Scheletro Arto Anteriore PDF
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Policlinico di Milano
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This document provides a detailed description of the skeletal structure of the forelimb in various animal species, covering the scapula, clavicle, humerus, and their associated joints. It highlights the differences in morphology between species such as the horse, cattle, and dog. The information is organized by anatomical part and includes comparative analyses for various mammals.
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SCHELETRO ARTO ANTERIORE CINTURA SCAPOLARE La cintura scapolare (o cintura toracica) è formata dall’osso coracoide, dalla clavicola e dalla scapola e collega gli ar toracici al tronco. Nei mammiferi domes ci l’osso coracoide è rudimentale e corrisponde ad un piccolo rilievo cilindrico sulla scapola...
SCHELETRO ARTO ANTERIORE CINTURA SCAPOLARE La cintura scapolare (o cintura toracica) è formata dall’osso coracoide, dalla clavicola e dalla scapola e collega gli ar toracici al tronco. Nei mammiferi domes ci l’osso coracoide è rudimentale e corrisponde ad un piccolo rilievo cilindrico sulla scapola (processo coracoideo). In ques animali la cintura scapolare è incompleta in quanto la clavicola non presenta lo sviluppo e la funzione che sono piche dell’uomo, e soltanto nel ga o essa ha la forma di un ossicino cilindrico o appia to, lievemente curvato e lungo 2-5 cm. Nel cane la clavicola è ancora presente come piccolo elemento osseo della lunghezza di circa 1 cm ma non è in alcun modo connessa allo scheletro, mentre negli ungula al posto della clavicola si sviluppa una fascia conne vale. In ogni caso, quando presente, la clavicola si trova come inserzione nel decorso del muscolo brachiocefalico e nei carnivori è anche riconoscibile radiologicamente -> vedere Muscolo brachiocefalico nel capitolo “Muscoli del Collo”. SCAPOLA La scapola, la quale cos tuisce la base ossea della spalla, è un osso pia o pari di forma triangolare che si dispone obliquamente cranio-ventralmente su entrambi i la della parte craniale della parete toracica e si collega al tronco unicamente tramite muscoli (sinsarcosi) e non per mezzo di ar colazioni. La scapola è il primo osso della cintura toracica che è incompleta come già de o nei mammiferi domes ci. La scapola ha 2 facce (mediale e laterale), 3 margini e 3 angoli. La scapola possiede una faccia laterale, con eviden rilievi ossei per l’inserzione dei muscoli, ed una faccia rivolta verso le coste, cioè la faccia mediale o toracica. La scapola nel suo margine dorsale (sempre vicino alla colonna vertebrale) ed in prossimità del rachide è sormontata da uno strato di car lagine scapolare, notevolmente spessa in equino, bovino e suino, poco sviluppata nel coniglio e assente nei carnivori. Nel cavallo si può notare il foro nutrizio. La faccia laterale, la quale nei mammiferi domes ci è piu osto dorsale, viene suddivisa da una prominente spina della scapola (o cresta scapolare) in una fossa sovraspinata craniale e di regola più piccola, ed una fossa so ospinata caudale e più estesa. Nel cavallo la fossa so ospinata è circa il doppio di quella sovraspinata mentre nel bovino è circa il triplo -> le due fosse cos tuiscono le aree di origine dei muscoli omonimi. La spina della scapola si estende dal margine dorsale all’angolo ventrale, aumentando lievemente l’altezza (tranne che nel Cavallo dove si esaurisce) e forma a circa metà del suo percorso forma la tuberosità della spina (non è presente nei carnivori). Di seguito le differenze inter-specie della spina scapolare: o Cavallo e nel suino: termina prima del collo della scapola o Bovino: si estende fino al collo della scapola o Cane: si estende fino alla cavità glenoidea o Ga o: percorre tu o il collo della scapola e sorpassa la cavità glenoidea Nei carnivori e nei ruminan , in prossimità dell’angolo ventrale la spina si solleva e si sviluppa nel processo acromiale o acromion, che può allungarsi e piegarsi ad uncino per formare solo nei carnivori e nel coniglio il paracromion. Riconosciamo una scapola di cavallo e di maiale da una di bovino proprio perché l’acromion in entrambi non è sviluppato. Ventralmente all’acromion, in posizione craniale si può invece osservare la tuberosità sopraglenoidea. Il paraacromion o sopramato o sopra uncinato presenta le seguen differenze inter specie: o cane: voluminoso e a forma di uncino o Ga o: si può chiamare anche processo amato poiché ha una forma ad uncino molto evidente o Coniglio: è doppio e molto sviluppato o Ruminan : è semplice o Suini ed equini: assente (nel suino è solo accennato, un abbozzo rudimentale) La faccia toracica o mediale è liscia ed incavata per la maggior parte della sua estensione e presenta una depressione centrale poco profonda che prende il nome di fossa so oscapolare, che viene appunto occupata dal muscolo so oscapolare. In corrispondenza del margine dorsale si delinea inoltre una ruvida superficie che viene de a area dentata, che serve per l’inserzione del muscolo dentato ventrale. Talvolta, la superficie dentata è divisa in due aree dis nte (bovino) o quasi dis nte (Cavallo). L’angolo craniale si con nua ad angolo re o con il margine craniale so le e lievemente covesso, che forma ventralmente un’incisura della scapola nella parte del collo della scapola (restringimento ventrale). Caudalmente all’area del collo vi è la tuberosità sopraglenoidea, che si trova cranialmente alla cavità glenoidea per l’ar colazione con l’omero. Proseguendo ventralmente all’incisura troviamo invece il processo coracoideo (ciò che rimane dell’osso coracoideo) per il quale si riconoscono alcune differenze inter specie: o Cane: Piccolo e a forma di cresta o Cavallo: prominente o Bovino: corto e rotondeggiante o Suino: piccolo e rugoso OMERO L’omero corrisponde al braccio ed è un osso lungo (epifisi e diafisi) che svolge una funzione fondamentale per i movimen dell’arto toracico, per questo mo vo la sua superficie è cara erizzata dalla presenza di rilievi ossei e di creste sporgen per l’inserzione dei muscoli, in parte robus , e dei rela vi tendini. L’omero si ar cola prossimalmente con scapola e distalmente con radio e ulna. Rives to di car lagine di incrostazione (priva di pericondrio, non è né vascolarizzata né innervata, per evitare emorragie al movimento. Quindi siccome non ha pericondrio i tessu sono innerva tramite il liquido sinoviale). Nonostante le cara eris che specie specifiche, nell’omero di tu gli animali riconosciamo un’epifisi prossimale, una diafisi dell’omero ed un’epifisi distale. Nell’epifisi prossimale dell’omero vi è caudomedialmente la testa dell’omero, che forma una superficie ar colare quasi sferica (è più grande della cavità glenoidea della scapola con la quale si ar cola). La testa dell’omero è riconoscibile grazie ad una strozzatura ben evidente a livello del collo che prende il nome di collo dell’omero. Differenze Inter specie della testa: o Bovino: testa più appia ta del cavallo o Suino: omero più corto degli altri, testa rotondeggiante con collo molto sviluppato Cranio-lateralmente alla testa ar colare si solleva il tubercolo maggiore de o anche TROCHITERE, che si suddivide a sua volta in (questa suddivisione non c’è nel ga o): porzione craniale o sommità porzione caudale o convessità, più allungata e più bassa una cresta, situata lateralmente alla base delle altre due. Il tubercolo maggiore è poco sviluppato nei carnivori, mentre nei ruminan , nel cavallo e nei suini è evidente. Il trochitere è separato a raverso il solco tubercolare de o anche doccia bicipitale (che dà passaggio al tendine del muscolo bicipite brachiale), dal tubercolo minore de o anche TROCHINE, nel quale solo nel cavallo e nei ruminan si riconoscono tre par : Una parte craniale o sommità Una parte caudale o convessità Una cresta, sopra u o des nata all’inserzione tendinea del muscolo so oscapolare. Il solco tubercolare è sempre rives to di car lagine e nei cavalli è par colarmente largo e viene suddiviso da un’evidente cresta che prende il nome di tubercolo intermedio, mentre nelle altre specie è unico e più stre o. Il trochine ed il trochitere sono molto importan in quanto forniscono un punto di inserzione per i muscoli della spalla (muscoli infraspinato e sovraspinato) che agiscono sull’ar colazione scapolo- omerale. Il corpo dell’omero corrisponde alla diafisi ed ha una forma cara eris che per l’inserzione del muscolo brachiale che decorre a spirale sulla faccia laterale, sulla quale è infa presente il solco brachiale o doccia di torsione (obliqua in direzione cranio distale), delimitato da due creste rilevate (che separano la faccia laterale rispe vamente dalla faccia craniale e dalla faccia caudale): Cresta omerale, la quale inizia in vicinanza dell’estremità prossimale mediante un forte rilievo rugoso, ovvero la tuberosità deltoidea, e si riduce progressivamente per scomparire prima di raggiungere l’estremità distale Cresta epicondiloidea, la quale comincia soltanto circa a metà della lunghezza dell’osso e si porta al di sopra del capitello dell’estremità distale. Differenze inter specie della doccia di torsione: o Equino e bovino: doccia di torsione sviluppata o Cane: doccia di torsione molto sviluppata sopra u o nel basso o o Suino: doccia di torsione poco sviluppata Sempre osservando la faccia laterale, nella metà superiore della diafisi si trova quindi la tuberosità deltoidea, su cui si inserisce il muscolo deltoide. La tuberosità deltoidea si con nua in direzione prossimale con la linea tricipitale e, come già de o, in direzione distale con la cresta omerale. La linea tricipitale si conclude so o l’epifisi prossimale con la tuberosità del piccolo rotondo. Faccia mediale: Al centro della diafisi dell’omero si trova medialmente la tuberosità del grande rotondo che riceve la terminazione comune dei muscoli grande rotondo e grande dorsale. Nel cavallo nei ruminan è più o meno centrale, mentre nelle altre specie è spostata al limite dell’estremità prossimale. In vicinanza dell’estremità distale vi è inoltre il foro nutrizio principale dell’osso. L’epifisi distale dell’omero è cara erizzata dal condilo omerale, il quale nei carnivori è diviso a sua volta in una troclea omerale (a sua volta divisibile in labbro mediale, gola e labbro laterale) per l’ar colazione con l’ulna e un capitello omerale laterale per l’ar colazione con il radio. Ai due la del condilo si descrivono due robus epicondili per l’inserzione di origine della muscolatura della porzione distale dell’arto. L’epicondilo del capitello prende il nome di epicondilo laterale, mentre l’epicondilo mediale (che sporge dalla troclea) prende il nome di epitroclea. L’epitroclea e l’epicondilo laterale sono separa sulla faccia caudale da una fossa olecranica, che accoglie una porzione della testa dell’ulna. Sul versante opposto cranialmente al condilo si trova un’altra depressione de a fossa coronoidea. Nel cane queste due fosse sono generalmente connesse da un foro sopratrocleare mentre nel ga o sopra l’epicondilo mediale si trova il foro sopracondiloideo. ARTICOLAZIONE SCAPOLO-OMERALE o ARTICOLAZIONE DELLA SPALLA Si tra a di una diartrosi, in par colare di una enartrosi (segmento di sfera, testa e cavità glenoidea), come l’ar colazione coxo-femorale. capi ar colari sono la testa dell’omero e la cavità glenoidea della scapola. Essendo la cavità della scapola è di piccole dimensioni rispe o alla testa dell’omero, per riuscire a stabilizzare e mantenere in sede l’ar colazione vi è un cercine glenoideo fibrocar lagineo che aumenta la superficie(la rende più ampia). Mezzi di unione I mezzi di unione di questa ar colazione sono: - Capsula ar colare - 2 Legamen gleno-omerale, laterale e mediale = rafforzano la capsula ar colare. - Legamento trasverso = presente solo nei carnivori in modo da tenere in posizione il tendine del muscolo bicipite brachiale, che a sua volta forma la borsa sinoviale nel punto in cui è a conta o con l’omero. - Legamento coraco-omerale = vi è solo negli ungula e si trova tra la tuberosità sopraglenoidea e il tubercolo maggiore dell’omero. Mezzi complementari d’unione (Sono poten e compensano la debolezza delle formazioni legamentose): - Azione della pressione atmosferica: nel cavo ar colare vi è una pressione atmosferica nega va, essendovi il vuoto nella cavità sinoviale; - Poten masse muscolari e legamen a vi = sono a sostegno della fragile ar colazione sopra u o negli erbivori di grossa taglia. Movimen angolari, di estensione e flessione craniali e caudali (fosse sinoviali, grossi erbivori) Se trovo delle fosse e (fosse sinoviali) nelle superfici ar colari nel bovino ed equino non è patologico ma è pico (è un problema nel cane e nel ga o) La membrana sinoviale è sempre vasta di tappezza la faccia interna della capsula fibrosa. nei carnivori, nel maiale e nella pecora, ad altezza del solco intertubercolare, il tendine di origine del muscolo bicipite brachiale si porta in profondità nella capsula articolare e forma una guaina sinoviale intertubercolare, che nel cavallo nel bovino è distinto dalla sinoviale articolare. In questi animali di grossa mole in tale sede lo scorrimento del tendine del muscolo bicipite brachiale è agevolato dalla presenza di una borsa sinoviale (borsa intertubercolare). Differenze intraspecie Nei carnivori e nel cavallo, la parete capsulare viene rafforzata da fibre collagene e da fibre elastiche (legamenti glenoomerali laterale e medio). Il legamento glenoomerale mediale decorre all'interno dell'articolazione ed è dunque collegato con la membrana sinoviale tramite una sorta di meso. Nei carnivori si sviluppa inoltre un legamento trasverso dell'omero, che mantiene in situ il tendine di origine del muscolo bicipite brachiale (Fig. 3-30). Negli ungulati la capsula articolare è ulteriormente rafforzata dal legamento coracoomerale, collocato tra il tubercolo sopraglenoideo ed il tubercolo maggiore dell'omero. Nei carnivori, nel maiale e nella pecora, ad altezza del solco intertubercolare, il tendine di origine del muscolo bicipite brachiale si porta in profondità nella capsula articolare e forma una guaina sinoviale intertubercolare, che nel cavallo e nel bovino è distinta dalla sinoviale articolare. In questi animali di grossa mole, in tale sede lo scorrimento del tendine del muscolo bicipite brachiale è agevolato dalla presenza di una borsa sinoviale (borsa intertubercolare). Avambraccio Lo scheletro dell’avambraccio cos tuisce la porzione intermedia dell’arto toracico ed è formato da due ossa, il radio e l’ulna. In corrispondenza dell’estremità prossimale dell’avambraccio, l’ulna si accosta al radio dalla posizione caudale a quella caudo-laterale e si porta lungo il suo decorso sulla faccia laterale del radio. Nei mammiferi domes ci queste due ossa hanno subito due processi di sviluppo differen , che vanno da una limitata capacità di movimento dell’avambraccio (i carnivori possono ruotare radio intorno all’ulna, la rotazione è maggiore nel ga o rispe o al cane) fino alla loro completa immobilità e riduzione della porzione distale dell’ulna (nel cavallo le ossa si sono fuse per sinostosi distalmente, rafforzando maggiormente il corpo del radio). Radio Il radio è un osso lungo che presenta quindi un’epifisi prossimale, un corpo o diafisi, ed un’epifisi distale. È sviluppato maggiormente negli ungula rispe o che nei carnivori. L’estremità prossimale è allungata grazie alla presenza della testa del radio o capitello che mostra un’ampia superficie ar colare che viene de a fosse a della testa del radio o fovea che accoglie il condilo omerale con una complementarità garan ta anche dai processi coronoidei (circondano la fosse a ai la della testa del radio). La fosse a della testa del radio forma, infa , assieme all’incisura trocleare della tuberosità olecranica e alla superficie ar colare distale dell’omero(condilo omerale) l’ar colazione del gomito. Negli ungula il condilo omerale poggia esclusivamente sul radio, che si presenta di regola piu osto robusto, mentre nei carnivori tale sostegno viene esercitato anche dall’ulna. Su entrambi i la della fovea del capitello del radio si sollevano tuberosità legamentose, mentre a livello dorso-mediale della testa è collocata la tuberosità radiale o bicipitale, sulla quale si inserisce il tendine terminale del muscolo bicipite brachiale. In sede prossimo-caudale il radio presenta inoltre una giuntura ar colare con l’ulna che prende il nome di circonferenza ar colare che nei carnivori facilita i movimen di pronazione e supinazione dell’avambraccio (presente anche negli altri animali ma non ha funzione). Il corpo del radio è compresso in senso cranio-caudale ed è lievemente curvato per tu a la sua lunghezza. La sua faccia craniale è liscia mentre quella caudale è molto ruvida nel cane e nel maiale e quasi completamente saldata con l’ulna nelle altre specie di mammiferi domes ci. Nel bovino l’ulna con nua fino alla parte distale del e nel cavallo l’ulna termina prima. L’estremità distale del radio è cos tuita nella faccia dorsale dalla troclea radiale, disposta trasversalmente e des nata all’ar colazione col carpo. Prossimalmente a questa superficie ar colare decorre la cresta trasversa. Medialmente si sviluppa in tu i mammiferi domes ci una tuberosità legamentosa che prende il nome di processo s loideo radiale per l’inserzione dei legamen capsulari mediali. In carnivori e maiale si osserva anche un’incisura ulnare del radio. Nei ruminan il radio è saldato con l’estremità distale dell’ulna mentre nel cavallo si sviluppa lateralmente un processo s loideo laterale per l’inserzione dei legamen. Ulna L’ulna è un osso lungo in cui dis nguiamo un’estremità prossimale, un corpo e un’estremità distale. L’ulna sporge notevolmente con la sua estremità prossimale ed in par colar modo con il suo processo terminale che prende il nome di testa o olecrano che si conclude prossimalmente con la tuberosità olecranica. L’olecrano rappresenta un braccio di leva dell’ar colazione del gomito su cui si inserisce il robusto muscolo tricipite brachiale. L’olecrano presenta sulla sua base un’incisura trocleare ben sviluppata, che contribuisce alla formazione dell’ar colazione, infa , questa incisura possiede dorsalmente un processo a forma di becco de o processo anconeo o becco dell’olecrano che si inserisce nella fossa olecranica dell’omero. Lateralmente e medialmente si estendono i processi coronoidei (presen sia su ulna che radio), tra i quali vi è l’incisura radiale (radial notch) dell’ulna per l’ar colazione del radio. Il corpo dell’ulna ha forma di piramide