Manuale provinciale per la formazione dei soccorritori - Edizione 2018
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2018
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This document is a training manual for basic emergency responders, published by the Autonomous Province of Trento in Italy in 2018. The manual covers topics including basic life support, trauma care, and the patient assessment process. It is intended for aspiring emergency responders and offers a comprehensive guide for those working in pre-hospital settings in the Trentino region.
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Provincia Autonoma di Trento Manuale provinciale per la formazione base Assessorato alla Salute, politiche sociali e sport dei soccorritori Edizione 2018 Croce Rossa Italiana Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori Edizione 2018 Giunta della Provincia autonoma di Trento Ottobre 2018 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori Edizione 2018 Provincia autonoma di Trento Ufficio Formazione e sviluppo delle risorse umane Via Gilli 4, 38121 Trento [email protected] telefono 0461.494105 www.trentinosalute.net A cura di: Mauro Anesi (coordinatore controllo qualità e logistica U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Giovanni Avi (autista soccorritore U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Sergio Baldracchi (autista soccorritore U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Michele Bertagnolli (coordinatore infermieristico postazione Cles e Pellizzano U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Nicoletta De Giuli (coordinatrice infermieristica postazione Fiemme e Fassa U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Cristina Facinelli (infermiera Centrale Operativa Provinciale U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Ivano Floriani (coordinatore infermieristico postazione Rovereto U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Giorgio Folgheraiter (medico responsabile Centrale Operativa Provinciale U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Nadia Fontan (coordinatrice infermieristica postazione Primiero U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Luca Garattini (infermiere U.O. Anestesia e Rianimazione Rovereto, APSS); Paolo Ianes (avvocato, Trento); Gabriele Larger (infermiere Centrale Operativa Provinciale U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Roberta Levato (responsabile del personale non dirigenziale U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Moira Moser (psicologa psicoterapeuta esperta di psicologia dell’emergenza, Psicologi dei Popoli Trento); Francesco Pizzolli (infermiere Centrale Operativa Provinciale U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Alessia Pontirolli (infermiera U.O. Anestesia e Rianimazione 2 - Trento, APSS); Maurizia Scaletti (direttrice Centro Formazione Croce Rossa Italiana - Trentino); Angelo Scarciafratte (infermiere Centrale Operativa Provinciale U.O. Trentino Emergenza 118, APSS); Massimo Soffiati (medico neonatologo U.O. Neonatologia - Trento, APSS); Andrea Ventura (medico rianimatore U.O. Anestesia e Rianimazione 1 - Trento, APSS). Licenza d’uso La presente pubblicazione è stata redatta nell’intento di fornire una guida agli aspirati soccorritori di ambulanza inseriti nel sistema di emergenza urgenza in provincia autonoma di Trento. I contenuti sono costantemente controllati dagli autori e aggiornati con la massima diligenza possibile. Tuttavia gli autori e quanti hanno collaborato con la stesura della presente pubblicazione declinano ogni responsabilità, diretta o indiretta, nei confronti dei lettori e in generale di qualsiasi terzo, per eventuali imprecisioni, errori, omissioni, danni (diretti, indiretti, punibili e sanzionabili) derivanti dall’interpretazione dei contenuti della pubblicazione stessa. Per conseguenza, il lettore è avvertito che l’uso che egli faccia delle informazioni presenti in questa pubblicazione ricade sotto la sua completa ed esclusiva responsabilità. Nel caso in cui si utilizzino contenuti presenti in questa pubblicazione è possibile riprodurne una parte solo per uso personale e senza alcuna finalità di lucro e comunque sempre citando la fonte. L’utilizzo e la riproduzione del presente manuale, sotto qualsiasi forma, a fini di vendita o commercio, o per iniziative aventi scopo di lucro o comunque diverse da quelle consentite è vietato senza il consenso esplicito degli autori. Tutto il materiale presente in questa pubblicazione, a eccezione di quello specificatamente indicato, è e rimane di proprietà dei suoi autori e qualsiasi violazione verrà perseguita tramite le azioni legali previste dalla vigente legge italiana. Tutti i marchi, così come ogni riferimento a diritti di privativa industriale non appartenenti ai suoi autori, sono citati in funzione meramente descrittiva, senza alcun pregiudizio per i diritti dei rispettivi titolari. Se invece qualcuno leggendo la pubblicazione crede che il suo lavoro sia stato copiato in modo tale da configurare una violazione delle leggi sul copyright, è tenuto a notificarlo agli autori che risolveranno prontamente la situazione. Immagini Alcune delle immagini contenute nel manuale sono prese da Internet; se qualcuno vedendo la pubblicazione crede che il suo lavoro sia stato copiato in modo tale da configurare una violazione delle leggi sul copyright, è tenuto a notificarlo agli autori che risolveranno prontamente la situazione. Le immagini inserite nel capitolo del BLSD sono prese dal sito www.erc.edu che ne detiene il copyright. Le immagini inserite nel capitolo dell’elisoccorso sono prese dall’opuscolo “Supporto Elicottero” e la Scuola Provinciale Antincendi della Provincia autonoma di Trento ne detiene il copyright. © copyright Giunta della Provincia autonoma di Trento – 2018 PREFAZIONE Dall’inizio degli anni Novanta nel soccorso extra ospedaliero i criteri di intervento, le tecniche, le funzioni, i doveri e le responsabilità dei soccorritori sono evoluti in maniera esponenziale. Questa continua evoluzione ha contributo a cambiare e incrementare le competenze dei soccorritori, renden- doli sempre più protagonisti nel sistema di emergenza. Gli studi e le pubblicazioni provenienti da società scientifiche, lo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi stru- menti hanno introdotto nel sistema modalità di lavoro codificate e basate su prove di efficacia che sono oggi alla base delle conoscenze che ogni soccorritore deve avere per svolgere in modo professionale la propria opera a favore di chi ha bisogno. Questo manuale nasce dalla collaborazione di tutte le Associazioni di Volontariato convenzionate con la Provincia Autonoma di Trento per il soccorso sanitario che, tramite i loro rappresentanti, hanno messo a disposizione il materiale didattico che già utilizzavano nei corsi per aspiranti soccorritori. Tale materiale è stato condiviso e supervisionato da istruttori di Trentino Emergenza. I contenuti sono coerenti con i protocolli di intervento in uso in provincia di Trento e traducono nella pratica le indicazioni generali delle linee guida internazionali. Grazie a questa collaborazione sinergica, ne è uscito un vero e proprio testo utile per lo studio dell’aspirante soccorritore durante il corso di base ed un riferimento consultabile anche nel corso del tempo, ma anche un testo di riferimento per i docenti e gli istruttori che avranno la grande responsabilità di formare i futuri soccorritori. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a questo lavoro rendendo possibile la pubbli- cazione del primo manuale per aspiranti soccorritori in Provincia di Trento. Dott.Oliviero Valoti Dott.ssa Roberta Levato Direttore Responsabile del personale non dirigenziale U.O. Trentino Emergenza 118 U.O. Trentino Emergenza 118 Indice 1. Acronimi e terminologia anatomica Acronimi.............................................................................. 9 Terminologia anatomica............................................................... 10 2. Introduzione Il ruolo del soccorritore................................................................ 13 Il sistema di emergenza sanitaria in Trentino.............................................. 14 3. Le tre funzioni vitali e le loro principali alterazioni Il sistema nervoso e la coscienza....................................................... 17 L’apparato respiratorio e il respiro....................................................... 23 L’apparato cardiocircolatorio e la circolazione ematica.................................... 31 4. Approccio al paziente colto da malore La catena della sopravvivenza.......................................................... 37 Anticipazione........................................................................ 37 Valutazione della scena: sicurezza e triage............................................... 38 5. Supporto di base delle funzioni vitali e defibrillazione precoce nell’adulto La sequenza B.L.D.S. per soccorritori.................................................... 43 “A” Airway (vie aeree)................................................................. 43 “B” & “C” Breathing & circulation (respiro e circolo)...................................... 45 “D” Defibrillation (defibrillazione)....................................................... 48 6. Traumatologia Lesioni traumatiche della cute.......................................................... 55 Emorragie........................................................................... 56 Corpi estranei........................................................................ 59 Congelamento........................................................................ 62 Lesioni muscolo-scheletriche........................................................... 63 7. Approccio al paziente politraumatizzato Metodologia del soccorso............................................................. 67 8. Supporto di base delle funzioni vitali e defibrillazione precoce nel pediatrico (P.B.L.S.D) Età pediatriche....................................................................... 