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Questions and Answers

Quale dei seguenti meccanismi cellulari contribuisce in modo meno diretto alla formazione di edema tramite l'alterazione delle forze di Starling, senza alterare la permeabilità vascolare?

  • Riduzione della pressione oncotica plasmatica causata da sindrome nefrosica con perdita di albumina.
  • Incremento della permeabilità vascolare indotto da mediatori infiammatori che promuovono la fuoriuscita di proteine. (correct)
  • Aumento della pressione idrostatica capillare a seguito di insufficienza cardiaca congestizia.
  • Ostruzione linfatica che impedisce il corretto drenaggio del liquido interstiziale e delle proteine.

Nel contesto dell'infiammazione acuta, la formazione di rouleaux eritrocitari funge primariamente da meccanismo per mitigare la diapedesi leucocitaria in siti di danno endoteliale esteso, riducendo il rischio di stravaso eritrocitario massivo.

False (B)

Descrivi il ruolo dei macrofagi 'sentinella' e dei meccanismi di presentazione antigenica nell'avvio di una risposta infiammatoria acuta a seguito di invasione microbica, evidenziando le interazioni con le cellule endoteliali e il conseguente reclutamento di leucociti.

I macrofagi 'sentinella' riconoscono i patogeni tramite recettori, rilasciano citochine pro-infiammatorie, inducono l'espressione di molecole di adesione sulle cellule endoteliali e presentano antigeni ai linfociti T, amplificando la risposta infiammatoria e reclutando leucociti.

L'angiogenesi patologica osservata durante la fase di riparazione tissutale post-infiammatoria si distingue per la formazione di vasi sanguigni caratterizzati da elevata ______ e ridotta ______, rendendo questi nuovi vasi particolarmente suscettibili a fenomeni emorragici.

<p>permeabilità; maturità</p> Signup and view all the answers

Abbina i seguenti tipi di risposta di permeabilità vascolare aumentata con la loro durata e meccanismi caratteristici:

<p>Risposta immediata transitoria = Contrazione delle cellule endoteliali venulari indotta da istamina; breve durata (15-30 minuti). Risposta immediata sostenuta = Danno endoteliale diretto causato da ustioni o tossine; prolungata fino a diverse ore. Risposta immediata prolungata = Riorganizzazione del citoscheletro endoteliale indotta da citochine e ipossia; durata di ore o giorni.</p> Signup and view all the answers

Quale delle seguenti chemochine esercita un ruolo meno significativo nel reclutamento selettivo di neutrofili durante le prime fasi dell'infiammazione acuta?

<p>CCL2 (MCP-1), prodotta da cellule endoteliali e monociti. (C)</p> Signup and view all the answers

In quali delle seguenti condizioni patologiche il trasudato è meno probabile rispetto all'essudato?

<p>Infiammazione acuta locale causata da infezione batterica con rilascio di mediatori infiammatori. (C)</p> Signup and view all the answers

Quale dei seguenti meccanismi molecolari, con la sua complessa interazione con il microambiente tumorale, rappresenta il paradosso dei macrofagi associati al tumore (TAM) nell'ambito della progressione neoplastica?

<p>La polarizzazione dinamica dei TAM verso fenotipi M1 pro-infiammatori e M2 immunosoppressivi, modulata dalla disponibilità di arginina e dall'attività dell'enzima arginasi-1, che influenza la sintesi di ossido nitrico e poliammine. (B)</p> Signup and view all the answers

La teoria della sorveglianza immunologica postula che il sistema immunitario, operando attraverso meccanismi di riconoscimento antigienico e risposta cellulo-mediata, sia in grado di eradicare esclusivamente le cellule neoplastiche che esprimono neoantigeni derivati da mutazioni driver, escludendo quelle con alterazioni epigenetiche o metaboliche.

<p>False (B)</p> Signup and view all the answers

Descrivere il ruolo delle tetraxine, come la proteina C reattiva e la lectina, nel contesto dell'immunità innata e la loro implicazione nella modulazione della risposta infiammatoria durante la cancerogenesi, evidenziando come la loro attività possa influenzare la progressione tumorale.

<p>Le tetraxine, come la proteina C reattiva (PCR) e le lectine, agiscono come componenti chiave dell'immunità innata, opsonizzando patogeni e attivando il sistema del complemento. Nella cancerogenesi, la PCR può promuovere l'angiogenesi e l'infiammazione cronica, creando un microambiente favorevole alla crescita tumorale. Le lectine, legandosi a glicani sulla superficie delle cellule tumorali, possono modulare l'adesione cellulare, la migrazione e la metastasi. Pertanto, la loro attività può influenzare la progressione tumorale sia in senso pro-tumorale che anti-tumorale, a seconda del contesto e delle specifiche interazioni molecolari.</p> Signup and view all the answers

L'infezione cronica da parte del virus dell'epatite B (HVB) o del virus dell'epatite C (HVC) può indurre un'epatopatia cronica che evolve in ______ e successivamente in carcinoma epatico.

<p>cirrosi</p> Signup and view all the answers

Associa i seguenti meccanismi o agenti patogeni con il loro ruolo specifico nella cancerogenesi:

<p>Helicobacter pylori = Induzione di infiammazione cronica che porta al carcinoma gastrico Virus dell'epatite B (HVB) = Sviluppo di epatopatia cronica, cirrosi e carcinoma epatico TNF, IL-1, IL-6 = Mediatori pro-infiammatori nel microambiente tumorale che possono favorire la progressione neoplastica Cellule Natural Killer (NK) = Eliminazione di cellule tumorali tramite riconoscimento di antigeni e induzione di citotossicità</p> Signup and view all the answers

Quale delle seguenti affermazioni descrive più accuratamente la distinzione fondamentale tra citochine e ormoni nell'ambito della signal transduction intercellulare?

<p>Le citochine sono prodotte da diverse tipologie cellulari e tessuti in risposta a stimoli infiammatori o immunitari, mentre gli ormoni sono generati da ghiandole endocrine specializzate e rilasciati nel flusso sanguigno. (B)</p> Signup and view all the answers

Considerando il ruolo delle chemochine, quale specifico processo biologico è meno direttamente influenzato dalla loro attività?

<p>L'attivazione diretta della necrosi tumorale tramite il rilascio di enzimi litici. (C)</p> Signup and view all the answers

L'interleuchina-6 (IL-6) esercita esclusivamente un ruolo pro-infiammatorio in tutte le condizioni fisiologiche e patologiche.

<p>False (B)</p> Signup and view all the answers

In che modo il Fattore di Necrosi Tumorale alfa (TNF-α) contribuisce alla patogenesi di malattie infiammatorie croniche autoimmuni?

