Servizio Sociale e Tutela Minori

La commissione medico-legale dell'INPS emette sia un verbale completo con tutti i dati sensibili sia una versione ridotta con solo la valutazione finale.

L'INPS è l'unico ente responsabile per le operazioni peritali del ricorso giudiziario. Un medico INPS ha il diritto di partecipare.

Entro 180 giorni dalla richiesta di riconoscimento dell'invalidità, se la commissione medica non concede il riconoscimento, è possible ricorrere al tribunale.

Dopo aver presentato il ricorso giudiziario, non è possibile presentare una seconda domanda di accertamento o aggravamento dell'invalidità.

Entro sei mesi dall'emissione del verbale della commissione medica, è possibile contestare il giudizio presentando un ricorso.

Per presentare un ricorso contro il giudizio della commissione medica, è necessaria l'assistenza di un legale del patronato, di un'associazione di categoria o del diretto interessato.

Il requisito minimo per il riconoscimento dell'invalidità civile è una menomazione permanente e cronica, fisica o psichica, che riduca la capacità lavorativa di almeno il 33%.

I minori non ricevono una percentuale di invalidità fino alla fine del loro sviluppo corporeo. Ricevono un'indennità mensile di frequenza (circa 300 euro).

La figura del caregiver familiare si riferisce a una persona che si assume la responsabilità di prendersi cura di un familiare o amico con difficoltà. La cura è gratuita, volontaria e si svolge nel contesto del Piano Assistenziale Individualizzato (PAI) che definisce le necessità del paziente.

La legislazione regionale (non nazionale) offre un riconoscimento formale al ruolo del caregiver familiare, con l'obiettivo di sostenere questa figura fondamentale.

Un documento che identifica i bisogni del caregiver, contiene strumenti per valutare lo stress e offre un portale web dedicato.

La scheda di riconoscimento del caregiver familiare serve a identificare i livelli di stress che questa figura si trova ad affrontare.

Periodi di sollievo per i caregiver familiari, durante i quali l'assistito è affidato a una struttura, permettendo al caregiver di prendere una pausa.

L'aiuto fornito dal caregiver familiare può adattare alle necessità del paziente, dal supporto quotidiano all'assistenza specialistica.

La relazione tra caregiver e persona assistita è fondamentale, perché l'obiettivo è garantire al paziente di sentirsi parte integrante del nucleo familiare.

Le persone che assumono il ruolo di caregiver possono essere familiari, amici o persone terze, ma l'elemento chiave è la volontà di prendersi cura della persona assistita.

Il fratello disabile, a causa della sua condizione, necessita di cure costanti e ha la possibilità di divenire più aggressivo. Il fratello caregiver dovrebbe essere in grado di gestire situazioni di questo tipo.

Il minore, non avendo la capacità legale di auto rappresentarsi, dipende da un adulto che prenda decisioni al suo posto. Questo ruolo può essere svolto dai genitori, o da un tutore nominato dal giudice.

L'obiettivo principale è che il minore cresca in un ambiente familiare e sicuro, il più possibile simile al proprio contesto di origine. Lo Stato si impegna a garantire questo diritto.

La legge riconosce il diritto dei minori di crescere in una famiglia e, se questo non fosse possibile, offre alternative come altre famiglie o comunità familiari.

Il Comune è responsabile del Servizio Sociale Tutela Minori, istituito per tutelare i diritti dei minori. Gestito localmente, il Servizio può essere affidato a cooperative sociali o Unioni di Comuni.

Richiesta per il minore allontanato dalle sue origini e collocamento in un ambiente di supporto.

Scelta attenta e personalizzata in base alle esigenze del minore, considerandone l'età e le sue caratteristiche.

Coinvolgimento di più figure professionali per gestire l'allontanamento e la successiva assistenza al minore.

Supporto al minore per inserirsi in un nuovo ambiente e costruire relazioni positive.

Pianificazione degli incontri tra il minore e i genitori, in un contesto sicuro e controllato.

Valutazione della capacità genitoriale di prendersi cura del figlio, attraverso colloqui e analisi del comportamento.

Collaborazione tra i servizi sociali e altri enti per l'integrazione socioeconomica dei genitori del minore.

Aiuto e supporto ai genitori del minore per trovare un impiego.

Il diritto di avere un nome, una famiglia, una salute, una casa, un'educazione e una possibilità di scelta.

I genitori hanno il dovere di tutelare i diritti fondamentali del minore. In caso di incapacità dei genitori, altri soggetti si assumono questa responsabilità.

Il servizio sociale Tutela Minori interviene quando viene segnalato un problema di tutela del minore.

Il Servizio Sociale Tutela Minori svolge degli accertamenti per valutare la situazione segnalata.

La segnalazione al Servizio Sociale Tutela Minori può provenire da varie fonti, come le scuole, le forze dell'ordine o i cittadini.

Le segnalazioni al Servizio Sociale Tutela Minori devono essere scritte per garantire la tracciabilità e la trasparenza del processo.

Le segnalazioni anonime sono accettate, ma devono essere credibili e contenere informazioni essenziali per comprendere la situazione.

In caso di emergenza o di reato procedibile d'ufficio, la Procura presso il Tribunale per i Minorenni interviene per tutelare il minore.

Il processo di valutazione della coppia genitoriale è richiesto dal giudice nel caso di conflitti in cui un genitore impedisce al figlio di incontrare l'altro genitore.

L'assistente sociale svolge una valutazione più completa, tenendo conto di diversi aspetti della situazione familiare, e il suo intervento è gratuito per lo Stato.

Il consulente tecnico si concentra su un ambito specifico e la sua nomina comporta costi aggiuntivi a carico dello Stato, perché è un professionista privato.

La valutazione dell'assistente sociale è più completa, considerando tutti gli aspetti della situazione, mentre il consulente tecnico si concentra sul suo campo di competenza.

La valutazione dei genitori che ostacolano il rapporto con il figlio da parte dell'altro genitore è necessaria per aiutare il bambino e comprendere le motivazioni del genitore alienante.

La valutazione della coppia genitoriale coinvolge sia l'assistente sociale che lo psicologo, che insieme forniscono al giudice informazioni complete sulla situazione familiare.

Il genitore alienante è colui che, a causa di conflitti o problemi personali, impedisce al figlio di vedere l'altro genitore.

L'obiettivo della valutazione è individuare le motivazioni del genitore alienante e sviluppare strategie per porre fine a questi comportamenti dannosi per il bambino.