Capitolo 1 - Documenti Google PDF

Summary

Questo documento è un capitolo introduzione al Novecento e alla storia contemporanea, descrivendo il Congresso di Vienna del 1814 come punto di partenza dell'età contemporanea. Il documento evidenzia le trasformazioni politiche, economiche e sociali che hanno caratterizzato quel periodo.

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‭ ezione 1 = Introduzione al Novecento‬ L ‭Storia Contemporanea: Cos'è la storia contemporanea?‬ ‭Si tratta di un’associazione che, sul piano semantico potrebbe sembrare contraddittoria,‬ ‭poiché le due parole stridono, non sembrerebbero poter stare insieme‬ ‭Storia: è infatti un concetto che...

‭ ezione 1 = Introduzione al Novecento‬ L ‭Storia Contemporanea: Cos'è la storia contemporanea?‬ ‭Si tratta di un’associazione che, sul piano semantico potrebbe sembrare contraddittoria,‬ ‭poiché le due parole stridono, non sembrerebbero poter stare insieme‬ ‭Storia: è infatti un concetto che rimanda al passato in modo indefinito, tanto da permettere‬ ‭agli uomini del presente di avviare delle riflessioni o, addirittura trarne degli insegnamenti‬ ‭Contemporaneo: significa invece che accade nello stesso tempo‬ ‭Domanda da porsi: può quindi esistere una storia contemporanea? Per arrivare a dare una‬ ‭risposta occorre prima definire un inizio di quella che viene definita età contemporanea.‬ ‭Quindi, chiediamoci quando inizia la storia contemporanea‬ ‭Risposta‬ ‭Congresso di Vienna‬ ‭La storiografia, e cioè la disciplina scientifica che si occupa di studiare, o più letteralmente di‬ ‭descrivere (dal greco graphia che deriva da graphé e cioè descrizione) il passato e quindi la‬ ‭storia individua la data di inizio della storia contemporanea nel 1814. In quell’anno si svolse‬ ‭infatti il Congresso di Vienna, che terminò nel giugno 1815, poco prima della sconfitta di‬ ‭Napoleone a Waterloo (18 giugno 1815) e che ridefinì l’assetto dell’Europa. Vi‬ ‭parteciparono, lo ricordo, Austria, Russia, Prussia e Regno Unito e a guidare i lavori vi era il‬ ‭cancelliere austriaco Metternich. Anche la Francia prese parte al Congresso, poiché venne‬ ‭considerata vittima dell’azione di Napoleone. Lo scopo del congresso era quello di‬ ‭ripristinare l’Ancien régime, ossia le monarchie assolute che erano al potere in Europa prima‬ ‭della Rivoluzione francese. Per questo motivo, l’epoca compresa tra il 1815 e il 1830 è stata‬ ‭definita età della Restaurazione.‬ ‭Il Congresso di Vienna in sintesi per ripristinare la politica europea adottò due criteri:‬ ‭il principio di legittimità, secondo il quale i sovrani che erano al trono prima della Rivoluzione‬ ‭francese e che poi erano stati spodestati da Napoleone dovevano tornare sui loro troni‬ ‭il principio di equilibrio, in base la quale le potenze europee avrebbero costruito un assetto‬ ‭politico stabile, in cui nessuno Stato avrebbe potuto prevalere sugli altri‬ ‭Con il congresso di Vienna si consolida il processo di costituzione degli stati nazionali, che‬ ‭saranno destinati a diventare i protagonisti della politica del vecchio continente. Infatti, dopo‬ ‭il Congresso di Vienna, si assiste a:‬ ‭stati che iniziano a ripensare la propria organizzazione burocratica, a migliorare i propri‬ ‭sistemi finanziari e militari, a fornirsi di migliori codici e strumenti giuridici‬ ‭rivoluzione industriale che porta a una