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Roman philosophy Ancient philosophy Greek philosophy History of philosophy

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This document discusses the introduction of Greek philosophy into the Roman world, focusing on the embassy of Carneades and the subsequent reactions in Rome. It examines the differing philosophical views, the interactions between Roman and Greek thinkers, and the impact of Stoicism in Roman society. The document highlights the contributions of key figures like Cicero and Lucretius.

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Filosofia nel mondo romano: L'ingresso della filosofia greca nel mondo romano è nel 155 a.C., con l'ambasceria a Roma di Carneade (accademico), Critolao (aristotelico) e Diogene di Babilonia (stoico). L’ambasceria: L'ambasceria aveva lo scopo di difendere Atene davanti al Senato romano, in quanto m...

Filosofia nel mondo romano: L'ingresso della filosofia greca nel mondo romano è nel 155 a.C., con l'ambasceria a Roma di Carneade (accademico), Critolao (aristotelico) e Diogene di Babilonia (stoico). L’ambasceria: L'ambasceria aveva lo scopo di difendere Atene davanti al Senato romano, in quanto minacciata di punizione per il saccheggio di Oropo. ↓ Carneade impressionò il pubblico con un discorso e criticò il moralismo dei romani, che nascondeva una politica estera espansionista e violenta. Questo atteggiamento fece adirare Catone il Censore, che spinse il Senato a risolvere rapidamente la questione. Il conflitto tra greci e romani: L’episodio dell’ambasceria fa capire che inizialmente il rapporto tra romani e greci era conflittuale. ↓ Tuttavia già prima del 155 a.C., vi erano stati segnali di opposizione: - 181 a.C.: in questo anno furono espulsi due epicurei. - 161 a.C: venne emesso un bando contro i filosofi. Le ragioni del conflitto stavano nel fatto che i romani avevano conosciuto le filosofie ellenistiche nelle sue forme tarde, caratterizzate dal disinteresse politico. ↓ Inoltre i romani ritenevano la filosofia un otium, molto lontano dal negotium fondamentale per Roma. Lo stoicismo a Roma: Lo stoicismo riuscì ad entrare a Roma in quanto era compatibile con la vita pubblica e politica. ↓ Vediamo alcune ragioni per cui lo stoicismo fu ben accolto: 1. Cura dell’anima: lo stoicismo era utile come guida spirituale in quanto mirava a raggiungere l’apatheia (assenza di turbamento). 2. Politica: durante la transizione dalla repubblica al principato (31-27 a.C.), lo stoicismo divenne la filosofia della repubblica che si opponeva al principato. Le scuole filosofiche: Nel 176 d.C., l’imperatore Marco Aurelio (filosofo stoico) istituì quattro cattedre di filosofia ad Atene, finanziate dallo Stato. ↓ Esse rappresentavano i principali indirizzi dell’epoca: platonismo, aristotelismo, stoicismo ed epicureismo. Il ruolo della filosofia: I Romani non svilupparono mai un interesse profondo per la filosofia in quanto veniva considerata come supporto per la politica o per l’anima. Cicerone: Cicerone fu il responsabile della diffusione della filosofia greca nel mondo latino. ↓ Nato ad Arpino nel 106 a.C. e ucciso nel 43 a.C., visse durante la crisi della Repubblica (che difese fino alla fine). Cicerone era sostenitore di una repubblica aristocratica basata sul mos maiorum. Opere: Pur non essendo un filosofo di professione, Cicerone scrisse numerose opere filosofiche tra cui evidenziamo: - De republica - De legibus - Tusculanae disputationes - De natura deorum - De amicitia - De officiis L’obiettivo di Cicerone: L’obiettivo principale di Cicerone era quello di rendere accessibile la filosofia greca ai Romani, e fece ciò traducendola in latino. Gli interessi di Cicerone: Cicerone riteneva che fosse necessario attingere da diverse scuole filosofiche. ↓ Cicerone fu influenzato dallo scetticismo di Filone di Larissa, dal platonismo, dall’etica e dalla dialettica di Aristotele e dalla filosofia stoica. Lucrezio: Lucrezio è un seguace di Epicuro e si pone come obiettivo quello di far conoscere l’epicureismo ai romani. De rerum natura: Lucrezio scrisse il “De rerum natura”, opera che mirava a diffondere l’epicureismo tramite un linguaggio poetico per renderlo più accessibile. ↓ Lucrezio dedica gran parte del poema alla fisica, ritenendo che una comprensione della natura sia la base per raggiungere l’atarassia. Lucrezio scrive quest’opera in sei libri divisi in tre coppie: 1) Libri I, II: I primi due libri riguardano la natura in senso generale. ↓ Nel libro I è presentato il sacrificio di Ifigenia, esempio per far capire come la religione tradizionale fosse crudele. 2) Libri III, IV: trattano dell’antropologia. 3) Libri V, VI: riguardano l’anima. ↓ Nel libro VI si tratta della peste di Atene. La fine dell’epicureismo: L'epicureismo si conclude simbolicamente nel II secolo d.C. con Diogene di Enoanda, che incise un riassunto delle dottrine epicuree. ↓ Questo testo conferma che l’epicureismo rimase invariato. Stoicismo medio: Dopo la morte di Crisippo, ci furono Panezio di Rodi e il suo allievo Posidonio di Apamea, principali esponenti dello stoicismo medio. ↓ Panezio scrisse l’opera “Sul dovere” mentre Posidonio aprì una scuola a Rodi. Innovazioni dello stoicismo medio: Lo stoicismo medio presenta delle innovazioni: 1. Contributi di Panezio: - Fisica e teologia: Panezio rifiutò la conflagrazione e la divinazione. - Etica: Panezio sostituisce l’apatheia (assenza di turbamenti) con la metropatia (moderazione delle passioni) per avvicinare la filo alla quotidianità. ↓ Ammetteva che la felicità richiedesse anche beni esterni, avvicinandosi alla tradizione aristotelica. - Psicologia: Panezio sostenne che anima e corpo muoiono contemporaneamente. 2. Contributi di Posidonio: - Fisica e teologia: Posidonio ripristinò la conflagrazione e la divinazione. ↓ Introdusse inoltre una gerarchia tra Zeus, natura e fato e reinterpretò il panteismo stoico. - Psicologia: Panezio propose una tripartizione dell'anima. ↓ Riformulò la dottrina dell’oikeiosis. - Etica: riteneva i preferibili naturali (es. salute) importanti. Stoicismo in età imperiale: Lo stoicismo di età imperiale mostra un declino filosofico (anche se ci sono Seneca, Epitteto e Marco Aurelio) in quanto si ripetono le dottrine tradizionali senza innovazione. ↓ Gli stoici imperiali si concentrano principalmente sull'etica. Seneca: Lucio Anneo Seneca, nacque a Cordova nel 4 a.C. e morì a Roma nel 65 d.C. ↓ Egli fu un filosofo e politico romano le cui vicende personali si intrecciarono con la vita politica del primo secolo dell’Impero. Seneca sfuggì alla condanna a morte di Caligola, fu esiliato in Corsica da Claudio e tornò a Roma nel 49 d.C. per diventare precettore di Nerone. ↓ Nel 62 d.C. si ritirò a vita privata (secessus), ma nel 65 d.C. fu accusato di complicità nella congiura Pisoniana e costretto al suicidio da Nerone. Opere: Seneca scrisse: 1. Epistulae ad Lucilium 2. Naturales quaestiones 3. De providentia 4. De ira 5. De vita