Procedimenti di Stampa (PDF)

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This document provides an overview of different printing procedures, ranging from traditional methods like offset printing to digital printing techniques. It also discusses the various stages and processes involved in the printing industry.

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1.2.1 Effettuare ricerche stampa Tecnica che permette di riprodurre da una matrice – sia essa fisica, come nella stampa offset, o elettronica, come nella stampa digitale – molte copie uguali di testi, disegni o immagini. La stampa si può definire il primo mezzo di co- municazione di massa e ha cont...

1.2.1 Effettuare ricerche stampa Tecnica che permette di riprodurre da una matrice – sia essa fisica, come nella stampa offset, o elettronica, come nella stampa digitale – molte copie uguali di testi, disegni o immagini. La stampa si può definire il primo mezzo di co- municazione di massa e ha contribuito in modo determinante alla diffusione della conoscenza e dei fatti culturali e alla circolazione delle idee. Enciclopedia online Treccani.it Sommario Procedimento grafico Prestampa  5 Stampa  6 Poststampa e finitura 7 Procedimenti di stampa  8 Procedimenti di stampa a impatto 9 I procedimenti di stampa senza impatto 24 Tendenze del mercato 30 Gli allestimenti 32 Fonti: Computer Essentials, 11/2012, prof. Fabio Frittoli https://it.wikipedia.org/ http://www.contrografismo.info/ 2 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche Procedimento grafico Quando si parla di procedimento grafico ci si riferisce a quel settore industriale che, usando diverse tecniche di stampa (processi grafici), produce degli oggetti detti stampati. A questo settore industriale appartengono sia aziende in grado di produrre lo stampato dall’inizio alla fine del ciclo, sia altre che invece si specializzano in una singola fase del ciclo di produzione. Le prime sono dette aziende a ciclo completo o aziende integrate; le seconde vengono definite «service». Anche le aziende a ciclo completo però hanno normalmente una propria specializzazione, a seconda del tipo di stampato che l’azienda prevalentemente produce. Uno dei criteri per classificare le aziende può essere quello di distinguerle in: Aziende a ciclo completo; Aziende di «service». In entrambi i casi si avrà un’ulteriore suddivisione: le aziende a ciclo completo saranno distinte secondo una classificazione «verticale», ossia secondo il genere di stampato che producono prevalentemente. Avremo quindi: aziende editoriali, che producono prevalentemente volumi; aziende para-editoriali, quelle organizzate per produrre il giornale quotidiano o le riviste settimanali o mensili; aziende commerciali, quelle che producono prevalente- mente stampati commerciali; aziende cartotecniche, quelle che producono stampati per l’imballaggio rigido e/o flessibile. Le aziende di «service» saranno suddivise secondo un criterio «orizzontale», ossia secondo la fase del ciclo di produzione nella quale sono specializzate. Avremo quindi: studi di progettazione grafica e coordinamento delle opera- zioni di stampa; aziende di stampa; service di finitura o nobilitazione (plastificazione, verniciatu- ra, allestimento, ecc.) Per comprendere la struttura tecnico-organizzativa del settore grafico è necessario conoscere gli elementi fondamentali che accomunano tutti i processi di stampa, dove per processo di stampa si intende il complesso delle operazioni che permetto- no di produrre lo stampato. Prendiamo in considerazione, per esempio, un processo di stampa semplicissimo, del quale tutti abbiamo un’esperienza © 2020 Diego Uccellani 3  pratica: la timbratura di un pezzo di carta. Per eseguire una stampa con questa tecnica, perché si tratta infatti di una stampa vera e propria, sono necessari: il modello da riprodurre per fabbricare il timbro: parole, sigle, disegni...; il timbro: l’elemento in gomma, con le zone in rilievo capaci di ricevere l’inchiostro e trasferirlo poi sulla busta; la carta, sulla quale verrà depositata l’impronta del timbro; l’inchiostro, contenuto in un tampone, che bagna le parti in rilievo del timbro e da questo viene trasferito sulla busta; la persona che esegue la timbratura, che fondamentalmente compie queste operazioni: prende la busta, inchiostra il tim- bro, posiziona e preme il timbro per trasferire l’inchiostro. Questi stessi elementi li troviamo in qualsiasi processo di stam- pa. Elenchiamoli nuovamente, usando però questa volta una terminologia più appropriata e valida universalmente: originale: il soggetto (testo e/o illustrazione) da riprodurre; forma di stampa: (il timbro): dispositivo atto a trasferire un elemento di contrasto (inchiostro) su un supporto di stampa; supporto di stampa: (la busta): materiale in grado di ricevere e trattenere il grafismo ricevuto dalla forma di stampa; inchiostro di stampa: elemento di contrasto (in quanto ren- de visibile l’impronta) liquido, solido o in polvere, trasferito sul supporto di stampa per costituire il grafismo; macchina da stampa: dispositivo che esegue le operazioni per la movimentazione e il posizionamento del supporto e trasferisce l’elemento di contrasto tramite pressione (vedre- mo più avanti che il trasferimento, in alcuni processi detti «non a impatto», avviene senza la pressione). 4 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche Abbiamo già visto che per processo grafico si intende il com- plesso delle operazioni di prestampa e stampa necessarie a ottenere uno stampato. Si tratta quindi di un ciclo di fasi ordinate, alcune delle quali abbiamo già visto nell’esempio del timbro. Vediamole in modo più completo e sistematico. Il processo grafico può essere suddiviso in tre gruppi di fasi operative: Prestampa. Stampa. Poststampa o allestimento. Originale Prestampa Il complesso delle operazioni, partendo dall’orignale, porta all’ottenimento della forma di stampa. L’originale, ossia il do- Progettazione grafica cumento da riprodurre, è dunque il punto di partenza. Questo settore del procedimento grafico oggi è suddiviso nelle se- Preparazione dei file guenti specializzazioni: Progettista grafico, al quale compete la parte creativa di un Forma di stampa progetto. Egli si occupa di comunicare, attraverso uno stam- pato o altro media, ciò che l’utente finale è tenuto a capire, a Il ciclo operativo della prestampa percepire. Opera in collaborazione con illustratori, fotografi, cameramen, copyrighter, web designer e tutte quelle figure professionali che si occupano di comunicazione visiva in generale. Poligrafo, che si occupa prevalentemente della parte tecni- ca. Il suo compito principale è quello di saper ottimizzare tutti i dati destinati alla comunicazione visiva per la stampa e per le varie applicazioni multimedia. Nel caso della stampa i dati concorreranno alla confezione delle forme di stampa che possono essere lastre offset, cilindri rotocalco, ecc. o semplicemente dati che andranno a fare produzione con macchine da stampa digitali Spesso le competenze di queste mansioni si accavallano per il fatto di usare i medesimi strumenti (computer e programmi). È il momento centrale del procedimento grafico. © 2020 Diego Uccellani 5 Stampa Montaggio della forma Stampa La fase di stampa in senso stretto viene definita riproduzione iterativa (ripetitiva) dei grafismi della forma su un supporto me- Registrazione organi d’ingresso, diante il trasferimento di un elemento di contrasto. posizionamento e uscita Nella fase di stampa, la macchina che esegue l’operazione ha una grandissima importanza, in quanto condiziona la qualità ot- Regolazione dell’inchiostrazione tenibile, la versatilità (tipo di supporto, formati, ecc.) e la produt- tività; inoltre rappresenta normalmente uno degli investimenti più importanti per l’azienda. Regolazione delle pressioni Le macchine da stampa sono di tipi molto diversi tra loro, legati Raggiungimento e controllo soprattutto al tipo di forma di stampa che utilizzano, come vedre- dello standard mo più avanti. Parlando però in termini generali, una macchina da stampa deve essere in grado di garantire le seguenti operazio- ni: Tiratura un rapido, sicuro e preciso montaggio della forma di stampa; Il ciclo operativo della fase di stampa un accurato e costante posizionamento del supporto durante la stampa; una scorrevole guida del supporto di stampa, dall’ingresso all’uscita; un’inchiostrazione della forma controllabile e costante; una regolazione accurata della pressione per il trasferimento dell’immagine sul supporto. Chi si occupa di questa fase del processo si chiama comune- mente stampatore, tecnologo di stampa o, più recentemente introdotto, tecnologo dei media. Tutte le macchine da stampa, indipendentemente dal processo di stampa, troveremo le seguenti parti fondamentali: Gruppo di alimentazione del supporto. Organi di registro. Gruppo di inchiostrazione. Organi di pressione. Organi di uscita del supporto stampato. 