73 La sequenza P.B.L.S.D. per soccorritori.................................................. 73 Ostruzione da corpo estraneo.......................................................... 77 9. Il parto. Assistenza alla madre e al neonato La valutazione della gravida............................................................ 81 Assistenza alla gravida in travaglio...................................................... 81 Assistenza alla donna durante la fase espulsiva........................................... 82 Assistenza alla donna durante il secondamento........................................... 83 Emergenze ostetriche................................................................. 83 Assistenza al neonato................................................................. 83 10. Aspetti relazionali con l’équipe e con l’utenza L’Io nella relazione di soccorso......................................................... 87 Gli altri nella relazione di soccorso...................................................... 88 Creare il Noi e comunicare di conseguenza............................................... 88 Princìpi base di una comunicazione efficace.............................................. 89 Comunicazione e relazione nel trasporto sanitario......................................... 91 Comunicazione e relazione in emergenza................................................ 92 Le emozioni sono contagiose........................................................... 92 11. La gestione dell’incidente maggiore Comportamento del primo equipaggio sul posto........................................... 95 Il triage.............................................................................. 96 I nidi di soccorso..................................................................... 97 Il posto medico avanzato............................................................... 97 La sacca per eventi maggiori........................................................... 97 La gestione degli eventi maggiori rientranti nelle casistiche N.B.C.R.......................... 98 12. Sicurezza della scena e autoprotezione. Princìpi di igiene Autoprotezione...................................................................... 101 Princìpi di igiene..................................................................... 106 Sicurezza della scena................................................................ 106 13. Codici di gravità e protocolli radio Codici di gravità e protocolli radio...................................................... 109 Segnalazione acustica e visiva dell’ambulanza in relazione all’evento....................... 112 Comunicazioni....................................................................... 112 14. Interventi con l’elisoccorso Interventi con l’elisoccorso........................................................... 115 15. Aspetti giuridici del soccorso La figura giuridica del soccorritore..................................................... 117 Ambiti di responsabilità del soccorritore................................................ 117 Le azioni del soccorritore............................................................. 119 Lo stato di necessità come scusante................................................... 119 La guida dell’ambulanza in casi di urgenza.............................................. 120 L’utilizzo delle cinture di sicurezza e le norme di sicurezza................................. 120 Il trasporto in ambulanza dell’accompagnatore e del minore............................... 120 Responsabilità nell’intervento e trasporto............................................... 121 Il principio del consenso alle cure...................................................... 121 Il trattamento sanitario obbligatorio (TSO)............................................... 122 La necessità di documentazione....................................................... 122 Articoli citati........................................................................ 123 16. Glossario Glossario........................................................................... 125 17. Bibliografia e fonti Bibliografia e fonti................................................................... 139 1. ACRONIMI E TERMINOLOGIA ANATOMICA ACRONIMI ACC Arresto CardioCircolatorio RCP Rianimazione Cardio-Polmonare ALS Advanced Life Support SCA Sindrome Coronarica Acuta APSS Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari SNA Sistema Nervoso Autonomo BLS Basic Life Support SNC Sistema Nervoso Centrale BLSD Basic Life Support and Defibrillation SNP Sistema Nervoso Periferico BPCO BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva SpO2 Saturazione Periferica di Ossigeno CNSAS Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico SVDN Sveglio, Voce, Dolore, Nessuna CO Monossido di Carbonio TIA Transient Ischemic Attack CO2 Anidride Carbonica TSO Trattamento Sanitario Obbligatorio C.O.P. Centrale Operativa Provinciale TV Tachicardia Ventricolare CSS Coordinatore dei Soccorsi Sanitari VVF Vigili del Fuoco CTS Coordinatore dei Trasporti Sanitari CUE Centrale Unica Emergenza CUR Centrale Unica di Risposta DAE Defibrillatore semiAutomatico Esterno DPI Dispositivi di Protezione Individuale DSS Direttore dei Soccorsi Sanitari EPA Edema Polmonare Acuto FA Fibrillazione Atriale FC Frequenza Cardiaca FR Frequenza Respiratoria FV Fibrillazione Ventricolare GAS Guarda, Ascolta, Senti GCS Glasgow Coma Scale HEMS Helicopter Emercency Medical Service IMA Infarto Miocardico Acuto KED Kendrick Estrication Device MCE Massaggio Cardiaco Esterno MoToRe Movimento, Tosse, Respiro MSA Mezzo di Soccorso Avanzato MSB Mezzo di Soccorso di Base NBCR Nucleare Batteriologico Chimico Radiologico OPaCS Osserva, Palpa, Conta, Saturimetria PA Pressione Arteriosa PAD Pressione Arteriosa Diastolica PALS Paediatric Advanced Life Support PAO Pressione Arteriosa Omerale PAS Pressione Arteriosa Sistolica PAT Provincia autonoma di Trento PBLS Paediatric Basic Life Support PBLSD Paediatric Basic Life Support and Defibrillation PMA Posto Medico Avanzato PNX Pneumotorace PS Pronto Soccorso Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 9 TERMINOLOGIA ANATOMICA L’anatomia e la medicina hanno un vocabolario inter- nazionale di riferimento. Anche se sono noti i termini comuni con cui vengono chiamate le varie parti del corpo, è necessario imparare la corretta nomencla- tura anatomica per far si che la comunicazione tra operatori sanitari (volontari compresi) sia univoca e riduca al minimo il rischio di fraintendimenti ed er- rori. LA POSIZIONE ANATOMICA Per evitare ambiguità, indipendentemente dalla posizione reale in cui si trova il paziente, tutte le descrizioni anatomiche sono riferite alla posizione anatomica. Con il termine posizione anatomica ci si riferisce a un soggetto che si trova: in piedi; testa e sguardo rivolti in avanti; braccia lungo il corpo con il palmo delle mani ri- volto anteriormente; gambe unite e piedi in avanti. PIANI ANATOMICI E RIFERIMENTI La descrizione anatomica delle varie parti del corpo umano è basata su piani immaginari che attraversa- no il corpo in posiziona anatomica. Piano sagittale mediano Piano coronale Piano trasversale 10 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 Piano mediano: attraversa il corpo longitudi- nalmente dividendolo in una metà destra ed una sinistra. A tal proposito ricordate che “destra” e “sinistra” sono sempre riferiti al lato del paziente e non alla posizione dell’osservatore. Piani sagittali: sono piani paralleli al piano me- diano, ma spostati lateralmente rispetto ad esso. Rispetto ad un piano sagittale, le parti più vicine al piano mediano verranno definite mediali, quel- le più lontane laterali; ad esempio, se conside- riamo un piano sagittale che attraversa la mano in posizione anatomica, possiamo dire che il primo dito (pollice) si trova lateralmente, mentre il quin- to dito (mignolo) si trova medialmente. Piano coronale: è un altro piano verticale che passa attraverso il corpo ad angolo retto con il piano mediano e divide il corpo in una parte ante- riore (o ventrale) e una posteriore (o dorsale). Es. le dita del piede sono anteriori rispetto alla caviglia. Piano trasversale (o orizzontale): interseca ad angolo retto i piani precedenti dividendo il corpo in una parte superiore (o craniale) e una in- feriore (o caudale). Es. la vescica occupa una posizione caudale rispetto al cuore; il cervello è craniale rispetto al midollo spinale. A parte il piano mediano, che è fisso e divide il corpo in due metà esteriormente simmetriche, gli altri pia- ni possono essere spostati per “sezionare” e descri- vere le parti del corpo secondo le esigenze. Per quanto riguarda gli arti, vengono utilizzati an- che altri termini nella descrizione anatomica. Per indicare la posizione di una zona rispetto all’origine dell’arto stesso la parte più lontana dal tronco viene definita distale, mentre quella più vicina prossima- le; ad esempio la coscia si trova distalmente all’an- ca e prossimalmente al ginocchio. POSIZIONI DEL PAZIENTE Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 11 MOVIMENTI 12 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 2. INTRODUZIONE IL RUOLO DEL SOCCORRITORE Le mansioni che può svolgere il soccorritore possono sembrare limitate se raffrontate a quelle di medici e infermieri, in quanto professionisti con una forma- In Trentino la formazione del soccorritore è rego- zione specifica; tuttavia, grazie alla sua preparazio- lamentata da specifiche delibere che stabiliscono ne, il soccorritore è in grado di gestire in autonomia i contenuti del corso di formazione. Al termine del la maggior parte delle urgenze lievi o moderate e corso si ottiene l’abilitazione a “soccorritore” rico- partecipa attivamente, collaborando con medici e nosciuta in provincia di Trento per operare sui mezzi infermieri, nel trattamento dei pazienti più gravi. di soccorso. Caratteristiche fondamentali di un “buon soccorrito- Il soccorritore potrà far parte di equipaggi