Psicologia Scientifica e Scoperte Storiche

La data convenzionale di nascita della psicologia scientifica, quando Wilhelm Wundt fondò il primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia.

La scuola di pensiero che sosteneva che l'attività mentale potesse essere misurata oggettivamente.

I due pionieri della psicofisica che hanno contribuito a stabilire la relazione tra fenomeni psichici e fisiologici.

La legge che dimostra la relazione tra la grandezza di uno stimolo e l'intensità della sensazione che produce.

Uno strumento che misura le capacità intellettive dei bambini per identificare eventuali difficoltà di apprendimento.

L'utilizzo di metodi oggettivi e misurabili per studiare la mente.

La branca della psicologia che si concentra sullo studio delle differenze individuali nella personalità.

Lo studio dei riflessi e delle loro relazioni con i processi mentali.

La tendenza a percepire una specifica interpretazione di un'immagine ambigua, ignorando altre possibili interpretazioni.

Il processo per cui un bordo o un contorno definisce il limite di una figura, separandola dallo sfondo. Il bordo può appartenere alla figura o allo sfondo, creando diverse interpretazioni.

Immagini o figure che possono essere percepite in due o più modi diversi, a seconda dell'interpretazione dello spettatore.

La capacità del nostro sistema visivo di percepire la profondità e la tridimensionalità del mondo. Le nostre strutture anatomiche non sono progettate direttamente per la tridimensionalità, ma la creiamo attraverso indizi e processi.

Indizi che ci permettono di percepire la profondità, come l'accomodazione del cristallino, la convergenza oculare e la disparazione retinica.

L'abilità degli occhi di convergere, cioè di dirigere entrambi i bulbi oculari verso un punto specifico, consentendo una visione binoculare e la percezione della profondità.

Le differenze impercettibili tra le immagini che giungono ai due occhi, causate dalla diversa posizione degli occhi nel viso, che ci permettono di percepire la profondità.

Il movimento degli occhi in modo saccadico (rapido e a scatti) che influenza la percezione del movimento e la creazione di illusioni ottiche.

Il cervello non percepisce gli stimoli in modo isolato, ma elabora le relazioni tra loro. Questo significa che il contesto circostante influenza la nostra percezione delle informazioni.

La nostra percezione della grandezza di un oggetto può essere influenzata dal contesto, come oggetti di dimensioni maggiori o minori intorno ad esso.

L'illusione di Jastrow è un esempio di come il cervello può essere ingannato dalla percezione. La lunghezza dei segmenti visti in isolamento appare diversa quando viene mostrato in un contesto. La nostra mente non sempre percepisce la realtà in modo oggettivo.

L'inibizione laterale è un fenomeno neuronale che descrive la capacità di un neurone eccitato di ridurre l'attività dei neuroni vicini. Questa inibizione può influenzare la nostra percezione delle informazioni.

La griglia di Hermann è un'illusione ottica che si basa sull'inibizione laterale. I punti neri sulla griglia sono percepiti in modo diverso a seconda del punto di osservazione, in particolare nelle intersezioni delle linee bianche.

I recettori sensoriali sono molto complessi e alcuni di essi (on-off) sono legati a un meccanismo di inibizione laterale. L'attivazione di uno può inibire l'attività di altri, influenzando la nostra percezione.

I bastoncelli, responsabili della visione notturna e della percezione del chiaro e dello scuro, sono coinvolti nella nostra percezione del bianco e del nero e possono essere influenzati dall'inibizione laterale.

Il cervello elabora le informazioni in modo complesso, non sempre accurato. Le illusioni ottiche e fenomeni come l'inibizione laterale dimostrano come il cervello può essere facilmente ingannato.

Il processo di apprendimento che diventa automatico e non richiede attenzione consapevole.

La limitazione della capacità del sistema cognitivo di elaborare contemporaneamente molti stimoli.

Un filtro che blocca le informazioni non rilevanti per il compito in corso, limitando ulteriormente l'elaborazione dell'informazione.

Il rischio di perdere attenzione ai dettagli quando si esegue un'attività automatica a causa della familiarità.

La teoria che sostiene che il sistema cognitivo ha una capacità limitata di elaborare informazioni, quindi solo alcune informazioni vengono elaborate e le altre vengono ignorate.

