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These notes detail the different phases of an energy audit. They cover topics like requirements, process, and data collection.

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Diagnosi energetica Le fasi della diagnosi energetica 91 Diagnosi energetica Requisiti del processo di diagnosi energetica 92 Diagnosi energetica...

Diagnosi energetica Le fasi della diagnosi energetica 91 Diagnosi energetica Requisiti del processo di diagnosi energetica 92 Diagnosi energetica Requisiti del processo di diagnosi energetica Appropriato: adatto a scopo, finalità e accuratezza concordati Completo: al fine di definire l’oggetto e la organizzazione sottoposti a diagnosi energetica Rappresentativo: al fine di raccogliere dati affidabili e pertinenti Tracciabile: al fine di tracciare l’origine e le modalità di elaborazione dei dati Utile: al fine di includere una analisi costo efficacia delle opportunità di risparmio energetico identificate Verificabile: al fine di permettere all’organizzazione di monitorare il raggiungimento dei traguardi delle opportunità di miglioramento della efficienza energetica implementate 93 Diagnosi energetica Il processo di diagnosi energetica Come riportato nella norma tecnica EN 16247 e nelle linee guida ENEA, l’esecuzione di una diagnosi energetica può essere suddivisa in 7 fasi. 94 Diagnosi energetica Incontro di avvio Nell’incontro di avvio vengono informate tutte le parti interessate su obiettivi, scopo, confini e accuratezza della diagnosi energetica e concordate le disposizioni pratiche. Vengono pianificate le attività e nominate le persone dell’organizzazione che faranno da interfaccia all’auditor 95 Diagnosi energetica Raccolta dati In fase di raccolta dati l’auditor, in cooperazione con l’organizzazione, deve raccogliere tutte le informazioni necessarie ed utili per comprendere il processo produttivo, le fonti di approvvigionamento energetico e di materie prime, le modalità di gestione del sito produttivo/impianto in termini energetici, economici e di organizzazione del lavoro 96 Diagnosi energetica Attività in campo L’auditor energetico deve poi ispezionare in campo l’oggetto della diagnosi, valutarne gli usi energetici secondo le finalità, lo scopo ed accuratezza della diagnosi energetica, comprendere le modalità operative, i comportamenti degli utenti e il loro impatto sui consumi e l’efficienza energetica, formulare idee preliminari per le opportunità di miglioramento dell’efficienza energetica e redigere un elenco di aree e processi per i quali occorrano ulteriori dati quantitativi per successiva analisi. L’auditor deve assicurarsi che misure e rilievi siano effettuati in maniera affidabile e in condizioni che siano rappresentative delle ordinarie condizioni di esercizio e, ove significativo, in condizioni climatiche corrette; informare prontamente l’organizzazione di ogni difficoltà imprevista incontrata durante il lavoro. 97 Diagnosi energetica Analisi In fase di analisi l’auditor deve determinare il livello di prestazione energetica corrente dell’oggetto sottoposto a diagnosi. Questo rappresenta il riferimento sulla base del quale possono venire misurati i miglioramenti e deve comprendere: – una scomposizione dei consumi energetici suddivisi per uso e fonte; – i flussi energetici ed un bilancio energetico dell’oggetto sottoposto a diagnosi; – il diagramma temporale della domanda di energia; – le correlazioni tra consumo energetico e fattori di aggiustamento; – uno o più indicatori di prestazione energetica adatti a valutare l’oggetto sottoposto a diagnosi. 98 Diagnosi energetica Analisi L’auditor energetico deve identificare le opportunità di miglioramento dell’efficienza energetica sulla base della prestazione energetica corrente dell’oggetto sottoposto a diagnosi valutandone l’impatto sulla base dei risparmi economici ottenibili, degli investimenti necessari, del tempo di ritorno, dei vantaggi non energetici e delle interazioni tra le diverse misure di efficientamento proponibili. Le azioni di risparmio energetico devono essere elencate secondo una graduatoria basata sui criteri concordati con l’organizzazione. 99 Diagnosi energetica Incontro finale Nell’incontro finale l’auditor deve: – Consegnare il rapporto di diagnosi energetica; – Presentare i risultati della diagnosi energetica in maniera da agevolare il processo decisionale dell’organizzazione; – Essere in grado di spiegare i risultati. 