Cap 4 Complessità Organizzativa: verticale, orizzontale e spaziale

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Questions and Answers

In che modo l'applicazione del principio di Ashby influenza intrinsecamente la capacità di un'organizzazione di navigare la complessità esterna intrinseca al suo ambiente operativo, tenendo conto delle potenziali problematiche derivanti dalla saturazione della capacità di risposta?

  • Incoraggia un aumento calibrato della propria complessità interna per eguagliare la varietà esterna, pur rimanendo vigili sui limiti delle risorse e la capacità di gestione. (correct)
  • Promuove una rigida standardizzazione dei prodotti per massimizzare l'efficienza operativa.
  • Suggerisce di ignorare la complessità esterna e concentrarsi sulle competenze interne.
  • Implica che la complessità esterna deve essere affrontata attraverso una riduzione della varietà interna.

Quale implicazione concettuale si evince dall'affermazione di Luhmann (1989) secondo cui 'il sistema deve operare nella direzione della riduzione della complessità' in relazione alla progettazione di sistemi organizzativi resilienti?

  • I sistemi dovrebbero astrarsi completamente dalle influenze esterne per mantenere la coerenza interna.
  • Le organizzazioni devono selezionare e rispecchiare solo alcuni elementi della complessità esterna che possono essere gestiti efficacemente attraverso la propria struttura interna. (correct)
  • I sistemi devono mirare a comprendere e replicare la complessità del loro ambiente esterno.
  • Le organizzazioni devono focalizzarsi sulla semplificazione delle operazioni interne ignorando le complessità esterne.

In che modo l'adozione di un approccio sistemico, come raccomandato da De Rosnay (1977), influenza intrinsecamente la capacità di un'organizzazione di gestire l'innovazione e il cambiamento in un ambiente aziendale dinamico e complesso?

  • Coltivare una visione olistica che integra differenziazione, evoluzione, e flessibilità strategica, promuovendo al contempo la conservazione della varietà interna e l'utilizzo efficace dell'energia di comando. (correct)
  • Implementare un controllo centralizzato per minimizzare le deviazioni e garantire l'uniformità nella gestione del cambiamento.
  • Favorire una rigida aderenza ai piani strategici predefiniti per garantire la coerenza operativa.
  • Incentivare la massima specializzazione funzionale per ottimizzare l'efficienza delle singole unità operative.

Come si manifesta concretamente il passaggio 'dalla conoscenza tacita alla conoscenza esplicita' nel contesto di una learning organization, considerando l'impatto intrinseco sui dispositivi organizzativi e i processi consolidati?

<p>Attraverso la codifica, la condivisione e l'integrazione del sapere individuale e collettivo nei sistemi operativi, nelle procedure standard e nelle competenze delle risorse umane, facilitando l'innovazione e l'adattamento continuo. (C)</p> Signup and view all the answers

In che modo un'organizzazione può mitigare attivamente la 'complessità cattiva' descritta da Collison (2011), che porta alla paralisi operativa e al deterioramento delle prestazioni, pur mantenendo un'adeguata flessibilità e capacità di risposta?

<p>Semplificando le gerarchie di management e ottimizzando l'efficacia dei processi comunicativi e di coordinamento, evitando procedure eccessive di monitoraggio e pianificazione, e promuovendo una cultura di responsabilizzazione e adattabilità strategica. (B)</p> Signup and view all the answers

Come si articola e si concretizza l'integrazione del 'cliente' all'interno di una learning organization, e quale impatto questa integrazione genera sul processo di validazione delle prestazioni e sul complessivo orientamento strategico?

<p>Il cliente assume una centralità strategica come valutatore attivo e validatore delle prestazioni, influenzando in modo diretto le decisioni aziendali e la direzione strategica, a differenza di un modello tradizionale in cui tale ruolo è demandato esclusivamente al management. (B)</p> Signup and view all the answers

In che modo un'organizzazione può trasformare efficacemente i propri assetti da strutture gerarchiche tradizionali a modelli di rete flessibili e adattivi, mantenendo al contempo un adeguato livello di controllo e coordinamento?