trasformazione in senso economico e sociale della‬ ‭società che vede svilupparsi le grandi aree urbane‬ ‭Miglioramento dei trasporti via terra e via mare‬ ‭Miglioramento delle tecniche agricole‬ ‭Trasformazione della vita privata che vede imporsi una cultura tendente a dare maggiore‬ ‭spazio al piano individuale anche nella dimensione quotidiana‬ ‭Il contemporaneo sviluppo di tali fenomeni – che avrebbero impiegato decenni per affermarsi‬ ‭– ma che nel loro insieme indicano un cambiamento che aveva coinvolto l’intera Europa,‬ ‭portano a indicare il congresso di Vienna come data convenzionale di inizio dell’età‬ ‭contemporanea.‬ ‭In proposito occorre però tenere presente un elemento e cioè come i fenomeni elencati‬ ‭abbiano come principale teatro l’Europa (e solo in parte gli Stati Uniti che in questo periodo‬ ‭videro il consolidamento del loro modello politico), proponendo così un modello eurocentrico,‬ ‭frutto di un mondo che all’inizio dell’Ottocento considerava l’Europa come solo centro‬ ‭politico, intellettuale ed economico. E questo rappresenta un aspetto importante.‬ ‭ roposte di periodizzazione:‬ P ‭Periodizzazione: nel caso della storia contemporanea appare molto difficile attuare una‬ ‭periodizzazione. Perché? Perché se, come abbiamo visto, possiamo individuare un inizio, la‬ ‭stessa cosa non può dirsi per la sua conclusione, che è impossibile da individuare.‬ ‭Cosa possiamo fare? Possiamo tracciare una periodizzazione‬ ‭Periodizzazione unificante: e cioè una periodizzazione periodizzazione riferita a eventi‬ ‭collocabili nell’età contemporanea. Una periodizzazione che può essere scandita come‬ ‭segue:‬ ‭1815-1870 congresso di Vienna, rivoluzione industriale ed emergere degli Stati nazione‬ ‭1870-1914: imperialismo e nazionalismo‬ ‭1914-1945: le due guerre mondiali‬ ‭1945-1991: la guerra fredda‬ ‭Post 1991: tempi recenti‬ ‭Buona parte di quella che abbiamo definito storia contemporanea si snoda lungo il‬ ‭Novecento che verrà declinato in alcuni dei suoi temi principali.‬ ‭Il Novecento‬ ‭Punto di partenza: per introdurre il Novecento iniziamo anche in questo caso da una‬ ‭domanda e cioè che cos’è il Novecento?‬ ‭Risposta: è molto difficile – se non impossibile – trovare un’unica definizione che racchiuda‬ ‭la complessità che attraversa l’intero secolo.‬ ‭Definizioni = Età dei lumi, Rinascimento, secolo delle nazioni, sono delle definizioni coniate‬ ‭dagli storici per etichettare delle epoche ben precise. Anche per il Novecento sono fiorite‬ ‭delle definizioni, da quelle che vogliono mettere in evidenza il senso complessivo del secolo,‬ ‭a quelle che ne sottolineano un aspetto ritenuto preminente. Quindi noi possiamo definire il‬ ‭Novecento come un secolo breve (Hobsbawm), lungo o spezzato (storico inglese Charles‬ ‭Maier) o, ancora come il secolo degli estremi, il secolo più terribile della storia occidentale‬ ‭(l’espressione è del filosofo inglese Isaia Berlin), il secolo dei massacri e delle guerre (del‬ ‭francese René Dumont) o il secolo più violento della storia dell’umanità (scrittore inglese‬ ‭William Golding).‬ ‭Caratteristiche del Novecento = Sebbene differenti tra loro, queste definizioni racchiudono‬ ‭un denominatore comune, e cioè quello di presentare al Novecento come un secolo in‬ ‭continuo divenire, nel quale si intrecciano cambiamenti, trasformazioni e contraddizioni che‬ ‭portano a un taglio netto rispetto al passato. Dunque quello che definisce il Novecento è un‬ ‭tempo segnato da una pluralità di eventi e di date, che rendono estremamente complesso‬ ‭un tentativo di organizzare il secolo seguendo espliciti riferimenti temporali.