Interazioni Farmaci e Integratori

Un effetto che si verifica dopo l'esposizione a uno stimolo e che scompare gradualmente dopo un periodo di tempo.

Un effetto che si verifica dopo l'esposizione a uno stimolo e che non svanisce con il tempo.

Un effetto che si manifesta dopo un periodo di tempo dall'esposizione a uno stimolo.

Sostanze chimiche o fisiche che causano danni alle cellule del sistema nervoso, interferendo con la trasmissione degli impulsi nervosi.

Sostanze che causano danni alle cellule del sistema nervoso, causando anomalie nella funzionalità dei canali ionici.

Tossine chimiche, fisiche o biologiche che causano danni alle cellule.

Tossine che causano danni al cuore, influenzando le cellule cardiache o le vie di conduzione.

Tossine che causano danni ai tessuti interni, in particolare al fegato e ai reni.

In studi tossicologici descrittivi, gli istogrammi mostrano la frequenza di individui che manifestano un effetto tossico a una dose specifica.

La distribuzione normale indica che gli individui hanno vari gradi di sensibilità a una tossina, a causa di differenze metaboliche.

Rappresenta la percentuale di individui che mostrano un effetto tossico in funzione della dose.

La quantità di una sostanza che non causa effetti tossici in un test.

La più bassa dose a cui si osserva un effetto tossico.

La quantità di una sostanza che può essere assunta quotidianamente per tutta la vita senza effetti dannosi.

La dose di riferimento per l'esposizione umana a una sostanza.

Questo intervallo rappresenta un range di dosi in cui non si riscontrano effetti tossici, però al di sotto di una certa dose, gli effetti negativi si manifestano.

L'interazione tra farmaci e non farmaci (integratori, erbe medicinali, cibo) può cambiare l'effetto del farmaco, causando un'intensificazione, una riduzione o un effetto completamente nuovo.

Le interazioni farmaco-non farmaco sono più frequenti di quanto si pensi, e possono avere conseguenze imprevedibili per la salute.

L'interazione può essere pericolosa soprattutto in combinazione con farmaci con un indice terapeutico ristretto o in caso di intervento chirurgico.

La fito-sorveglianza è simile alla farmacovigilanza per farmaci, ma si concentra sugli effetti collaterali dei prodotti a base di erbe.

Il farmacista è un punto di riferimento per le informazioni sulla salute, non solo un distributore di farmaci.

Le competenze comunicative e la capacità di relazionarsi sono fondamentali per il lavoro del farmacista.

L'interazione può riguardare non solo i farmaci e i non farmaci, ma anche le relazioni tra le persone coinvolte nel processo terapeutico.

La condivisione di informazioni è importante per un'assistenza sanitaria efficace.

La via di somministrazione di un farmaco può influenzare il suo assorbimento, principalmente quando si parla di assunzione orale. La somministrazione a stomaco vuoto comporta un assorbimento più rapido e completo, mentre la somministrazione con il cibo può rallentare l'assorbimento e ridurre l'irritazione allo stomaco.

Molti farmaci sono acidi o basi deboli. La loro pKa e il pH dell'ambiente in cui si trovano influenzano il loro assorbimento, distribuzione ed eliminazione.

I farmaci liposolubili vengono assorbiti meglio in presenza di cibo ricco di grassi. Il grasso stimola il rilascio di colecistochinina, che rallenta la motilità gastrointestinale, aumentando il tempo di contatto del farmaco con la parete intestinale.

Il calcio presente nei latticini può formare chelati insolubili con alcuni farmaci, rendendoli meno assorbibili.

Alcuni alimenti possono influenzare l'attività del CYP3A4, un enzima che metabolizza più del 50% dei farmaci. Ad esempio, il succo di pompelmo inibisce il CYP3A4, aumentando la concentrazione del farmaco nel sangue.

Gli alimenti possono alterare il pH delle urine, influenzando l'eliminazione del farmaco. Una dieta ricca di latte e vegetali, alcalinizzando le urine, facilita l'eliminazione di farmaci acidi.

L'alcool può amplificare o diminuire l'effetto dei farmaci. Può potenziare l'effetto inibitorio di farmaci depressogeni a livello del sistema nervoso centrale.

Un evento medico indesiderato che può verificarsi durante il trattamento con un farmaco, ma che non è necessariamente correlato al trattamento stesso.

Una risposta nociva e non intenzionale ad un farmaco che si verifica alle dosi normalmente usate per la profilassi, la diagnosi o la terapia di una malattia, o in seguito a modificazioni dello stato fisiologico.

Qualsiasi evento non intenzionale di un farmaco che si verifica a dosaggi abituali nell'uomo e che è correlato alle proprietà farmacologiche del farmaco stesso.

Le ADR sono gravi o serie quando mettono in pericolo la vita del paziente, richiedono ricovero ospedaliero, causano disabilità persistente o significativa, o provocano la morte.

Le ADR di Tipo A sono legate all'azione del farmaco, prevedibili e comuni. Possono essere dose-dipendenti e hanno una bassa mortalità.

Le ADR di Tipo B sono non correlate alle caratteristiche del farmaco, difficili da prevedere e rare. Possono essere dose-indipendenti e avere un'alta mortalità.

Fattori di rischio per ADR di Tipo A includono basso indice terapeutico del farmaco, problemi di assorbimento del farmaco, problemi di eliminazione del farmaco e età del paziente.

I fattori di rischio per ADR di Tipo B includono la predisposizione genetica e l'allergia. La probabilità di sviluppare una reazione allergica aumenta con la dose e la durata del trattamento.

Un composto che previene o limita l'assorbimento dei veleni, la loro azione dannosa sugli organi e le alterazioni funzionali che causano.

Terapia farmacologica che utilizza antidoti per contrastare l'avvelenamento.

La difficoltà di stabilire la validità di un antidoto a causa della rarità dell'avvelenamento e dell'impossibilità di condurre studi clinici su larga scala.

Rischio di non usare abbastanza antidoto, con conseguente insufficiente contrasto dell'azione del tossico e aggravamento del danno.

Rischio di usare troppo antidoto, con il rischio di causare danni aggiuntivi e contrari.

Classificazione degli antidoti in base all'urgenza di somministrazione, dalla massima priorità (entro 30 minuti) alla minima priorità (entro 6 ore).

L'antidotismo può agire fisicamente (ad esempio, lavaggio gastrico), chimicamente (ad esempio, chelazione) o mediante l'interazione con i recettori (ad esempio, antagonisti).

L'antidotismo è generalmente indicato solo per alcuni tipi di avvelenamento e in particolari situazioni. Non è una panacea per tutte le intossicazioni.