triangolare, si accosto a posteriormente al radio, del cui corpo è più piccolo e si collega con questo per mezzo di membrane conne vali o di tessuto osseo, lasciando tu avia libero uno o più spazi interossei. Questa ossificazione par colarmente apprezzabile nel cavallo, dove si osserva una contemporanea riduzione dello sviluppo dell’urna. Nei ruminan il corpo dell’ulna è interamente fuso con quello del radio mentre nei cavalli risulta semplicemente ossificato e immobile rispe o al radio. L’estremità distale dell’ulna prende anche il nome di capitello e risalta chiaramente sul radio come il processo s loideo dell’ulna (su radio di equini e bovini) mentre nei carnivori e maiale è medialmente ar colato al radio tramite la circonferenza ar colare dell’ulna. il cavallo, nel corso dello sviluppo, la porzione distale dell’ulna viene incorporato nel radio, dando origine al processo s loideo laterale. La faccia ar colare distale si ar cola invece con la serie prossimale delle ossa carpali. Differenze tra specie - radio e ulna o Cavallo: ulna sviluppata solo a livello prossimale, perché distalmente è fusa con il radio (lasciando uno spazio per vasi e nervi). Nell’animale giovane la faccia palmare del radio presenta lateralmente una superficie rugosa che forma successivamente una sinostosi con l’ulna e rimane solo lo spazio interosseo prossimale a livello del quale si trova il for nutrizio principale. L’ulna del cavallo termina con una stru ura chiamata processo s loideo ulnare (laterale). La fosse a della testa del radio è meno sviluppata e risulta più pianeggiante. o Bovino: l’avambraccio è corto e grosso. L’ulna è fusa anche a livello prossimo-distale con il radio. La fosse a della testa del radio è molto sviluppata. o Suino: le due ossa, corte e spesse, si saldano in maniera incompleta e tardivamente. L’ulna supera il radio per volume e robustezza. o Cane: le due ossa sono tra loro molto mobili e completamente dis nte ed entrano in conta o soltanto mediante le loro estremità delimitando per il resto della loro estensione un lungo spazio interosseo chiuso da una membrana fibrosa. In radio e l’ulna sono leggermente incrocia l’uno sull’altra. Il radio è lungo e fortemente appia to in senso dorso palmare sopra u o all’estremità prossimale. o Ga o: le due ossa assomigliano a quelle del cane, sono però più incrociate e molto più mobili con uno spazio interosseo o più largo. Cane e ga o presentano i processi coronoidei laterale e mediale, sono importan perché il distacco di uno di ques è una delle tre cause di displasia del gomito, come anche un anomalo sviluppo dei capi ar colari. o Coniglio: radio e ulna sono due ossa molto vicine, non fuse, si muovono insieme ma non sono ar colate l’una sull’ altra. Movimen o Cavallo: immobilità e riduzione della porzione dell’ulna. nel cavallo nel bovino sono presen le sinostosi, ovvero le sinartrosi ossificate. o Carnivori: limitata capacità di movimento perché radio e ulna sono indipenden e vanno da una posizione incrociata a X a una posizione parallela, compiendo movimen di pronazione e supinazione. Infa , l’ar colazione presente è una doppia ginglimo trocoide (ossa parallele che ruotano una sull’altra). ARTICOLAZIONE SCAPOLO-OMERALE o ARTICOLAZIONE DELLA SPALLA Si tratta di una diartrosi, in particolare di una enartrosi (segmento di sfera, testa e cavità glenoidea), come l’articolazione coxo-femorale. Le due superfici articolari sono rivestite da cartilagine ialina che non è vascolarizzata, vicino ci sarà quindi il tessuto connettivo. Nel caso della cartilagine articolare non c’è pericondrio, questo è quindi nutrita da liquidò sinoviale prodotto dalla membrana sinoviale. I movimenti fanno sì che il liquido sinoviale passi all’interno della cartilagine, si diffonda nel tessuto, ed entrando nella matrice cellulare amorfa si diffonda nelle lacune raggiungendo i condrociti. Capi articolari sono la testa dell’omero e la cavità glenoidea della scapola. Essendo la cavità della scapola è di piccole dimensioni rispetto alla testa dell’omero, per riuscire a stabilizzare e mantenere in sede l’articolazione vi è un cercine glenoideo fibrocartilagineo che aumenta la superficie (la rende più ampia). Mezzi di unione I mezzi di unione di questa articolazione sono: - Capsula articolare (tessuto fibroso all’esterno e membrana sinoviale all’interno). Negli ungulati la capsula articolare è ulteriormente rafforzata dal legamento coracoomerale, collocato tra il tubercolo sopraglenoideo ed il tubercolo maggiore dell'omero. - 2 Legamento gleno-omerale, laterale e mediale (solo nei carnivori e cavallo) = rafforzano la capsula articolare tramite fibre collagene e fibre elastiche, decorrendo all’interno dell’articolazione e sono quindi collegati con la membrana sinoviale. Nei carnivori il legamento gleno omerale laterale è un fascio che inizia dal bordo della cavità glenoidea, passa sotto la spina della scapola, sotto all’acromion e va a livello del trochitere; mediamente invece il legamento inizia a doppio e termina sul trochine. - Legamento trasverso = presente solo nei carnivori in modo da tenere in posizione il tendine del muscolo bicipite brachiale, che a sua volta forma la borsa sinoviale nel punto in cui è a conta o con l’omero. - Legamento coraco-omerale = vi è solo negli ungulati e si trova tra la tuberosità sopraglenoidea e il tubercolo maggiore dell’omero. - La membrana sinoviale è sempre vasta di tappezza la faccia interna della capsula fibrosa. Nei carnivori, nel maiale e nella pecora, ad altezza del solco intertubercolare, il tendine di origine del muscolo bicipite brachiale si porta in profondità nella capsula articolare e forma una guaina sinoviale intertubercolare, che nel cavallo nel bovino è distinto dalla sinoviale articolare. In questi animali di grossa mole in tale sede lo scorrimento del tendine del muscolo bicipite brachiale è agevolato dalla presenza di una borsa sinoviale (borsa intertubercolare). Nel cane e nel gatto la membrana sinoviale è molto abbondante e il suo fondo cieco forma una guaina intorno al tendine che lo accompagna nello scorrimento; la guaina, infatti, avvolge il tendine che scorre nella doccia bicipitale. Nel bovino e equino invece c’è una borsa sinoviale (come già detto). Nell’immagine seguente (blu), togliendo la capsula fibrosa ma lasciando quella sinoviale, all’interno è stata iniettata della resina per vedere l’interno della cavità articolare e si possono vedere così i fondi ciechi. Mezzi complementari d’unione (Sono potenti e compensano la debolezza delle formazioni legamentose): - Azione della pressione atmosferica: nel cavo articolare vi è una pressione atmosferica nega va, essendovi il vuoto nella cavità sinoviale; - Potenti masse muscolari e legamenti = sono a sostegno della fragile articolazione soprattutto negli erbivori di grossa taglia. Movimenti angolari, di estensione e flessione craniali e caudali (fosse sinoviali, grossi erbivori) Se trovo delle fosse e (fosse sinoviali) nelle superfici articolari nel bovino ed equino non è patologico ma è fisiologico (è un problema nel cane e nel gatto) ARTICOLAZIONE OMERO-RADIO-ULNARE o ARTICOLAZIONE DEL GOMITO È una diartrosi, in particolare un ginglimo angolare o cerniera perfetta (cilindro pieno e cilindro cavo ad asse trasversale). L’articolazione del gomito è un’articolazione condiloidea composta, in quanto può essere definita una doppia articolazione: la troclea dell'omero si articola due volte nell'articolazione del gomito, ossia con l'incisura trocleare dell'ulna e con la fossetta della testa del radio. L'articolazione è dunque composta da un’articolazione omeroulnare e da un'articolazione omeroradiale. La presenza di creste e di solchi guida ben sviluppati sulla troclea e la perfetta corrispondenza del becco dell'olecrano nella fossa olecranica dell'omero permettono soltanto movimenti di flessione e di estensione dell'avambraccio, impedendo quasi del tutto i movimenti laterali. Nel gatto la massima angolazione flessorio-estensoria corrisponde a 140° Nel cane essa varia, a seconda della razza, tra 100 e 140°. L’articolazione del gomito presenta delle differenze sostanziali tra specie. Equino, bovino e suino Capi articolari: l’estremità distale dell’omero, in particolare la superficie articolare sul condilo omerale (formato dalla troclea ed il capitello) e i prossimali di radio e ulna (fossetta della testa del radio + incisura trocleare dell’ulna). I mezzi di unione dell’articolazione sono: - Capsula articolare = molto sviluppata e facilmente identificabile. La capsula articolare avvolge entrambe le articolazioni e include anche la cavità articolare dell'articolazione radioulnare prossimale. La cavità articolare è relativamente stretta, sviluppa cranialmente un diverticolo che si estende sotto il muscolo estensore comune delle dita e sotto il muscolo bicipite brachiale (carnivori) e che si porta caudalmente fino al margine prossimale della fossa olecranica. Sul versante flessorio si rilevano rinforzi delle fibre (legamento obliquo). È rinforzata dal legamento membranoso anteriore (capsula ispessita cranialmente). - Legamento collaterale radiale o laterale = nasce dall’epicondilo laterale dell’omero e si inserisce sul radio con una robusta branca, mentre con una branca caudale meno sviluppata sull’ulna. Nel cavallo non