Lo Stato Assoluto e le sue varianti

Le leggi formali sono fonti primarie che non possono essere abrogate da atti normativi successivi, ma devono rispettare i principi costituzionali.

Gli atti aventi forza di legge, come i decreti legislativi e i decreti legge, hanno lo stesso valore delle leggi ordinarie.

Testi Unici sono raccolte di leggi o regolamenti su un argomento specifico, organizzati in modo sistematico.

Le sentenze della Corte Costituzionale possono essere fonti primarie in alcuni casi, ad esempio quando dichiarano l'incostituzionalità di una legge.

Le leggi regionali sono fonti primarie a livello regionale, e sono emanate dai Consigli Regionali.

Le fonti secondarie sono subordinate alle fonti primarie e variano a seconda del contesto.

In situazioni di necessità, le fonti come i bandi militari, la decretazione d'urgenza e le ordinanze di necessità possono avere priorità rispetto alle altre fonti, ma devono comunque rispettare la Costituzione.

Le fonti-fatto sono quelle che si basano su eventi concreti, come un incidente o un evento naturale, e non sono considerate fonti formali.

Impossibilità di essere eletti a causa di un ruolo che può influenzare il voto, violazione delle norme di spesa elettorale o rapporti economici con lo stato.

Impossibilità di svolgere più funzioni contemporaneamente, come un parlamentare che non può lavorare nello stesso tempo per lo stato.

Impossibilità di essere eletti a livello regionale a causa di attività che influenzano il voto o per aver completato il secondo mandato come presidente di giunta.

Il sistema elettorale che assegna i seggi ai partiti che ottengono più voti.

Una variante del sistema maggioritario in cui il candidato che ottiene la metà + 1 dei voti viene eletto. Se nessuno raggiunge quel numero, si svolge un ballottaggio.

Una variante del sistema maggioritario in cui il candidato con più voti vince, indipendentemente dal raggiungimento della metà dei voti.

Il sistema che assegna i seggi in proporzione al numero di voti ottenuti da ciascun partito.

Le circoscrizioni elettorali in cui viene suddivisa la popolazione per le elezioni. Di solito c'è un collegio per ogni seggio.

Lo Stato Assoluto si evolve in uno Stato interventista con l'espansione economica e l'influenza su vari aspetti sociali, compresa l'educazione. Il potere centrale assume caratteristiche simili a una religione.

Una variante dello Stato Assoluto dove gli organi della pubblica amministrazione sono soggetti a leggi e tribunali, creando una struttura gerarchica e frammentata del potere.

Lo Stato Liberale emerge con l'ascesa dell'economia industriale e della borghesia imprenditoriale, promuove la libertà individuale e il rispetto delle regole.

L'azione dello Stato per il bene comune diventa indiretta. Il potere è legittimato dal basso e l'interventismo è limitato. La Costituzione e la legge vincolano tutti.

Il fallimento dello Stato Liberale dopo la Prima Guerra Mondiale, dovuto alla sfiducia popolare, porta all'ascesa dello Stato Totalitario.

Lo Stato Totalitario emerge per contrastare la crisi del liberalismo, concentrando il potere in un'unica entità che controlla l'economia e la società, basandosi sul carisma del leader.

Lo Stato Socialista, nato dalla rivoluzione russa, vede lo Stato Liberale come una minaccia all'uguaglianza. Mira ad abolire le classi sociali e promuovere la libertà collettiva.

Lo Stato Socialista si oppone allo Stato Liberale, cercando di creare una società senza classi con libertà collettive. Il potere è centralizzato e le libertà individuali sono limitate.

Sono strumenti parlamentari utilizzati per chiedere al Governo informazioni su un determinato fatto o per ottenere spiegazioni su decisioni prese.

Sono inchieste parlamentari con lo scopo di indagare su responsabilità politiche del Governo.

Sono strumenti utilizzati dal Parlamento per indirizzare l'azione del Governo. Le mozioni sono vincolanti per il Governo, le risoluzioni sono proposte di cambiamento, mentre l'ordine del giorno è una indicazione.

È uno strumento che sancisce la perdita di fiducia tra il Governo e la maggioranza parlamentare, potendo portare alle dimissioni del Governo.

Un processo in cui il Governo chiede al Parlamento di approvare una specifica azione. Se la fiducia viene negata, il Governo si dimette.

Il Presidente della Repubblica (PDR) è il capo dello stato italiano, con poteri specifici che lo distinguono da un normale cittadino.

Il PDR non può essere intercettato, godendo di una particolare protezione della privacy.

Il PDR può testimoniare in tribunale, ma in qualità di capo dello stato.

Il PDR ha diritto a uno stipendio e a un segretario personale, scelti da lui stesso.

Il PDR emana decreti importanti, come quelli per elezioni, referendum e scioglimento delle camere. Questi atti devono essere controfirmati dai ministri competenti.

Il territorio italiano è diviso in 28 circoscrizioni per la Camera e 20 per il Senato, ognuna suddivisa in collegi uninominali e plurinominali. Ogni lista deve essere sottoscritta da 1500 elettori, presentare un programma e un capo, e candidati in ⅔ dei collegi plurinominali e in tutti i collegi uninominali. Ogni candidato può essere in massimo 5 collegi plurinominali e un colegio uninominale.

Nei collegi uninominali, il candidato con più voti viene eletto. Nei collegi plurinominali, solo le liste con almeno il 3% dei voti totali sono considerate. Si calcola il quoziente elettorale dividendo la cifra elettorale di ogni lista per il numero di seggi da assegnare (a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato).

I candidati per i collegi esteri non possono candidarsi per collegi interni. Il sistema elettorale è proporzionale a scrutinio di lista a due turni, con premio di maggioranza per il partito che ottiene almeno il 40% dei voti. Se non si raggiunge il 40%, si tiene un secondo turno di votazioni tra le due liste più votate per assegnare il premio di 340 seggi.

Le liste che ottengono almeno il 3% dei voti totali possono partecipare alla ripartizione dei seggi.

A seguito delle modifiche alla Costituzione nel 1999, il Presidente di Giunta viene eletto a suffragio universale diretto, non più dagli eletti della giunta.

Sia le regioni a statuto ordinario che quelle a statuto speciale hanno propri leggi elettorali, che rispettano i limiti di tempistica e la formazione di maggioranze stabili che non annullino le minoranze.

Le liste che ottengono almeno il 3% dei voti totali in ciascun collegio plurinominale sono considerate per l'assegnazione dei seggi.

Il numero di seggi da assegnare in ciascun collegio plurinominale è determinato in base alla popolazione e alla densità della zona geografica.