<p>Favorendo l'adesione, il reclutamento dei leucociti e la produzione di altri mediatori pro-infiammatori, amplificando la risposta immunitaria. (D)</p> Signup and view all the answers

Descrivi il meccanismo attraverso il quale l'Interleuchina-1 (IL-1) influenza la fibrosi tissutale cronica, specificando i pathway cellulari coinvolti.

<p>L'IL-1 promuove la fibrosi attraverso l'attivazione dei fibroblasti, stimolando la produzione di collagene e altre proteine della matrice extracellulare. Questo avviene tramite l'attivazione di pathway di segnalazione intracellulari come NF-κB e MAPK, che aumentano l'espressione dei geni coinvolti nella sintesi della matrice.</p> Signup and view all the answers

All'interno dei fagolisosomi, la produzione congiunta di ossido nitrico (NO) e specie reattive dell'ossigeno (ROS) agisce sinergicamente per ______ i microbi fagocitati, sfruttando meccanismi citotossici diretti e l'attivazione di enzimi litici.

<p>uccidere</p> Signup and view all the answers

Abbina le seguenti citochine pro-infiammatorie con le loro principali funzioni nel contesto della risposta immunitaria:

<p>TNF-α = Promozione dell'adesione leucocitaria e induzione della produzione di altre citochine. IL-1 = Mediazione della fibrosi e attivazione di pathway infiammatori in vari organi. IL-6 = Ruolo nel metabolismo dei lipidi, immunità innata e infiammazione. IFN-γ = Attivazione dei macrofagi e potenziamento della presentazione antigenica.</p> Signup and view all the answers

Quale meccanismo molecolare descrive meglio l'azione dell'Interferone gamma (IFN-γ) nel potenziamento dell'immunità cellulo-mediata?

<p>Aumento dell'espressione delle molecole MHC di classe I e II, migliorando la presentazione degli antigeni ai linfociti T. (D)</p> Signup and view all the answers

TNF-β (Linfotossina-α) possiede esattamente le stesse funzioni pro-infiammatorie di TNF-α e può essere considerato un mediatore ridondante nel processo infiammatorio.

<p>False (B)</p> Signup and view all the answers

In che modo la proteina p53, agendo su MIR34, influenza il destino di una cellula con DNA danneggiato?

<p>Inibisce la trascrizione di geni coinvolti nella quiescenza cellulare o senescenza e di geni anti-apoptotici, favorendo l'apoptosi. (A)</p> Signup and view all the answers

L'inattivazione di p53 in una cellula impedisce esclusivamente l'apoptosi, senza influenzare i meccanismi di riparazione del DNA.

<p>False (B)</p> Signup and view all the answers

Descrivi il meccanismo attraverso il quale APC (Adenomatous Polyposis Coli) sopprime la proliferazione cellulare in assenza di segnali WNT, specificando il ruolo della β-catenina.

<p>In assenza di segnali WNT, APC forma un complesso macromolecolare che promuove la degradazione della β-catenina, impedendone l'accumulo citoplasmatico e la successiva traslocazione nel nucleo, dove altrimenti attiverebbe fattori di trascrizione pro-proliferativi.</p> Signup and view all the answers

La proteina p53, in risposta al danno al DNA, attiva l'espressione di _______, un inibitore delle chinasi ciclina-dipendenti (CDK), che induce l'arresto del ciclo cellulare in fase G1.

<p>p21</p> Signup and view all the answers

Abbina i seguenti elementi della via APC/β-catenina con le loro funzioni principali:

<p>APC = Promuove la degradazione della β-catenina in assenza di segnali WNT. β-catenina = In assenza di APC, si accumula nel nucleo e attiva la trascrizione di geni pro-proliferativi. WNT = Attiva la via di segnalazione che porta alla stabilizzazione della β-catenina. Complesso di degradazione = Struttura macromolecolare che include APC e promuove l'ubiquitinazione della β-catenina.</p> Signup and view all the answers

Quale delle seguenti affermazioni descrive meglio il comportamento degli alleli mutati degli oncosoppressori?

<p>Si comportano come alleli recessivi, richiedendo la perdita di funzione di entrambe le copie del gene per promuovere la tumorigenesi. (B)</p> Signup and view all the answers

L'attivazione della via WNT porta inevitabilmente alla degradazione della β-catenina mediata da APC.

<p>False (B)</p> Signup and view all the answers

In che modo la perdita di funzione di APC influenza la risposta cellulare ai segnali di crescita, e quale ne è la conseguenza a livello di proliferazione cellulare?

<p>La perdita di funzione di APC simula una stimolazione continua da parte di WNT, portando a un'attivazione incontrollata della β-catenina e, di conseguenza, a una proliferazione cellulare deregolamentata.</p> Signup and view all the answers

Le _____ sono piccole sequenze di RNA che, attivate da p53, inibiscono la trascrizione di geni che promuovono la quiescenza o senescenza cellulare, oltre a sopprimere i geni anti-apoptotici.

<p>MIR34</p> Signup and view all the answers

Quale meccanismo molecolare spiega l'effetto oncosoppressivo della proteina APC nel contesto della via di segnalazione WNT?

<p>APC, in assenza di segnali WNT, forma un complesso con la β-catenina, indirizzandola verso la proteolisi mediata dal proteasoma. (C)</p> Signup and view all the answers

Quale delle seguenti affermazioni descrive il rapporto tra fosforilazione ossidativa e glicolisi nelle cellule staminali tumorali (CST) rispetto alle cellule tumorali non-staminali?

<p>Le CST utilizzano prevalentemente la fosforilazione ossidativa accoppiata all'ossidazione degli acidi grassi, mentre le cellule tumorali dipendono maggiormente dalla glicolisi. (A)</p> Signup and view all the answers

Secondo il modello gerarchico o staminale, la trasformazione neoplastica ha origine in cellule differenziate attraverso l'acquisizione diretta di mutazioni che inducono la proliferazione incontrollata.

<p>False (B)</p> Signup and view all the answers

Descrivi in termini genetici ed evolutivi il concetto di eterogeneità neoplastica, includendo i meccanismi attraverso i quali tale eterogeneità può influenzare la risposta terapeutica.

<p>L'eterogeneità neoplastica riflette la diversità genetica e fenotipica all'interno di una popolazione di cellule tumorali, derivante da mutazioni somatiche, instabilità genomica ed epigenetiche modificazioni. Questa diversità può influenzare la suscettibilità a terapie, con alcune sub-cloni resistenti che sopravvivono e proliferano dopo il trattamento, portando a recidive e progressione tumorale.</p> Signup and view all the answers

L'ipotesi genica della cancerogenesi presuppone che la massa tumorale derivi dall'espansione ______ di una singola cellula progenitrice che ha subito un danno genetico.