100 Diagnosi energetica Schema di esecuzione di una diagnosi energetica 101 Diagnosi energetica Schema di esecuzione di una diagnosi energetica Costruzione della Raccolta dati struttura energetica aziendale 102 Diagnosi energetica La raccolta delle informazioni 103 Diagnosi energetica Riferimenti normativi sulla raccolta dei dati Allegato 2 D. Lgs.102/2014: «Gli audit di qualità sono basati su dati operativi relativi al consumo di energia aggiornati, misurati e tracciabili e (per l‘EE) sui profili di carico». I principali dati da raccogliere sono (rif. Norma UNI 16247-3): – Informazioni generali sulla gestione aziendale – Fonti energetiche – Gestione dell’energia – Trasporto, movimentazione dei prodotti nello stabilimento – Processi produttivi – Centrale termica – Scambio termico – Reti di distribuzione dei fluidi – Generatori di energia meccanica, termica o elettrica – Distribuzione ed Apparecchiature elettriche – Torri di raffreddamento – Gruppi di raffreddamento – Pompe, Ventilatori, Aria compressa, Sistema vuoto – Riscaldamento, Ventilazione ed Aria condizionata (HVAC) 104 Diagnosi energetica Tipologia delle informazioni Le informazioni da acquisire per la conduzione di un Audit energetico si dividono in due gruppi: – Informazioni qualitative – Informazioni quantitative Quelle qualitative sono orientate alla descrizione dell’assetto organizzativo dell’impresa in relazione: – all’approccio imprenditoriale verso l’efficienza energetica, – alle informazioni tecniche relative all’impianto, – ai processi svolti all’interno dello stabilimento. Quelle quantitative invece sono necessarie per la valutazione sia della performance energetica, sia alle misure di risparmio da attuare, e sono attinenti: – ai dati energetici relativi ai consumi, – ai dati della produzione, – ai dati finanziari necessari per la valutazione sia della performance energetica, sia alle misure di risparmio da attuare. 105 Diagnosi energetica Le informazioni qualitative in dettaglio L’analisi qualitativa consente di verificare se l’assetto organizzativo sia adeguato per implementare azioni di miglioramento dell’uso dell’energia. Quindi è utile eseguire una prima valutazione della situazione corrente e come l’impianto viene gestito. Valutare il livello generale di ciò che potrebbe essere in relazione con l’efficienza energetica (manutenzione, procedure operative) e individuare le situazioni che giustifichino valutazioni successive nel procedere della diagnosi. 106 Diagnosi energetica Esempio: giro d’ispezione dell’energia 107 Diagnosi energetica Le informazioni quantitative in dettaglio Per analizzare le specifiche prestazioni energetiche di uno stabilimento produttivo si devono raccogliere le informazioni quantitative di base, che servono anche ad individuare e valutare la fattibilità finanziaria di una determinata opportunità di miglioramento. I dati acquisiti sono generalmente riservati e vanno trattati con le dovute accortezze nel rispetto della normativa sulla privacy. Si inizia con i dati generali: aspetti finanziari (fatturato, performance ecc.), consumi energetici di tutti i vettori in entrata e costo totale dell’energia. 108 Diagnosi energetica Le informazioni quantitative in dettaglio Passando a un livello di dettaglio superiore si va a vedere ed esaminare i diversi vettori energetici utilizzati nello stabilimento, operando una ripartizione dei costi e consumi totali per singolo processo produttivo in relazione al modello energetico che si vuole attuare. E’ consigliabile raccogliere dati di consumo e produzione con periodicità almeno mensile. Di seguito si mostrano alcuni esempi di schede di raccolta dei dati che vanno adattate di volta in volta a seconda delle specifiche situazioni da affrontare. Le schede di raccolta dei dati presentano il vantaggio di essere già collegate tra loro e pertanto molti dei calcoli e delle elaborazioni in esse contenute, vengono effettuati in modo automatico utilizzando appropriati fogli di calcolo. 109 Diagnosi energetica Esempio di modulistica da utilizzare 110 Diagnosi energetica Esempio di modulistica da utilizzare 111 Diagnosi energetica Esempio di modulistica da utilizzare 112 Diagnosi energetica Raccolta delle informazioni Oltre alle informazioni quantitative appena viste, si devono raccogliere tutti i dati disponibili: – Bollette e fatture, – Dati operativi (consumi, produzione, …) pertinenti la diagnosi, – Strumentazione per contabilizzazione dei vettori energetici. La strumentazione dovrà essere elencata e dovranno essere fornite le informazioni tecniche relative, il grado di incertezza e il programma di tarature cui è sottoposta. Indicare se le misure siano state eseguite in continuo oppure se siano relative ad un breve periodo. Se i dati utilizzati sono derivati da stime indicare la metodologia seguita e la relativa approssimazione. 