impiegati: re” sono: nell’emergenza-urgenza: tutti i servizi di soccorso essere sicuro delle proprie capacità e consapevo- comprese le maxiemergenze; le dei propri limiti; nei trasporti programmati: tutti i servizi che pre- avere sempre un occhio di riguardo per la sicurez- vedono il trasporto dei pazienti con diverse pro- za (propria e altrui); blematiche tra ospedali o da/per il loro domicilio; saper osservare, raccogliere le informazioni im- nell’assistenza a manifestazioni sportive: tutti portanti; i servizi a presidio di gare o manifestazioni per conoscere i protocolli di trattamento di base per garantire un primo intervento sul posto in caso di poter attuare le misure di primo soccorso più ur- necessità. genti (BLSD, gestione del paziente traumatizzato, emostasi, immobilizzazione cervicale,...); COMPOSIZIONE saper relazionarsi costantemente con la Centrale DELL’EQUIPAGGIO Operativa Provinciale (C.O.P.); Sulle ambulanze di soccorso, a prescindere dalla ti- sapere quando è il caso di chiedere aiuto (ALS, pologia di servizio prestato, devono essere presenti VV.F.F., polizia,...); sempre minimo due soccorritori dei quali un autista; avere un atteggiamento collaborativo con l’equi- in alcuni casi il secondo membro dell’equipaggio po- paggio ed altri operatori; trà essere un medico o un infermiere. È possibile an- saper ascoltare il paziente e sostenere i suoi fa- che la presenza di una terza persona che può essere miliari. un soccorritore, un medico, un infermiere oppure un osservatore (tirocinante). Nel manuale sono presenti i contenuti per acquisi- re le conoscenze di base necessarie per svolgere COMPITI DEL SOCCORRITORE le attività elencate sopra e sarà un utile strumento Non esiste un vero e proprio mansionario del soc- da consultare anche dopo, per approfondire quanto corritore. appreso nel corso di base alla luce di un po’ di espe- Sommariamente il soccorritore: rienza sul campo. Come enunciato all’inizio del para- esegue manovre rianimatorie (massaggio cardia- grafo non esiste un vero e proprio mansionario, ma co esterno, ventilazione artificiale e defibrillazio- le attività richieste ad un soccorritore sono scritte in ne); un documento di Trentino Emergenza 118. rileva i parametri vitali di base e riconosce le prin- cipali alterazioni; L’INTERVENTO DI SOCCORSO somministra ossigeno secondo i protocolli; Le varie fasi di un intervento di soccorso possono immobilizza colonna vertebrale, bacino ed arti; venire schematicamente riassunte così: pratica una emostasi; allertamento da parte della C.O.P; protegge e medica temporaneamente le ferite; condivisione delle informazioni relative al servizio assiste un parto d’emergenza; affidato dalla C.O.P. e divisione dei ruoli; trasporta un paziente, posizionandolo a seconda arrivo sul luogo dell’intervento e valutazione della della problematica riscontrata. sicurezza dello scenario; Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 13 avvicinamento al paziente portando con sé LA CENTRALE OPERATIVA l’attrezzatura più indicata; PROVINCIALE prima valutazione dell’infortunato, manovre ur- La C.O.P. è attiva 24 ore su 24, tutti i giorni dell’an- genti di primo soccorso; no e raccoglie le richieste di soccorso da parte di in caso di necessità richiesta di altre risorse (ALS, cittadini. In essa operano infermieri che possono av- altre ambulanze, VV.F.F., forze dell’ordine,...) alla valersi in qualsiasi momento di referenti medici, sia C.O.P.; per problematiche organizzative che operative. Un seconda valutazione dell’infortunato (approfondi- medico ne è il responsabile. mento della valutazione iniziale), stabilizzazione; La C.O.P. dispone di un apparato informatico in gra- trasporto al Pronto Soccorso in accordo con la do di ricercare e localizzare, su mappe elettroniche, C.O.P.; ogni località della provincia di Trento, individuando monitoraggio parametri vitali, raccolta informa- nel frattempo le risorse sanitarie più vicine al luo- zioni aggiuntive e supporto psicologico durante il go in cui si è verificato l’evento. Lo stesso apparato trasporto; consente, inoltre, di registrare ed archiviare i dati compilazione della scheda d’intervento; relativi a ciascun intervento d’emergenza secondo il consegna del paziente al Pronto Soccorso; decreto ministeriale (DM 15/05/1992). ripristino del materiale utilizzato. La centrale operativa dispone poi di un apparato ra- dio che le permette di mettersi in contatto con tutte Non dobbiamo dimenticarci che la buona riuscita di le equipe sanitarie sul territorio, elisoccorso compre- un soccorso dipende anche da una buona gestione so; può inoltre rapportarsi, via radio o via telefono, dei mezzi e dei materiali a disposizione; quindi è im- con tutti gli altri servizi e strutture sanitarie (medici portante occuparsi della verifica e controllo dell’am- della sanità pubblica, guardie mediche, ospedali,...) bulanza e del materiale a bordo. Trovarsi in una si- e con quei servizi non sanitari la cui collaborazione tuazione di emergenza sguarniti di ciò che serve è in svariate circostanze è indispensabile per la ge- una situazione che non deve accadere. stione di un intervento d’emergenza: vigili del fuoco, Per garantire precisione e completezza nelle veri- forze dell’ordine, centrale operativa dell’autostrada fiche sono state create delle check list di controllo A22, soccorso alpino, servizio spiagge sicure, cen- dell’ambulanza e del materiale da compilare ad ini- trali operative 118 di altre province. zio turno. Per concludere ricordiamo che al termine del servizio LE POSTAZIONI sarà compito dell’equipaggio smontante reintegrare DI SOCCORSO TERRITORIALI il materiale utilizzato e lasciare l’ambulanza pulita e Nelle postazioni di soccorso territoriali, denominate in in ordine. gergo PK ed identificate ciascuna da un proprio nume- ro (es. PK 005 = Trentino Emergenza 118 – postazio- ne di Trento), operano equipe sanitarie costituite da personale abilitato ad operare sui mezzi di soccorso, IL SISTEMA DI EMERGENZA dipendenti dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sani- SANITARIA IN TRENTINO tari o volontari del soccorso appartenenti alle diverse associazioni provinciali convenzionate. In alcune po- stazioni queste equipe sono integrate da infermieri. ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA Dal gennaio 1993 in Trentino è attiva l’organizza- L’ELISOCCORSO zione di soccorso sanitario denominata: “Trentino Il servizio di elisoccorso, del nucleo elicotteri Cor- Emergenza 118”, che ha il compito di garantire un po Permanente dei Vigili del Fuoco della Provincia intervento tempestivo in tutte quelle circostanze in Autonoma di Trento, viene coordinato dalla centrale cui, per trauma o per malore, una o più persone si operativa di Trentino Emergenza 118. ritrovino in condizioni gravi, a rischio di invalidità o Ogni giorno sono operativi tre elicotteri (due di gior- di morte e necessitino di cure immediate. Tale orga- no e uno di notte) a bordo dei quali, oltre a pilota e nizzazione dispone di una propria centrale operativa motorista, sono presenti un medico rianimatore, un con sede a Trento (C.O.P. T.E. 118) e di 54 postazioni infermiere di Trentino Emergenza ed un tecnico del di soccorso distribuite sull’intero territorio provincia- soccorso alpino. le oltre alla base di elisoccorso situata all’aeroporto Oltre che per gli interventi di soccorso primario G. Caproni di Mattarello. (HEMS - helicopter emergency medical service), il 14 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 mezzo ad ala rotante viene utilizzato per trasferi- idonea e più vicina a seconda del luogo da raggiun- menti interospedalieri di pazienti in condizioni cri- gere e della gravità delle condizioni delle vittime. tiche (trasporti secondari), per la ricerca di dispersi Dopo la chiamata, nell’attesa dei soccorsi si deve: (SAR - Search & Rescue) e per missioni con l’utilizzo rimanere accanto alla vittima, disponibili a se- del verricello (HHO – Helicopter Hoist Operation). guire le eventuali ulteriori indicazioni da parte dell’infermiere della C.O.P.; LA CHIAMATA DI SOCCORSO inviare possibilmente qualcuno in strada che fac- In applicazione della normativa dell’Unione Europea cia cenno ai soccorritori che giungono sul posto. per qualsiasi emergenza oggi in provincia di Trento si compone il Numero Unico Emergenza (NUE) 112. IL SOCCORSO SANITARIO: Anche digitando i numeri 118-113-115 risponderan- LA SEQUENZA TEMPORALE no gli operatori della CUR 112 (Centrale Unica di L’evento: una o più persone si ritrovano a rischio Risposta) i quali, dopo aver localizzato il chiamante di invalidità o in pericolo di vita per malore o per e individuata la natura del problema, smisteranno trauma. le telefonate agli enti competenti per la gestione La chiamata: viene attivata telefonicamente dell’evento di emergenza: Arma dei Carabinieri, Po- componendo il numero “112”, informando l’ope- lizia di Stato, Vigili del Fuoco, Emergenza Sanitaria. ratore in linea di quanto accaduto. L’intervallo libero: tempo intercorrente tra il momento del malore o del trauma e il successivo arrivo del mezzo di soccorso; durante tale interval- lo è fondamentale l’aiuto fornibile alle vittime dai soccorritori occasionali che si trovano sul posto. L’intervento dei soccorritori: le cure più urgen- ti vengono fornite direttamente sul posto, a due livelli di complessità, a seconda della qualifica dei soccorritori intervenuti: soccorritori di primo livel- lo (tecnici autisti soccorritori di Trentino Emer- genza 118 o volontari del soccorso), infermieri o medici specializzati nell’emergenza. Nel primo caso si parla di mezzi di soccorso di base (MSB), mentre in caso di intervento di infermieri o medici Quando la richiesta di soccorso viene trasferita all’e- si parla di mezzi di soccorso avanzato (MSA). L’in- mergenza sanitaria, il caso viene preso in carico da tervento sul posto di detti soccorritori viene effet- un infermiere della C.O.P. T.E.118 che, verificata la tuato mantenendo il contatto con la C.O.P. T.E.118 localizzazione del chiamante, deve recepire cosa è che coordina la