beata 6. De tranquillitate animi 7. De brevitate vitae Epitteto: Epitteto, filosofo stoico, nacque a Ierapoli in Frigia intorno al 50 d.C. come schiavo e poi liberato. ↓ Espulso da Roma nel 94 d.C. da Domiziano insieme ad altri filosofi, si stabilì a Nicopoli, in Epiro, dove insegnò filosofia fino alla morte nel 125 d.C. Opere: Sebbene non abbia scritto nulla, il suo insegnamento è stato raccolto dal discepolo Flavio Arriano nei Diatribe e nel Manuale. Marco Aurelio: Marco Aurelio Antonino nacque nel 121 d.C. da una nobile famiglia romana e fu adottato dall'imperatore Antonino e gli succedette al trono nel 161 d.C. ↓ Morì nel 180 d.C. durante una campagna militare. Opere: È noto per la sua raccolta di riflessioni filosofiche, scritte in greco, intitolata “A se stesso”, composta da 12 libri. Stoicismo imperiale - caratteri generali: Gli stoici di età imperiale diedero poca attenzione alla logica e alla fisica, concentrandosi prevalentemente sull'etica. Logica: Seneca, nelle Lettere a Lucilio, critica la logica formale ritenendola inutile. ↓ Epitteto e Marco Aurelio manifestano disinteresse per le sottigliezze logiche. Fisica: Epitteto e Marco Aurelio mostrano poco interesse per la fisica. ↓ Seneca, invece, influenzato da Posidonio, dimostra interesse per la fisica, come evidenziato nelle “Naturales quaestiones”. Etica: Sebbene citi spesso massime epicuree, Seneca non abbraccia la visione della realtà epicurea. ↓ Analizziamo dunque due caratteristiche dell’etica di Seneca: 1. Volontà: Seneca afferma che sapienza e virtù dipendono dalla volontà. ↓ Non basta conoscere il logos per agire virtuosamente, serve uno sforzo volontario verso il bene. 2. Passioni: le passioni non sono più viste come semplici errori razionali, esse richiedono un intervento della volontà per essere governate. Gli schiavi: Seneca raccomandava di trattare bene gli schiavi, sottolineando l’uguaglianza umana (tuttavia non sosteneva l’abolizione della schiavitù). ta efemin/ ta ouk efemin: Secondo Epitteto per raggiungere la saggezza bisogna saper distinguere tra: 1) sua/ τα εφεμιν: cose che dipendono da noi 2) aliena/ τα ουκ εφεμιν: cose che non dipendono da noi La saggezza sta nel capire le cose che sono in nostro potere (e su queste concentrarsi), sul resto bisogna accettarle. Recede in te ipsum: Marco Aurelio affermò che ci si può sempre ritirare in se stessi in quanto la vera libertà è quella interiore. Dopo l’Accademia di Carneade: Dopo la morte di Carneade, i principali esponenti dell'Accademia platonica furono: - Clitomaco di Cartagine. - Filone di Larissa: con lui si conclude la fase scettica dell'Accademia. Filone di Larissa: Filone all’inizio era scettico ma nella sua fase finale ammise la rappresentazione comprensiva, sostenendo che, anche se qualsiasi rappresentazione può essere falsa, in condizioni normali esistono molte rappresentazioni vere. Antioco di Ascalona: Le opere di Filone di Larissa fecero adirare così tanto il discepolo Antioco che si scagliò contro il maestro. ↓ Dopo una fase iniziale di scetticismo egli cercò di conciliare platonismo, aristotelismo e stoicismo. Gnoseologia: Antioco riprese la dottrina stoica della rappresentazione catalettica ma vi integrò elementi platonici. Etica: Antioco riprese la dottrina stoica dell’oikeiosis (autoconservazione), ma rigettò il principio stoico secondo cui l’unico bene è la virtù. Medioplatonismo: Il medioplatonismo (I sec. a.C. - II sec. d.C.) raccoglie diversi orientamenti filosofici. ↓ Qui troviamo figure quali: Filone di Alessandria, Eudoro di Alessandria e Plutarco di Cheronea. Cosa succede: Durante il medioplatonismo si assiste a diversi fenomeni quali: 1. Declino dello scetticismo 2. Abbandono del tema politico: non ci si chiede più quale sia l’ordinamento statale migliore in quanto c’è l’impero che governa. 