<p>Decentralizzando l'autorità decisionale e promuovendo la collaborazione trasversale e l'autonomia gestionale, facilitando la creazione di team interfunzionali e la condivisione delle informazioni, ma implementando meccanismi di monitoraggio e feedback per assicurare l'allineamento strategico e la coerenza operativa. (A)</p> Signup and view all the answers

In che modo l'identificazione e la valorizzazione delle 'risorse latenti' all'interno del capitale umano di un'organizzazione possono catalizzare l'apprendimento organizzativo e promuovere un'innovazione sostenibile, considerando le potenziali resistenze al cambiamento?

<p>Riconoscendo esplicitamente e incentivando l'esplorazione e l'applicazione delle competenze nascoste e delle capacità inespresse dei dipendenti, creando spazi di sperimentazione e promuovendo una cultura di apprendimento continuo, ma affrontando attivamente le resistenze interne e i modelli tradizionali che limitano l'innovazione. (B)</p> Signup and view all the answers

Nel contesto della formazione al 'comportamento organizzativo', come si valuta l'efficacia di un intervento formativo volto a modificare le dinamiche di gruppo e i comportamenti individuali, considerando la complessità delle interazioni umane e le resistenze al cambiamento?

<p>Valutando il cambiamento osservabile e misurabile nei comportamenti organizzativi dei singoli e del gruppo attraverso metriche qualitative e quantitative, monitorando le interazioni, i livelli di collaborazione, l'efficacia della comunicazione e la risoluzione dei conflitti, e adattando l'intervento formativo in base ai feedback e ai risultati ottenuti. (D)</p> Signup and view all the answers

Come dovrebbe evolvere il ruolo del formatore nella fase di 'formazione per il cambiamento strategico', affinché la formazione diventi un elemento integrante della strategia organizzativa, e non una mera risposta a bisogni predefiniti?

<p>Il formatore dovrebbe agire come un analista strategico, capace di interpretare l'organizzazione nella sua interezza, comprendere le dinamiche interne ed esterne, e tradurre le sfide strategiche in obiettivi di apprendimento, collaborando attivamente con il management per definire e implementare interventi formativi mirati e coerenti con la visione aziendale. (C)</p> Signup and view all the answers

Qual è l'impatto dell'introduzione di una 'learning organization' sulle politiche di sviluppo delle risorse umane, considerando le implicazioni per la gestione delle competenze e la creazione di un ambiente di lavoro favorevole all'apprendimento continuo?

<p>Le politiche di sviluppo delle risorse umane devono essere radicalmente trasformate per incentivare l'apprendimento continuo, la condivisione delle conoscenze, la collaborazione e l'innovazione, promuovendo la creazione di comunità di pratica, la rotazione dei ruoli, la formazione on-the-job e l'accesso a risorse di apprendimento personalizzate, al fine di creare un ambiente di lavoro in cui le persone possano esprimere pienamente il loro potenziale. (A)</p> Signup and view all the answers

Nell'ambito della 'formazione specialistica', quali sono i rischi associati a un approccio in cui il bisogno formativo è identificato prevalentemente dall'alto, e come possono essere mitigati per garantire un reale sviluppo delle competenze individuali?

<p>Il principale rischio è la mancata aderenza ai reali bisogni individuali, che può portare a una scarsa motivazione e un limitato trasferimento delle competenze acquisite, pertanto, è essenziale integrare la valutazione dall'alto con un'analisi dei bisogni individuali, coinvolgendo i dipendenti nella definizione dei piani formativi e offrendo opportunità di apprendimento personalizzate e flessibili. (C)</p> Signup and view all the answers

In che modo i processi di 'socializzazione dei nuovi entranti' possono essere strutturati per favorire l'apprendimento organizzativo e l'integrazione efficace delle nuove conoscenze, considerando le dinamiche di potere e le resistenze al cambiamento?

