Accordi di Programma e Consorzi, 10° classe

Un sistema elettorale in cui i seggi vengono assegnati in base alla percentuale di voti ricevuti da ciascun partito.

Un sistema elettorale in cui il seggio è assegnato al candidato che ha ricevuto più voti in un determinato collegio elettorale.

Una percentuale minima di voti che un partito deve ottenere per poter entrare in parlamento.

Un bonus di seggi assegnato ad un partito che ottiene una determinata percentuale di voti.

Un principio che afferma che le decisioni dovrebbero essere prese al livello più basso possibile di governo.

La legge che ha introdotto la riforma del titolo V della Costituzione italiana, riguardante la divisione delle competenze tra Stato e Regioni.

Un testo legislativo che regola l'organizzazione e il funzionamento degli enti locali in Italia.

La riforma del titolo V della Costituzione italiana, attuata nel 2001, che ha ridefinito la distribuzione delle competenze tra Stato e Regioni.

Il Prefetto è il soggetto responsabile della supervisione e del controllo del funzionamento dell'ente locale, assicurando che operi in modo efficiente.

Le Conferenze sono organismi che offrono un forum di dialogo e coordinamento tra diversi enti, tra cui il Prefetto e gli enti locali.

I CAL (Consigli Autonomici Locali) sono organi consultivi che supportano le regioni nella legislazione che riguarda gli enti locali.

Un ente locale, come un Comune, è un soggetto che rappresenta la comunità, si occupa dei suoi interessi e ne promuove lo sviluppo.

L'autonomia di un ente locale indica la sua capacità di autogovernarsi e prendere decisioni in modo indipendente.

La proiezione territoriale di un ente locale indica il territorio geografico che rientra nella sua giurisdizione e influenza.

La residenza è il luogo dove una persona ha fissato la sua dimora abituale e dove è ufficialmente registrata.

"Dimora" fa riferimento al luogo dove una persona vive abitualmente, anche se non è formalmente registrata lì.

Il TUEL prevede l'istituzione di Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) per favorire l'esercizio associato delle funzioni dei comuni di minore dimensione demografica. La Regione è responsabile dell'individuazione dei livelli ottimali per la gestione di servizi come i rifiuti e l'acqua.

A livello di organizzazione degli enti locali, la finanza pubblica è di competenza statale. Lo Stato definisce le modalità per la riorganizzazione degli enti locali.

Il primo modo per attivare la riorganizzazione degli enti locali è l'esercizio associato delle funzioni. Questo significa che più comuni collaborano per gestire servizi in comune.

La modifica di un comune può includere la creazione di un nuovo comune, la fusione di due comuni o il ridimensionamento di un comune esistente.

È possibile modificare un comune solo se il comune risultante ha almeno 10.000 abitanti. Non è possibile creare nuovi comuni con meno di 10.000 abitanti.

La modifica di un comune viene approvata con una legge regionale. Questa legge può essere impugnata dalla Corte Costituzionale se lo Stato ritiene che contraddica i principi costituzionali.

Le fusioni di comuni prevedono una fase transitoria. Questa fase prevede la definizione di un percorso per l'integrazione dei due comuni.

Le popolazioni interessate da una modifica o fusione di un comune devono essere consultate, insieme ai comuni limitrofi che potrebbero essere interessati.

Un accordo formale tra più soggetti pubblici (e eventualmente anche privati) per la gestione condivisa di determinate competenze, servizi o funzioni, che prevede la definizione di obblighi, interessi e competenze di ciascun partecipante.

Un processo di consultazione e confronto tra diversi soggetti interessati alla realizzazione di un progetto o alla realizzazione di un atto amministrativo. Si tratta di un iter procedimentale, non di una forma di cooperazione o di gestione condivisa.

Una forma di collaborazione tra più enti pubblici che prevede la creazione di un soggetto giuridico esterno con compiti specifici, come la gestione di un servizio o di una funzione.

Un tipo di consorzio che svolge attività di servizio, come la gestione di un servizio pubblico.

Un tipo di consorzio che svolge attività di funzione, come la gestione di un servizio pubblico.

Organo fondamentale di un consorzio, composto da rappresentanti dei comuni aderenti al consorzio. Ha il potere di modificare lo statuto del consorzio e di eleggere il consiglio d'amministrazione.

Organo di gestione di un consorzio, composto da membri eletti dall'assemblea. Ha il compito di gestire le attività del consorzio e di attuare le decisioni dell'assemblea.

Norme che si applicano ai consorzi, in quanto soggetti giuridici esterni con autonomia gestionale, che si distinguono dalle convenzioni, che sono accordi tra enti pubblici.

Un soggetto che nasce dalla collaborazione di più comuni per gestire un servizio o una funzione specifica, con un consiglio di amministrazione nominato dai comuni membri.

Poteri decisionali che vengono attribuiti alla governance del consorzio, ovvero ai comuni membri, piuttosto che a soggetti privati.

Il consorzio è una soluzione alternativa alle aziende speciali, più versatile e con maggiore autonomia.

La legge 488 del 2001 ha riconosciuto i consorzi come una forma organizzativa valida per i servizi pubblici, con la possibilità di combinare aspetti pubblici e privati.

La soppressione dei consorzi di funzione è avvenuta nel 2009 per evitare la creazione di enti paralleli ai comuni, rafforzando il ruolo degli enti locali.

I liberi consorzi siciliani sono una struttura amministrativa che unisce più comuni e prendono in parte il ruolo delle province.

Dopo la legge Delrio, le province hanno subito una profonda riorganizzazione, perdendo alcune funzioni e cambiando la loro struttura.

Nel caso di dimissioni del sindaco, il consiglio comunale viene sciolto e l'ente locale viene commissariato. Questo perché il destino del sindaco e del consiglio comunale sono interdipendenti e legati dal principio 'simul stabunt vel simul cadent'.

Il diritto di voto per gli enti locali ha avuto un percorso storico: iniziato in epoca monarchica, bloccato durante il fascismo e reintrodotto con la Repubblica. La legge 81/93 disciplina il voto per i sindaci e la legge 56/2014 per i presidenti di provincia.

Le elezioni per gli enti locali si svolgono di norma in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno. La data precisa viene fissata dal Ministero dell'Interno non oltre il 30° giorno precedente alla comunicazione al prefetto. In caso di scioglimento del consiglio prima del 24 febbraio, l'ente viene commissariato.

A causa di eventi eccezionali come il Covid, è stato necessario spostare alcune elezioni. Ad esempio, molti comuni hanno votato a settembre 2020 e dovranno rivotare nel 2025. La discussione attuale riguarda la data di queste nuove elezioni.

La legge 28/2000, e le sue successive modifiche, garantiscono la parità di accesso alle informazioni per tutti i candidati durante le campagne elettorali. La legge prevede anche il divieto di comunicazione pubblica da parte delle amministrazioni, ad eccezione delle informazioni istituzionali necessarie ai cittadini.