‬ ‭Periodizzazione = Dunque nel Novecento appare molto difficile mettere ordine. Infatti,‬ ‭soprattutto dopo il 1945, la storia del secolo è segnata da date, eventi e personaggi che‬ ‭spesso sfuggono a ogni tentativo di organizzazione secondo il principio della‬ ‭periodizzazione che rappresenta il punto di partenza di ogni interpretazione storiografica. Se‬ ‭ci ponessimo lo stesso interrogativo per i secoli precedenti non sarebbe difficile fornire una‬ ‭risposta universalmente condivisa. E questo perché? Perché per i secoli precedenti c’è‬ ‭sempre stato un evento, una tendenza predominante, un carattere più appariscente che ci‬ ‭ha permesso di racchiudere un’epoca in un’espressione sintetica. Un processo che porta, ad‬ ‭esempio, a definire il Seicento come il secolo dell’assolutismo e dell’economia, il Settecento‬ ‭come quello dei lumi e delle rivoluzioni, l’Ottocento come quello delle nazioni e del‬ ‭capitalismo. E l’elenco potrebbe proseguire all’indietro con gli stessi risultati.‬ ‭Per il Novecento il discorso è diverso, poiché si tratta di un secolo che si muove lungo un‬ ‭asse che privilegia i temi rispetto al quadro temporale. Questo vuol dire che quando‬ ‭ arliamo del Novecento dobbiamo tenere presente il suo carattere frammentato, il suo‬ p ‭essere un secolo nel quale si intersecano trasformazioni demografiche, politiche, culturali,‬ ‭economiche e sociali che hanno avuto un impatto straordinario su molte società e, di‬ ‭conseguenza, sulla vita e l’identità di milioni di persone.‬ ‭Quindi il Novecento sfugge a una rigorosa periodizzazione. Questo non significa che una‬ ‭periodizzazione del Novecento non sia possibile. E’ solo più complicata perché alcuni dei‬ ‭passaggi che lo hanno caratterizzato sono ancora in pieno svolgimento.‬ ‭I temi del 900: Se una periodizzazione canonica del Novecento appare difficile, possiamo‬ ‭però tentare di mettere in luce quelli che sono i suoi passaggi cruciali, o almeno i più‬ ‭significativi. Un tentativo per far emergere alcuni "caratteri" del Novecento che lo distinguono‬ ‭da tutti i secoli precedenti e che consentono di ordinare e interpretare una notevole quantità‬ ‭di fatti e fenomeni che acquistano "senso" storico. Il Novecento è dunque:‬ ‭secolo delle guerre‬ ‭secolo delle ideologie‬ ‭secolo delle masse‬ ‭secolo dei totalitarismi‬ ‭secolo dei genocidi‬ ‭secolo dei razzismi‬ ‭secolo delle migrazioni‬ ‭secolo dei profughi‬ ‭secolo dei diritti‬ ‭secolo delle donne‬ ‭sviluppo/tecnologia‬ ‭secolo dei giovani‬ ‭1) Secolo delle guerre: L’esperienza bellica attraversa l’intero Novecento che vede svolgersi‬ ‭tre guerre, due mondiali – quindi calde – e una fredda. Conflitti (e mi riferisco alle guerre‬ ‭mondiali) ai quali partecipa per mobilitazione o coinvolgimento forzato l’intera popolazione e‬ ‭che portano alla cancellazione della distinzione tra combattenti e civili.