macchina dei soccorsi inviando successo, in quali circostanze, quante persone sono sul posto eventuali ulteriori mezzi, allertando, se coinvolte e le loro condizioni. Sono queste le infor- necessario, le forze dell’ordine ed avvisando l’o- mazioni fondamentali che gli permettono di stabilire spedale che riceverà il paziente. adeguatamente la criticità dell’evento, in un inter- Il trasporto primario: è la fase di trasporto del- vista telefonica, resa spesso difficile dalla concita- la vittima all’ospedale, di regola il più vicino, per zione e dall’agitazione dell’interlocutore coinvolto o proseguire le cure e gli accertamenti del caso; dall’inadeguatezza di un interlocutore che per sva- questa fase costituisce nel contempo un ulteriore riate ragioni non è in grado di riferire informazioni rischio per le condizioni generali del paziente a dettagliate. causa di fattori negativi specifici inerenti al mezzo Questo delicato compito risulta molto facilitato se di trasporto impiegato; tali fattori avversi devono l’interlocutore occasionale, avendo conoscenza delle essere considerati dai soccorritori. nozioni fondamentali di primo soccorso è in grado Cure ospedaliere di primo livello: servono di fornire informazioni dettagliate sulle circostanze a completare le cure e gli accertamenti di cui il dell’evento, sul numero e le condizioni delle vittime paziente necessita, o almeno a stabilizzarne al (pazienti con funzioni vitali non compromesse, a ri- meglio le condizioni generali in attesa dell’invio schio di rapida compromissione o compromesse). ad un centro ospedaliero specialistico, per par- Stabilita la criticità dell’evento l’infermiere provve- ticolari forme di terapia non presenti in tutti gli derà ad inviare sul posto l’equipe di soccorso più ospedali. Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 15 Il trasporto secondario: consiste nel trasporto rali ottenuto con le prime cure ospedaliere; anche del paziente dal primo ospedale al centro spe- durante tale trasporto devono essere annullate le cialistico, quando richiesto. Tale trasferimento si possibili ripercussioni negative sul paziente dei rende necessario quando l’ospedale di primo li- fattori avversi legati al mezzo di trasporto. vello non dispone delle specialità di cui il paziente Cure ospedaliere specialistiche: non disponibi- necessita (ad esempio neurochirurgia) o quando li in tutti gli ospedali, permettono di completare il non sono disponibili posti letto. Durante tale tra- trattamento di particolari condizioni patologiche in- sferimento deve essere garantito il mantenimento stauratesi nell’occasione del trauma o del malore. del livello di stabilizzazione delle condizioni gene- CENTRALE OPERATIVA Intervallo Cure Cure Cure libero sul campo ospedaliere ospedaliere di primo specialistiche livello Trasporto Trasporto primario secondario MSA MSB Tempo 16 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 3. LE TRE FUNZIONI VITALI E LE LORO PRINCIPALI ALTERAZIONI Nel corpo umano esiste una stretta correlazione tra neuroni. Il sistema nervoso dell’uomo è formato da encefalo, polmoni e cuore; le funzioni sostenute da circa 100 miliardi di neuroni che comunicano fra loro questi apparati costituiscono il cosiddetto “triango- attraverso segnali chimici (neurotrasmettitori). Il lo della vita”. La compromissione di una delle tre neurone è costituito da un soma (o corpo cellulare), funzioni vitali si ripercuote in tempi brevissimi sulle dai dendriti e da un assone. Nel soma si trova il altre mettendo in pericolo la vita del soggetto. nucleo, al cui interno si svolgono le funzioni meta- Le tre funzioni vitali sono: boliche e riproduttive che mantengono viva la cellu- Coscienza (sistema nervoso centrale) la. I dendriti sono le ramificazioni che portano alla Respiro (apparato respiratorio) cellula le informazioni sotto forma di segnali elettri- Circolo (sistema cardiovascolare) ci. L’assone è il prolungamento cellulare deputato Se viene meno l’attività respiratoria, qualsiasi sia alla trasmissione dell’informazione agli altri neuroni la causa, il sangue che circola esaurirà rapidamente ed è solitamente avvolto da una guaina protettiva la riserva di ossigeno, le cellule non avranno quin- chiamata mielina. Il punto di unione tra l’assone di di più a disposizione un substrato fondamentale un neurone ed il dendrite di un altro si chiama si- per produrre l’energia e, più o meno rapidamente, napsi. Dopo la nascita i neuroni non vanno incontro moriranno. Analogamente, se viene meno l’attività a proliferazione e il loro numero può solo diminuire cardiocircolatoria le cellule dell’organismo non rice- col tempo, mentre la formazione di sinapsi tra i vari veranno i nutrienti di cui hanno bisogno e in poco neuroni prosegue per tutta la vita. tempo moriranno. Tra tutte, le cellule che costitui- scono il sistema nervoso centrale (SNC) sono quelle più sensibili all’ipossia (carenza di ossigeno) ed all’i- schemia (diminuzione della quantità di sangue che raggiunge una parte dell’organismo): già in pochi minuti si sviluppano i primi danni. D’altra parte in caso di alterazione della funzione cerebrale a causa di lesioni neurologiche gravi verrà meno la regola- zione di tutte le attività dell’organismo (volontarie ed involontarie) e rapidamente l’organismo morirà. In questo capitolo si parlerà dell’anatomia e della fisiologia del sistema nervoso, dell’apparato respi- ratorio e dell’apparato cardiocircolatorio e si affron- teranno le principali situazioni di alterazione delle funzioni vitali che il soccorritore si troverà ad affron- Il sistema nervoso dei vertebrati, compreso l’uomo, tare. funzionalmente è suddivisibile in tre parti in conti- nuità tra loro: Organi di senso: recepiscono gli stimoli chimici IL SISTEMA NERVOSO e fisici (luminosi, meccanici, termici) provenienti E LA COSCIENZA dall’esterno o dall’interno dell’organismo e li tra- sformano in impulsi nervosi Sistema Nervoso Periferico (SNP): è l’insieme Il sistema nervoso è l’insieme delle strutture de- delle strutture nervose che si possono individua- dicate alla ricezione, elaborazione e trasmissione re all’esterno dell’encefalo e del midollo spinale delle informazioni provenienti dall’ambiente esterno deputate alla trasmissione del segnale attraverso e dalle diverse parti dell’organismo, al fine di coor- fasci di conduzione (nervi). Il sistema nervoso pe- dinare tutte le azioni dell’organismo stesso, azioni riferico si può suddividere in: volontarie ed involontarie, sia fisiche che psichiche. Sistema sensoriale: trasmette gli impulsi Le cellule fondamentali del sistema nervoso sono i elettrici generati dagli organi di senso in rispo- Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 17 sta a stimoli fisici interni o esterni all’organi- ciascun emisfero può essere suddiviso in quattro smo. lobi: frontale, temporale, parietale e occipitale. Sistema motorio: responsabile della trasmis- Sulla superficie, la corteccia presenta numerosi sione degli impulsi nervosi dal SNC ai muscoli. solchi (circonvoluzioni) che hanno lo scopo di au- Sistema Nervoso Autonomo: regolatore di mentarne la superficie senza aumentare il volume tutte le attività involontarie (battito cardiaco, dell’encefalo stesso. Pur agendo come un organo diametro dei vasi sanguigni, respirazione, mo- unitario, le varie regioni del cervello svolgono fun- vimenti dell’intestino, ecc.). zioni specifiche: per esempio, l’area dedicata alla Il Sistema Nervoso Centrale (SNC) è la sede vista è localizzata nei lobi occipitali di entrambi dell’analisi ed elaborazione dei dati ricevuti dagli gli emisferi mentre le aree del linguaggio sono organi di senso e della programmazione dei co- nei lobi temporale e frontale dell’emisfero sini- mandi motori. Il SNC è anche la sede delle fun- stro ecc. Per questo motivo, in caso di patologie zioni superiori quali la coscienza, l’intelligenza, la che interessano il cervello (es. ictus), il tipo di de- memoria e le emozioni. ficit che presenterà il paziente dipende dalla sede della lesione. Tronco encefalico: contiene i fasci delle fibre nervose che collegano l’encefalo al resto dell’or- ganismo per mezzo del midollo spinale e i corpi dei neuroni preposti all’innervazione del volto e della testa. Nel tronco encefalico si trovano an- che i centri nervosi che controllano la respirazio- ne, la frequenza cardiaca e lo stato di coscienza. Cervelletto: controlla principalmente l’equilibrio e la coordinazione dei movimenti. Si trova poste- riormente al tronco encefalico. Il sistema nervoso centrale è costituito dall’ence- falo e dal midollo spinale. Trattandosi di strutture delicate e vitali, sia l’encefalo sia il midollo spinale sono protetti da strutture ossee: la scatola cranica per il primo e la colonna vertebrale per il secondo. Per proteggere ulteriormente e nutrire il tessuto ner- voso, le strutture del SNC sono sospese in un liquido (liquor o liquido cerebro-spinale) e avvolte da tre strati di membrane (meningi). L’encefalo è formato da: Cervello propriamente detto, diviso in due emi- sferi cerebrali collegati tra loro. Anatomicamente 18 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 Il midollo spinale costituisce una via di transito per Per descrivere in modo oggettivo il livello di inco- gli impulsi sensoriali dalla periferia verso l’encefalo e scienza si può valutare il tipo di stimolo in grado di per gli impulsi motori dall’encefalo verso la periferia. suscitare la risposta del paziente; si possono quindi Dal midollo spinale emergono 31 paia di nervi con- identificare quattro stadi: tenenti fibre sensoriali e motorie, ognuno destinato all’innervazione di una specifica area del corpo. CLASSIFICAZIONE Oltre a trasmettere i segnali nervosi da e per l’ence- SECONDO LA SCALA SVDN falo, il midollo spinale è anche in grado di elaborare Il paziente è sveglio alcuni stimoli ricevuti generando una risposta mo- toria, meglio nota come riflesso spinale. I riflessi spinali sono finalizzati alla difesa dell’individuo; un S (apre gli occhi spontaneamente, parla e si muove) riflesso tipico è quello che induce l’allontanamen- to