Bilancio Nazionale e IFRS PDF

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This document discusses the differences between national and IFRS accounting models. It analyses criteria for differentiating accounting models, emphasizing the various aspects involved in the creation and use of financial statements.

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17/09/24 IL MODELLO DEL BILANCIO Quando parliamo di modello di bilancio facciamo riferimento a quell’insieme di regole (norme di legge o altro) che de niscono il modo in cui viene fatto un bilancio. Non c’è un unico modo per fare il bilanci...

17/09/24 IL MODELLO DEL BILANCIO Quando parliamo di modello di bilancio facciamo riferimento a quell’insieme di regole (norme di legge o altro) che de niscono il modo in cui viene fatto un bilancio. Non c’è un unico modo per fare il bilancio, esistono tanti modelli diversi (d’esercizio, di liquidazione, di fusione) -> bilanci di erenziati: cambiano obiettivi e destinatari. I bilanci di erenziati si di erenziano per: oggetto a cui fa riferimento -> bilanci ordinari (d’esercizio) che forniscono informazioni su situazione patrimoniale, economica e nanziaria di una azienda in cui determinato esercizio; bilanci straordinari che vengono redatti in occasioni diverse da quelle della continuità e della normalità (di fusione, di cessione); bilanci non economico- nanziari (bilancio di sostenibilità, dichiarazione non nanziaria); bilanci di aggregati aziendali il cui oggetto è la situazione del gruppo; nalità conoscitive -> ad uso gestionale (interno), nalizzati alla governance aziendale; destinato a pubblicazione (esterno) nalizzati agli stakeholder; Bilancio d’esercizio destinato alla pubblicazione -> strumento volto a fornire informazioni sulla situazione aziendale a un insieme eterogeneo di soggetti (interni ed esterni) che pur avendo propri interessi nell’azienda non hanno il potere di ottenere informazioni sul suo stato di salute. Bilancio come modello normativo Bilancio come modello normativo -> il documento deve essere predisposto, redatto e pubblicato in ottemperanza ad un sistema di norme codi cate, de nite sia dal legislatore, sia emanate da OIC (principi contabili nazionali) e IAS/IFRS (principi contabili internazionali). Il vantaggio che il bilancio sia disciplinato da un insieme di norme: comparabilità -> tra imprese diverse o della stessa impresa nel corso del tempo; attendibilità e a dabilità delle informazioni contente nel bilancio -> strumento che fornisce informazioni necessarie per il processo decisionale; identi care le informazioni utili a soddisfare le esigenze conoscitive degli stakeholder; Esistono diversi modelli normativi, prendiamone tre in considerazione: 1. modello de nito secondo i principi contabili nazionali emanati dall’OIC; 2. modello de nito secondo i principi contabili internazionali emanati dallo IASB; 3. modello de nito secondo i principi contabili internazionali emanati da FASB; Il modello normativo impatta sul tipo di risultati che vengono determinati (in termine di utile, di capitale di funzionamento), vediamo gli e etti sul reddito della transizione dal modello italiano al modello IASB: In nessun caso non ci sono impatti sul reddito d’esercizio, nella maggior parte dei casi c’è stata una variazione positiva (meglio con principi internazionali, perdita inferiore). Lo stesso impatto si nota anche sul patrimonio netto: 1 fi  fi ff fi fi fi ff ffi ff ff fi fi fi fi fi fi fi fi Di erenze tra modelli di bilancio Le norme contabili che caratterizzano i diversi modelli di bilancio sono in uenzate dal contesto in cui tale modelli si sono sviluppati. Le principali cause che hanno determinato delle di erenze signi cative nelle norme che disciplinano i vari modelli di bilancio? struttura proprietaria prevalente delle imprese -> chi detiene il capitale proprio; principali fonti di nanziamento di cui le imprese si avvalgono; sistema giudico -> civil low e common low; grado di sviluppo della professione contabile -> commercialisti, revisori; ruolo (peso) del sistema di tassazione -> ingerenza delle norme scali su quelle civilistiche (es: ammortamenti a quote costanti per motivi scali); Cerchiamo di comparare i diversi contesti di riferimento in cui sono sorti i due modelli di bilancio che prenderemo in considerazione: I due contesi danno vita a due modelli di bilancio, quello redatto con i principi contabili italiani e il modello di bilancio IASB con i principi contabili IAS/IFRS. Cambiano i destinatari privilegiati delle informazioni, i ni del bilancio, i principi generali di redazione e i criteri di valutazione. L’armonizzazione contabile internazionale Non si parla di standardizzazione o uniformazione, ma di armonizzazione, quindi un processo il cui obbiettivo è quello di coordinare le diverse prassi e i diversi sistemi contabili in uso nei vari contesti nazionali. L’armonizzazione è auspicabile per vari vantaggi: maggiore comparabilità dei bilanci; e cacia ed e cienza dei mercati nanziari -> meno costi di transazione; 2  ffi ff ffi fi fi fi ff fi fi fi fl 23/09/24 Tappe principali del processo di armonizzazione Il processo di armonizzazione contabile in atto in ambito comunitario si muove nel senso di una convergenza verso il modello di bilancio elaborato dai principi contabili internazionali emanati dallo IASB. Il regolamento comunitario del 2002 ha introdotto l’obbligo IAS/IFRS omologati per il bilancio consolidato di tutte le società quotate nella UE a partire dal 1/1/2005; c’è libertà per i singoli Stati membri di imporre o permettere l’utilizzo dei principi contabili internazionali anche alle altre società (i singoli principi emanati dallo IASB vengono valutati e statuiti dall’EFRAG, non tutti i principi emanati vengono recepiti). L’ambito di applicazione dei principi contabili IAS/IFRS in Italia Ai ni della redazione del bilancio di esercizio destinato a pubblicazione, va distinto tra: adozione obbligatoria dei principi internazionali -> tutte le società quotate; adozione facoltativa dei principi internazionali -> società diversa dalle precedenti; divieto di adozione dei principi internazionali -> società che redigono il bilancio in forma abbreviata (società che accendono ad una normativa sempli cata per la redazione del bilancio d’esercizio); Compresenza di diversi modelli normativi Allo stato attuale in Italia sono compresenti modelli normativi diversi, ognuno applicabile a diverse tipologie di aziende: 1. società quotate -> bilancio ordinario, principi IAS/IFRS; 2. società non quotate -> bilancio ordinario, D. Lgs. 139/2015; 3. società di minori dimensioni -> bilancio in forma abbreviata, norme ante D.Lgs 139/2015; Principali criticità nella transizione agli IAS/IFRS Le regole che sono state recepite dall’unione europea sono le regole applicative che disciplinano gli schemi di bilancio e i criteri di