‬ ‭Conflitti differenti da quelli che li hanno preceduti per una serie di elementi come il potenziale‬ ‭e l’arsenale distruttivo a disposizione dei belligeranti, per il teatro planetario nel quale sono‬ ‭combattuti. Si tratta di guerre assolute che vedono scontrarsi diverse concezioni del mondo,‬ ‭diversi modelli di organizzazione sociale che ambiscono a imporre il proprio potere sull’intero‬ ‭pianeta attraverso la distruzione degli avversari. Si pensi, ad esempio alla prima guerra‬ ‭mondiale, in seguito alla quale scompaiono dalla carta geografica gli imperi che‬ ‭rappresentavano gli ultimi residui della vecchia Europa e si affermano gli stati nazione. Si‬ ‭pensi alla seconda guerra mondiale che si conclude con la scomparsa irreversibile del‬ ‭nazifascismo e con la cancellazione della Germania come stato unitario; infine si pensi alla‬ ‭Guerra fredda, che termina con la fine del “socialismo reale” comunemente indicato come‬ ‭comunismo e la disgregazione dell’Unione Sovietica.‬ ‭Le guerre che attraversano il Novecento sono caratterizzate da un elevato carico di violenza.‬ ‭Il XX secolo ha generato un bilancio complessivo di 110.000.000 di morti per guerra, dei‬ ‭quali circa 55.000.000 nella sola seconda guerra mondiale (stime più prudenti parlano di‬ ‭quaranta milioni, ma si tratta sempre di numeri considerevoli). A quelli delle due guerre‬ ‭mondiali, occorre aggiungere i milioni di morti dei 1.253 conflitti censiti tra il 1950 e il 1998. Il‬ ‭punto, al di là dei dati presentati, è che tre guerre mondiali (due calde e una fredda, con‬ ‭ques’ultima che ha inciso su centinaia di guerre locali), con i caratteri di distruttività e ferocia‬ ‭non hanno precedenti nella storia umana. Certo massacri e violenze hanno sempre segnato‬ ‭i conflitti, ma dobbiamo tenere presente come nessun secolo abbia pianificato la morte come‬ i‭l Novecento e che nessuna epoca, soprattutto, ha avuto a disposizione armi così distruttive‬ ‭per farlo.‬ ‭La guerra ideologica: Nel Novecento la guerra si combina e procede di pari passo con‬ ‭l’ideologia. La guerra è quindi una prosecuzione armata e violenta di uno scontro tra grandi‬ ‭sistemi ideologici che attraversano il secolo. Nel Novecento, la guerra è diventata uno‬ ‭scontro tra concezioni e 6 valori in cui la posta in gioco non è solo il predominio, ma‬ ‭l’imposizione di un sistema di pensiero su intere popolazioni.‬ ‭La guerra mondiale: Il teatro delle guerre del XX secolo è stato, per la prima volta nella‬ ‭storia, davvero mondiale. Inoltre alla guerra, per mobilitazione o per coinvolgimento forzato,‬ ‭ha partecipato tutta la popolazione. L’espressione fronte interno e fronte esterno è stata‬ ‭coniata durante la Grande guerra, quando iniziò in modo sistematico la cancellazione della‬ ‭distinzione tra combattenti e civili. Fu allora che venne formulato il nuovo paradigma della‬ ‭guerra totale, che ha registrato un’impressionante progressione. La definizione apparve per‬ ‭la prima volta in un’opera di Léon Daudet, La guerra totale, pubblicata a Parigi nel 1918.‬ ‭Durante la prima guerra mondiale il 15% dei caduti furono civili (secondo altre fonti il 5%),‬ ‭contro il 59% (o 45%) della seconda guerra mondiale, il 60% della guerra del Vietnam e‬ ‭l’80% circa registrato in Iraq e in altre guerre recenti. Si è trattato, lo ripeto, di “guerre‬ ‭assolute”, dove si scontravano diverse concezioni del mondo, diversi modelli di‬ ‭organizzazione sociale, che ambivano a dominare l’intero pianeta attraverso la distruzione‬ ‭degli avversari. In sostanza, la guerra è diventata la prosecuzione armata e violenta di uno‬ ‭scontro ideologico.