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Anatomia Parte 3: Sistema Digerente PDF

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JollyEuclid5312

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University of Perugia

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anatomia umana sistema digerente anatomia fisiologia

Summary

Questa sezione descrive il sistema digerente, evidenziando l'importanza della cottura per l'evoluzione umana e il cervello, con la relazione tra il sistema nervoso centrale e i processi di digestione e assorbimento. Viene analizzata la struttura microscopica del tratto gastro-intestinale e la differenziazione delle sue tonache e delle loro modificazioni nelle varie regioni.

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LEZIONE 11-12-13 Visceri addominali: sistema digerente Nessun altro sistema anatomico ha una relazione così stretta con l’encefalo quanto il digerente. Cucinare è la tecnologia più importante che abbiamo sviluppato durante l’evoluzione. Ci ha permesso di sviluppare la corteccia cerebrale più di og...

LEZIONE 11-12-13 Visceri addominali: sistema digerente Nessun altro sistema anatomico ha una relazione così stretta con l’encefalo quanto il digerente. Cucinare è la tecnologia più importante che abbiamo sviluppato durante l’evoluzione. Ci ha permesso di sviluppare la corteccia cerebrale più di ogni altro essere vivente e di modernizzare il sistema digerente per il rapido assorbimento della grande quantità di elementi nutritivi che solo la cottura ci permette di unire insieme. → il saper cuocere è stato l’elemento cruciale per dare al nostro sistema nervoso l’energia necessaria per svilupparsi in modo così peculiare. Il nostro cervello è metabolicamente costoso. Rappresenta il 2-3% della massa corporea, ma utilizza il 25% dell’energia totale che consumiamo e l’energia viene dal cibo→ se ci nutriamo solo di cibi crudi, non riusciamo a rilasciare realmente energia. È stato il cuocere che ci ha permesso di diventare una specie migrante per tutti i continenti: se sai cuocere, non ti può succedere niente perché qualsiasi alimento troverai, sarai sempre in grado di trasformarlo e vivere. Il nostro cervello ha direttamente influenzato il sistema digerente: i nostri cinque del gusto ne sono una prova: DOLCE: per avere l’energia degli zuccheri UMAMI: gusto per la carne e le sue proteine →3 gusti per vivere SALATO: senza elettroliti non viviamo AMARO e ACIDO: per allontanarci dai cibi guasti o velenosi →due gusti per non morire Il sistema Nervoso Centrale risponde all’introduzione di questi gusti con una “ricompensa” data dal rilascio di numerosi neurotrasmettitori: Endorfine: senso di soddisfazione Dopamina: ci spinge a cercare un determinato cibo Serotonina: aumenta il tono dell’umore Ossitocina: crea un rapporto di fiducia con quel cibo. Es. noi siamo abituati a mangiare delle cose di una determinata marca. ➔ Caratteristiche particolari comuni delle componenti del sistema digerente Struttura microscopica: SISTEMA DI AMPLIFICAZIONE in modo tale che si abbia il massimo assorbimento dell’energia da inviare poi al sistema nervoso centrale. Sistema nervoso enterico: riguarda tutto il tratto digerente dall’esofago. Il bolo, che si forma in bocca tramite la masticazione, deve muoversi attraverso gli organi del sistema digerenti grazie alla peristalsi (→ movimento che deve avvenire per digerire il cibo, sminuzzarlo e assorbirlo). Tutti questi movimenti peristaltici dati dalla muscolatura del tratto intestinale, sono gestiti dal sistema nervoso enterico. 1 Drenaggio venoso: riguarda tutto il sistema digerente, che passa per il sistema portale. Tutto ciò che viene assorbito viene utilizzato dal nostro fegato (screening di tutto ciò che viene assorbito). Cerca di trasformare in energia alcune sostanze utili ed eliminare le sostanze tossiche o tramite le feci o tramite le urine. GENERALITÀ MICROSCOPICHE DEL NOSTRO SISTEMA DIGERENTE Il nostro sistema digerente presenta una stessa struttura di base con modifiche funzionali regionali. Tutto il tratto gastro-intestinale è caratterizzato da quattro tonache (4 strati): → Tonaca sierosa: strato più esterno, viene chiamata in alcuni casi avventizia. È caratterizzata da due strati: uno più interno di tessuto connettivo e uno più esterno caratterizzato dal peritoneo viscerale (non tutte le regioni del sistema digerente presenterà il peritoneo: stomaco non lo avrà, mentre il colon solo in alcuni tratti) → Tonaca muscolare: fatta da due strati di muscoli. Differenza= importante per la peristalsi Uno più esterno caratterizzato da fibre muscolari lisce disposte longitudinalmente. Contrazione involontario Tra le due muscolature vi è il sistema nervoso simpatico e parasimpatico che innerva Strato più interno caratterizzato da una muscolatura liscia di tipo circolare → Al di sotto dello strato muscolare liscio abbiamo ancora l’innervazione al di sotto della sottomucosa→ plesso nervoso submucosale importante per far contrarre la muscolaris mucosae → Sottomucosa: caratterizzata da tessuto connettivo lasso. → Tonaca mucosa: fatta da tre strati Strato più esterno: Muscolaris mucosae. Si contrae e si rilassa andando a modificare la dimensione del lume del nostro tratto gastro-intestinale Lamina propria Epitelio della mucosa: varia nei diversi tratti del nostro apparato digerente. All’interno del lume della mucosa vi è il nostro bolo da assorbire e successivamente da digerire. 