valutazione delle poste (singoli IAS/IFRS); non sono state recepite le nalità attribuite al bilancio di esercizio e i principi generali (framework). Le imprese che devono applicare i principi contabili internazionali valutano le poste seguendo lo IASB (fair value e costo storico retti cato) ma prendono dai principi contabili italiani i destinatari privilegiati delle informazioni (creditori sociali), i ni del bilancio (reddito realizzato) e i principi generali di redazione (prudenza) -> fair value non coerente con la tutela dei creditori sociali e con la prudenza, quindi non coerente con il reddito realizzato. RICHIAMO MODELLO DI BILANCIO NAZIONALE Riferimenti normativi A partire dall’esercizio 2016, la disciplina del bilancio di esercizio destinata a pubblicazione è stata novellata con il D.Lgs 139/2015 che recepisce la Dir. 2013/34. -> è necessario prestare attenzione alla comparabilità dei bilanci qualora si vogliano e ettuare analisi di serie storiche di dati economico- nanziari (es. analisi di bilancio) riferite a periodo a cavallo della riforma. 3  ff fi fi fi fi fi fi Il modello del bilancio nazionale Il modello è organizzato secondo un ordine gerarchico (da generale a speci co): 1. clausola generale art 2423 cc -> obbiettivo del bilancio di esercizio: fornire rappresentazione chiara, veritiera e corretta della situazione patrimoniale, nanziaria, economica. Ha carattere sovra-ordinato (tutte le norme del bilancio derivano da questa disposizione) ha valenza integrativa (se le informazioni da fornire non sono su cienti per fornire un quadro fedele, il redattore del bilancio può fornire ulteriori informazioni rispetto a quelle obbligatoriamente chieste) e derogatoria (se una norma successiva è in contrasto con il quadro fedele, allora quella norma deve essere disapplicata); 2. principi generali di redazione art 2424 bis cc -> prudenza, continuità di funzionamento, prevalenza della sostanza sulla forma, competenza economica, continuità dei criteri di valutazione; 3. criteri di valutazione art 2426 cc -> costo storico retti cato e applicazione in via residuale di altri criteri; E schemi di bilancio -> SP, CE, rendiconto nanziario, nota integrativa; Gli schemi di bilancio Vige l’obbligo di rappresentazione delle voci secondo gli schemi previsti dagli articoli 2424 e 2425 cc (“separatamente e nell’ordine indicato”). Gli schemi di Stato patrimoniale e Conto economico sono obbligatori e rigidi (per agevolare la comparabilità nel tempo e nello spazio): ogni posta ha una sua collocazione speci ca; la sequenza delle voci non può essere modi cata; L’art 2423 ter cc introduce alcune regole che permettono di rendere più essibili le strutture di bilancio per poterle adattare a particolari situazioni aziendali -> suddivisione, raggruppamento, aggiunta, adattamento. -> lo stato patrimoniale: espone la composizione quali- quantitativa del patrimonio aziendale alla data di riferimento, l’art. 2424 cc prevede uno schema a sezioni divise (a sinistra le attività e a destra le passività e il patrimonio netto). -> il conto economico: descrive come si è formato il reddito del periodo, l’art 2425 cc prevede uno schema in forma scalare con classi cazione delle voci per natura economica. I criteri di valutazione Il criterio del costo storico è il criterio assunto a riferimento dal legislatore per la valutazione delle poste di bilancio (art. 2426). La ragione di tale scelta è molteplice: il costo esprime il valore funzionale degli elementi patrimoniali attivi; il costo storico rappresenta, in genere, un valore determinabile in modo obiettivo ed oggettivo; in presenza di un andamento crescente dei prezzi, la valutazione a costo storico permette di rispettare il principio generale della prudenza; 4  ffi fi fi fi fi fi fi fi fl Ci sono altri criteri di valutazione oltre al costo storico: costo ammortizzato -> per i titoli immobilizzati, i crediti e i debiti (per i crediti è prevista la possibilità di derogare all’applicazione di tale criterio e valutare al valore di presunto realizzo); metodo del patrimonio netto -> per le partecipazioni durevoli in controllate e collegate (facoltà di deroga al criterio del costo); stato di avanzamento dei lavori -> per i lavori in corso su ordinazione (facoltà di deroga al criterio del costo); valutazione al fair value di alcuni strumenti nanziari -> con attribuzione a conto economico delle variazioni del fair value; IL MODELLO DI BILANCIO DELLO IASB Lo IASB è un organismo non-pro t privato e indipendente formato da membri provenienti da paesi diversi (rappresentanti della professione contabile, analisti nanziari, accademici, imprenditori) che gode della massima autonomia nella statuizione dei principi contabili. Costituito nel 1973 come IASC, è stato ristrutturato nel 2001: il vecchio IASC è stato sostituito dalla IFRS Foundation; lo IASB è il “braccio operativo” di cui la Foundation si serve per statuire i principi contabili. Lo IASB ha adottato i precedenti IAS (International Accounting Standards) emanati dallo IASC ed emana nuovi principi contabili sotto il nome di IFRS (International Financial Reporting Standards). 24/09/24 Quadro introduttivo Le norme per la redazione del bilancio IASB sono contenute in documenti diversi, continuamente soggetti a un procedimento di revisione e aggiornamento: 1. clausola generale -> conceptual framework for nancial reporting; 2. principi generali di redazione -> conceptual framework for nancial reporting; 3. principi applicativi: -criteri di valutazione delle poste -> speci ci IAS/IFRS; -schemi di bilancio -> IAS 1 “Presentation of nancial statement” e IAS 7 “Statement of Cash Flows”; Il framework È un documento che de nisce il quadro sistematico per la preparazione e la presentazione del bilancio destinato a presentazione, è stato oggetto di un percorso evolutivo che ha modi cato i contenuti nel corso del tempo (dal 1989 da IASB e FASB, dal 2012 solo IASB -> framework nato nel 2018 e applicabile dal 2020). Non essendo un principio, non è stato recepito dal legislatore europeo (solo principi contabili vengono recepiti). Paragrafo 1.2 -> il framework de nisce gli obiettivi e l’oggetto del bilancio di esercizio destinato a pubblicazione che sono quelli di fornire informazioni nanziarie dell’entità che sta rendicontando che siano utili agli investitori attuali e potenziali, ai nanziatori e agli altri creditori per assumere decisioni con riferimento al fornire risorse all’entità. Paragrafo 1.3 -> Le decisioni descritte al paragrafo precedente (informazioni che deve fornire il bilancio) dipendono essenzialmente dai ritorni che gli investitori si aspettano. Tutti i destinatari privilegiati, e in particolare le loro attese di ritorno, sono basate sull’ammontare, la tempistica e l’incertezza dei futuri ussi di cassa netti in entrata. 