Il filtro di Broadbent che seleziona le informazioni rilevanti e blocca le informazioni non importanti.

Le informazioni non selezionate dal filtro attentivo non vengono elaborate e quindi non raggiungono la memoria.

L'elaborazione di significato delle informazioni, che avviene solo sulla base delle informazioni che hanno superato il filtro attentivo.

L'attenzione selettiva è il processo cognitivo che ci permette di concentrarci su determinati stimoli e ignorarne altri, selezionando le informazioni rilevanti per il compito in corso. Consiste nel filtrare e focalizzare le risorse mentali sui dettagli salienti, escludendo i dettagli irrilevanti e distrazioni.

L'attenzione è un processo che si svolge in serie e in parallelo, a seconda della complessità degli stimoli. L'elaborazione in serie implica l'analisi sequenziale delle informazioni, mentre l'elaborazione in parallelo permette di analizzare più stimoli contemporaneamente.

L'attenzione spaziale è un tipo di attenzione selettiva che si concentra sullo spazio fisico circostante, permettendo di focalizzare l'attenzione su determinati punti dello spazio, come se si utilizzasse un fascio di luce per illuminare solo una parte specifica della scena.

L'attenzione sostenuta è la capacità di concentrare le risorse attentive su un determinato compito per un periodo prolungato, resistendo alla stanchezza e alla distrazione. È come se avessimo un serbatoio di energia mentale che si esaurisce con il tempo.

L'attenzione spontanea è un tipo di attenzione involontaria, che si dirige verso stimoli che catturano la nostra attenzione in modo automatico, come un rumore improvviso o un movimento inaspettato, senza uno sforzo consapevole.

L'attenzione divisa è la capacità di distribuire le risorse attentive tra due o più compiti contemporaneamente, come guidare e parlare al telefono, o scrivere al computer e ascoltare musica. Questa capacità è limitata e dipende dalla difficoltà dei compiti.

L'attenzione divisa ci permette di svolgere più compiti contemporaneamente, pur dedicando parte dell'attenzione a ciascuno di essi, come quando controlliamo diversi aspetti di un'attività complessa. L'attenzione deve passare da un compito all'altro mantenendo il controllo di tutti.

Il modello del filtro attentivo tardivo proposto da Deutsch & Deutsch (1963) e Norman (1968) sostiene che tutti gli stimoli, anche quelli irrilevanti, vengono elaborati a livello semantico, prima che il filtro attenzionale intervenga.

L'elaborazione automatica e preconscia degli stimoli, anche quelli che non si notano consapevolmente, arriva fino al livello di codifica semantica. Quindi, il cervello analizza il significato degli stimoli, anche se non ne abbiamo consapevolezza.

Il sistema cognitivo, dopo aver elaborato rapidamente gli stimoli, seleziona solo quelli rilevanti per il compito in corso. In questo modo, il sistema gestisce la sovrabbondanza di informazioni.

L'effetto Stroop è un test che dimostra come il filtro attentivo tardivo funzioni. Nel test, si chiede di dire il colore di una parola scritta, ma la parola stessa è il nome di un colore diverso. Questo crea un conflitto tra la risposta automatica (leggere la parola) e quella richiesta (dire il colore).

L'effetto Navon è un'altra dimostrazione del filtro attentivo tardivo. In questo test, vengono mostrate lettere grandi formate da lettere più piccole. A volte, le lettere piccole e grandi hanno lo stesso nome (es. tutte H), altre volte hanno nomi diversi (es. H formata da S).

Secondo il modello di selezione tardiva, i processi cognitivi sono più flessibili di quanto si pensasse inizialmente. Il filtro attentivo non blocca completamente le informazioni non selezionate, ma le elabora fino al livello semantico.

La selezione tardiva suggerisce che il cervello elabora molti stimoli, anche inconsapevolmente, prima di focalizzare l'attenzione su informazioni specifiche. Questo processo di elaborazione porta alla consapevolezza di solo una parte di ciò che il cervello ha elaborato.

Il filtro attentivo opera dopo l'elaborazione semantica, selezionando le informazioni rilevanti e permettendo la consapevolezza di alcune informazioni. Il modello evidenzia l'importanza dell'analisi del significato degli stimoli.