Diritto Internazionale e le sue Scuole di Pensiero

La Commissione di Diritto Internazionale dell'ONU è composta da 34 esperti legali eletti dall'Assemblea Generale. Essi elaborano progetti di articoli che vengono sottoposti agli Stati e all'Assemblea Generale per la conversione in convenzioni internazionali.

La codificazione del diritto internazionale è il processo di raccolta, sintesi e formalizzazione delle norme consuetudinarie in trattati o convenzioni internazionali.

La codificazione RICOGNITIVA si limita a scrivere e formalizzare le norme consuetudinarie esistenti senza cambiarle.

La codificazione INNOVATIVA introduce nuove regole o modifica quelle esistenti, sviluppando il diritto internazionale.

I principi generali del diritto internazionale sono principi fondamentali che ispirano l'ordinamento internazionale, come il rispetto della sovranità territoriale, la libertà di navigazione, l'autodeterminazione dei popoli.

I principi generali del diritto internazionale sono spesso considerati un'estensione della consuetudine internazionale.

La consuetudine internazionale è meno importante rispetto al passato, con i trattati e le organizzazioni internazionali che assumono maggior rilievo.

I principi generali del diritto internazionale possono essere visti con sospetto a causa della loro vaghezza e incertezza, e sono spesso considerati una fonte sussidiaria.

Un organo composto da tutti gli Stati membri di un'organizzazione internazionale dove vengono discusse e votate le decisioni.

Un organo esecutivo con un numero limitato di Stati membri, spesso ruotante ogni anno o due.

Il processo di votazione all'interno di un'organizzazione internazionale, che può essere per unanimità, consenso o maggioranza semplice o qualificata.

Il diritto dello Stato membro di partecipare alle riunioni e alle votazioni dell'organizzazione internazionale.

Il contributo finanziario che gli Stati membri forniscono per sostenere le attività dell'organizzazione internazionale.

Un organo sussidiario responsabile di un'area specifica di attività, come l'UNICEF o l'UNESCO.

Il corpo amministrativo di un'organizzazione internazionale che si occupa di tutti gli aspetti organizzativi.

Il potere dello Stato membro di esprimere la sua opinione e di influenzare le decisioni dell'organizzazione internazionale attraverso il voto.

Principi generali del diritto internazionale applicabili a tutta la comunità internazionale, influenzando vari ambiti del DI, specialmente i trattati internazionali.

Art. 38 dello Statuto della Corte Internazionale di Giustizia riconosce i principi generali del diritto internazionale come fonte separata dalla consuetudine.

I principi generali del DI erano cruciali ai primi anni del diritto internazionale, quando la comunità di stati era in fase di sviluppo e la consuetudine non era ancora ben definita.

Principi generali: Pacta sunt servanda, buona fede, diritto alla navigazione. Questi principi servivano a regolare le relazioni internazionali in un'epoca iniziale.

I principi generali stanno tornando in auge in tempi recenti, a causa della crescente instabilità e del caos nel sistema internazionale.

La Corte Internazionale di Giustizia ha fatto riferimento a principi generali in importanti sentenze, come il caso del canale di Corfù (1969), il parere sulle conseguenze giuridiche del muro in Palestina (2004), e la sentenza sul caso Belgio vs Senegal (2012).

I principi generali possono essere applicati in ambiti specifici del diritto internazionale e vengono spesso qualificati come 'principi settoriali'.

Tribunali e corti internazionali stanno sempre più spesso utilizzando i principi generali per risolvere controversie, individuando e applicando tali principi come fondamento delle loro decisioni.

Il processo di creazione degli accordi internazionali, che prevede diverse fasi e può essere svolto in forma solenne o semplificata.

La forma di stipulazione di un trattato che prevede un procedimento più lungo e formale, con maggiori garanzie e certezza del diritto.

La forma di stipulazione di un trattato che prevede un procedimento più rapido e meno formale, ma con minori garanzie e maggior rischio di incertezza.

La prima fase della stipulazione di un trattato, in cui le parti si incontrano per definire i contenuti dell'accordo.

Le persone autorizzate dallo Stato a negoziare e concludere un trattato internazionale in nome dello Stato.

L'atto formale con cui uno Stato esprime il proprio consenso ad essere vincolato da un trattato internazionale.

Il momento in cui un trattato internazionale entra in vigore e diventa legalmente vincolante per le parti.

La procedura di stipulazione di un trattato che si basa su un processo più lungo e formale, con un'attenzione maggiore al rispetto delle norme interne dello Stato.

La sentenza della CIG del 1969 determina che la pratica statale deve essere estensiva e virtualmente uniforme. Non ci si aspetta che tutti gli stati del mondo seguano la stessa condotta, ma che la pratica sia comune a un numero significativo e geograficamente diffuso.

In teoria, nel diritto internazionale tutti gli stati sono uguali. In pratica, alcuni stati sono più influenti di altri, come USA e Russia, e il loro comportamento influenza gli altri stati, con un effetto di trascinamento.

Le consuetudini regionali valgono solo per gli stati di una determinata zona, mentre le consuetudini generali riguardano l'intera comunità internazionale.

Le consuetudini regionali sono una forma di diritto internazionale particolare, limitato a una regione specifica.

La sentenza Colombia vs Perù del 20/11/1950 è un esempio di consuetudine regionale, in particolare nell'America Latina. Il caso riguarda l'asilo politico.

La Corte Internazionale di Giustizia è diventata più flessibile nell'interpretare l'elemento della ripetizione omogenea delle condotte. Non è più necessario che la prassi sia perfetta, ma che sia presente un comportamento costante e diffuso.

Il caso Nicaragua VS Stati Uniti d'America del 1986 rappresenta un esempio di come la Corte riconosca la consuetudine nonostante una prassi non perfetta. Il caso riguarda le attività militari e paramilitari.

L'opinio iuris è un elemento soggettivo della consuetudine, ovvero la convinzione che una condotta sia obbligatoria in base al diritto. Questo elemento si deduce dal comportamento degli stati.

Il sistema di sicurezza collettiva dell'ONU prevede un meccanismo di difesa in cui gli Stati collaborano per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Ogni Stato membro è tenuto a non usare la forza contro un altro Stato, tranne in casi specifici.

Un'azione militare intrappresa da uno Stato per difendersi da un attacco armato. Questa azione è consentita dalla Carta delle Nazioni Unite e può essere individuale o collettiva.

L'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite ammette il diritto di autodifesa per gli Stati membri. In caso di attacco armato, gli Stati membri possono difendersi fino a quando il Consiglio di Sicurezza non intraprende azioni per garantire la pace.

L'azione di autodifesa intrapresa da uno Stato per respingere un attacco armato diretto contro di lui. Questa azione è consentita finché il Consiglio di Sicurezza non interviene.

L'azione di autodifesa intrapresa da più Stati in collaborazione con lo Stato vittima di un attacco armato. Questa azione è consentita per aiutare lo Stato attaccato a respingere l'attacco.

L'uso della forza armata da parte di uno Stato per difendersi è consentito solo se l'attacco è in corso o se è imminente. La difesa non può essere utilizzata per scopi offensivi o punitivi.

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha il compito di mantenere la pace e la sicurezza internazionale. In alcuni casi, il Consiglio può autorizzare l'uso della forza armata per raggiungere questo obiettivo. Tuttavia, le autorizzazioni sono spesso dibattute e possono essere interpretate in modo ambiguo.

Quando il Consiglio di Sicurezza autorizza l'uso della forza, la sua decisione può essere interpretata in modi diversi. Questo può portare a controversie sul fatto che l'uso della forza in un determinato caso sia consentito o meno dalla risoluzione.