5  fi fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi fi fi Paragrafo 1.12 -> I bilanci servono per fornire informazioni sulla posizione nanziaria di un'entità che redige il bilancio, che costituisce un’informazione sulle risorse economiche dell’entità e sulle pretese nei confronti della stessa soggetto segnalante. Paragrafo 1.13 -> Tali informazioni possono aiutare gli utenti a valutare l’entità del reporting liquidità e solvibilità, le sue esigenze di nanziamenti aggiuntivi e come è probabile che si riesca ad ottenere tale nanziamento. Informazioni sulle priorità e sui requisiti di pagamento esistenti e dichiarazioni aiutano gli utenti a prevedere come saranno i futuri ussi di cassa distribuiti tra coloro che hanno un credito nei confronti dell’entità segnalante. Quindi il bilancio ISAB fornisce informazioni di stampo nanziario. Principi di redazione Il framework articola su tre livelli gerarchici i principi generali di redazione del bilancio: 1. assunzioni di base -> ipotesi che stanno alla base della compilazione del bilancio; 2. caratteristiche qualitative fondamentali -> sono le caratteristiche che le informazioni di bilancio devono possedere per essere capaci di fornire informazioni utili a ni decisionali; 3. caratteristiche qualitative migliorative -> caratteristiche che permettono di aumentare l’utilità a ni decisionali delle informazioni fornite dal bilancio; Quindi a livello gerarchico avremo: 1. clausola generale -> fornire informazioni utili ai ni decisionali sulla capacità dell’impresa di generare futuri ussi di cassa; 2. -assunzioni di base -> continuità di funzionamento e competenza economica; -caratteristiche qualitative fondamentali -> signi catività/rilevanza e rappresentazione fedele (per noi nella clausola generale); -caratteristiche qualitative migliorative -> comparabilità, veri cabilità, tempestività e comprensibilità; 3. -criteri di valutazione; -schemi di bilancio; -> continuità di funzionamento: il bilancio è normalmente redatto sul presupposto che un’entità sia in funzionamento e continuerà a esistere funzionamento per il prossimo futuro. Si presuppone quindi che l'entità non ha né l'intenzione né la necessità di entrare in liquidazione o cessare l'attività. Se tale intenzione o necessità esiste, il piano nanziario le dichiarazioni potrebbero dover essere preparate su una base diversa. -> competenza economica: la contabilità per competenza descrive gli e etti delle transazioni e altri eventi e circostanze nei periodi in cui quelli si veri cano e etti, anche se i conseguenti incassi e pagamenti veri carsi in un periodo diverso. Questo fornisce una base migliore per valutare i risultati passati e futuri dell’entità rispetto alle informazioni esclusivamente sugli incassi e sui pagamenti e ettuati durante tale periodo. -> signi catività/rilevanza: le informazioni nanziarie rilevanti sono in grado di fare la di erenza le decisioni prese dagli utenti. L’informazione nanziaria è in grado di fare una di erenza nelle decisioni se ha valore predittivo, valore di conferma o entrambi. Le informazioni nanziarie hanno valore predittivo se possono essere utilizzate come strumento di informazione per prevedere i risultati futuri. Le informazioni nanziarie hanno carattere confermativo valore se fornisce feedback su valutazioni precedenti. 6  ff ff fi fi fi fi fl fi fi fl fi ff fi fi fi fi fi fi fi fi ff fi ff fi La materialità è un aspetto speci co della rilevanza -> le informazioni sono rilevanti se ometterle in modo errato o oscurarle potrebbe essere ragionevolmente prevedibile che in uenzi le decisioni. La materialità è basata su sulla natura o sulla grandezza, o su entrambi, degli elementi a cui si riferiscono le informazioni. -> rappresentazione fedele: per essere utili, le informazioni nanziarie non devono solo rappresentare fenomeni rilevanti, ma devono anche rappresentarli fedelmente -> sostanza dei fenomeni che intende rappresentare. In molte circostanze, la sostanza di un fenomeno economico e la sua forma giuridica coincidono, se non sono lo stesso, fornire informazioni solo sulla forma giuridica non sarebbe rappresentare fedelmente il fenomeno economico. Una rappresentazione, per essere perfettamente fedele deve avere tre caratteristiche: completa, neutra e priva di errori. Una descrizione completa include tutte le informazioni necessarie all'utente per comprendere il fenomeno rappresentato, compresi tutte le descrizioni e spiegazioni necessarie. Una rappresentazione neutra è senza pregiudizi nella selezione o presentazione delle informazioni nanziarie. La neutralità è sorretta dall'esercizio della prudenza. La prudenza è l'esercizio della cautela quando si esprimono giudizi in merito a condizioni di incertezza; l'esercizio della prudenza signi ca che le attività e il reddito non sono sopravvalutati, così come le passività e le spese non sono sottovalutati. Allo stesso modo, l’esercizio della prudenza non consente la sottovalutazione del patrimonio o del reddito o del sopravvalutazione di passività o spese. L’esercizio della prudenza non implica la necessità di asimmetria, per esempio, un bisogno sistematico di prove più convincenti supportare la rilevazione di attività o proventi rispetto alla rilevazione di passività o spese. Tale asimmetria non è qualitativa caratteristica delle informazioni nanziarie utili. Esente da errori signi ca che non sono presenti errori o omissioni nella descrizione del fenomeno e del processo utilizzato per produrre le informazioni riportate. -> comparabilità: le informazioni su un'entità segnalante sono più utili se possono essere comparate a informazioni simili su altre entità e con informazioni simili sulla stessa entità per un altro periodo o un'altra data. La comparabilità è la caratteristica qualitativa che consente agli utenti di identi care e comprendere somiglianze e di erenze. -> consistenza: sebbene legato alla comparabilità, non è la stessa cosa; la coerenza si riferisce all'uso degli stessi metodi per il stesse voci, da un periodo all'altro all'interno di un'entità che redige il bilancio oppure in un unico periodo tra le entità. L'obiettivo è la comparabilità, la consistenza aiuta a raggiungere questo obiettivo. -> veri cabilità: signi ca che diversi osservatori informati e indipendenti potrebbero raggiungere un consenso, anche se non necessariamente completo accordo, che una particolare rappresentazione è una rappresentazione fedele. Non è necessario che le informazioni quanti cate siano una stima puntuale veri cabile. Una gamma di importi possibili e le relative probabilità possono essere anche veri cato. 7  fl fi fi fi fi ff fi fi fi fi fi fi fi fi -> tempestività: signi ca dare informazioni ai decisori in tempo da per poter in uenzare le loro decisioni. -> comprensibilità: classi care, caratterizzare e presentare le informazioni in modo chiaro e rende il bilancio comprensibile. I bilanci sono preparati per gli utenti che hanno un ragionevole