<p>clonale</p> Signup and view all the answers

Abbina le seguenti classi di geni regolatori dell'attività cellulare con il loro ruolo nella trasformazione neoplastica:

<p>Oncogeni = Promuovono la crescita e la proliferazione cellulare incontrollata quando iperattivati. Oncosoppressori = Inibiscono la crescita cellulare e promuovono l'apoptosi; la loro inattivazione contribuisce alla trasformazione neoplastica. Geni che controllano l'apoptosi = Regolano la morte cellulare programmata; alterazioni nella loro funzione possono compromettere l'eliminazione delle cellule danneggiate. Geni che controllano la riparazione del DNA = Mantengono l'integrità del genoma; la loro inattivazione aumenta il tasso di mutazione e l'instabilità genomica.</p> Signup and view all the answers

Qual è l'impatto di un'alterazione nella funzione dei geni che controllano l'apoptosi sul processo di cancerogenesi?

<p>L'alterazione in questi geni compromette l'eliminazione delle cellule danneggiate o mutate, favorendo la sopravvivenza e la proliferazione di cellule potenzialmente cancerose. (B)</p> Signup and view all the answers

L'accrescimento tumorale è principalmente determinato da un aumento del tasso di apoptosi rispetto alla proliferazione cellulare.

<p>False (B)</p> Signup and view all the answers

Considerando il modello dinamico delle neoplasie, quale dei seguenti fattori svolge un ruolo predominante nella riprogrammazione delle cellule differenziate verso un fenotipo tumorale?

<p>La pressione selettiva esercitata dal microambiente tumorale e le mutazioni che alterano l'espressione genica. (B)</p> Signup and view all the answers

Spiega come l'eterogeneità tumorale, derivante dai modelli stocastici e gerarchici, può influenzare la risposta alla chemioterapia e proponi una strategia terapeutica per contrastare tale eterogeneità.

<p>L'eterogeneità tumorale, guidata sia da eventi stocastici che dalla gerarchia delle cellule staminali, può portare a subpopolazioni resistenti alla chemioterapia. Una strategia terapeutica potrebbe includere l'uso di terapie combinate mirate a diverse subpopolazioni o terapie che colpiscono specificamente le cellule staminali tumorali per prevenire la ricrescita del tumore.</p> Signup and view all the answers

La capacità delle cellule staminali tumorali (CST) di produrre energia attraverso la ______ accoppiata all'ossidazione degli acidi grassi conferisce loro un vantaggio metabolico rispetto alle cellule tumorali che dipendono maggiormente dalla glicolisi.

<p>fosforilazione ossidativa</p> Signup and view all the answers

Flashcards

Angiogenesi

Formazione di nuovi vasi sanguigni, ma con cellule endoteliali fragili e immature.

Edema

Accumulo di liquido extravascolare nei tessuti interstiziali o cavità sierose.

Essudato

Liquido infiammatorio extracellulare ricco di proteine e cellule ematiche, peso specifico elevato, causato da aumento della permeabilità vascolare.

Trasudato

Liquido con basso contenuto proteico e peso specifico ridotto, causato da alterazioni emodinamiche, SENZA aumento della permeabilità vascolare.

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Chemiotassi

Movimento cellulare diretto da una sostanza chimica.

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Rouleaux

Aggregati di globuli rossi che facilitano l'adesione dei leucociti alla parete vascolare infiammata.

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Adesione Leucocitaria

Citochine pro-infiammatorie inducono l'espressione di molecole di adesione (es. P-selectina, E-selectina, ICAM-1) sulle cellule endoteliali.

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Fagolisosomi

Organelli cellulari dove NO e ROS uccidono i microbi fagocitati.

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Citochine

Proteine solubili che modulano l'attività cellulare tramite recettori.

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Interleuchine

Amplificano la risposta infiammatoria (monochine e linfochine).

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Chemochine

Citochine che promuovono la chemiotassi (migrazione cellulare).

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TNF-α (Fattore di Necrosi Tumorale)

Prodotto in risposta all'infiammazione acuta; induce necrosi tumorale e recluta leucociti.

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Interleuchina 1 (IL-1)

Mediatore chiave dell'infiammazione e della fibrosi; agisce su vari organi.

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Interleuchina 6 (IL-6)

Coinvolta nel metabolismo dei lipidi, immunità innata e infiammazione; prodotta da quasi tutte le cellule del sistema immunitario.

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Ruolo del TNF-α nell'infiammazione

Favorisce l'adesione e il reclutamento di leucociti durante l'infiammazione.

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Azione sistemica di IL-1

Agisce su tutte le cellule degli organi ed è coinvolta nella patogenesi di varie malattie.

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HVB (Virus Epatite B)

Virus a DNA, causa l'Epatite B che può portare al carcinoma epatico.

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Helicobacter Pylori

Batterio responsabile dell'ulcera gastrica e legato al carcinoma gastrico.

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Cellule dell'Immunità Innata

Granulociti, macrofagi, cellule NK, tetraxine e citochine infiammatorie.

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Cellule dell'Immunità Adattativa

Linfociti B e T.

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Teoria della Sorveglianza Immunologica

Il sistema immunitario elimina le cellule in trasformazione neoplastica.

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Oncosoppressori

Geni che codificano proteine che inibiscono la proliferazione cellulare.

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Alleli recessivi (oncosoppressori)

Gli alleli mutati degli oncosoppressori si comportano come se fossero...

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Proteina P53

Proteina che riconosce danni al DNA e avvia processi di riparazione e blocco della crescita.

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Funzione di P53: Blocco del ciclo cellulare

Blocca il ciclo cellulare attivando l'espressione di p21 (inibitore della CDK), arrestando la cellula in G1.

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Funzione di P53: Riparazione o Apoptosi

Attiva sistemi di riparazione del DNA; se fallisce, induce l'apoptosi.

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Funzione di P53: Regolazione tramite miRNA

Attiva MIR34 per inibire geni che portano alla quiescenza o senescenza, e inibisce geni anti-apoptotici.

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Funzione degli oncosoppressori (via APC)

Sottoregola i segnali di stimolazione della crescita.

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APC (Poliposi Adenomatosa del Colon)

È un fattore della via di segnalazione WNT e sottoregola la -catenina.

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Funzione di APC: Degradazione -catenina

Quando non riceve segnali WNT, degrada la -catenina, impedendone l'accumulo e l'attivazione della trascrizione.

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Cellule tumorali (perdita di APC)

Si comportano come se ricevessero segnali continui da WNT.

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Metabolismo delle CST

Le cellule staminali tumorali (CST) utilizzano la fosforilazione ossidativa e l'ossidazione degli acidi grassi per generare energia.

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Eterogeneità neoplastica

Le neoplasie sono composte da diverse popolazioni di cellule tumorali.

