Domande Geografia (Università della Calabria) PDF

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Università della Calabria

Alessandro Ritacco

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Questo documento presenta domande e risposte sulla geografia, focalizzandosi sul rapporto Uomo-Ambiente. Viene spiegato come la geografia si evolva da una disciplina descrittiva a una più interpretativa e complessa, integrando approcci quantitativi e qualitativi. Il documento sembra essere materiale di studio per un corso universitario di geografia.

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lOMoARcPSD|39019209 Domande Geografia GEOGRAFIA (Università della Calabria) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Alessandro Ritacco (ritaccoaless...

lOMoARcPSD|39019209 Domande Geografia GEOGRAFIA (Università della Calabria) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 1) Educazione geografica ed educazioni… Educazione geografica significa: - Avere coscienza del proprio locale e di essere cittadini del mondo, - Essere responsabili verso l’ambiente e avere rispetto per le culture “altre” - Educare al concetto di solidarietà mondiale. La geografia studia il rapporto uomo- ambiente per cui l’educazione geografica comprende: educazione alla legalità, alla cittadinanza, all’ambiente, al rispetto e all’intercultura. Ad esempio nell’ambito dello studio del rapporto uomo ambiente si possono studiare i meccanismi di auto mantenimento della natura ma anche gli interventi a volte messi in atto dall’uomo per sostituirsi a determinate azioni compiute solitamente dalla natura. Ad esempio con le energie alternative si cerca di incrementare la quantità di energia rispetto a quella disponibile. Apprendere una metodologia di lettura in geografia significa passare da un approccio descrittivo (conoscenza) alla capacità di leggere in maniera analitica i fattori e le relazioni tra fattori dello spazio che ci circonda (cioè considerare i fattori come componenti di un sistema) →pensare per relazioni. Interpretare le relazioni tra i fattori significa rispondere a dei ‘perché’; significa cogliere: 1. gli usi; 2. le relazioni tra gli usi; 3. le relazioni tra usi e ambiente; 4. la risposta dell’ambiente. Attraverso questo processo si raggiungono le competenze e si verificano dei cambiamenti di comportamento da parte degli allievi all’interno di specifici contesti: nell’educazione geografica rientrano, infatti, l’educazione alla cittadinanza, alla legalità, all’ambiente, alla solidarietà e all’intercultura. EVENTUALE APPROFONDIMENTO… La geografia studia il rapporto uomo-ambiente. È una disciplina di raccordo poiché consente di mettere in relazione temi economici, antropologici, scientifici e ambientali di rilevante importanza per ciascuno di noi. La geografia è intesa come forma di collaborazione MULTI e INTERDISCIPLINARE tra le scienze della natura e le scienze della società diventando una disciplina transdisciplinare, una rete tra le geografie fisiche (le scienze naturali) e le geografie umane (le scienze sociali) che utilizza le altre scienze per costruire proprie conoscenze e cioè il sapere geografico: − Le geografie fisiche riguardano l’ambiente fisico su cui l’uomo agisce, quindi la componente a-biotica e biotica dell’ambiente messe in relazione tra loro. Nelle geografie fisiche confluiscono le scienze fisiche: geologia, mineralogia, botanica, zoologia, meteorologia, astronomia, fisica terrestre, topografia ecc. − Le geografie umane studiano la componente antropica: ciò che l’uomo fa in un determinato ambiente (contesti culturali). Comprendono diverse discipline che si 1 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 appoggiano alle scienze come la geografia della popolazione (che si rifà alla demografia), la geografia delle religioni, la geografia urbana (che si rifà all’urbanistica), ecc. INTERDISCIPLINARE: studio dell’ambiente come espressione di più componenti, di più problemi e di varie risposte culturali (associare e relazionare) TRANSDISCIPLINARE: studio dell’ambiente come SINTESI del rapporto uomo-ambiente (integrazione di saperi). La geografia guida l’allievo verso il raggiungimento delle competenze, attraverso le conoscenze e le capacità. La competenza è ciò che rimane quando si dimenticano le nozioni e si riescono a mettere in relazione tra loro le varie conoscenze. L’allievo competente è in grado di formulare un proprio punto di vista e di mettere in atto un cambiamento di comportamento (in futuro questo porterà ad un diverso rapporto tra l’uomo e l’ambiente). Pertanto la geografia, come scienza-metodo, lavora sull’educazione allo sguardo, una lettura sensibile (=competenza) ma anche un addestramento a saper vedere =metodo (=capacità). L’occhio diventa lo spirito di osservazione: l’allievo non deve osservare la realtà in maniera passiva ma deve essere in grado di interpretarla, sviluppando una mente critica che gli consenta di essere un cittadino competente, attivo e responsabile. Educando alla lettura dell’ambiente in cui si vive, la geografia permette di acquisire una mentalità di analisi e un senso critico (la capacità di proporre una soluzione). Dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione,2012 La geografia mira a far sviluppare competenze relative alla cittadinanza attiva, come la consapevolezza di far parte di una comunità territoriale organizzata. La conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale ereditato dal passato si affianca allo studio del paesaggio. In questo contesto la geografia è tesa a progettare azioni di salvaguardia e di recupero del patrimonio culturale, affinché le generazioni future possano giovarsi di un ambiente sano. Riciclaggio e smaltimento dei rifiuti, lotta all’inquinamento, sviluppo delle tecniche di produzione delle energie rinnovabili, tutela della biodiversità, adattamento al cambiamento climatico, sono temi di forte rilevanza geografica in cui è essenziale il raccordo con altre discipline scientifiche e tecniche. La presenza della geografia nel curricolo contribuisce a fornire gli strumenti per formare persone autonome e critiche, che siano in grado di assumere decisioni responsabili nella gestione del territorio e nella tutela dell’ambiente con un consapevole sguardo al futuro (→ formare cittadini consapevoli e responsabili). Le dichiarazioni di principio della Carta internazionale sull’educazione geografica (2016) affermano che: − La geografia è lo studio della Terra e dei suoi ambienti naturali e umani. Essa rende possibile lo studio delle attività umane e delle loro interrelazioni e interazioni con gli ambienti, dalla scala locale a quella globale. 2 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 − La geografia spesso mette in connessione le scienze naturali e quelle sociali. Essa è soprattutto la disciplina che si occupa della variabile spaziale ( →disciplina crono-spaziale), cioè del modo in cui i fenomeni, gli eventi e i processi variano tra i diversi luoghi e all’interno di ciascuno di essi. Per questo la geografia dovrebbe essere considerata come una componente essenziale dell’educazione di tutti i cittadini in tutte le società. 2) Geografia da nozionismo a integrazione dei saperi La geografia ha subìto una trasformazione da disciplina nozionistica, mnemonica, descrittiva e fine a se stessa a disciplina interpretativa del rapporto uomo-ambiente e dei rapporti tra le azioni dell’uomo e i contesti (fisici e culturali) nei quali tali azioni si producono. La rivoluzione scientifica degli anni ’60 opera l’interconnessione, la contestualizzazione, la gobalizzazione dei saperi fino ad allora frammentati e compartimentalizzati. Da tale interconnessione di saperi nascono alcune discipline polidisciplinari e/o transdisciplinari (ecologia, scienze della terra, scienze ambientali ecc.). L’oggetto di studio della geografia è un sistema complesso, un tutto organizzatore. Mira in questo modo a fare apprendere un metodo che può essere riapplicato in altri contesti. La geografia abbandona la sua struttura tradizionale ortodossa (organizzata per compartimenti stagni) e diventa disciplina integrata o scienza metodo, in grado di accogliere fattori provenienti dalle singole scienze e che presenta un’organizzazione in 3 momenti di analisi (spaziale, ecologica e dei complessi regionali), ciascuno dei quali presenta a sua volta una fase teorica e una fase applicativa. Si va dalla teoria alla pratica. Per esempio: dallo studio delle strutture ambientali e degli ecosistemi (teoria) si passa alla valutazione dei rischi ambientali. Per salire nel processo cognitivo, dunque per risolvere problemi più grossi si passa dall’analisi ambientale, all’analisi ecologica e poi all’analisi dei complessi regionali. Questo processo dà metodo e competenze (arrivo ad una sintesi della ricerca). L’insegnamento della geografia deve mirare ad un costruttivismo reticolare, fondato su interazioni concettuali che facciano raggiungere competenze che partano dall’acquisizione di concetti spaziali, passano dalla descrizione e dalla rappresentazione dello spazio (dal vicino al lontano) ed arrivano ad una riflessione sui rapporti tra i fenomeni (naturali e antropici) e sulle loro conseguenze. La geografia è diventata una disciplina transdisciplinare ovvero essa integra una molteplicità di letture del territorio, permette l’integrazione tra più saperi. Eventuale approfondimento − Analisi spaziale: il geografo studia le variazioni relative alla localizzazione di una caratteristica significativa o di una serie di caratteristiche. Inoltre si chiede quali fattori condizionano i modelli di distribuzione e come poter modificare questi modelli per rendere più eque ed efficaci le distribuzioni. Esempio: studio della distribuzione della popolazione e della povertà rurale. − Analisi ecologica (o sistemica): interpretazione delle connessioni tra variabile umana e ambientale all’interno di un’unica area geografica delimitata. Esempio: la fertilità del suolo 3 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 (teoria) determina la produttività (pratica). − Analisi dei complessi regionali: combina i risultati dell’analisi spaziale e di quella ecologica, arrivando ad un momento di sintesi. Lo studio si concentra sulle differenze areali per determinare la classificazione delle regioni in: culturali, amministrative, etniche (cioè per capire che tipo di collegamento ci può essere tra due o più regioni). È il tipo più complesso di analisi. Questo tipo di processo dà metodo e competenza. 