esiste la branca ulnare del collaterale laterale, ma vi è solo la branca robusta craniale, che è dipartita in due fasce poste a X (una più profonda ed una più superficiale). Fibre incrociate, inserzione eccentrica rispetto alla curvatura delle superfici articolari e all’asse di rotazione. - Legamento collaterale ulnare o mediale = nasce dall’epicondilo mediale dell’omero e si inserisce con una branca craniale medialmente in modo bipartito sulla tuberosità legamentosa del radio e con una branca caudale sull'ulna. Porzione rettilinea e porzione obliqua, inserzione eccentrica rispetto alla curvatura delle superfici articolari e all’asse di rotazione. Movimenti: angolari longitudinali di estensione e flessione e conoide. L’articolazione del gomito in queste specie viene definita come articolazione a scatto: solo in CAVALLO e BOVINO (PERCHÉ SONO MOLTO PESANTI, es. peso di 600 distribuito su 4 arti sottili): nei grossi erbivori è una articolazione “a scatto” perché i legamenti collaterali sono messi a x e rispetto al movimento che fa l’articolazione e hanno un’inserzione eccentrica diversa rispetto al piano. La prima parte di movimento è fatta dai muscoli e dai legamenti che accumulano l’energia del muscolo nei legamenti (simil elastico), l’ultima parte del movimento è data dai legamenti che lasciano a scatto l’energia. Il cavallo ha sviluppato questo accorgimento per una questione di risparmio di energia e di riduzione del lavoro e dell’attività muscolare. Un’altra strategia che ha adottato il cavallo da essere onnivoro ad erbivoro è la presenza del cieco: camera di fermentazione lunga 1 metro. Movimento conoide: la forma delle superfici articolari (condilo omerale e superficie dell’epifisi prossimale del radio) a tronco di cono a base mediale con due solcature inclinate lateralmente, poste su un piano orizzontale fa sì che nel movimento di flessione l’estremità distale dell’arto viene allontanata dal paino mediano (importante nelle andature veloci). (Bruno Zimmerl) APPROFONDIMENTO: ARTICOLAZIONE A SCATTO → PROBABILMENTE LA CHIEDE IN ESAME! Articolazione a scatto: sia in estensione che in flessione la contrazione dei muscoli porta i segmenti ossei fino ad un determinato angolo (101°-104°) raggiunto il quale il movimento è continuato automaticamente per la forza immagazzinata dai legamenti collaterali: - Leg. collaterale laterale e mediali: molto robusti, le fibre si inseriscono nella tuberosità corrispondente del radio e nella fossa rugosa dell’omero, eccentricamente rispetto alla curvatura delle superfici articolari e caudalmente al diametro verticale della base. - Leg. mediano: costituito da una porzione lunga, superficiale e retta e da una porzione breve, profonda, arcuata - Leg. laterale: costituito da due fasci, posti a X, su due piani. L'articolazione a scatto permette di passare in modo brusco da una posizione stabile a una + mobile. Per la rapidità con la quale si compie il movimento prende la denominazione di scatto. (Preziuso) Meccanismo dell’articolazione a scatto: Lo scatto è condizionato soprattutto dai leg collaterali: nell’estensione e nella flessione le fibre si tendono e e rilasciano successivamente, mantenendo sempre in contatto le superfici articolari. I fasci profondi, più robusti, oppongono una maggiore resistenza alla distensione che raggiunge il suo massimo quando l’angolo omero radiale è diminuito di 39°-46° poi si rilasciano rapidamente e in modo quasi improvviso dando luogo allo scatto. 2 ELEMENTI PERMETTONO L’ARTICOLAZIONE A SCATTO NEL CAVALLO: 1) CURVATURA DIVERSA DELLA SUP ARTICOLARE DELL’OMERO: Curvatura della parte centrale > curvatura parte craniale e caudale (si rapportano con il radio nella posizione di massima flessione ed estensione dell'articolazione). 2) LEGAMENTI COLLATERALI= si inseriscono eccentricamente sull’ omero e vengono tesi solo quando viene raggiunta una posizione intermedia di chiusura. Bicipite e tricipite. Elementi osteosinoviali e hanno inserzione eccentrica → intorno ai 100° di apertura dell’angolo dell’arto anteriore i muscoli smettono di lavorare ma continuano a compiere il movimento dall’estensione alla flessione. L’energia è incamerata nei legamenti (elastici che tesi immagazzinano energia): sono su 2 piani diversi e hanno inserzione diversa rispetto al piano di riferimento. Estensione fino a un certo punto data dal lavoro dei muscoli estensori e flessori. L’ultima parte dell’energia dell’estensione è rilasciata a scatto perché è l’energia immagazzinata nei 2 legamenti. L’animale non si muove a scatti perché il tutto è mediato dai muscoli. È stato un modo evolutivo del cavallo per risparmiare il lavoro muscolare. L’articolazione a scatto è presente in cavallo e bovino ma assente in cane e gatto perché non sono animali pesanti e non sollevano gli arti anteriori nello stesso modo del cavallo e del bovino. NB: L’articolazione a scatto è spiegata bene con immagini nel libro Dyce Carnivori Capi articolari: l’estremità distale dell’omero (formato dalla troclea ed il capitello) e i prossimali di radio e ulna (fossetta della testa del radio + incisura trocleare dell’ulna). I mezzi di unione sono: - Capsula articolare = molto sviluppata e facilmente identificabile. La capsula articolare avvolge entrambe le articolazioni e include anche la cavità articolare dell'articolazione radioulnare prossimale. È rinforzata dal legamento membranoso anteriore (capsula ispessita cranialmente). - Legamento collaterale radiale o laterale = nasce dall’epicondilo laterale dell’omero e si inserisce sul radio con una robusta branca, mentre con una branca caudale meno sviluppata sull’ulna. - Legamento collaterale ulnare o mediale (porzione rettilinea e porzione obliqua) = nasce dall’epicondilo mediale dell’omero e si inserisce con una branca craniale medialmente in modo bipartito sulla tuberosità legamentosa del radio e con una branca caudale sull'ulna. - Legamento dell’olecrano = parte dall’epicondilo mediale dell’omero per arrivare al becco dell’olecrano, processo anconeo. - Legamento obliquo (va a ponte sulla troclea, sul versante obliquo) Movimenti: L’articolazione del gomito dei carnivori permette sempre movimenti angolari longitudinali e di estensione e flessione, ma non si tratta di un’articolazione a scatto. ARTICOLAZIONE RADIO-ULNARE In linea di principio si distinguono le seguenti articolazioni: 1) Articolazione radioulnare prossimale in cui la circonferenza articolare prossimale del radio si articola con l'incisura radiale dell'ulna. 2) Articolazione radioulnare distale composta da una circonferenza articolare convessa dell'ulna e un'incisura ulnare concava del radio. Equino, bovino e suino Si parla di artroidia (cavallo perché radio e ulna sono fuse) di articolazioni che precedentemente erano sincondrosi, sindesmosi e sinostosi. Nel maiale si sviluppano in sede prossimale e distale giunture cartilaginee fibrose (sinfisi), che con l’avanzare dell’età tendono a ossificare. Nei ruminanti e nel cavallo si formano soltanto in sede prossimale sincondrosi immobili, che sinostosano presto diventando artrodie. Mezzi di unione: - Capsula articolare prossimale collegata con quella dell’articolazione del gomito e solo nel maiale c’è la distale in continuità con l’ampio recesso dell’articolazione del polso. - Membrana interossea: tessuto connettivo che tende a sinostosare soprattutto negli ungulati. Movimenti: nel bovino e nel cavallo non sono permessi i movimenti di supinazione perché non c’è il doppio ginglimo trocoide. Carnivori Nei carnivori invece questa articolazione è una diartrosi, in particolare un ginglimo trocoide (cilindro pieno e cilindro cavo ad asse verticale) che permette quindi una rotazione, pronazione e supinazione (articolazione rotatoria). In questa articolazione vi sono due ginglimi trocoidi, secondo ai quali si distinguono i legamenti prossimali distali. Il ginglimo trocoide prossimale ha come mezzi di unione: - Capsula articolare = la prossimale è collegata con quella dell’articolazione del gomito, mentre la cavità dell’articolazione distale è in continuità con l’ampio recesso dell’articolazione del polso, come nel maiale. - Legamento anulare del radio = avvolge la testa del radio sul versante flessorio, passa sotto i legamenti collaterali per l’articolazione del gomito e si inserisce in corrispondenza dell’incisura radiale dell’ulna. Tiene vicine le due ossa sia prossimalmente che distalmente. - Legamento interosseo dell'avambraccio, che collega il radio con l'ulna nella metà prossimale dello spazio interosseo dell'avambraccio (solo nel cane) ed è considerabile come rinforzo laterale della membrana interossea. - Membrana interossea dell’avambraccio = ha una struttura connettivale ricca di fibre collagene e nei carnivori collega radio e ulna. Negli ungulati va in contro ad un processo di ossificazione (sinostosi). Il ginglimo trocoide distale ha invece come mezzi di unione: - Capsula articolare = è distale ed è in continuità con l’ampio recesso dell’articolazione del polso. - Legamento radio-ulnare = è distale e invia cranialmente fibre tra la troclea del radio ed il processo stiloideo dell’ulna. Nel cane tale legamento è teso e nel gatto è fibrillare. Movimenti: nelle varie specie animali, i movimenti di rotazione tra radio e ulna sono quasi impossibili e soltanto nei carnivori si