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• Il contributo si concentra sulle questioni metodologiche nella ricerca di genere e media, un'area in continua discussione ed evoluzione.
• Le metodologie variano in base alle prospettive: l'uguaglianza dei sessi predilige metodi quantitativi, mentre l'attenzione alle differenze di genere favorisce i metodi qualitativi.
• Lo studio è nato negli Stati Uniti dai movimenti femministi degli anni '60 e '70, per poi diffondersi in Europa.
• Inizialmente, l'interesse era sulla rappresentazione delle donne nei media, negli ultimi dieci anni si è esteso anche alla rappresentazione degli uomini.

Analisi Quantitativa e "Oggettiva" del Contenuto

• Negli anni '70, la maggior parte delle analisi sul genere nei media, specialmente nella pubblicità televisiva, utilizzava metodi quantitativi.
• La prospettiva femminista dominante era quella dell'uguaglianza dei sessi, con un approccio "ruolo-immagine".
• Si confrontavano i dati sulle immagini femminili con quelli sulle immagini maschili per quantificare la discriminazione di genere.
• Le donne erano spesso rappresentate in modo stereotipato, offensivo e svalutante, come casalinghe o oggetti sessuali.
• Si suggerì di aumentare il numero di donne che lavorano nei media e in posizioni dirigenziali per modificare la loro immagine.
• Verso la fine degli anni '70, il dibattito su "genere e media" portò a una revisione teorica e metodologica.
• Il modello della "parità dei sessi" fu criticato, con femministe radicali che contestavano l'idea di voler raggiungere la parità con gli uomini.
• Negli anni '80 si svilupparono nuove prospettive femministe che, incontrandosi con le teorie post-strutturaliste, decostruirono il concetto di "uguaglianza tra i sessi".
• I metodi quantitativi furono giudicati troppo semplicistici e inadatti a cogliere lo sfruttamento del genere femminile nei media, privilegiando i metodi qualitativi basati sulla soggettività del ricercatore.
• Si ipotizzò che la distinzione tra donne rappresentate dai media e donne reali fosse falsa, poiché la vita delle donne era strettamente legata a immagini stereotipate di cultura patriarcale.
• Alla fine degli anni '80, ci si allontanò dall'idea che riorganizzare il numero di donne in posizioni chiave nei media avrebbe eliminato gli stereotipi di genere.
• Van Zoonen afferma che "il genere in sé non è un fattore sufficiente per spiegare le presentazioni professionali e i valori delle giornaliste".
• Nonostante l'aumento del numero di giornaliste, le donne sono ancora sottorappresentate rispetto agli uomini, dipingendo un'immagine di un mondo in cui sono principalmente assistenti, non dirigenti.
• Anche quando le giornaliste sono presenti in numero uguale, le loro opinioni sono meno utilizzate dai giornalisti, che tendono a imitare routine professionali maschiliste.
• Il pensiero più recente sottolinea l'importanza sia di metodi quantitativi che qualitativi per rivelare il punto di vista che descrive una storia e come le donne vengono svalutate.

Analisi Qualitativa e "Soggettiva" del Pubblico

• All'inizio degli anni '80, l'attenzione si spostò sullo studio del piacere che la cultura popolare offre al pubblico televisivo, noto come Audience Studies.
• Il pubblico era visto come un insieme di soggetti differenziati per caratteristiche sociologiche (genere, etnia, sesso, classe), in grado di offrire interpretazioni diverse a uno stesso testo.
• Furono condotti studi etnografici (studio dei significati profondi di azioni quotidiane) nell'ambito degli Audience Studies tra gli anni '80 e '90.
• Si utilizzarono tecniche qualitative come interviste approfondite e osservazione partecipante, studiando il pubblico reale in ambienti di vita ordinari come la "casa".

Ricerca di Morley

• La ricerca esplorò gli effetti del contenuto sui pubblici maschili e femminili.
• Lo studio etnografico di Morley (1986) sulle famiglie della classe operaia nei sobborghi di Londra mostrò come le abitudini e gli stili di visione televisiva di mogli e mariti fossero basati sui loro ruoli in casa.
  • Uomini: Vedono la casa come un luogo di svago dopo il lavoro e preferiscono una visione attenta.
  • Donne: Considerano la visione come un'attività sociale, che implica conversazione e svolgimento di altre attività domestiche, poiché la casa è la loro sfera di lavoro.

Ricerca di Hobson

• Dalla ricerca etnografica di Hobson (1982) nacque un filone sull'analisi del pubblico femminile delle soap opera, per approfondire la condizione oppressa delle casalinghe e il loro rapporto con l'ideologia patriarcale presente nella soap.
• La ricerca evidenziò come il punto centrale delle soap sia proprio la comprensione delle donne dal punto di vista di una donna.
• Questo studio mette in luce la complessità del rapporto testo-spettatore, esaminando l'incoerenza nelle risposte dei telespettatori, capaci di immedesimarsi sia nei personaggi femminili forti, sia in quelli che perdono e sono deboli.