3) Analisi quantitativa e qualitativa in geografia L’analisi QUANTITATIVA utilizza un metodo deduttivo che permette di misurare e analizzare un fenomeno (es. il cambiamento di temperatura), l’analisi QUALITATIVA passa all’interpretazione del dato (pensare per relazioni) e utilizza un metodo induttivo (es. cosa influenza l’andamento della temperatura?). In una prospettiva spaziale, l’analisi quantitativa del rapporto uomo-ambiente si sofferma sulla localizzazione, sul ‘dove’, mettendo in campo un approccio descrittivo delle immagini e delle rappresentazioni offerte dalle parole scritte e dai segni grafici. Viene utilizzato il metodo deduttivo. Si concentra sulla semplice osservazione del dato. L’analisi qualitativa, utilizzando il metodo induttivo, spinge l’allievo a ragionare sui fatti e ad interpretare i dati secondo il suo punto di vista. Viene utilizzato un approccio analitico/interpretativo e si va ad indagare sul ‘come’ e sul ‘perché’ di un determinato elemento o fenomeno. Andando oltre la localizzazione, l’allievo si concentra sullo studio della distribuzione e dell’organizzazione dei fenomeni, cogliendo le componenti e le relazioni tra le componenti. Il momento fondamentale che segna il passaggio dall’analisi quantitativa a quella qualitativa in geografia è quello dell’analisi: elaborazione ed interpretazione dei dati (in seguito alla loro raccolta e sistematizzazione). Si arriva così alla sintesi ed alla formulazione di ipotesi per la risoluzione di problemi (Ricerca-azione come processo ciclico: se la valutazione non funziona si passa ad un secondo ciclo d’azione, ritornando ad una nuova fase cognitiva). In base a questo processo, si può arrivare a definire la geografia come disciplina in grado di leggere ed interpretare il mondo, l’ambiente fisico e la società umana. Studiare la geografia, infatti, significa: − Misurare le parti →analisi quantitativa − Integrare le parti →analisi qualitativa (significa vedere l’insieme: paesaggio, processo, regione) Si passa dalla scomposizione dello spazio alla ricomposizione per analizzarlo come sistema globale. Il METODO è parte integrante dello studio della geografia. Si mira a dare un metodo, non il semplice nozionismo. Tale metodo può essere applicato a qualsiasi argomento. Apprendere una 4 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 metodologia di lettura significa scoprire i singoli elementi o fattori per capire le leggi generali che governano la formazione delle strutture o infrastrutture territoriali, ossia la TOTALITA’... per approfondire… La geografia è scienza, in quanto scienza metodo perché da un’impostazione separativa, tipica dei metodi deduttivi, si è arrivati ad approcci globali, basati su metodologie induttive che sono funzionali a mettere in luce le integralità delle parti di un sistema che cambia. Il metodo deduttivo richiama un approccio descrittivo che coglie e analizza ciò che si presenta nella nostra vita mentre il metodo induttivo prevede un approccio analitico che deve portare l’allievo a ragionare. Attraverso capacità di analisi e critiche, l’allievo formula nuove ipotesi, al di là di quelle esistenti e immediatamente percettibili. Dall’approccio descrittivo (conoscenza) si passa a complessi approcci analitici e interpretativi (capacità) che indagano la fitta rete di relazioni di cui lo spazio è il prodotto. Dal dove (letture dati) si passa ad indagare il come e il perché (interpretazione delle componenti e relazioni tra le componenti) La geografia deve offrire una metodologia di lettura in grado di andare oltre il dato visibile e l’immagine statica della realtà, arrivando ad affinare l’occhio come strumento in grado di scomporre una determinata immagine fissa per compiere un’analisi problematica. Infatti la geografia porta avanti non solo un’analisi quantitativa (analisi delle informazioni e la loro misura), ma anche un’analisi qualitativa, volta ad un’interpretazione critica delle informazioni, arrivando anche a proporre delle soluzioni ai problemi. Da un sapere di tipo nomotetico (descrittivo), capace di porre leggi univoche, si passa ad un sapere di tipo idiografico (interpretativo); da un’impostazione separativa si passa ad approcci integrati e globali basati su metodologie induttive in grado di mettere in luce le connessioni tra elementi all’interno di un sistema che cambia. (Qui si può parlare eventualmente dei principi metodologici, vedi domanda n°5) sicuro?? Cerca di capire 4) Le competenze di base e la geografia La competenza è la capacità di applicare una conoscenza in un contesto dato, riconoscendone le specifiche caratteristiche, adottando comportamenti funzionali per il conseguimento del risultato. La competenza vera e propria è la CAPACITA’ DI RIFLETTERE= cambiamento di comportamento. Vengono stabiliti due gruppi di competenze: le competenze chiave per la cittadinanza, gli assi culturali che prevedono le competenze di base a conclusione dell’obbligo di istruzione. Le competenze di base sono articolate in 4 gruppi. Cosa può diventare obiettivo della geografia rispetto ai 4 assi? 1. Asse dei linguaggi − Utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio 5 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 artistico; − Utilizzare e produrre testi multimediali. 2. Asse matematico − Saper fare delle rappresentazioni grafiche; − Individuare le strategie appropriate per la soluzione di problemi; − Analizzare dati ed interpretarli, sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli stessi, anche con l’ausilio di rappresentazioni grafiche, usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e le potenzialità offerte da applicazioni di tipo informatico. 3. Asse scientifico-tecnologico − Osservare, descrivere e analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle sue varie forme i concetti di sistema e di complessità; − Analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di energia partire dall’esperienza. − Consapevolezza delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel CONTESTO CULTURALE E SOCIALE in cui operano. 4. Asse storico-sociale − Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica, attraverso il confronto fra epoche, e IN UNA DIMENSIONE SINCRONICA, ATTRAVERSO IL CONFRONTO TRA AREE GEOGRAFICHE E CULTURALI; − Educare alla tutela della persona, della collettività e dell’ambiente; − Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio-economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio. 5) Principi metodologici e processo cognitivo in geografia: dalla localizzazione alla spiegazione. Lo studio di un fenomeno inizia sempre dall’osservazione che ne permetterà la localizzazione, la descrizione, la codificazione rappresentativa, l’interpretazione e l’analisi. I principi metodologici del processo cognitivo in geografia sono: 1.Ubicazione e distribuzione: ogni oggetto di studio della geografia deve essere inserito in un sistema di riferimento (geografia = scienza dei luoghi); 2.Comparazione: principio secondo cui il fenomeno viene messo a confronto con altri fenomeni dello stesso tipo ma localizzati in altri spazi. In questo modo è possibile chiarire la natura e la portata di quel fenomeno. 3. Interconnessione e interdipendenza: non è possibile considerare un fenomeno come a sé stante, ma solo in rapporto con gli altri fenomeni ai quali è collegato nei diversi insiemi spaziali. Questo vuol dire pensare per relazioni (ad esempio: andare oltre il semplice fiume o il semplice campo coltivato e capire il senso e la funzione che questi elementi hanno all’interno di un sistema). 4. Causalità: i fenomeni sono legati a catene di causa-effetto. Le cause possono essere di vario tipo: fisiche, storiche, economiche, culturali, ideologiche. Esse hanno determinato, nel corso del tempo, 6 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 le diverse configurazioni spaziali dei fenomeni studiati. Accanto alle cause ci sono gli effetti: i fenomeni, infatti, possono avere effetti e conseguenze di grande importanza geografica. 5. Dinamismo: ogni fenomeno va considerato non solo nel suo momento statico (quando viene colto) ma anche andando a ritroso nel tempo, prendendone in considerazione l’evoluzione (anche in prospettiva futura, cioè cercando di capire le linee del suo sviluppo futuro). Il tempo, infatti, produce dei cambiamenti che possono essere lenti e inavvertiti dall’uomo, poiché riconducibili esclusivamente alla natura (ad esempio il movimento delle placche terrestri, a meno che questo non determini fenomeni come terremoti e maremoti), oppure avvertiti dall’uomo, nel caso in cui sia l’uomo stesso a provocarli (ad esempio il surriscaldamento globale). 6. Sintesi: ogni analisi deve essere conclusa da un momento di sintesi, individuando il quadro spaziale entro cui si collocano i fenomeni presi in considerazione. 7. Finalità e funzioni: secondo il concetto di funzionalismo geografico, ogni struttura, naturale o artificiale, è finalizzata a svolgere una determinata funzione. I gruppi umani, mediante la libera scelta di finalità future, rispondenti per lo più alla necessità di incrementare i bisogni, agiscono in modo decisivo sull’organizzazione razionale dello spazio. In genere la funzione tende a collegarsi all’utilità: ad esempio in agricoltura si tende a coltivare piante che siano più produttive dimenticando, a volte, di salvaguardare la biodiversità. Dalla localizzazione e descrizione di un fenomeno (conoscenza), si passa all’organizzazione (organizzazione della conoscenza), fino all’interpretazione (interpretazione critica dei dati territoriali). Dal semplice al complesso= cogliere relazioni sempre più fitte. DOVE= ubicazione e distribuzione COME= dinamismo, interconnessione, interdipendenza e comparazione. PERCHE’= sintesi, finalità e funzioni Interpretare e spiegare la realtà comporta un mutamento cognitivo che deve essere dimostrato attraverso una gamma di obiettivi, tra cui: ripetere concetti, teorie e metodologie; usare un linguaggio geografico; ricercare, leggere ed interpretare atlanti, carte, grafici, fotografie ecc; costruire grafici e carte da informazioni di carattere territoriale; leggere ed interpretare i tratti e le relazioni di un dato territorio; formulare ipotesi di ricerca per la risoluzione di problemi ed applicare tali metodologie su territori nuovi; esprimere la propria opinione ed indicare una strategia d’intervento. Se il ragazzo sa fare tutte queste cose (dalla più semplice alla più complessa) allora è in grado di spiegare la realtà. 6) Quali sono le domande per una riflessione in chiave didattica in geografia La geografia non deve più mirare all’acquisizione di nozioni o all’osservazione passiva della realtà ma, da disciplina scientifica, deve educare lo sguardo, fornendo un metodo di lettura, organizzazione ed interpretazione della conoscenza. Allievo: non più osservatore passivo ma in grado di interpretare ed elaborare la conoscenza creando il proprio punto di vista. La riflessione in chiave didattica deve portare l’allievo a porsi le seguenti domande: − Conoscenza (sapere): 7 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 Dov’è? (localizzare un fenomeno) Che cos’è? Com’è? (come è distribuito un fenomeno) − Capacità (saper fare): Perché è accaduto? (cause) Che implicazioni comporta? (effetti) − Competenze (saper essere): Come dev’essere gestito per lo sviluppo dell’umanità e dell’ambiente naturale? (presa di coscienza) Quale potrebbe essere il mio contributo? (cambiamento di comportamento). Ulteriore approfondimento… L’analisi quantitativa del rapporto uomo-ambiente si sofferma sulla localizzazione, sul dove, mettendo in campo un approccio descrittivo delle immagini e delle rappresentazioni offerte dalle parole scritte e dai segni grafici. Viene utilizzato il metodo deduttivo. Si concentra sulla semplice osservazione del dato. L’analisi qualitativa, utilizzando il metodo induttivo, spinge l’allievo a ragionare sui fatti e ad interpretare i dati secondo il suo punto di vista. Viene utilizzato un approccio analitico/interpretativo e si va ad indagare sul come e sul perché di un determinato elemento o fenomeno. Andando oltre la localizzazione, l’allievo si concentra sullo studio della distribuzione e dell’organizzazione dei fenomeni, cogliendo le componenti e le relazioni tra le componenti. 