realizza una lieve pronazione o supinazione del radio intorno all'ulna (articolazione rotatoria). In particolare, nel gatto la supinazione attiva arriva fino a 100°, mentre nel cane si realizza soltanto una supinazione passiva fino a 50°. Veduta craniale: Ho radio e ulna che articolano con i carpali. MANO Lo scheletro della mano forma la base ossea dell'estremità distale dell'arto toracico (autopodio) In direzione prossimo-distale si distinguono le seguenti porzioni: - basipodio con ossa carpali; - metapodio con ossa metacarpali; - acropodio con falangi. II processo di verticalizzazione della mano attraversa le fasi che partono dalla condizione di palmigradia, caratteristica degli animali che poggiano sul terreno con il palmo della mano (orsi), a quella di digitigradia, tipica delle specie che poggiano sul terreno con le dita (carnivori), fino ad arrivare a quella di unguligradia, caratteristica degli animali che poggiano sul terreno con le ultime falangi (ungulati). Tale processo comporta un aumento delle dimensioni delle falangi e una contemporanea riduzione del loro numero. In base a ciò, le cinque dita presenti nella mano completa, caratteristica dell'uomo si mantengono filogeneticamente soltanto nei carnivori, mentre nel maiale esse si riducono a quattro (dal 2º al 5º), nei ruminanti a due (3º e 4º) e nel cavallo ad un unico dito (3°). È possibile stabilire l’età del cavallo e del cane tramite la fusione o meno delle ossa del capo; infatti, alcuni segmenti ossei si possono fondere tra loro. CARPO Nei mammiferi domestici le ossa del carpo sono più ossa brevi (tessuto osseo compatto all’esterno e tessuto spugnoso all’interno) disposte su due file: una serie prossimale (o antibrachiale) ed una serie distale (o metacarpale), ciascuna costituita da quattro elementi ossei. La serie prossimale si articola prossimalmente con il radio e l’ulna attraverso l’articolazione del polso, mentre la serie distale si articola distalmente con le ossa metacarpali attraverso l’articolazione carpo-metacarpica. Si distinguono principalmente le seguenti ossa: - Fila I o prossimale = (in senso latero-mediale) osso pisiforme o accessorio del carpo, piramidale o ulnare, semilunare o intermedio, scafoide o radiale. - Fila II o distale = (in senso latero-mediale) osso uncinato o carpale IV, capitato o carpale III, trapezoide o carpale II, trapezio o carpale I. Le singole ossa risultano variamente sviluppate nelle varie specie di mammiferi domestici: - Maiale = come nell’uomo sono presenti tutte le 8 ossa brevi carpali, disposte su due file. La seconda fila si articola con 4 metacarpei e ci sono 12 falangi in totale. Le terze falangi accolgono Unghie. - Equini = sono presenti da 7 a 8 ossa brevi poiché manca quasi sempre il trapezio o carpale I (distale mediale). Nella serie prossimale, che si articola con il metacarpo principale, sono presenti tutte e 4 le ossa carpali; il carpale radiale (scafoide), collocato medialmente, è l'osso più voluminoso della serie. Prossimalmente il carpo si articola con il metacarpale principale (Mc III), permettendo la trasmissione del peso corporeo lungo l'asse verticale. - Bovini (ruminanti) = sono presenti 6 ossa brevi carpali, in quanto il capitato ed il trapezoide sono fusi e manca anche il trapezio o carpale I. In questi animali il carpale quinto è sempre assente, o per il fatto che esso viene incorporato nel carpale quarto oppure perché non si sviluppa affatto. - Carnivori = sono presenti 7 ossa brevi carpali, in quanto prossimalmente lo scafoide (Carpale 1) si fonde con quello intermedio. Sempre presente il carpale 1. I tre nuclei di ossificazione si saldano all'incirca dopo il terzo o quarto mese di età e l'osso definitivo si articola con l'estremità distale del radio. L'osso accessorio del carpo si trova in posizione laterale e palmare rispetto alle altre ossa carpiche, e contrae rapporti articolari con il radio, con l'ulna e con il carpale ulnare. Nella serie distale del carpo sono presenti tutte e quattro le ossa, che aumentano di dimensione in senso medio-laterale. I carpali della serie distale si articolano tra loro su uno stesso piano per formare articolazioni prossimali e distali. Sulla faccia volare del carpale primo (C I), nel tendine terminale del muscolo abduttore del pollice, è collocato un sesamoide radiologicamente visibile. Altri due sesamoidi piccoli si sviluppano talvolta sul versante volare, tra le due serie di ossa carpali. Il carpale quinto (C V) manca nei mammiferi domestici. METACARPO/ METACARPEI In una mano completa le ossa del metacarpo formano cinque raggi che costituiscono complessivamente lo scheletro del carpo. In senso medio-laterale si distinguono cinque ossa lunghe dal metacarpale primo (Mc I) al metacarpale quinto (Mc V). Le ossa metacarpali sono caratterizzate da una comune struttura di base: un’estremità prossimale (base) con una superficie articolare per la serie distale delle ossa carpali (seconda fila del carpo) e una per l’articolazione con i metacarpi vicini. Un corpo allungato e di vario spessore a seconda della specie animale, un’estremità distale (testa) con troclea (superficie articolare reticolare) per l’articolazione con la falange prossimale. Varie rugosità prossimali distali per l’inserzione dei legamenti. I metacarpali si sviluppano diversamente nelle varie specie animali: - Equini = Mc III è l’unico interamente sviluppato ed è il metacarpo principale (sostiene tutto il peso corporeo), Mc II ed Mc IV sono metacarpi accessori mentre Mc I ed Mc V sono assenti. Residui del secondo e del quarto metacarpale si manifestano sotto forma di metacarpali accessori e affiancano il robusto metacarpale terzo (metacarpale principale) senza svolgere alcuna funzione evidente. Sul versante dorsale si trova la tuberosità del metacarpale. I verbali accessori non svolgono nessuna funzione (sono vestigiali I residui del secondo e quarto metacarpale), questi però formano una doccia, che sarà importante per il passaggio di legamenti e tendini (bottone terminale). - Maiale = Mc 3 ed Mc 4 sono molto sviluppati (più allungati), mentre Mc I è assente. Le articolazioni intermetacarpiche sono artrodie - Equini = Mc 3 è l’unico interamente sviluppato ed è il metacarpo principale (sostiene tutto il peso corporeo), Mc 2 ed Mc 4 sono metacarpi accessori mentre Mc I ed Mc 5 sono assenti. Residui del secondo e del quarto metacarpale si manifestano sotto forma di metacarpali accessori e affiancano il robusto metacarpale terzo (metacarpale principale) senza svolgere alcuna funzione evidente. Le articolazioni intermetacarpiche sono artrodie prossimalmente e sinartrosi distalmente. - Carnivori = 5 metacarpali. Mc 3 ed Mc 4 sono centrali e più lunghi, Mc I è molto ridotto. Nel cane il peso corporeo poggia distribuendosi sulle varie dita. In questo caso vengono mantenuti tutti e 5 i metacarpali, sebbene il metacarpale primo sia più corto e più esile rispetto che nel gatto. La coppia centrale (metacarpali principali) è formata dai metacarpali più lunghi, che si presentano quadrilateri nel cane e cilindrici nel gatto. Le articolazioni intermetacarpiche sono artrodie (sinostosi negli animali più giovani). Ruminanti= la coppia Mc 3 e Mc 4 è fusa per formare un unico metacarpale principale (infatti se faccio una dissezione vedo che ha due cavità diafisarie perché erano due ossa che si sono chiuse). Le teste distali rimangono separate e formano due articolazioni diverse con le prime falangi; mancano Mc I, Mc 2 e Mc 5 rimane rudimentale. Ossa sesamoidi: in tutti gli animali nella mano e nel piede si trovano le ossa sesamoidi (ossa brevi come la rotula), chiamate anche grandi sesamoidi (due per dito), poste tra l’articolazione metacarpo-falangea. Successivamente verranno descritte anche le differenze Interspecie. Articolazioni intermetacarpiche: - Equini: artrodie prossimalmente (il carpo è composto da segmenti ossei appiattiti che scorrono gli uni sugli altri) e sinartrosi distalmente. Si osserva una mobilità estremamente limitata tra il metacarpale III (metacarpale principale) e i due metacarpali accessori (Mc II e IV), che si basa sulla presenza di deboli articolazioni intermetacarpali. Le singole ossa metacarpali sono reciprocamente collegate da legamenti metacarpali. - Ruminanti: artrodie/sinostosi. I metacarpali III e IV sono fusi e dunque tra loro non si sviluppa alcuna giunzione mobile. - Carnivori, maiale e coniglio: artrodie, (leg. trasversale profondo del metacarpo) ARTICOLAZIONE DEL CARPO EQUINO E BOVINO 3 4 2, 3, 4 -> Movimenti: lievi movimenti di scorrimento e lateralità. Le articolazioni del carpo sono articolazioni classificabili come pianeggianti e condiloidee, le cui singole facce articolari consentono diversi gradi di movimento e con cui si congiungono le ossa dell'avambraccio, i carpali ed i metacarpali. Tra le articolazioni del carpo si distinguono quelle prossimali, intermedie e distali. La cooperazione funzionale tra le numerose ossa, connesse dai vari legamenti, garantisce inoltre all'intero carpo un elevato grado di ammortizzamento elastico delle sollecitazioni meccaniche. Articolazione radio (ulno) carpica o antibrachiocarpica = è un'articolazione condiloidea composta (articolazione radiocarpica e articolazione ulnocarpica). Questa articolazione è una diartrosi ed in particolare un ginglimo