6 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche Poststampa e finitura Sono pochi gli stampati che possono essere consegnati al cliente come escono dalla macchina da stampa. Sono, per esempio, i volantini, i biglietti da visita, le carte e buste inte- state, ecc. Nella grande maggioranza dei casi sono necessarie delle operazioni che vengono definite di allestimento. Oggi c’è la tendenza a definire questo settore «poststampa», per analo- gia terminologica con le due fasi precedenti. Nei casi più semplici saranno sufficienti il rifilo e l’imballaggio. Per altri lavori si richiederà, per esempio, la plastificazione, la piegatura, la cucitura a punto metallico o a filo. Ma nel caso si tratti di libri è necessaria una sequenza di operazioni, che costi- tuiscono il settore della legatoria. Normalmente quello dell’allestimento è un settore ad alta meccanizzazione ed automazione, dotato di catene di lavora- zioni multiple. Questa automazione è necessaria per abbattere i costi, dato che le lavorazioni di legatoria possono rappresen- tare, in alcuni casi, oltre il 50% del costo di un volume. Questo spiega perché normalmente le aziende di allestimento sono dei «service»: una singola azienda a ciclo completo non ha una quantità di produzione tale da giustificare l’investimento richiesto dall’elevata meccanizzazione della legatoria. I principali tipi di allestimento degli stampati, dei quali trattere- mo più avanti, sono: Confezione a punto metallico. Brossura fresata e/o cucita. Incassatura fresata e/o cucita. © 2020 Diego Uccellani 7 Procedimenti di stampa Procedimenti di stampa Prima di entrare nel merito dei procedimenti e dei principali processi di stampa, è necessario premettere due concetti gene- rali relativi alla fase di stampa: i modi di esercitare la pressione; il concetto di stampa diretta e stampa indiretta. Nei quattro procedimenti detti «a impatto» il trasferimento dell’inchiostro dalla forma al supporto avviene per effetto della pressione. I modi per esercitare tale pressione possono essere schematizzati come segue: Pressione piana Tanto la forma quanto il dispositivo di pressione hanno forma piana. Pressione piano-cilindrica: la forma ha forma piana e il dispositivo di pressione (o un di- spositivo intermedio) ha forma cilindrica. Il vantaggio della pressione piano-cilindrica rispetto alla pres- sione piana è che è possibile avere un’adeguata pressione di stampa anche su superfici del supporto molto grandi, senza dover esercitare forze eccessive, poiché la pressione non viene esercitata contemporaneamente su tutta la supericie del sup- porto, ma solo su una sottile striscia di contatto. Pressione cilindrica 8 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche tanto la forma (quanto l’eventuale dispitivo intermedio), quan- to il dispositivo di pressione hanno forma cilindrica Il vantaggio principale della pressione cilindrica (oltre allo stesso della pressione piano-cilindrica) è quello che, grazie ai movimenti solo rotatori, e non alternati, degli organi di stampa, la stampa può avveitre con maggior velocità. Stampa (a impatto) diretta Contatto diretto tra la forma di stampa e supporto. Nella stampa diretta i grafismi sulla forma sono “al rovescio”, cioè si leggono come “allo specchio” Stampa (a impatto) indiretta si ha contatto indiretto tra la forma di stampa e il supporto mediante un dispositivo intermedio. Nella stampa indiretta i grafismi sulla forma sono “al diritto”. Riserva di inchiostro: è la modalità con cui la forma trattiene e trasferisce l’inchiostro al supporto. Ogni procedimento grafico a impatto raggruppa quei processi grafici che sono caratterizzati dall’avere lo stesso tipo di riserva di inchiostro. Procedimenti di stampa a impatto I procedimenti di stampa, ognuno caratterizzato da logiche attuative compatibili con le tipologie e i diversi utilizzi del prodotto, realizzano la riproduzione iterativa dei grafici di una matrice tramite l’inchiostrazione. È un compito per il quale la macchina da stampa, nelle sue articolate peculiarità, ha una fondamentale importanza in quanto condiziona la versatilità d’impiego, la qualità ottenibile, nonché la capacità ed econo- micità produttiva. Le operazioni essenziali al suo funzionamento sono ottimiz- zate dal rapido e preciso montaggio della forma di stampa, dall’accurato e costante posizionamento del supporto durante la tiratura e la sua scorrevolezza dall’ingresso all’uscita, dalla costante e controllabile inchiostrazione della forma e dalla re- golazione della pressione. A queste operazioni si contrappon- gono, in termini di efficienza, i seguenti dispositivi: il gruppo di alimentazione del supporto; gli organi di registro; il gruppo di inchiostrazione e la strumentazione di controllo cromatico; gli organi di pressione; gli organi di uscita del supporto stampato. © 2020 Diego Uccellani 9 Procedimenti di stampa a impatto Come detto in precedenza, la diversità dei procedimenti si fonda, con diverse applicazioni, su due fattori basilari: la strut- tura della forma e la tecnica di pressione. La prima classifica le tipologie di stampa, la seconda distingue la stampa diretta da quella indiretta. Nella stampa diretta l’immagine sulla forma sarà rovesciata, per una lettura dritta, speculare sul suppor- to, mentre su quella indiretta l’immagine dritta sulla forma si rovescia sul cilindro intermedio, per raddrizzarsi nel passaggio sul supporto. Rispetto alla forma, i procedimenti grafici a impatto possono essere di tipo: rilievografico, incavografico, planografico, permeografico. Il procedimento rilievografico Questo processo, che utilizza una matrice con i grafismi in rilievo rispetto alle zone non stampate (contrografismi), è stato impiegato per diversi sistemi di stampa, diretta e indiretta. Tipografia Ha dato origine all’industria grafica e impiega – in modalità diretta – forme rilievografiche, quali piombo di composizione e cliché, con ottimi risultati soprattutto su supporti di patinata lucida. Le macchine da stampa sono: le platine, con la pressione del piano mobile sul piano fisso; le piano-cilindriche con la pressione sul foglio tra il cilindro e il piano di forma; e le rotative, con la pressione tra due cilindri rotanti, uno con la forma inchiostrata, l’altro con il foglio o la bobina. Con l’avvento delle applicazioni fotografiche per la fase di preparazione e l’affermarsi dell’offset, il suo impiego è venuto progressivamente scemando. Pedalina Flessografia Un procedimento di stampa diretta utilizza forme morbide, ela- stiche e flessibili, dalla gomma ai polimeri fotogenerati. Stampa su supporti molto diversi per spessore e finitura superficiale e impiega quasi sempre macchine rotative di grossa dimensione che dispongono in linea di unità di