‬ ‭2) Secolo delle ideologie: I grandi sistemi ideologici attraversano tutto il secolo,‬ ‭mobilitandosi, gli uni contro gli altri, anche nei periodi di pace. Abbiamo prima parlato del‬ ‭carattere ideologico delle guerre del Novecento, che si caratterizza come secolo delle‬ ‭ideologie. Esse infatti non sono, come nell'età moderna, una questione che riguarda solo le‬ ‭élites, gli uomini di cultura, ma coinvolgono le masse, mobilitano la società intera. Il‬ ‭Novecento è lo scontro di queste ideologie di massa che diventano costitutive degli stati,‬ ‭tanto che abbiamo stati costruiti attorno a determinate ideologie (ad esempio stati definiti‬ ‭comunisti, stati fascisti) e che mobilitano le loro risorse in funzione dell'ideologia.‬ ‭3) Secolo delle masse: Abbiamo parlato di masse che nel Novecento irrompono sulla scena:‬ ‭il XX secolo è dunque il secolo delle masse, mentre tutti quelli che lo hanno preceduto sono‬ ‭stati i secoli delle élites. Una novità che segna una rottura profonda con il passato. Certo, il‬ ‭processo di massificazione era già cominciato nell’Ottocento: l’ingresso delle masse nella‬ ‭storia è infatti 7 figlio della rivoluzione industriale e dell’affermazione del capitalismo. Ma non‬ ‭bisogna nemmeno sottovalutare l’effetto del progresso sanitario generale e dell’esplosione‬ ‭demografica. Sta di fatto che questo fenomeno dell’irruzione delle masse nella storia (prima‬ ‭di allora, e non a caso, anche la storia scritta era solo storia di élites) ha rappresentato un‬ ‭tratto distintivo del Novecento.‬ ‭Teniamo però ben presente un elemento e cioè che le masse di cui parliamo non sono‬ ‭semplicemente una grande quantità di popolazione, ma sono il risultato dell’intreccio di‬ ‭almeno cinque fattori fondamentali:‬ ‭la crescita demografica‬ ‭l’urbanizzazione‬ ‭affermazione del fordismo e del taylorismo nell’economia e nella produzione‬ ‭la diffusione dei consumi e un indubbio, anche se conflittuale, aumento del tenore di vita‬ ‭l’alfabetizzazione di massa‬ ‭ a crescita delle masse, inoltre, porterà alla creazione di nuovo tipo di società, e cioè la‬ L ‭società di massa, ovvero una società che rimodella i comportamenti collettivi rispetto al‬ ‭passato e crea nuovi stili di vita.‬ ‭4) Secolo dei totalitarismi: Fascismo, nazismo e stalinismo sovietico sono i tre grandi‬ ‭“totalitarismi” del secolo. Caratterizzati dalla presenza: a) di un apparato ideologico forte,‬ ‭teso a distinguere inesorabilmente tra “amico” e “nemico”, b) di un partito unico guidato da‬ ‭un capo carismatico detentore del potere pressoché assoluto, c) di un apparato‬ ‭propagandistico e repressivo inesorabile, in grado di azzerare ogni forma di dissenso e di‬ ‭assicurare quindi il pieno controllo sulle attività sociali, economiche, intellettuali e culturali.‬ ‭Dunque i regimi totalitari hanno segnato a fondo la storia del Novecento al punto da definirlo‬ ‭come il secolo dei totalitarismi.