3. Ritorno di Platone: vennero ripresi testi come Repubblica (studiata x la metafisica e l’etica) e il Timeo (studiato x il cosmo e il demiurgo). ↓ Da qui la filosofia platonica viene reinterpretata in chiave teologica = metafisica religiosa. 4. Ritorno del pitagorismo: si riprendono teorie quali metempsicosi e dottrina limitato-illimitato. 5. Critica al materialismo: Il medioplatonismo si opponeva allo stoicismo e all’epicureismo per il loro carattere materialistico (si attacca Plutarco che era stoico). 6. Telos umano: l’unico vero fine a cui l’uomo dovrebbe aspirare è quello di diventare simile al dio (homoiosis theõ). Eudoro di Alessandria: Eudoro di Alessandria, considerato l'iniziatore del medioplatonismo, sosteneva che il telos dell’uomo, ossia l'imitazione del dio, fosse stato trasmesso a Platone da Pitagora. Teoria dei due principi: Eudoro di Alessandria introdusse la teoria dei due principi, simile all’Uno e alla Diade di Platone ma differente in quanto viene aggiunto un principio supremo. Filone di Alessandria: Filone di Alessandria (20 a.C. – 40 d.C., ebreo) integrò elementi della filosofia greca con testi sacri ebraici. La reinterpretazione della tradizione ebraica: Filone reinterpretò la tradizione ebraica alla luce del medioplatonismo, inserendo Mosè, Pitagora e Platone in una sequenza che metteva in risalto la continuità tra le loro idee. Medioplatonismo come sintesi tra Platone e Aristotele: Nel medioplatonismo si vuole conciliare la filosofia di Platone con quella di Aristotele. ↓ Questa volontà di unione è visibile in diversi campi: - Gnoseologia: Antioco tenta di unire idee platoniche (trascendenti) con gli universali aristotelici (materiali). - Logica: si ha una fusione tra la dialettica platonica e la sillogistica aristotelica. - Metafisica: i medioplatonici, sulla base del Timeo, sviluppano la dottrina dei tre principi: 1. Dio (demiurgo) 2. Modello (idee) 3. Materia (chora) - Teologia: si sviluppa un’influenza aristotelica nella concezione di Dio dove si presenta: 1. Primo intelletto divino: esso pensa solo a sé stesso, pensiero di pensiero aristotelico. 2. Secondo intelletto divino: demiurgo che organizza la realtà grazie alle idee (= che sono i pensieri di Dio). 3. Terzo Dio: teorizzato da Apuleio e superiore ai primi due. ↓ Qui viene introdotta la teologia negativa (si descrive il Dio negandogli ogni attributo per sottolinearne l’assolutezza). - Cosmologia: la cosmologia medioplatonica deriva dal Timeo con influssi di Aristotele. Telos di Eudoro: La definizione del telos di Eudoro (imitazione di Dio) è diffusa, ma genera problemi, non si sa quale divinità imitare. Polemiche antiaristoteliche: Attico respinse l’uso delle dottrine aristoteliche per interpretare Platone, e criticò: - Il motore imobile di Aristotele: considerato privo di provvidenza ed empio. - L’anima aristotelica: essa viene giudicata materialista. Per Attico, Aristotele è incompatibile con il platonismo. Oracoli Caldaici: Durante il medioplatonismo si sviluppano anche testi di ispirazione religiosa, ad esempio gli Oracoli Caldaici, fondamentali per la teurgia, pratica religiosa finalizzata ad invocare demoni. Corpus Hermeticum: Il