finissaggio, quali fustellatri- ci, elementi di piega e di verniciatura. La pressione è esercitata da un pressore centrale molto grande intorno al quale sono Lastra flessografica disposti gli elementi di stampa che arrivano fino a 8-10 colori. Il sistema di inchiostrazione è affidato al rullo anilox: un cilindro inciso che immagazzina nelle cellette l’inchiostro da trasferire 10 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche sulla forma in rilievo dosandone la giusta quantità. Questa particolare tecnica presenta similarità con il sistema rotocalco e incontra sempre più favore sul mercato, grazie all’espansione dell’industria dei contenitori e dell’imballaggio. Xilografia Si tratta del più antico processo di stampa – impiegato nei pri- mi decenni del Novecento da artisti liberty e impressionisti per raffinate produzioni artistiche – che attualmente continua a essere utilizzato solo in ambito artistico. È un sistema a impatto rilievografico: la stampa si ottiene direttamente da forme di le- gno incise manualmente di spessore corrispondente all’altezza del carattere tipografico, facendo uso di torchi tipografici. Stampa a caldo Un altro sistema di stampa diretta a impatto con forma rilievo- grafica, praticamente un cliché. Il trasferimento dell’elemento di contrasto dai nastri in bobina è ottenuto con l’effetto com- binato di calore e pressione. La macchina tradizionale è la platina, anche se esistono macchine automatiche di maggior formato a resa plurima. Il nastro di varia larghezza, impiegato nella lunghezza necessaria a ogni stampata, è collocato tra la forma fissata sul piano della platina, riscaldata da resisten- ze elettriche, e il piano di pressione. L’elemento di contrasto Lamina per stampa a caldo termotrasferibile è composto da un supporto, normalmente in poliestere, e da uno strato di separazione in cera trasparente che, sciogliendosi, permette il distacco e l’adesione dello strato colorato. La varietà delle colorazioni conferisce effetti suggesti- vi ai diversi prodotti grafici. Cliché in ottone Rilievografia o “Rilievo a secco” Prodotto stampato a caldo Letterset Nato negli Stati Uniti negli anni Settanta con l’intenzione di coniugare il processo in rilievo della tipografia con il sistema di stampa indiretta proprio dell’offset. La forma da stampa è © 2020 Diego Uccellani 11 Procedimenti di stampa a impatto una lastra fotopolimerica su supporto metallico che, tramite il tessuto gommato, trasferisce i grafismi sulla carta senza usare l’acqua di bagnatura. Gli inconvenienti che si sono verificati, ma soprattutto i progressi fatti dall’offset in termini di sempli- cità, economicità e qualità delle lastre presensibilizzate, oltre al miglioramento del sistema di bagnatura, hanno fatto sì che questo procedimento sia praticamente scomparso. Il procedimento incavografico Rotocalcografia È un processo di stampa diretta costituita da un cilindro d’ac- ciaio rivestito da uno strato di rame, sulla cui superficie viene prodotta una serie di microincisioni (cellette o alveoli) secondo procedure elettronico-meccaniche e un successivo trattamen- to di cromatura. Nuove tecnologie di incisione utilizzano un sistema laser supportato da un’elaborazione digitale su superfici non più di rame, ma di zinco e cromo. La preparazione del cilindro richiede comunque la massima attenzione, poiché una super- Bobina di carta montata su rotocalco, ficie non perfettamente liscia danneggerebbe le operazioni di le dimensioni possono arrivare a oltre 4 metri di larghezza. stampa. Il cilindro, nel corso della sua rotazione, raccoglie su tutta la superficie l’inchiostro che si deposita nelle cellette dei grafismi separate tra loro da una rete di sottili pareti, sulle quali poggia un dispositivo strisciante, la racla, che provvede ad asportare l’inchiostro dalle zone dei contrografismi. Contempo- raneamente, l’inchiostro viene trasferito, mediante la pressione di un rullo di gomma, dagli incavi sul nastro di carta che, a sua volta, viene trascinato dal cilindro. La stampa rotocalco, che ricopre circa un quarto della produ- zione grafica mondiale, consente: elevate velocità di stampa; formati grandi e variabili; inchiostri a bassa viscosità e a rapida essiccazione; carte molto leggere; supporti diversi non assorbenti e lisci, come laminanti plasti- ci. 12 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche Tuttavia, la complicata griglia incavografica della forma può determinare scadente qualità nella riproduzione di testi ed ele- menti al tratto, e la formatura costituisce, inoltre, un impiego gravoso, anche economicamente. Le sue applicazioni più gene- ralizzate sono riviste e cataloghi illustrati a preminenti conte- nuti iconografici e di lunga tiratura, nonché imballaggi flessibili di qualità. Le rotocalco incorporano gruppi di piegatura speci- fici in funzione sia del formato macchina, sia del numero e tipo di pieghe che permettono di ottenere rispetto alle segnature richieste dalle caratteristiche della commessa. Gli inchiostri usati sono particolarmente liquidi, in questo modo possono entrare ed uscire facilmente dalle cellette. In base alla profondità delle cellette varia la quantità di inchio- stro depositato. Di conseguenza, la stampa apparirà più scura ma più brillante. L’inchiostro rotocalco, è generalmente costitu- ito da solventi volatili, quali il toluolo1, ma si impiegano anche, da qualche tempo inchiostri a base d’acqua con risultati soddi- sfacenti. Dato il vasto impiego della stampa rotocalco anche in cartotecnica l’industria degli inchiostri ha messo a disposizioni formulazioni adatte alle particolari esigenze che determinati imballaggi, specie di alimentari, possono avere. Sono assai rare le macchine rotocalco a foglio che, strutturalmente, rispetto alle corrispondenti macchine offset, si diversificano solo per il principio di stampa. La forma di stampa, un cilindro di rame, può essere incisa con 4 sistemi, consentendo la riproduzione di varie tonalità, variando la superficie delle cellette o la loro profondità. I 4 sistemi sono: convenzionale: stessa superficie delle cellette, con profon- dità diverse; autotipica: la superficie delle cellette varia, invece la loro Forma di stampa convenzionale profondità e uguale; semiautotipica: sia la superficie delle cellette, sia la loro profondità varia, e l’incisione avviene tramite un sistema detto “a punta di diamante”; infatti l’incisione avviene con un diamante intagliato a 130°. È il sistema più utilizzato, il diamante è montato su di un albero che ha un movimento di 4000 Hz (240’000 rpm); laser: sia la superficie delle cellette, sia la loro profondità Forma di stampa autotipica varia, e l’incisione avviene tramite dei raggi laser. Il rotocalco si riconosce dalla tipica forma dei puntini della retinatura, che generalmente hanno la stessa grandezza ma tonalità differenti. Nelle zone più scure il disegno del retino è 1 Il toluene (noto anche come toluolo, nome IUPAC metilbenzene) è un liquido volatile ed in- colore dall’odore caratteristico di formula C7H8. Il toluene è un idrocarburo aromatico; viene usato come solvente in sostituzione del più tossico benzene, cui somiglia sotto molti aspetti. Forma di stampa semi-autotipica È anche contenuto nella benzina. © 2020 Diego Uccellani 13 Procedimenti di stampa a impatto difficilmente riconoscibile a causa della notevole quantità di inchiostro che spesso si spande sul foglio mentre nelle parti più chiare spesso l’inchiostro rimane solo ai bordi dei piccoli solchi del retino. Dal punto di vista estetico la rotocalcografia riproduce e traduce le apparenze visibili dei segni fotografici in oggetti di volumetrica e vellutata seduzione visiva, dando modo all’immagine di disporsi in una sua dimensione tattile. Calcografia Presenta metodologie e applicazioni diverse realizzate con tecniche di incisione manuale e con applicazioni