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Modello dinamico

Le cellule tumorali derivano dalla pressione selettiva del microambiente e da mutazioni che riprogrammano le cellule differenziate.

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Agenti eziologici del cancro

Gli agenti causali del cancro includono sostanze chimiche, radiazioni e virus oncogeni.

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Ipotesi genica

La massa tumorale deriva da un'unica cellula progenitrice con danno genetico che si espande clonalmente.

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Geni bersaglio della trasformazione neoplastica

Le alterazioni del DNA che portano al cancro avvengono in geni specifici che regolano l'attività cellulare.

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Classi di geni regolatori

Quattro classi di geni regolatori sono bersagli selettivi nella trasformazione neoplastica: oncogeni, oncosoppressori, geni che controllano l'apoptosi e geni che controllano la riparazione.

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Accrescimento tumorale

L'accrescimento tumorale dipende dall'equilibrio tra proliferazione e morte cellulare (apoptosi).

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Modello stocastico

Il modello stocastico suggerisce che molte mutazioni casuali portano a cloni diversi di cellule neoplastiche.

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Modello gerarchico

Il modello gerarchico afferma che la trasformazione neoplastica ha origine in cellule staminali attraverso la deregolamentazione dell'auto-rinnovamento.

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Study Notes

Ecco i tuoi appunti di studio:

  • L'omeostasi è l'insieme dei meccanismi utilizzati dagli esseri viventi per mantenere le funzioni cellulari, tissutali, organiche e apparatali a un livello ideale, adattandosi ai cambiamenti per ripristinare il benessere.

Fenomeni Morbosi

  • Un fenomeno morboso è una deviazione dalla norma di un carattere morfologico, biochimico o funzionale di un tessuto o di un organo.
  • Un processo morboso è l'associazione di più fenomeni morbosi.
  • Uno stato morboso è una manifestazione patologica stazionaria che rende l'individuo più suscettibile a manifestazioni patologiche.

Malattie

  • Una malattia è una condizione dinamica evolutiva che si manifesta con alterazioni anatomiche e/o funzionali in uno o più organi.
  • Può essere focale, localizzata, diffusa, disseminata, sistemica o generalizzata.
  • La malattia può evolvere verso la guarigione, la cronicizzazione o la morte.
  • I sintomi sono fenomeni soggettivi e obiettivi.
  • La diagnosi è il riconoscimento della malattia attraverso l'analisi critica dei sintomi.
  • La prognosi è la capacità di predire la durata e l'esito della malattia basandosi sull'esperienza.
  • La terapia è una cura adeguata alla malattia diagnosticata.
  • Le cause determinanti sono singole e possono causare una malattia, mentre le cause coadiuvanti sono più cause che collaborano.

Eziologia

  • Agenti chimici che causano danni non selettivi.
  • Modificano il pH (acidi e basi).
  • Solubilizzano i lipidi (etanolo, cloroformio, acetone).
  • Denatura le proteine (acidi o ioni metallici, urea e guanidina).
  • Soluzioni ipotoniche e ipertoniche.
  • La dose minima letale è la quantità minima di sostanza che determina la morte di un essere umano.
  • La dose letale 50 (DL50) è la dose che causa la morte del 50% della popolazione.

Tossine, Veleni e Sostanze Esogene

  • Subiscono reazioni di fase 1 e fase 2 per essere eliminate, ma possono causare effetti collaterali.
  • Agenti chimici tossici di origine biologica: zootossine, fitotossine, veleni da funghi e micotossine.
  • I citotossici bloccano la sintesi proteica (fitotossine).
  • Azioni simpaticomimetiche che causano turbe intestinali, convulsioni, delirio e allucinazioni.
  • L'amantine inibisce selettivamente la RNA polimerasi II (veleni da funghi).
  • La falloidine inibisce il citoscheletro legando i filamenti di actina.
  • Gli epatotossici sono tossici per il fegato e possono causare carcinoma (veleni da muffe).
  • Agenti chimici tossici di origine inorganica: metalli pesanti, pesticidi, fertilizzanti, fumiganti, agenti chimici usati in ambienti domestici e da esposizione voluttuaria.

Metalli Pesanti

  • Possono causare patologie polmonari, tumori della prostata, irritazioni laringee, allergie cutanee o saturnismo.
  • Il mercurio può essere in forma metallica (vapori), sali inorganici (HgCl2) o forma organica (accumula nei globuli rossi, anemia).
  • Il piombo causa avvelenamento d'accumulo con degenerazioni anatomico-funzionali a carico dell'apparato gastro-intestinale, del SNA e del sangue (anemia).

Agenti Chimici Domestici

  • Possono irritare il sistema respiratorio e causare tumori broncopolmonari.

  • Il monossido di carbonio (CO) si lega all'emoglobina 200 volte più facilmente dell'O2, causando carbossiemoglobina, ipossia tissutale e asfissia.

  • L'asbesto si accumula nei polmoni e nel tratto gastrointestinale, causando infiammazioni e tumori a laringe, polmoni, stomaco, intestino e mesotelioma pleurico.

  • Agenti fisici come l'ipossia ipossica causano stanchezza, sonnolenza, cefalea e nausea.

Radiazioni

  • Radiazioni sono flusso di energia nello spazio sotto forma di onde o particelle dotate di energia cinetica.
  • Radiazioni elettromagnetiche (massa e carica=0) e radiazioni corpuscolate (dotate di massa).
  • Non ionizzanti (energia < 10eV): onde elettromagnetiche escluse raggi X e raggi γ.
  • Ionizzanti (energia > 10eV): raggi X e γ e radiazioni corpuscolate.
  • Le radiazioni UV possono indurre dimeri di basi pirimidiniche nel DNA, causando cancro se non riparati.
  • UVC: poco penetranti.
  • UVB: penetranti.
  • UVA: molto penetranti.
  • Il tumore basocellulare non metastatizza ed è meno maligno dello spinocellulare perché non porta alla morte.
  • Il tumore spinocellulare metastatizza e porta alla morte.

LET (Linear Energy Transfert)

  • Espressa come dE/dl, misura la perdita di energia per percorso (KeV/µm).
  • Un LET basso indica alta capacità di penetrazione (raggi X e raggi γ).
  • Un LET alto indica bassa capacità di penetrazione (elettroni, particelle α, protoni e neutroni).
  • EBR (Efficacia Biologica Relativa): dose di radiazione ionizzante necessaria per lo stesso effetto di una dose standard.
  • Le cellule labili sono più sensibili alle radiazioni perché in continua divisione.