7) Finalità della geografia Le finalità sono proprie della disciplina e saranno trasformate in obiettivi da raggiungere da parte del ragazzo. La formulazione degli obiettivi si basa, dunque, sulla conoscenza delle finalità della disciplina. La geografia facilita e influenza il nostro modo di “stare nello spazio” e di muoverci consapevolmente in esso. Considerando che i contenuti sono sempre alla base, le finalità della disciplina possono essere classificate in due macro-categorie: − Finalità strumentali: (aspetto cognitivo) legate al saper fare (capacità). La geografia come disciplina crono-spaziale, tenta di porre in maniera problematica una visione complessiva dello spazio-mondo, interpretando l’organizzazione spaziale. Principio fondamentale è quello della geografia come luogo d’incontro tra temporalità naturale e temporalità umana (= disciplina crono-spaziale). In riferimento alla spazialità, la geografia tenta di capire la distribuzione di elementi naturali e fisici e di riflettere sulle conseguenze delle azioni compiute dall’uomo per modificare l’ambiente. La spazialità si muove dal vicino al lontano. Il percorso descrittivo parte dal luogo per risalire agli altri ordini di grandezza, fino alla dimensione planetaria 8 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 (luogo→regione→paese→grande spazio→mondo). Come disciplina dell’organizzazione spaziale la geografia consente di acquisire: capacità di relazione e confronto; capacità di cogliere le problematicità e di potenziare le competenze che consentono una lettura sincronica e diacronica dei fenomeni. La finalità strumentale non lavoro sulla dimensione crono-spaziale ma anche sull’interpretazione dell’organizzazione spaziale con il potenziamento di quelle competenze che consentono una LETTURA SINCRONICA E DIACRONICA. Attraverso queste finalità la geografia lavora sul saper essere consentendo di acquisire capacità di relazione e confronto, capacità di cogliere le problematicità, una mentalità di analisi e senso critico. La formazione dello studente deve essere improntata su un approccio critico nei confronti dell’ambiente in cui vive e a una visione globale (totalità) dei temi e delle problematiche (processi) che coinvolgono sincronicamente e diacronicamente (nel tempo e nello spazio) le società umane. Obiettivi: cosa deve saper-fare il ragazzo? a) apprendere il senso dello spazio → offrendo le coordinate per orientarsi negli spazi rurali e virtuali; b) analizzare le complessità e dinamicità dei contesti → come frutto di processi socio-economici e culturali. − Finalità valoriali: (aspetto affettivo) legate al saper essere per raggiungere una competenza per una presa di coscienza e un cambiamento di comportamento. La geografia tende a sviluppare il senso civico (educazione alla cittadinanza e all’intercultura) e a stimolare la formazione di una coscienza ambientale (educazione all’ambiente e alla sostenibilità). Obiettivi: a) sviluppare l’educazione ambientale → secondo la visione dell’ambiente come sistema del quale siamo tutti responsabili; b) sviluppare l’educazione alla cittadinanza formando i cittadini del mondo → consapevoli, responsabili e critici, capaci di convivere con le diversità e con il proprio ambiente, di modificarlo in modo creativo e sostenibile guardando al futuro. c) educare alla solidarietà e al rispetto della diversità in una dimensione che riconosca le differenze fisiche e antropiche. 8) I verbi delle competenze e delle capacità geografiche 9 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 Il raggiungimento delle competenze che l’allievo porterà con sé nella vita avviene attraverso queste azioni: comunicare (che si esprime attraverso le capacità di leggere, scrivere, ascoltare, parlare, cooperare, interagire, operare secondo codici diversi) strutturare e interpretare (che si esprime attraverso le capacità di risolvere, classificare, verificare, valutare, confrontare, collocare nel tempo e nello spazio, stabilire relazioni) sintetizzare e spiegare (che si esprime attraverso le capacità di elaborare, creare, schematizzare, collegare, riutilizzare) analizzare e problematizzare (espressa attraverso le capacità di distinguere, osservare, riflettere, rappresentare, descrivere) (Azioni che via via sono più articolate e portano allo sviluppo del pensiero critico verso la realtà circostante) 9) Osservazione diretta e indiretta: tecniche e fasi La metodologia dell’osservazione diretta permette agli allievi di osservare nella realtà i fenomeni oggetto di spiegazioni in classe e quindi di allontanarsi da una concezione della geografia nozionistica e libresca. “Scoprire osservando” costituisce la prima abilità operativa da far acquisire agli allievi fin dai primi anni della scuola primaria. L’osservazione diretta si realizza con l’uscita sul campo (escursioni, visite guidate, lezioni itineranti) e prevede alcune fasi: − Fase 1: preparazione o allestimento (in cui si stabiliscono obiettivi, luogo, tempi e modalità) − Fase 2: realizzazione o svolgimento (uscita vera e propria sul territorio) − Fase 3: sintesi o restituzione (rielaborazione) Ogni uscita sul territorio si conclude in aula, laddove era iniziata. Qui si procede alla catalogazione dei materiali raccolti. Lo studio del VICINO si acquisisce soprattutto attraverso l’osservazione diretta: la strada, gli spazi della scuola, i percorsi abituali possono essere i primi oggetti d’indagine (approccio senso- percettivo). Nel momento in cui si vogliono studiare problemi relativi a regioni talmente distanti da renderne impossibile un’esperienza diretta (realtà lontane) si può ricorrere al metodo dell’osservazione indiretta. Non c’è uno schema ideale di riferimento, il metodo è flessibile, adattabile alle varie circostanze. La lezione in classe è suddivisa in presentazione, svolgimento, momento espositivo e di verifica. Essa si realizza con gli strumenti d’indagine: − Letterari-linguistici: oltre al libro di testo, testi specifici, riviste scientifiche, atti dei congressi, geografici nazionali e internazionali, guide turistiche, racconti di avventura, scritti in versi, articoli di periodici e quotidiani. − Quantitativi-statistici: i dati statistici vengono forniti a livello nazionale dall’ISTAT, a livello europeo dal “Sistema statistico europeo” (SSE), mentre a livello internazionale le 10 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 statistiche vengono condotte da alcuni organismi come ONU, FAO, UNICEF e UNESCO. I dati vengono organizzati facendo uso di tabelle, grafici, diagrammi, istogrammi ed aerogrammi. − Cartografici e iconici: (strumenti della geo-graficità) Cartografici →carte geografiche tradizionali, carte mentali, carte tematiche, carte speciali (geologiche, sismiche ecc.), metacarte, carte distorte o deformate; Iconici→immagini fisse (fotografie, diapositive, disegni, immagini da GIS e telerilevamento) o dinamiche (film, documentari, riprese di vario genere). Questa categoria di materiale didattico si rivela molto utile perché consente di far viaggiare i propri allievi stando nei banchi. − Giochi: per es. giochi di ruolo, giochi senso-motori e giochi elettronici con vari tipi di software. La lezione in classe viene suddivisa in: − Presentazione − Svolgimento (raccolta materiale, tempo di svolgimento, uso di tecniche e strumenti, intervento degli esperti) − Momento espositivo di verifica Dopo la raccolta dei dati (che può avvenire direttamente: attraverso gli appunti, la somministrazione di questionari, le fotografie scattate e i filmati raccolti nel corso dell’osservazione dei fenomeni oppure indirettamente: attraverso gli strumenti letterario-linguistici, cartografici e iconici, quantitativi), il materiale viene classificato, quindi analizzato ed elaborato (interpretato). Il momento dell’elaborazione ed interpretazione dei dati costituisce un momento di notevole valenza educativa in quanto stimola negli allievi il senso logico e la capacità di organizzazione. L’insegnante decide quale tecnica usare per prima: l’osservazione diretta, ovviamente, è la tecnica “per eccellenza” in quanto il ragazzo scopre osservando. 10) Geografia disciplina crono spaziale La geografia indaga la fitta rete di relazioni di cui lo spazio è il prodotto nel tempo. I fenomeni possono essere studiati in relazione al tempo (studio diacronico) o allo spazio (studio sincronico es. perché oggi si ha una particolare concentrazione di popolazione nella valle del Crati?), inoltre possono essere confrontati con altri fenomeni presenti in spazi diversi. L’analisi crono-spaziale permette di capire quali siano le cause e gli effetti di un fenomeno, cosa lo ha determinato, presa di coscienza e cambiamento del comportamento. In relazione al tempo è importante chiarire la differenza tra temporalità dell’uomo e temporalità della natura: i tempi della natura sono molto più lunghi di quelli dell’uomo (un albero impiega 15 anni per crescere e l’uomo in pochi minuti lo taglia). Nella dimensione temporale la geografia è vista come luogo d’incontro tra temporalità naturale e temporalità umana. 