Teoria del Linguaggio di Chomsky

Noam Chomsky sostiene che la sintassi permette di generare un numero infinito di frasi a partire da un numero finito di parole e regole grammaticali.

Secondo Chomsky, le lingue presentano differenze superficiali ma, in realtà, condividono principi grammaticali universali.

Ogni lingua ha un numero limitato di suoni base (fonemi), che vengono combinati per formare parole.

Il significato di una parola è completamente arbitrario e non è legato alla forma della parola stessa.

La capacità umana di creare infinite frasi nuove, utilizzando un numero finito di parole e regole.

I bambini sono predisposti ad imparare qualsiasi lingua fin dalla nascita, e poi si specializzano nella loro lingua madre.

Il processo attraverso cui i bambini imparano a distinguere i suoni della loro lingua madre.

La velocità e la facilità con cui i bambini acquisiscono la padronanza del linguaggio, nonostante la sua complessità.

I bambini imparano le regole grammaticali in modo inconscio, senza bisogno di correzioni esplicite.

Un meccanismo innato che permette ai bambini di imparare le regole grammaticali di una lingua.

Teoria di Chomsky che spiega come le regole grammaticali universali si esprimono nelle diverse lingue.

Regole che permettono di trasformare una frase in un'altra con lo stesso significato ma struttura sintattica diversa.

La struttura di base di una frase, che rappresenta il suo significato profondo.

La forma superficiale di una frase, come appare scritta o pronunciata.

Le frasi passive richiedono più tempo per essere comprese rispetto alle frasi attive, questo dipende dalla complessità della trasformazione.

Esperimento di Slobin che dimostra come la frase con struttura superficiale passiva ma significato reversibile (il gatto potrebbe inseguire il cane) è più veloce da comprendere rispetto alla frase irreversibile (i fiori non possono innaffiare la ragazza).

L'elaborazione che identifica i suoni o le lettere di una frase.

L'elaborazione che assegna un ruolo grammaticale a ciascun elemento della frase

L'elaborazione cherecupera il significato di ogni parola della frase dalla memoria a lungo termine.

Il modello di elaborazione di un frase secondo cui la sintassi e la semantica interagiscono in modo reciproco.

Il modello di elaborazione di una frase secondo cui la sintassi e la semantica sono processi indipendenti.

La strategia dell'attaccamento minimale suggerisce che l'elaboratore sintattico crea la struttura più semplice possibile, riducendo il carico di memoria di lavoro.

La strategia della chiusura differita suggerisce che l'elaboratore sintattico aggiunge le nuove parole alla struttura in elaborazione, anche se ci sono più interpretazioni possibili.

L'ambiguità sintattica si verifica quando una frase può essere interpretata in modi diversi a causa della sua struttura grammaticale.

Gli studi di Cuetos & Mitchell (1988) hanno dimostrato che diverse lingue, come l'inglese e lo spagnolo, possono interpretare le ambiguità sintattiche in modo diverso, suggerendo che la struttura linguistica influenza l'elaborazione.

La prosodia è l'insieme dei ritmi, delle intonazioni e delle pause che caratterizzano il parlato e possono fornire informazioni sul significato di una frase.

Gli indici prosodici, come il ritmo e l'intonazione, possono guidare l'interpretazione dell'ascoltatore, ma non risolvono tutte le ambiguità.

L'enfasi posta su determinate parole in una frase può modificare il significato espresso, anche se la struttura grammaticale rimane la stessa.

Il linguaggio visivo, come le immagini, ha caratteristiche specifiche che lo distinguono dal linguaggio verbale. Entrambi i codici hanno un proprio potere semantico e sono efficaci in situazioni diverse.

Il collegamento automatico tra un'immagine e il suo significato, anche se la scritta non è presente, dimostra il potere evocativo del codice visivo.

Il linguaggio visivo è universale, cioè può essere compreso da persone che parlano lingue diverse, grazie alla sua relazione di somiglianza strutturale/percettiva con l'oggetto rappresentato.