Adattamenti Cellulari

  • Le cellule sono capaci di adattarsi a nuovi ambienti modificando i propri parametri e ripristinandoli dopo la cessazione dello stimolo.
  • Gli adattamenti includono rigenerazione, iperplasia (aumento del numero di cellule), ipertrofia (aumento del volume cellulare), ipoplasia (diminuzione del numero di cellule), ipotrofia (diminuzione del volume cellulare) e metaplasia (sostituzione con altri tipi cellulari).
  • Le cellule labili si riproducono continuamente (es. epiteli e midollo osseo).
  • Le cellule stabili sono quiescenti ma riprendono la divisione se stimolate (es. epatociti, fibroblasti, endotelio e cellule muscolari lisce).
  • Le cellule perenni non si dividono (es. neuroni).
  • Le cellule staminali possono rinnovarsi e dare origine a tipi cellulari diversi, vivendo in una nicchia con cellule stromali.
  • Le cellule staminali sono totipotenti e pluripotenti.
  • Aplasia: mancanza di sviluppo di un organo o tessuto.
  • Atrofia: riduzione delle dimensioni di cellule, tessuti e organi.
  • L'atrofia cerebrale è causata da ridotto apporto ematico legato all'invecchiamento o a malattie.
  • La metaplasia è una modificazione reversibile di tessuto differenziato in un altro, avviene solo nelle cellule capaci di replicarsi.
  • Metaplasia può essere diretta è indiretta.
  • I fenomeni di metaplasia sono reversibili se le condizioni vengono ripristinate, ma possono cronicizzarsi.

Accumuli Cellulari

  • Cause biologiche di una malattia sono microparassiti (infezioni) e macroparassiti (infestazioni).
  • La presenza di un parassita può causare infiammazione acuta o cronica.
  • Progressi regressivi o degenerazioni causano accumulo di sostanze anomale nelle cellule o negli interstizi, causando lesioni biochimiche e guasti metabolici.
  • I disturbi funzionali con alterazioni morfologiche portano a degenerazioni.
  • La malattia degenerativa è un insieme di lesioni ad andamento cronico con evidenza clinica.

Rigonfiamento Torbido

  • Le cellule aumentano di volume e perdono trasparenza, apparendo opache a causa di mitocondri rigonfiati (piccoli granuli di natura proteica).
  • Sede: intracellulare.
  • Metabolismo coinvolto: proteico e idrico.
  • Organulo leso: mitocondrio.
  • Organi colpiti: fegato, rene, miocardio.
  • Cause: tossine, ipossia e ischemia.

Degenerazione Vacuolare

  • Aumento di volume limitato con cavità rotondeggianti (vacuoli).
  • Può essere microvacuolare, macrovacuolare o vescicolare.
  • Sede: intracellulare.
  • Metabolismo coinvolto: proteico.
  • Organulo leso: lisosoma.
  • Organi colpiti: fegato, rene, miocardio.
  • Causa: ipossia.

Degenerazione Idropica

  • Forte rigonfiamento con aumento del contenuto d'acqua e citoplasma pallido e omogeneo.
  • Sede: intracellulare.
  • Metabolismo coinvolto: idrico-salino.
  • Organulo leso: membrana citoplasmatica.
  • Organi colpiti: rene (epitelio), endotelio.
  • Cause: carenza di potassio, shock, tossine, ustioni, malattie virali e batteriche.

Accumulo di Lipidi

  • Accumulo di piccole gocce di lipidi nel posto sbagliato o in quantità sbagliata (trigliceridi, acidi grassi, colesterolo, fosfolipidi).
  • Lipofaneresi: alterazione post-mortale con comparsa di goccioline lipidiche senza aumento di lipidi, ma diversa distribuzione.

Steatosi

  • Steatosi o degenerazione grassa è l'accumulo reversibile di trigliceridi e/o acidi grassi in cellule che normalmente non li contengono.
  • Il fegato steatosico aumenta di dimensioni e peso, apparendo giallastro invece di rosa.
  • Steatosi macrovescicolare: grosse gocce di trigliceridi.
  • Steatosi microvescicolare: piccole gocce di acidi grassi.
  • La cirrosi epatica (stadio estremo irreversibile) è una malattia cronica con intensa fibrosi.
  • La causa della steatosi permane nel tempo, causando infiammazione cronica e fibrosi, soffocando il tessuto epatico e dividendolo in lobi.
  • Steatosi geneticamente determinate: morbo di Wolman e abetalipoproteinemia.
  • Steatosi da sovraccarico lipidico: dieta iperlipidica, diabete mellito, aumentata biosintesi degli acidi grassi.
  • Steatosi da carenza di proteine o Kwashiorkor: lipidi non smaltiti.
  • Steatosi da carenza di fattori lipotropi: smaltimento lipidico insufficiente e alterazione del metabolismo lipidico.
  • Steatosi da inibizione della sintesi proteica: amanitina, aflatossine.
  • Steatosi il blocco alla secrezione causata da colchicina, vinblastina, falloidina.
  • Steatosi da iperossidazione lipidica: formazione di perossidi.
  • Steatosi il abuso di alcool etilico: acetaldeide tossica ad alte concentrazioni.

Degenerazioni Extracellulari

  • Materiale che si accumula all'esterno delle cellule.

  • Degenerazione ialina: accumuli proteici di origine plasmatica che attraversano la barriera vasale e precipitano nel tessuto connettivo.

  • Degenerazione fibrinoide: precipitazione di componenti della sostanza fondamentale e interazione con proteine plasmatiche; si riscontra in infiammazioni, ipertensione o malattie immunitarie.

  • Degenerazione amiloide o amiloidosi: accumulo extracellulare di un materiale proteico amorfo costituito da fibrille lineari disposte perpendicolarmente all'asse della fibrilla e una componente pentagonale a "ciambella".

  • Degenerazione amiloide localizzata: APP, precursore glicoproteico delle cellule neuronali.

  • Degenerazione amiloide sistemica: SAA, proteina del siero associata all'amiloide, amiloidosi primaria o secondaria.

  • Degenerazione amiloide ereditaria: Precursore associato al siero SSA.

  • Morbo di Alzheimer: degenerazione amiloide progressiva della corteccia cerebrale con riduzione di peso e volume, aree o placche di amiloide e fasci anomali nel citoplasma.

  • Encefalopatie spongiformi: malattie neurodegenerative con depositi di amiloide e ẞ-fibrille, aspetto spugnoso e turbe psicologiche. Patogenesi: proteina prionica PrPc (innocua) trasformata in PrPres (patologica).

Accumuli di Pigmenti

  • Sostanze coloranti insolubili che formano sospensioni.
  • Esogeni come il fuliggine in tessuto polmonare (antracosi) che causa infiammazione cronica e necrosi, il carbone e i tatuaggi.
  • Endogeni come la melanina (pigmento privo di ferro, prodotto da melanociti e trasferito ai cheratinociti per proteggere il DNA dalle radiazioni), l'emosiderina (ferro derivato dall'emoglobina) e la lipofuscina (pigmenti lipoproteici derivati dall'interazione tra lipidi e proteine).

