Immunologia e Infiammatori

Le cellule all'interno del mitocondrio producono proteine come BAX e BCL-2 che regolano l'apoptosi, un processo di morte cellulare programmata. BAX promuove l'apoptosi mentre BCL-2 la inibisce, contribuendo al controllo immunologico.

L'interferone beta è un farmaco utilizzato per il trattamento della sclerosi multipla. Gli anticorpi neutralizzanti (NAB) si legano all'interferone beta, impedendone l'azione e riducendo l'efficacia del trattamento. Il test citopatico virale valuta la presenza di NAB nel siero del paziente.

L'anticorpo monoclonale anti VLA-4, un farmaco per la sclerosi multipla, può indurre leucoencefalopatia multifocale (LEM) dopo due anni di trattamento. La LEM è causata dalla riattivazione del virus polioma, che infetta le cellule del sistema nervoso centrale. L'analisi degli anticorpi anti polioma dopo due anni di terapia consente di valutare il rischio di LEM e di cambiare eventualmente trattamento.

La cladribina è un farmaco immunosopressivo che inibisce la replicazione delle cellule del sistema immunitario. Può causare una grave leucopenia, una diminuzione dei globuli bianchi nel sangue. Il monitoraggio immunologico regolare è essenziale per monitorare la conta dei globuli bianchi.

La neuromielite ottica (NMO) è una malattia autoimmune demielinizzante che colpisce il midollo spinale e il nervo ottico. Si differenzia dalla sclerosi multipla per le aree di demielinizzazione e il meccanismo patogenetico.

Gli autoanticorpi NMOIgG, presenti nei pazienti con NMO, attaccano l'acquaporina 4 (AQP4), una proteina presente negli astrociti del sistema nervoso centrale. La distruzione degli astrociti impedisce loro di produrre sostanze essenziali per la sopravvivenza dei neuroni, come la proteina acida fibrillare gliare e S100beta.

Il dosaggio degli NMOIgG nel sangue è un test diagnostico importante per distinguere la NMO dalla sclerosi multipla.

Il controllo di qualità interno è essenziale per garantire l'affidabilità dei test diagnostici. Le cellule HE-LA vengono utilizzate per produrre AQP4, che viene quindi utilizzata per identificare gli NMOIgG nel siero del paziente. Questo metodo prevede l'aggiunta di un anticorpo secondario fluoresceinato per visualizzare il legame tra NMOIgG e AQP4.

Il rituximab è un anticorpo monoclonale che agisce contro i linfociti B, inibendo la formazione delle plasmacellule.

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni, causando progressiva debolezza e paralisi muscolare.

Il glutammato è un neurotrasmettitore eccitatorio che può causare danni ai neuroni quando è presente in eccesso nello spazio intersinaptico. Questo meccanismo è chiamato eccito-tossicità.

Nella SLA, il processo di reuptake del glutammato è compromesso, causando un accumulo di questo neurotrasmettitore nello spazio intersinaptico, con conseguente danno ai neuroni.

L'accumulo di glutammato nello spazio intersinaptico causa un afflusso di ioni calcio nelle cellule nervose, portando a stress ossidativo e danno alle proteine.

Le proteine danneggiate a causa dell'eccito-tossicità si accumulano nel citoplasma, formando corpi inclusivi che interferiscono con le normali funzioni cellulari.

La superossido dismutasi 1 (SOD1) è una proteina coinvolta nella difesa contro lo stress ossidativo. Nella SLA, questa proteina può essere mutata, aumentando la suscettibilità al danno neurale.

La TDP43 è una proteina che si trova normalmente nel nucleo delle cellule, dove partecipa alla trascrizione e allo splicing dell'RNA. Nelle persone con SLA, questa proteina può accumularsi in aggregati nel citoplasma, interferendo con le sue funzioni.

Un processo di difesa del nostro corpo contro agenti patogeni, che può talvolta diventare dannoso.

Un tipo di infiammazione con coinvolgimento vascolare, caratterizzata dalla formazione di essudato e da una serie di reazioni a cascata mediate dalle cellule del sistema immunitario. È una risposta rapida e acuta a uno stimolo.

Un tipo di infiammazione con coinvolgimento cellulare, in cui sono coinvolti anche processi riparativi. È una risposta più lenta e prolungata.

L'infiammazione si placa quando l'agente patogeno viene eliminato.

I segni cardinali dell'infiammazione sono arrossamento (rubor), calore (calor), gonfiore (tumor) e dolore (dolor).

Cellule che partecipano alla risposta immunitaria cellulare, producendo mediatori pro-infiammatori.

Cellule che partecipano alla risposta immunitaria umorale, producendo anticorpi (immunoglobuline).

Cellule che presentano l'antigene ai linfociti T.

La VES (velocità di eritro-sedimentazione) è un esame del sangue che misura la velocità con cui i globuli rossi si depositano sul fondo di un tubo capillare. Questa velocità è influenzata da diversi fattori, come l'età e il sesso. Ad esempio, le donne hanno una VES più alta degli uomini, mentre i bambini hanno una VES più bassa degli adulti. La VES aumenta anche in presenza di infiammazione.