Il linguaggio visivo può essere ambiguo perché un'immagine può essere interpretata in modi diversi a seconda del contesto.

Il linguaggio visivo presenta alcuni limiti, perché non cattura tutte le caratteristiche degli oggetti che rappresenta. Una foto, ad esempio, mostra solo gli aspetti visibili da un determinato punto di vista.

Il processo di percezione, che permette di riconoscere gli oggetti nel nostro ambiente, è un processo complesso influenzato da vari fattori, come l'esperienza passata, la motivazione e le caratteristiche dello stimolo.

L'esperienza passata, la motivazione e l'apprendimento influenzano il modo in cui percepiamo gli oggetti.

Le qualità intrinseche dell'oggetto, come la forma, il colore e la texture, influenzano il processo di percezione.

La percezione degli oggetti è un processo dinamico, influenzato da diversi fattori che interagiscono tra loro.

La distanza interpersonale è grande e ogni riduzione spaziale è percepita come invasione.

La distanza interpersonale è ridotta e la distanza è comunicata come freddezza e ostilità.

Studio della distanza fisica tra le persone.

Spazio degli affetti, fino a 50 cm.

Spazio confidenziale, da 50 a 120 cm.

Permette libertà di movimento, da 120 a 240 cm.

Comunicazione in pubblico, oltre 240 cm.

Insieme di immagini, disegni, grafici, illustrazioni e segnali.

Piccole immagini che rappresentano emozioni e stati d'animo nella comunicazione scritta.

Segnali non verbali che possono essere manifestazione di stati psicologici (es: gioia=sorridere) o causa di stati psicologici (es: sorridere=gioia).

I segnali non verbali possono essere non solo conseguenza ma anche causa dei corrispondenti stati psicologici.

Elementi che forniscono informazioni e influenzano l'elaborazione di un messaggio.

I segnali non verbali possono influenzare il modo in cui elaboriamo le informazioni.

Funzione della comunicazione non verbale che regola l'interazione interpersonale.

I segnali non verbali possono segnalare l'atteggiamento di una persona nei confronti di un oggetto o persona.

La capacità di isolare diverse configurazioni nel campo visivo, permettendoci di distinguere la figura dallo sfondo.

Il fenomeno in cui la nostra percezione cambia in modo sistematico, alternando figura e sfondo, come nell'immagine di un'anfora che diventa due profili.

Questo principio afferma che tendiamo a percepire come unità gli elementi vicini tra loro.

Il principio di somiglianza afferma che tendiamo a raggruppare gli elementi simili tra loro, come per esempio oggetti dello stesso colore o forma.

Il principio della buona continuazione (o destino comune) afferma che tendiamo a percepire come un'unica configurazione gli elementi che seguono una traiettoria continua e coerente.

Il principio di chiusura afferma che tendiamo a completare le figure incomplete, percependo un'unica forma anche se ci sono elementi mancanti.

Questo principio afferma che tendiamo a percepire come unità gli elementi che ci sono familiari, basandoci sulla nostra esperienza passata.

Il principio di pregnanza afferma che tendiamo a percepire la forma più semplice e stabile, quella che richiede meno sforzo percettivo.

Fenomeno in cui percepiamo forme familiari in oggetti casuali, come immagini in una nuvola o un volto su una superficie irregolare.

L'organizzazione delle nostre conoscenze, ovvero come la nostra mente memorizza e struttura le informazioni apprese nel corso della vita.

Memoria a lungo termine

La memoria a lungo termine si suddivide in memoria dichiarativa e memoria procedurale.

La memoria dichiarativa è la memoria consapevole che riguarda fatti, significati di parole e episodi vissuti.

La memoria procedurale riguarda la conoscenza implicita, come le capacità di eseguire azioni o procedure.

La memoria semantica è l'insieme di rappresentazioni mentali a lungo termine che riguardano le conoscenze generali del mondo, come parole, concetti e simboli.