conoscenza delle attività aziendali ed economiche. A volte, anche gli utenti non ben informati potrebbero aver bisogno dell'aiuto di un consulente. Criteri di valutazione delle poste Il Framework dello IASB ammette diversi criteri di valutazione delle poste di bilancio: costo storico; costo corrente; valore di realizzo; fair value; Il Framework non identi ca un criterio di valutazione preferibile rispetto agli altri, si limita a constatare: “le informazioni fornite da una base di misurazione devono essere utili a utilizzatori del bilancio. Per raggiungere questo obiettivo, le informazioni devono essere rilevanti e devono rappresentare fedelmente ciò che intende rappresentare. Inoltre, le informazioni fornite dovrebbero essere, per quanto possibile, comparabili, veri cabili, tempestivi e comprensibili”. Sebbene il Framework IASB ammetta diversi criteri di valutazione delle poste di bilancio, il modello IAS/IFRS si caratterizza per un approccio mark to market -> dato che l’obiettivo del bilancio è fornire informazioni utili per valutare la futura capacità dell’azienda di produrre “future net cash in ows”, la valutazione delle poste di bilancio fa ricorso a criteri basati sui valori di mercato in quanto essi esprimono valori “aggiornati” capaci di ri ettere meglio le condizioni esistenti al momento della valutazione (tra di essi c’è il fair value). IFRS 13: valutazione del fair value -> fair value in senso letterale: -> corretto, giusto, equo, non fuorviante, neutrale, privo di distorsioni. -> fair value in senso sostanziale: in grado di fornire ai destinatari del bilancio informazioni imparziali sul successo di un'impresa e sulla sua situazione. 30/09/24 IFRS 13 -> de nizione di cosa si intende per fair value: è il prezzo che si sarebbe ricevuto nella vendita di un’attività o la somma da pagare per trasferire una passività in una normale transazione tra operatori di mercato alla data in cui la suddetta attività o passività è oggetto di valutazione. Normalmente la data di valutazione è la chiusura del periodo amministrativo, l’utilizzo del condizionale ha portato molti autori di parlare di una “contabilità del se” (what if accounting). Le valutazioni basate sul fair value danno vita a delle valutazione su degli exit price (prezzi di uscita) -> valore se avessi venduto l’attività o estinto la passività. Viene fatto un riferimento al mercato (normale transizione tra operatori di mercato) -> “normale” vuol dire che gli operatori che intervengono non devono avere dei vantaggi reciproci disallineati (devono avere lo stesso potere contrattuale), nella realtà non è molto frequente; il mercato preso a riferimento è attivo (sul quale c’è un elevato numero di operatori che e ettuano un elevato numero di negoziazioni di beni con le stesse caratteristiche di quello che dobbiamo valutare o con caratteristiche molto simili). 8  fi ff fi fi fi fl fl fi fl Lo IASB ha codi cato un insieme di regole che disciplinano la quanti cazione del fair value, i criteri proposti per la quanti cazione sono 3 (tendono a discostarsi dal concetto di fair value): 1. market approc -> viene usata l’informazione sui prezzi desumibili dalle transazioni di mercato di attività o passività identiche a quelle che devo valutare (diretta conseguenza della de nizione); 2. income approc -> si basa su dei processi di attualizzazione dei ussi di cassa o dei ussi di reddito riconducibili all’attività o alla passività che sto valutando (metodo più complesso perché aumentano gli oggetti di stima: tasso di interesse, determinazione dei ussi di cassa e di reddito); 3. cost approc -> l’obbiettivo è quello di stimare la somma di denaro necessaria per rimpiazzare l’attività (richiama il costo di sostituzione); L’IFRS 13 disciplina anche la gerarchia del fair value -> il redattore del bilancio deve fornire tutte le informazioni (in una nota simil integrativa) in merito all’attendibilità dei dati utilizzati per il calcolo del fair value. Va immaginato un punteggio su tre livelli: 1. primo livello -> migliore situazione possibile sarebbe quella di fare le valutazioni sulla base del market approc; 2. secondo livello -> ipotesi in cui abbia utilizzato i prezzi di mercato (mercati attivi) di attività o passività simili (non identiche) - caso in cui riesco a trovare un prezzo per attività o passività identiche ma negoziate su mercati non attivi (non ci sono tanti operatori e tante operazioni, quindi sorge un rischio che le negoziazioni non siano normali) - caso in cui le informazioni non hanno a che fare con i prezzi ma si possono approssimare sulla base di tecniche di nanza aziendale (i dati sono veri cabili e oggettivi); 3. terzo livello -> basa la valutazione del fair value su delle informazioni interne all’azienda (non ci sono agganci al mercato, risultati meno attendibili); È sbagliato concludere che nel modello di bilancio IASB il fair value è l’unico metodo di valutazione delle poste -> è il più coerente con l’impasto concettuale di fondo. Rappresentazione delle poste nel documento di bilancio Prendiamo in considerazione il principio contabile internazionale IAS 1 (presentazione del bilancio) e IAS 7 (rendiconto nanziario). IAS 1 È un documento formato da più prospetti che sono in parte uguali rispetto ai nostri e in parte ci sono cose diverse, nel modello di bilancio IASB ci sono: il prospetto della situazione patrimoniale/ nanziaria (=stato patrimoniale), il prospetto del conto economico, note al bilancio (=nota integrativa), rendiconto nanziario e il prospetto delle variazioni del patrimonio netto (da noi non è un documento autonomo, è nella nota integrativa). 9 fl  fl fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi Prospetto della situazione patrimoniale e nanziaria -> avremo informazioni su attività, passività e patrimonio netto. Le attività (assets) sono dei diritti attuali che hanno il potenziale di produrre bene ci economici (futuri) controllate dall’impresa per e etto di eventi passati -> mette in evidenza 3 punti centrali (se ne manca anche solo uno avremo una risorsa): esistenza di un diritto attuale -> attuale inteso come alla data di bilancio, il diritto si può concretizzare in due casi: -diritti che implicano obbligazioni di terzi a favore dell’impresa -> diritto a ricevere denaro (credito), diritti a ricevere beni o servizi (anticipi); -diritti che non implicano obbligazioni di terzi a favore dell’impresa -> diritti di proprietà, diritto di utilizzo del valore residuo di un bene (leasing), diritto di utilizzo della proprietà intellettuale (brevetti). Ad esempio: le fatture da emettere rappresentano un diritto attuale; un fabbricato coperto da una polizza operativa coperto da incendi e il magazzino prende fuoco, non con gura un diritto attuale perché manca la perizia; potenziale di un bene co economico futuro -> capacità dell’elemento di generare ussi economici futuri, che