angolare (cilindro pieno e cilindro cavo ad asse trasversale). capi articolari sono l’estremità distale di radio e ulna e la serie prossimale delle ossa carpali (prima fila ossa carpiche) Movimenti: più mobile (movimenti ampi), estensione e flessione. Nel cavallo consente ancora una libertà di movimento pari a 90°. Articolazioni mediocarpiche o intercarpiche= è una diartrosi, in particolare un’artroidia (tra superfici piane). Capi articolari: tra la fila prossimale e distale delle ossa carpiche (faccette particolari). Movimenti: Le artroidie consentono solo movimenti di scivolamento (leggero scorrimento sulle superfici piane). Articolazioni interossee = avviene tra le singole ossa carpiche, si trassa sempre di una diartrosi, in particolare di un’artroidia. Capi articolari: Faccette articolari delle singole ossa carpiche. Movimenti: lievi movimenti di scorrimento e lateralità. Articolazione carpometacarpica = avviene tra la fila distale delle ossa carpiche e del metacarpo, si tratta sempre di un’artroidia. Tutte queste articolazioni appena elencate, sono rafforzate e unite attraverso dei mezzi di unione di fondamentale importanza per equini e ruminanti, poiché devono reggere e scaricare il peso dell’animale. Il cavallo, avendo 1 dito, distribuisce il peso adattandosi al terreno con piccoli spostamenti delle tante ossicine del carpo. Tra i mezzi di unione abbiamo: - Legamenti comuni o lunghi (dall’avambraccio fino al metacarpo) = sono provvisti di una capsula articolare ispessita (ts connetivo) dorsalmente al carpo, rafforzata: cranialmente e volarmente dal legamento dorsale del carpo o retinacolo dorsale (canale osteofibroso che consente il passaggio dei tendini) volarmente dal legamento volare o retinacolo flessorio (evita l’iperestensione, l’arto tende naturalmente a iperestendere quindi il lato estensorio è sempre meno sviluppato), il quale è dotato di briglie (equino: briglie carpica e sesamoidea) -> le briglie sono dei legamenti di arresto per i muscoli flessori delle dita, legano il legamento volare al tendine flessore delle falangi. Tra i legamenti lunghi è compreso anche il legamento collaterale laterale o ulnare (si diparte dal processo stiloideo al metacarpale laterale) E il legamento collaterale radiale o mediale (parte dal processo stiloideo del radio per andare sul metacarpale mediale - Legamenti brevi (collegano due ossa di una stessa serie o ossa di serie adiacenti): volarmente al carpo c’è un ispessimento della Capsula articolare, dalla quale si originano due briglie di arresto, ovvero legamenti di tessuto connettivo che si fissano volarmente al corpo. La Briglia carpica Tiene vicino al carpo il tendine del muscolo flessore profondo delle falangi, la briglia sesamoidea È uno dei due capi di inserzione del legamento sospensore del nodello, che è l’articolazione metacarpo-falangea. C’è il legamento dell’osso accessorio posto volarmente che va dal carpo accessorio fino alla faccia mediale dell’articolazione. Si forma un canale, una sorta di ponte, in cui passeranno tutti i tendini, rivestiti da guaina sinoviale che vanno alla parte distale dell’arto. Il canale ha quindi funzione contenitiva per i tendini che passano - Dorsalmente passano i tendini dei muscoli estensori - Volarmente i tendini dei muscoli flessori della mano Delle fasce di tessuto connettivo tengono insieme i tendini appiccicandoli alle ossa. Si dividono in legamenti intermedi e trasversi, sono molto numerosi ed i più rilevanti sono i legamenti trasversi del carpo che partono dal pisiforme e vanno al trapezio-capitato -> tutti i legamenti corti contribuiscono a formare il retinacolo flessorio (il retinacolo è una struttura fibrosa con azione contenitiva) per il passaggio di tendini dei muscoli flessori delle falangi. Vi sono inoltre numerose cavità e fondi ciechi sinoviali compresi fra tutte le ossa che si articolano tra di loro. ARTICOLAZIONE DEL CARPO CARNIVORI Articolazione radio (ulno) carpica o antibrachiocarpale = questa articolazione è una diartrosi ed in particolare una condilartrosi che avviene tra l’estremità dorsale di radio e ulna con la serie prossimale delle ossa carpali (due condili). Articolazioni mediocarpiche o intercarpiche = si tratta anche questa di una condilartrosi (superfici ellissoidali piene e vuote, cioè condilo e cavità condiloidea) che avviene tra la fila prossimale e distale delle ossa carpiche (faccette articolari). Movimenti di estensione e flessione, abduzione e adduzione. Articolazioni interossea = avviene tra le singole ossa carpiche, si trassa sempre di una diartrosi, in particolare di un’artroidia. Movimenti solo di scivolamento. Articolazione carpo-metacarpica = avviene tra la fila distale delle ossa carpiche e del metacarpo, si tratta sempre di un’artroidia. Rispetto ad equini e bovini, i mezzi di fissità e quindi i legamenti dei carnivori sono poco sviluppati e permettono una maggiore motilità. Tra i mezzi di unione abbiamo: - Legamenti comuni o lunghi = sono provvisti di una capsula articolare, il legamento collaterale laterale o ulnare e il legamento collaterale radiale o mediale anche se poco sviluppati, che si portano dall’avambraccio fino al metacarpo. Nei carnivori mancano i legamenti collaterali lunghi che si estendono oltre le tre linee articolari, in quanto in queste specie superano soltanto la prima linea articolare. - Legamenti brevi = si dividono in legamenti intermedi e trasversi, sono molto numerosi ed i più rilevanti sono i legamenti trasversi del carpo che partono dal pisiforme e vanno al trapezio-capitato. Sul versante estensore del carpo (faccia dorsale), lo strato fibroso della capsula articolare viene rafforzato dal retinacolo estensorio (struttura fibrosa con azione contenitiva), che accoglie al suo interno i tendini estensori delle falangi. Sul versante flessore del capo (faccia palmare) invece si sviluppa un retinacolo flessorio, che copre con un’ampia superficie il canale carpale e accoglie i tendini flessori, nervi e vasi. Il retinacolo flessorio si porta obliquamente dall’estremità libera del carpale accessorio (pisiforme) al versante mediale del carpo e si continua distalmente con la fascia del metacarpo. Vi sono inoltre numerose cavità e fondi ciechi sinoviali compresi fra tutte le ossa che si articolano tra di loro. Movimenti: Lievi movimenti di scorrimento e lateralità. Nei carnivori l'angolo nei movimenti di estensione-flessione arriva a 195°, mentre l'angolo nei movimenti di abduzione- adduzione non supera i 30°. Cane: ha legamenti – sviluppati perché ha movimenti + ampi Gatto: non ha legamenti → movimenti di > ampiezza DITA In una mano completa le falangi formano cinque raggi, mentre nelle varie specie animali hanno subito un vario grado di regressione: - Carnivori = sono presenti tutte le dita (I, II, III, IV, V dita). - Maiale = solo quattro dita (II, III, IV, V dita). - Ruminanti = sono presenti solo due dita e 6 falangi (III e IV dita), più due unghielli (II e IV). Il bovino presenta 2 canali diafisari. - Equini = è presente solo il III dito. Le ossa delle dita della mano possono essere distinte in: - Falange prossimale (o I falange): è formata da un'estremità prossimale (base), da un corpo e da un'estremità distale (testa); su entrambi i lati sono presenti faccette articolari e, lateralmente, tuberosità legamentose. - Falange intermedia (II falange): somiglia alla falange prossimale. - Falange distale (o III falange): si possono distinguere una faccia articolare (o prossimale), una faccia parietale (o dorsale) e una faccia soleare (palmare o volare). Le falangi sono diverse in base alle specie. Equino Come abbiamo già detto l’equino presenta un solo dito (il III dito) ben sviluppato. La prima falange o osso pastorale è caratterizzata da una forma cilindrica appiattita in senso dorso- volare. Si articola con il (primo) metacarpo attraverso l’articolazione del nodello, la quale comprende in posizione prossimale due grandi ossa sesamoidi prossimali (nel cavallo e nel bovino si trovano solo sulla faccia palmare). Vedremo che le ossa sesamoidi sono collegate con legamenti e completano la cavità glenoidea dell’articolazione del nodello. Il tendine terminale del muscolo interosseo (o legamento sospensore del nodello) si inserisce nella superficie abassiale di ogni grande sesamoide, mentre le facce palmari di queste ossa formano una puleggia di scorrimento per i tendini flessori del dito. La seconda falange (intermedia) o coronale presenta nella parte caudale una tuberosità che viene detta sesamoide fisso (parte + spessa, osso breve. Le ossa sesamoidi sono ossa che si sviluppano in prossimità di un tendine o di un muscolo). Il processo coronale (processo estensorio) è piuttosto ampio e la tuberosità flessoria collocata sul versante volare risulta robusta. Comunica con la falange distale attraverso un’articolazione che presenta infrapposto tra la falange intermedia e quella distale l’osso sesamoide distale -> questo sesamoide viene anche detto piccolo sesamoide o osso navicolare poiché a forma di navicella, la sua faccia dorsale amplia la faccia articolare della III falange. La III falange si articola con l’osso navicolare→ lateralmente si inseriscono 2 cartilagini alari. La terza falange (distale) o osso triangolare o osso del piede nel caso del cavallo prende il nome di osso