La memoria semantica è amodale, ovvero il suo codice di rappresentazione non è legato al tipo di stimolo o alla modalità di presentazione.

I concetti nella memoria semantica sono rappresentati come nodi in una rete, dove le connessioni tra i nodi rappresentano le relazioni tra i concetti.

La comunicazione non verbale arricchisce il linguaggio verbale, lo rende più chiaro, a volte lo sostituisce e aiuta a trasmettere emozioni e intenzioni. È presente in tutte le specie, ma nell'uomo ha un ruolo fondamentale per avviare le relazioni e regolare le interazioni.

Sono quattro: il sistema vocale, il sistema cinesico, il sistema prossemico e il sistema tattile. Ognuno utilizza un canale sensoriale diverso per comunicare informazioni non verbali.

Comprende il tono della voce, l'intensità e il tempo. Riguarda anche il silenzio, che può essere psicolinguistico, interattivo o socio-culturale.

Il silenzio che interrompe il flusso verbale, ad esempio durante un'esitazione.

Il silenzio che regola il turno di parola durante una conversazione.

Il silenzio che dipende dalle norme culturali, come la durata e il significato.

Comprende l'espressione facciale, la postura e i gesti. Include sia segnali codificati e intenzionali, come i gesti indicativi, sia segnali spontanei, come le espressioni facciali.

Esprime emozioni e personalità. Alcune emozioni sono universali, ma il contesto influenza la loro interpretazione.

Secondo Ekman, le emozioni di base sono sei: paura, sorpresa, rabbia, disgusto, tristezza e gioia. Sono riconoscibili attraverso movimenti facciali specifici.

È un gesto potente per chiedere e ottenere il consenso, favorisce la comunicazione di intenzioni positive e facilita la condivisione di informazioni.

Sono sei: gesticolazione, pantomima, emblemi, gesti deittici, gesti motori e linguaggio dei segni. Ogni tipo di gesto ha una funzione specifica.

Riguarda la gestione dello spazio interpersonale. La distanza tra le persone in una conversazione è un segnale non verbale.

Dipende dalla cultura e dal contesto. I gesti sono un esempio di come le culture influenzano i segnali non verbali.

La comunicazione non verbale è un canale importante per veicolare emozioni, intenzioni e atteggiamenti. Completa e arricchisce la comunicazione verbale, regolando le interazioni e creando un clima positivo.

La comunicazione non verbale può servire per esprimere se stessi, come quando si usano comportamenti per esprimere disagio, oppure per piacere agli altri, come quando si cerca di assomigliare a un gruppo particolare.

Le tecniche di comunicazione facilitata aiutano le persone autistiche a comunicare usando il computer con l'aiuto di un facilitatore che tocca il braccio o la spalla.

È la sincronizzazione dei segnali non verbali tra terapeuta e paziente, che crea una connessione e facilita la relazione.

I segnali non verbali possono indicare a quale gruppo sociale si appartiene, come nell'abbigliamento o nei movimenti.

I segnali non verbali regolano le interazioni all'interno di un gruppo, ad esempio, le persone con status più alto possono avere più libertà di movimento.

Le persone dei gruppi di minoranza possono usare il sorriso per evitare discriminazione.

I segnali non verbali di massa usano simboli per trasmettere informazioni in modo rapido e sintetico.

I segnali non verbali di massa possono trasmettere valori e stereotipi, ad esempio, le immagini di donne magre possono promuovere un ideale di bellezza.

Il face-ism mostra come le persone con status elevato sono rappresentate con primi piani, mentre le persone con status inferiore sono rappresentate a figura intera.

La spatial agency bias mostra una preferenza per le azioni che si svolgono da sinistra a destra, come la scrittura, ad esempio, le donne vengono più spesso rappresentate a destra.

L'orientamento del comportamento di consumo utilizza stimoli sensoriali, come colori, profumi e musica, per promuovere prodotti.

La persuasione mira a cambiare le opinioni, le credenze, gli atteggiamenti o i valori delle persone.

