Counselling Cognitivo-Comportamentale

Un approccio al counselling che si concentra sul presente e sui comportamenti, emozioni e pensieri disfunzionali. L'obiettivo è modificare il comportamento indesiderato.

L'idea che il comportamento indesiderato sia appreso attraverso l'esperienza e che può essere modificato attraverso l'apprendimento di nuovi comportamenti.

Un atteggiamento che si focalizza sul comportamento o la cognizione disfunzionale come obiettivo principale dell'intervento.

Processi mentali che influenzano le emozioni e i comportamenti.

Un ciclo in cui i pensieri creano emozioni, le emozioni inducono comportamenti e i comportamenti rafforzano le emozioni, portando a un comportamento disadattivo.

Il counselor deve essere in grado di entrare in contatto con il proprio bambino interiore. Significa ricordare il piacere e la spontaneità del gioco e dell'esplorazione, proprio come i bambini. Questa capacità è fondamentale per comprendere il mondo del bambino e mettersi in sintonia con il suo modo di pensare e di agire.

Un counselor deve essere in grado di mantenere una distanza emotiva adeguata. Non si deve lasciar sopraffare dalle emozioni del bambino, ma allo stesso tempo non si deve essere freddi o distaccati. L'obiettivo è aiutare il bambino a elaborare le proprie emozioni in modo sano.

Il counselor deve essere in grado di valutare e riconoscere i propri limiti e punti di forza. Il bambino dovrebbe percepire che il counselor è autentico e che agisce in modo coerente con le sue idee e i suoi valori.

Il counselor deve essere in grado di instaurare con il bambino una relazione che sia non intrusiva, piena di significato e accogliente. Il bambino deve sentirsi sicuro e libero di esprimersi senza paura di essere giudicato.

La prima fase del counselling prevede un'attenta valutazione della situazione. Questa fase include colloqui con i genitori e con il bambino per raccogliere informazioni sul problema e sulle necessità del bambino.

La fase di trattamento del counselling si concentra sul lavoro con il bambino per affrontare i suoi problemi e sviluppare nuove capacità di coping. L'obiettivo è aiutare il bambino a crescere e a migliorare la sua qualità di vita.

La fase finale del counselling comprende la valutazione dei cambiamenti che il bambino ha realizzato. È importante valutare l'efficacia del lavoro svolto e decidere se il bambino ha raggiunto i suoi obiettivi.

L'ascolto attivo è una tecnica fondamentale nel counseling. Richiedere un ambiente sicuro e comprensivo per il bambino, dove può esprimere liberamente i suoi pensieri ed emozioni.

Il comportamento non verbale include espressioni facciali, linguaggio del corpo, postura e tono di voce. Mostra che stai prestando attenzione al bambino e alle sue emozioni.

Risposte brevi dimostrano la tua partecipazione e interesse, senza interrompere il pensiero del bambino. Incoraggia il bambino a parlare.

La riformulazione ripete in parole tue ciò che il bambino ha detto, dimostrando che stai ascoltando attentamente e che capisci il suo punto di vista.

Interpretare il contenuto e le emozioni identifica i pensieri e le emozioni principali espresse dal bambino. Aiuta il bambino a prendere consapevolezza e dare un senso alla sua esperienza.

L'interpretazione dei contenuti aiuta il bambino a ricordare i concetti chiave che ha condiviso, rafforzando la sua consapevolezza e incoraggiandolo a riflettere ulteriormente.

L'interpretazione degli stati emotivi incoraggia il bambino a riconoscere e gestire le proprie emozioni, permettendogli di affrontarle in modo sano.

Le interpretazioni possono essere utilizzate per aiutare il bambino a esprimere le proprie emozioni, per comprendere meglio le situazioni, supportare i suoi sforzi e chiarire gli eventi.

Nel contesto del counselling con bambini, dare al bambino un feedback positivo e costruttivo senza esprimere giudizi. È importante concentrarsi sul comportamento, non sulla persona.

Le domande che poniamo ai bambini devono essere aperte e non intrusive, permettendo loro di esprimere liberamente i loro pensieri e sentimenti.

Le domande chiuse limitano la risposta del bambino a un 'sì' o 'no', impedendogli di esprimere liberamente i suoi pensieri e sentimenti.

Le domande con "perché" tendono a mettere il bambino in una posizione di giudizio; invece di aiutare ad esplorare i sentimenti, possono generare ansia o senso di colpa.

Porre solo le domande strettamente necessarie per comprendere il bambino, evitando domande curiose che non contribuiscono al processo terapeutico.

Il gioco è un canale fondamentale per l'espressione e la comunicazione dei bambini, permettendo loro di esplorare la realtà in modo creativo e di sviluppare abilità emotive e sociali.

Attraverso il gioco, i bambini sperimentano piacere, sviluppano abilità, mostrano creatività, scoprono nuovi mondi ed esprimono i loro pensieri e sentimenti.

Il gioco è uno strumento comunicativo fondamentale sia per i counsellor che per i genitori, permettendo di entrare in contatto con il mondo emotivo del bambino.

Il bambino e il caregiver giocano insieme in una relazione di scambio, con il caregiver che funge da protagonista e regista del gioco.

Il caregiver e il bambino si impegnano in attività parallele, imitando a vicenda, creando un'atmosfera di rispecchiamento.

Il gioco coinvolge turni di gioco basati su una sorta di lotta o dispetto.

Il bambino acquisisce esperienza, comprensione delle emozioni e maggiore sicurezza in determinate situazioni grazie a ripetizioni regolari.

La relazione tra bambino e caregiver durante il gioco, con una vicinanza fisica e psicologica, che crea un ambiente sicuro e divertente.

Il caregiver deve gradualmente ritirarsi dal ruolo di protagonista e regista del gioco, consentendo al bambino di assumere il ruolo principale.

Un gioco che crea un senso di divertimento e eccitazione.

Il gioco termina con una conclusione definita e soddisfacente.

Il bambino usa gli oggetti solo per la loro funzione reale, senza simbolizzare o immaginare.

È un gioco che prevede l'uso di oggetti per rappresentare altri oggetti, persone o situazioni; il bambino usa la propria immaginazione per dare un nuovo significato agli oggetti e creare storie.

Il gioco simbolico è flessibile, non stereotipato, il bambino può cambiare ruolo e usare oggetti in modi diversi.

Il bambino si diverte, dimostra passione e interesse nel gioco simbolico.

Il gioco simbolico non è un'imitazione letterale, ma combina diverse realtà in modo creativo.