di tecniche chimiche o meccaniche su lastre di rame o zinco, allo scopo di ricavare matrici incavografiche destinate a stampe dirette per mezzo di inchiostri ad alta densità. Nella calcografia artistica l’incisione viene eseguita manualmente con bulini e punte di acciaio oppure ad acquaforte, acquatinta e vernice molle, attraverso svariati interventi e prolungati passaggi chiaro- scurali che conferiscono risultati notevoli ed esclusivi. Anche l’inchiostrazione avviene manualmente mediante un tampone che riempie le parti incise, seguito da materiali assorbenti che puliscono le zone neutre. La lastra viene posta sul piano del torchio calcografico che, per effetto della pressione esercitata da un cilindro, stampa foglio per foglio. Apporto dell’inchiostro per la stampa calcografica industriale Tecniche di incisione: Puntasecca Consiste nell’incidere una lastra di rame o zinco con uno stru- mento chiamato “punta” (un ago d’acciaio molto appuntito, dotato di un manico di legno e usato come una matita). Una volta incisa, la lastra viene inchiostrata e poi ripulita af- finché l’inchiostro rimanga solo nelle parti precedentemente incise, dopo di che viene collocata sul torchio calcografico che Matita utilizzata per incisione in pun- permette la stampa. tasecca. Tra i primi maestri e caposcuola si può citare Andrea Meldolla 14 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche (Zara, 1510/1515 – Venezia, 1º dicembre 1563) detto lo Schia- vone. Acquaforte La lastra zinco viene ricoperta da un sottile strato di cera d’api, oppure bitume o vernice satinata. Successivamente, con un qualsiasi strumento a punta, si asporta il materiale protettivo affinché restino scoperte le parti che poi verranno stampate; dopo di che, affinché non venga corroso, si isola il retro della lastra con comune nastro adesivo e la si immerge in acquaforte (come veniva anticamente chiamata la miscela formata da tre parti d’acqua e una di acido nitrico). L’acquaforte, con un’a- zione chiamata “morsura”, corrode le parti della lastra rimaste senza protezione. La lastra deve rimanere in acido per un tem- po proporzionato al tipo di segno desiderato: più lunga sarà la morsura, più scuri saranno i segni. A meno che non sia fatto di proposito, cioè per dare uno spe- cifico effetto artistico all’opera, se la lastra rimane per troppo tempo nell’acquaforte la morsura potrebbe arrivare a bucarla; viceversa, se il tempo di morsura è eccessivamente breve, il se- gno potrebbe non essere sufficientemente profondo e quindi la stampa non sarà possibile. Tolta la lastra dall’acido, bisogna asciugarla ed eliminare il nastro adesivo e la cera, dopo di che viene inchiostrata, ripulita e messa al torchio. Questo lavoro viene eseguito manualmente e deve essere ripetuto per ogni esemplare. Il procedimento per le lastre di rame è analogo, l’acido utilizzato nella morsura è però il percloruro ferrico, che ha tempi di morsura più lunghi. Antonio Tempesta detto il Tempestino, Ritorno dalla caccia, acquaforte, 1598 © 2020 Diego Uccellani 15 Procedimenti di stampa a impatto Questa tecnica fu utilizzata con successo da Dürer e dal Parmi- gianino, che può essere considerato il vero e proprio caposcuo- la in Italia. Importante fu il lavoro svolto dalla famiglia De Rossi, dal Seicento al 1738, quando l’insieme delle loro lastre venne incorporato nella Calcografia Camerale, che nel 1870 cambiò il nome in Calcografia Reale e successivamente in quello di Calcografia Nazionale. Fotocalcografia Le tecniche foto-calcografiche usano la fotografia per trasferire l’immagine, mediante una gelatina sensibile, su una lastra me- tallica (in genere di rame o di zinco) che sarà successivamente incisa ad acido. Mentre nelle altre tecniche di stampa si utilizza un retino litografico con cui i punti – a geometria regolare seppure a dimensione variabile – ricostruiscono sulla lastra i mezzi toni dell’immagine, nella fotocalcografia questi punti provengono dal trasferimento fotografico sul rame di un’immagine a tono continuo (cioè senza retino), a cui viene sovrapposta una “ne- vicata” finissima di bitume in polvere. Questo crea un mosaico uniforme di punti che viene successivamente fatto fondere riscaldando la lastra stessa. Attraverso gli interstizi che rimangono liberi tra questi punti di bitume (che costituiscono una sorta di retino asimmetrico meglio detto “riserva”), l’acido mordente incide sulla lastra un reticolo di incavi che si differenziano sia per profondità che per dimensione in base al tono da riprodurre (esattamente come per la tecnica di incisione “all’acquatinta”). Questo doppia qualità dell’incavo è impossibile da raggiungere utilizzando il retino geometrico, mediante il quale i punti incisi variano la loro dimensione ma sono tutti di uguale profondità. Ripulita la superficie del rame dal bitume e dalla gelatina sensibile, gli incavi riceveranno l’inchiostro da stampa; il risultato è un visi- bile aumento della qualità finale della stampa ottenuta da tale “matrice” al bitume. La stampa si effettua inchiostrando e ripulendo a mano questa matrice per ogni singola copia e premendola fortemente sotto un torchio a rulli, a contatto con un’apposita carta “da incisione” opportunamente inumidita. Su questa, i bordi del rame lascia- no la caratteristica “battuta”, un tratto ribassato rispetto alla superficie della carta, dovuto alla forte pressione del torchio. Dato che la generazione della stampa avviene meccanicamen- te, mentre il trasporto dell’immagine da incidere sulla lastra è eseguito fotograficamente, il procedimento rientra tra quelli 16 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche cosiddetti foto-meccanici (foto-calco, foto-lito, foto-tipo). Carte valori Una versione particolare del processo calcografico è utilizzata per la stampa di cartevalori, tra i quali assegni bancari, titoli azionari, banconote. Per questo genere di stampati, in cui la peculiarità del supporto cartaceo e l’esigenza di evitare falsifi- cazioni sono di primaria importanza, vengono combinati ac- corgimenti e tecniche più difficili da contraffare. Pertanto, alla calcografia si aggiungono procedimenti di offset e tipografici Ritocco della lastra calcografica per la supportati da fabbricazioni dedicate di carte e inchiostri. stampa della banconoza da 50 franchi. Tampografia La stampa a tampone utilizza anch’essa una forma incavogra- fica piana con tecnica indiretta e inchiostro fluido. Il tampone preformato in gomma morbida, adattabile a forme diverse, rende possibile la stampa su supporti sagomati di materiali eterogenei. Secondo la tecnica di riserva della racla, l’inchiostro è trasferito dalla forma incisa sul tampone che, a sua volta, lo riporta (in successione per la stampa a più colori) sull’oggetto Tasti con tampografie collocato su un alloggiamento predisposto. Il procedimento planografico Si caratterizza per l’utilizzo di una forma con i grafismi giacenti sullo stesso piano delle zone non interessate alla stampa, che vengono escluse dall’inchiostrazione attraverso un trattamento a base fisico-chimica. Offset Caratteristico processo di stampa planografica a pressione indiretta, in cui l’immagine inchiostrata della forma, prima di trasferirsi sulla carta, subisce un passaggio intermedio su un cilindro; il suo tessuto gommato si adatta meglio di qualsiasi al- tra struttura rigida a riportare l’immagine sulle diverse superfici dei supporti. La fase preliminare di esposizione sulla matrice è avviata dai flussi operativi originari, tradizionali o compute- rizzati. Il percorso tradizionale dalle pellicole alla cianografica, attraverso il tracciato e il montaggio manuale, è sempre meno usato e sostituito dai procedimenti computer to film e com- puter to plate che, per via digitale, si collegano al RIP del file impaginato, all’imposition e alla ciano digitale. L’alluminio, di cui sono costituite