola come la surrenale, ma ha bisogno di ormoni inibenti per gestire e controllare la quantità di sostanza all’interno del circolo77. 2. ipofisi posteriore: a livello di neuroni dell’ipotalamo vengono prodotti due ormoni neuronali, che viaggiano lungo gli assoni, arrivano a livello della neuroipofisi e vengono rilasciati dalla neuroipofisi tramite il circolo capillare78. I due neurosecreti sono: ossitocina (OT): ha come organo bersaglio il tessuto muscolare dell’utero (miometrio) o le cellule mioepiteliali79 che troviamo a contornare gli adenomeri della ghiandola mammaria; infatti durante il parto stimola le contrazioni del parto, e durante l’allattamento favorisce la fuoriuscita di latte situato nella profondità della mammella ormone antidiuretico (ADH o vasopressina): diminuisce la produzione di urina a livello del rene, aumentando così la pressione del sangue; viene perciò prodotto e rilasciato quando la pressione sanguigna è bassa 75 RH-TSH, RH-ACTH, RH-FSH, RH-LH, RH-GH, RH-PRL, RH-MSH 76 malanocito stimolante 77 L’ormone della crescita ha come bersaglio il tessuto osseo e muscolare, che vanno ampliati e aumentati; questo cambiamento non comporta un’alterazione a livello ematico, dunque per regolare la produzione di GH serve un ormone inibitore. Stessa cosa vale per la prolattina: il latte prodotto a livello della ghiandola mammaria viene direttamente assunto dal neonato, non va in circolo influenzando il livello ematico e non risulta così essere un segnale. 78 al contrario dell’adenoipofisi, la neuroipofisi non produce nessun ormone, vengono tutti prodotti dall’ipotalamo 79 con caratteristiche muscolari 51 3. midollare del surrene: l’ipotalamo può andare a regolare la produzione ormonale della surrenale. Epifisi L’epifisi è localizzata nella zona dell’epitalamo, la zona del sistema nervoso centrale sopra il talamo. È responsabile della produzione della melatonina, che regola i ritmi circadiani80, è un potente antiossidante, ed inibisce le funzioni riproduttive; la melatonina ha un picco di produzione durante la notte, si arresta durante il giorno. Questo perché la produzione di melatonina è sotto il controllo di alcune innervazione che derivano dal nervo ottico; quando il nervo ottico viene eccitato non vi è produzione di melatonina, quando non lo è più vi è produzione di melatonina. Tiroide La tiroide è localizzata al di sotto della cartilagine cricoidea della laringe; è abbarbicata alla prima parte della trachea, ed è formata da due lobi e da una parte centrale chiamata istmo. La sua struttura interna è formata da una capsula di connettivo; all’interno le cellule follicolari, deputate alla produzione di ormoni, si dispongono a cerchio formando dei veri e propri follicoli, divisi dalla capsula. Le cellule follicolari producono un fluido viscoso chiamato colloide, ricco di tireoglobulina; la tireoglobulina è lo scheletro proteico che va a formare gli ormoni triiodiotironina (T3) e tetraiodiotironina (T4), che hanno in 80 ritmi sonno-veglia 52 comune lo scheletro81. Il T3 e il T4 vanno a regolare il metabolismo basale 82. All’interno della tiroide, oltre alle cellule follicolari, troviamo le cellule C della tiroide, che producono la calcitonina, un ormone ipocalcemizzante; la calcitonina diminuisce la calcemia 83. Il rilascio di calcitonina non dipende quindi dal TSH ma direttamente dai livelli di calcio nel sangue. Nella porzione posteriore della tiroide troviamo quattro piccole ghiandole chiamate paratiroidi, che producono l’ormone ipercalcemizzante, paratormone (PTH), che va dunque ad aumentare la quantità di calcio nel sangue. Le paratiroidi dunque si attivano quando la calcemia nel sangue è bassa. L’aumento della produzione di calcio avviene in seguito a: aumento dell’assorbimento di calcio a livello intestinale aumento del riassorbimento di calcio a livello renale aumento del riassorbimento di calcio a livello delle ossa Ciò aumenta il livello di calcio nel plasma. Quando invece i livelli di calcio sono troppo alti, intervengono le cellule C della tiroide, che sintetizzano la calcitonina. Pancreas Organo parenchimatoso che si trova nella cavità addominale, nella regione ombelicale; è una ghiandola mista perché ha una componente endocrina e una componente esocrina. Il pancreas endocrino è composto di isolotti inframmezzati nel parenchima, che producono due ormoni: insulina: ormone ipoglicemizzante, cioè abbassa il livello di glucosio nel sangue; è prodotta dalle cellule beta 81 hanno in comune uno scheletro di tireoglobulina, ma nel T3 vi si associano tre atomi di iodio, nella T4 sono quattro atomi di iodio 82 le funzioni metaboliche 83 quantità di calcio nel sangue 53 glucagone: ormone iperglicemizzante, cioè alza il livello di glucosio nel sangue; è prodotto dalle cellule alfa84 Una piccola parte delle cellule pancreatiche è composta dalle cellule