si traducono in maggior entrate future o in minori uscite future. Essendo potenziali, i bene ci economici, hanno un certo grado di probabilità di manifestarsi e per quanti carli bisogna ricorrere a delle stime che condizioneranno l’iscrivibilità in bilancio (ci saranno casi in cui avremo un’attività non iscrivibile a bilancio); controllo -> un’impresa controlla risorsa economica quando ha la capacità di utilizzare tale risorsa e ottenere bene ci economici che essa è in grado di produrre. Il controllo può essere legale (diritto di proprietà) o di fatto (leasing nanziario), il controllo implica che l’impresa sia in grado di impedire a terzi di bene ciare dell’utilizzo della risorsa e che l’impresa sia titolare dei rischi di deperimento legati al bene (nel caso del leasing nanziario l’impresa si accolla i rischi di obsolescenza); 01/10/24 Le passività (liabilities) sono delle obbligazioni attuali dell’impresa di trasferire una risorsa economica a seguito di eventi passati; i requisiti fondamentali per identi care una passività sono: obbligazione attuale -> è un dovere o una responsabilità verso i terzi che l’impresa ha alla data di bilancio e che non può evitare; l’obbligazione può derivare da: -un contratto, una norma di legge o equivalente (obbligazione legale); -un impegno assunto su base volontaria, prassi passate, politiche aziendali o equivalenti in virtù delle quali si è creata un’attesa in capo a terzi (obbligazione implicita); trasferire una risorsa economica -> l’obbligazione attuale deve avere ad oggetto il trasferimento futuro di risorse economiche (denaro, consegnare beni, erogare servizi); il trasferimento di risorse produce maggiori uscite future o minori entrate future (il trasferimento può veri carsi con un diverso grado di probabilità e l’ammontare delle risorse da trasferire può essere oggetto di stime -> condizioneranno l’iscrivibilità della posta nel passivo dello stato patrimoniale); eventi passati -> l’evento generatore dell’obbligazione deve essersi prodotto alla data di chiusura dell’esercizio. Per e etto di tali operazioni, l’impresa ha già ottenuto un bene cio economico e in contropartita dovrà trasferire risorse economiche che altrimenti non avrebbe dovuto trasferire; 10 fl fi  fi fi fi fi fi ff fi fi ff fi fi fi fi fi Il capitale netto (equity) è quello che resta dell’attività dell’impresa dopo aver dedotto tutte le sue passività. Lo IAS 1 non de nisce uno schema di riferimento per il prospetto della situazione patrimoniale- nanziaria ma solo il suo contenuto minimo: Criteri di valutazione delle poste Lo IAS 1 prevede due possibili criteri di classi cazione (per aggirare o distinguere) delle poste iscritte nel prospetto della situazione patrimoniale- nanziaria; tra i due criteri va adottato quello che permette di ottenere informazioni maggiormente rilevanti. -> a prescindere dal criterio che viene scelto, nello SP va data separata indicazione delle poste a breve da quelle a medio/lungo termine (entro/oltre 12 mesi). -> è possibile applicare un criterio misto e presentare alcune attività e passività adottando una classi cazione corrente/non corrente e altre in ordine di liquidità quando ciò fornisce informazioni attendibili e rilevanti. 1) Criterio corrente/non corrente -> il prospetto della situazione patrimoniale- nanziaria deve presentare distintamente le attività correnti e non correnti e le passività correnti e non correnti in base al ciclo operativo tipico dell’azienda (non entro o oltre 12 mesi). Questo criterio viene scelto quando le informazioni ottenute sono più rilevanti di quelle ottenute adottando l’altro criterio e quando si può stabilire in modo attendibile la durata del ciclo operativo. Il ciclo operativo di un’entità è il tempo che intercorre tra l’acquisizione di beni per il processo produttivo (fattori produttivi) e la loro realizzazione in disponibilità liquide o mezzi equivalenti (incasso degli eventuali crediti derivanti dalla vendita). Quando la durata non è chiaramente identi cabile si suppone che sia 12 mesi, così facendo, lo IAS 1 ci sposta sul secondo criterio. 2) Criterio della liquidità -> il prospetto della situazione patrimoniale- nanziaria può presentare le poste secondo il loro grado di liquidità. Ad esempio: per gli istituti nanziari, una presentazione di un attività o una passività in ordine crescente o decrescente di liquidità fornisce informazioni che sono più rilevanti di una presentazione corrente/non corrente perché l’entità non fornisce beni o servizi entro un ciclo operativo chiaramente identi cabile. 11  fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi Un’attività deve essere classi cata come corrente quando soddisfa i seguenti criteri (tutte le altre attività andranno classi cate come non correnti): si prevede che sia realizzata durante il normale ciclo operativo; è posseduta principalmente per essere negoziata; si prevede che si realizzi entro 12 mesi dalla data del bilancio; si tratta di disponibilità liquide o mezzi equivalenti; Una passività deve essere classi cata come corrente quando soddisfa i seguenti criteri (tutte le altre passività andranno classi cate come non correnti): si prevede che sia estinta durante il normale ciclo operativo; è posseduta principalmente per essere negoziata; si prevede che venga estinta entro 12 mesi dalla data del bilancio; non è possibile posticipare l’estinzione per un periodo superiore a 12 mesi dalla chiusura dell’esercizio; Nel corso del tempo si sono di usi alcuni modelli di prospetti della situazione patrimoniale- nanziaria, uno dei tanti modelli seguiti dalle imprese è: -> le casistiche che non sono presenti possono essere aggiunte (es: crediti verso soci per versamenti.., ratei e risconti, fondo TFR). -> il modello di bilancio IASB è basato su una logica del sistema patrimoniale, dove molto spesso il problema della competenza economica viene risolto senza l’utilizzo dei ratei e risconti. -> gli investimenti immobiliari fanno riferimento ad investimenti di natura accessoria, quindi non strumentali (conta la destinazione d’uso del bene). -> attività non correnti classi cate come possedute per la vendita: immobilizzazioni che verranno dismesse/ sostituite (vendute). Prospetto del conto economico -> comprende i ricavi, i costi secondo il framework del 2018: i ricavi sono incrementi nelle attività o decrementi di passività che si concretizzano in incrementi del PN diversi dagli apporti eseguiti dai portatori del capitale; i costi sono dei decrementi di attività o incrementi di passività che si concretizzano in decrementi nel PN diversi dalle distribuzioni (rimborsi e dividendi) a favore dei portatori di capitale. Comprehensive income -> le de nizioni ampie di ricavo e costo permettono di contabilizzare un total comprehensive income, ovvero un reddito d’esercizio che include: utili/perdite realizzati per e etto di scambi (pro