La fonte credibile è competente e affidabile.

L'approccio atomistico della persuasione analizza in modo sistematico i fattori che influenzano l'efficacia della comunicazione persuasiva.

Studi di Hovland e Weiss hanno dimostrato che la credibilità della fonte influenza la valutazione dei messaggi e il cambiamento di opinione.

Il spazio semantico è un modello che rappresenta le relazioni tra i concetti. Nella memoria semantica i concetti sono rappresentati come nodi interconnessi, dove la vicinanza tra i nodi riflette la similarità di significato. Più i concetti sono simili, più sono vicini nello spazio semantico.

La diffusione dell'attivazione è un meccanismo che spiega come l'attivazione di un concetto si propaga ad altri concetti correlati nel nostro network mentale. Quando attiviamo un concetto, l'energia mentale si diffonde ai concetti vicini per affinità semantica. Più i concetti sono vicini, più è probabile che l'attivazione si diffonda.

L'effetto priming è un fenomeno che dimostra che l'esposizione ad uno stimolo (come una parola) influisce sul modo in cui elaboriamo gli stimoli successivi. Se veniamo esposti alla parola 'rosso', saremo più veloci a riconoscere la parola 'fuoco' rispetto ad altre parole non correlate.

Il sistema amodale è un sistema di rappresentazione mentale che unifica le informazioni provenienti da diverse modalità sensoriali (vista, udito, tatto, etc.) in un codice comune astratto. Questo sistema consente al cervello di integrare informazioni da differenti fonti sensoriali per creare una rappresentazione unitaria del mondo.

Il lessico ortografico è un componente della memoria semantica che contiene le informazioni su come si scrivono le parole. Consente di riconoscere e analizzare le parole scritte, come ad esempio la scrittura di una lettera.

Il lessico fonologico è un componente della memoria semantica che contiene le informazioni su come si pronunciano le parole. Consente di riconoscere e analizzare le parole udite, come ad esempio la pronuncia di una parola.

Il sistema di descrizione strutturale è un componente della memoria semantica dedicato all'elaborazione delle immagini. Questo sistema codifica le forme, i colori e le relazioni spaziali degli oggetti, permettendoci di riconoscerli e di visualizzareli in modo mentale.

L'accesso lessicale è il processo di recupero di una voce lessicale dalla memoria. Questo processo non è un semplice recupero della voce, ma include l'attivazione di altre parole correlate e il riconoscimento di possibili forme fonologiche.

Secondo la teoria della percezione di Marr, il riconoscimento di oggetti è un processo graduale in cui si costruiscono rappresentazioni sempre più dettagliate degli oggetti. Il modello prevede tre stadi: abbozzo primario, abbozzo 2D e mezza, e modello 3D.

L'abbozzo primario è la prima fase della teoria di Marr, in cui si forma una rappresentazione bidimensionale dell'oggetto sulla retina. Questo abbozzo contiene informazioni base sulla forma e sui contorni dell'oggetto.

L'abbozzo 2D e mezza è la seconda fase della teoria di Marr, in cui vengono integrate informazioni relative alla profondità. In questa fase, il sistema crea una rappresentazione dell'oggetto che non dipende dal punto di vista dell'osservatore.

Il modello tridimensionale è la fase finale della teoria di Marr, in cui si crea una rappresentazione completa dell'oggetto in 3D. Questo modello contiene informazioni sulla struttura, le dimensioni e il orientamento spaziale dell'oggetto.

Il buffer fonemico è un sistema di memoria a breve termine che mantiene temporaneamente le informazioni fonologiche durante la lettura ad alta voce. Questo buffer è essenziale per la pronuncia fluida delle parole.

Il buffer grafemico è un sistema di memoria a breve termine che mantiene temporaneamente le informazioni ortografiche durante la scrittura. Questo buffer è essenziale per la scrittura corretta delle parole.