le lastre, è un metallo idrofilo che, una volta inumidito, rifiuta i grassi. Nelle lastre presensi- bilizzate più usate, trattate con un sottile strato di resina foto- sensibile, si determina, attraverso l’esposizione, la solubilizza- zione della resina nelle zone colpite dalla luce (contrografismi), fissate dalla bagnatura. L’alluminio della lastra, inoltre, per © 2020 Diego Uccellani 17 Procedimenti di stampa a impatto meglio rispondere alle esigenze del procedimento, prevede un trattamento di elettrogranitura che rende ruvida la superficie, in funzione dell’efficienza sia della bagnatura sia dell’ancorag- gio della sostanza lipofila, e, successivamente, un trattamento di anodizzazione. Il funzionamento del procedimento offset si basa quindi su due fattori principali. In primo luogo, sullo stato superficiale fisico-chimico della lastra: i grafismi sono riservati dalle zone lipofile presensibilizzate, rispetto ai contrografismi ottenuti a mezzo della bagnatura; in secondo luogo, sull’assenza di con- tatto diretto tra forma e carta: l’uso del caucciù – un materiale comprimibile di maggiore sensibilità – genera, infatti, la pres- sione necessaria a trasferire l’inchiostro dalla forma al supporto cartaceo. La macchina offset a foglio maggiormente impiegata nei setto- ri commerciale, editoriale e cartotecnico, presenta una struttu- ra basata su tre nuclei principali: il dispositivo di entrata dei fogli da introdurre alla stampa (mettifoglio, organi di registro, pinze oscillanti); gli elementi di stampa, resi funzionanti dai gruppi di bagna- tura e inchiostrazione, dai cilindri porta forma, porta caucciù e di pressione, e dagli organi di trasferimento; gli organi di uscita destinati a comporre la pila dei fogli stampati. Data la velocità di stampa, alcune macchine hanno in dotazio- ne un forno asciugatore a calore e un gruppo verniciatore che ha lo scopo di proteggere lo stampato. Dispositivi e sistemi di preregolazione e controllo, operazioni automatizzate ed ese- 18 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche guite sulle tastiere della console, controllano qualunque fase del suo funzionamento: la regolazione in fase di avviamento dei calamai dell’in- chiostro e della sua densità, del registro e della pressione di stampa; la preregolazione del formato e del gruppo inchiostrante; il dispositivo di macinazione data l’alta viscosità dell’inchio- stro offset; il controllo automatico e la gestione computerizzata della densità di stampa durante la tiratura, che è rilevata con densitometri a scansione sulla scala colore che il foglio di stampa riporta. Le macchine offset si dividono in due famiglie: macchine a foglio (offset-piana); dotate di una buona fles- sibilità gestionale e di alta qualità di stampa, soffrono di alti costi di gestione e bassa produttività. macchine a bobina (roto-offset); forniscono stampati di qualità sensibilmente inferiore, ma posseggono maggior produttività e minori costi di gestione rapportati alla produ- zione. Le macchine a foglio mono e pluricolori, sono disponibili anche a più elementi stampa. Sono impiegate macchine che, dotate di un dispositivo di vultura, consentono la stampa in contem- poranea della bianca e della volta di uno o più colori. I fondamentali vantaggi dell’offset a foglio, rispetto alla rotati- va, sono rappresentati dall’enorme versatilità nell’impostazione dei formati e dall’adattabilità a tutte le tipologie di stampati, alle caratteristiche dei supporti cartacei e, di conseguenza, a programmi produttivi estremamente diversificati. La semplifi- cazione dell’avviamento si adatta, inoltre, alle basse tirature. Anche la rotativa offset a bobina trova enorme impiego nono- stante alcuni inconvenienti: il costo della macchina molto ele- vato e, vista la sua complessità, tempi più lunghi di avviamen- to, più scarti di stampa e fermi macchina per rottura di carta. La sua struttura a formato fisso condiziona, inoltre, le dimen- sioni e la foliazione delle segnature. Di contro, le alte velocità di tiratura, i risparmi sul costo della carta in bobina, inferiori a quello dei fogli rismati, la possibilità di utilizzare carta di qualità inferiore e di grammatura minore, ma soprattutto la piegatrice in linea che produce in successione segnature stampate già piegate, oltre al forno ad aria calda incorporato per l’essiccazio- ne istantanea dell’inchiostro, costituiscono innegabili vantaggi. Per questi motivi l’offset assorbe circa la metà della produzione grafica mondiale. Il Centro Stampa Ticino SA Nelle macchine attuali molte operazioni sono state automa- https://www.youtube.com/watch?- v=cLsEbMzgqQI&feature=emb_logo tizzate: tra queste i cambi di formato e lastra, il lavaggio e la © 2020 Diego Uccellani 19 Procedimenti di stampa a impatto regolazione degli inchiostri tramite sofisticate centraline di controllo. Altri tipi di macchine offset: Oltre alla tradizionale macchina offset-piana descritta, ed alla roto-offset accennata, esistono altri due tipi usati in funzione dei prodotti grafici da ottenere e della loro qualità: macchine da stampa waterless; utilizzano forme da stampa speciali che non richiedono la bagnatura dei contrografismi della forma. Questa macchina è principalmente alimenta- ta a foglio, ma ne esistono anche versioni roto-waterless a bobina. macchine direct-litho. Sono macchine roto-offset (a bobina) utilizzate prevalentemente per la stampa di periodici, ma anche stampa commerciale e cartotecnica. A differenza del- la offset tradizionale il principio di stampa è diretto, poiché il trasferimento dell’inchiostro dalla forma avviene diretta- mente sul supporto senza passare dal rullo caucciù. Direct-litho Si tratta di un altro procedimento planografico con stampa di- retta e lastre ottenute secondo la stessa tecnica dell’offset, con l’unica differenza di riportare i grafismi al contrario. Nasce negli Stati Uniti nel secolo scorso per poter utilizzare una rotativa tipografica impiegando lastre planografiche, in particolare, per la stampa di giornali, e trova ancora qualche applicazione in alcune macchine a bobina. Stampa litografica È la prosecuzione del sistema tradizionale inventato da Sene- felder nel 1796 da cui è derivata la moderna lito-offset, tuttora applicata nel campo delle stampe artistiche. Essa consiste, per quanto riguarda la matrice, in una particolare pietra calcarea sulla cui superficie si interviene per la composizione di testi e immagini con varie tecniche manuali: incisioni a penna con in- chiostro grasso o a matita grassa. Tutto è riportato alla rovescia, essendo la litografia un procedimento diretto di impressione. Le necessarie riserve vengono risolte con sostanze lipofile che le rendono ricettive all’inchiostro e repellenti all’acqua, in con- trapposizione alle zone non interessate che, opportunamen- te trattate, favoriscono la bagnatura impedendo l’adesione dell’inchiostro. Marc Chagall, La sposa dai due volti, Nel corso dell’Ottocento e fino all’inizio del secolo successivo, Saint Jean Cap-Ferrat, 1949, litografia, con questo sistema si ottennero illustrazioni di libri e di manife- 74x55,7cm, collezione privata sti pubblicitari, nonché stampe d’arte a colori anche a opera di prestigiosi autori, quali Goya, Toulouse-Lautrec, Matisse, Cha- gall, Picasso e De Chirico. 