‬ ‭5) Secolo dei genocidi: Lungo tutto il corso del Novecento si sono verificate deportazioni e‬ ‭stermini. Dagli armeni alla Shoah, passando per gli ucraini vittime del terrore stalinista, fino‬ ‭ad arrivare alla Cambogia e, in tempi più recenti, al Ruanda e alla Bosnia. Il Novecento ha‬ ‭visto milioni di persone restare vittime innocenti di programmi sistematici di eliminazione‬ ‭fisica. Due parole sul termine genocidio [chi sceglierà Bruneteau potrà approfondire questo‬ ‭passaggio], coniato nel 1944 dal giurista polacco di origine ebraica Robert Lemkin, che fu 8‬ ‭applicato per la prima volta nel 1946 durante il Processo di Norimberga nell’atto di accusa‬ ‭contro alcuni grandi criminali di guerra processati nella città tedesca, accusati di aver‬ ‭compiuto un genocidio deliberato e sistematico e cioè lo sterminio di gruppi razziali e‬ ‭nazionali. La pubblica accusa del Tribunale di Norimberga usò questo termine nell’arringa‬ ‭conclusiva del processo. La parola indica un particolare crimine perpetrato a danno di una‬ ‭particolare etnia o di gruppi etnici e religiosi, mediante uccisione, dissociazione e‬ ‭dispersione di persone, e, ancora, mediante la distruzione di beni, monumenti e opere‬ ‭appartenenti a quel gruppo o a quell’etnia.‬ ‭Nel 1948 toccherà all’ONU, mediante un’apposita convenzione approvata all’assemblea‬ ‭generale delle Nazioni Unite, stabilire che il genocidio rappresentava un crimine secondo il‬ ‭diritto internazionale. E dunque coloro che si fossero macchiati di questo delitto, siano essi‬ ‭organi costituzionali di uno Stato, funzionari civili o militari, oppure semplici cittadini,‬ ‭debbano essere considerati “personalmente” e “singolarmente” responsabili del crimine‬ ‭stesso e pertanto sottoposti al giudizio del tribunale del luogo in cui è avvenuto il fatto‬ ‭oppure di un tribunale internazionale.‬ ‭6) Secolo dei razzismi: Stabilire in modo arbitrario la presunta “inferiorità” biologica di una‬ ‭determinata etnia e operare, di conseguenza, in vista della sua discriminazione, anche in‬ ‭forma radicale e violenta, rappresenta la base del razzismo. Un fenomeno certamente non‬ ‭nuovo, ma che ha trovato nel Novecento modalità di espressione particolarmente cruente.‬ ‭7) Secolo delle migrazioni: Il Novecento è il secolo delle migrazioni, che hanno avuto‬ ‭conseguenze enormi dal punto di vista della redistribuzione della ricchezza internazionale e‬ ‭della composizione demografica e culturale. Alla base delle migrazioni vi sono motivazioni di‬ ‭tipo economico o politico con caratteri di volontarietà, da non confondere con altri tipi di‬ ‭movimenti di popolazione come invasioni, conquiste, colonizzazioni e spostamenti forzati‬ ‭che hanno caratterizzato il secolo. Le migrazioni di tipo economico sono quelle più‬ ‭consistenti.‬ ‭E’ inevitabile partire dalle grandi migrazioni transoceaniche di fine/inizio secolo. Tra il 1890 e‬ ‭il 1914 si assiste a un massiccio flusso migratorio che coinvolge i Paesi dell’Europa‬ ‭mediterranea e orientale. Questa ondata migratoria deve essere compresa dentro il‬ ‭processo più ampio della rivoluzione industriale e della sua diffusione. 9 La crisi agraria‬ ‭europea che ebbe inizio negli anni Settanta dell’Ottocento svolge un ruolo scatenante,‬ ‭ entre la riduzione delle barriere legali, e la riduzione dei costi di trasporto facilitano la‬ m ‭realizzazione del progetto di emigrare. Gli Stati Uniti (e in genere il continente americano)‬ ‭costituiscono il grande polo di attrazione per gli immigrati europei, date le enormi estensioni‬ ‭di terra disponibili, le leggi agrarie assai liberali, un’industria in rapida crescita e possibilità di‬ ‭impiego in continua espansione. Per completezza va detto che il fenomeno dell’emigrazione‬ ‭europea verso le Americhe non fu l’unico: dopo il 1870, 20 milioni di lavoratori cinesi ed‬ ‭indiani si trasferirono nei Paesi tropicali: Birmania, Sri Lanka, Africa orientale e meridionale,‬ ‭Asia meridionale; un milione di giapponesi si trasferì in Brasile; quasi otto milioni di russi si‬ ‭insediarono nella Russia asiatica, mentre vi fu un’altra direttrice dell’emigrazione europea‬ ‭verso l’Africa settentrionale e l’Oceania.