delta, che producono somatostatina, un ormone che controlla la produzione di insulina e glucagone. Surrenali Piccole ghiandole ubicate nel polo superiore del rene di destra e di sinistra; presentano una zona corticale (90%) e zona midollare (10%). Le due diverse zone derivano da tessuti embrionali diversi: la corticale è di derivazione mesodermica, la midollare di derivazione neuroectodermica. La zona midollare è di derivazione neuroectodermica, la corticale mesodermica. La corticale viene attivata dall’ACTH, prodotta dall’adenoipofisi; può essere divisa in tre diverse zone che a loro volta producono tre diversi tipi di ormoni (dall’esterno all’interno): zona glomerulare: produce mineralcorticoidi, ormoni che regolano il livello di assorbimento degli ioni a livello renale, quindi la quantità di ioni nel sangue 84 costituiscono il 20% delle cellule pancreatiche, le cellule beta sono il 75%; questa grande differenza è data dal fatto che la funzione del glucagone può essere svolta anche da elementi esterni (es. una bustina di zucchero), e non vi è quindi bisogno di una quantità particolarmente elevata di queste cellule 54 zona fascicolata: produce glucocorticoidi, ormoni che riducono i processi infiammatori e immunitari, prodotti principalmente sotto stress zona reticolare: produce androgeni, che vanno a regolare i caratteri secondari maschili e facilitano l’anabolismo proteico85 Nella midollare avviene la produzione di due neurotrasmettitori: adrenalina (80%) e noradrenalina (20%). Gli effetti di questi due neurotrasmettitori sono simili: accelerazione delle pulsazioni cardiaca, vasodilatazione dei vasi sia della muscolatura scheletrica che dei vasi che irrorano il muscolo cardiaco, vasocostrizione dei vasi cutanei, blocco della peristalsi intestinale, blocco della contrazione della vescica, aumento degli atti respiratori; determinano quindi quelle condizioni che sono tipiche delle situazioni d’attacco. Testicolo Le gonadi fanno parte dell’apparato endocrino per la loro componente endocrina nella produzione di ormoni e fanno anche parte degli organi riproduttori. Il testicolo sotto il controllo dell’adenoipofisi va a regolare la produzione di determinati ormoni: LH86: va a colpire le cellule interstiziali, che producono testosterone. Il testosterone viene legato da una proteina all’interno dei tubuli seminiferi chiamata androgen binding protein (ABP); il legame tra testosterone e ABP favorisce la differenziazione degli spermatozoi, che avviene all’interno dei tubuli seminiferi presenti all’interno del testicolo. Il testosterone serve dunque per regolare i caratteri secondari maschili e per favorire il differenziamento degli spermatozoi nei tubuli seminiferi PRL: va ad aumentare l’espressione dei recettori per LH sulle cellule interstiziali, in modo che le cellule interstiziali possano legare più LH e produrre più testosterone Ovaio FSH va a stimolare la crescita del follicolo, con la conseguente produzione di estrogeni (principalmente estradiolo); con l’azione di LH a livello dell’ovaio si va a stimolare una piccola quota di estradiolo, ma soprattutto si va ad incrementare i livelli di progesterone, prodotto dal corpo luteo87. Se l’ovocita viene fecondato il corpo luteo va incontro a involuzione e invece che progesterone viene prodotta gonadotropina corionica umana (HCG); se invece non avviene l’ovulazione, il corpo luteo smette di produrre progesterone e si riparte con il ciclo controllato dall’ipotalamo. Riassunto apparato endocrino: Ghiandole endocrine controllate dall’asse ipotalamo ipofisario ○ Tiroide ○ Corticosurrene (Fascicolata, Reticolare) ○ Gonadi Ghiandole endocrine controllate dalla sostanza di cui controllano i livelli ematici ○ Corticosurrene (Glomerulare) 85 aumenta la massa muscolare 86 negli uomini viene anche chiamato ICSH 87 corpo che rimane in seguito all’ovulazione 55 ○ Isole di Langerhans ○ Paratiroidi ○ Cellule C della Tiroide Ghiandole endocrine controllate direttamente dal sistema nervoso ○ Epifisi ○ Neuroipofisi ○ Midollare del Surrene Apparato Genitale Femminile L’apparato genitale femminile è collocato nelle piccole pelvi nella cavità pelvica. Gli organi dell’apparato genitale femminile sono mantenuti in sede da strutture di sospensione (fasci e legamenti) e strutture muscolari (pavimento pelvico). Le funzioni: produzione gameti secrezione ormoni (estrogeni e progesterone) gestazione espulsione del feto L’apparato genitale femminile è composto da: gonadi: le ovaie genitali che si dividono in: ○ interni: tube uterine, utero, vagina ○ esterni: monte pubico, prepuzio, clitoride, grandi labbra, piccole labbra ghiandola mammaria: ghiandola esocrina sotto il controllo dell’adenoipofisi, grazie alla produzione di PRL, e della neuroipofisi grazie alla produzione dell’ossitocina 56

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