di un arto quando si avverte uno stimolo nocivo, Il paziente si risveglia (apre gli come ad esempio quando si tocca una superficie ro- vente. I riflessi spinali sono movimenti involontari e stereotipati, ovvero sempre uguali. V occhi, parla o si muove) quando viene stimolato verbalmente Il paziente reagisce (apre gli D IL NORMALE STATO DI COSCIENZA occhi, parla o si muove) E LO STATO DI COMA solo dopo uno stimolo La coscienza è la condizione che consente all’individuo doloroso di reagire prontamente agli stimoli che lo raggiungono, N sia interni che esterni, dimostrando con il comporta- Il paziente non reagisce ad mento e con il linguaggio di aver piena consapevolezza alcuna stimolazione di se stesso e dell’ambiente che lo circonda. In condi- zioni normali la coscienza è presente durante la veglia e cessa durante il sonno; il soggetto addormentato può però essere risvegliato da stimoli adeguati. Quando una Sono disponibili altre scale di valutazione dello stato persona presenta un normale stato di coscienza essa è: di coma più complesse come la Glasgow Coma Scale vigile, ossia ad occhi aperti; (GCS), la cui applicazione non spetta al soccorritore. cosciente: consapevole dell’esistenza di sé e di In certi quadri patologici il livello di coscienza del quanto lo circonda; paziente può essere normale, ma il contenuto della orientato nel tempo e nello spazio, cioè sa esat- coscienza e le funzioni cognitive sono alterate. Si tamente in che momento ed in che luogo si trova. parla di confusione mentale quando il paziente è In caso di malattie o traumi che coinvolgono il SNC il cosciente, ma incapace di mantenere un flusso co- livello di coscienza può essere ridotto. Più la lesione erente del pensiero e dell’attenzione; ciò si tradu- è grave, maggiore è l’intensità dello stimolo neces- ce nell’incapacità di raccontare la propria storia e sario per ottenere una risposta da parte del paziente; nella continua perdita del filo del discorso. A questo possiamo quindi distinguere diversi livelli di altera- possono associarsi disturbi della percezione con il- zione della coscienza: lusioni (percezioni distorte di stimoli reali) o alluci- Sonnolenza: il paziente è immerso in uno stato nazioni (percezioni che avvengono in assenza di un simile al sonno, dal quale è facilmente risveglia- reale stimolo) che possono manifestarsi con deliri e bile con stimoli verbali. Durante la fase di veglia agitazione psico-motoria. può essere lucido o confuso, ma, se lasciato a sè tende a riaddormentarsi; LE ALTERAZIONI DELLO STATO DI COSCIENZA Stupore: se indisturbato il paziente giace in uno Sincope e pre-sincope stato simile ad un sonno profondo. Il risveglio av- La sincope consiste in un’improvvisa perdita di co- viene solo con stimoli tattili o dolorosi intensi e scienza associata a debolezza muscolare, con per- ripetuti in seguito ai quali il paziente da risposte dita del tono posturale e incapacità a mantenere brevi per poi riassopirsi nuovamente; la posizione eretta; spesso si associano alterazioni Coma: il paziente rimane incosciente indipenden- delle altre funzioni vitali (respiro e circolo). La sinco- temente dallo stimolo applicato, può comunque pe è determinata da riduzione o cessazione di flusso presentare reazioni motorie in risposta ad uno ematico e apporto di ossigeno (O2) al cervello. stimolo doloroso. La sincope non è una malattia, ma un sintomo che Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 19 può essere causato da varie patologie prevalente- Il primo trattamento di entrambi i quadri sintomatici mente di origine cardiovascolare. consiste nel favorire l’afflusso di sangue al cervello Un paziente che ha (o ha avuto) una sincope si pre- stendendo il paziente in posizione supina e sollevan- senta con: do gli arti inferiori dopo attenta valutazione (non nel perdita di coscienza, spesso brusca ed improv- trauma). Tale posizione viene chiamata posizione visa, talvolta preceduta da sintomi premonitori anti-shock. (pre-sincope); Non sono considerate sincopi i casi di perdita di perdita del tono muscolare; coscienza determinati da disfunzione elettrica cere- riduzione della pressione arteriosa (ipotensione); brale (come in caso di epilessia), alterazioni metabo- alterazione della frequenza cardiaca (bradicardia liche (ad esempio i disordini del metabolismo gluci- o tachicardia); dico) o da disturbi psicogeni e/o psichiatrici. respiro superficiale. Crisi epilettica La pre-sincope è una sensazione di debolezza im- È una malattia neurologica che si manifesta con cri- provvisa (sensazione di svenimento) che non com- si ricorrenti, sostenute da un’improvvisa iperattività porta la completa perdita di coscienza. delle cellule nervose. Le crisi hanno solitamente du- I principali segni e sintomi sono: rata breve (inferiore ad un minuto), tuttavia in alcuni pallore e sudorazione fredda; casi durano a lungo e questo può rappresentare un visione annebbiata e confusa con sensazione di serio pericolo per la sopravvivenza del paziente. imminente perdita di coscienza; Esistono due i tipi di crisi: vertigini con senso di nausea; piccolo male: il paziente sogna ad occhi aper- astenia intensa e difficoltà a mantenere la postu- ti, lo sguardo è fisso nel vuoto, senza perdita del ra eretta; tono posturale, può compiere movimenti auto- polso debole, generalmente bradicardico. matici come masticazione e deglutizione a vuo- to, sfregamento degli abiti e pronuncia di parole Quando si soccorre un paziente colpito da sincope o strane; sono frequenti i vuoti di memoria; pre-sincope si deve valutare: grande male: il paziente cade a terra perdendo circostanze in cui si è verificata la sincope (sedu- coscienza, diventa rigido, il respiro si arresta per to, sdraiato, in piedi); parecchi secondi e vi è una cianosi del volto. Dopo sintomi premonitori (prodromi) e sintomi concomi- questa fase il paziente è colpito da convulsioni tanti (vertigini, annebbiamento della vista, aste- generalizzate (contrazioni intense e ritmiche dei nia, dolore toracico, palpitazioni, cefalea); muscoli degli arti). Al termine della crisi (stato evento scatenante (sforzo fisico, movimenti testa- post-critico) il paziente resta incosciente per un collo, pasti, minzione, defecazione, tosse, sbadi- periodo che può durare diversi minuti. glio, variazioni di postura, stress emotivo, stress Approcciandoci al paziente, prima e durante la crisi doloroso, eventi stressanti); bisogna: modalità della caduta ed eventuali traumatismi adagiare il paziente a terra per evitare la brusca secondari; caduta; ripresa della coscienza (spontanea e rapida, con- non ostacolare i movimenti convulsivi e allonta- fusione, amnesia); nare tutti gli oggetti pericolosi; patologie pregresse, uso di farmaci e altre so- non mettere le mani nella bocca del paziente. stanze. Dopo la crisi: valutare le funzioni vitali della vittima e, se ne- cessario, sostenerle (vedi capitolo BLSD); garantire la pervietà delle vie aeree, girando la vit- tima su un fianco in posizione laterale di sicu- rezza se non ha subìto traumi (vedi capitolo BLSD). 20 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 Convulsioni febbrili nei lattanti e nei bambini Approcciandoci al paziente si deve trattare la vittima Con un quadro clinico simile alle crisi epilettiche, si nelle stesse modalità delle crisi epilettiche. Inoltre è presentano le convulsioni febbrili. utile cercare di abbassare la temperatura corporea L’episodio convulsivo deve essere considerato come del bambino scoprendolo ed eventualmente bagnan- una particolare reazione del sistema nervoso, in ge- do la testa con pezze imbevute di acqua fredda. nere in bambini tra i 6 mesi ed i 6 anni di vita, al Ictus (stroke) rapido innalzarsi della temperatura corporea. Tra le patologie acute del sistema nervoso centrale, Solitamente si manifesta con perdita di coscienza l’ictus è sicuramente una delle urgenze che più fre- e scosse degli arti, talvolta con uno stato d’irrigidi- quentemente ci si trova ad affrontare. Ogni anno in mento o di rilasciamento muscolare. In genere dura Italia colpisce 200.000 persone e per frequenza è la alcuni minuti, dopo di che spesso compare una pro- terza causa di morte ed una delle principali cause di fonda sonnolenza, che rappresenta il periodo di ritor- disabilità. no alla normalità. Ictus è un termine latino che letteralmente signifi- È raro che si manifesti più di una crisi nel singo- ca colpo (stroke in inglese). In medicina con questo lo episodio febbrile o che durino più di 15 minuti. termine si indica una sindrome caratterizzata dalla Nel 60-70% dei casi non si verificano nuovi episodi comparsa improvvisa (un “colpo”) di segni e sintomi (recidive) dopo la prima crisi; nel 30-40% dei casi neurologici riferibili ad un deficit focale (ad esempio invece è possibile assistere alla comparsa di una o emiparesi o afasia) o globale (coma) delle funzioni più recidive anche a distanza di mesi, ma sempre in cerebrali. presenza di febbre. L’accidente cerebro-vascolare (altro modo per defini- Le convulsioni febbrili in genere scompaiono tra i re l’ictus) è la lesione del tessuto cerebrale dovuto a cinque ed i sei anni di vita. Il bambino che soffre o mancanza di ossigeno. Quando un’arteriola cerebra- che ha sofferto di convulsioni febbrili è sano e deve le viene lesionata non è più in grado di garantire il condurre una vita normale. corretto apporto di nutrienti alla porzione di encefalo Cincinnati Prehospital Stroke Scale (la presenza di una o più alterazioni sono suggestive di ictus e TIA) Normale Anormale Mimica facciale I due lati del volto si muovono I due lati del volto non si muovo- (invita il paziente a mostrare i bene allo stesso modo no allo stesso modo denti o sorridere) Forza degli arti Le due braccia si muovono allo Un braccio non si muove o cade (invita il paziente a chiudere gli stesso modo giù occhi e distendere le braccia) Linguaggio La frase viene ripetuta Il paziente inceppa sulle parole (fai dire al paziente la frase: il correttamente o non è in grado di parlare sole splende nel cielo di Trento) Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 