<p>Organizzando programmi di tutoraggio e mentoring, creando spazi di dialogo e scambio di esperienze, incentivando la partecipazione a progetti interfunzionali e promuovendo una cultura di feedback aperto e costruttivo, al fine di facilitare l'integrazione dei nuovi entranti, la condivisione delle loro conoscenze e la loro accettazione da parte del resto dell'organizzazione, ma gestendo attentamente le dinamiche di potere e le resistenze al cambiamento. (C)</p> Signup and view all the answers

Quale ruolo gioca la 'cultura implicita', intesa come insieme di miti, riti, privilegi e tabù interni, nel bloccare o facilitare l'apprendimento organizzativo, e come può essere gestita per promuovere un cambiamento positivo?

<p>La cultura implicita può rappresentare un potente ostacolo all'apprendimento organizzativo, spingendo verso la stasi del sistema, perciò, è essenziale identificare e analizzare criticamente gli elementi della cultura implicita, promuovere un dialogo aperto e trasparente sui valori e le credenze condivise, e sfidare attivamente i miti e i tabù che limitano l'innovazione e l'adattamento. (B)</p> Signup and view all the answers

In che modo la 'formazione come strumento e dispositivo dell'apprendimento organizzativo' trasforma radicalmente il concetto stesso di conoscenza, e quali sono le implicazioni per la progettazione e l'implementazione di interventi formativi efficaci?

<p>La conoscenza diventa un processo dinamico e continuo di creazione, condivisione e applicazione del sapere, che richiede interventi formativi mirati a sviluppare competenze di problem solving, pensiero critico, collaborazione, comunicazione e apprendimento continuo, nonché a promuovere una cultura di sperimentazione, innovazione e adattamento. (A)</p> Signup and view all the answers

Flashcards

Complessità verticale

Numero di livelli nella gerarchia di un’organizzazione; può ostacolare la comunicazione se eccessivo.

Complessità orizzontale

Numerosità delle unità operative interne; può causare problemi di diffusione e condivisione se troppo elevata.

Complessità spaziale

Dislocazione delle attività in diverse sedi geografiche, anche internazionali.

Complessità interna - Persone

Comportamenti del personale, cultura organizzativa e punto d'incontro nelle routine.

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Complessità interna - Processo

Complessità dei processi aziendali, influenzati dallo sviluppo tecnologico inarrestabile.

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Complessità interna - Strategia

Scelte aziendali su focus e modalità, guidate da visione e valori.

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Complessità interna - Organizzazione

Organizzazione e struttura, distribuzione del personale e processi decisionali.

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Complessità interna - Prodotti e servizi

Complessità causata dalla diversificazione dei prodotti e servizi offerti.

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Principio di Ashby

Aumentare la complessità interna per rispondere efficacemente alla complessità esterna.

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Principio di Luhmann

Ridurre la complessità esterna confrontandola con il sistema interno dell'organizzazione.

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Cambiamento paradigmatico: controllo vs. visione

Passaggio da una visione rigida a una in cui l'agire è guidato da cultura e visione.

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Cambiamento paradigmatico: prodotti vs. conoscenza

Passaggio da portfolio prodotti/servizi a sistema di creazione di conoscenza e competenze.

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Cambiamento paradigmatico: autorità vs. autorevolezza

Passaggio da autorità gerarchica connessa al ruolo ad autorevolezza connessa alle competenze.

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Cambiamento paradigmatico: individuale vs. team

Si passa dal valutare solo la prestazione individuale a valutare e valorizzare il lavoro di team.

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Cambiamento paradigmatico: capo vs. cliente

Si passa da dare un ruolo centrale al capo a dare centralità al cliente.