Corpus Hermeticum è una raccolta di testi religiosi attribuiti al dio egizio Thot. Rinascita dell’aristotelismo: La rinascita dell'aristotelismo, parallela a quella del platonismo, iniziò con Andronico di Rodi nel I sec a.C. quando l'autore organizzò le opere aristoteliche. ↓ Il commento ad Aristotele ebbe diverse fasi: - Andronico di Rodi: egli avviò il commento alle opere di Aristotele. - Aspasio: noto per il commento all’Etica Nicomachea. - Plutarco: pur non essendo un aristotelico, mescolò elementi etici aristotelici e platonici nell’opera “Sulla virtù morale”. L’importanza della riscoperta di Aristotele: La sistemazione del corpus aristotelico da parte di Andronico rese possibile la diffusione delle opere di Aristotele, influenzando diversi autori. Alessandro di Afrodisia: Alessandro di Afrodisia (II-III sec. d.C.) fu il più importante commentatore di Aristotele. ↓ Egli considerava Aristotele il migliore strumento per comprendere la realtà. Il commento: Alessandro di Afrodisia si impegnò a chiarire i punti oscuri di Aristotele. ↓ Egli non si limitava ad un semplice commento bensì offriva sue interpretazioni che a volte si discostavano dal pensiero di Aristotele. Neoscetticismo: Nel I secolo a.C. si riprende lo scetticismo (in particolare quello di Pirrone) andando contro l’Accademia platonica. Enesidemo di Cnosso: Il principale rappresentante del neoscetticismo è Enesidemo di Cnosso, la cui opera è andata perduta, ma grazie a Sesto Empirico sappiamo il suo pensiero. Isostenia ed epoché: Lo scettico, secondo Enesidemo, doveva mantenere l’isostenia (equipollenza) tra le affermazioni, sospendendo il giudizio (epoché). Il fenomenismo pirroniano: Enesidemo Interpretò la filosofia di Pirrone come una forma di fenomenismo che si concentrava sull’apparenza delle cose (e non sulla loro realtà intrinseca). ↓ Questa, secondo Enesidemo, gli uomini possono conoscere le cose solo per come appaiono, senza poter accedere alla loro vera natura. I dieci tropi: Enesidemo formulò i dieci tropi ossia dieci argomenti utili a dimostrare l’impossibilità di poter raggiungere una conoscenza certa. Sesto Empirico: La filosofia di Sesto Empirico (I-II secolo d.C.) è una sintesi dello scetticismo. Opere: Le sue opere principali sono: 1. Schizzi pirroniani 2. Vari scritti “Contro” (logici, fisici, etici, matematici) La ricerca continua: Secondo Sesto, il vero scettico non afferma che nulla può essere conosciuto (scetticismo dogmatico), ma compie una ricerca continua e pratica l’epoché. Fenomenismo: Lo scettico limita la propria conoscenza al fenomeno (ciò che appare). L’atarassia per Sesto Empirico: Per Sesto, l’atarassia si ottiene praticando l’epoché. Neoplatonismo: Il neoplatonismo si sviluppa in un contesto di crisi politiche, culturali ed economiche (III sec. d.C. = tardo impero romano). ↓ Questo periodo è caratterizzato da eventi cruciali come: 1. Crisi politica: il potere imperiale è instabile. 2. Conflitti religiosi: si sviluppano contrasti tra cristianesimo e paganesimo fino alla libertà di culto sancita dall'Editto di Milano (313 d.C.) e l’affermazione del cristianesimo come religione ufficiale con Teodosio (382 d.C.). 3. Frattura dell’impero: alla morte di Teodosio l’impero passò ai due figli che fratturarono l’impero tra Impero d’Occidente e d’Oriente. 4. Invasioni barbariche: eventi come il sacco di Roma (410) e la caduta dell'Impero romano d'Occidente (476). 