21 tributaria di quel vaso, che andrà quindi incontro ad bete è causato dalla mancanza, totale o parziale, di un un danno ischemico. ormone chiamato insulina, il cui ruolo è quello di favo- In base al meccanismo fisiopatologico l’ictus può es- rire l’utilizzo di glucosio nelle cellule, oppure dall’inca- sere classificato come: pacità delle cellule di utilizzarla correttamente. ictus ischemico (80%), causato dall’occlusione Il livello di glicemia ritenuto normale è tra 60 e 110 di una delle arterie cerebrali. Nella maggior par- mg/dl nel paziente a digiuno. Questo valore si può te dei casi si verifica in soggetti anziani (oltre 55 misurare anche a domicilio con un apposito apparec- anni). Se l’occlusione e la sintomatologia che ne chio chiamato glucometro. derivano hanno una durata limitata nel tempo (in Un abbassamento del livello di glucosio nel sangue genere inferiore a 24 ore) con risoluzione sponta- è definito ipoglicemia, mentre è definito ipergli- nea si parla di attacco ischemico transitorio cemia un rialzo eccessivo. Entrambe le situazioni (TIA, se si usa l’acronimo inglese). Le cause ed il possono causare sintomi. quadro clinico di ictus e TIA sono identiche; l’u- L’ipoglicemia può comparire per un errore nella som- nica differenza è rappresentata dalla reversibilità ministrazione di insulina (dose eccessiva), insuffi- o meno della sintomatologia: nell’ictus il danno ciente alimentazione o vomito, intensa attività fisica neurologico è irreversibile, mentre nel TIA regre- non compensata da un’adeguata alimentazione. I disce in tempi più o meno brevi; sintomi sono legati alla carenza del principale sub- ictus emorragico (o emorragia cerebrale, 20%), strato energetico per le cellule: causato dalla rottura di un vaso sanguigno. È più volto pallido e sudato; frequente nei soggetti di età giovane e adulta (in- sonnolenza, ansia o alterazioni dello stato di co- feriore a 50 anni). scienza fino al coma; debolezza; In entrambi i casi il paziente potrebbe presentarsi con: palpitazioni; emiplegia (paralisi di un lato del corpo) o emipare- giramenti di testa (vertigini); si (indebolimento di un lato del corpo); mal di testa; deviazione della rima labiale; visione offuscata; afasia (difficoltà nell’elaborazione o comprensio- nausea. ne del linguaggio); Casi di iperglicemia grave sono più rari e solitamen- disartria (difficoltà nell’articolazione delle parole); te si sviluppano in pazienti anziani in caso di stress alterazione della sensibilità; fisico (infezioni, traumi), uso di alcuni farmaci, man- alterazione dello stato di coscienza; cata o scorretta assunzione della terapia anti diabe- cefalea (a volte da qualche giorno, a volte improv- tica, eccesso di carboidrati nella dieta. visa “come una pugnalata”); Nel paziente con grave crisi iperglicemica l’eccesso nausea ed eventuale vomito “a getto” (improvvi- di glucosio viene eliminato con l’urina portando con so, non preceduto da nausea); se, per effetto osmotico, grandi quantità di acqua. I ipertensione arteriosa. sintomi che ne derivano sono dovuti alla disidrata- Per poter limitare i danni causati dallo stroke è ne- zione dell’organismo: cessario che questo venga diagnosticato e trattato alterazioni dello stato di coscienza fino al coma; in tempi brevi. Al fine di allertare precocemente poliuria (aumento della diuresi); l’equipe ospedaliera specialistica, ai soccorritori stanchezza; spetta l’importante compito di valutare se sono pre- sete intensa; senti segni suggestivi (basandosi sulla Cincinnati vomito. Prehospital Stroke Scale). Il soccorritore non può somministrare di propria ini- Il trattamento del paziente colpito da un evento ce- ziativa farmaci, cibi o bevande al paziente; dovrà at- rebro-vascolare è lo stesso che deve essere attuato tenersi alle eventuali indicazioni della C.O.P. per qualunque soggetto colpito da malore; va valu- La rilevazione della glicemia può essere eseguita da tato e trattato seguendo “l’algoritmo del malore”. soccorritori adeguatamente formati. Annotare l’ora di esordio della sintomatologia ed il recapito telefonico di un familiare. Diabete mellito È una malattia cronica caratterizzata da un aumento abnorme della glicemia (zucchero nel sangue). Il dia- 22 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 L’APPARATO RESPIRATORIO (o polmonare), ovvero il processo che consente lo E IL RESPIRO scambio gassoso tra l’organismo e l’ambiente ester- no. Grazie alla respirazione polmonare l’organismo si procura l’ossigeno necessario per le reazioni di ossidazione ed elimina la CO2 prodotta. Come tutti gli organismi viventi anche l’uomo per svolgere ogni attività ha bisogno di energia. La pro- Composizione dell’aria duzione di energia all’interno dell’organismo avvie- L’aria è la miscela gassosa che costituisce l’atmo- ne nelle cellule attraverso un processo definito re- sfera terrestre. I gas principali che la compongono spirazione cellulare. All’interno delle cellule, in sono l’azoto (78%) e l’ossigeno (21%); inoltre, a se- presenza di ossigeno, le sostanze nutritive vengono conda delle condizioni meteorologiche e di inquina- ossidate (“bruciate”) producendo energia. La respi- mento, possono essere presenti altri gas (anidride razione cellulare da anche origine a prodotti di scar- carbonica,...) e quantità variabili di vapore acqueo. to il principale dei quali è l’anidride carbonica (CO2). Anatomia dell’apparato respiratorio In fisiologia si definisce respirazione l’insieme della Funzionalmente l’apparato respiratorio è costituito respirazione cellulare e della respirazione esterna da due parti: Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 23 vie aeree: l’insieme di condutture attraverso cui la cui superficie, se venisse sviluppata, coprirebbe passano i gas che transitano da e verso i polmoni un’area di almeno 70 m2. Come detto, nell’alveolo polmoni: sono gli organi dove avviene lo scambio avviene lo scambio di gas: il sangue proveniente da di gas (ossigeno e anidride carbonica) tra aria e tutto l’organismo cede l’anidride carbonica e si cari- sangue. ca di ossigeno da distribuire alle cellule. L’aria introdotta attraverso il naso (e la bocca) rag- Per ottimizzare la capacità di trasporto dell’ossige- giunge la faringe, una camera comune all’apparato no, nel sangue sono presenti i globuli rossi; al loro digerente in quanto vi transitano sia aria che cibo. A interno è presente l’emoglobina, una proteina che livello della parte più bassa della faringe l’apparato lega l’ossigeno aumentando di oltre sessanta volte respiratorio e quello digerente si separano: il bolo la quantità di ossigeno che può essere trasportata. alimentare prosegue il suo percorso attraverso l’e- Normalmente oltre il 90% dell’emoglobina è lega- sofago (un canale dalle pareti muscolose posto nella ta all’ossigeno, ma in caso di problemi respiratori parte posteriore del collo, davanti alla colonna verte- questo valore può ridursi. La frazione di emoglobina brale) mentre l’aria attraversa la laringe e si immette a cui è legato l’ossigeno può essere rilevata anche nella trachea. La laringe è il punto di separazione con apparecchiature elettromedicali non invasive a tra le vie aeree superiori e quelle inferiori; mentre livello periferico: questo valore viene definito satu- la funzione principale delle vie aeree superiori è la razione periferica di ossigeno (SpO2). purificazione e l’umidificazione dell’aria, quella delle I polmoni sono contenuti all’interno della cassa to- inferiori è distribuirla ai polmoni. La laringe è protet- racica, una gabbia formata da 12 paia di ossa, le ta dall’epiglottide, una membrana cartilaginea che coste, che si inseriscono posteriormente sulla co- si abbassa durante la deglutizione consentendo al lonna vertebrale e anteriormente sullo sterno. Infe- cibo di essere correttamente deviato verso l’esofa- riormente il torace è separato dall’addome grazie al go. A livello della laringe si trovano anche le corde diaframma, un grande muscolo a forma di cupola. Lo vocali, due membrane tendinee che vibrano al pas- spazio tra le coste è occupato dai muscoli inter- saggio dell’aria consentendo l’emissione di suoni. costali; tali muscoli, oltre a rinforzare la struttura Alla laringe segue la trachea, un tubo rigido, ma della gabbia toracica, contraendosi consentono l’e- allo stesso tempo flessibile, le cui pareti sono rinfor- spansione del torace. La struttura muscolo-schele- zate da anelli cartilaginei. All’estremità inferiore, la trica del torace è quindi un buon compromesso tra la trachea si biforca in due bronchi principali che ri- necessità di proteggere organi vitali (cuore e polmo- forniscono d’aria i due polmoni. A loro volta i bronchi ni) ed il bisogno di movimento necessario per la re- principali si diramano in tantissime biforcazioni sem- spirazione. L’interno della cassa toracica è rivestito pre più sottili chiamate bronchioli. Al termine delle da una membrana sierosa chiamata pleura (pleura ramificazioni si trovano gli alveoli, piccoli “sacchet- parietale); anche il polmone è rivestito dallo stesso ti” dalla parete sottilissima, dove giunge l’aria, a loro tipo di membrana (pleura viscerale) e lo spazio tra le volta avvolti da un fittissimo intreccio di capillari. Lo due membrane (cavo pleurico) è una cavità virtuale, scopo di questa configurazione è l’ottimizzazione sostanzialmente sottovuoto, occupata in condizioni della superficie di scambio gassoso tra aria e san- normali da una esigua quantità di liquido “lubrifi- gue in quanto tale passaggio deve avvenire in tempi cante”. Questo tipo di configurazione anatomica brevissimi ovvero man mano che il sangue transita è necessario per consentire al polmone di restare nei capillari. È stimato che all’interno dei polmoni di adeso alla gabbia toracica, seguendone le escursio- un adulto siano presenti circa 150 milioni di alveoli ni durante la respirazione, altrimenti tenderebbe ad afflosciarsi come una spugna. Meccanica respiratoria Il respiro avviene automaticamente per azione in- volontaria da parte del sistema nervoso; in parte e solo momentaneamente