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Study Notes

L'organizzazione nella complessità

  • Le organizzazioni non possono più rispondere alle richieste di innovazione e cambiamento con modelli tradizionali.
  • Le organizzazioni gestiscono diversi livelli di complessità.

Tipologie di complessità

  • Complessità verticale: il numero di livelli gerarchici può ostacolare la comunicazione e la connessione se il lavoro non è predefinito.
  • Complessità orizzontale: un'ampia suddivisione interna può causare problemi di diffusione e condivisione.
  • Complessità spaziale: la dislocazione in spazi differenti è una caratteristica della nuova geografia del lavoro.

Livelli di complessità interna

  • La complessità interna è data da persone (comportamenti e cultura organizzativa), processi (resa possibile dalla tecnologia), strategia (scelte su focus e modalità), organizzazione (struttura e decision making) e prodotti/servizi (diversificati).
  • La complessità esterna include la turbolenza economica, il numero di competitori e i cambiamenti sociali dei clienti.

Approccio sistemico di De Rosnay (1977)

  • Conservare la varietà: evitare semplificazioni per non ridurre la comunicazione e impoverire le relazioni.
  • Differenziare per integrare meglio: l'integrazione si basa sulla differenziazione.
  • Lasciarsi aggredire: captare i germi di cambiamento.
  • Preferire gli obiettivi alla programmazione dettagliata: fissare scopi monitorando e rendendo flessibili le decisioni.
  • Utilizzare bene l'energia di comando: distribuire l'energia di comando.
  • Osservare i tempi di risposta: considerare l'efficacia in base ai problemi e alle relazioni interne.

Principi di Ashby (1958) e Luhmann (1989)

  • Principio di Ashby: solo la varietà può assorbire la varietà, aumentando la complessità interna per affrontare quella esterna.
  • La regolazione porta a raggiungere un obiettivo anche in presenza di disturbi.
  • Principio di Luhmann: il sistema deve ridurre la complessità esterna, confrontandola con quella interna e scegliendo gli elementi a cui rispondere con la propria struttura.

Articolazione modulare

  • Le organizzazioni possono mantenere un rapporto con la domanda di servizi e prodotti attraverso un'articolazione modulare al proprio interno.
  • I moduli evolvono aumentando la propria conoscenza pur mantenendo un rapporto con il resto del sistema.
  • Il cambiamento di un modulo non deve danneggiare l'intero sistema, aumentando l'interdipendenza all'interno dei singoli moduli.

Complessità cattiva di Collison (2011)

  • Si genera quando si effettuano cambiamenti nella strategia o nella gestione dei progetti.
  • Quando si hanno gerarchie di management confuse.
  • Quando vi è un eccesso di procedure di monitoraggio, pianificazione e controllo.
  • La comunicazione e i meccanismi di coordinamento sono eccessivi.
  • Questa condizione crea paralisi e peggiora le prestazioni.

L'apprendimento organizzativo

  • Si verifica un cambiamento del modello a livello conoscitivo e organizzativo.
  • È necessario un cambiamento dei paradigmi per rivedere i modelli interpretativi e organizzativi.
  • L'apprendimento organizzativo implica azioni gestionali e di riassetto, con operatori consapevoli del proprio ruolo attivo e della responsabilità partecipativa.

Evoluzione dell'apprendimento

  • La Learning Organization è diventata un tema di interesse grazie ai cambiamenti nello scenario competitivo e alle opportunità offerte dall'ICT.
  • Il dibattito ha origini negli anni Settanta con studi sull'apprendimento organizzativo, le relazioni con l'apprendimento individuale e le modalità di apprendimento interne.
  • Una nuova prospettiva di studio emerge con il diffondersi delle attività ad alta conoscenza, la riprogettazione delle strutture organizzative e della cultura d'impresa.
  • Si cerca di interiorizzare e tradurre operativamente il modello della learning organization, applicandolo in modo diffuso.
  • La learning organization integra filoni di ricerca e azione manageriale, e va considerata un sistema multidisciplinare e multidimensionale.