20 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche Il procedimento permeografico Utilizza forme di stampa consistenti in tessuti a maglie fitte permeabili all’inchiostro e rese impermeabili nelle zone non interessate dalla stampa. Serigrafia Il classico procedimento permeografico che trova significative applicazioni sia in campo artigianale e artistico sia industriale, per la sua adattabilità a soluzioni manuali e automatiche tanto nella preparazione della formatura quanto nella peculiarità del suo sistema di stampa. Il tessuto predisposto a trasferire il soggetto da stampare, inizialmente di seta, è oggi composto da fibre sintetiche monofilamento con struttura superficiale Cilindro serigrafico visto dall’interno liscia, tale da permettere la permeabilità dell’inchiostro meglio della composizione multifilamento della seta. Dallo spessore e dalla densità dei fili dipendono rispettivamente lo spessore di inchiostro stampato e il dettaglio dei grafismi riportati. Il tessu- to montato su telaio è teso, ma impercettibilmente distanziato dal supporto sottostante; nell’istante della stampa una racla di gomma opera una leggera pressione per il passaggio dell’in- chiostro. La tensione del tessuto, cessato il passaggio pressorio della racla, provvede automaticamente al distacco immediato dal supporto, evitando sbavature ai bordi dei grafismi. La serigrafia offre parecchie opzioni nell’impiego del contrasto di stampa, permettendo inchiostrazioni anche a spessori elevati, le cui caratteristiche di coprenza e di resistenza alla luce sono confacenti a diverse specifiche applicazioni. Si presta inoltre a qualunque tiratura e a qualunque formato, nonché a stampare su qualsiasi tipo di supporto anche fragile, come il vetro. Dispone di macchine piane, piano-cilindriche e rotative particolarmente adatte a stampare in continuo tessuti, carte da Dettaglio del cilindro serigrafico per parati e simili. la stampa del globo sulle banconote svizzere Questa azione di stampa può essere ripetuta in modo ciclico, a mano o tramite apposite macchine da stampa serigrafiche, raggiungendo una elevata velocità di produzione, in grado di soddisfare, a seconda delle attrezzature disponibili, le esigenze più diverse. Il processo di impermeabilizzazione del tessuto dei quadri serigrafici è ad oggi ottenuto tramite apposite fotoemulsioni in base acquosa che vengono applicate in modo uniforme sul tessuto teso sul quadro e poi asciugate, formando una pellicola coesa ma idrosolubile. Questi quadri serigrafici spalmati se ven- gono esposti alla luce - e più precisamente a luce ultravioletta con lunghezza d’onda intorno a 365 nm - subiscono nelle aree esposte un indurimento, perdendo la proprietà di idrosolubili- tà. Se si espone alla luce ultravioletta un quadro per serigrafia © 2020 Diego Uccellani 21 Procedimenti di stampa a impatto con una pellicola fotografica (con aree nere, in corrispondenza della grafica, e con aree trasparenti alla luce nelle altre parti) sopra il tessuto spalmato, dove riceve luce, la fotoemulsione si indurisce, mentre dove la pellicola è nera la fotoemulsione, non ricevendo luce, rimane idrosolubile. In pratica, dopo il processo di fotoincisione tramite un sempli- ce lavaggio con acqua si ha uno sviluppo del telaio serigrafico che rivelerà le aree di tessuto libere, in corrispondenza delle parti nere della pellicola fotografica. Ad oggi la serigrafia è una tecnologia consolidata di stampa industriale, molto utilizzata in tutte le applicazioni in cui sia richiesto un deposito di inchio- stro più elevato rispetto ad altre tecnologie di stampa ad oggi disponibili, come la stampa offset, la stampa in flessografia, o la stampa inkjet. Vari tipi di serigrafia: La diversa definizione delle tipologie di serigrafia dipende da il supporto su cui si andrà a stampare e dallo scopo finale della decorazione ottenuta con la tecnologia serigrafica. La serigrafia tessile ad esempio, è nota per la stampa su capi di abbigliamento, come t-shirt e per la stampa in continuo di tes- suti in seta, lana, lycra, poliestere, poliammide ed una miriade di altre composizioni di materiali tessili. La serigrafia grafica è quella normalmente intesa per la produ- zione di marchi ed emblemi a scopo pubblicitario o di illustra- zioni e grafici o disegni. La serigrafia industriale per applicazioni di marchiatura e di decorazione per settori industriali come l’automotive in cui ad oggi è ancora insostituibile in quanto questa tecnologia è in grado di assicurare risultati molto affidabili per le elevatissime solidità agli agenti chimici, all’abrasione e agli agenti esterni e alla luce. Nella ceramica e nella stampa del vetro viene da sempre utilizzata grazie alla sua capacità di poter depositare graniglie ed effetti speciali. Grazie agli investimenti di R&D negli inchiostri per serigrafia la serigrafia industriale abbinata a inchiostri speciali viene oggi utilizzata per ottenere stampe con specifiche proprietà funzionali come nel caso della serigrafia con inchiostri conduttivi, resistivi e semiconduttori ( Printed Electronics ). Ad oggi per la produzione di un moderno smar- tphone o tablet i processi di serigrafia rappresentano circa 85% del processo di assemblaggio. La serigrafia d’arte o artistica è invece l’utilizzo di tutte le gran- di capacità di questa tecnologia di stampa per produrre opere che si distinguono per la loro originalità, preziosità e particola- 22 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche rità producendo multipli di opere d’arte. A questo proposito si invita ad approfondire il ruolo che ha avuto questa tecnologia di stampa per artisti come Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Peter Blake, Corita Kent, Victor Vasarely. Multimedia Come si stampa una rivista in rotativa offset (video 10’) www.youtube.com/watch?v=liycicrjLCE&feature=emb_rel_end BNS presenta il biglietto da 50 franchi (video 1’ 34’’) www.youtube.com/watch?time_continue=5&v=ncYAAeo- OZrE&feature=emb_title Le nuove banconote svizzere - la produzione e la circolazione www.youtube.com/watch?v=wKsXt_r6sEg&feature=emb_rel_ end Produzione delle banconote svizzere (testo) www.snb.ch/it/iabout/cash/cash_lifecycle/id/cash_lifecycle_ prod#t3 Stampa di banconote da 50 Euro (Super Quark) www.youtube.com/watch?v=NMcNPwtlq_M © 2020 Diego Uccellani 23 I procedimenti di stampa senza impatto I procedimenti di stampa senza impatto Stampa digitale Il digital printing è un procedimento senza impatto che, non utilizzando una forma analogica, si serve di un documento digitale ripetuto per ogni copia stampata (computer to paper). Limita la velocità di tiratura ma consente tirature anche mini- me per esigenze immediate. Ha comunque raggiunto consi- derevoli livelli produttivi sia nella stampa a foglio sia a bobina. Il principio su cui si basa il funzionamento di molte stampanti digitale è il sistema elettrofotografico. Stampa a toner (laser) Il procedimento al quale si è ultimamente pervenuti e il più comunemente adottato, agli effetti dell’esposizione, è quello espresso dalla tecnologia LED (diodo foto emittente). Un cilin- dro, caricato elettrostaticamente, ruota a velocità costante e su di esso, durante la rotazione, i LED espongono le informazioni digitali inviate dal RIP. Le parti esposte arrivano al dispositivo di sviluppo, all’interno del quale è presente una miscela di toner con particelle di ferro e acciaio che, per mezzo della magne- tizzazione, trasferiscono il toner sul cilindro. La procedura più confacente al risultato qualitativo è, anziché il sistema diretto, il transfer belt che trasferisce su un telo di tessuto gommato i quattro toner della quadricromia per riportarli, in una sola pas- sata, sulla carta da stampare. Segue, come ultima fase del ciclo, la fusione del toner mediante calore. La modalità più usata è quella a mezzo di un piccolo cilindro riscaldato all’interno da una lampada e rivestito da una sostanza elastica, che è sotto- posto alla pressione di un altro cilindro: dall’azione combinata di calore e pressione, coadiuvata da una lubrificazione che favorisce l’adesione, il toner si fissa sulla carta. Video esplicativo (4’ 56”) https://www.youtube.com/watch?v=-Ca8JUw4Bec Utilizzo Gli utilizzi classici di queste macchine sono il rendiconto ban- cario, la stampa di bollette e fatture o di libri-on-demand (nel caso di stampati in bianco e nero) oppure di bassissime tirature di manifesti pubblicitari o stampati a