11 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 In relazione allo spazio lo studio viene condotto dal vicino al lontano (luogo, regione, paese, grande spazio, mondo). La dimensione spaziale significa che la geografia tenta di porre in maniera problematica una visione complessa di ciò che avviene nello spazio/mondo. Lo spazio, se non osservato e studiato attraverso la dimensione cronologica non può considerarsi propriamente geografico. È il tempo infatti che nelle sue relazioni con l’uomo conferisce allo spazio profondità e vivacità, gli dà quel dinamismo necessario sia per leggere la società e il territorio nei loro continui cambiamenti, sia per esaminare le relazioni che le società intrattengono tra loro. È il tempo che attraverso la chiave geografica modula lo spazio in tutte e tre le dimensioni: passato, presente, futuro. Se il presente può costituire il punto di partenza, tutti i momenti temporali vanno integrati, in una visione diacronica dello spazio, la sola che può consentire un’analisi completa ed efficace. Il presente infatti allaccia nel flusso temporale incessante passato e futuro. Il futuro, a breve, a medio e a lungo termine va analizzato innanzi tutto sotto il profilo delle scelte effettuate nel presente. È così l’ambiente plasmato nel passato, attuale scenario nel quale tutti agiamo, costituisce simultaneamente materia essenziale per l’esame del futuro. Una visione diacronica dello spazio consente non solo di interpretare meglio le realtà territoriali soggette a trasformazioni ma anche di aprire l’orizzonte al mondo della sua vastità ed afferrare in maniera consapevole lo spazio praticato ogni giorno. Il tempo viene ad assumere il carattere della sincronia e lo spazio territoriale è virtualmente soppresso, pur restando individuabile morfologicamente. La finalità strumentale della geografia non lavora soltanto sulla dimensione crono spaziale ma soprattutto sull’interpretazione dell’organizzazione spaziale con il potenziamento di quelle competenze che consentono una lettura sincronia e diacronica. L’organizzazione spaziale dipende dalle modalità con cui si realizza il rapporto uomo- ambiente. L’ambiente naturale è costituito da fattori biotici e a-biotici messi in relazione, ma comprende anche i fattori socioculturali (l’uomo) che ne influenzano i caratteri e l’evoluzione. L’uomo utilizza le risorse sottraendole all’ambiente, oppure introduce elementi esterni all’ambiente naturale modificandolo. Il territorio è un ambito spaziale caratterizzato dal punto di vista ambientale, sociale, economico e politico amministrativo. I processi di territorializzazione trasformano l’ambiente in territorio rendendolo una risorsa, sono le procedure mediante le quali una società fa proprio, organizza e gestisce un ambiente, imprimendovi dei valori per trasformarlo in territorio; processo che ha trasformato la terra, controllata dalla natura, (terre emerse, controllate dalla natura), in mondo, controllato dalla cultura (organizzato come sistema sociale, politico- amministrativo ed economico controllato dalla cultura). Il territorio è infatti definito come la proiezione del rapporto tra natura e cultura. L’uomo controlla l’ambiente attraverso tre processi: 1) Controllo intellettuale - Simbolizzazione (denominazione di luoghi, attribuzione di simboli, rappresentazione mitica). Legato alla cultura. 2) Controllo materiale – Reificazione (si riferisce agli spazi che l’uomo ha trasformato per renderli funzionale al soddisfacimento dei suoi bisogni) Il controllo materiale si esprime attraverso: - L’occupazione del suolo (Esempi: urbanizzazione o industrializzazione), - Uso delle risorse (esempio: forme di agricoltura). 12 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 - Trasformazione dei luoghi (esempi laghi artificiali, oasi ecc.), 3) Controllo strutturale – compartimentalizzazione si occupa del controllo organizzativo del territorio (istituzioni di confini, creazione di norme e spazi operativi). Il paesaggio è la sintesi visibile dell’interazione tra componenti naturali e componenti umane (azioni antropiche) che si realizza in un territorio. L’uomo come animale culturale esercita il suo controllo. (ES. l’impatto sull’ambiente e lo sfruttamento energetico per mantenere piste sciistiche al chiuso a Dubai, in pieno deserto). 11) Le competenze nelle dimensioni dell’apprendimento geografico Le competenze sono costruite attraverso l’acquisizione di conoscenze (sapere) e capacità (saper fare). La loro acquisizione costruisce l’obiettivo dei corsi di studio di ogni ordine di scuola. Le competenze chiave di cittadinanza diventano disciplinari con delle azioni specifiche, cioè facendo uso di tecniche specificamente geografiche. Le competenze geografiche di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria sono: - Imparare ad imparare acquisendo il metodo di ricerca geografica e di osservazione (educare allo sguardo), - Progettare e riprogettare spazi noti in funzione dei propri bisogni, - Comunicare informazioni spaziali con il linguaggio della geo -graficità, - Collaborare e partecipare alla gestione del territorio esercitando la cittadinanza attiva, - Agire in modo autonomo e responsabile nei confronti dell’altro e dell’ambiente, - Risolvere problemi territoriali e di sostenibilità ambientale, - Individuare collegamenti e relazioni in un sistema territoriale, - Acquisire e interpretare l’informazione spaziale e ambientale. La competenza non esiste in sé ma deve sempre essere situata in rapporto ad un problema particolare e all’interno di un contesto specifico di riferimento: non esiste competenza che non sia competenza in atto. La competenza diventa abilità e regola di vita (ovvero competenza in atto), capacità di riconoscere il problema e trovare una soluzione (cambiamento di comportamento). 12) L’UA: fasi e modelli L’unità di apprendimento è il quadro operativo organizzativo del processo di insegnamento- apprendimento, contenitore del lavoro che l’insegnante e l’allievo andranno a svolgere insieme. È un segmento del processo annuale di apprendimento degli allievi. È un percorso disciplinare che mira al raggiungimento di obiettivi formativi. Rispetto all’unità didattica, considerata un segmento della programmazione per moduli (stabile e fissa, rigidità dei tempi [previsti tempi di recupero e di 13 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 approfondimento], incentrata sui contenuti, semplice elenco di metodologie), l’UA può essere attivamente progettata dal docente, in accordo col consiglio di classe. Il consiglio di classe, infatti, stila l’obiettivo formativo unitario, poiché le UA sono transdisciplinari: si può pensare alle UA come ad insiemi che s’intersecano e la loro intersezione corrisponde al raggiungimento delle competenze, comuni a tutte le discipline. L’UA è incentrata sulle competenze: in base alle competenze l’insegnante deciderà su quali contenuti basare le lezioni, tenendo presente che sarà importante lavorare innanzitutto sull’acquisizione di un metodo di lettura ed interpretazione da parte dell’allievo. L’UA, dunque, non prevede l’esistenza di tempi da rispettare e anche la quantità dei contenuti è variabile. L’organizzazione dell’UA può essere continuamente rimodulata: l’insegnante in itinere può prendere decisioni ed organizzare autonomamente il suo lavoro. Nell’UA non sono presenti dei tempi di recupero, proprio perché i tempi indicati sulla carta sono solo orientativi: l’insegnante monitora costantemente il livello di competenza raggiunto dai ragazzi e rallenta o accelera il processo di insegnamento-apprendimento. È importante l’accertamento dei prerequisiti. L’UA, a differenza dell’unità didattica, oltre a fornire l’elenco delle varie metodologie che si desidera mettere in campo, propone l’ordine procedurale col quale le si vuole utilizzare. Tutte le metodologie in generale tendono a porre al centro l’allievo, facendolo collaborare con i coetanei nella costruzione attiva della conoscenza. Oggi non si ritiene importante riempire gli alunni di contenuti ma fargli raggiungere le competenze e guidarli nell’acquisizione del metodo (imparare ad imparare). La valutazione dell’UA è rivolta sia all’allievo che alla metodologia utilizzata dall’insegnante. Il modello per la costruzione di una unità di apprendimento prevede i seguenti punti: - titolo - Indicazione dei soggetti coinvolti, - Discipline coinvolte, - Tempi di svolgimento, - Spazi necessari, - Competenze da valutare - Obiettivi in merito alle conoscenze da acquisire e alle capacità da sviluppare, - Metodologia di lavoro scelte (ricerca azione, lezioni frontali ecc) - Nuclei tematici affrontati che costituiscono l’oggetto di studio, - Sviluppo del compito di apprendimento dove vengono elencate le varie attività realizzate nell’itinerario di lavoro, dalla fase d’avvio alla conclusione, - Produzione degli allievi (disegni, testi, ipertesti), - Modalità di verifica e valutazione comprendono sia le modalità per le verifiche degli apprendimenti in itinere, sia la valutazione delle competenze raggiunte, e la valutazione dell’efficacia del lavoro progettato dai docenti stessi (rubriche valutative, questionari di autovalutazione) - Note conclusive che comprendono i risultati della fase metacognitiva sia degli alunni sia dei docenti. 14 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 Esistono diversi modelli di unità d’apprendimento, ma nel campo geografico occorre considerare le competenze di cittadinanza comuni (Indicazioni ministeriali e PTOF), competenze sociali e civiche (cittadinanza: EA e intercultura), competenze madrelingua (proprietà di linguaggio e linguaggio scientifico) competenze digitali (anche cartografiche) e uso strumenti elettronici. Da considerare ancora l’obiettivo formativo unitario (PTOF), le cinque competenze di Dublino in chiave geografica e le competenze disciplinari. L’insegnante organizza la propria attività didattica dividendola in fasi: fase preattiva o di programmazione (necessaria per focalizzare ed esplicitare l’intenzione dell’agire didattico. Lo scopo basilare di questo momento è quello di individuare un apprendimento unitario mediante cui delimitare il campo di lavoro) fase attiva o di realizzazione (è durante questa fase che occorre mettere in campo la meditazione didattica necessaria alla realizzazione dell’apprendimento unitario, per tutti e per ciascuno degli alunni) fase di controllo e valutazione (è la fase del controllo degli apprendimenti, della documentazione e della riflessione. Nella UA è richiesto ance di accertare se e quanto l’alunno abbia trasformato le proprie capacità in competenze, mediante l’acquisizione del sapere e saper fare acquisiti) 13) I valori dell’educazione geografica Il valore educativo della geografia consiste nel rafforzare la conoscenza dell’ambiente, in cui il futuro cittadino del mondo consapevole e responsabile vive integrandosi in modo ottimale e comprendendo le reti di relazioni al suo interno. I valori dell’educazione geografica sono: - Sviluppo della funzione meta cognitiva (intelligenza spaziale), - Sviluppo del pensiero critico inteso come capacità di riflettere sulla complessità del mondo e dei suoi problemi, - Capacità di imparare a dominare questa complessità in maniera consapevole e responsabile (educazione ambientale) - Capacità di ampliare il campo cognitivo in termini di decentramento e accettazione di punti di vista diversi (educazione alla cittadinanza) - Capacità e competenze di base trasversali ad altre discipline. Tutto ciò si può riassumere in cinque finalità: formare i cittadini del mondo, fare apprendere il senso dello spazio, educare alla solidarietà e al rispetto delle diversità, sviluppare l’educazione ambientale, analizzare la complessità e la dinamicità dei contesti La scuola di base concorre alla formazione generale che ha come scopo la formazione del cittadino. 