113 Diagnosi energetica La base dei consumi energetici A partire dall’analisi dei dati energetici bisogna definire una linea di base per i consumi energetici (Baseline energetica, ovvero lo stato attuale) che possa costituire il riferimento per la successiva valutazione dei cambiamenti delle prestazioni energetiche: Deve basarsi su un periodo di osservazione adeguato (che permetta di prendere in considerazione cicli di variazione dei fattori energetici, quali ad es. volumi o condizioni climatiche, sufficientemente estesi); Deve essere documentata con i dati acquisiti; La baseline potrà comunque essere successivamente rivista in casi specifici (cambiamenti strutturali delle prestazioni, cambiamenti significativi del processo/macchinari, revisione periodica in base a modalità prestabilite). 114 Diagnosi energetica Il controllo in sito Il controllo sugli impianti è essenziale per la preparazione dell’audit energetico. La verifica consente di avere una buona idea dello stato delle operazioni svolte sull’impianto con riferimento al livello di efficienza energetica raggiunta. Le checklist preventivamente elaborate, nel modo più chiaro, completo e dettagliato possibile, costituiscono, per l’Auditor, un valido aiuto sia in fase di sopralluogo nello stabilimento, sia nella successiva analisi dei dati/informazioni acquisite. Inoltre, aspetto da non sottovalutare, consentono di evitare dimenticanze o perdite di tempo inutili dal momento che, a volte, tali sopralluoghi si svolgono in condizioni ambientali precarie per l’acquisizione dei principali dati energetici. 115 Diagnosi energetica Esempio di raccolta dati: impianti 116 Diagnosi energetica Esempio di raccolta dati: impianti 117 Diagnosi energetica Esempio di raccolta dati: impianti 118 Diagnosi energetica ESEMPI DI RACCOLTA DATI: TRASPORTI INTERNI ALLO STABILIMENTO 119 Diagnosi energetica Il controllo in sito – le Checklists Le Checklists possono essere formulate come un vero e proprio elenco di modalità da seguire o situazioni da controllare. Possono essere impostate come una serie di domande, di tipo generale o in alcuni casi più approfondite, da porre ai vari responsabili che si prevede di incontrare nella visita; – in questa situazione, le Checklist possono essere la “struttura portante” delle interviste pianificate con le persone maggiormente competenti nei diversi settori dello stabilimento; Possono richiedere l’assegnazione di un valore numerico (una vera e propria valutazione) a determinate caratteristiche, che sono in grado di determinare i consumi energetici; Possono ricorrere ad una combinazione delle modalità precedenti. 120 Diagnosi energetica Checklist: illuminazione 121 Diagnosi energetica Checklist: illuminazione 122 Diagnosi energetica Checklist: illuminazione 123 Diagnosi energetica Checklist: sistemi di raffreddamento 124 Diagnosi energetica Checklist: sistemi di raffreddamento 125 Diagnosi energetica Checklist: sistemi di raffreddamento 126 Diagnosi energetica Il controllo in sito – fase preliminare Prima di effettuare l’acquisizione dei dati energetici (dati quantitativi) è bene procedere ad un sopralluogo generale preliminare dell’impianto allo scopo di visionare i principali macchinari e impianti. Lo scopo principale è quello di ottenere informazioni generali ed una comprensione superficiale delle attività condotte all’interno dell’impianto (dati qualitativi) e preparare con più attenzione la fase di sopralluogo vero e proprio. Proprio per rendere il più efficace possibile il sopralluogo vero e proprio durante questo primo incontro può essere molto utile cominciare a reperire e a chiedere tutte le informazioni e documentazione necessaria allo svolgimento del sopralluogo. Le informazioni specifiche verranno ottenute nella successiva e approfondita attività di visita dello stabilimento. 