Tumori Cutanei - Carcinoma a Cellule Basali

Il primo linfonodo che riceve il drenaggio linfatico da una regione specifica del corpo. Esso viene utilizzato per la diagnosi precoce di metastasi in pazienti con tumori cutanei.

Procedura chirurgica che prevede l'asportazione del linfonodo sentinella per l'analisi al microscopio.

La dimensione di una lesione tumorale, misurata dalla profondità dalla superficie della pelle allo strato più profondo del tumore.

Divisione cellulare anomala e rapida. Un segno di crescita tumore aggressivo.

Presenza di cellule tumorali nei linfonodi.

Presenza di cellule tumorali in organi diversi da quello originario.

Procedura chirurgica per l'asportazione di un tumore cutaneo che prevede margini di sicurezza di almeno 2 mm.

Il tempo massimo entro cui la linfoadenectomia selettiva deve essere eseguita dopo l'intervento iniziale di asportazione tumorale.

Un tumore generalmente benigno che può evolvere in un carcinoma spino cellulare, anche se la metastasi non è comune.

Un tumore cutaneo maligno che può insorgere anche in altre zone del corpo dove sono presenti melanociti.

La rimozione chirurgica della lesione originale è il primo passo nel trattamento del melanoma.

La chirurgia è il trattamento di scelta per il melanoma che non ha superato barriere regionali.

Il melanoma non risponde ad altre terapie come la chemioterapia o la radioterapia.

Qualsiasi lesione sospetta di melanoma deve essere rimossa chirurgicamente.

L'esame istologico conferma la diagnosi di melanoma e guida il trattamento successivo.

La terapia adiuvante, come l'allargamento e la linfoadenectomia, può essere utilizzata per curare il melanoma in stadio avanzato.

Il linfonodo sentinella è il primo linfonodo in cui le cellule cancerose potrebbero diffondersi da un tumore. La mappatura del linfonodo sentinella è una procedura che prevede l'identificazione di questo linfonodo mediante un tracciante radioattivo o un colorante.

La somministrazione di traccianti radioattivi o coloranti vitali (come il blu patente) nella sede della cicatrice aiuta a identificare il linfonodo sentinella.

Il linfonodo sentinella viene asportato per l'esame istologico, ovvero per verificare la presenza di cellule tumorali.

Se il linfonodo sentinella è negativo, il paziente segue un programma di controlli (follow up) per monitorare l'evoluzione del tumore.

Se il linfonodo sentinella è positivo significa che il tumore si è diffuso a questo linfonodo. In questo caso si procede con una linfadenectomia terapeutica totale.

La linfadenectomia terapeutica totale è un intervento chirurgico che rimuove tutti i linfonodi nella regione interessata dal tumore.

Le stazioni linfoghiandolari più colpite sono quelle dell'ascella, dell'inguine, laterocervicali e sovraclaveari.

Una sonda dotata di un rilevatore manuale di raggi gamma aiuta a individuare il linfonodo sentinella durante l'intervento chirurgico.

Il carcinoma a cellule basali è un tumore cutaneo molto comune. Sebbene raramente formi metastasi a distanza, è importante non sottovalutarlo poiché può causare metastasi di continuità, con conseguenze gravi.

Il carcinoma a cellule basali colpisce principalmente le aree esposte al sole, come il viso e le mani. Non si presenta mai sulle mucose, sulle piante dei piedi o sui palmi delle mani.

Il carcinoma a cellule basali presenta diverse forme cliniche, come la nodulare (più frequente), la superficiale e la pseudocicatriziale. Quest'ultima risulta particolarmente difficile da riconoscere.

Una caratteristica peculiare delle lesioni nodulari del carcinoma a cellule basali è la presenza di una rete teleangectasica superficiale, cioè una rete di piccoli vasi sanguigni visibili.

La terapia di scelta per il carcinoma a cellule basali è l'intervento chirurgico. La Mohs-chirurgia permette di rimuovere il tumore con un'elevata precisione, preservando il tessuto sano.

La Mohs-chirurgia prevede una serie di tagli tangenziali, che vengono analizzati al microscopio per determinare la presenza o meno di cellule tumorali. Il processo continua fino a quando non si ottiene un risultato negativo.

Le forme cicatriziali del carcinoma a cellule basali, come quella sclerodermiforme, tendono a ripresentarsi più facilmente, anche dopo un esame istologico negativo. Questi pazienti richiedono un follow-up attento e frequente.

Le forme aggressive del carcinoma a cellule basali, come quella erosiva, richiedono un trattamento tempestivo ed efficace per evitare la diffusione del tumore.