dello zoccolo e comunica con l’intermedia grazie al sesamoide navicolare e nel caso del cavallo è la più sviluppata. Presenta: - una faccia parietale (molto rugosa, presenta fori vascolari) o dorsale o pre plantare - una faccia soleare (presenta una cresta semilunare che la divide in un piano craniale ed una faccia flessoria volare per l’inserzione del tendine flessorio profondo) o volare, distalmente. - Una faccia articolare. - Il margine soleare presenta un’incisura mediana e rappresenta il confine tra la faccia parietale e soleare mentre il - margine coronale rappresenta il confine tra la faccia parietale ed articolare. Medialmente al margine coronale sporge il processo estensorio, dove si inserirà il tendine del muscolo estensore delle falangi. In posizione volare sono presenti due processi palmari alari, uno mediale ed uno laterale, su cui è presente uno spesso strato di cartilagine che prende il nome di cartilagini alari o scutiformi o ungueali. La cartilagine ungueale è pari e corrisponde ad una lamina fibrocartilaginea in cui è possibile distinguere due margini lunghi, uno prossimale e l'altro distale, e due margini più corti, uno dorsale e l'altro volare. La metà distale si insinua nello zoccolo, mentre quella prossimale sporge oltre il suo margine coronale e si porta fino al livello del centro della falange intermedia. (Nella terza falange il cavallo scarica il suo peso sull’unghia. FUNZIONE DELLA CARTILAGINE ALARI→ permettono movimento elaterio insieme ai muscoli → pompa del sangue per il ritorno e favoriscono la circolazione linfatica. Le pareti sono piene di fori che servono per il passaggio di vene e arterie digitali che vascolarizzeranno la terza falange. Lateralmente ai fori per il passaggio dei vasi c’è un solco dorsale poiché li passeranno le arterie digitali. Sulla suola sono presenti anche solchi palmari o soleari all’interno dei quali passeranno i vasi. Ruminanti e suino La situazione per ruminanti (III e IV dito) e suino (III e IV dito completi, II e V ridotti (come ruminanti)) è equivalente a quella dei cavalli, con la sola eccezione che le dita principali sono due e non una. - I falange→ quattro grandi sesamoidi (e non due come nel cavallo) - II falange - III falange → facce interna, esterna e soleare (solo nell’articolazione delle grosse dita, ovvero 2-3) → piccolo sesamoide per falange (due totali) Immagine sopra a destra. Nel caso dei ruminanti l’ultima falange prende il nome di osso dell’unghione. Carnivori e coniglio I carnivori, come già visto, possiedono tutte e cinque le dita (I, II, III, IV, V dito (peso grava sul dito)), le quali tutte sono formate dalle falangi prossimali, intermedie e distali. Sono presenti i grandi sesamoidi prossimali ed i sesamoidi dorsali in tutte le dita tranne che nella falange del dito I, possono non ossificare (cartilaginei, gatto). Mancano i piccoli sesamoidi distali (o rimangono nuclei ossei o cartilaginei). Le ossa sesamoidi possono anche non ossificare, e, nel caso del gatto, rimanere cartilaginei. Le falangi III dei cani sono dette ossa ungueali o processo dell’unguicola, mentre nel caso dei gatti prende il nome di ossa dell’artiglio. Le falangi distali (ossa ungueali) sono paragonabili a uncini compressi lateralmente, che si assottigliano progressivamente in direzione distale e su cui si inserisce l'unghia. Nell'osso ungueale si distinguono una faccia parietale, con una porzione dorsale e due porzioni laterali, e una faccia soleare. Sul versante volare si sviluppa un tubercolo flessorio, lateralmente e dorsalmente una cresta ungueale e distalmente un solco ungueale. In corrispondenza del tubercolo flessorio si trova su entrambi i lati un foro soleare, rispettivamente assiale e abassiale. La terza falange nel cane è fatta per non articolarsi e per non far gravare il peso nell’unghia ma sul dito (nel gatto ho addirittura un legamento che permette la retrattilità dell’unghia). La base scheletrica per l’unghia nei carnivori è il processo dell’unguipola. ARTICOLAZIONI DELLE FALANGI In corrispondenza di ogni dito sono presenti tre articolazioni. Di conseguenza, il numero complessivo di tali articolazioni si basa sul numero delle dita presenti in ciascuna mano. Si distinguono le seguenti articolazioni: - articolazioni metacarpofalangee (o del nodello); - articolazioni interfalangee prossimali (o pastorocoronali); - articolazioni interfalangee distali (o coronotriangolari). ARTICOLAZIONE DEL NODELLO o ARTICOLAZIONE METACARPO-FALANGEA EQUINO L’articolazione del nodello è un’articolazione composta, che può essere classificata come un ginglimo angolare (diartrosi, cilindro pieno e cavo ad asse trasversale). I capi articolari: la troclea (estremità dorsale) del metacarpale III, la faccetta articolare prossimale della prima falange e le superfici articolari dei due sesamoidi prossimali, che si trovano in posizione distale rispetto al nodello. I mezzi di unione sono diversi: - Capsula articolare = presenta dorsalmente e volarmente due diverticoli che prendono il nome di recesso dorsale e recesso volare/palmare. I recessi sono detti anche fondi ciechi. Il recesso dorsale è collocato sotto il tendine estensore comune e si estende per due dita in direzione prossimale; il recesso volare si porta invece fino a 4-5 cm in direzione prossimale, tra il metacarpo e il legamento sospensore del nodello. Immagine: in rosso c'è la membrana sinoviale molto sviluppata tanto dorsalmente quanto volarmante. La resina iniettata ha riempito la struttura della membrana, che in caso di infiammazione è riempita dal liquido sinoviale. Nel cavallo, la capsula articolare avvolge l'articolazione, ma non include i sesamoidi. - Legamenti sesamoidei o di adesione (i legamenti che partono o terminano sulle ossa sesamoidi) = si suddividono in tre tipi diversi. Prossimali -> rappresenta il vero e proprio legamento sospensore del nodello (color arancio nella figura). Il legamento viene anche detto muscolo interosseo perché all'origine e negli animali con più dita (suino e cane) è un muscolo. Lo era anche nel cavallo quando aveva quattro dita, ma l'evoluzione ha fatto sì che il muscolo diventasse da una struttura muscolare a una struttura fibrosa. È possibile trovare qualche fibra muscolare scheletrica nel tessuto del puledro, che diventa poi tessuto connettivo denso fibroso. Si origina nell'arto anteriore dall'ultima fila delle ossa del carpo e dalla porzione prossimale del metacarpo. Scorre nella doccia tra i due metacarpei occupandola completamente, si divide in 4 branche/briglie: ▪ 2 si fissano alla porzione prossimale delle ossa sesamoidi; ▪ 2 si spostano lateralmente, poi dorsalmente si inseriscono sul tendine del muscolo estensore delle falangi che termina sull'eminenza piramidale della 3 falange (sul margine coronate).. Intermedi/medi -> sono i legamenti sesamoidei collaterali mediali (radiale) e laterali (ulnare) che vanno dalle ossa sesamoidi al metacarpo o alla prima falange. Il legamento intersesamoideo (palmare), fibrocartilagineo, che collega i due sesamoidi, si estende ad ampia superficie in direzione prossimale e forma una doccia di scorrimento (puleggia di scorrimento prossimale o scudo prossimale) per i tendini flessori (nel cavallo si hanno due docce nel bovino solo uno).. Distali -> vanno dalla base delle ossa sesamoidi alla 1° e 2° falange; posti su 3 piani. Dal piano più superficiale al più profondo: Sono il legamento sesamoideo retto o superficiale dalla base delle ossa sesamoidi si porta volarmente all’osso sesamoideo e giunge alla seconda falange. I legamenti sesamoidei medi o obliqui partono dalle 2 ossa sesamoidi e giungono alla seconda falange nel punto in cui si trova il retto, legamenti sesamoidei profondi o crociati che vanno dalla base del sesamoide all’apice prossimale della falange I in modo incrociato. Sono poco sviluppati e hanno > resistenza, mentre i legamenti più superficiali sono i più lunghi. Si descrivono inoltre legamenti sesamoidei brevi, che si portano al margine della falange prossimale. La funzione dell'articolazione del nodello viene completata da un apparato sospensore, che agisce come una struttura legamentosa di ancoraggio e serve per la stabilizzazione passiva dell'articolazione. L'apparato sospensore del nodello comprende le seguenti strutture: - in sede prossimale la porzione tendinea intermedia del muscolo interosseo medio (legamento sospensore del nodello); - al centro il legamento palmare, che collega i due sesamoidi prossimali; - in sede distale i legamenti sesamoidei retti e obliqui ed i rami distali del muscolo interosseo medio con il comune tendine estensore (briglie estensorie). - Legamenti metacarpo-falangei (collaterali), che aderiscono intimamente alla parete mediale e a quella laterale della capsula articolare, si originano dalla fossa legamentosa del metacarpale III e si inseriscono sulla tuberosità legamentosa della falange prossimale. Movimenti: specializzata nel movimento di flessione ed estensione del dito e lievi movimenti di lateralità. PRIMA ARTICOLAZIONE INTERFALANGEA o ARTICOLAZIONE PASTORO-CORONALE, EQUINO Nel caso dell’equino la prima articolazione interfalangea si tratta di una diartrosi, in particolare di un ginglimo angolare (cilindro pieno e un cilindro cavo ad asse trasversale) Capi articolari: che si articola tra l’estremità