colori con dati variabili impossibili da realizzare in offset e più recentemente anche nel campo delle attività di Transpromo dove al tradizionale rendi- conto si associano messaggi promozionali. È importante ricor- dare che la stampa digitale realizzata con alcune macchine di alto livello ha ormai qualità praticamente identica alla stampa offset. Generalmente i quantitativi per i quali la stampa digitale è competitiva con la stampa offset può essere indicativamente 24 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche in 500 pezzi; evidentemente ci sono poi tantissime altre varia- bili quali il formato, i tempi ecc. La stampa digitale si realizza in tempi molto più brevi rispetto alla offset, non avendo bisogno di impianti o computer to plate. Inserisci qui di seguito il nome dei componenti della stampan- te laser: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. © 2020 Diego Uccellani 25 I procedimenti di stampa senza impatto Nella stampa digitale la carta condiziona molto la qualità: il valore di umidità della carta non dovrebbe superare il 6% per non creare difficoltà di tipo elettrostatico; la finitura superficia- le più è liscia, migliore sarà l’adesione del toner. Altre cautele riguardano la struttura della fibra che non deve procurare trasparenze dovute alla maculatura per pigmentazione difetto- sa e la necessità di evitare inconvenienti di spolvero del sup- porto. Industrie specializzate nella produzione di supporti non cartacei hanno introdotto sul mercato prodotti specifici per la stampa digitale, tra i quali pvc e supporti adesivi trasparenti. Pregi e difetti Il grande vantaggio di questa tipologia di macchine è che ad ogni copia, sia essa uguale o diversa da quella precedentemen- te stampata, il rullo dev’essere necessariamente ricaricato per- mettendo di stampare sempre la stessa copia o copie differenti senza variare la velocità della macchina. Questa stessa caratte- ristica però rende la macchina più lenta (nel caso di grandi tira- ture di copie identiche) e in grado di stampare solo su supporti cartacei. Inoltre la stampa a toner è sensibile a determinati solventi chimici che possono anche rimuoverla completamen- te in quanto, a differenza della stampa offset in cui l’inchiostro è assorbito dal supporto, il toner è fissato tramite trattamento termico ad alta temperatura sulla superficie del supporto. La logica produttiva ha reso disponibili per le stampanti attrez- zature complementari di allestimento degli stampati. Possono essere in linea oppure indipendenti: le prime sono maggior- mente indicate per lavori di tiratura elevata in cui si usa lo stes- so formato carta e la stessa foliazione a fronte di un solo siste- ma di stampa; quelle indipendenti, ottime per piccole e medie tirature, possono servire invece più unità di stampa e risultano più versatili nelle diverse tipologie di allestimento, quali taglio, piega, cordonatura, cucitura a punto metallico, brossura cucita e fresata, verniciatura e plastificatura. In base a dati di capacità e di velocità produttiva, i tipi di stam- panti maggiormente presenti sul mercato sono: low volume, formato A4 e A3, carta massimo gr/mq. 170, ve- locità 12 copie/minuto e risoluzione stampa 600 dpi (stam- panti piane); mid volume, formato cm. 32x45 (SRA3), carta fino a gr/mq. 270 e velocità 40 copie/minuto (stampanti piane e a bobi- na); high volume, carta fino a gr/mq. 400 e velocità 80/100 copie minuto (stampanti piane e a bobina). 26 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche Macchine a getto di inchiostro (Inkjet) La tipica stampante a getto d’inchiostro presenta un carrello che si muove avanti e indietro per tutta la larghezza del foglio, il quale a sua volta procede in direzione perpendicolare al car- rello mediante un sistema di rulli che lo trascina. Sul carrello sono fissate le testine di stampa, il cui compito è quello di proiettare sul foglio delle piccolissime gocce di inchiostro, del volume di pochi picolitri, attraverso dei minu- scoli fori detti ugelli. Il meccanismo di eiezione delle gocce può essere di due tipi: termico: in corrispondenza di ogni ugello è posizionato un resistore attraverso il quale vengono fatti passare impulsi di corrente; ad ogni impulso il resistore si scalda alla tem- peratura di alcune centinaia di gradi in pochi microsecondi e genera nell’inchiostro a contatto con esso una bolla di vapore. L’espansione di quest’ultima provoca l’espulsione della goccia dall’ugello soprastante. Questa è la tecnologia più diffusa nell’ambito home/office ed è utilizzata da Hew- lett-Packard, Canon, Lexmark e Olivetti; piezoelettrico: sotto ogni ugello è sistemato un canalino circondato da un cristallo piezoelettrico a cui vengono man- dati degli impulsi elettrici; ogni impulso provoca la deforma- zione del cristallo e conseguentemente la repentina strozza- tura del canalino e l’eiezione dell’inchiostro; è la tecnologia utilizzata da Epson. Getto d’inchiostro continuo Accanto alle tecnologie sopra descritte caratterizzate dall’eie- zione d’inchiostro solo quando richiesto (Drop On Demand Ink Jet o Getto a richiesta) esiste il cosiddetto Continuous Ink Jet o getto d’inchiostro continuo, una tecnologia molto usata nei processi di stampa industriale e commerciale per alti volumi. Essa è caratterizzata da alte frequenze di getto che permettono un’elevata velocità di stampa. La risoluzione di stampa otte- nibile raggiunge circa 300 dpi e i diametri degli ugelli variano tra il 5 e 42 μm. Gli inchiostri utilizzati sono a base di colorante e di acqua oppure al MEK (metiletilchetone) un tipo di solven- te usato in questi inchiostri. In questo caso l’inchiostro viene spruzzato continuamente e si deposita o meno sulla carta deviandone il flusso attraverso sistemi, in genere elettrostatici, che lo riciclano. Comunemente le macchine a getto di inchiostro si presentano sotto forma di stampanti da tavolo per i piccoli formati come l’A4 o l’A3 oppure sotto forma di plotter per la stampa di grandi formati (fino a 6 metri di larghezza del rullo). I formati più diffu- si sono quelli di Inkjet a rullo da 431 mm (17”), 812 mm (32”) o 1625 mm (64”). © 2020 Diego Uccellani 27 I procedimenti di stampa senza impatto Utilizzo L’utilizzo più comune è quello della stampa di poster o stampa- ti di grande dimensione in singola copia o comunque in tiratu- re ridottissime. Apposite macchine sono poi in grado di stam- pare su materiali rigidi per consentire la realizzazione di cartelli per esterni con inchiostri speciali a lunga durata. I plotter dalle dimensioni maggiori invece sono solitamente utilizzati per la copertura di facciate di edifici o per pubblicità su impalcature o stadi. Grazie alla capacità di alcune macchine di intagliare la superficie stampata, un utilizzo molto diffuso è la creazione di lettere adesive o adesivi in genere (stampati o non) in PVC colorato da applicare su autoveicoli o striscioni per esterni. Pregi e difetti Il maggior pregio delle macchine a getto di inchiostro sta nella capacità di stampare su formati molto ampi, impossibili per qualunque altra tecnologia. Anche la capacità di stampare su supporti rigidi e di tagliare il PVC rende questo tipo di mac- chine ormai insostituibili. Per contro le macchine a getto sono lente, tra le più lente macchine da stampa in circolazione, e co- stose il che le rende inutilizzabili per lavori ad alte tirature dato l’elevatissimo costo-copia; lo svantaggio peggiore è comunque causato dalle testine che si incrostano con facilità in caso di scarso utilizzo. Macchine da stampa digitale per uso commerciale Solitamente queste macchine digitali hanno le dimensioni di una piccola offset completamente autonome senza la neces- sità di un computer esterno per controllarle (il più delle volte un computer è già integrato nella macchina stessa). I formati di stampa sono piuttosto ridotti così