15 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 14) Oggetto di studio della geografia. La geografia si occupa dell’organizzazione del territorio nei suoi aspetti dinamici. Essa analizza i processi e le modalità attraverso cui una determinata porzione della superficie terrestre assume una specifica configurazione in funzione dei diversi rapporti che vengono ad instaurarsi, nei periodi storici, tra l’uomo e l’ambiente, la geografia studia infatti il rapporto uomo ambiente. In effetti l’uomo utilizza le risorse sottrae e introduce elementi esterni all’ambiente naturale modificandolo. L’uomo è un animale sociale e la natura può essere un ostacolo (deforestazione) o una risorsa. La geografia ha subìto una trasformazione da disciplina mnemonica e descrittiva a disciplina interpretativa del rapporto uomo-ambiente e dei rapporti tra le azioni dell’uomo e i contesti (fisici e culturali) nei quali tali azioni si producono. Pertanto la geografia, come scienza-metodo, lavora sull’educazione allo sguardo. L’occhio diventa lo spirito di osservazione: l’allievo non deve osservare la realtà in maniera passiva ma deve essere in grado di interpretarla, sviluppando una mente critica che gli consenta di essere un cittadino competente, attivo e responsabile. Educando alla lettura dell’ambiente in cui si vive, la geografia permette di acquisire una mentalità di analisi e un senso critico (la capacità di proporre una soluzione). Apprendere una metodologia di lettura in geografia significa passare da un approccio descrittivo (conoscenza) alla capacità di leggere in maniera analitica i fattori e le relazioni tra fattori dello spazio che ci circonda (cioè considerare i fattori come componenti di un sistema) →pensare per relazioni. Interpretare le relazioni tra i fattori significa rispondere a dei ‘perché’; significa cogliere: 1. gli usi; 2. le relazioni tra gli usi; 3. le relazioni tra usi e ambiente; 4. la risposta dell’ambiente. Attraverso questo processo si raggiungono le competenze e si verificano dei cambiamenti di comportamento da parte degli allievi all’interno di specifici contesti: nell’educazione geografica rientrano, infatti, l’educazione alla cittadinanza, alla legalità, all’ambiente, alla solidarietà e all’intercultura. L’insegnamento della geografia deve mirare ad un costruttivismo reticolare fondato su interazioni concettuali che facciano raggiungere competenze che partano dall’acquisizione di concetti spaziali, passano dalla descrizione e dalla rappresentazione dello spazio (dal vicino al lontano) e arrivano ad una riflessione sui rapporti tra i fenomeni (naturali e antropici) e sulle loro conseguenze. La geografia deve rafforzare la conoscenza dell’ambiente in cui il futuro cittadino del mondo, consapevole e responsabile vive. 15) METODOLOGIA DI RICERCA GEOGRAFICA 16 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 La metodologia di ricerca geografica prevede le seguenti fasi: nella prima fase si individua l’oggetto della ricerca e le sue caratteristiche, successivamente si determina la programmazione della ricerca e si individuano gli strumenti necessari ed i luoghi dell’osservazione, formulando così le ipotesi di lavoro. Si prosegue con la raccolta e l’elaborazione dei dati che prevede la ricerca bibliografica e l’osservazione diretta e indiretta. In seguito si sistemano i dati raccolti mediante diagrammi, grafici, carte ecc. e si elaborano le informazioni, attraverso un’analisi e una sintesi dei risultati. Si conclude con una valutazione attraverso la quale è possibile controllare l’esattezza dell’ipotesi e la sua eventuale riformulazione. La ricerca azione è un processo ciclico che prevede una fase cognitiva (sapere), una fase operativa (fare) e una fase meta cognitiva (riflettere). Il cerchio si chiude con una fase cognitiva da cui la ricerca riparte. La metodologia di ricerca azione è caratterizzata dalle seguenti fasi: - identificare una situazione problema, - sviluppare un piano di ricerca, - pianificare un intervento in risposta alla situazione problema basandolo su obiettivi realistici e raggiungibili, definiti nel modo più preciso possibile, - agire per metterlo in atto, - rilevare gli effetti dell’intervento stesso, - riflettere su di essi per capire se l’intervento ha sortito gli effetti sperati oppure no, quali sono stati gli effetti indesiderati e come utilizzare queste conoscenze per pianificare un nuovo intervento. 16) Geografia dal vicino al lontano Occorre che fin dalla scuola dell’infanzia siano abituati ad analizzare ogni elemento nel loro contesto spaziale, a partire da quello locale fino ad arrivare ai contesti mondiali. Il confronto ed il raccordo tra il vicino ed il lontano è fondamentale per una corretta lettura degli spazi del mondo. Lo studio del vicino al lontano permette di acquisire un metodo con più facilità. Lo studio del vicino si acquisisce soprattutto attraverso l’osservazione diretta ad esempio si inizia con i topologici, poi si passa alla posizione del banco rispetto all’aula, poi il percorso casa scuola per proseguire allo studio del paese, provincia, regione, stato, Europa, mondo. L’obiettivo è quello di consentire la lettura e l’interpretazione del territorio alle varie scale spaziali. Ogni fenomeno avrà la sua scala di riferimento. 17) Interpretazione e spiegazione della realtà: i passaggi del mutamento cognitivo in geografia. Interpretare e spiegare la realtà comporta un mutamento cognitivo che implica capacità di analisi e di sintesi e significa cogliere relazioni tra uomo e ambiente, come queste possono influenzare il nostro pianeta. Arriviamo a un’interpretazione della realtà grazie al metodo sia induttivo che deduttivo. 17 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 Il mutamento cognitivo si esplica attraverso il raggiungimento di obiettivi via via sempre più complessi che permettono di salire nel processo cognitivo passando dalle conoscenze (sapere) alle capacità (saper fare) alle competenze (saper essere). Essi sono: -ripetere concetti, teorie e metodologie, -usare un linguaggio geografico, - ricercare, leggere ed interpretare atlanti, carte, grafici, fotografie, ecc. -costruire grafici e carte da informazioni di carattere territoriale, - leggere ed interpretare i tratti e le relazioni di un dato territorio, - formulare ipotesi di ricerca per la risoluzione di problemi ed applicare tali metodologie sui territori nuovi, - esprimere la propria opinione ed indicare strategie di intervento. Quando il ragazzo sarà in grado di fare tutte queste cose (dalla più semplice alla più complessa) sarà in grado di spiegare la realtà. Dalla localizzazione e descrizione (conoscenza), si passa all’organizzazione (organizzazione della conoscenza), fino all’interpretazione (interpretazione critica dei dati territoriali). Le conoscenze stanno sempre alla base. Il sapere si trasforma in saper fare e infine in saper essere. Esempio: so cos’è la bussola allora la utilizzo quindi sono in grado di orientarmi (saper essere). 18) Cosa significa e come si opera la centralità dell’allievo. Gli obiettivi della geografia vanno definiti in base all’allievo. Gli obiettivi si differenziano in OSA (obiettivi specifici d’apprendimento) che riguardano conoscenze e capacità e obiettivi formativi. Gli OSA, attraverso le attività educative e didattiche (interazione asse formazione e istruzione) si trasformano in obiettivi formativi (competenze). Il raggiungimento delle competenze comporta una modificazione del comportamento, processo che va avanti tutta la vita. L’apprendimento invade tutta la fase dell’insegnamento che si restringe sempre più per dare spazio all’apprendimento per scoperta dove il ragazzo costruirà da sé la propria conoscenza. La didattica odierna pone attenzione al processo di apprendimento in cui il protagonista è l’allievo con il suo vissuto, mentre l’insegnante svolge un ruolo di guida fornendo le conoscenze che il bambino elabora e successivamente mette in atto, diventando così competente e autonomo in tutti i contesti di vita. L’alunno è portatore di un’identità/diversità personale, ovvero un intreccio di affetti, emozioni, conoscenze, esperienze e relazioni. Nella scuola la diversità deve diventare ricchezza. Bisogna valorizzare le identità personali perché nel confronto e nel dialogo possano perfezionarsi e bisogna attivare ed attuare un processo formativo che accresca e sviluppi le capacità e le competenze personali. L’alunno assume dunque un ruolo di protagonista nel processo di conoscenza e non un ruolo passivo. Non più spettatore passivo che acquisisce ciò che gli viene trasmesso, ma interagisce coi saperi. Infatti viene privilegiata una didattica laboratoriale, nella quale gli studenti sono costruttori di conoscenze mediante il cooperative learning o il problem solving. (approccio costruttivista). L’apprendimento avviene per scoperta in quanto gli allievi osservano in prima persona la realtà che li circonda cercando di analizzare e interpretare i fenomeni. 18 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 19) Geografia: dal concreto all’astratto Lo studio dal concreto all’astratto permette di acquisire con più facilità un metodo che una volta acquisito permetterà al soggetto di riutilizzarlo in un contesto astratto. L’insegnamento della geografia è focalizzato sui processi induttivi: si parte infatti dall’esperienza concreta, promuovendo esperienze di apprendimento finalizzate al raggiungimento della padronanza di abilità cognitive, comunicative ed operative per arrivare poi all’astratto, al generale. Ad esempio l’insegnante spiegherà inizialmente una catena montuosa conosciuta dal bambino per poi presentare le altre presenti nelle varie regioni. In rapporto alle indicazioni metodologiche iI percorso descrittivo parte dal luogo per risalire agli altri ordini di grandezza fino alla dimensione planetaria. 20) Le indicazioni: dall’ UE all’UA A livello europeo ci sono le 8 macrocompetenze (UE=competenze chiave per l’apprendimento permanente) del 2006. Non hanno una gerarchia ma sono tutte ugualmente importanti: comunicare nella madre lingua e nelle lingue straniere, competenze in matematica e competenze di base in scienze e tecnologia, competenza digitale sociali e civiche, spirito di iniziativa e intraprendenza e consapevolezza ed espressione culturale. L’articolazione delle competenze che si sviluppa in Italia nel 2007 (legge Fioroni) lavora più sul saper essere e sul saper vivere, non copre tutte le competenze chiave per l’apprendimento permanente (competenze europee). Vengono stabiliti due gruppi di competenze: - le competenze chiave per la cittadinanza, - gli assi culturali, che prevedono le competenze di base relative alle singole discipline a conclusione dell’obbligo di istruzione. Dal livello europeo (U.E), passiamo quindi al livello nazionale (indicazioni nazionali), al livello di istituto (PTOF), al livello di classe (U.A). Le indicazioni nazionali vengono recepite dal Ptof (che stabilisce un profilo in base alle risorse del territorio e a ciò che la scuola può offrire), ed infine vengono tradotte dall’insegnante nell’Unità d’apprendimento che è una sequenza compiuta di lavoro, ideata e progettata per rispondere ai bisogni formativi degli allievi e per rispettare gli stili di apprendimento di ciascuno. 