Lezione 58 (Il contratto di lavoro intermittente) - Slide

Un contratto di lavoro in cui l'orario di lavoro è interrotto e non continuo, con periodi di lavoro e di inattività previsti.

Il contratto di lavoro intermittente non si basa sulla normativa del contratto a termine, diversamente dalla somministrazione a termine.

Decreto legislativo che regola il contratto di lavoro intermittente, con regole specifiche.

Il contratto intermittente ha leggi distintive dal semplice contratto a termine (es. d.lgs 368/2001, d.lgs 276/2003).

Documenti che chiariscono la differenziazione tra il contratto intermittente e le altre forme di lavoro.

Un contratto di lavoro in cui il lavoratore viene assunto per svolgere prestazioni in momenti specifici e concordati, invece di un orario fisso.

Il contratto intermittente è consentito solo in casi specifici e per un periodo massimo di 400 giornate di lavoro in 3 anni, salvo eccezioni per alcuni settori.

I contratti stipulati tra le organizzazioni sindacali e le aziende possono specificare condizioni per l'utilizzo dei contratti intermittenti, come periodi di chiamata.

I lavoratori con meno di 24 o più di 55 anni possono avere contratti di lavoro intermittente.

Se il periodo di 400 giornate in 3 anni viene superato, il rapporto di lavoro intermittente si trasforma in un rapporto a tempo pieno e indeterminato.

L'età dei lavoratori per i contratti di lavoro intermittente deve soddisfare i requisiti stabiliti dalla legge, indipendentemente dalle esigenze specifiche di contrattazione collettiva o ministeriale.

L'idea che i casi per i contratti di lavoro intermittente si escludono a vicenda, basata sull'uso del verbo "può" nell'articolo 13.

Organo giudiziario italiano che conferma che i requisiti d'età sono obbligatori per l'intermittente, anche con esigenze specifiche diverse.

La legge prevede requisiti di età stabiliti su linee guida generali, indipendentemente dalle possibili necessità specifiche dei casi particolari.

Il datore di lavoro deve fornire al lavoratore informazioni specifiche per legge, in forma scritta, prima dell'inizio del lavoro.

Questa legge definisce alcune delle informazioni obbligatorie che il datore di lavoro deve fornire al lavoratore.

Questa legge fornisce ulteriori informazioni obbligatorie per il lavoratore intermittente.

Quando il lavoro è caratterizzato da orari non fissi e imprevedibili, come nel lavoro intermittente.

Il datore di lavoro deve informare il lavoratore sull'incertezza dell'orario di lavoro.

Il lavoratore ha diritto a un numero minimo di ore retribuite, anche se non lavora effettivamente.

Il datore di lavoro deve avvisare il lavoratore con un certo anticipo prima di ogni periodo di lavoro.

I lavoratori intermittenti hanno diritto a un trattamento economico e normativo non meno favorevole rispetto ai lavoratori di pari livello, per i periodi lavorati, a parità di mansioni svolte.

Il trattamento economico, normativo e previdenziale dei lavoratori intermittenti è proporzionato all'effettiva prestazione lavorativa, considerando la retribuzione globale, le singole componenti, le ferie, i trattamenti per malattia, infortunio, maternità e parentale.

Il trattamento economico e normativo del lavoratore intermittente è riproporzionato in base alla prestazione lavorativa effettivamente eseguita.

La retribuzione globale comprende tutte le componenti del trattamento economico: stipendio base, premi, bonus, eccetera.

Il trattamento previdenziale comprende i contributi versati per la pensione, la disoccupazione e altri benefici sociali.

Il trattamento per malattia per i lavoratori intermittenti è proporzionato al tempo lavorato durante il periodo che precede la malattia.

Anche il congedo di maternità e parentale per i lavoratori intermittenti è proporzionato al tempo lavorato nel periodo che precede il congedo.

Ferie, malattia, maternità e parentale sono proporzionati al tempo effettivo di lavoro del lavoratore intermittente.

Pagamento mensile percepito dal lavoratore intermittente, anche in assenza di lavoro effettivo, previsto per la sua disponibilità ad essere chiamato dal datore di lavoro.

L'indennità di disponibilità è definita dai contratti collettivi e non può essere inferiore al 20% della retribuzione prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL).

L'indennità di disponibilità non è inclusa nel calcolo degli stipendi per altri benefit o calcoli contrattuali.

L'indennità di disponibilità è soggetta a contribuzione previdenziale per l'intero importo, nonostante la normativa sul minimale contributivo.

Il lavoratore intermittente deve informare il datore di lavoro in caso di malattia o altro impedimento, specificando la durata, e non matura l'indennità di disponibilità durante l'impedimento.

Il lavoratore intermittente che rifiuta ingiustificatamente una chiamata rischia il licenziamento e la restituzione dell'indennità di disponibilità dal giorno del rifiuto.

Se non si informa tempestivamente il datore di lavoro in caso di malattia o impedimento, il lavoratore può perdere il diritto all'indennità per 15 giorni, salvo diversa previsione contrattuale.

Il contratto di lavoro intermittente è pensato per aumentare la flessibilità del lavoro, consentendo un adattamento più facile alle esigenze del mercato.