127 Diagnosi energetica Il controllo in sito – le interviste Raccogliere informazioni corrette e con adeguato grado di dettaglio è fondamentale per l’esito dell’audit; in questa fase sono utili dati e informazioni dettagliate a completamento di quelle a disposizione Es.: dati dettagliati sulle attività produttive, fascicoli tecnici macchinari, dati aggiuntivi circa spese correlate agli utilizzatori energetici, ecc. È bene intervistare chi è a diretto contatto con gli impianti. Responsabili di turno e operatori hanno solitamente le informazioni più attendibili circa orari e modalità di utilizzo di macchinari e impianti; Addetti alla manutenzione in grado di fornire dettagli tecnici circa gli utilizzatori (tipo di lampade utilizzate, taglia degli motori, caratteristiche tecniche dei macchinari di processo,...) nonché criticità dell’attrezzatura; E’ necessario comprendere le competenze delle diverse persone intervistate e raccogliere i loro dati in modo da poterli ricontattare più avanti in caso di necessità. 128 Diagnosi energetica Il controllo in sito La visita dello stabilimento è finalizzata all’esame sistematico dei diversi sistemi utilizzatori di energia presenti al suo interno: – L’impianto di manifattura (manufacturing system). – Caldaie e impianto di distribuzione del vapore; – Impianto HVAC (Heating, Ventilating and Air Conditioning); – Impianto elettrico; – Impianto di illuminazione; – Impianto di distribuzione dell’acqua calda; – Impianto di produzione e distribuzione dell’aria compressa; – Motori; – Fabbricati Solo questa analisi permette una completa comprensione dei meccanismi di utilizzo energetico dello stabilimento. 129 Diagnosi energetica La struttura energetica aziendale (o modello energetico) 130 Diagnosi energetica La struttura energetica aziendale La “struttura energetica aziendale” (“alberatura”), attraverso un percorso strutturato a più livelli, consente di avere un quadro completo ed esaustivo della realtà dell’impresa al fine di definire al meglio la prestazione energetica di uno Stabilimento. L’azienda viene suddivisa in aree funzionali, per le quali si procede all’acquisizione dei dati energetici. La diagnosi energetica è eseguita attraverso la messa a punto della struttura energetica aziendale distinta per ogni vettore energetico che, attraverso un percorso strutturato a più livelli, consente di avere un quadro completo ed esaustivo della realtà dell’impresa L’alberatura deve essere realizzata seguendo il percorso di ogni vettore energetico e non la sequenza del processo produttivo. 131 Diagnosi energetica La struttura energetica aziendale industriale 132 Diagnosi energetica La struttura energetica aziendale nel terziario (GDO, banche, immobiliare, ecc) 133 Diagnosi energetica La struttura energetica aziendale Tale schematizzazione mette in evidenza: – consumi energetici per ogni vettore energetico utilizzato riferendosi all’anno solare precedente all’anno n-esimo; – caratterizzazione della destinazione d’uso dell’azienda e della specifica area funzionale. – indice prestazionale di area (Ipg) dato dal rapporto tra i consumi di area e la destinazione d’uso dell’azienda; – indice prestazionale di area (Ips) dato dal rapporto tra i consumi di area e la specifica destinazione d’uso – mappatura dei macchinari e degli impianti che caratterizzano la specifica area funzionale; – confronto delle tecnologie utilizzate con l’obiettivo definito all’inizio della diagnosi. 134 Diagnosi energetica La struttura energetica aziendale: livello LA 135 Diagnosi energetica La struttura energetica aziendale: livello LBCD 136 Diagnosi energetica Il modello energetico «Chiarimenti in materia di diagnosi energetica nelle imprese», MiSE, novembre 2016, Allegato 2 «La diagnosi energetica individua inoltre, per ogni area funzionale in cui è stata articolata la struttura energetica aziendale, i seguenti dati e informazioni (valori aggregati annuali): Consumi energetici (espressi in kWh e in tep) per ogni vettore energetico utilizzato.» Attività produttive: suddivisione dei consumi annui di ogni vettore energetico per ognuno dei processi/attività all’interno delle 3 aree principali Aziende di servizi: suddivisione dei consumi di ogni vettore energetico per ognuno dei processi/attività all’interno delle aree principali presenti Fino a coprire il 95% dei consumi di ciascun vettore energetico 137 Diagnosi energetica Indicatori energetici (IPE) «Chiarimenti in materia di diagnosi energetica nelle imprese», MiSE, novembre 2016, Allegato 2 «La diagnosi energetica […]: Indice prestazionale aziendale dato dal rapporto tra i consumi complessivi e la media della specifica destinazione d’uso dell’azienda, ovvero produzione o servizio.» IPE di stabilimento IPE per ogni vettore energetico Riferiti alla destinazione d’uso dell’azienda 138 Diagnosi energetica Destinazione d’uso La destinazione di uso assume un significato diverso tra attività produttive e aziende di servizi. Per le attività produttive, la destinazione d’uso è la produzione, che è direttamente correlata ai consumi energetici. Per le aziende di servizi invece, non essendo l’attività svolta correlata con i consumi, la destinazione d’uso deve essere una grandezza legata ai consumi esistenti come, ad esempio, la superficie in m2 servita da un impianto di climatizzazione. 