21) Le competenze in geografia e i verbi delle competenze. Le competenze rappresentano una combinazione dinamica di conoscenze, capacità e abilità. Possono essere generali del curricolo del cds, trasversali tra discipline o specifiche della disciplina. Si sviluppano attraverso varie unità di apprendimento e si valutano in tempi diversi. La loro acquisizione costituisce l’obiettivo dei corsi di studio di ogni ordine di scuola. 19 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 La competenza porta ad un cambiamento di comportamento. La competenza non esiste in sé ma deve sempre essere situata in rapporto ad un problema particolare e all’interno di un contesto specifico di riferimento: non esiste competenza che non sia competenza in atto. La competenza diventa abilità e regola di vita (ovvero competenza in atto), capacità di riconoscere il problema e trovare una soluzione (cambiamento di comportamento). Il raggiungimento delle competenze che l’allievo porterà con sé nella vita avviene attraverso queste azioni (denominati verbi delle competenze): comunicare (leggere, ascoltare, parlare, cooperare, interagire) strutturare e interpretare (risolvere, classificare, verificare, valutare, confrontare) sintetizzare e spiegare (elaborare, creare, schematizzare, collegare) analizzare e problematizzare (distinguere, osservare, riflettere, rappresentare, descrivere). Attraverso queste azioni si raggiunge la competenza. Uno studente sarà competente quando: - sarà in grado di interpretare e spiegare la realtà mediante l’analisi e la sintesi spazio- temporale, -conosce comprende e utilizza per comunicare e agire nel territorio alcuni concetti cardine delle strutture logiche della geografia: ubicazione, localizzazione, regione, paesaggio, ambiente, territorio, - legge ed interpreta vari tipi di carte geografiche utilizzando consapevolmente punti cardinali, scale e coordinate geografiche, - vede in modo geograficamente corretto e coerente paesaggi e sistemi territoriali lontani. - utilizza nuovi strumenti e metodi di rappresentazione dello spazio. 22) Le capacità in geografia. Le capacità indicano l’applicazione delle conoscenze per portare a termine compiti e risolvere problemi, (ad esempio conoscere l’uso della bussola e saperla utilizzare). Nel quadro europeo vengono classificate come cognitive (legate all’uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (manualità, uso di strumenti materiali e metodi). La capacità indica un’abilità quindi un saper fare. Le capacità in geografia sono: - utilizzo ed elaborazione di dati, grafici e carte, - costruzione, lettura e interpretazione delle carte, - capacità di cogliere concetto localizzazione, distribuzione, di scala, di associazione spaziale, di interazione spazio-temporale e organizzazione delle diverse espressioni del rapporto uomo ambiente. In definitiva le capacità in geografia permettono di: - acquisire una visione plurima di fattori e processi fisico antropici, - utilizzare categorie crono spaziali - individuare la dimensione temporale di regioni o processi (dinamismo), mai utilizzare il processo fine a sé stesso, ma sapere che quel processo è causa di qualcosa che avverrà in futuro ed è conseguenza di qualcosa che è avvenuto in passato. 20 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 - Leggere, interpretare analizzare il processo o il contesto: pensare per relazioni. 23) Descrittori europei nella dimensione dell’apprendimento geografico I descrittori di Dublino definiscono quali sono i risultati dell’apprendimento comuni a tutti gli studenti dopo aver completato con successo un ciclo di studi. Essi devono essere di natura assai generale; in grado di organizzare un vasto insieme di discipline e profili; in grado di interpretare le varianti nazionali secondo cui sono state sviluppate e specificate le qualifiche professionali e non; brevi e facili da capire; devono evitare un linguaggio troppo tecnico. La costruzione della società cognitiva non sarà oggetto di un decreto o di una legge, ma sarà un processo di crescita con cinque linee di azione riconducibili e riassumibili in cinque dimensioni: - conoscenza e capacità di comprensione, - applicazione pratica di conoscenza e capacità di comprensione, - autonomia di giudizio, - abilità comunicative, - capacità di apprendere da soli. Le prime due dimensioni corrispondono a sapere e saper fare, le ultime tre corrispondono al saper essere. I criteri di valutazione sono progressivi e funzionali al diverso raggiungimento dei livelli di apprendimento fissati dai descrittori di Dublino che sono declinati in uno spazio a tre dimensioni che riflettono in maniera gerarchica conoscenze capacità e competenze. Conoscenza (sapere): (es. acquisizione di conoscenze organizzate e strutturate di temi e situazioni) Capacità (saper fare): saper utilizzare ed elaborare grafici carte ecc Competenza (saper essere): Il soggetto è competente quando interpreta e spiega la realtà mediante l’analisi e la sintesi spazio- temporale. 24) Tecniche e metodi nell’apprendimento geografico per ricezione e per scoperta. Le tecniche e i metodi riguardano le varie modalità con le quali viene proposto l’apprendimento. Tali tecniche non sono necessariamente legate all’uso di strumenti: spesso si usa solamente la conoscenza (accanto alle abilità strumentali ci sono infatti le abilità cognitive). L’apprendimento per ricezione si basa su una didattica trasmissiva quindi sulla semplice trasmissione di conoscenze oggettive e il docente ha il ruolo di trasmettitore, la verifica è oggettiva, la didattica direttiva e l’apprendimento sequenziale. Le tecniche utilizzate sono: - lezione frontale, - lezione frontale con la proiezione di trasparenti, - lezione- discussione o partecipata, - insegnamento individualizzato, - ricerche su fonti dirette e indirette, 21 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 - brainstorming, - proiezione e commento di lucidi, diapositive e audiovisivi, - lettura e commento di articoli da giornale. Si mette in pratica una didattica direttiva e l’apprendimento avviene in maniera passiva sequenziale come semplice acquisizione di sapere (didattica trasmissiva) L’apprendimento per scoperta, invece si basa sulla didattica laboratoriale in cui il docente è mediatore di conoscenza, mentre il protagonista vero e proprio è l’allievo che costruisce le proprie conoscenze in una dimensione costruttivista. In questo tipo di apprendimento troviamo: rielaborazione delle conoscenze; analisi critica/interpretazione; laboratori; ricerca- azione; osservazione diretta; analisi quantitativa; metodo induttivo. Le tecniche utilizzate sono: - costruttivismo: l’allievo è al centro e costruisce attivamente il proprio sapere lavorando insieme agli altri, costruendo il sapere collaborando e cooperando. - Didattica laboratoriale: i ragazzi sono protagonisti di una serie di attività grazie alle quali sviluppano la logica della scoperta, attraverso esperienze concrete i ragazzi operano in maniera attiva, non limitandosi alla semplice acquisizione di saperi (didattica trasmissiva), - Gruppi di lavoro: all’interno dei gruppi ciascuno mette in campo le proprie capacità e si crea un clima di collaborazione (nel gruppo e tra i gruppi) al fine di raggiungere un obiettivo comune. - Materializzazione: al termine di qualsiasi attività (soprattutto nella scuola primaria) è opportuno che ci sia qualcosa di concreto che il ragazzo realizzi (mappe concettuali, realizzazioni di depliant turistici del proprio territorio) oppure visite guidate che il ragazzo realizzi sul territorio o proporre giochi didattici in grado di fargli conoscere meglio il territorio. - Cooperative learning: attraverso l’impiego di questa tecnica si verifica il superamento della rigida distinzione tra alunni e docenti: l’apprendimento avviene in maniera collaborativa all’interno di gruppi in cui gli alunni e docenti condividono il loro lavoro e il loro sapere, - Problem based learning: apprendimento basato su un problema. Rientra nell’ottica costruttivista: utilizzando le conoscenze e le abilità pregresse il bambino costruisce nuove conoscenze partendo dalla ricerca di soluzioni ad un problema. Si tratta di un metodo di apprendimento attivo volto ad esercitare il pensiero critico. Rappresenta il contrario del metodo basato sui contenuti: si mettono in gioco tutte le proprie risorse e strategie per risolvere un problema. Un tale approccio esige: - Un’attenta definizione del problema, - La riflessione sulle conoscenze già possedute e che possono essere utili ad ipotizzare una o più soluzioni, - La consapevolezza della necessità di integrare le conoscenze con altre, - La capacità di ipotizzare soluzioni e di selezionare le più idonee, - La capacità di argomentare la propria tesi mediante adeguata documentazione. Il docente agisce da facilitatore, agevolando la ricerca di soluzioni attraverso domande stimolo. 22 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 Ricerca azione: è un processo ciclico che prevede una fase cognitiva (sapere), una fase operativa (fare), e una fase meta cognitiva (riflettere). Il cerchio si chiude con una nuova fase cognitiva da cui la ricerca riparte. Si parte dall’identificazione di un problema, si passa alla raccolta dati, poi all’interpretazione, sintesi ed infine valutazione. Se la valutazione non funziona si ricomincia. Un ciclo che si ripete: a) identificazione del problema; b) formulazione dell’ipotesi di lavoro; c) raccolta dati; d) interpretazione dei dati; e) sintesi; f) valutazione. Dalla lezione frontale passiamo alla ricerca azione e dalla geografia nozionistica, mnemonica e descrittiva che punta all’acquisizione di conoscenze si passa alla geografia interpretativa che punta allo sviluppo di competenze e all’acquisizione di un metodo. Esempio: non si deve mirare alla conoscenza del fiume in sé ma comprendere l’importanza della risorsa acqua. Il fiume va considerato come elemento in relazione ad altri elementi. Gli elementi oggetto di studio della geografia devono essere sempre considerati all’interno di un sistema. Pensare per relazioni vuol dire pensare secondo una logica sistemica Metodologia di lavoro di ricerca azione: - Identificare un problema, - Sviluppare un piano di ricerca, - Pianificare un intervento in risposta alla situazione problema, basandolo su obiettivi realistici e raggiungibili, definiti nel modo più preciso possibile, - Agire per metterlo in atto, - Rilevare gli effetti dell’intervento stesso, - Riflettere su di essi per capire se l’intervento ha sortito gli effetti sperati oppure no, quali sono stati gli effetti indesiderati e come utilizzare questa conoscenza per pianificare un nuovo intervento. Osservazione diretta e indiretta: la metodologia propria della geografia è l’osservazione diretta che necessità il possesso della capacità operativa del saper osservare. La lezione itinerante (visita guidata) permette un riscontro immediato tra la spiegazione ed i fenomeni. Se ciò non è possibile, occorre rifarsi al metodo dell’osservazione indiretta che implica l’uso di strumenti cartografici ed iconici (carte mentali, classiche, speciali, tematiche), materiale letterario linguistico (testi specifici, saggi, articoli), materiali quantitativi statistici (Istat, Onu, Fao, Unicef, Unesco) ed infine quelli relativi alle nuove tecnologie (strumenti informatici, globi virtuali). 