Storia della Filosofia Antica: Sintesi

La filosofia nasce dall'incontro tra Oriente e Occidente.

Filosofo greco che ha proposto un sapere basato sul cambiamento.

Filosofo e matematico che ha cercato di spiegare l'universo attraverso i numeri.

Scuola filosofica che poneva l'accento sulla ricerca e sulla rivelazione della verità.

Filosofo che ha studiato la natura e come essa possa influenzare la salvezza.

Maestri di retorica e persuasione dell’antica Grecia.

Teoria filosofica che spiega la realtà come composta da particelle indivisibili.

Filoso greco considerato uno dei sette saggi e il primo filosofo della storia occidentale, che credeva nell'acqua come principio di tutte le cose.

L'acqua, secondo Talete, era l'elemento fondamentale da cui tutto derivava e da cui tutto dipendeva.

Filosofo greco, successore di Talete, che formulò una teoria filosofica sull'origine dell'universo e scrisse un'opera in prosa.

Un'opera in prosa dal titolo "Sulla natura" che fu il primo testo filosofico scritto in prosa in Grecia.

Anassimandro utilizzò la prosa per trasmettere informazioni sull'universo e sull'uomo, superando il limite della poesia.

Anassimandro creò la prima carta geografica del mondo conosciuto.

Strumento inventato da Anassimandro per misurare il tempo.

Le idee filosofiche di Talete e Anassimandro erano influenzate dalle narrazioni mitiche sull'origine del mondo.

Le civiltà antiche riconoscevano l'importanza pratica di mare e fiumi per la sopravvivenza.

Il principio costitutivo dell'universo secondo Anassimandro, un'entità senza limiti dalla quale derivano tutte le cose.

L'elemento o l'entità da cui derivano tutte le cose nell'universo.

Il cambiamento di prospettiva di Anassimandro che lo porta a cercare un principio inconoscibile.

Anassimandro credeva che l'universo fosse sferico, con la Terra al centro.

Anassimandro credeva che la Terra fosse cilindrica, in equilibrio equidistante dalla periferia.

Coppie di elementi opposti, come caldo-freddo, secco-umido, che derivano dall'Apeiron.

Anassimandro credeva che ogni cosa nell'universo fosse limitata dalle altre.

Secondo Anassimandro, le cose tornano all'Apeiron attraverso un ciclo di distruzione.

Anassimandro credeva che l'uomo si fosse evoluto da creature marine.

La ricerca di Parmenide non parte dal mondo sensibile, ma dal pensiero. Il suo punto di partenza è la distinzione tra ciò che può essere pensato e detto (l'essere) e ciò che non può esserlo (il non essere).

Parmenide afferma che è impossibile pensare o dire una terza cosa oltre a 'è' o 'non è'. Questa disgiunzione è il fondamento della sua filosofia, e indica la necessità di scegliere tra l'essere e il non essere.

Secondo Parmenide, la via percorribile è quella che consiste nel dire e pensare ciò che è. Ciò che non è, invece, non può essere pensato o detto.

Parmenide sostiene che è impossibile pensare o dire ciò che non è. Questa via è impraticabile e conduce a contraddizioni.

Parmenide critica il linguaggio comune perché mescola l'essere e il non essere in modo contraddittorio. Concetti come nascita e morte, ad esempio, implicano un'unione arbitraria di essere e non essere.

Filosofo greco antico, noto per le sue critiche alla religione tradizionale e per le sue indagini sulla natura della divinità. Viaggiò molto, recitando versi e criticando il modo in cui le città onoravano gli atleti più dei poeti.

Senofane criticò la rappresentazione degli dei come esseri dotati di forma umana, simili agli uomini nell'aspetto e nella condotta. Spiegò che la figura dell'dio varia a seconda della cultura a cui appartiene.

L'idea di rappresentare gli dei con un aspetto umano, come se fossero esseri dotati di forma fisica e di emozioni come gli uomini.

Senofane introdusse l'idea di una teologia come discorso ragionato sulla divinità, abbandonando le narrazioni mitiche e le rappresentazioni antropomorfe.

Senofane immaginò come gli animali rappresenterebbero i loro dèi se fossero in grado di disegnare, suggerendo che li rappresenterebbero con aspetto animalesco.

Senofane ha dimostrato che la rappresentazione degli dei è relativa alla cultura e all'essere vivente. Le divinità sono viste secondo la prospettiva di chi le rappresenta.

Senofane fu un critico severo dei poemi omerici e esiodici, trovandoli errati nel loro modo di descrivere gli dei, i quali venivano rappresentati come se fossero esseri umani con difetti e vizi.

Senofane considerò il fatto che gli Etiopi immaginavano gli dèi come neri e camusi, mentre i Traci li vedevano come cerulei di occhi e rossi di capelli. Ciò dimostrava la diversità e la relativitа delle rappresentazioni culturali.

Senofane era un rapsodo, un poeta che recitava versi propri o altrui in pubblico. Viaggiò molto tra le città della Sicilia e dell'Italia meridionale, recitando e criticando il modo in cui le città onoravano gli atleti più dei poeti.

Anche se Senofane non si identificava con una scuola particolare, la tradizione successiva, a partire da Platone, lo considerò un precursore della scuola eleatica. Tuttavia, il suo pensiero non era legato a una scuola o a un luogo specifico, ma piuttosto a un percorso di ricerca personale e a una critica acuta delle convenzioni tradizionali.