La via non lessicale è un metodo di lettura che consente di leggere parole nuove o pseudoparole costruendo il codice fonologico lettera per lettera. Questo processo si basa sulla corrispondenza tra le lettere e i suoni.

La via lessicale è un metodo di lettura che consente di leggere parole conosciute attivando la corrispondente entrata lessicale. Questo processo si basa sul recupero delle informazioni fonologiche associate alla parola.

Le parole irregolari sono parole che presentano una pronuncia non prevedibile basandosi sulle regole ortografiche. Queste parole richiedono la via lessicale per essere lette correttamente.

La credibilità di una fonte influisce sulla persuasività del messaggio, ma questo effetto può svanire nel tempo. La gente ricorda il messaggio, ma dimentica chi lo ha detto.

Le fonti credibili sono più persuasive nel breve termine, ma nel lungo termine il loro effetto svanisce.

Le persone ricordano il messaggio, ma non la fonte, quindi la credibilità perde importanza nel tempo.

La fiducia è importante quanto l'expertise. Le persone sono meno inclini a credere a fonti che hanno un interesse personale nell'argomento.

Le persone si aspettano posizioni coerenti con l'interesse personale della fonte. Se le aspettative sono disattese, la fonte appare meno persuasiva.

Le fonti che sostengono posizioni contrarie ai propri interessi guadagnano credibilità e sono più persuasive.

L'aspetto fisico della fonte influenza la persuasività del messaggio. Le persone più attraenti sono più persuasive.

Lo stile comportamentale della fonte può aumentare la sua efficacia. Un breve contatto fisico può influenzare positivamente la percezione.

La persuasione ritardata si verifica quando la fonte del messaggio è dimenticata. Le persone ricordano il messaggio, ma non la sua origine non credibile.

Un messaggio efficace deve favorire l'apprendimento e la memorizzazione dei suoi contenuti.

I messaggi bilaterali presentano sia i pro che i contro di un'argomentazione, mentre i messaggi unilaterali presentano solo i vantaggi.

I messaggi che evocano paura possono cambiare i comportamenti, ma non sempre gli atteggiamenti.

I messaggi vividi sono più efficaci perché catturano l'attenzione e sono più facilmente memorizzati.

I movimenti e gli stimoli salienti catturano l'attenzione e favoriscono la memorizzazione.

Gli stimoli in movimento catturano la nostra attenzione perché, come esseri umani, dobbiamo controllare ciò che si muove intorno a noi, soprattutto per motivi di sicurezza.

I cartelloni pubblicitari con prismi girevoli sono un esempio di come il movimento può aumentare l'attenzione sul messaggio.

Il richiamo alle fattezze infantili, allo sguardo e ai segnali sessuali sono altri stimoli che attirano la nostra attenzione.

La predisposizione ad essere influenzati è un tratto di personalità che rende più facile persuadere alcune persone.

Le persone con alta autostima sono generalmente più resistenti ai tentativi di persuasione.

Le donne, in genere, tendono a cambiare opinione dopo essere state esposte a messaggi persuasivi, forse perché sono socializzate per essere più collaborative.

Il modello della probabilità di elaborazione (Petty e Cacioppo, 1981) descrive due modalità di elaborazione dei messaggi persuasivi: il percorso centrale e il percorso periferico.

Il percorso centrale implica un'elaborazione attenta e approfondita delle argomentazioni e delle informazioni.

Il percorso periferico si basa su aspetti emotivi o sul modo in cui le informazioni sono presentate, non sul contenuto.

La persuasione tramite percorso centrale dipende dalla motivazione del ricevente e dalla sua abilità cognitiva.

La persuasione tramite percorso periferico si verifica quando il ricevente non è motivato o non è in grado di elaborare il messaggio.

La qualità dell'argomentazione è fondamentale nel percorso centrale, mentre nel percorso periferico sono importanti gli indici esterni al messaggio, come l'attrattiva del parlante.

Il modello euristico-sistematico (Eagly e Chaiken, 1980; 1984) prevede due processi paralleli: il processo sistematico e il processo euristico.