Il carcinoma spinocellulare è un tumore cutaneo maligno che rappresenta il 20% dei carcinomi cutanei non melanocitari. Si origina dallo strato spinoso dell'epidermide, può metastasizzare sia per via ematica che linfatica. Le donne sono colpite più frequentemente degli uomini (rapporto di 2:3). Può colpire anche le mucose e, in particolare, è uno dei tumori più frequenti del cavo orale. In genere è associato ad una prognosi meno favorevole, spesso in pazienti con abitudini di vita non salutari come il fumo, l'abuso di alcol, e cattiva igiene.

Il carcinoma spinocellulare può originare de novo o da lesioni precancerose (obbligatorie o facoltative) come: cheratosi attinica, cheilite attinica, cheratosi da radiazioni, e la leucoplachia nel cavo orale.

Il trattamento principale per il carcinoma spinocellulare è chirurgico, non sono previsti trattamenti chemioterapici. La radioterapia può essere utilizzata come trattamento adiuvante.

Cheratoacantoma è un tumore cutaneo, spesso benigno, che può evolversi in un carcinoma spinocellulare. In realtà è un carcinoma spinocellulare in situ, con un comportamento meno aggressivo. Si presenta come un nodulo ulcerato, con aspetto crateriforme e centro sieroso e purulento. L'insorgenza è rapida e può risolversi spontaneamente in alcuni casi.

Nel caso di un paziente anziano o difficile da gestire, un approccio osservazionale può essere una scelta in caso di cheratoacantoma.

La diagnosi differenziale tra carcinoma spinocellulare e cheratoacantoma è importante per decidere il trattamento corretto.

La chirurgia di asportazione della lesione primitiva deve essere radicale e completa, con la conferma da parte della diagnosi istologica che i margini siano liberi da cellule tumorali.

La profonda rimozione della lesione fino al tessuto sottocutaneo è fondamentale per evitare che il melanoma rimanga nel corpo.

Il margine macroscopico minimo, ideale per l'asportazione di una lesione sospetta, dovrebbe essere inferiore a 2 mm per consentire successivamente l'esame del linfonodo sentinella.

La biopsia intra-lesionale è una seconda scelta per l'asportazione di una lesione sospetta quando la sede ne limita la rimozione totale. E' indicata per lesioni ampie o in zone specifiche.

Dopo l'ottenimento della diagnosi istologica di melanoma, la radicalizzazione dell'asportazione deve avvenire al più presto, entro 30 giorni.

Se la lesione è stata asportata in toto, l'allargamento dell'escissione dipende dallo spessore del melanoma. Si va da 0,5 cm per il melanoma in situ a più di 2 cm per lesioni spesse più di 2 mm.

L'analisi istologica del margine di asportazione dopo l'allargamento è fondamentale per confermare la completa rimozione del melanoma.

Un esame istologico confermato dal patologo è fondamentale per la diagnosi del melanoma. Questo esame analizza le cellule del tumore e permette di classificare il tipo di melanoma e lo stadio della malattia.

L'ampliamento del linfonodo sentinella deve essere eseguito entro 30 giorni dall'intervento chirurgico primario, altrimenti non è più utile per la diagnosi di metastasi.

Per garantire la validità del linfonodo sentinella, l'intervento chirurgico primario deve essere conservativo, con un margine di resezione non superiore a 2 mm. Questo aiuta a preservare il drenaggio linfatico e l'integrità dei linfonodi circostanti.

La presenza di metastasi locoregionali, a distanza o linfonodali, un'errata chirurgia primaria (superiore ai 2 mm), o l'utilizzo di lembi di rotazione per la riparazione dell'allargamento sono tutte cause di esclusione per l'analisi del linfonodo sentinella.

Lo spessore di Breslow superiore a 0,75 mm, la presenza di fenomeni ulcerativi e regressivi e più di 2 mitosi per campo microscopico sono criteri di inclusione per l'analisi del linfonodo sentinella.

La conferma istologica del melanoma è un requisito fondamentale per la valutazione del linfonodo sentinella.

Un metodo di analisi microscopica che esamina se un tumore ha raggiunto il linfonodo sentinella.

Il linfonodo sentinella è il primo linfonodo che riceve il drenaggio linfatico da un tumore. Viene esaminato al microscopio per verificare la presenza di metastasi.

Quando la dissezione dei linfonodi non è necessaria, ad esempio quando le metastasi linfonodali sono evidenti.

La dissezione dei linfonodi viene eseguita per rimuovere i linfonodi interessati dal tumore.

Il margine di resezione è la distanza tra il bordo del tumore e il bordo del tessuto asportato.

La biopsia escissionale consiste nell'asportare completamente la lesione sospetta, incluso il tessuto circostante. Viene fatta per confermare la diagnosi.

La biopsia intralesionale è fatta solo su lesioni molto ampie e viene effettuata per verificare la presenza di cellule tumorali.

L'allargamento è un intervento chirurgico che comprende la rimozione della lesione e del tessuto circostante con un margine di sicurezza.