139 Diagnosi energetica Indicatori energetici (IPE) «Chiarimenti in materia di diagnosi energetica nelle imprese», MiSE, novembre 2016, Allegato 2 «La diagnosi energetica individua inoltre, per ogni area funzionale in cui è stata articolata la struttura energetica […]: Indici prestazionale di area (Ipa1), dato dal rapporto tra i consumi di area e la specifica destinazione d’uso di area; Indice di prestazione di area (Ipa2) dato da rapporto tra i consumi di area e la destinazione d’uso dell’azienda.» Attività produttive: IPE specifici relativi ai singoli processi/attività (aree funzionali) delle 3 aree principali. Ad esempio: – Attività principali: Cementerie -> IPE specifici per la macinazione e per la macinazione del clinker. – Servizi ausiliari con centrale compressori, o sala pompe o gruppi frigo -> IPE specifici riferiti alla destinazione d’uso dell’impianto specifico. – Servizi generali con caldaie a gas per la climatizzazione -> IPE è il rendimento di caldaia. 140 Diagnosi energetica Indicatori energetici (IPE) «Chiarimenti in materia di diagnosi energetica nelle imprese», MiSE, novembre 2016, Allegato 2 «La diagnosi energetica individua inoltre, per ogni area funzionale in cui è stata articolata la struttura energetica aziendale, i seguenti dati e informazione (valori aggregati annuali): Confronto delle tecnologie utilizzate con lo standard di mercato (es. BAT).» Si confrontano gli IPE calcolati precedentemente con i valori di riferimento della tecnologia. Indicare la fonte degli indicatori di riferimento: Bref, letteratura, associazioni di categoria, ecc Art. 4.4 dei chiarimenti del MiSE 2016: «In mancanza di tali indici di riferimento disponibili, si può far riferimento ad indici interni all’organizzazione», opportunamente documentati. 141 Diagnosi energetica File di riepilogo Il file di riepilogo contiene i consumi del sito, suddivisi per vettore energetico e per area funzionale, oltre ad il calcolo degli indicatori energetici globali. In pratica, contiene la struttura energetica aziendale. Non è obbligatorio inviarlo ad ENEA, in quanto nella redazione del rapporto di diagnosi la struttura energetica viene largamente descritta. Il file di riepilogo di ENEA è un modello (template) per semplificare la costruzione della struttura energetica aziendale. 142 Diagnosi energetica File di riepilogo 143 Diagnosi energetica File di riepilogo 144 Diagnosi energetica Il monitoraggio energetico 145 Diagnosi energetica Diagnosi energetica e monitoraggio energetico La Diagnosi Energetica, così come definito nell’art. 2 p.to 25) dalla Direttiva Europea 2012/27/UE, è: “una procedura sistematica finalizzata ad ottenere una adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività o impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici ed a riferire in merito ai risultati”. Come richiamato nel D.Lgs.102/2014 e successivi aggiornamenti 146 Diagnosi energetica Diagnosi energetica e monitoraggio energetico La diagnosi energetica deve permette di acquisire una conoscenza approfondita e affidabile sugli usi e consumi energetici dell’impianto in esame. Non solo un bilancio energetico annuo, basato sulle sole fatture e bollette e il totale della produzione, ma anche, se possibile, un profilo di consumo mensile, giornaliero, ecc. 147 Diagnosi energetica Alcuni esempi L’analisi dei consumi per fascia oraria può fornire utili indicazioni per la valutazione della struttura tariffaria ed in alcuni casi (soprattutto siti non industriali) utili indicazioni sulle possibili aree di spreco. 