23 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 25) Dove si interseca e perché l’asse della formazione con quello dell’istruzione. L’asse dell’istruzione e quello della formazione si intersecano quando viene messo al centro l’allievo insieme agli obiettivi formativi che dovrà raggiungere in quanto tutto il processo mira al saper essere dell’allievo. Lavorando su conoscenze e capacità si raggiungono le competenze. Le capacità che l’allievo acquisisce a scuola si trasformano in competenze utili per tutta la vita. Il processo formativo è organizzato in unità d’apprendimento all’interno delle quali vengono posti gli obiettivi specifici d’apprendimento che riguardano conoscenze ed abilità, attraverso le attività educative e didattiche gli OSA si trasformano in OF. Gli indicatori che confermano il raggiungimento degli obiettivi sono il cambiamento di comportamento e la capacità di formulare il proprio punto di vista. 26) Categorie di strumenti in geografia: elenca e descrivi. La geografia utilizza i seguenti strumenti d’indagine: − Letterari-linguistici: oltre al libro di testo (strumento lett-ling per eccellenza), testi specifici, riviste scientifiche, atti dei congressi, geografici nazionali e internazionali, guide turistiche, racconti di avventura, scritti in versi, articoli di periodici e quotidiani, resoconti di viaggi, saggi e romanzi (spesso si trovano descrizioni di paesaggi nei romanzi e in altri tipi di testi). Riviste pubblicate da Zanichelli, De Agostini, Il Sole 24 Ore, la Rivista geografica Italiana, scuola e didattica, Focus e Focus Junior. − Quantitativi-statistici: hanno un’importanza fondamentale poiché la geografia si nutre di numeri: in essa esiste una vasta gamma di fenomeni territoriali (densità di popolazione, produzione, flussi migratori, ecc.) che dopo essere stati misurati necessitano di essere rappresentati in forma comprensibile per favorirne l’interpretazione. Essi consentono di disporre di risultati oggettivi, di superare l’approssimazione evitando errori e false interpretazioni. I dati statistici vengono forniti a livello nazionale dall’ISTAT, a livello europeo dal “Sistema statistico europeo” (SSE), mentre a livello internazionale le statistiche vengono condotte da alcuni organismi come ONU, FAO, UNICEF e UNESCO. I dati vengono organizzati facendo uso di tabelle, grafici, diagrammi, istogrammi ed aerogrammi. − Cartografici e iconici: Cartografici →carte geografiche tradizionali, carte mentali, carte tematiche, carte speciali (geologiche, sismiche, oceanografiche), metacarte, carte distorte o deformate; Iconici→immagini fisse (fotografie, diapositive, disegni, immagini da GIS e telerilevamento) o dinamiche (film, documentari, riprese di vario genere). Questa categoria di materiale didattico si rivela molto utile perché consente di far viaggiare i propri allievi stando nei banchi. 24 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 27) Documenti dell’educazione geografica. (metterei solo questo documenti) la domanda è: documenti e valori dell’educazione geografica, nuovi contenuti della disciplina. (vedi domande precedenti su valori e contenuti) La Carta internazionale sull’educazione geografica (2016) afferma che: − La geografia è lo studio della Terra e dei suoi ambienti naturali e umani. Essa rende possibile lo studio delle attività umane e delle loro interrelazioni e interazioni con gli ambienti, dalla scala locale a quella globale. − La geografia spesso mette in connessione le scienze naturali e quelle sociali. Essa è soprattutto la disciplina che si occupa della variabile spaziale ( →disciplina crono-spaziale), cioè del modo in cui i fenomeni, gli eventi e i processi variano tra i diversi luoghi e all’interno di ciascuno di essi. Per questo la geografia dovrebbe essere considerata come una componente essenziale dell’educazione di tutti i cittadini in tutte le società. Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, 2012 La geografia mira a far sviluppare competenze relative alla cittadinanza attiva, come la consapevolezza di far parte di una comunità territoriale organizzata. La conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale ereditato dal passato si affianca allo studio del paesaggio. In questo contesto la geografia è tesa a progettare azioni di salvaguardia e di recupero del patrimonio culturale, affinché le generazioni future possano giovarsi di un ambiente sano. Riciclaggio e smaltimento dei rifiuti, lotta all’inquinamento, sviluppo delle tecniche di produzione delle energie rinnovabili, tutela della biodiversità, adattamento al cambiamento climatico, sono temi di forte rilevanza geografica in cui è essenziale il raccordo con altre discipline scientifiche e tecniche. La presenza della geografia nel curricolo contribuisce a fornire gli strumenti per formare persone autonome e critiche, che siano in grado di assumere decisioni responsabili nella gestione del territorio e nella tutela dell’ambiente con un consapevole sguardo al futuro (→ formare cittadini consapevoli e responsabili). Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile articolati in 169 target da raggiungere entro il 2030. È stato espresso un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche sul piano economico e sociale. Tutti i paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzioni tra paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo. Ogni paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, rendicontando sui risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dall’ONU. Mi ha accennato luisa torchia di questa agenda spesso nominata dalla prof ho trovato qualcosa da internet. Io non la ricordo proprio mai sentita da lei. Vedi vanessa. Risposta di Elena: vanessa non ha sviluppato questa domanda. Io te la do per buona perché questa agenda non l’ho sentita mai nominare e sono le 23.10 e non ho nessuna voglia di andare a cercarla ☺ 25 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 28) Competenze chiave europee e competenze chiave di cittadinanza in geografia. A livello europeo ci sono le 8 macrocompetenze (U.E competenze chiave europee) del 2006. Non hanno una gerarchia ma sono tutte ugualmente importanti: comunicare nella madrelingua e nelle lingue straniere, competenze in matematica e competenze di base in scienze e tecnologia, competenza digitale sociali e civiche, spirito di iniziativa e intraprendenza e consapevolezza ed espressione culturale. L’articolazione delle competenze che si sviluppa in Italia lavora più sul saper essere e sul saper vivere, non copre tutte le competenze chiave per l’apprendimento permanente. Vengono stabiliti due gruppi di competenze: -le competenze chiave per la cittadinanza, - gli assi culturali, che prevedono le competenze di base relative alle singole discipline a conclusione dell’obbligo di istruzione. Le competenze geografiche di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria sono: - Imparare ad imparare acquisendo il metodo di ricerca geografica e di osservazione (educare allo sguardo), - Progettare e riprogettare spazi noti in funzione dei propri bisogni, - Comunicare informazioni spaziali con il linguaggio della geo -graficità, - Collaborare e partecipare alla gestione del territorio esercitando la cittadinanza attiva, - Agire in modo autonomo e responsabile nei confronti dell’altro e dell’ambiente, - Risolvere problemi territoriali e di sostenibilità ambientale, - Individuare collegamenti e relazioni in un sistema territoriale, - Acquisire e interpretare l’informazione spaziale e ambientale. La competenza non esiste in sé ma deve sempre essere situata in rapporto ad un problema particolare e all’interno di un contesto specifico di riferimento: non esiste competenza che non sia competenza in atto. La competenza diventa abilità e regola di vita (ovvero competenza in atto), capacità di riconoscere il problema e trovare una soluzione (cambiamento di comportamento). FONTI GEOGRAFICHE? SINONIMO DI STRUMENTI? Sì, fonti e strumenti sono la stessa cosa. Vedere dunque domanda 26. Unico dubbio: gli strumenti cartografici e iconici possono essere considerati fonti? Per me sì, ma dagli appunti non si riesce a capire. PUNTI CHIAVE LA GEOGRAFIA: Si trasforma da disciplina mnemonica e descrittiva a disciplina che porta all’acquisizione di un metodo: nozionistica > descrittiva > interpretativa Il METODO prevale sul contenuto Le finalità della disciplina si trasformano negli obiettivi del processo di apprendimento Studia determinati elementi come al centro di un processo. 26 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 Punto cardine: PENSARE PER RELAZIONI COMPETENZA: CAMBIAMENTO DI COMPORTAMENTO Competenza GEOGRAFICA = educazione alla cittadinanza, alla legalità, all’ambiente e all’intercultura. Disciplina CRONO-SPAZIALE (dimensione spaziale= in che modo i fenomeni variano in base allo spazio?) (dimensione temporale= in che modo i fenomeni variano nel tempo?) 3 approcci diversi in geografia: 1. Analisi ecosistemica usati per tutte le problematiche 2. Analisi comparata per compiere analisi di un processo 3. Analisi regionale e di uno spazio geografico Argomenti forti a sostegno dell’educazione geografica: 1. Capacità di analisi e sintesi 2. Capacità critica 3. Analisi delle informazioni in modo soggettivo 4. Capacità di formulare un punto di vista Questioni più rilevanti: ✓ DOVE ✓ COME ✓ PERCHE’ Semplificare questi concetti per introdurli a un bambino Attraverso il dove, come e perché: sono le tre domande che guidano lo studio di qualsiasi argomento e l’insegnamento di esso. È il docente che spinge lo studente a procedere in questo modo. Dove, metodo deduttivo, approccio descrittivo. Come e perché, metodo induttivo, approccio analitico. Come possono individuare la localizzazione e rispondere al dove? Attraverso la trascrizione (segno grafico) e la descrizione (parola scritta), disegnare le mappe, i percorsi, ecc., descrivere le caratteristiche di un luogo. Come posso rispondere al come e perché? Attraverso le interazioni, indagare sui rapporti e le relazioni tra le componenti (es. “perché qui il mare è sporco e lì no?”; “perché le città vengono costruite in un luogo piuttosto che in un altro?”). Geografia: studio del RAPPORTO UOMO-AMBIENTE, dei rapporti tra le azioni dell’uomo e dei contesti, fisici e culturali, nei quali tali azioni si producono. Questo rapporto si interpreta in MODO SISTEMICO, non solo analizzando le componenti ma anche il rapporto tra essi. Cogliere quindi la sistematicità tra le azioni dell’uomo e i contesti fisici e culturali. Geografia: studio DAL VICINO AL LONTANO Geografia: DAL CONCRETO ALL’ASTRATTO 27 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 Geografia: SCIENZA DEI LUOGHI. Il carattere particolare di un luogo si esprime attraverso la TOTALITA’ della sua fisionomia. − TOTALITA’ > ESPRESSIONE del rapporto tra DIVERSITA’ SOCIALI (contesti culturali) e DIVERSITA’ DELLA NATURA (contesti fisici). La geografia