t or loss); utili/perdite non ancora realizzate ma di competenza dell’esercizio e determinabile con attendibilità (other comprehensive income); 12  fi fi ff fi fi fi fi ff fi fi 07/10/24 Il conto economico costituisce un documento unico; tuttavia le poste in esso accolte possono essere rappresentate, a discrezione del redattore del bilancio, attraverso: prospetto unico -> in questo caso il conto economico presenta due parti: la prima parte (pro t or loss section) che accoglie i conti di costi e ricavi dalla cui somma deriva il risultato di periodo; la seconda (other comprehensive income section) che evidenzia gli altri componenti di reddito (rilevanti in contropartita con il PN); due prospetti separati -> il primo (statement of pro t and loss) che accoglie i conti di costi e ricavi dalla cui somma deriva il risultato di periodo; il secondo (statement of other comprehensive income) che parte dal risultato prodotto e considera gli altri elementi di reddito; Lo IAS 1 de nisce il contenuto minimo del conto economico: -> la prima parte si riferisce al contenuto minimo della prima sezione (o primo statement) -> la seconda parte corrisponde alla seconda sezione (o secondo statement) Lo IAS 1 disciplina anche il criterio di classi cazione dei costi, che vengono classi cati tassativamente per uno di questi due criteri: per natura -> all’interno dello schema di CE, i costi vengono distinti sulla base della causa economica che li ha generati (costi per materie prime, per servizi, per personale, oneri nanziari, oneri tributari); -> (anche merci), utilizzati vuol dire rimanenza iniziale + costo d’acquisito - rimanenza nale per destinazione -> i costi vengono raggruppati sulla base di un criterio funzionale, riferiti alla stessa funzione aziendale o al centro di responsabilità (costi di produzione, commerciali, amministrativi); -> CDV = rimanenza iniziale + costo d’acquisito - rimanenza nale 13  fi fi fi fi fi fi fi fi Le altre componenti del reddito che concorrono alla formazione del reddito complessivo possono essere rappresentate: in un prospetto indipendente (Statement of comprehensive income) o in una sezione del CE complessivo (Other comprehensive income section). La struttura è simile in entrambi i casi: Riassunto modello di bilancio IASB: Sono stati recepiti le regole applicative che disciplinano gli schemi di bilancio e i criteri di valutazione delle poste; non sono stati recepiti le nalità attribuite al bilancio di esercizio e i principi generali. IAS 16 - IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI Richiamo alle normative nazionali Le immobilizzazioni materiali sono beni tangibili di uso durevole costituenti parte dell’organizzazione permanente della società, la cui utilità economica si estende oltre i limiti dell’esercizio. Il riferirsi a fattori e condizioni durature non è una caratteristica intrinseca ai beni come tali, bensì alla loro destinazione (es: gli automezzi, per una concessionaria, non sono immobilizzazioni). Esse sono normalmente impiegate come strumenti di produzione di reddito della gestione caratteristica e non sono, quindi, destinate alla vendita, ne alla trasformazione per l’ottenimento di prodotti della società. Le immobilizzazioni sono iscritte al netto del fondo ammortamento e di eventuali svalutazioni per perdita durevole di valore; generalmente si iscrivono a bilancio quando avviene il passaggio del titolo di proprietà o la costruzione interna è ultimata e il bene è pronto per l’uso. De nizione secondo IAS 16 -> le immobilizzazioni sono beni tangibili, strumentali (destinati ad essere utilizzati nella produzione o nella fornitura di beni o servizi) e durevoli (utilizzabili per più esercizi). 14  fi fi Iscrizione in bilancio -> quando rispondono alla de nizione di attività e ne soddisfano le condizioni di iscrizione in bilancio, le immobilizzazioni materiali vanno iscritte in bilancio fra le attività non correnti nel prospetto della situazione patrimoniale- nanziaria. Valutazione iniziale (valore che viene dato al cespite nel momento in cui viene acquisto e quindi segnato in contabilità) -> al momento dell’acquisizione, le immobilizzazioni materiali vengono quanti cate al costo. Le componenti che compongono il costo dipendono dalla modalità di acquisizione: acquisto a titolo oneroso da terzi -> prezzo di acquisto al netto di sconti e abbuoni + oneri accessori (dazi, costi di trasporto, costo del personale interno sostenuto per rendere utilizzabile il bene) + costi di rimozione/boni ca (nel caso in cui sussista in capo all’impresa l’obbligo di smantellare, ammesso che l’importo sia attendibilmente stimabile e rilevato come accantonamento (fondo)…non molto attendibile); produzione interna (in economia) -> manodopera diretta + materiali direttamente utilizzati + quota dei costi indiretti (dei fattori utilizzati nella produzione) + oneri nanziari (relativi al periodo di fabbricazione su finanziamenti speci ci al netto di eventuali proventi ottenuti dal temporaneo investimento dei mezzi nanziari) + costi di rimozione/ boni ca (nel caso in cui sussista in capo all’impresa l’obbligo di smantellare, ammesso che l’importo sia attendibilmente stimabile e rilevato come accantonamento (fondo)… non molto attendibile); 08/10/24 Modalità particolari di acquisizione a titolo oneroso di un fattore produttivo pluriennale possono essere (la modalità di quanti cazione del valore iniziale dipende dal tipo di acquisizione): il leasing; la permuta; l’acquisizione con contributi pubblici in conto capitale; Permuta -> un bene viene acquistato in cambio di una o più attività non monetarie o una combinazione di attività monetarie e non. Il valore di iscrizione in bilancio dipende delle nalità della permuta: con nalità commerciale -> quando per e etto della permuta si modi ca il valore speci co dell’attività scambiata, cambia il valore attuale dei ussi nanziari prodotti grazie al nuovo bene. Il valore del bene ricevuto in permuta viene iscritto in contabilità al fair value; a CE va evidenziata l’eventuale plus o minus valenza (calcolata come di erenza tra fair value e valore netto contabile del bene dato in permuta); con nalità di sostituzione -> il bene ricevuto in permuta concorre alla produzione nello stesso modo in cui contribuiva il bene ceduto. Il valore del bene ricevuto in permuta viene iscritto in contabilità al valore netto contabile del bene ceduto in permuta, maggiorato dell’eventuale conguaglio in denaro; 15 fi  ff fi fi fi fi fi fi ff fi fi fi fi fl fi fi fi fi Esempio permuta: -costo storico impianto ceduto: 300€ -fondo ammortamento: 190€ -fair value impianto ceduto: 160€ -fair value impianto ricevuto: 330€ Con nalità commerciale: -> plusvalenza=fair value - valore netto contabile Con nalità di sostituzione: -> non si rileva la plusvalenza -> conguaglio in denaro -> valore netto contabile bene ceduto+conguaglio in denaro