Modifiche aziendali con la Learning Organization

  • Analizzare e ripensare i successi e gli insuccessi.
  • Rivedere gli indirizzi strategici e le routine consolidate.
  • Prestare attenzione ai segnali esterni.
  • Sperimentare nuove tecniche e organizzative.
  • Alimentare la produzione e la diusione della conoscenza.

Cambiamenti nella learning organization

  • Cambiare le variabili organizzative, le politiche delle RU, il profilo culturale, il modello di gestione delle competenze, gli strumenti e le risorse tecnologiche.
  • Superare il paradigma industriale a favore del paradigma dell'apprendimento..

Cambiamenti paradigmatici

  • Dalla conoscenza come controllo all'agire guidato dalla cultura e dalla visione.
  • Dall'organizzazione come portfolio di prodotti all'organizzazione come sistema di creazione di informazioni e conoscenza.
  • Le competenze diventano il "core" dell'organizzazione.
  • Dalla governance gerarchica all'autorevolezza connessa alle competenze.
  • Si valuta il lavoro di team.
  • Assume centralità il cliente.
  • Le organizzazioni si trasformano in modelli a rete.

La formazione nelle organizzazioni

  • La formazione è un driver per affrontare le sfide della società della competenza e della conoscenza.
  • La formazione è un'attività in grado di produrre cambiamento (Battistelli, Majer & Odoardi, 1997).
  • La formazione si è evoluta da veicolo di apprendimento individuale a strumento strategico della learning organization.

Tipi di apprendimento (Ruffino, 2001)

  • Congenito: legato al fondatore e incorporato alla nascita dell'impresa.
  • Empirico interno: acquisizione di conoscenze dall'esperienza, dall'innovazione e dalla risoluzione dei problemi.
  • Attraverso relazioni esterne: con il mercato, i clienti, il network, la formazione istituzionale.
  • Da innesto: conoscenze prese dall'esterno ed inglobate nell'organizzazione.

Soggetti che veicolano l'apprendimento

  • Vettori interni: leader formali e informali, coalizioni interne, gruppi professionali.
  • Vettori esterni: fornitori, clienti, partner.
  • La dinamica chiave è il "dis-apprendimento" iniziale di abiti mentali obsoleti.
  • Attivato da riduzione e modificazione delle risorse umane, trasformazione dei processi informativi, socializzazione dei nuovi entranti e scelta di mettere da parte il "già noto".

Fattori che attivano l'apprendimento organizzativo

  • Crisi e tensioni: la formazione funge da leva di risoluzione.
  • Risorse latenti: strutture ridondanti presenti nel capitale umano.
  • Propensione ad apprendere: personale e di gruppo.

Fattori che bloccano l'apprendimento

  • Sistemi di apprendimento limitati: resistenze interne e rigidità.
  • Cultura implicita: miti, riti, privilegi.
  • Cattiva comunicazione: gestione patologica della stessa.

Fasi della formazione in Italia negli ultimi 30 anni

  • Fase 1: Formazione specialistica.
  • Fase 2: Formazione gestionale.
  • Fase 3: Formazione per avanzamento di carriera.
  • Fase 4: Formazione al comportamento organizzativo.
  • Fase 5: Formazione per il cambiamento di ruolo.
  • Fase 6: Formazione per lo sviluppo organizzativo.
  • Fase 7: Formazione per il cambiamento strategico.
  • Fase 8: Formazione come strumento e dispositivo dell'apprendimento organizzativo.

Cambiamenti chiave nella fase finale

  • Focus dalle conoscenze alle competenze.
  • La formazione diventa veicolo di expertise condivisa.
  • La formazione diventa strategica.
  • Passaggio dalla formazione strutturata alla formazione modulare.
  • Passaggio dalla conoscenza tacita alla conoscenza esplicita.
  • Le politiche formative sono connesse all'evoluzione dei paradigmi organizzativi.

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