Summary

Questo documento riassume la storia degli Ebrei, dal loro insediamento nella Mesopotamia fino all'esilio babilonese. Copre le vicende chiave, gli eventi principali e le figure storiche più importanti.

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# Dalla Mesopotamia alla "terra di Canaan" Secondo il racconto biblico, intorno al 1900 a.C. gli Ebrei dalla Mesopotamia si diressero verso la "terra di Canaan", indicata come "Terra Promessa" dal dio Jahvé. Tutto il popolo ebraico era diviso in clan famigliari, e ogni clan era guidato da un capo,...

# Dalla Mesopotamia alla "terra di Canaan" Secondo il racconto biblico, intorno al 1900 a.C. gli Ebrei dalla Mesopotamia si diressero verso la "terra di Canaan", indicata come "Terra Promessa" dal dio Jahvé. Tutto il popolo ebraico era diviso in clan famigliari, e ogni clan era guidato da un capo, detto anche "patriarca", che trasmetteva la sua autorità giuridico-religiosa generalmente al figlio maschio primogenito: durante questo spostamento dalla Mesopotamia, in particolare, gli Ebrei erano guidati dal patriarca Abramo. Giunti in Palestina, gli Ebrei si insediarono tra la valle del fiume Giordano, la Galilea e la costa affacciata sul Mediterraneo. Qui rimasero anche i successori di Abramo, Isacco e poi Giacobbe, detto anche "Israele", da cui il popolo ebraico prese il nome di "popolo di Israele" (attestato per la prima volta in una stele egizia datata al 1230 a.C.). I dodici figli di quest'ultimo, poi, divennero i capostipiti di altrettante tribù in cui fu diviso il popolo ebraico. ## La schiavitù in Egitto Dopo circa due secoli dal loro insediamento (intorno al 1700 a.C.), una grave carestia spinse gli Ebrei a spostarsi nuovamente, questa volta verso l'Egitto, forse in concomitanza con le migrazioni che nella stessa epoca avevano portato gli Hyksos a invadere la regione del delta del Nilo. Dapprima gli Ebrei furono ben accolti in Egitto e ottennero anche pascoli da sfruttare, ma poi, quando gli Hyksos iniziarono a essere respinti dagli Egizi (intorno al 1550 a.C.), anche gli Ebrei vennero trattati con sempre maggiore ostilità e infine ridotti in schiavitù. ## Mosè e l'esodo Soltanto nel XIII secolo a.C., durante il regno di Ramses II, gli Ebrei riuscirono a liberarsi dalla schiavitù sotto la guida di Mosè, un ebreo che era nato e cresciuto alla corte dei faraoni: Mosè, infatti, riusci a condurre il suo popolo fuori dall'Egitto, iniziando una lunga peregrinazione che sarebbe durata quarant'anni. Gli Ebrei si spostarono attraverso il deserto del Sinai (nella Penisola Arabica), evidentemente allo scopo di evitare il percorso costiero, più breve ma più rischioso perché controllato dagli Egizi stessi, e proprio durante questo viaggio Mosè avrebbe ricevuto da Dio le "Tavole della Legge", ossia le più antiche norme giuridiche dell'ebraismo. ## Il ritorno in Palestina e l'assimilazione della civiltà cananea Gli storici, in realtà, ritengono che il ritorno nella Terra Promessa debba essere stato un processo graduale, oltre che complesso. Gli Ebrei, infatti, quando raggiunsero la Palestina, vi ritrovarono le antiche tribù dei Cananei che già anticamente si erano insediate nella regione, e cosi iniziarono a occuparne gli insediamenti, talora giungendo anche a sterminarne la popolazione. ## Gli scontri con i Filistei Al ritorno in Palestina, comunque, gli Ebrei non si trovarono a contatto soltanto con i Cananei, ma anche con alcuni popoli che - come abbiamo già visto - da poco erano approdati sulle coste meridionali della regione: i Filistei. E questi popoli, forse di origine indoeuropea, si erano organizzati in una federazione di città-Stato. Con i Filistei gli Ebrei entrarono in conflitto, cercando di opporsi alla loro espansione verso l'entroterra, ma senza riportare grandi successi: gli Ebrei, infatti, erano ancora divisi in tribù, ognuna delle quali occupava una parte del territorio ed era governata da un capo eletto per il suo prestigio, chiamato "Giudice". La mancanza di una organizzazione unitaria impediva, quindi, di impostare azioni militari efficaci contro i Filistei. ## La monarchia: David e Salomone Gli insuccessi, però, portarono alcune tribù a riunirsi sotto un sovrano: il primo re della tradizione biblica, Saul (la cui vicenda è databile tra il 1050 e il 1000 a.C.), fu un capo militare, che giunse a controllare un territorio ristretto all'interno della Palestina, intorno alle rive del mar Morto; il suo successore, David (1000-961 a.C. circa), riusci invece a unificare le tribù ebraiche, conquistò Gerusalemme e vi trasportò la cosiddetta "Arca dell'Alleanza", cioè la cassa che conteneva le Tavole della Legge ricevute da Mosè ed era il simbolo del patto tra Jahvè e il popolo ebraico. Quello di David probabilmente fu il primo vero regno di Israele, poi rafforzato dal suo figlio e successore, Salomone (960-922 a.C.), che diede origine a una vera dinastia. E Salomone, riconosciuto dalla tradizione come uomo giusto e saggio, favori l'economia e i contatti commerciali, ma promosse anche la costruzione del primo tempio stabile in onore di Jahvè a Gerusalemme. ## L'esilio babilonese Alla morte di Salomone, il regno fu diviso tra i suoi due figli, che crearono uno Stato a nord (il regno di Israele, con capitale Samaria) e uno a sud (il regno di Giuda, con capitale Gerusalemme). Si trattava, però, di regni deboli, incapaci di contrastare la forza delle grandi potenze mesopotamiche: cosi il regno di Israele fu distrutto dagli Assiri guidati da Sargon II, intorno al 722 a.C., mentre quello di Giuda cadde nel 586 a. C. sotto gli attacchi del re neo-babilonese Nabucodonosor II. Gerusalemme fu conquistata, il tempio edificato da Salomone venne distrutto e parte della popolazione fu deportata a Babilonia: iniziò così il periodo del cosiddetto "esilio babilonese." ## La religione ebraica: il culto di un solo dio Diversamente dalle divinità adorate presso altre popolazioni, il dio ebraico, "Jahvè", non era un elemento della natura, non si incarnava nel sovrano, non era la fonte di benefici materiali: Jahvé era il solo e unico dio, creatore assoluto di ogni cosa e governatore dell'intero universo; era astratto, al di fuori dello spazio e del tempo; non poteva essere raffigurato con immagini o statue e non si doveva pronunciare il suo nome. Anche presso altre popolazioni antiche un dio era stato venerato come protettore dell'intera nazione (per esempio Marduk presso i Babilonesi, Assur presso gli Assiri, Amon-Ra presso gli Egizi), ma accanto a lui venivano spesso adorate anche altre divinità. Gli Ebrei, invece, tributarono a Jahvè un culto del tutto esclusivo e l'ebraismo, dunque, fu la più antica religione monoteista, ovvero basata sul culto di un solo dio. In esso, inoltre, affondano le loro radici le altre due grandi religioni monoteiste della storia: il cristianesimo e l'islamismo. ## I profeti Il dio di Israele si manifestava agli Ebrei, e in particolare a persone elette, mediante visioni: i profeti crano coloro che parlavano al proprio popolo ispirati da Dio, spesso contrapponendosi alle istituzioni civili e religiose e contrastando ogni forma di commistione culturale con altri popoli. Alcuni di loro (come Daniele, Isaia, Geremia, Ezechiele) divennero autorevolissimi e il popolo vedeva in loro i rappresentanti più autentici e incorrotti della fede rivelata, soprattutto nei momenti di crisi. ## Un popolo nomade Dalla combinazione delle nostre fonti, quindi, si deduce che gli Ebrei erano una popolazione di stirpe semitica, proveniente dalla Mesopotamia. Il loro nome deriva forse dalla parola habiru, cioè «nomade» o «predone», attestata in molte fonti antiche (egizie e mesopotamiche), che spiega come fosse considerato in origine questo popolo: un gruppo di tribù nomadi che viveva ai margini delle città mesopotamiche (già all'epoca dei Sumeri) e si dedicava alla pastorizia e alla razzia.

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