Necrosi

  • È una lesione cellulare irreversibile causata dalla progressiva azione degradativa di enzimi litici.
  • Può verificarsi necrosi (danno acuto o cronico) o apoptosi.
  • La sensibilità cellulare si riferisce alla cronologia dei cambiamenti biochimici e morfologici nel danno cellulare.
  • Il danno mitocondriale danneggia la membrana, creando pori di transizione.
  • L'uscita di H+ causa diminuzione del pH e dell'ATP (necrosi).
  • La liberazione di citocromo c causa apoptosi.
  • La deplezione di ATP, causata dalla mancanza di O2, porta all'esaurimento delle riserve di ATP e innesca la riduzione dell'attività della pompa Na+/K+. Ciò causa accumulo di Na+ e Ca++ e perdita di K+, con ingresso di H2O.
  • Questo causa rigonfiamento e lisi cellulare, aumento della glicolisi, riduzione del pH intracellulare (alterazione della cromatina e denaturazione proteine) e distacco dei ribosomi dalle membrane del RE, riducendo la sintesi proteica.
  • Alterazioni legate all'omeostasi del calcio: l'aumento del Ca2+ citosolico causa attivazione di proteasi, fosfolipasi, endonucleasi e ATPasi, danneggiando la membrana mitocondriale e inducendo apoptosi o diminuzione delle riserve di ATP.
  • Il danno da radicali liberi: le specie chimiche con un elettrone spaiato interagiscono con composti organici, trasformandoli in radicali liberi e innescando reazioni a catena.
  • Nel corpo questi radicali vengono neutralizzati da meccanismi antiossidanti, ma possono danneggiare membrane, proteine e DNA se provengono da fonti esterne.
  • Alterazioni della permeabilita' della membrana: causate da aumento di Ca2+ citosolico, diminuzione di O2 e produzione di ROS.
  • La necrosi è un complesso di alterazioni associate alla morte cellulare (cause non naturali) causate dall'azione degradativa di enzimi litici, porta all'estroflessione di membrana, al rigonfiamento del RE e dei mitocondri, alla disgregazione della membrana, degli organelli e del nucleo e all'uscita del contenuto cellulare, richiamando cellule infiammatorie.
  • L'aspetto della necrosi è il risultato della denaturazione delle proteine e della digestione enzimatica (autolisi o eterolisi).
  • La necrosi porta ad aumento dell'eosinofilia, aspetto trasparente e citoplasma vacuolato e comparsa di masse concentriche di fosfolipidi.
  • La picnosi (rimpicciolimento) appare sia in necrosi che in apoptosi
  • Carioressi (frammentazione) e Cariolisi (dissoluzione) si osservano solamente in necrosi

Tipi di Necrosi

  • Necrosi coagulativa: necrosi ischemica (infarto del miocardio) e necrosi caseosa.
  • Necrosi colliquativa: infezione batterica e infarto cerebrale (rammollimento cerebrale e ascesso cutaneo).
  • Gangrena: necrosi massiva di vaste aree tissutali causata da disturbi ischemici. Può essere secca (evaporazione dei liquidi), umida (infezione batterica su gangrena secca) o gassosa (superinfezione batterica anaerobica).
  • Steatonecrosi: situazione in cui la morte cellulare è associata a massiccia distruzione di materiali lipidici.
  • L'evoluzione del focolaio necrotico porta a perdita di tessuto e calcificazione.
  • Le ripercussioni sistemiche della necrosi includono dolore, febbre, leucocitosi e aumento degli enzimi nel sangue. Per la conta vitale, l'integrità della membrana cellulare viene determinata dal test del Trypan Blue
  • Test colorimetrico dell'MTT: misura citotossicità e efficienza mitocondriale.

Apoptosi

  • È una morte cellulare programmata per eliminare cellule invecchiate e mantenere costante la quantità di cellule in un tessuto.

  • Le cellule sono indotte al suicidio, degradando DNA, proteine citoplasmatiche e nucleari, NON attiva il processo infiammatorio.

  • L'apoptosi può essere fisiologica (es. distruzione programmata nell'embriogenesi, involuzione ormonale) o patologica (es. danno al DNA, malattie virali, neoplasie).

  • Caratteristiche biochimiche dell'apoptosi.

  • Attivazione delle caspasi (proteine suddivise in iniziatrici ed effettrici, attivate da rottura enzimatica).

  • Rottura del DNA.

  • Alterazione della membrana e riconoscimento fagocitario. La presenza di caspasi attive indica apoptosi.

  • Le cellule apoptotiche espongono fosfatidilserina per essere riconosciute dai fagociti.

  • Fasi dell'apoptosi: innesco, controllo e integrazione, esecuzione e rimozione delle cellule morte.

  • Due tipi di vie innescano apoptosi: la via estrinseca (recettori di morte) e la via intrinseca (mitocondriale).

  • Via estrinseca: stimoli esterni attivano recettori di morte (Fas e Recettore del TNF), attivando il processo apoptotico e le caspasi.

  • Via intrinseca: fattori di crescita stimolano proteine anti-apoptotiche come BCL2 e BCLX, che regolano la permeabilità mitocondriale; danni attivano effettori come BAX e BAK, che inducono apoptosi (attivazione caspasi, estroflessioni di membrana e corpi apoptotici con recettori per la fosfatidilsiderina).

Infiammazione

  • È la risposta al danno dei tessuti vascolari per riparare i tessuti, il suo scopo è recapitare leucociti e fluidi nella sede del danno;
  • Le "cellule sentinella" sono presenti nei tessuti per avvisare e reclutare cellule con capacità fagocitaria.
  • L’emostasi chiude le emorragie
  • Mediatori chimici dell'infiammazione: richiamano le cellule della difesa e il plasma nella sede del danno.
  • Essudato infiammatorio: cellule della difesa e liquidi emessi dai vasi.
  • Diapedesi: migrazione dei leucociti. Tumefazione: essudazione e dolore.
  • L'infiammazione è una risposta aspecifica per difendere l'organismo, circoscrivere, eliminare e riparare.