Le APR (proteine della fase acuta) sono un gruppo di proteine che aumentano o diminuiscono la loro concentrazione plasmatica in risposta a processi infiammatori. Queste proteine possono essere prodotte dalle cellule (come le prostaglandine) o dagli epatociti (come il fattore di Hageman).

Le APR positive sono quelle proteine che aumentano la loro concentrazione nel sangue in risposta all'infiammazione. Sono regolate da citochine come IL1-6 e TNF ALFA e GAMMA. Esempi di APR positive sono l'alfa-1 antitripsina, l'alfa-1 glicoproteina acida, l'aptoglobina e la proteina C reattiva.

Le APR negative sono quelle proteine che diminuiscono la loro concentrazione nel sangue in risposta all'infiammazione. Sono regolate da IL6. Esempi di APR negative sono l'albumina, la prealbumina e la transferrina.

La proteina C reattiva (PCR) è una proteina della fase acuta che viene prodotta dal fegato in risposta all'infiammazione. È uno dei marcatori infiammatori più usati. Il suo nome deriva dalla sua capacità di reagire con il polisaccaride C dello Streptococcus pneumoniae. La PCR è anche chiamata pentrassina 1 per la sua struttura pentamerica. Il suo valore di riferimento è inferiore a 5 mg/dl.

La PCR è un marker chiave per l'infiammazione perché la sua concentrazione nel sangue aumenta in modo significativo in presenza di infiammazione, infezioni, lesioni e altre condizioni. La PCR è un test semplice e veloce, e può essere utilizzata per monitorare il progresso della terapia e la risposta al trattamento.

La VES e la PCR sono due importanti test per valutare la presenza di infiammazione. La VES è un test più tradizionale, mentre la PCR è un test più sensibile e specifico. La VES è più influenzata da fattori come l'età e il sesso, mentre la PCR è più specifica per l'infiammazione.

L'aumento della VES può essere causato da diversi fattori, tra cui l'infiammazione, l'infezione, le malattie autoimmuni, la gravidanza, l'anemia, la malattia renale cronica e il cancro. Un'elevata VES non è sempre un segno di una condizione seria, ma è importante valutare altri fattori.

Il sistema immunitario deve bilanciare le risposte a 'self' (proprio) e 'non self' (estraneo). Per ogni sostanza prodotta, deve esistere un inibitore per mantenere l'equilibrio e prevenire eccessive reazioni.

L'infiammazione si manifesta con l'aumento di sostanze specifiche chiamate "marker" che aiutano i medici a capire e gestire la situazione. Queste sostanze possono essere leucociti, proteine ​​di fase acuta, VES e altre molecole.

Leucociti sono un tipo di globuli bianchi che intervengono nella difesa immunitaria durante le infiammazioni. La loro conta totale e la percentuale di ogni tipo di leucocita sono informazioni importanti per la diagnosi.

La formula leucocitaria indica la proporzione di diversi tipi di leucociti nel sangue. In caso di infiammazione, il numero dei neutrofili aumenta perché vengono richiamati nel sito di infiammazione.

L'interleuchina-8 (IL-8) è una sostanza che attrae i granulociti neutrofili (PMN) nel sito dell'infiammazione. Questa è una delle prime risposte del sistema immunitario in caso di infezione o danno.

I granulociti neutrofili attraversano la parete dei vasi sanguigni per raggiungere il sito dell'infiammazione. Questo processo prevede il legame con proteine ​​specifiche e il movimento tra le giunzioni tra le cellule dell'endotelio.

I neutrofili svolgono diverse funzioni durante l'infiammazione: aderiscono alla parete dei vasi, si muovono verso il sito di infiammazione, fagocitano i batteri, rilasciano enzimi e producono radicali liberi per combattere l'infezione.

La velocità di eritrosedimentazione (VES) è un test per misurare la velocità alla quale i globuli rossi si depositano dal sangue in un'ora. Un aumento della VES può indicare un'infiammazione nel corpo.

Proteina non specifica che si lega a diverse molecole con alta affinità, fondamentale per il sistema immunitario e presente nel sangue.

Le proteine di fase acuta sono utili in clinica per monitorare l'infiammazione perché hanno un'emivita di 18 ore. Questo significa che i livelli nel sangue rispecchiano l'infiammazione nelle ultime 18 ore.

Le citochine sono proteine segnale che regolano la risposta infiammatoria. Tra queste, le IL e i TNF sono importanti per l'immunità innata e adattativa.

La SIRS è una sindrome da risposta infiammatoria sistemica che si verifica in pazienti gravemente malati. I sintomi includono febbre o ipotermia, leucocitosi o leucopenia, tachipnea e tachicardia.

La SIRS, se associata a sepsi batterica, diventa SIRS settica. Questa condizione è più pericolosa e ha un'alta mortalità perché può portare a insufficienza multiorgano.

Per gestire la SIRS è necessario un efficace trattamento antimicrobico dopo l'identificazione dell'agente patogeno. L'utilizzo di marcatori infiammatori aiuta il clinico a monitorare e gestire la situazione.

Le proteine di fase acuta aumentano significativamente in caso di infezione batterica rispetto a quella virale, quindi sono un indicatore di un'infezione batterica.

L'intensità e la durata dell'infiammazione sono direttamente correlate alla quantità di proteine di fase acuta nel sangue.