può essere modificato dalla volontà. L’atto respiratorio si svolge in due fasi: l’inspirazio- ne e l’espirazione. Durante la normale inspirazio- ne il diaframma si contrae ed i muscoli intercostali spingono le costole verso l’esterno (movimento di espansione della cassa toracica che ne aumenta di 24 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 volume). La pressione nel torace scende al di sotto di do gli eventuali rumori respiratori e sentendo sulla quella atmosferica e l’aria fluisce lungo le vie aeree propria pelle il flusso dell’aria espirata; così facendo superiori fino a raggiungere i polmoni. Più intensa può misurare la frequenza respiratoria, cioè quanti è l’azione dei muscoli intercostali più aria entra nei atti respiratori avvengono in un minuto, e verifica- polmoni. re la regolarità o l’irregolarità del respiro oltre che L’espirazione, durante la quale l’aria ricca di anidri- apprezzare gli eventuali rumori respiratori. In molte de carbonica viene espulsa passivamente, avviene circostanze patologiche è possibile riscontrare un’al- quando i muscoli intercostali ed il diaframma si ri- terazione del respiro. Possiamo rilevare: lassano; il volume della cassa toracica si riduce spin- tachipnea: un respiro accelerato con una fre- gendo fuori l’aria. Poiché l’organismo non assorbe quenza più alta del normale; e consuma tutto l’ossigeno che giunge agli alveoli, polipnea: un respiro accelerato e profondo; l’aria espirata contiene ancora una discreta quanti- bradipnea: un respiro rallentato con una fre- tà di ossigeno (16%); per questo motivo eseguendo quenza diminuita; una ventilazione bocca a bocca si può cedere ancora apnea: l’assenza del respiro, cioè un arresto re- dell’ossigeno ad un’altra persona insufflando la pro- spiratorio; pria aria espirata. respiro rumoroso: per ostacoli al passaggio Gli atti respiratori si susseguono regolarmente, uno dell’aria o per presenza di liquidi nelle vie aeree. dopo l’altro. Normalmente la persona adulta, a ripo- Non è quindi sufficiente accertarsi solo che il pazien- so, respira 12-20 volte al minuto; nei bambini e nei te stia respirando; occorre controllare che la respira- lattanti la frequenza respiratoria è invece più eleva- zione sia adeguata. Se rilevate che il paziente non ta: 20-30 respiri al minuto nei primi, 25-50 respiri al respira adeguatamente, il trattamento di tale condi- minuto nei secondi. zione assume la priorità assoluta. Va contattata im- mediatamente la centrale operativa per l’attivazione Valutazione del respiro del mezzo di soccorso avanzato. Il soccorritore può controllare il respiro di una perso- na osservandone l’espansione del torace, ascoltan- Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 25 ostacolo allo scambio dei gas negli alveoli (pol- LA FREQUENZA RESPIRATORIA moniti, edema polmonare acuto [EPA]); La frequenza respiratoria si misura contando per alterazioni del trasporto di O2 nel sangue (difetti un minuto i respiri del paziente; un atto respira- dell’emoglobina); torio è formato da un’inspirazione e da un’espi- incapacità delle cellule ad utilizzare l’ossigeno razione. (intossicazione da cianuro). Per valutare quando avvengono l’inspirazione e Il paziente con insufficienza respiratoria in genere l’espirazione si pone il palmo della mano, ben esprimerà il suo disturbo con termini come “mi man- aperto, sulla parte inferiore del torace del pa- ca il fiato” o “non ho abbastanza aria”, tale sintoma- ziente. tologia è definita con il termine di dispnea. La frequenza respiratoria varia a seconda dell’e- Oltre a ciò saranno apprezzabili segni obiettivi della tà del paziente; sono considerati valori normali: sua difficoltà respiratoria: il paziente in genere as- sumerà la posizione seduta per ridurre la pressione esercitata dal contenuto dell’addome sul diaframma, nei primi da 40 a 60 favorendo l’inspirazione, e, nei casi più gravi, per re- minuti di vita atti al minuto spirare dovrà ricorrere all’uso di muscoli respiratori nel neonato da 25 a 50 accessori. Nella fase inspiratoria contrarrà i muscoli da 0 a 1 anno atti al minuto del collo (muscoli sterno-cleido-mastoidei) per cer- nel bambino da 20 a 30 care di espandere ulteriormente la cassa toracica, da 1 a 10 anni atti al minuto mentre durante l’espirio contrarrà i muscoli addo- da 12 a 20 minali per poter espellere meglio l’aria. Il problema nell’adulto principale derivante dall’uso della muscolatura ac- atti al minuto cessoria è il dispendio di energia poiché, come tutti i muscoli, anche questi per contrarsi hanno bisogno di energia e quindi di ossigeno per produrla. Se il problema respiratorio persiste per tempi troppo lun- Le alterazioni del respiro ghi, lo sforzo necessario per utilizzare la muscolatu- Di seguito trattiamo alcune patologie riguardanti ra respiratoria accessoria consumerà più ossigeno di l’apparato respiratorio. quanto l’organismo riesca ad incamerare; si creerà L’insufficienza respiratoria è una situazione in cui così un circolo vizioso che, se non interrotto, por- la riduzione della respirazione porta a una riduzione terà all’esaurimento della muscolatura accessoria della quantità di ossigeno trasportato dal sangue e la respirazione diverrà sempre meno efficace fino agli organi (ipossiemia). La carenza di ossigeno al- all’arresto respiratorio ed alla morte. tera il metabolismo delle cellule che soffriranno per I segni dell’insufficienza respiratoria possono essere: tale condizione: se l’ipossiemia è grave e persistente cute pallida e cianotica; le cellule andranno incontro a morte. ansia (nelle fasi precoci); Le principali cause di insufficienza respiratoria pos- sonnolenza (nelle fasi tardive, indice di un prossi- sono essere: mo arresto respiratorio); alterazioni della composizione dell’aria (es. intos- alterazioni del ritmo del respiro; sicazione da monossido di carbonio); utilizzo dei muscoli accessori (es. collo); ostruzione delle vie aeree superiori (caduta della respiro rumoroso (gorgogliante, sibilante); lingua nel paziente incosciente, corpi estranei, re- tosse; azioni allergiche, infezioni, neoplasie); incapacità di pronunciare frasi intere per fame ostruzione delle vie aeree inferiori (corpi estranei, d’aria; reazioni allergiche, infezioni, asma); emoftoe (emissione con la tosse, di tracce di san- lesioni del sistema nervoso centrale (traumi crani- gue frammisto a catarro); ci o midollari, encefaliti, intossicazioni da farmaci aumento o diminuzione della frequenza cardiaca o altre sostanze chimiche); e/o della pressione arteriosa. lesioni del sistema nervoso periferico (malattie neurologiche come la sclerosi laterale amiotrofica Asma allergico [SLA], infezioni); L’asma allergico è una malattia cronica con frequenti deficit della funzione ventilatoria (traumi toracici riacutizzazioni caratterizzata dall’eccessiva “sensibi- con fratture costali, pneumotorace spontaneo); lità” delle cellule bronchiali a sostanze normalmente 26 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 LA SATURIMETRIA La saturazione non è un parametro vitale, ma un indicatore di efficacia respiratoria. Il saturimetro (o pulsiossimetro) è un dispositivo sanitario che effettua una misurazione indiretta della quantità di ossigeno presente nel sangue arterioso del paziente indicando il valore percentua- le di emoglobina legata all’ossigeno. Solitamente, insieme alla misura indiretta della saturazione dell’emoglobina, viene misurata anche la frequenza cardiaca. In un persona sana che respiri in aria ambiente la saturazione di ossigeno può variare dal 95% al 100%. Valori inferiori al 95% indicano ipossiemia, in particolare, dal 91% al 94% denotano un’ipos- siemia lieve, dall’ 86% al 90% ipossiemia moderata mentre si parla di ipossiemia grave in presenza di valori pari all’85% o inferiori. Il saturimetro funziona emettendo luce rossa (quella che vediamo) e infrarossa (ovviamente invisi- bile ad occhio umano), emesse da una coppia di LED, che vengono poi captate dal sensore posto sul lato opposto alla fonte luminosa dopo aver attraversato la cute e la circolazione del paziente. La lettura è data dalla differenza di assorbanza di tali luci da parte dell’emoglobina ossigenata (ossie- moglobina). Il sensore (clip) in genere va applicato al dito del paziente, ma esistono sensori adesivi che possono essere applicati al lobo dell’orecchio o, nel neonato, al palmo della mano. L’accortezza che bisogna avere è quella di posizionare la fonte luminosa e il sensore ricevente completamente sul dito (o comunque opposti tra di loro) per evitare che parte della luce aggiri l’ostacolo secondo il principio fisico dello shunt ottico, dando in questo modo un valore più basso della realtà. Altri elementi che possono inficiare la lettura sono, ad esempio, tutte le situazioni di ipoperfusione peri- ferica (shock di ogni genere, ipotermia) o la presenza di barriere che impediscono l’assorbanza come gli smalti per unghie, in particolare quelli che danno eccessiva assorbenza del rosso ed infrarosso come gli smalti viola e neri oltre a quelli particolarmente opachi che bloccano fisicamente la luce. In alcune condizioni patologiche la presenza di sostanze pigmentate nel sangue (come la bilirubina, un prodotto di degradazione dell’emoglobina) può falsare la lettura del pulsiossimetro. Anche in caso di intossicazione da monossido di carbonio il valore dato dal saturimetro non è un indice valido. Infatti la carbossiemoglobina (emoglobina legata al monossido di carbonio) ha la stessa assorbanza di luce dell’emoglobina ossigenata, quindi il valore di saturazione risulterà più alto di quella reale. Prestare attenzione della registrazione del dato della SpO2: è fondamentale indicare sempre se il dato si riferisce ad una misurazione in aria ambiente o in ossigenoterapia; in tal caso bisogna indi- care la quantità di ossigeno somministrata. SCHEMA RIASSUNTIVO VALORI 95-100% Normossia 91-94% Ipossiemia lieve 86-90% Ipossiemia moderata 30 o 30 o 20 min); dei presidi di immobilizzazione grave deformità del veicolo; Terminata la valutazione del paziente, stabilite le va- presenza di altre persone decedute nello stesso rie priorità e trattati i problemi, si devono scegliere veicolo; gli idonei presidi di immobilizzazione. arrotamento o schiacciamento da parte di un vei- colo; Rivalutazione, comunicazione e trasporto. deformazione e/o mancanza del casco protettivo; A questo punto si procede con la rivalutazione dei età inferiore a 5 anni. parametri vitali e la comunicazione del codice e pa- tologia di rientro alla C.O.P. Raccolta dati Durante il trasporto il paziente deve essere costan- È importante chiedere se: temente monitorato. soffre di qualche malattia, in particolar modo car- diovascolari, diabete, ipertensione o epilessia; assume farmaci; è allergico a qualche sostanza; è stato sottoposto recentemente a interventi chi- rurgici maggiori. Queste informazioni sono importanti per il personale che prenderà in cura il paziente ed è bene cercare di ottenerli già nella fase pre-ospedaliera poiché un eventuale successivo peggioramento dello stato neurologico potrebbe rendere impossibile la raccolta dell’anamnesi. Allertare la C.O.P. in caso di: otorragia con alterazione dello stato di co- scienza; addome o bacino dolente, con deformità o tumefazione; amputazioni parziale o completa di estremità; Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 71 ALGORITMO DI VALUTAZIONE DEL TRAUMATIZZATO Anticipazione + autoprotezione + sicurezza ambientale + triage Accessibilità: il malato è accessibile (incarcerato, prono, con casco, ecc.)