5. Declino del paganesimo: l'imperatore Giuliano tentò una rinascita del paganesimo, associandolo al neoplatonismo, ma il cristianesimo prevalse. ↓ La chiusura dell'Accademia platonica ad Atene da parte di Giustiniano (529) simboleggiò la fine della filosofia pagana. Caratteri generali: Il neoplatonismo rappresenta l'ultima grande corrente della filosofia greca, sviluppatasi tra il III e il VI secolo d.C., fino al Medioevo. ↓ I neoplatonici si rifacevano a Platone ma non si ritenevano grandi innovatori quindi si limitarono all’interpretazione del grande maestro. Plotino: Plotino (205-270 d.C.) nacque a Licopoli, in Egitto, e iniziò a studiare filosofia all'età di 28 anni nella scuola del platonico Ammonio Sacca ad Alessandria. ↓ Successivamente partecipò a una spedizione militare dell'imperatore Gordiano III contro i Parti dove conobbe la filosofia persiana e indiana. Dopo la sconfitta dell'imperatore, Plotino fuggì prima ad Antiochia e poi a Roma, dove fondò una scuola filosofica. ↓ Egli tentò senza successo di fondare una città filosofica di ispirazione platonica in Campania, chiamata Platonopoli, con l’approvazione dell’imperatore Gallieno. - Ritiratosi in Campania per motivi di salute, morì a 66 anni. Opere: Le opere di Plotino furono raccolte dal discepolo Porfirio in sei gruppi di nove trattati, chiamati Enneadi. ↓ Porfirio aggiunse una biografia di Plotino (la *Vita di Plotino*), fornendo anche una cronologia delle opere. L’uno di Plotino: Plotino introdusse il concetto dell’Uno, principio trascendente e ineffabile che va oltre l’essere e la conoscenza. ↓ L’uno deve essere descritto con gli strumenti della teologia negativa per sottolinearne l’assolutezza. Le tre ipostasi: Plotino individuò tre ipostasi (principi fondamentali della realtà) che descrivono il rapporto tra il trascendente e il mondo sensibile. - L’Uno: principio assoluto, trascendente, al di là dell'essere e della conoscenza, privo di attributi che genera senza modificarsi o esaurirsi. ↓ L’Uno non decide di generare in quanto non è dotato di volontà o pensiero deliberativo. ↓ L’uno genera la realtà per emanazione, processo che si articola in: 1. Manenza: L’Uno rimane immutabile mentre genera (es. fonte inesauribile). 2. Processione: la realtà fluisce dall’uno e da qui nascono i livelli successivi dell’esistenza (intelletto e anima). 3. Conversione: il prodotto dell’emanazione (Intelletto o anima) si rivolge alla sua origine (l’Uno) per acquistare forma. ↓ Qui il il derivato riconosce l'Uno come fonte della propria esistenza. - Intelletto: secondo principio, generato dall’Uno con la conversione. ↓ Esso rappresenta il primo livello di molteplicità ed è sede delle idee. - L’intelletto conosce intuitivamente (noesi). - Anima: terzo principio che collega il mondo intelligibile a quello sensibile. ↓ Ha una duplice natura: 1. Anima superiore: appartiene al mondo intelligibile. 2. Anima inferiore: opera nel mondo materiale, organizzandolo (sorta di demiurgo). - L’anima conosce tramite il ragionamento (dianoia). La materia e il male: La materia rappresenta l’ultimo stadio, il più lontano e il meno perfetto, nel processo di emanazione dell’Uno ed è priva di forma. ↓ Essa è vista come principio del male, non prodotto direttamente dall’Uno ma risultato della sua attività generativa. L’anima: L’ipostasi dell’anima comprende diversi livelli: - Anima intellettuale: propria del mondo intelligibile, non discesa. - Anima individuale: legata al corpo (ma non discesa), si occupa delle percezioni e dei desideri. Vie di risalita dell’anima: L’anima può avvicinarsi all’Uno