Evoluzione e Invasività Neoplastica

Processo di formazione di nuovi vasi sanguigni da cellule endoteliali già presenti nei vasi esistenti.

Formazione di vasi sanguigni "da zero", senza che ne esistano già altri anteriormente.

Tipo di angiogenesi che avviene in condizioni fisiologiche, come la crescita fetale, il ciclo mestruale e la guarigione delle ferite.

Tipo di angiogenesi che promuove la crescita tumorale, fornendo nutrienti e ossigeno alle cellule tumorali.

Fattori che stimolano la formazione di nuovi vasi sanguigni.

Zona di tessuto all'interno di un tumore che non riceve un adeguato apporto di sangue e ossigeno, portando alla morte cellulare.

Cellule specializzate che rivestono l'interno dei vasi sanguigni.

La formazione di metastasi, ovvero la diffusione di cellule tumorali da un tumore primario ad altre parti del corpo, tramite il sistema circolatorio.

Le cellule tumorali dormienti possono riattivarsi e formare nuove masse tumorali dopo un periodo di tempo.

L'angiogenesi è il processo di formazione di nuovi vasi sanguigni, che è essenziale per la crescita dei tumori.

Le statine sono molecole che bloccano l'angiogenesi in modo diretto, spesso inducendo apoptosi nelle cellule endoteliali.

I topi mutanti deficienti nell'angiogenesi non possono sviluppare tumori o i tumori si riducono di dimensioni.

Farmaci che bloccano l'angiogenesi possono essere usati in combinazione con la chemioterapia per una terapia più aggressiva.

La talidomide è un farmaco sedativo che ha mostrato efficacia nel trattamento del cancro.

Il Bevacizumab (Avastin) è un farmaco che blocca il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF), un importante segnale per l'angiogenesi.

Gli anticorpi anti-VEGF si legano ai recettori del VEGF, impedendo al fattore di crescita di attivare la proliferazione cellulare.

La stimolazione dell'angiogenesi può essere dannosa in alcuni casi, come nei tumori avanzati o in situazioni di proliferazione cellulare incontrollata. Potrebbe causare la formazione di nuovi vasi sanguigni che nutrono il tumore o accelerare l'aterosclerosi.

Gli inibitori dell'angiogenesi sono farmaci che bloccano la formazione di nuovi vasi sanguigni, spesso utilizzati per contrastare la crescita di tumori.

Il VEGF è un fattore di crescita fondamentale per la formazione di nuovi vasi sanguigni, ma in alcuni casi può causare la formazione di vasi anormalmente permeabili e tortuosi.

L'aumento dei fattori di crescita dell'angiogenesi può portare a un maggior rischio che i tumori dormienti si attivino e accelerare il processo di aterosclerosi.

I farmaci che inibiscono l'angiogenesi possono agire in diversi modi per bloccare la formazione di nuovi vasi sanguigni. Alcuni bloccano la produzione di fattori di crescita, altri ne bloccano l'azione o inducono la morte delle cellule endoteliali.

Il Bevacizumab è un anticorpo monoclonale che si lega al VEGF, neutralizzandone l'azione e bloccando la formazione di nuovi vasi sanguigni. È un farmaco importante per il trattamento di alcuni tumori.

Il Sunitinib e il Sorafenib sono due molecole inibitrici che bloccano la formazione di nuovi vasi sanguigni. Sono utilizzate per trattare una varietà di tumori.

Le cellule tumorali possono infiltrarsi nei tessuti circostanti e formare metastasi. Questo processo è spesso favorito dalla capacità del tumore di formare nuovi vasi sanguigni all'interno di sé stesso.

La terapia adiuvante si usa per eliminare o inattivare le cellule tumorali occulte dopo un intervento chirurgico.

Presenza di piccole metastasi non visibili ad occhio nudo, che possono essere rilevate solo tramite esami istologici.

Metastasi di cui non si conosce l'origine del tumore primitivo. Il tumore primitivo potrebbe essere regredito, piccolo o non visibile.

Spesso le MUO non derivano da grandi tumori, ma da piccoli tumori occulti che si sviluppano in sedi specifiche.

Il sistema immunitario potrebbe aver distrutto il tumore primitivo, ma le metastasi sono già in atto.

Le MUO possono derivare da residui di un tumore precedentemente asportato.

Le MUO possono svilupparsi in sede insolita rispetto al tumore primitivo, rendendo difficile la correlazione.

Se si sospetta una MUO, si può effettuare una biopsia per identificare il tumore primitivo e pianificare il trattamento.

Le cellule tumorali sviluppano sempre più mutazioni genetiche che alterano la loro funzionalità e portano a un aumento dell'aggressività e del potenziale metastatico.

Le cellule metastatiche di origine sconosciuta hanno un potenziale di metastatizzazione maggiore rispetto alle usuali cellule metastatiche, con un numero di mutazioni del DNA più elevato.

Alterazioni cromosomiche, sovraespressione di geni RAS, HER-2, P53 e alta concentrazione di metalloproteinasi sono caratteristiche genetiche e fenotipiche che aumentano la probabilità di metastatizzazione.

In caso di sospetta malattia metastatica con tumore primario sconosciuto, è necessario seguire un iter diagnostico specifico per individuare la sede del tumore e la presenza di metastasi.

L'obiettivo principale dell'iter diagnostico è la diagnosi istologica, ovvero l'identificazione del tipo di tumore attraverso l'analisi del tessuto. Spesso è difficile individuare la sede del tumore primario, il coinvolgimento dei linfonodi e la presenza di micrometastasi.

La diffusione metastatica può avvenire per via ematica (tramite i vasi sanguigni) o per via linfatica (tramite i vasi linfatici).

Nel caso di metastasi al fegato da un tumore all'intestino, le cellule tumorali possono raggiungere il fegato sia tramite il sistema circolatorio che tramite il sistema linfatico.

La presenza di ascite (accumulo di liquido nella cavità addominale) è possibile in caso di diffusione transcelomatica, un'altra via di diffusione delle cellule tumorali nella cavità addominale.

Il movimento di cellule tumorali da un tumore primario ad altre parti del corpo tramite il sangue.

Tumori che si diffondono prevalentemente attraverso il sangue.

I linfonodi più vicini al tumore primario, che vengono colpiti per primi dalle cellule tumorali.

Il primo linfonodo che viene colpito dalle cellule tumorali della mammella.

Il movimento di cellule tumorali da un tumore primario ad altre parti del corpo attraverso il sistema linfatico.

Cellule tumorali che si diffondono all'interno del corpo, entrando nelle cavità rivestite da membrane come la pleura, il peritoneo o il pericardio, provocando l'accumulo di liquido e cellule tumorali.

Il liquido che si accumula nelle cavità rivestite da membrane come la pleura, il peritoneo o il pericardio.

Le cellule tumorali rilasciate dal tumore primario possono raggiungere i linfonodi vicini per essere poi trasportate attraverso il sistema linfatico.