148 Diagnosi energetica Alcuni esempi Attraverso una mappa di consumo è possibile visualizzare in maniera immediata periodi con elevati consumi o comportamenti ciclici degli utilizzatori. Sono evidenti le macro ciclicità settimanali dei consumi dello stabilimento: – Rosso: giorni di piena attività dell’impianto – Arancione/giallo: giorni ad attività parziale (ad es. sabato) – Verde: giorni di fermo della produzione (ad es. domenica 149 Diagnosi energetica Alcuni esempi Il confronto di come il profilo giornaliero cambia nel corso dell’anno permette di valutare la sensibilità dei consumi energetici del sito alla variazione delle condizioni climatiche. L’individuazione di giornate anomale può favorire l’emersione di cause di inefficienza occasionali, cattive pratiche, ecc. 150 Diagnosi energetica Alcuni esempi Valutazione di possibili correlazioni tra i consumi ed i driver che li generano. Nei tre anni considerati, il profilo dei consumi di energia elettrica segue l’andamento della temperatura esterna. La dipendenza dei consumi dall’umidità atmosferica è invece poco significativa. Per un’azienda di servizi, l’assorbimento energetico degli hvac può essere una quota elevata dei consumi elettrici. 151 Diagnosi energetica Alcuni esempi Il confronto del consumo annuo, o del consumo specifico annuo, può suggerire la necessità di un intervento di efficientamento o di ammodernamento di un macchinario. 152 Diagnosi energetica Piano di misura e monitoraggio Risulta ormai chiaro quanto sia necessario definire un piano di misura e monitoraggio che permetta di individuare i punti di consumo da monitorare (albero dei contatori), la tipologia e le caratteristiche della strumentazione da utilizzare, la metodologia di acquisizione e gestione dati nonché le relative modalità di calibrazione e la frequenza di rilevazione dei dati (da mensile fino al quarto d’ora). 153 Diagnosi energetica Piano di misura e monitoraggio Il piano di misura e monitoraggio deve risultare appropriato alle necessità dell’organizzazione prendendo in considerazione: – I benefici, generalmente valutabili in termini di risparmi energetici conseguibili con un più approfondito sistema di monitoraggio e controllo; – I costi, di primo impianto e di esercizio dovuti al sistema di misurazione e monitoraggio, determinati dal numero e dalla tipologia di contatori installati e dalla presenza di eventuali sistemi automatici per la registrazione e l’elaborazione dei dati. Si può prevedere uno sviluppo progressivo nel tempo, partendo dalle aree che presentano le migliori opportunità di risparmio. Possono essere previste misure dirette a spot, o misure indirette e stime in assenza di misurazioni dirette, laddove ritenuto adeguato e giustificabile. 154 Diagnosi energetica Piano di misura e monitoraggio Il posizionamento dei contatori dovrebbe rispettare quando possibile 3 criteri fondamentali essenziali per l’efficacia del controllo: – distinzione delle fasi di generazione/conversione e distribuzione da quelle di utilizzo dell’energia; – distinzione tra i singoli vettori energetici (mezzi fisici mediante i quali viene trasmessa l’energia, ad es. energia elettrica , vapore, aria e acqua.) e tra i diversi utilizzi (energia elettrica per illuminazione, forza motrice, condizionamento, ecc.); – distinzione tra aree che presentano attività e comportamento dei consumi differente (ad es.: uffici, area server, reparti di produzione, magazzini, impianto illuminazione, condizionamento, ecc.). 155 Diagnosi energetica Piano di misura e monitoraggio Scelta degli strumenti di misura – Anche la scelta degli strumenti di misura deve rientrare in una logica di efficacia (permetta di cogliere le principali opportunità di risparmio energetico) ed efficienza (in termini di costo/qualità dello strumento). – Nella scelta della strumentazione ed in particolare della sua classe di precisione si può infatti tenere conto della posizione e del livello dello strumento all’interno dell’albero dei contatori previsto. 156 Diagnosi energetica Piano di misura e monitoraggio Quindi la logica con cui deve essere costruito l’albero di misura/stima per il monitoraggio dei consumi energetici è quella di: – permettere all’organizzazione di definire KPI e baseline affidabili e ripetibili; – Monitorare e confrontare i consumi nel tempo al fine di individuare eventuali malfunzionamenti o comportamenti non virtuosi; – Permettere di effettuare un’analisi affidabile costo/beneficio di possibili interventi di efficientamento energetico. 157 Diagnosi energetica Diagnosi energetica e monitoraggio energetico Esiste un legame non scindibile tra diagnosi energetica e piano di misura e monitoraggio. Una diagnosi energetica di qualità non può prescindere da dati certi, misurati e monitorati nel tempo. 158 Diagnosi energetica Il monitoraggio: chiarimenti Per il primo ciclo diagnosi (2015) sono state ritenute valide in aggiunta alle misure obbligatorie dei contatori fiscali (PdR, POD, etc..) anche stime, calcoli, misure indirette dei vettori energetici analizzati durante l’audit. Nei successivi cicli di diagnosi sarà, invece, necessario misurare una parte dei vettori energetici oggetto di analisi. 