distale della falange I e l’estremità prossimale della falange II, in particolare nel suo bordo glenoideo o sesamoide fisso. Mezzi d’unione: - Capsula articolare = prevede un recesso dorsale ed un recesso volare, ed è rafforzata dal passaggio del legamento volare. - Legamenti collaterali Movimenti di estensione e flessione. SECONDA ARTICOLAZIONE INTERFALANGEA o ARTICOLAZIONE CORONOTRIANGOLARE, EQUINO Nel caso dell’equino la prima articolazione interfalangea si tratta di una diartrosi, in particolare di un ginglimo angolare (cilindro pieno e un cilindro cavo ad asse trasversale). Capi articolari: che si articola tra l’estremità distale della falange II e l’estremità prossimale della falange III, che viene ampliata dall’osso navicolare. Questa articolazione permette movimenti di flessione ed estensione, leggeri movimenti rotatori e di lateralità. I mezzi di unione sono: - Capsula articolare = recesso dorsale e volare. - Legamenti sesamoidei - Legamenti sesamoidei collaterali = legamento sospensore del navicolare. - Legamento sesamoideo distale = legamento interosseo. (da margine distale sesamoide alla faccia articolare della falange II). - Legamenti propri - Legamenti collaterali, radiali e ulnari. - Legamenti delle cartilagini alari. ARTICOLAZIONE DEL NODELLO o ARTICOLAZIONE METACARPO-FALANGEA, RUMINANTI L’articolazione del nodello è un ginglimo angolare (cilindro pieno e cavo ad asse trasversale). I capi articolari: le superfici articolari distali dei metacarpali III e IV sono indipendenti e si articolano per mezzo della troclea con la faccia articolare delle due falangi prossimali e con i due sesamoidi di ciascun dito sul versante volare. I mezzi di unione sono diversi: - Capsula articolare = presenta dorsalmente e volarmente due diverticoli che prendono il nome di recesso dorsale e recesso volare. I recessi dorsali vengono coperti dai tendini terminali laterale e mediale del muscolo estensore comune delle dita e dal tendine del muscolo estensore laterale delle dita. I recessi palmari sono collocati sotto il muscolo interosseo e i tendini terminali dei muscoli flessori superficiale e profondo. In corrispondenza dell’apparato legamentoso del nodello si distinguono i seguenti legamenti: - Legamenti sesamoidei o di adesione = si suddividono in tre tipi diversi Prossimali -> rappresenta il vero e proprio legamento sospensore del nodello che nel caso dei ruinanti ha un capo di origine unico (che si tratta del carpo e dell’osso cannone) per poi dividersi in quattro porzioni che si fissano sulle ossa sesamoidi e dorsalmente con i tendini degli estensori laterali e mediali delle dita. Nei ruminanti si aggiungono i legamenti intersesamoidei interdigitali prossimali, che collega la falange prossimale con i sesamoidi collocati in sede assiale; Intermedi -> il legamento palmare, rispettivamente mediale e laterale, che collega le coppie di sesamoidi del terzo e del quarto dito. Il legamento intersesamoideo interdigitale, che collega i due sesamoidi assiali; i legamenti sesamoidei collaterali, che ancorano il sesamoide abassiale del terzo e del quarto dito prevalentemente alla prima falange. Distali -> legamenti sesamoidei profondi o crociati che vanno dalla base dei due sesamoidi al margine laterale della rispettiva falange prossimale in modo crociato (nei ruminanti ci sono solo i crociati). Il legamento sesamoidofalangeo interdigitale, che si porta dalla base di un sesamoide prossimale assiale alla falange prossimale dell'altro dito; Il legamento sesamoideo obliquo, che ancora distalmente i sesamoidi abassiali alla falange prossimale. - Legamenti collaterali assiali e abassiali, situati a livello di ogni articolazione. Movimenti: specializzata nel movimento di flessione ed estensione. ARTICOLAZIONI INTERFALANGEE PROSSIMALI E DISTALI o PRIMA E SECONDA ARTICOLAZIONI INTERFALANGEE, RUMINANTI Nel caso dell’equino la prima articolazione interfalangea si tratta di una diartrosi, in particolare di un ginglimo angolare (cilindro pieno e un cilindro cavo ad asse trasversale). Capi articolari: l’estremità distale delle falangi I e l’estremità prossimale delle falangi II, in particolare nei loro bordi glenoidei o sesamoidi fissi. Mezzi d’unione: - Capsula articolare = prevede un recesso dorsale ed un recesso volare, ed è rafforzata dal passaggio del legamento volare. - Legamenti collaterali laterali - Legamenti palmari assiali e abassiali - Legamento interdigitale distale volare = assente negli ovicaprini. Movimenti di estensione e flessione. ARTICOLAZIONE DEL NODELLO o ARTICOLAZIONE METACARPOFALANGEA, CARNIVORI L’articolazione del nodello è un ginglimo angolare (cilindro pieno e cavo ad asse trasversale). I capi articolari nell’articolazione del nodello sono la troclea dell’estremità distale del metacarpo e le estremità prossimali delle falangi I, a cui si interpongono le 2 ossa sesamoidi sul versante volare per ciascuna falange. I mezzi di unione sono diversi: - Capsula articolare = ampia e robusta presenta dorsalmente e volarmente due diverticoli che prendono il nome di recesso dorsale (rafforzato da ts cartilagineo incorporato nella sua parete) e recesso volare. In prossimità del recesso volare si trovano i muscoli interossei, ed i due sesamoidi accolti nella sua parete capsulare. - Legamenti sesamoidei o di adesione = si suddividono in tre tipi diversi. Prossimali -> nel caso dei carnivori (cane, gatto, coniglio e suino) il legamento prossimale non è fibroso è un vero e proprio muscolo interosseo.. Intermedi -> sono i legamenti sesamoidei collaterali mediali e laterali che collegano i sesamoidi alla falange prossimale ed al metacarpo ed il legamento intersesamoideo palamre che decorrono come legamenti trasversi tesi tra i due sesamoidi (per ognuna delle 4 dita). Distali -> legamenti sesamoidei brevi e crociati che vanno dalla base del sesamoide all’apice prossimale della falange I in modo crociato (nei ruminanti ci sono solo i crociati). - Legamenti collaterali mediale e laterale = tra il metacarpo e la falange prossimale Movimenti di flessione ed estensione. Anche movimenti di adduzione e abduzione. ARTICOLAZIONE INTERFALANGEA PROSSIMALE o PRIMA ARTICOLAZIONE INTERFALANGEA, CARNIVORI La prima articolazione interfalangea è una diartrosi, in particolare di un ginglimo angolare (cilindro pieno e un cilindro cavo ad asse trasversale). Capi articolari: l’estremità distali della falange I e l’estremità prossimali della falange II. Mezzi d’unione: - Capsula articolare = prevede un recesso dorsale ed un recesso volare, ed è rafforzata dal passaggio del legamento volare. - Legamenti collaterali Movimenti di estensione e flessione. ARTICOLAZIONE INTERFALANGEA DISTALE o SECONDA ARTICOLAZIONE INTERFALANGEA, CARNIVORI È una diartrosi, in particolare una pedartrosi o articolazione a sella (superfici convesse in una direzione e concave nella direzione perpendicolare). I mezzi di unione sono: - Legamenti collaterali - Legamento dorsale = nel gatto è molto elastico e deve tenere sollevato l’artiglio. Movimenti di estensione e flessione. Differenze di specie: RUMINANTI: 4 sesamoidi Leg. Intersesamoideo unico Nei leg. Sesamoidei distali mancano i retti Il legamento sesamoideo prossimale è doppio (si divide per ogni dito, quindi raddoppiano i muscoli estensori, ho sempre un estensore comune e un estensore proprio) Ossa sesamoide carnivori: Volari e palmari sia anteriori che posteriori del Vesaglio nell’arto posteriore sesamoide d’inserzione del muscolo popliteo nell’arto posteriore Nel cane i sesamoidei dorsali sono ossificati o cartilaginei DITA CARNIVORI: Artigli o unguicoli → base scheletrica in cui la falange si inserisce come un guscio Unghie cane → sempre estroflesse Unghie gatto→ sempre accolte in una tasca ungueale → estraibili, schiacciate lateralmente (anziani manca il legamento elastico che tiene all’interno l’unghia o in situazioni patologiche) SUINO La terza falange appare come un triangolo diviso in 2 Osso cannone si articola con 2 falangi CAVALLO La III falange è un osso cribrato → ricco di fori → consente il passaggio dei vasi e della vascolarizzazione Parete con margine prossimale o coronale → presenta un processo estensorio → si inserisce il tendine del muscolo delle falangi Margine soleare → passaggio tra faccia soleare o parietare Processi basilari dove si inseriscono le cartilagini alari Canale per il percorso di arterie e vene digitali per innervare la superficie della parete IL CAVALLO HA 1 ESTENSORE PROPRIO DELLE DITA E NON HA ESTENSORE COMUNE DELLE 2 DITA PERCHE’ HA 1 DITO BOVINO Ogni dito ha: Estensore proprio delle dita (del dito laterale e del dito mediale) Estensore comune delle 2 dita) IL BOVINO HA 4 DIFFERENZE CON CAVALLO: Legamento sospensore del nodello= sospende i 2 nodelli (articolazione doppia), il legamento è diviso in 2. Unico fascio fibroso Il legamento intersesamoideo è comune alle 4 ossa sesamoidi Nei sesamoidi distali esistono i legamenti profondi e crociati Tra 2° e 3° falange si formano i legamenti crociati che tengono unite le 2 dita PICCOLI RUMINANTI (CAPRE E PECORE) Camminano su rocce → non hanno il leg. tra 2 dita per adattarsi a terreni non piani Le 2 branche laterali si uniscono all’ estensore delle dita? DIFFERENZE: a) Fibra muscolare= muscolatura scheletrica b) Fibrocellula muscolare= muscolatura liscia o cardiaca