‬ ‭Un flusso migratorio importante fu quello che riguardò gli ebrei dell’Europa orientale. Ne‬ ‭emigrarono un milione e mezzo tra il 1880 e il 1914 verso gli Stati Uniti, mentre mezzo‬ ‭milione raggiunse Sud America, Canada, Europa, Palestina. Alle cause economiche già note‬ ‭si aggiunse in questo caso l’atteggiamento persecutorio dello Stato russo verso questa‬ ‭comunità e i numerosi pogrom che la colpirono.‬ ‭Gli effetti della migrazione di inizio secolo sono stati importantissimi: essa ha favorito la‬ ‭crescita economica nelle zone di partenza (si pensi all’importanza, tra l’altro, delle rimesse‬ ‭degli emigranti nell’Italia giolittiana) allentando la pressione demografica e, nel contempo,‬ ‭anche quella sociale e politica (emigrazione di tanti anarchici e socialisti) e ha contribuito allo‬ ‭sviluppo e alla mescolanza etnico-culturale nei paesi d’arrivo. L’Italia ha offerto alle‬ ‭migrazioni di inizio secolo il flusso più consistente: tra il 1871 e il 1915 oltre 13,5 milioni di‬ ‭individui, prima dal Nord e poi soprattutto dal Sud, emigrarono nel resto d’Europa e‬ ‭oltremare.‬ ‭L’emigrazione italiana non si arresta nel primo decennio del Novecento, ma prosegue anche‬ ‭dopo. Sia verso l’Europa (Francia, Svizzera, Germania e Belgio) a partire dal primo‬ ‭dopoguerra, sia internamente (le grandi migrazioni dal sud verso il nord del paese che‬ ‭hanno il triangolo industriale Torino, Milano, Genova la principale meta delle parabole‬ ‭migratorie).‬ ‭8) Secolo dei profughi: In fuga da guerre, conflitti e persecuzioni, espulsi dai paesi di origine‬ ‭o impossibilitati a rientrarvi per non restare vittime di discriminazioni e violenze, milioni di‬ ‭profughi, rifugiati, apolidi e richiedenti asilo sono stati protagonisti, soprattutto a partire dalla‬ ‭fine della seconda guerra mondiale, di migrazioni forzate e spostamenti coatti di‬ ‭popolazione. 10 Verificatisi in misura maggiore a partire dalla fine della seconda guerra‬ ‭mondiale, tali fenomeni hanno propagato la loro eco fino alla fine del secolo, per poi‬ ‭esplodere in maniera fragorosa nei primi anni del nuovo millennio.‬ ‭Si parla di spostamenti forzati di popolazione ovvero di fenomeni che avvengono in Europa‬ ‭lungo una linea immaginaria tracciata dal Mar Baltico all’Adriatico. Iniziano in realtà con le‬ ‭guerre balcaniche del 1912-1913 e raggiungono il loro apice nel decennio il decennio 1939-‬ ‭1949, caratterizzato dai più vasti spostamenti coatti di popolazione nella storia europea. Un‬ ‭quadro contrassegnato da espulsioni e scambi forzati, riguardanti slovacchi, ungheresi,‬ ‭serbi, croati, sloveni, polacchi e, soprattutto, intere comunità di tedeschi, strappate dai‬ ‭territori assegnati alla Polonia e alla Cecoslovacchia dopo il crollo del Reich tedesco.‬ ‭Fenomeni che interessano da vicino anche la storia del nostro paese, con l’esodo di gran‬ ‭parte della popolazione italiana dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, passate dopo la guerra‬ ‭sotto la sovranità della Jugoslavia di Tito.