Cellule e Proteine Dell'infiammazione

  • Leucociti polimorfonucleati: eliminano microbi e tessuto morto.
  • Linfociti: risposta immunitaria.
  • Monociti: eliminano microbi e tessuto morto, trasformandosi in macrofagi.
  • Mastociti: mediano l'infiammazione e fagocitano.
  • Cellule endoteliali: mediano l'infiammazione.
  • Piastrine: fattori della coagulazione.
  • Proteine plasmatiche: producono mediatori dell'infiammazione, eliminano microbi e attivano la coagulazione.
  • Proteine della matrice extracellulare e fibroblasti: riparano.
  • La formula leucocitaria include neutrofili (granulazioni giallastre), eosinofili (granulazioni rosse) e basofili (granulazioni basofile).
  • Infiammazione acuta: riparazione segue il danno, decorso rapido. Infiammazione cronica: distruzione e riparazione simultanee, decorso lento. Infiammazione cronica granulamentosa: cellule giganti attorno all'agente infettivo e sostituzione del tessuto.
  • Edema infiammatorio: liquido con cellule, neutrofili.

Infiammazione Acuta

  • La risposta consiste in modificazioni del calibro vasale e del flusso sanguigno (fenomeni vascolari), aumento permeabilità con formazione di essudato, migrazione leucocitaria e fagocitosi (fenomeni cellulari).

  • Nello specifico, la reazione triplice consiste in vasocostrizione, vasodilatazione (mediata da istamina e ossido di azoto) seguita da aumento della permeabilità e stasi e marginazione leucocitaria.

  • Sono presenti Pa↑, π↑ e uscita di liquidi.

  • L'endotelio rappresenta una barriera di permeabilizzazione, controllata dai periciti.

  • I tipi di permeabilizzazione vascolare includono contrazione cellulare (risposta immediata), riorganizzazione del citoscheletro (risposta ritardata), danno endoteliale (risposta ritardata), lesione diretta, lesione mediata da leucociti (liberazione di ROS) ed angiogenesi.

  • L'aumento della permeabilità causa migrazione leucocitaria.

  • L'edema è l'accumulo di liquido extravascolare (essudato o trasudato).

  • L'essudato è ricco di proteine e cellule.

  • Il trasudato ha poco proteine e alterazioni omeostatiche.

  • Chemiotassi: movimento cellulare verso una sostanza.

  • I neutrofili si muovono a 30µm/min.

  • Rouleaux: aggregati di globuli rossi che aiutano i leucociti ad aderire e prevengono la fuoriuscita da endotelio permeabilizzato.

  • I macrofagi circolanti "sentinella" e i macrofagi tissutali, le cellule endoteliali e i mastociti attivati producono citochine pro-infiammatorie e chemochine.

  • Le citochine inducono l'espressione di molecole di adesione (P-selectina, E-selectina, ICAM-1 e PECAM-1) sull'endotelio.

  • La P-selectina riconosce glicoproteine modificate sui leucociti, le chemochine si legano ai proteoglicani e attivano le integrine leucocitarie.

  • I leucociti aderiti rispondono alle chemochine, invaginandosi e migrando nella matrice extracellulare (chemiotassi).

Recettori

  • Recettori accoppiati a proteine G (chemochine, peptidi batterici, mediatori lipidici).
  • Recettori Toll-Like (TLR) riconoscono strutture batteriche.
  • Recettori per la fagocitosi e per le opsonine (immunoglobuline). Le opsonine rivestono la superficie del bersaglio, facilitando la fagocitosi.
  • Fagocitosi: i leucociti inglobano materiali esterni e li degradano enzimaticamente. Include riconoscimento/attacco, ingestione e uccisione/degradazione.
  • Burst ossidativo: aumento del consumo di O2 e produzione di ROS.
  • I meccanismi battericidi includono quelli ossigeno-dipendenti (MPO, anione superossido) e ossigeno-indipendenti (lisozima, defensine, lattoferrina, BPI).
  • La sopprassazione porta alla formazione di pus (empiema, ascesso o flemmoni a seconda della localizzazione.
  • Gli esiti dell’iinfiammazione sono la risoluzione, l'infiammazione acuta, l'infiammazione cronica e la fibrosi.
  • I mediatori chimici dell'infiammazione sono derivati da cellule (amine vasoattive, istamina, serotonina, enzimi lisosomiali) o sintetizzati ex-novo (acido arachidonico, mediatori sintetizzati ex-novo).
  • I mediatori sintetizzati includono i derivati dell'acido arachidonico (eicosanoidi) come prostaglandine, prostacicline e trombossani (ciclossigenasi) e lipossine e leucotrieni (lipossigenasi) influenzano vasolizzazione, chemiotassi e permeabilità.

Ossido Nitrico e Citochine

  • L'ossido nitrico (NO) induce vasodilatazione e riduce l'adesione piastrinica.
  • Prodotto all’interno dei fagolisosomi assieme a ROS per eliminare microbi.
  • Citochine: proteine solubili (interleuchine e chemochine) modulano l'attività cellulare.
  • Le citochine pro-infiammatorie includono TNF-α, IL-1, IL-6 e IFN-γ.
  • Le citochine anti-infiammatorie: includono IL-6 e TNF-β.
  • TNF (fattore di necrosi tumorale): favorisce adesione, rilascio di leucociti, permeabilizzazione e migrazione e induce mediatori.
  • Interleuchina 1 (IL-1): media infiammazione e fibrosi.
  • Interleuchine 6 (IL-6) influenza metabolismo, l'immunità innata e l'infiammazione
  • IL-1 e IL-6 sono agenti pirogeni endogeni. Interferoni (IFN) interferiscono con l'infezione virale.
  • L'interleuchina 10 (IL-10) è una citochina anti-infiammatoria prodotta dai linfociti B/T attivati.
  • Le chemochine controllano migrazione cellulare.

Mediatori Sistemici

  • Il fattore IX o fattore di Hageman è un punto di connessione con l'attivazione e connessione dei vari sistemi del plasma
  • Il sistema del complemento è un meccanismo di difesa con tre vie di attivazione (classica, alternativa e delle Lectine) attiva le funzioni pro-infiammatorie per la lisi cellulare.
  • Il sistema chininico: è un sistema di proteine implicate in infiammazione, pressione e coagulazione.
  • Il sistema della coagulazione: attivato per via estrinseca o intrinseca, culmina con la produzione di trombina e fibrina, portando alla coagulazione. La fibrinolisi degrada la fibrina, fermando il processo.

Infiammazione Cronica

  • È una risposta di lunga durata con infiammazione e riparazione simultanee; le cellule coinvolte sono diverse a seconda che sia acuta (plurinucleate) o cronica (mononucleate).

  • Le cause includono infezioni persistenti, esposizione prolungata a tossine e malattie da ipersensibilità.

  • I macrofagi, derivati dai monociti, eliminano agenti lesivi, secernono prodotti biologicamente attivi e riparano.

  • I linfociti (T e B) sono essenziali nelle risposte immunitarie. I linfociti B producono plasmacellule e anticorpi.

  • I linfociti T regolano e attivano risposte immunitarie effettrici (ipersensibilità ritardata).

  • Le plasmacellule derivano dai linfociti B e producono anticorpi.