? Quick Vitalità: mostra segni di vita (parla, si muove, ecc.)? Cute: il colorito della cute appare preoccupante (cianosi, pallore)? look Emorragie: vi sono emorragie imponenti? (NB: tamponare!) Aiuti: vi è necessità di altro personale VVF, forze di polizia, ecc.? Immobilizza manualmente il rachide cervicale Verifica lo stato di coscienza – Chiama senza scuotere Controlla e mantiene la pervietà delle vie aeree A Valuta a livello del collo la presenza di ferite, ematomi, corpi penetranti Posiziona il collare cervicale Sospetto di politrauma: ossigeno ad alti flussi con maschera + reservoir OSSERVA carattere e qualità del respiro, O espansione toracica, ferite PALPA il torace alla ricerca di lesioni e/o B PA dolore C CONTA la frequenza respiratoria S SATURAZIONE Tampona le emorragie Rileva la presenza del polso radiale (se assente carotideo) C Rileva la FC e la PA Controlla il colorito della cute S Il paziente è sveglio Il paziente non è sveglio ma reagisce a stimoli V verbali D D Il paziente non è sveglio e reagisce solo a stimoli dolorosi Il paziente è incosciente e non reagisce a N stimolo alcuno Valuta eventuali lesioni distrettuali (esame testa piedi) Ricopre il paziente con telo isotermico Approfondisce la dinamica dell’evento E Raccolta dati Comunica alla C.O.P. l’esito delle valutazioni ABCDE e parametri vitali Identifica l’idoneo presidio di immobilizzazione e procede al caricamento Rivaluta i parametri vitali e comunica con la C.O.P. (codice, patologia) Trasporto e monitoraggio continuo del paziente 72 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 8. SUPPORTO DI BASE DELLE FUNZIONI VITALI E DEFIBRILLAZIONE PRECOCE NEL PEDIATRICO (P.B.L.S.D.) Con la sigla P.B.L.S.D. (Pediatric Basic Life Support = in età pediatrica una piccola percentuale di bambini supporto di base delle funzioni vitali in età pediatri- che a causa di una patologia cardiaca congenita o ca e defibrillazione precoce), come nell’adulto, s’in- acquisita può presentare un arresto cardiaco prima- tende una serie di manovre sequenziali e codificate rio (analogamente all’adulto) e necessitare pertanto necessarie per valutare e sostenere le funzioni vitali di defibrillazione precoce. di un bambino che presenta: perdita della coscienza; arresto respiratorio; ETÀ PEDIATRICHE arresto cardiaco. Rispetto all’adulto, il bambino si differenzia per: Nel paziente pediatrico si distinguono queste tre fa- le dimensioni; sce di età: l’anatomia, la fisiologia; neonato: dalla nascita a 4 settimane di vita la fisiopatologia; lattante: dalla quinta settimana all’anno di età la psicologia; (indicativamente fino a 10 kg); la rapidità d’evoluzione dei quadri clinici, sia bambino: dall’anno di età alla pubertà (indicati- come aggravamento che come miglioramento in vamente dai 10 ai 25 kg). risposta ad un trattamento corretto. Tale distinzione è importante in quanto, come ve- dremo in seguito, le tecniche di BLS variano in base Gli obiettivi principali del BLS-D pediatrico sono: alla fascia di età. Il limite fra l’età pediatrica e quella la prevenzione dell’arresto cardiaco; adulta viene considerato all’inizio della pubertà. Non il riconoscimento precoce ed il trattamento; è un limite netto per cui viene accettato che il soccor- l’attivazione rapida del sistema di emergenza ur- ritore decida, sulla base dell’osservazione, se la vitti- genza; ma è un bambino e quindi applichi il BLS-D pediatrico, la defibrillazione precoce (se indicata); oppure un adulto, ed applichi quindi il BLS-D. Nelle il trattamento dell’ostruzione delle vie aeree. età di confine tra età pediatrica ed adulta l’impor- tante è applicare tempestivamente le manovre: sia Le cause di arresto cardio-respiratorio in età pediatri- le manovre pediatriche che quelle dell’adulto sono ca sono nella maggior parte dei casi diverse da quelle efficaci. Diverso è l’approccio al neonato al momento degli adulti, per differenze anatomiche e fisiopatolo- della nascita dove lo scopo della rianimazione è il giche evidenti già a partire dal periodo neonatale fino supporto alla transizione dalla vita intrauterina alla all’adolescenza. Negli adulti è più frequente l’arresto vita autonoma; per questo motivo il trattamento del cardiaco primario, con esordio acuto ed improvvi- neonato verrà spiegato nell’apposito capitolo. Supe- so, spesso causato da infarto miocardico acuto e/o rata la fase di transizione, le tecniche di rianimazione gravi aritmie. Nei bambini, invece, è più frequente cardiopolmonare sono quelle previste per il lattante. l’arresto cardiaco secondario, cioè causato da una patologia sottostante come una malattia respirato- ria, neurologica, circolatoria o da un evento trauma- tico. Nella maggior parte dei casi l’arresto cardiaco LA SEQUENZA P.B.L.S.D. è la conseguenza ultima di un’ipossia progressiva e PER SOCCORRITORI ingravescente causata dalla patologia di base. Il ri- conoscimento dei bambini a rischio e un intervento tempestivo ed efficace può impedire la progressione Come nell’adulto, anche il P.L.B.S.D. il metodo che verso lo scompenso o l’arresto respiratorio e circola- sta alla base della sequenza prevede che per ogni torio. È necessario sottolineare come esista anche fase venga effettuata una valutazione a cui consegue Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 73 Valutazione Azione correttiva “Airway” È cosciente? A (vie aeree) Ha le vie aeree pervie? → Apertura delle vie aeree “Breathing” B (respirazione) Respira normalmente? → Ventilazioni artificiali “Circulation” C (Circolazione) Ha segni di vita? → Massaggio cardiaco “Defibrillation” D (defibrillazione) Ha un ritmo defibrillabile? (DAE) → Defibrillazione l’esecuzione di una azione, il cui effetto viene rivalu- mantenendo in asse il capo, il tronco e allineando tato immediatamente comportando una successiva gli arti; nuova azione. L’ordine in sequenza e l’efficacia delle scoprire il torace per effettuare le successive va- azioni intraprese sono fondamentali: se un interven- lutazioni ed azioni; to non viene eseguito al momento giusto e corretta- aprire le vie aeree; la manovra differisce in base mente, l’efficacia della successiva azione potrebbe all’età: essere compromessa. È importante la valutazione, lattante: posizione neutra; perché solo dopo questa si è “autorizzati” all’azione bambino: modica estensione del capo (minore conseguente, in modo da evitare manovre inutili e/o rispetto all’adulto). dannose. Viene utilizzato il termine “autorizzati” in quanto le manovre e tecniche che si utilizzano nel BLS-D sono invasive e pertanto se non vengono at- tuate correttamente risulteranno non solo inefficaci, ma addirittura dannose. Come in ogni intervento di soccorso, prima di approcciarsi al paziente bisogna accertarsi che non vi siano pericoli imminenti per la sicurezza dei soccorritori e del paziente. La sequenza di azioni viene sintetizzata dall’acroni- mo ABCD. A – AIRWAY (VIE AEREE) Valutazione Il primo momento nel soccorso di un soggetto ap- parentemente inanimato consiste nella valutazione dello stato di coscienza. Per valutare velocemente lo stato di coscienza: stimolare: chiamare il bambino a voce alta (“bimbo mi senti?”). Se non reagisce applicare uno stimolo doloroso pizzicando il margine ester- no del muscolo trapezio. Azione Se il paziente risponde alla stimolazione: aggiornare la C.O.P. se l’allertamento era per pa- ziente incosciente; La tecnica diversa in base all’età è necessaria prestare il soccorso adeguato al problema se- in quanto tanto più il bambino è piccolo tanto più guendo i relativi protocolli di intervento. l’occipite è prominente (quindi in posizione supina il capo tende ad essere flesso) e tanto più le prime Se il paziente non risponde alla stimolazione: vie aeree sono morbide e tendono a collassare con posizionare la vittima su un piano rigido, sempre l’iperestensione. Man mano che il bambino cresce 74 Manuale provinciale per la formazione base dei soccorritori | 2018 assume caratteristiche anatomiche che lo avvicina- considerare la Posizione Laterale di Sicurezza. no all’adulto. Nel bambino la posizione è la medesima che Come nell’adulto, la tecnica di apertura delle vie ae- nell’adulto mentre nel lattante si ottiene ruotan- ree in caso di trauma è la sublussazione della man- dolo su un fianco e ponendo un sostegno (cuscino, dibola (vedi capitolo BLSD). telino arrotolato) lungo la schiena in modo che la Durante il controllo della pervietà delle vie aeree posizione sia mantenuta; rimuovere eventuali corpi estranei evidenti ed affio- mantenere il paziente monitorato. ranti. È sconsigliato introdurre le dita alla cieca nel cavo orale. Se il paziente non respir