159 Diagnosi energetica Il monitoraggio: chiarimenti Chiarimenti del MiSE del 2016 si prevede: – Punto 4.1 «[…] In primis l’azienda viene suddivisa in aree funzionali. Si acquisiscono quindi i dati energetici dai contatori generali di stabilimento e, qualora non siano disponibili misure a mezzo di contatori dedicati, per la prima diagnosi, il calcolo dei dati energetici di ciascuna unità funzionale viene ricavato dai dati disponibili» – Allegato 2: «Una volta definito l’insieme delle aree funzionali e determinato il peso energetico di ognuna di esse a mezzo di valutazioni progettuali e strumentali, si dovrà definire l’implementazione del piano di monitoraggio permanente in modo sia da tener sotto controllo continuo i dati significativi del contesto aziendale, che per acquisire informazioni utili al processo gestionale e dare il giusto peso energetico allo specifico prodotto realizzato o al servizio erogato.» 160 Diagnosi energetica Linee guida: sistemi di monitoraggio Le misure potranno essere effettuate adottando le seguenti metodologie: – Campagne di misura: la durata della campagna di misura dovrà essere scelta in modo rappresentativo (in termini di significatività, riproducibilità e validità temporale) rispetto alla tipologia di processo dell’impianto (es: impianti stagionali). La durata minima della campagna dovrà essere giustificata dal redattore della diagnosi. Occorrerà inoltre rilevare i dati di produzione relativi al periodo della campagna di misura. La campagna di misura dovrà essere effettuata preferibilmente durante l’anno solare precedente rispetto all’anno di obbligo della realizzazione della diagnosi energetica, eventualmente nello stesso anno; – Installazione di strumenti di misura: nel caso di installazione “permanente” di strumentazione di misura, è opportuno adottare come riferimento l’anno solare precedente rispetto all’anno d’obbligo della realizzazione della diagnosi energetica. 161 Diagnosi energetica Linee guida: sistemi di monitoraggio Quali sono le tipologie di strumenti ammessi? – Misuratori esistenti; – Nuovi misuratori (manuali, in remoto, con software di monitoraggio con funzioni di memorizzazione e presentazione delle misure stesse) Le misure devono essere conformi agli standard nazionali ed internazionali di riferimento (ISO, UNI, Protocollo IPMVP, ecc) Nel caso di misure indirette è fatta salva la possibilità di adoperare metodologie di calcolo ampiamente consolidate presenti nella letteratura tecnica corrente. 162 Diagnosi energetica Linee guida: siti obbligati Quali sono i siti obbligati alla misura? – Sono una parte dei soggetti obbligati alla realizzazione di una diagnosi energetica ai sensi del D.Lgs. 102/2014. – Per anno di riferimento, nel seguito si intende l’anno n-1 rispetto all’anno n-simo di obbligo. – I siti obbligati vengono individuati come segue: Imprese monosito: Tutte le imprese che nell’anno di riferimento abbiano avuto un consumo superiore ai 100 tep Imprese multisito: Tutti i siti che hanno un consumo nell’anno di riferimento maggiore di: 10.000 tep per i siti industriale e 1.000 tep per i siti del terziario 163 Diagnosi energetica Monitoraggio industriale: campionamento Alcune precisazioni: – Massimo 50 siti; – A parità di siti c’è la possibilità di scegliere siti di un cluster superiore; – Per il calcolo dei tep bisogna considerare anche l’energia rinnovabile autoconsumata; – Possono essere esclusi i siti con consumi inferiori ai 100 tep. 164 Diagnosi energetica Linee guida: sistema di monitoraggio Quanti strumenti di misura vanno messi? La percentuale di misurazione dipenderà dalla tipologia di azienda analizzata (a seconda che appartenga al settore industriale o al terziario) e dall’area aziendale cui si riferiscono i consumi analizzati (attività principali, servizi ausiliari o servizi generali). 165 Diagnosi energetica Monitoraggio industriale: la struttura energetica 166 Diagnosi energetica Monitoraggio industriale: livelli di copertura Nei siti industriali con un consumo totale superiore a 10.000 TEP/anno: – 85% di copertura dei dati misurati, per ogni vettore energetico, rispetto al consumo totale dello stesso vettore energetico nell’anno di riferimento (come rilevato al contatore fiscale – Livello A) per l’area (livello C) “attività principali”; – 50% di copertura dei dati misurati, per ogni vettore energetico, rispetto al consumo totale dello stesso vettore energetico nell’anno di riferimento (come rilevato al contatore fiscale – Livello A) per l’area (livello C) “servizi ausiliari”; – 20% di copertura dei dati misurati, per ogni vettore energetico, rispetto al consumo totale dello stesso vettore energetico nell’anno di riferimento (come rilevato al contatore fiscale – Livello A) per l’area (livello C) “servizi generali”. Le percentuali di copertura del monitoraggio sono tabulate. 