Acquisizione con contributi pubblici in conto capitale -> trasferimenti di risorse e ettuati da enti pubblici allo scopo di incentivare le imprese ad e ettuare determinate tipologie di investimenti. Ci sono due metodi alternativi di contabilizzazione (risultato diverso per l’analisi di bilancio): metodo del ricavo di erito -> il bene viene iscritto tra le attività non correnti al suo costo di acquisto o di produzione. Il contributo è iscritto tra le passività (risconto passivo), va ripartito nel tempo in modo sistematico durante il periodo di utilizzo dell’attività e imputato pro-quota tra i proventi nel CE (per contrapporsi agli ammortamenti del cespite); metodo della riduzione del costo del cespite -> il bene è iscritto tra le attività non correnti al netto del contributo. Il contributo non appare in bilancio ma concorre direttamente alla formazione del reddito attraverso i minori ammortamenti (meno ricco a livello informativo); 16  ff fi fi ff ff Esempio acquisizione con contributi pubblici in conto capitale: In data 01/01 si acquise un impianto con un contributo pubblico in conto capitale, i dati sono: -costo acquisto impianto: 1.000€ -vita economica utile: 5 anni -ammoartamento a quote costanti -contributo: 600€ Con metodo del ricavo di erito: -quota ammortamento = 1.000/5 = 200 -> impatto in CE tra i costi -valore di iscrizione = valore originario - fondo amm = 1.000-200 = 800 -contributo -> risconto passivo = (600/5)*4 = 480 -> passivo SP -quota di competenza del contributo = 600-480=120 -> ricavi CE Con metodo della riduzione del costo del cespite: -valore iniziale = 1.000-600=400 -quota ammortamento = 400/5=80 -valore iscrizione tra le attività SP = 400-80=320 14/10/24 Valutazioni successive Al termine del primo esercizio e negli esercizi successivi no ad esaurimento della vita utile del cespite, deve essere quanti cato il valore dell’immobilizzazione materiale da iscrivere tra le attività non correnti. Tale valore può essere determinato secondo due modalità alternative (senza vincoli sulla scelta): 1. modello di valutazione del costo -> metodo di riferimento; 2. modello della rideterminazione del valore -> metodo alternativo; La scelta del modello è vincolante per tutti i cespiti che appartengono alla stessa classe. Modello del costo -> l’iscrizione in bilancio avviene al costo inizialmente determinato al momento dell’acquisizione del cespite (aumentato degli eventuali costi successivamente sostenuti che ne abbiano incrementato il valore) al netto degli ammortamenti e delle svalutazioni per perdite di valore. 17  ff fi fi -> lo IAS 16 stabilisce che l’ammortamento deve ri ettere le modalità con cui ci si aspetta che i bene ci economici futuri prodotti dal cespite vengano consumati -> va calcolata la quota di ammortamento in relazione all’utilizzo dei bene ci economici del cespite nel periodo amministrativo. Gli elementi del processo di ammortamento sono: valore da ammortizzare -> (valore originario al netto del valore residuo) valore da ripartire per competenza nel corso del tempo in relazione al consumo del bene cio economico prodotto; periodo di ammortamento -> durata della vita economica utile del cespite (durata sica, obsolescenza, deterioramento sico), il periodo di ammortamento decorre da quando il bene è pronto per essere utilizzato (si conclude nel momento in cui viene dismesso); criterio di ammortamento -> quote costanti, decrescenti, in base alle quantità prodotte; -> se un cespite si compone di più parti il cui costo è signi cativamente rilevante rispetto al costo totale del cespite stesso, si adotta l’approccio per componenti -> il costo del cespite deve essere scomposto nelle sue parti signi cative e ognuna di queste parti va ammortizzata separatamente. L’approccio per componenti può essere applicato anche nel caso in cui le parti di cui si compone un cespite non abbiano un costo signi cativo rispetto a quello totale del bene, ma presentino vite utili di erenti. -> svalutazioni per perdite di valore: il valore contabile di un cespite non può mai essere superiore al suo valore recuperabile (in tutti i sistemi contabili). Al termine di ogni esercizio è necessario veri care la presenza di segnali che indichino perdite di valore al ne di determinare il nuovo valore recuperabile (impairment test, IAS 36) -> se il valore recuperabile è inferiore al valore contabile, questo ultimo va svalutato (CE: perdita per riduzione di valore di beni strumentali) -> revisione delle quote di ammortamento. -> il valore recuperabile è il maggiore tra il valore d’uso e il fair value netto del cespite; il valore d’uso è valore attuale dei ussi di cassa netti attesi derivanti dall’utilizzo del cespite; il fair value netto è l’ammontare che si può ottenere dalla vendita del cespite al netto dei costi di dismissione/vendita. Quando il più grande tra questi due termini è comunque più basso rispetto al valore netto contabile, il cespite va svalutato. -> le svalutazioni di valore non possono essere mantenute se ne vengono meno i motivi che hanno portato ad e ettuare la svalutazione, va ripristinato il valore del cespite. Il ripristino è un aumento no al valore che esso avrebbe avuto se non fosse mai stata rilevata la svalutazione, al netto degli ammortamenti che si sarebbero determinati. Esempio con ripristino di valore: In x+4 si veri ca una ripresa di valore del cespite. Qual è il valore massimo a cui può essere iscritto? 18  fi fi fi ff ff fi fi fl fi fi fl fi fi fi fi fi -> svalutazione = valore recuperabile - valore netto contabile 600-800=-200 -> valore massimo iscrivibile = vnc se non avessi mai svalutato = costo di acquisto - 5 quote amm. di 100 = 1.000-500=500 Modello della rideterminazione del valore -> il valore del cespite da iscrivere in bilancio deve essere periodicamente rideterminato e allineato al fair value alla data della valutazione (il valore iscritto nell’attivo esprime il fair value dell’immobilizzazione). La rideteminazione del fair value deve essere eseguita a intervalli regolari, la frequenza dipende dalle oscillazioni che il fair value subisce nel tempo. Il fair value va calcolato in base a una perizia (di un consulente esterno o da un soggetto interno) che tenga conto di: parametri di mercato -> prezzi di mercato per beni aventi le medesime caratteristiche; ussi di cassa -> valore attuale dei ussi nanziari che il cespite sarà in grado di produrre; costo di sostituzione ammortizzato -> costo che si dovrebbe sostenere per acquisire un bene simile alla data della valutazione, al netto degli ammortamenti; 15/10/24 La rideterminazione del valore può produrre la necessità di incrementare o diminuire il valore del cespite precedentemente iscritto in bilancio. L’incremento di valore ha come contropartita diretta una riserva di rivalutazione che aumenta il patrimonio netto. Tale riserva verrà poi girata a utili a nuovo o: progressivamente nel corso degli esercizi successivi, per la parte recuperata attraverso i maggiori ammortamenti (amm su valore rideterminato - amm su costo originario); al momento della dismissione/cessione del cespite, per la parte residua non ancora recuperata; L’incremento di valore va invece imputato a CE se retti ca una precedente rideterminazione, imputata anch’essa a CE, che aveva abbattuto il valore del bene. La riduzione di valore va a diminuire la riserva da rivalutazione; nel caso la riserva non sia presente o non sia abbastanza capiente, essa va iscritta (per intero o per la parte eccedente la riserva) a CE -> la variazione della riserva di rivalutazione delle immobilizzazioni dovuta a variazioni del fair value va indicata anche nel CE tra le altre componenti del reddito complessivo: con segno + se la variazione è positiva; con segno – se la variazione è negativa; Nei casi in cui la riserva diventa disponibile (es. utilizzo del bene e sua alienazione), i relativi importi sono direttamente trasferiti al conto “utili a nuovo” senza dar luogo ad alcun Reclassi cation adjustment. 19 fl  fi fl fi fi Anche quando si utilizza il metodo della rideterminazione del valore, vanno applicate le logiche viste in precedenza a proposito di ammortamenti e svalutazioni per perdite di valore: ammortamenti -> il fair value va ripartito sulla residua vita utile del cespite secondo il piano di ammortamento formulato dall’azienda; ogni volta che si procede con una rideterminazione del valore, la quota di ammortamento andrà ricalcolata; svalutazioni -> in presenza di segnali che indichino perdite di valore va e ettuato l’impairment test (IAS 36) e il cespite va iscritto in bilancio al minore tra il valore netto contabile e il valore recuperabile; anche a seguito di una svalutazione, le quote di ammortamento vanno ricalcolate; Esercizio 1: All’inizio del 20X1 l’impresa acquista un impianto: costo di listino 14.000€; sconto attivo del 10%; spese di trasporto 500€; spese di installazione 900 €; spese di manutenzione ordinaria 400€; costo per l’acquisto di un componente addizionale per aumentare la capacità produttiva dell’impianto 800€; stima costi di smantellamento 200€. La vita utile dell’impianto si presume pari a 5 anni. Il valore residuo si ipotizza pari a zero. Vengono applicate quote di ammortamento costanti. La valutazione del bene, dopo la prima iscrizione al costo, è fatta in base al criterio della rideterminazione del valore (fair value). Al 31/12/20X2 il fair value dell’impianto è pari a 10.500€. Altri dati e ipotesi per costruire gli schemi di bilancio: ricavi di vendita pari a 10.000 in ogni anno; disponibilità liquide a inizio 20X1 -> 50.000. Negli anni successivi, l’importo aumenta di 10.000 ogni anno per e etto delle entrate derivanti dai ricavi di vendita; capitale sociale a inizio 20X1 -> 50.000; l’utile d’esercizio viene sempre distribuito agli azionisti per intero sotto forma di cash dividend nel corso dell’anno successivo, con conseguente riduzione delle disponibilità liquide; gli utili portati a nuovo non vengono distribuiti; Valore del cespite da iscrivere in bilancio: -> 14.000-10%+500+900+800+200 -> 10.500-9.000=1.500 Quindi nel CE avremo: 20  ff ff Nello SP invece avremo: Esercizio 2: In data 01/01/2000 l’impresa costruisce in economia un macchinario sostenendo i seguenti costi: materie prime speci che 8.000; manodopera diretta 5.000; costi di progettazione 1.000; costi di collaudo 500; oneri di riparazione di un componente danneggiato durante la costruzione 1.500; oneri nanziari su nanziamento speci co 2.000; proventi nanziari derivanti dal temporaneo reinvestimento del nanziamento speci co 500. La vita utile del macchinario è di 4 anni e il suo valore residuo è trascurabile. Vengono applicate quote di ammortamento costanti. La valutazione del bene, dopo la prima iscrizione al costo, è fatta in base al criterio della rideterminazione del valore (fair value). Il fair value del macchinario possiede valori signi cativamente di erenti da quelli contabili in data 31/12/2000 (fair value di 15.000) e in data 31/12/2002 (fair value di 2.800). Altri dati e ipotesi per costruire gli schemi di bilancio: ricavi di vendita pari a 10.000 in ogni anno; disponibilità liquide a inizio 2000: 50.000. Negli anni successivi, l’importo aumenta di 10.000 ogni anno per e etto delle entrate derivanti dai ricavi di vendita; capitale sociale a inizio 2000 -> 50.000; l’utile d’esercizio viene sempre distribuito agli azionisti per intero sotto forma di cash dividend nel corso dell’anno successivo, con conseguente riduzione delle disponibilità liquide; gli utili portati a nuovo non vengono distribuiti; Valore del cespite da iscrivere in bilancio: 21  fi fi ff fi fi fi ff fi fi fi Quindi nel CE avremo: Mentre nello SP avremo: 21/10/24 Esercizio 3: In data 31/12/20X1, la società Beta procede a rideterminare il valore relativo ad un macchinario acquistato in data 1/1/20X1 al costo di 40.000 con vita utile quinquennale. Il fair al 31/12/20X1 risulta pari a 50.000. In data 31/12/20X2, Beta registra risultati sensibilmente inferiori a quelli previsti dal budget e procede, pertanto, all’impairment test sulla base delle seguenti informazioni: valore d’uso del macchinario 22.100; fair value 37.500; costi di dismissione 15.000; vita utile residua: 3 anni. Altri dati e ipotesi per costruire gli schemi di bilancio: ricavi di vendita pari a 20.000 in ogni anno; disponibilità liquide a inizio 20X1: 50.000. Negli anni successivi, l’importo aumenta di 20.000 ogni anno per e etto delle entrate derivanti dai ricavi di vendita; capitale sociale a inizio 20X1: 50.000; l’utile d’esercizio viene sempre distribuito agli azionisti per intero sotto forma di cash dividend nel corso dell’anno successivo, con conseguente riduzione delle disponibilità liquide; gli utili portati a nuovo non vengono distribuiti; 22  ff Esercizio 4: In data 1/1/20X1, la società Beta acquista un impianto al costo di 9.000 con vita utile quinquennale. Ammortamento a quote costanti. Valore residuo trascurabile. Valutazione al costo. Al 31/12/20X2 Beta e ettua l’impairment test: valore d’uso 4.800; fair value 4.500. Al 31/12/20X3 vi sono indizi di una ripresa di valore e Beta procede nuovamente all’impairment test: valore d’uso del cespite 3.800; fair vaule 3.900. Altri dati e ipotesi per costruire gli schemi di bilancio: ricavi di vendita pari a 10.000 in ogni anno; disponibilità liquide a inizio 20X1: 50.000. Negli anni successivi, l’importo aumenta di 10.000 ogni anno per e etto delle entrate derivanti dai ricavi di vendita; capitale sociale a inizio 20X1: 50.000; l’utile d’esercizio viene sempre distribuito agli azionisti per intero sotto forma di cash dividend nel corso dell’anno successivo, con conseguente riduzione delle disponibilità liquide; 23  ff ff

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