tramite: 1. Conoscenza: attraverso la dialettica, l’anima può distinguere le forme intelligibili e avvicinarsi all’Uno. 2. Purificazione etica: l’anima si spoglia tutte le passioni e si avvicina all’Uno. 3. Estetica: la bellezza sensibile ispira il desiderio del bello in sé, elevando l’anima verso l’Uno. 4. Unio mystica: tramite l’unio mystica l'anima si identifica con l’Uno. ↓ L’unione dell’anima con l’Uno è un’esperienza di completa semplificazione interiore, in cui l’anima abbandona ogni molteplicità e si unisce al principio assoluto. - È un evento raro e non descrivibile, ma Plotino stesso afferma di averlo vissuto quattro volte nella sua vita. Neoplatonismo dopo Plotino: Porfirio di Tiro: Porfirio (234-305 d.C.) fu un filosofo famoso per aver ordinato le opere del maestro Plotino nella raccolta intitolata “Enneadi”. ↓ Tuttavia egli scrisse anche: 1. L'antro delle Ninfe: interpretazione allegorica di un passo dell’Odissea. 2. Isagoge: introduzione alle Categorie di Aristotele. 3. Sentenze sugli intelligibili: sintesi del pensiero neoplatonico. 4. Vita di Pitagora: biografia del filosofo greco. 5. Sull'astinenza dagli animali: difesa etica del vegetarianismo. 6. Lettera a Marcella: consigli morali e spirituali. Giamblico di Calcide: Giamblico di Calcide (275-330 d.C.) fu allievo di Porfirio, fondò una sua scuola. ↓ Scrisse molte opere, ma solo una parte di esse è sopravvissuta, ricordiamo: - Sul pitagorismo (opera enciclopedica di cui rimangono): 1. Vita pitagorica 2. Protrettico 3. Sulla scienza matematica comune 4. Introduzione all'aritmetica di Nicomaco 5. Teologia aritmetica - I misteri degli Egizi: opera dedicata all’esoterismo e alla spiritualità. Moltiplicazione dei livelli: Giamblico introdusse intermediari tra le ipostasi principali (Uno, Intelletto, Anima). ↓ Egli scompose: - L’uno in: l’ineffabile, il semplicemente Uno e l’Uno-essere. - L’intelletto in: Essere, Vita, Intelletto. Siriano di Alessandria: Siriano di Alessandria (IV-V sec d.C.) commenta la Metafisica di Aristotele. Proclo: Proclo (410-485 d.C.) fu un filosofo neoplatonico che operò ad Atene, ed entrò nell'Accademia platonica intorno al 450. ↓ Egli scrisse: - Commenti a dialoghi platonici - Elementi di teologia - Elementi di fisica - Teologia platonica - Sulla provvidenza - Sul destino La sua vita e il pensiero di Proclo ci sono noti grazie alla biografia scritta dal discepolo Marino. Moltiplicazione dei livelli: Anche Proclo, a immagine di Giambico, moltiplicò i livelli intermedi tra le ipostasi. ↓ Introduce le Enasi, unità metafisiche che collegano l’Uno alle ipostasi inferiori. Limite e illimitato: Proclo riprese i principi pitagorici del limite e dell’illimitato, collocandoli dopo l’Uno. Teurgia: Proclo considerava la teurgia (invocazioni di demoni) un mezzo per raggiungere la divinità. Damascio: Damascio (462 - 530 d.C.) fu l'ultimo ad entrare nell'Accademia platonica di Atene prima della sua chiusura da parte di Giustiniano nel 529. ↓ Egli scrisse: - Commento al Parmenide, al Fedone e al Filebo. - Problemi e soluzioni concernenti i primi principi (trattato metafisico). Damascio rappresenta l’ultima grande figura del neoplatonismo tardoantico. Più dell’Uno: Damascio, successore di Proclo, propose un principio superiore all’Uno, ineffabile e al di là di qualsiasi definizione (infatti non ha nemmeno nome). Simplicio: Simplicio fu discepolo di Damascio, noto per i commenti alle opere di Aristotele.

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