come le velocità di stampa (se paragonate alla stampa offset tradizionale) che si aggira sulle 4000 copie/ora. Quasi sempre mettifoglio e gruppo di uscita sono più simili a quelli di una stampante d’ufficio piutto- sto che ad una macchina litografica moderna mentre all’inter- no si ritrovano i classici rulli di una macchina offset (bagnatura, inchiostrazione e stampa) con la differenza che non vi è la possibilità di cambiare la forma che viene generata con proce- dimenti elettronici prima di ogni lavoro. Utilizzi Il principale utilizzo di questa tipologia di macchine è quello di stampati d’alta qualità in basse tirature (anche 100 o 150 copie) quali cataloghi con il cambiamento delle lingue si possono raggiungere le 250/300.000 copie o partecipazioni oppure la realizzazione di stampati di prova. Spesso queste macchine sono in grado di stampare anche su supporti non cartacei quali PVC o plastica limitatamente alla capacità del supporto di passare attraverso i rulli della macchina. È importante ricor- 28 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche dare che la stampa digitale realizzata con alcune macchine di alto livello ha ormai qualità praticamente superiore alla stampa offset. Generalmente i quantitativi per i quali la stampa digi- tale è competitiva con la stampa offset può essere indicato indicativamente in 500 pz;moltiplicato per 40 lingue diventa una produzione semi industriale evidentemente ci sono poi tantissime altre variabili quali il formato, i tempi ecc. La stampa digitale si realizza in tempi molto più brevi rispetto alla offset, non avendo bisogno di impianti o computer o lastre. La proble- matica della stampa digitale comporta la mancanza di impianti di legatoria o finissaggi adeguati alla nuova impaginazione che la stampa digitale produce. Pregi e difetti Questa tipologia di macchina si pone a metà strada tra la stampa offset e quella a toner ereditando i pregi ed i difetti di entrambe le tecnologie: il costo-copia è minore di quello di una stampante laser, ma maggiore di quello offset su tiratu- re medio-alte, la qualità di stampa è identica e in alcuni casi superiore a quella offset, nella stampa offset tradizionale la capacità di stampare dato variabile su singole copie viene com- pletamente a mancare dato che le lastre andrebbero incise ad ogni copia. Sicuramente degna di nota, parlando della stampa digitale è la capacità di stampare su supporti non cartacei e la totale mancanza di aggiustamenti e regolazioni che in queste macchine sono completamente automatizzati. Funzionamento di una HP Indigo © 2020 Diego Uccellani 29 Tendenze del mercato Tendenze del mercato Secondo uno studio presentato al Drupa di Düsseldorf e com- piuto dal Prof. Frank Romano del Rochester Institute of Tech- nology, già al momento attuale più della metà di tutti i lavori a stampa hanno una tiratura inferiore alle 2.000 copie e stiamo assistendo ad un cambiamento epocale pari a quello che negli anni ‘50 avvenne con la rilievografia (i vecchi piombi), sostituita dalla stampa offset. Secondo lo stesso studio vi sarà sempre più la tendenza a passare dalla stampa offset alla stampa digi- tale. Nanografia (Landa) Una nuova tipologia di stampa digitale utilizza l’inchiostro Na- noInk™ a base acquosa per la stampa su supporti patinati/non patinati e film per packaging facilmente reperibili sul mercato, con un livello rivoluzionario di prestazioni e costo per pagina. Il processo Landa Nanographic Printing è una tecnologia rivolu- zionaria destinata ai mercati della stampa commerciale, edito- riale e di packaging. Landa (video promozionale 3’ 43”) https://youtu.be/cBvaFDvN3L0 30 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche JetPress (Fuji Film) Con una produttività che supera i 3.600 fogli B2 all’ora, e una serie di innovazioni che migliorano ulteriormente il già im- pressionante tempo di attività, versatilità, capacità di colore e qualità, Jet Press 750S è ora la più veloce macchina da stampa digitale presente sul mercato. E con il continuo e costante au- mento della domanda di lavoro a breve termine, l’introduzione della Jet Press 750S significa che sempre più posti di lavoro si adatteranno al punto debole di questa nuova macchina da stampa leader del settore. © 2020 Diego Uccellani 31 Gli allestimenti Gli allestimenti Costituiscono la fase finale dei processi produttivi del semilavo- rato di stampa, necessaria ad attribuirgli l’aspetto più consono al suo utilizzo divulgativo. Qualunque tipo di comunicazione, in realtà, si propone e si manifesta all’attenzione del consuma- tore nelle diverse e più propiziatorie fogge che lo stampato assume. Le possibilità sono inesauribili e attivate da una fantasia creati- va sempre più pressata dall’esigenza di diversificarsi e stimolare curiosità, spesso tali da ricorrere a inventive di tipo artigianale. Sono classificabili sulla base delle tecniche e delle relative at- trezzature adottate per i diversi interventi di trasformazione del materiale semilavorato, anche in campo industriale (si pensi alla sempre più diffusa espansione sul mercato del confeziona- mento dei prodotti di consumo). Sinteticamente è possibile adottare una ripartizione tra stam- pati multifoglio, librari o paralibrari, cui corrispondono le lavo- razioni di legatoria, e tra un’infinità di altri stampati extralibrari, che rientrano nelle lavorazioni di cartotecnica. Le soluzioni prospettate dalla legatoria possono essere di diverso tipo. Cucitura a punti metallici Tipica di riviste e opuscoli, copertinati o meno, con segnature accavallate e quindi con limitazioni di foliazione e di gram- matura della carta. È risolta in automatico con piegatrici delle segnature raccolte da catene accavallatrici e cucitrici e quindi passate al rifilo trilaterale. I punti metallici possono presentare un occhiello punto omega per l’applicazione di fascicoli ai dispositivi ad anelli di raccogli- tori. Legatura fresata Comune a un’infinità di libri incollati sul dorso a copertine con o senza bandelle brossure. Il numero di pagine piegate secondo multipli di 4, in ragione del formato e dello spessore della carta, determina le segnature che, raccolte in sequenza, formano il blocco libro il cui dorso, opportunamente fresato per la penetrazione del collante, viene applicato alla copertina cordonata. Il tutto si realizza in automatico per mezzo di una macchina brossuratrice, come il passaggio in trilaterale, salvo opportuni accorgimenti in presenza di bandelle. 32 © 2020 Diego Uccellani 1.2.1 Effettuare ricerche Il punto singer È una confezione particolare ideale per rilegare i fogli. Si trat- ta di una cucitura con macchina tessile sul dorso o al lato del dorso che racchiude il blocco libro. La cucitura può essere effettuata con fili di differenti colori per consentire la massima personalizzazione della confezione. Legatura a filo refe È la legatura classica, di maggior resistenza che, seppur più costosa, viene comunemente utilizzata per pubblicazioni di maggior decoro. Una macchina, a mezzo di punzoni e aghi, fora e cuce con un filo speciale (refe) la prima segnatura, pro- seguendo la sua corsa nei confronti delle segnature successive che rimangono collegate insieme in sequenza a formare il blocco libro. Questo viene brossurato con la copertina come nel caso precedente. Legatura con copertina rigida (incassatura) Contraddistingue collane e volumi monografici di vario argo- mento, ma pur sempre di prestigio, commisurato anche alla qualità del materiale di rivestimento che ricopre il cartone delle plance e del dorso della copertina. Utilizza per l’assemblaggio delle segnature la tecnica di cucitura a filo refe. Il dorso del blocco libro, rinforzato con garza, viene applicato alla coper- tina mediante 2 quartini (risguardi) incollati a metà, rispet- tivamente sulla prima

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