Il processo sistematico implica un'elaborazione approfondita dei contenuti, mentre il processo euristico si basa sull'applicazione di regole di decisione semplificate.

La strategia del 'colpo basso' consiste nel cambiare le condizioni di un accordo dopo che è stato raggiunto, presentando condizioni peggiori.

L'incapacità del parlante di produrre gli effetti desiderati con il suo messaggio, oppure l'incapacità del ricevente di comprenderlo. Può derivare da barriere linguistiche, differenze culturali, mancanza di competenze comunicative o problemi tecnici come interferenze o rumori.

Uno scambio comunicativo che fallisce per mancanza di chiarezza nel trasmettere informazioni, idee o sentimenti, o per la difficoltà nel comprendere ciò che qualcun altro sta dicendo.

La fonte è responsabile di trasformare il pensiero in un messaggio attraverso l'uso di un codice o linguaggio.

Per evitare fallimenti, la fonte deve rispettare le massime conversazionali che riguardano la quantità, la qualità, la relazione e il modo in cui si comunica.

La fonte deve adattare il linguaggio in base al destinatario, considerando la prosodia, la sintassi, la semantica e la comunicazione non verbale.

Il destinatario è responsabile di interpretare attivamente il messaggio.

Il destinatario deve possedere competenze sintattiche, semantiche e pragmatiche, oltre a motivazione e risorse cognitive per comprendere il messaggio.

Il canale attraverso il quale il messaggio viene trasmesso. I canali verbali sono adatti per trasmettere grandi quantità di informazioni complesse, mentre quelli visivo-gestuali sono più immediati e incisivi.

Il messaggio non deve essere contraddittorio, né composto da argomentazioni incoerenti. Inoltre, il linguaggio verbale e non verbale devono essere coerenti.

Il contesto influenza sia l'emittente che il ricevente. L'emittente deve modulare il messaggio in base al contesto, e il ricevente deve interpretarlo correttamente.

L'informazione di ritorno che l'emittente riceve dal destinatario riguardo alla sua comunicazione. Il feedback è cruciale per un processo comunicativo efficace.

Il contesto esplicito include il linguaggio verbale e il linguaggio non verbale. Il contesto implicito comprende le informazioni non verbalizzate ma che influenzano la comunicazione, come le informazioni sui comunicatori, sui ruoli, sulla relazione e sullo scopo della comunicazione.

Il contesto può essere formato dal contesto linguistico (segni verbali) ed extra-linguistico (linguaggio non verbale).

Lasciare molte informazioni implicite è utile solo quando sono davvero condivise dai comunicatori.

Le ambiguità del linguaggio possono essere interpretate in modo diverso a seconda del contesto. Bisogna considerare gli aspetti semantici, sintattici e pragmatici.

È una strategia di negoziazione dove si tende a evitare il conflitto e a non esprimere le proprie esigenze. I negoziatori si comportano in modo conciliante ma inefficace nel raggiungere i propri obiettivi.

È una strategia aggressiva in cui le parti cercano di imporre la propria volontà e non cedono alle richieste dell'altro. Il risultato finale è spesso una soluzione che soddisfa solo una delle due parti, o peggio, un'escalation del conflitto.

È una strategia collaborativa in cui le parti cercano di trovare una soluzione che soddisfi entrambi. Le parti si concentrano sui loro interessi comuni e cercano soluzioni creative e innovative.

È una strategia passiva in cui le parti non si impegnano nella negoziazione. Possono procrastinare le riunioni, rendersi irreperibili o negare l'esistenza del conflitto.

È un tipo di interazione conflittuale in cui una parte cerca di affrontare il conflitto e l'altra risponde con l'evitamento. Questa dinamica può creare tensioni e complicare la risoluzione del problema.

È una strategia di negoziazione centrata sulle esigenze di entrambe le parti. L'obiettivo è trovare una soluzione che soddisfi entrambi gli interessi.