Studio Etnografico di Brown

• Altre ricerche, come quella di Brown (1994) su 26 appassionati di telenovela, rivelarono che il piacere di guardare le telenovele si basa sulla possibilità di sviluppare solidarietà tra loro parlando degli episodi, spesso decostruendo le relazioni gerarchiche tra i sessi.
• Nel gossip femminile si crea una rete di potenziale "resistenza" alla cultura patriarcale dominante.

Livingstone (1998)

• Verso la fine degli anni '90 emerse un dibattito sul paradigma interpretativo nella ricerca sul pubblico e sull'uso di metodi qualitativi ed etnografici.
• Livingstone riassunse le critiche rivolte agli Audience Studies, accusati di aver attribuito troppo "potere" al pubblico, considerandolo come un pubblico attivo che "resiste" all'ideologia dominante.
• La critica si concentrò sui metodi qualitativi, che richiedevano una revisione.
• L'analisi qualitativa "micro" non può essere applicata a tutto il pubblico e presenta eccessiva contestualizzazione.
• Livingstone e Morley proposero che gli studi futuri utilizzino micro e macroanalisi del pubblico, tenendo conto sia dei possibili condizionamenti sia della creatività di letture inaspettate.

Metodi Qualitativi\Quantitativi e il Web

• Negli ultimi decenni si sono aperti dibattiti e sfide metodologiche riguardanti il tema di "genere e media" nel mondo di Internet.
• Un problema riguarda la possibilità di creare identità virtuali (spesso nascondendo o modificando l'identità sessuale), invalidando l'analisi del pubblico secondo le categorie sociodemografiche.
• Un secondo aspetto riguarda il campo di studio: la metafora spaziale di Internet come "luogo" ha trovato un accordo nell'uso del metodo etnografico, poi criticato per aver ignorato le interazioni che avvengono altrove.
• Negli ultimi anni, si è resa necessaria una revisione dell'approccio etnografico per inquadrarlo in strategie più complesse con modalità diverse e complementari.
• Si inizia a parlare di etnografia virtuale, includendo ambienti diversi e focalizzandosi su un argomento comune anziché su un luogo.
• Gli studi su internet tendono a privilegiare approcci metodologici qualitativi per valutare le differenze di potere tra donne e uomini, offrendo un punto di vista sulla realtà attraverso Internet.
• La ricerca qualitativa di Turkle (1995) descritta in Life On The Screen" esamina le ricerche etnografiche sugli utenti di un newsgroup dedicato alle soap opera.
• Coniugare i metodi qualitativi con quelli quantitativi è fondamentale, ad esempio per rilevare il gender digital divide o per svelare l'importanza del fenomeno dei blog tenuti da donne.
• La ricerca qualitativa si presta a far emergere la cultura delle donne, ponendo l'accento sull'importanza di comunità e reti virtuali femminili.
• Il divario tra presenza quantitativa e l'importanza qualitativa è un tema cruciale, poiché le donne sono spesso dietro le quinte e assenti dalle politiche riguardanti il governare internet.
• Internet offre un punto di vista prevalentemente maschile nella gestione dei programmi e dei motori di ricerca.

Conclusioni

• I dibattiti sulle linee di ricerca (ricerca quantitativa anni '70 e qualitativa anni '80-'90) mostrano la difficoltà nell'utilizzare una metodologia che attribuisca la stessa importanza alla ricerca quantitativa e qualitativa.
  • Ricerca quantitativa (macro): In linea con i temi del movimento delle donne degli anni '70, criticata per aver forzato i risultati della ricerca rivelando dati "oggettivi" e confrontato il tipo ideale di donna corretta e realistica con l'immagine diffusa dai media.
  • Ricerca qualitativa (micro): In linea con i movimenti femministi basati sul concetto di “differenza dei sessi" e sulle teorie post- strutturaliste, criticata per aver forzato i risultati attribuendo intenzioni agli spettatori e presentando dati troppo "micro".
• Nonostante ciò, il dibattito obiettività\soggettività difficilmente si esaurirà, poiché la rappresentazione di genere nei media aiuta a costruire la realtà sociale, anche se è difficile fornire un'interpretazione univoca.
• Si sottolinea la lettura problematica dell'immagine delle donne nei media, che le rappresentano sia come "moderne” che come oggetti passivi.
• Per quanto riguarda il gender digital divide, è quasi raggiunta la parità numerica tra uomini e donne tra le giovani generazioni.