studia la parte NATURALE E ANTROPICA dei luoghi e la RELAZIONE tra le varie parti − FATTORI (es. un fiume) − PROCESSI (che implicano la relazione tra più fattori) È importante cogliere la dimensione d’insieme ma anche i singoli fattori che producono un determinato processo. Capire come questi fattori interagiscono tra loro nel territorio e cogliere le relazioni tra essi. La totalità è il momento di sintesi e consente di cogliere la sistematicità e le relazioni. Analisi delle componenti più analisi del processo nella totalità= integralità delle parti in un sistema che muta (DINAMISMO). GEOGRAFIA articolata in 2 grandi macroaree: ▪ La geografia FISICA (ambiente fisico su cui agisce l’uomo). In essa confluiscono le scienze fisiche: geologia, mineralogia, astronomia, fisica ecc. Studia la componente A-BIOTICA e BIOTICA dell’ambiente. ▪ La geografia UMANA studia la componente ANTROPICA (=ciò che l’uomo fa in un determinato ambiente) GEOGRAFIA intesa come forma di collaborazione MULTI e INTERDISCIPLINARE tra le scienze della natura e scienze della società, diventando una disciplina TRANSDISCIPLINARE = RETE TRA GEOGRAFIE FISICHE E UMANE. GEOGRAFIA = SCIENZA METODO, attraverso l’acquisizione di conoscenze e capacità (metodo) arriva a produrre competenze: diversi comportamenti e rapporti uomo-ambiente nelle nuove generazioni. Lettura interpretativa di quella totalità, quindi una vera EDUCAZIONE ALLO SGUARDO, una lettura sensibile (=competenza), ma anche addestramento a saper vedere=metodo (=capacità) Apprendere una metodologia di lettura significa: ❖ Capacità: saper leggere i fattori e le componenti dello spazio che ci circonda ❖ Competenza: interpretare le relazioni tra fattori= cogliere gli usi e le relazioni tra gli usi e ambiente e la risposta dell’ambiente ❖ Cogliere e interpretare il rapporto uomo-ambiente 28 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 Significa scoprire i singoli elementi o fattori per capire le leggi generali che governano la formazione di strutture e infrastrutture territoriali, ossia la totalità. Prospettiva spaziale= principio metodologico che serve a sviluppare la capacità di cogliere ✓ Localizzazione (dove) ✓ Distribuzione (come) ✓ Organizzazione (perché) delle diverse espressioni del rapporto uomo-ambiente, cioè di cose, persone e fenomeni sulla superficie terrestre. DOVE > approccio descrittivo (lettura) metodo deduttivo COME E PERCHE’ > approccio analitico (interpretazione) metodo induttivo APPROCCIO DESCRITTIVO Trascrizione > segno grafico Localizzazione dove Descrizione > parola scritta APPROCCIO ANALITICO Fattori F come Interpretazione > rapporti relazionali perchè processi lettura (attraverso linguaggi e simboli) più interpretazione (componenti e relazioni tra componenti) la geografia deve condurre a queste risposte: - Dov’è? - Che cos’è? SAPERE- CONOSCENZA - Com’è accaduto? - Perché è accaduto? (cause) SAPER FARE-CAPACITA’ - Che implicazioni comporta? (effetti) 29 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 - Come deve essere gestito per lo sviluppo dell’umanità e dell’ambiente naturale (presa di coscienza)? SAPER ESSERE - Quale potrebbe essere il mio contributo COMPETENZA (cambiamento di comportamento)? OBIETTIVI Far apprendere il senso dello spazio Analizzare la complessità e dinamicità dei contesti Sviluppare l’educazione ambientale Sviluppare l’educazione alla cittadinanza, formando i cittadini del mondo Educare alla solidarietà e al rispetto della diversità Obiettivi didattici fondamentali L’Unione Geografici Internazionali ha individuato gli obiettivi didattici fondamentali, cosa saper fare, all’interno di tre funzioni della geografia: Regioni: studio dell’identità dei luoghi in rapporto ai processi di globalizzazione Processi: studio delle espressioni territoriali assunte dallinterazione tra comunità umane e ecosistemi Sistemi: studio dei sistemi territoriali che si formano per effetto della globalizzazione e del cambiamento globale. La natura può essere una risorsa o un ostacolo per l’uomo. Risorsa: l’uomo modifica l’ambiente e la sua impronta si chiama cultura; Ostacolo: l’uomo modifica il paesaggio alterando gli equilibri naturali (processi) STRUMENTI CHIAVE DELLA GEOGRAFIA 1. CARTOGRAFIA 2. DATI STATISTICI 3. OCCHIO Occhio: Spesso è sufficiente guardare un’immagine per capire un fenomeno, comprendere i rapporti e le relazioni. Ad esempio, è sufficiente guardare una carta per capire come è distribuita la popolazione. Bisogna allenare l’occhio e sviluppare spirito di osservazione. la geografia è una vera EDUCAZIONE ALLO SGUARDO. Saper vedere è fare una lettura attenta, sensibile, interpretativa con cui 30 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 scomporre in segni o componenti l’AMBIENTE al fine di cogliere la sistematicità degli aspetti del TERRITORIO (diverso dall’ambiente perché spazio fisico organizzato dall’uomo) riproponendolo nella forma immediata e immediata che è il paesaggio. Occorre scomporre per ricomporre, capire in che modo ricomporre, quali legami e relazioni si instaurano per creare la totalità. È importante l’INTERPRETAZIONE DELLA TOTALITA’ che riporta al sistema: o AMBIENTE (analizzo le sue componenti) o TERRITORIO (come l’uomo è intervenuto sull’ambiente?) o PAESAGGIO (ritorno alla totalità) Capire come sono state organizzate le componenti ambientali, tramite dei PROCESSI DI TERRITORIALIZZAZIONE (es l’agricoltura) per arrivare al paesaggio. Si può procedere nell’analisi geografica, seguendo: Analisi quantitativa: analisi delle informazioni e la loro misura. Metodo DEDUTTIVO Analisi qualitativa: interpretazione del dato. Metodo INDUTTIVO Metodo induttivo= analisi, sintesi, formulazione delle ipotesi sul problema al fine di trovare una soluzione AMBIENTE Costituito da fattori biotici e abiotici più socioculturali (vedi domanda) - Il sistema terra è composto da 4 sistemi sono collegati tra loro: 3 componenti a-biotiche: 1. Litosfera (suolo) 2. Idrosfera (acqua) 3. Atmosfera (aria) 1 componente biotica: 1. Biosfera (comprende la comunità degli organismi viventi e la comunità umana) essa è determinata dalla latitudine che condiziona il clima differenziandolo in polare, temperato, tropicale, equatoriale. È determinata dalla distanza dal mare. Il CLIMA è responsabile dei diversi ambienti o BIOMI: 1. Foresta equatoriale 2. Savana 3. Deserto 4. Macchia mediterranea 5. Praterie delle zone temperate 6. Foreste decidue delle zone temperate 7. Foreste di conifere 8. Tundra 31 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 9. Ghiacciai di alta quota 10. Zona polare I cambiamenti climatici, modificando la biosfera, condizionano anche la vita dell’uomo sulla terra: cambia la vegetazione e di conseguenza la distribuzione di alcune attività umane come l’agricoltura. Effetto primario del clima è la vegetazione. Lo scambio maggiore dei biomi avviene grazie all’uomo e alle sue azioni. Tra i diversi fattori, uno dei principali è l’azione dell’uomo che utilizza le risorse, sottrae e introduce elementi esterni all’ambiente naturale, modificandolo. L’uomo agisce sull’ambiente, organizzandolo e territorializzandolo. TERRITORIO Massimo livello di interazione uomo-risorse, proiezione del rapporto tra natura e cultura. È una componente importante perché è un ambito spaziale su cui l’uomo agisce modificandolo. È una forma dell’organizzazione dello spazio. È un ambito spaziale caratterizzato dal punto di vista ambientale-sociale-politico amministrativo- economico. Il territorio è composto da 4 elementi: ambiente-sistema sociale-sistema politico amministrativo-sistema economico. I processi di territorializzazione attivano dei processi che trasformano il semplice ambiente in territorio, rendendolo una risorsa. Attraverso questi processi, la terra (controllata dalla natura) è diventata mondo (controllato dalla cultura). Questo è avvenuto grazie al controllo dell’uomo, che imprime un cambiamento in funzione dei propri fini. Info. Ecumene: parte della terra che è stata territorializzata. L’uomo è un animale sociale, costruisce il proprio territorio prendendo coscienza dei problemi e dei bisogni del presente e del futuro, col fine di sfruttare le risorse assicurando un buon futuro alle generazioni che verranno. L’uomo trasforma la natura in base ai propri interessi (piste da sci a Dubai, Hotel di ghiaccio a Milano, ecc.). La trasformazione può essere sia positiva che negativa, dietro ogni trasformazione c’è l’elemento culturale. I tre processi di territorializzazione sono: simbolizzazione: controllo intellettuale; reificazione: controllo materiale; compartimentazione: controllo strutturale. La simbolizzazione consiste nel controllo intellettuale. Denominare un luogo, attribuirgli un simbolo o un segno, farne una rappresentazione che può essere mitica/fantastica. Una delle prime cose fatte in questo ambito è la cartografia, in Italia è l’IGMI (Istituto Geografico Militare Italiano, di Firenze) a occuparsi della cartografia attraverso i rilevamenti topografici. La reificazione consiste nel controllo materiale. Occupare un luogo, usare le risorse in diverse forme, trasformare il luogo materialmente (es: laghi artificiali). La compartimentazione consiste nel controllo strutturale. È un atto immateriale. Istituire i confini, creare delle norme, creare degli spazi operativi. 32 Scaricato da Alessandro Ritacco ([email protected]) lOMoARcPSD|39019209 L’agire territoriale è un’azione che dipende dal modo in cui la società vive e si riproduce socialmente, cioè dal suo dispositivo di controllo. RISCHIO diverso da IMPATTO Il rischio è naturale= dalla natura verso l’uomo. (Es: rischio sismico) L’impatto è antropico= la natura subisce l’azione dell’uomo. (Es: inquinamento). Gli impatti possono essere sia positivi che negativi. Es. l’uomo costruisce le città (negativo), ma d’altra parte trova dei sistemi per la raccolta differenziata e utilizza le pale eoliche. Quindi l’uomo sottrae delle risorse all’ambiente ma, allo stesso tempo, ne restituisce. La PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO è una componente centrale dell’azione per tentare di ridurre l’impoverimento dell’ambiente: per tutelare e ricostruire la sua integrità, l’integrità delle risorse in cui esso consiste. L’uomo è un animale sociale, costruisce il suo territorio. NATURA = Risorsa per l’uomo, che modifica l’ambiente e la sua impronta si chiama cultura. NATURA= ostacolo: uomo modifica il paesaggio alterando gli equilibri naturali (sviluppo non sostenibile) PAESAGGIO Biasutti distingue tra paesaggio geografico e paesaggio sensibile. Il primo è la sintesi astratta degli elementi visibili. Così viene catalogato in base alle sue caratteristiche climatiche, morfologiche, ideologiche e vegetazionali. Il secondo è basato esclusivamente sulla percezione di chi osserva. (libro “Rocca”) IL PAESAGGIO rappresenta la totalità di un luogo. È la sintesi visibile dell’interazione tra le componenti naturali e le componenti umane, che si realizzano in un territorio. È la mani

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