È una strategia di negoziazione pragmatica in cui le parti cercano di ottenere il massimo vantaggio possibile, a scapito dell'altro.

È un tipo di comunicazione non verbale che riguarda la gestione dello spazio interpersonale. La distanza tra le persone in una conversazione è un segnale non verbale che dipende dalla cultura e dal contesto.

La capacità della persona di ricevere, decodificare e interpretare il feedback da parte del ricevente. Un utilizzo poco attento del feedback può portare a fraintendimenti, imputabili sia all'emittente che al ricevente.

Ogni messaggio ha due livelli: il contenuto (l'informazione trasmessa) e la relazione (il tipo di legame tra emittente e ricevente).

Un conflitto che nasce da differenze di opinione su questioni razionali e pratiche, come la scelta di un linguaggio di programmazione, senza coinvolgimento emotivo.

L'interpretazione del messaggio dipende dal punto di vista di chi riceve. Le diverse attribuzioni al comportamento reciproco possono creare conflitti, come nel caso della moglie che brontola perché il marito si chiude in sé stesso e viceversa.

Quando il messaggio trasmesso non è uguale a quello ricevuto, si verifica la discomunicazione, che può portare a incomprensioni e fraintendimenti.

La convinzione che gli interessi delle parti in gioco siano completamente in conflitto, e che il guadagno di uno significhi necessariamente la perdita dell'altro.

La consapevolezza che gli interessi delle parti non sono totalmente incompatibili, e che una concessione può portare benefici reciproci.

Un approccio alla negoziazione in cui la risorsa è vista come limitata e viene divisa in modo equo, senza considerare le necessità specifiche delle parti.

Distorsioni involontarie nel processo di comunicazione mediatica, dovute alla selezione e alla diffusione delle informazioni, nonché all'interpretazione del ricevente.

Un conflitto nasce quando c'è una divergenza di interessi su risorse scarse (es. budget, tempo, attenzione).

Un approccio alla negoziazione in cui entrambe le parti cercano di soddisfare le loro esigenze specifiche, esplorando soluzioni creative e condividendo valore.

Conflitti caratterizzati da emozioni intense e reazioni istintive, spesso basate su pregiudizi o sentimenti personali.

Esistono due tipi di conflitti: emotivo e cognitivo. Il primo può essere degenerativo, mentre il secondo può trasformarsi in un'opportunità di crescita, se gestito correttamente.

Il metodo più efficace per gestire i conflitti, basato sul dialogo e la ricerca di soluzioni reciprocamente vantaggiose.

Il tipo di conflitto in cui il conflitto riguarda le emozioni e i sentimenti personali, danneggiando le relazioni e generando rancore.

Modello che spiega le strategie negoziali basandosi su due motivazioni: massimizzare i propri benefici e aiutare la controparte a massimizzare i suoi.

Il tipo di conflitto che riguarda differenze di opinioni, idee e interpretazioni, con il potenziale di migliorare la comunicazione e la collaborazione.

La comunicazione non verbale è costituita da segnali che non sono parole, ma che trasmettono significato.

Una strategia negoziale che si concentra sul massimizzare i propri benefici, senza considerare quelli della controparte.

Una strategia negoziale che prioritize il benessere della controparte, cercando di trovare soluzioni che la aiutino a ottenere i suoi obiettivi, anche a scapito dei propri.

La comunicazione non verbale può svolgere diverse funzioni: regolare l'interazione, segnalare gli atteggiamenti e fornire informazioni sul contesto.

Un sistema di comunicazione che si basa su elementi non verbali, come gesti, espressioni facciali, tono della voce e postura. Arricchisce la comunicazione verbale, spesso la integra o addirittura la sostituisce

Il sistema di comunicazione non verbale che riguarda il corpo e i movimenti. Comprende espressioni facciali, gesti e postura.

Lo sguardo nella comunicazione non verbale è un gesto potente che ci permette di attirare l'attenzione, esprimere emozioni e intenzioni, e controllare il flusso della conversazione.