Aristotele e il Determinismo

La teoria di Aristotele sulla causalità è stata interpretata in modo da sostenere sia il determinismo che l'indeterminismo.

Secondo questa interpretazione, Aristotele sosteneva che le azioni umane sono libere e non determinate da cause esterne.

Questa interpretazione suggerisce che Aristotele credeva che tutti gli eventi fossero causati da eventi precedenti, e quindi, predeterminate.

La posizione prevalente è che Aristotele non abbia affrontato il determinismo in maniera sistematica.

Aristotele non ha mai sviluppato una teoria esplicita di volontà autonoma.

Il destino (heimarmene) non è un tema centrale nel pensiero di Aristotele.

Aristotele, pur non affrontando esplicitamente il determinismo, lasciò spunti per diverse interpretazioni.

Il principio che afferma che ogni proposizione deve essere vera o falsa.

Eventi futuri che possono accadere o non accadere, la cui verità o falsità non può essere determinata in anticipo.

La tesi che afferma che tutto ciò che accade è determinato da cause precedenti e quindi necessario.

La differenza tra ciò che accade inevitabilmente e ciò che potrebbe accadere in modi diversi.

Azioni che derivano da una scelta consapevole e che sono influenzate da deliberazione e volontà.

Eventi che possono accadere in modi opposti, senza una tendenza specifica.

Eventi che tendono a verificarsi in un modo preciso, pur rimanendo possibili alternative.

Eventi che accadono inevitabilmente e non sono soggetti a deliberazione o casualità.

Il principio che afferma che per evitare una regressione infinita di cause, deve esistere un principio primo non causato da altro.

Argomento che sostiene che se ogni evento è causato da un altro, si crea una catena di cause infinita e indeterminata.

Eventi che si verificano in modo prevedibile e ripetitivo, come le stagioni.

La capacità di deliberare e agire in base alle proprie scelte, un'idea che Aristotele difende contro il determinismo.

L'idea che non tutto accade per necessità, ma che esiste la possibilità di eventi contingenti e decisioni libere.

La parte della filosofia che si occupa di studiare la natura dell'essere e della realtà.

Nel mito di Er, Platone afferma che la responsabilità delle azioni è individuale, mentre la divinità non ha colpe.

Aristotele afferma che le azioni individuali plasmano la nostra natura. Le nostre azioni ripetute ci rendono ciò che siamo.

Aristotele asserisce che l'essere umano è la causa principale del suo agire. Siamo noi a scegliere tra due possibilità.

L'idea che il determinismo elimini il caso e il contingente è un'idea chiave di Aristotele.

Aristotele esamina il determinismo in tre sfere: logica, metafisica e fisica, ed etica. Queste aree sono interconnesse.

Secondo Aristotele, l’uomo agisce come principio delle proprie azioni, ossia è la prima causa (arche) e responsabile (aitios) di ciò che fa.

Le azioni umane, contrariamente a quelle causate da principi fisici o matematici, sono contingenti, ossia possono accadere o non accadere.

Le catene causali che coinvolgono azioni umane non sono infinite, ma devono avere un principio in una causa prima, che non è a sua volta causata da altro.

Se un effetto è contingente, ossia può variare, la sua causa deve essere anch’essa contingente, in grado di dare origine a risultati differenti.

L'uomo è responsabile (aitios) delle azioni che dipendono da lui, non solo perché le causa, ma perché ha la capacità di scegliere di compierle o meno.

La lode e il biasimo si applicano solo alle azioni che l'uomo può decidere di compiere o non compiere, non a quelle determinate da cause esterne.

Le azioni volontarie (ekousia) derivano da una scelta consapevole (kata proairesin), ma non è chiaro se tutte le azioni volontarie siano frutto di una decisione esplicita.

Le azioni umane sono una sottocategoria del contingente, come affermato da Aristotele nel De Interpretatione.

La critica moderna al pensiero di Aristotele sulla contingenza si basa sull'idea che Aristotele non tenga conto di contesti specifici e situazioni particolari.

Secondo alcuni critici, una volta formato il carattere, l'uomo perde la libertà di agire, essendo influenzato da educazione, famiglia e società.

Alcuni studiosi cercano di conciliare il pensiero di Aristotele con il compatibilismo, sostenendo che il libero arbitrio è compatibile con le cause deterministiche.

Aristotele non era un determinista rigoroso, ma sosteneva l'indipendenza causale delle azioni umane, rifiutando una causalità meccanicistica.

Secondo Aristotele, l'uomo è responsabile delle proprie azioni perché è principio e causa di esse, in un contesto di contingenza e scelta.

Il pensiero di Aristotele segna una svolta nel dibattito sul determinismo, ampliando la discussione oltre la colpa dei malvagi a tutte le azioni umane.

Aristotele rifiuta il determinismo rigido, sostenendo che molte azioni dipendono da noi (eph’autoi) e non da cause necessarie.

Aristotele, pur non affrontando il problema in modo sistematico, potrebbe aver criticato implicitamente alcuni pensatori dell'Accademia platonica che sostenevano il determinismo.