  • Nei Mastociti ci sono IgE che hanno nel loro interno granuli elettro-densi

  • I fibroblasti intervengono durante la riparazione.

  • Le risposte infiammatorie croniche polarizzate sono attivate da agenti specifici (batteri, miceti, protozoi) e dipendono dai linfociti T helper coinvolti.

  • Nella risposta polarizzata di tipo 1, l'attivazione reciproca fra macrofagi e Th1 porta alla secrezione di IL-12 e IFN-γ, mediando l'infiammazione.

  • La Risposta di tipo 2 è Attivata da reazioni allergiche in cui l'interazione tra macrofagi e Th2 porta produzione di mediatori IL-4, IL-5, IL-13. Il suo scopo è quello di attivare i macrofagi.

  • All'interno dello strato di Granulomi, il Non Immunologico (da corpo estraneo) ha una distribuzione confusa dei nuclei.

    • L'immunologico ha Distribuzione ordinata dei nuclei.
  • Le cellule che si trovano nei granulomi sono: Macrofagi, Linfociti, Cellule Giganti, Plasmacellule, Fibrobalsti.

  • I mediatori chimici dell'infiammazione includono fattori del complemento attivato, chemochine, fattori di crescita, citochine e lipidi ossidati. I pirogeni endogeni aumentano le prostaglandine che vanno ad influire nella termoregolazione.

  • Le proteine della fase acuta (PFA) sono proteine non presenti o presenti in bassa quantità che aumentano in risposta a eventi infiammatori.

  • Innalza la VELOCITA' DI ERITROSEDIMENTAZIONE (VES) e i LIEUCOCITI

Guarigione

  • Prevede rigenerazioni/iperplasie compensatoria o riparazione/cicatrizzazione.
  • La rigenerazione prevede la proliferazione ed differenziazione delle cellule che sono sopravvissute al danno. Nel caso invece di presenza di riparazione o cicatrizzazione (proliferazione cellule mesenchimali) ciò può avvenire attraverso la deposizione di cicatrici connettiva grazie a collegene.
  • Sono presenti delle cellule che partecipano al processo tra cui: Cellule Labili, Stabili, Perenni.
  • In caso di danni del fegato è necessarie l'entrata nella fase di progressione stimolata da fattori di crescita per essere guarito.
  • Le cellule staminali sono in genere delle popolazioni in grado si auto-replicarsi oppure dare origine ad altri cellule grazie dei cicli mitotici.
  • Tessuti molto vascolarizzati guariscono più rapidamente e gli ormoni GLUCOCORTICOIDI accelerano questo processo. È fondamentale per la riparazione delle cellule che siano in costante in prossimità all' ipossia e che rilascino fattori HIF e VEGF.
  • I tessuti sono in costante aumento di una matrice extracellulare e di interazione da cellule che migrano e si muovono.
  • Il danno con disidratazione porta ad escare, contrazione della ferita, richiede che il MIOFIBROBLASTI abbia capacità di contarsi.
  • La guarigione o cicatrice può essere con prima intenzione (formazioni di coagulo e innesco dall'infiammazione) per seconda (deposizione orientata di collagene) e necessarie per i MIOFIBROBLASTI.
  • Un ulcera è una lesione locale della superficie e non hanno spontanea di quarire quindi è formata da due fasi: ACUTE o CRONICHE.
  • FIBROSI quando c'è un'eccesso di deposizione di collagene e dei componenti della matrice.
  • Quando la STEATOSI diventa FIBROSI è un processo irreversibile e può portare alla CIRROSI.

Tumori

Crescita alterata nella:

  • A finalistici

  • Atipici

  • Autonomi

  • Aggressivi

  • I TUMORI BENIGNI hanno la crescita definita.

  • I TUMORI MANIGNI: Invadono se metastaziati e conducono alla morte.

  • I TUMORI DERIVANO DAGLI ADENOMI (epiteliali)

  • La DIFFERENZIAZIONE influenza il grado di somiglianza morfologica e c'è una correlazione tra:

  • TUMORI BEN DIFFERENZIATI: -tipico dei tumori benigni

  • TUMORI SCARSAMENTE DIFFERENZIATI O INDIFFERENZIATI Crescita rapida:

  • Aumenta

  • Basifilia Citoplasmatica

  • Nucleoli aumentano di dimensioni e di numero

  • ANAPLASIA è una espressione morfologita della Mailgnità

  • Sono presenti atipie nel:

  • PLETOMORFISMO CELLULARE E NUCLEARE

  • RUPPORTO Nucleo -Citoplasma invertito

  • presenza di più nucleoli

  • Questi tumori esprimono la TELOMERASI

  • Le cellule normali hanno bisogno del RISORSE DI ASPARGINA

  • Il PARENCHINA è neoplastico

  • Lo STROMI è non neoplastico DISPLASIA: maturazione cellulare amorale.

Esistono diversi fasi prima della creazione del Tumori :

  • IPERPLASIA

  • Grado Medio

  • CARCINOMA IN - SITU

  • Tumore invasivo

  • Ci sono dei modi per studio dei tumori Ci sono test per il CONTEGGIO delle MITISI tra

  • Marcatura radioattiva

  • citofuorimetria

Esiste l'ANGIODENESI

  • serve per il rifornimento di e rimozione dei rifiuti metabolici
  • l'equilibrio dipende da sia fattori pro angiogenetici
  • si liberano un "FAttore Di Angiodemesi neoplastica" "

i fattori sono: VEGF, TNF, ecc

  • Esiste il sistema linfatico

  • Esiste del "il linfatico Sentinel"

  • La METASSASI serve per distaccare e trasportare e anche trasformare le cellule maligne

  • l tumori invadono ma non sempre METASTATTIZZAZIO

  • anche quelli benigni invadono

È una risposta locale , che per quanto riguarda le metastasi possono seguire: -Per contiguità

  • Celomatica

  • -Linfatica

  • Subaracnoidea

  • Il meccanismo di invasione, i tumori esprimono i telomerati

  • la perdita di cellulosa

  • Migrazione

  • formazione embolo

  • adesitone

Esistono anche tumori in grado di muoversi a gruppi come le LNFOMI, che in alcuni caso usano modalità collettiva.

Molte cellule tumorali, dopo il compimento dei loro processi si pongono in forma LENTE quindi diventa necessario : TUMORI ASSOCIATI.

Agenti eziologici:

  • Chimici (che interagiscono con il DNA)

  • Fisici(Radiazioni o emissioni)

  • Virali (HPV E EVB(epstein -Barr)

  • L' ipostesi per il danneggiamento del tumori avviene a tramite un gene danneggiamento

  • la CELLULA può attivare l'ONCOGENI (Che producono protei), possono andare all'interno di geni che possono generare anche: traslocazioni

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