L'Età Giolittiana: Storia Italiana

L'Età Giolittiana

• Periodo della storia italiana compreso tra il 1903 e il 1914.
• Prende il nome dai governi guidati da Giovanni Giolitti.
• Giolitti, esponente liberale, caratterizzò la vita politica italiana fino alla prima guerra mondiale.

Cambiamenti di Governo all'Inizio del Novecento

• Nel 1900, Vittorio Emanuele III fu incoronato re.
• Nel 1903, Giovanni Giolitti, un liberale piemontese laico e innovatore, divenne presidente del Consiglio.

Assassinio del Re Umberto I

• Il re Umberto I di Savoia fu assassinato il 29 luglio 1900 a Monza.
• Le rivolte erano iniziate dopo la sconfitta di Adua, a causa della crisi economica e dell'aumento del prezzo del pane.
• A Milano, il generale Bava Beccaris ordinò di sparare sulla folla che chiedeva pane, causando 81 morti.
• Gaetano Bresci, anarchico rientrato dall'America per vendicare le vittime dei moti di Milano, uccise il re.
• Bresci colpì il re tre volte con un revolver mentre questi lasciava una cerimonia a Monza.

La Spaccatura dell'Italia

• Il re e il ministro erano consapevoli dell'arretratezza del paese.
• L'assassinio del re evidenziò la divisione tra il "Paese legale" e il "Paese reale".
• Il "Paese legale" era formato dalle istituzioni del potere (Parlamento, Governo, Tribunali) e tutelava i ceti più ricchi.
• Il "Paese reale" era formato da braccianti, operai e piccola borghesia senza diritto di voto, che non si sentivano rappresentati dal "Paese legale".

Le Riforme di Giolitti

• Giolitti decise di intervenire sia per solidarietà umana sia per convenienza economica.
• Il suo piano includeva riforme sociali, varate tra il 1903 e il 1904, e il suffragio universale maschile.
• Una delle maggiori sfide fu lo sciopero generale del 1904, a cui parteciparono molte associazioni di lavoratori.
• Giolitti era consapevole che una popolazione senza denaro non poteva consumare i beni prodotti dalle industrie.
• Era fondamentale migliorare le condizioni di vita delle classi sociali più povere per trasformarle in consumatori.

Le Riforme Sociali nel Mondo del Lavoro

• Giolitti affermò il diritto inalienabile dei lavoratori ad avere proprie associazioni sindacali, portando alla nascita della CGdL nel 1906.
• Furono limitate le ore di lavoro per le donne, fissando un massimo di 12 ore.
• Furono innalzati i limiti di età per il lavoro minorile, fissando l'età minima a 12 anni.
• Venne garantita l'assistenza sanitaria ai lavoratori ammalati.

Il Suffragio Universale Maschile

• Nel 1912, Giolitti istituì il suffragio universale maschile.
• Ammise al voto anche chi non sapeva leggere e scrivere, purché avesse compiuto il servizio militare e avesse trent'anni.
• Gli elettori passarono da 3 a 8,5 milioni (su 35 milioni di abitanti).
• Si accompagnò a queste riforme l'idea dello Stato mediatore dei conflitti sociali.
• L'intermediazione di Giolitti portò a paghe migliori e maggiore capacità d'acquisto per gli operai.

La Nazionalizzazione delle Ferrovie

• Fu varata una fondamentale riforma delle ferrovie per sostenere gli imprenditori.
• L'Italia era ricoperta di binari, ma ogni tronco era gestito da un privato che decideva prezzi e orari.
• Giolitti nazionalizzò le ferrovie, creando un sistema unico e coordinato, le Ferrovie dello Stato.

Il "Triangolo Industriale"

• Il decollo dell'economia italiana fu determinato dalla politica protezionistica.
• Il protezionismo favorì la nascita del "triangolo industriale" tra Piemonte, Lombardia e Liguria, che divenne la zona più ricca.
• Il protezionismo imponeva tasse sui prodotti esteri, spingendo i compratori ad acquistare prodotti nazionali.

Una Generazione di Inventori

• Il decollo del triangolo industriale fu favorito dallo sfruttamento delle cascate per costruire centrali idroelettriche.
• L'Italia era priva di carbone e petrolio.
• Si svilupparono l'industria della gomma (Pirelli a Milano) e l'industria automobilistica (Fiat e Lancia a Torino, Alfa Romeo a Milano).
• Nello stesso periodo nacque l'industria cinematografica a Roma, Torino e Milano.
• Guglielmo Marconi sperimentò il telegrafo senza fili e inventò la radio.

La Situazione del Meridione

• Giolitti varò diverse riforme per favorire l'industrializzazione del Mezzogiorno (es: costruzione dell'ILVA a Bagnoli).
• Le riforme si rivelarono insufficienti e il Sud rimase prevalentemente agricolo.
• Un terremoto di magnitudo 7.2 distrusse quasi completamente Messina e provocò danni a Reggio Calabria nel 1908.

Giolitti "Ministro della Malavita"?

• La figura di Giolitti fu offuscata dal sospetto che usasse metodi illeciti, come la corruzione, per mantenere il potere.
• Fu accusato di aver vinto elezioni grazie ai voti delle clientele politiche meridionali.
• Il "voto di scambio" prevedeva favori e benefici in cambio di voti.
• Ulteriore malumore derivò dal Patto Gentiloni, stabilito con le forze cattoliche nel 1913.

Un Paese di Migranti

• L'età giolittiana fu caratterizzata dalla crescita dell'emigrazione.
• Circa 14 milioni di italiani lasciarono il paese tra il 1876 e il 1914.
• I migranti del Nord si diressero prevalentemente in Francia, Belgio e Svizzera.
• I contadini del Sud emigrarono verso gli Stati Uniti, l'Argentina e l'Australia.

La Conquista di un Impero Coloniale

• Verso la fine del suo governo, Giolitti intraprese la conquista di una colonia in Africa.
• L'impresa doveva servire a fermare l'emigrazione, offrendo nuove terre ai contadini, e a riscattare la sconfitta di Adua.

La Conquista della Libia

• Nel 1911, Giolitti mandò un corpo di spedizione in Libia, un possedimento turco tra le ultime terre africane libere.
• Il territorio fu conquistato nel 1912, insieme a Rodi e alle isole del Dodecaneso, nel mar Egeo.
• Eritrea (1882-1947), Somalia (1890-1945), Libia (1911-1943), Etiopia (1936-1941), Dodecaneso (1912-1947).

I Massacri in Libia

• I Turchi abbandonarono presto la Libia, ma le popolazioni locali si difesero a lungo.
• L'esercito italiano reagì compiendo uno sterminio di massa, incendiando villaggi e uccidendo civili.
• La vittoria fu dichiarata nel 1912, ma gli italiani controllavano solo le città costiere.
• L'occupazione completa richiese altri 17 anni e la perdita di un ottavo della popolazione libica.
• La conquista fu deludente, costosa e diede all'Italia una terra arida e poco coltivabile.