Roland Barthes: Il Mito PDF

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Summary

This document is a study on Roland Barthes's concept of 'myth' and explores his theories on semiotics, especially as they relate to the study of social and cultural phenomena. It provides an overview of his ideas about the relationship between language, images, and meaning, and his reflections on fashion as a system of signs.

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Serena Gennaro - Roland Barthes: il mito.” Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.19...

Serena Gennaro - Roland Barthes: il mito.” Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 1 di 9 Serena Gennaro - Roland Barthes: il mito.” Indice 1 IL RIBALTAMENTO DI SAUSSURE....................................................................................................................... 3 2 LA TEORIA DELLA CONNOTAZIONE.................................................................................................................... 5 3 LA MODA........................................................................................................................................................... 7 BIBLIOGRAFIA............................................................................................................................................................. 9 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 2 di 9 Serena Gennaro - Roland Barthes: il mito.” 1 Il ribaltamento di Saussure In Elementi di semiologia (1964) Barthes parla della relazione tra semiotica e linguistica e pone due temi, centrali per portare avanti il dibattito: il “ribaltamento di Saussure” e la teoria della connotazione. Il “ribaltamento di Saussure” implica il considerare la semiologia come una parte della linguistica, e non il contrario, come suggerito da Saussure. Barthes sostiene la centralità della lingua naturale rispetto agli altri sistemi di significazione e rivendica la centralità del linguaggio nel significare gli altri sistemi. Le significazioni dei messaggi visivi sarebbero dunque dipendenti dai messaggi linguistici che ne aiutano la comprensione e l’orientamento e ne permettono l’interpretazione. Un oggetto – una foto, un vestito, un quadro - significa perché il messaggio linguistico che lo accompagna ne articola il significante e il significato. Secondo Barthes a questo proposito: «oggetti, immagini, comportamenti possono, in effetti, significare, e significano ampiamente, ma mai in modo autonomo: ogni sistema semiologico ha a che fare con il linguaggio» (Elementi di semiologia, p.14). L’autore sostiene la necessità di una «operazione di smontaggio e rimontaggio dei sistemi sociali e semiologici alla ricerca delle loro strategie di senso» (Elementi di semiologia, p.22). Come suggerito da Barthes, infatti: Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 3 di 9 Serena Gennaro - Roland Barthes: il mito.” Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 4 di 9 Serena Gennaro - Roland Barthes: il mito.” 2 La teoria della connotazione Per la teoria della connotazione, come suggerito da Traini (2013, p. 166) «Se la significazione si basa sulla relazione tra un piano dell’espressione e un piano del contenuto (E R C), Barthes ricorda che tale relazione può diventare la base di un secondo sistema che gli sarà coestensivo. In questo caso, il primo sistema diventa il piano dell’espressione di un secondo sistema: il primo sistema costituisce la denotazione, il secondo sistema la connotazione». Lo stesso Barthes in Elementi di semiologia (p. 81). ci ricorda come: «La società sviluppa continuamente, a partire dal sistema primario, che il linguaggio umano le fornisce, dei sistemi secondi di senso, e questa elaborazione, talora palese, talora dissimulata, razionalizzata, molto vicina a una autentica antropologia storica. Essendo anch’essa un sistema, la connotazione comprende dei significanti, dei significati e il processo che unisce gli uni agli altri (significazione) […]. I significanti di connotazione, che chiameremo connotatori, sono costituiti da segni (significanti e significati riuniti) del sistema denotato; naturalmente, vari segni denotati possono riunirsi per formare un unico connotatore – se esso è dotato di un solo significato di connotazione. In altri termini, le unità del sistema connotato non hanno necessariamente la medesima dimensione che quelle del sistema denotato; ampi frammenti di discorso denotato possono costituire una sola unità del sistema connotato (è il caso, per esempio, del tono di un testo, fatto di varie parole, e che nondimeno rinvia a un unico significato) […]. Dal canto suo il significato di connotazione ha un carattere ad un tempo generale, globale e diffuso: è, se si vuole, un frammento di ideologia […]. Questi significati comunicano strettamente con la cultura, il sapere, la storia, ed è attraverso di essi, se così si può dire, che il mondo penetra il sistema. L’ideologia sarebbe insomma la forma (nel senso hjelmsleviano) dei significati di connotazione, mentre la retorica sarebbe la forma dei connotatori». Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 5 di 9 Serena Gennaro - Roland Barthes: il mito.” Al fine di spiegare meglio il meccanismo del mito Barthes riporta l’esempio dell’immagine della pasta Panzani: «l’italianità non è l’Italia, è l’essenza condensata di tutto ciò che può essere italiano, dagli spaghetti alla pittura» (Barthes, Elementi di semiologia, p. 38). La connotazione avviene attraverso semi aggiuntivi, come in questo caso l’italianità, espressa dall’immagine della pasta Panzani. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 6 di 9 Serena Gennaro - Roland Barthes: il mito.” 3 La moda Per introdurre i suoi studi sulla moda Barthes ricorda come «riguardo al vestito sembra estremamente utile distinguere […] una realtà che proponiamo di chiamare ‘costume’, corrispondente alla langue di Saussure, e una seconda realtà, che proponiamo di chiamare ‘abbigliamento’, corrispondente alla parole di Saussure. La prima è una realtà istituzionale, essenzialmente sociale, indipendente dall’individuo, una sorta di riserva sistematica, normativa, all’interno della quale il singolo organizza la propria tenuta; la seconda è una realtà individuale, vero e proprio atto del ‘vestirsi’, attraverso il quale l’individuo attualizza su di sé l’istituzione generale del costume. Costume e abbigliamento formano un insieme generico, al quale proponiamo di riservare ormai il nome di ‘vestito’ (corrispondente al ‘linguaggio’ di Saussure)» (Barthes, Scritti. Società, testo, comunicazione, p. 66). L’autore continua, delineando il concetto di “vestito di moda”: «La difficoltà maggiore, nella decifrazione analitica dell’indumento ‘corrente’, è proprio di natura sintattica: il significato viene dato sempre mediante i significanti ‘in atto’; la significazione è un tutto indissolubile che tende a svanire nel momento stesso in cui la si divide. Esiste però un indumento artificiale nel quale i significati sono a priori separati dai significanti: è il vestito di moda, quello che viene proposto sotto forma grafica o descrittiva nei giornali e nei periodici. In questo caso il significato è dato esplicitamente, anteriormente persino al significante; viene nominato (un abito d’autunno, un tailleur delle cinque pomeridiane, ecc.); è come se ci trovassimo a leggere un testo molto complesso, costituito da norme sottili, ma del quale si avrebbe al contempo la fortuna di possedere la chiave: la moda scritta o grafica conduce felicemente il semiologo a uno stato lessicale dei segni vestimentari. […] essendo la moda scritta un sistema semiologico di secondo grado, diviene non solo legittimo ma anche necessario separare il significato dal significante, e dotare il significato del peso stesso di un oggetto. In altri termini, […] la moda stampata funziona, semiologicamente parlando, come una vera e propria mitologia del vestito; dato che al suo Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 7 di 9 Serena Gennaro - Roland Barthes: il mito.” interno il significato vestimentario viene oggettivato, solidificato, la moda è mitica» (Barthes, 1998: 82-83). Il costume-langue appartiene dunque alla dimensione sociale, e riguarda le norme che esistono all’interno di una comunità rispetto ai codici di abbigliamento. Nei fenomeni di costume sono ricompresi i colori ritualizzati, la distribuzione di elementi accessori (bottoni, tasche ecc.), gli abbinamenti imposti o codificati in una determinata cultura. L’abbigliamento-parole riguarda la dimensione individuale, le scelte che il singolo compie e attraverso le quali concretizza le norme generali. Nei fenomeni di abbigliamento possiamo ricomprendere l’abbinamento individuale di capi e di colori o il grado di usura degli indumenti. Un fenomeno di abbigliamento può trasformarsi in fenomeno di costume e viceversa. Il vestito è, in tutto e per tutto «un ‘modello sociale’, una immagine più o meno standardizzata dei comportamenti collettivi prevedibili, ed è essenzialmente a questo livello che diviene significante» (Scritti. Società, testo, comunicazione, p.72). La moda è, secondo Barthes, un fenomeno legato al tempo e si rivela dunque importante la dimensione diacronica: i cambiamenti della moda sono fenomeni regolari e ciclici, e vanno studiati dal punto di vista del ritmo e della cadenza del tempo. Il sistema della moda è un processo in continuo divenire che, secondo Barthes, «coglie degli oggetti insignificanti e, senza modificarne la materia, li investe di senso, dà loro la vita di un segno» (Il sistema della moda, p. 67). Oggetto di studio diventa allora la rivista di moda, perché non solo mostra le immagini dei prodotti dell’industria della moda, ma racconta la moda, attraverso articoli e didascalie. Le significazioni del linguaggio scritto – che rendono significanti i vestiti come oggetti – diventano forme retoriche attraverso le quali le riviste veicolano significati ideologici: visioni del mondo, pratiche di consumo, scelte di vita e caratteri psicologici dei consumatori. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 8 di 9 Serena Gennaro - Roland Barthes: il mito.” Bibliografia R. Barthes, Miti d’oggi, Einaudi, Torino 1994 R. Barthes, Scritti. Società, testo, comunicazione, a cura di G. Marrone, Biblioteca Einaudi, Milano, 1998 R. Barthes, Il senso della moda. Forme e significati dell'abbigliamento, a cura di G. Marrone, Einaudi, Milano, 2006 S. Traini, Le basi della semiotica, Bompiani, Milano, 2013 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 9 di 9

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