‬ ‭9) Secolo dei diritti: La resistenza al totalitarismo, la lotta per la libertà e per la democrazia‬ ‭ha caratterizzato il Novecento portando, nel secondo dopoguerra, alla nascita di una cultura‬ ‭dei diritti umani, che trova il suo riconoscimento più alto nella Dichiarazione universale dei‬ ‭ iritti dell’uomo, contenuta nella carta di fondazione dell’ONU. Questo documento, tra i frutti‬ d ‭più elevati del Novecento, rappresenta non solo il minimo comune denominatore della‬ ‭convivenza tra i popoli, ma costituisce l’unica scala di valori universalmente sottoscritta‬ ‭(almeno in massima parte) e, quindi, da rispettare.‬ ‭10) Secolo delle donne: Il Novecento è il secolo delle donne, che irrompono sulla scena‬ ‭verso l’affermazione della propria emancipazione sociale e civile come soggetto autonomo,‬ ‭non più sottoposto all’autorità maschile. Un elemento che distingue il XX secolo da quelli‬ ‭precedenti, nei quali la donna raramente raggiungeva visibilità in una società‬ ‭gerarchicamente maschilizzata. Questo vuol dire che la storia del Novecento è una storia‬ ‭scritta da uomini e donne, nella quale le differenze di genere assumono il carattere di un‬ ‭elemento che distingue il secolo da quelli precedenti, nei quali la soggettività femminile‬ ‭restava segregata nei vincoli di società gerarchiche dominate dalla figura maschile. Si tratta‬ ‭– per quanto contraddittoria, stante la persistenza di radicate disuguaglianze sul piano‬ ‭socio-economico e culturale - di una rivoluzione nella distribuzione dei poteri, dei ruoli e delle‬ ‭gerarchie sociali.‬ ‭11) Sviluppo/tecnologia: Il Novecento è il secolo del possibile, e cioè l’età dei grandi sviluppi‬ ‭tecnologici. Pensiamo ad esempio alla produzione in serie, alle catene di montaggio,‬ ‭introdotte nell’industria dell’automobile alla vigilia della prima guerra mondiale, alle acciaierie‬ ‭a flusso continuo degli anni Cinquanta, fino ad arrivare al modello fordista che assoggetta il‬ ‭maggior numero di operai a un processo produttivo controllato dall’alto mirante a fornire‬ ‭grandi quantità di prodotti standardizzati. Le linee di navigazione incrementano il traffico‬ ‭economico, le linee aeree costituiscono un’innovazione fondamentale nel superamento dello‬ ‭spazio dopo la prima guerra mondiale e, ancor di più, dopo la seconda. Nel Novecento,‬ ‭quindi, la tecnologia ha reso possibile ciò che prima era confinato nella sfera‬ ‭dell’immaginazione e del mito, come volare o rendere artificiale gran parte della vita‬ ‭quotidiana o come l’avvento delle tecnologie digitali e biologiche. C’è chi ha denominato per‬ ‭questo il Ventesimo secolo come Il secolo del possibile, ossia della fantasia diventata realtà.‬ ‭12) Secolo dei giovani: Il Novecento è il secolo dei giovani. Resistenze, rifiuti, tensioni e‬ ‭ribellioni delineano il comportamento della gioventù. A partire dagli anni Cinquanta i giovani‬ ‭diventano un soggetto sociale, irrompono nello spazio pubblico contribuendo‬ ‭all’affermazione, in tutto il mondo occidentale, di comportamenti collettivi, culture, mode e‬ ‭dinamiche sociali radicalmente differenti rispetto al passato. Essere giovani da questo‬ ‭momento diventa un valore e i giovani dimostrano di voler abbandonare il ruolo di comparse‬ ‭per assumere quello di protagonisti. E il Novecento consente loro di ritagliarsi a pieno questo‬ ‭ruolo.‬

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