167 Diagnosi energetica Monitoraggio industriale: livelli di copertura 168 Diagnosi energetica Monitoraggio industriale: esempio Uno stabilimento manifatturiero consuma 4.600 tep così suddivisi: 169 Diagnosi energetica Monitoraggio industriale: esempio Uno stabilimento manifatturiero consuma 4.600 tep così suddivisi: 170 Diagnosi energetica Monitoraggio industriale: esempio 171 Diagnosi energetica Monitoraggio industriale: esempio Ipotesi sistema di monitoraggio consumi elettrici In totale vengono installati 8 contatori: – 3 per il monitoraggio delle attività principali (79,6%); – 1 per le attività ausiliarie (100%); – 1 per le attività generali (21%); – 1+2 per il monitoraggio del prelievo/trasformazi one/linea. 172 Diagnosi energetica Monitoraggio industriale: esempio Consumi gas per area funzionale In questo caso il consumo di gas per il riscaldamento degli uffici copre solamente l’1% del consumo totale e quindi ai fini del monitoraggio può essere trascurato. 173 Diagnosi energetica Monitoraggio industriale: esempio Ipotesi sistema di monitoraggio consumi di gas In totale sono stati istallati: – 2 contatori – 1 acquisitore digitale per il PDR. I consumi della caldaia vapore vengono determinati per differenza tra il consumo del PDR e quello dei Forni. 174 Diagnosi energetica Descrizione dell’implementazione della strategia di monitoraggio Va fatta una descrizione del sistema di monitoraggio e controllo dei consumi, software, strumenti etc.. Va data evidenza grafica dell’albero dei contatori attraverso l’utilizzo di diagrammi e/o schemi unifilari dove è possibile evincere i carichi sottesi al misuratore; Vanno quindi descritti sinteticamente i misuratori utilizzati (riportati in una tabella): posizionamento (facendo anche riferimento a quanto riportato al punto precedente), tipologia di strumento, grado di incertezza, periodo di campionamento, frequenza di campionamento data di installazione, programma di taratura, etc.. Va data evidenza della copertura dei consumi e della loro valutazione oltre che attraverso la misura anche attraverso eventuali assunzioni, algoritmi, metodologia di stima dei dati. 175 Diagnosi energetica Monitoraggio nel terziario: campionamento Alcune precisazioni: – Massimo 50 siti; – A parità di siti c’è la possibilità di scegliere siti di un cluster superiore; – Per il calcolo dei tep bisogna considerare anche l’energia rinnovabile autoconsumata; – Possono essere esclusi i siti con consumi inferiori ai 100 tep. 176 Diagnosi energetica Monitoraggio nel terziario: la struttura energetica 177 Diagnosi energetica Monitoraggio nel terziario: livelli di copertura Come riportato nel paragrafo 4.3 delle «Linee Guida ENEA DE» per alcuni settori specifici del terziario sono state pubblicate sul sito www.efficienzaenergetica.enea.it/ delle linee guida specifiche per il monitoraggio che includono indicazioni relative alle percentuali di dati misurati richiesti. Qualora non siano state pubblicate linee guida per il settore di interesse occorrerà fornire una percentuale di dati misurati relativamente al “Livello C” (struttura energetica per il settore terziario) pari al 50% da suddividere con opportuno peso tra le diverse aree funzionali per ciascun vettore energetico presente in sito. 178 Diagnosi energetica Monitoraggio nel terziario: livelli di copertura 179 Diagnosi energetica Esempi monitoraggio nel terziario: GDO 180 Diagnosi energetica Esempi monitoraggio nel terziario: immobiliare Le utenze oggetto di monitoraggio apparterranno al livello C, D o E, a seconda dell’articolazione dell’edificio. Se il monitoraggio di uno o più sottosistemi di livello E raggiungono la quota di consumo prevista, sarà possibile limitare a quei sistemi il monitoraggio. 181 Diagnosi energetica Esempi monitoraggio nel terziario: immobiliare La percentuale di copertura dei consumi energetici dovrà essere documentata nel piano di monitoraggio e basarsi sulle diagnosi energetiche o analisi consumi o valori di benchmark per edifici simili. 182

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