2 Lume caratterizzato dall’esistenza dei villi. La mucosa è caratterizzata da delle increspature, dovute a sollevamenti della sottomucosa. Queste sono dovute a sollevamenti della sottomucosa che vengono a formare delle strutture denominate pliche circolari. Queste pliche circolari sono orientate trasversalmente o leggermente oblique rispetto all’asse longitudinale, e saranno diverse nei vari tratti del nostro intestino. Funzione pliche: vanno a rallentare il transito del contenuto alimentare lungo l’intestino Quindi: a livello dell’esofago non ne abbiamo in quanto non abbiamo bisogno di rallentare il cibo, ma di farlo arrivare a destinazione. A livello intestinale invece, in cui si svolge l’assorbimento ce ne saranno molte di più→ maggiore capacità di assorbimento aumentando la superficie assorbente. 3 Le tonache si modificano nei vari tratti del sistema digerente. A livello dell’esofago, ad esempio, l’epitelio non deve essere pieno di pliche in quanto questi andrebbero ad ostruire i passaggi, ma è importante, sulla mucosa, la presenza di cellule mucipare (secernenti muco), per evitare che gli acidi gastrici dello stomaco non vadano a danneggiare l’esofago. A livello dello stomaco sono presente le pliche, molte di più e sono accompagnate da ghiandole gastriche a livello della mucosa. A livello del duodeno si iniziano a vedere i villi intestinali e le cripte che caratterizzano tutto il nostro intestino. Chiaramente la forma e la quantità e la forma dei villi nel nostro intestino cambiano in tipologia e numero in base alla zona in cui ci troviamo. Villo aumenta la capacità di assorbimento dell’intestino (intestino tenue) A livello del colon non avviene più assorbimento nutrienti, ma la produzione da parte del nostro microbiota intestinale di metaboliti (attivi o tossici) e avviene il riassorbimento di acqua→ di conseguenza, il lume del colon non presenta più i villi intestinali SUPERFICIE DELLA MUCOSA La superficie della mucosa è ricoperta da villi intestinali, che sono delle estroflessioni o a forma di dito o a forma di foglia della lamina propria della mucosa. Si tratta di cellule di tipo epiteliale colonnare (enterociti) e hanno una grossa capacità assorbente di nutrienti, al contempo nelle impaginazioni dei villi abbiamo delle cellule che hanno il compito di salvaguardare il nostro intestino (→ cellule di Paneth, presentano attività immunitaria). 4 La mucosa intestinale: Si eleva a formare i villi Si invagina, si introflette, a formare anche delle cripte chiamate ghiandole del Lieberkuhn (dal nome di chi le ha scoperte) Com’è fatto il villo intestinale? CARATTERISTICHE VILLI Sono estroflessioni della lamina propria della mucosa intestinale Sono molto vascolarizzati e sono visibili appena ad occhio nudo. La presenza dei villi dà un aspetto vellutato al nostro intestino Variano in densità e in altezza Aumentano la superficie assorbente luminare di circa 8 volte rispetto alla lunghezza del nostro intestino. Epitelio del villo: è un epitelio colonnare Enterociti: capaci di assorbire sostanze nutritive. Goblet Cells: cellule mucipare, le quali secernono muco che non solo aiuta lo spostamento del chimo (il bolo che arriva a livello intestinale), ma serve anche a fluidificare tutto il nostro lume intestinale. Chilifero centrale: a livello di quest’ultimo vengono assorbiti gli acidi grassi (→noi sappiamo che attraverso il sistema linfatico, oltre a passare la linfa, passano anche gli acidi grassi. Qui la linfa infatti diventa lattescente a causa dei grassi 5 I villi in base alla zona dell’intestino in cui ci troviamo hanno caratteristiche diverse, in quanto ogni parte del nostro intestino è adibito all’assorbimento di specifiche sostante. DUODENO: primo tratto dell’intestino. Villi grandi e numerosi., che vengono definiti a foglia Sono lunghi e fogliati in quanto è il tratto in cui deriva dallo stomaco tutto il materiale ingerito, sono numerose le sostanze a dover essere assorbite→ serve una maggiore superficie assorbente. Nel passaggio dal duodeno al DIGIUNO, i villi sono sempre grandi e numerosi ma cambiano la loro struttura, che viene definita a dito lungo. Passano da fogliati a digitiformi. Nel passaggio dal digiuno all’ILEO, i villi si fanno più piccolo e scarsi perché gran parte delle sostanze nutritive sono state assorbite e tutto che può essere recuperato deve essere trasportato al nostro colon, dove avviene semplicemente l’assorbimento dell’acqua per poi l’assorbimento di feci. Villi a dito corto. DUODENO. A FOGLIA DIGIUNO: A DITO CORTO ILEO: A DITO CORTO Come sono fatte le cripte intestinali? Le cripte intestinali sono fossette che si aprono nel lume lungo tutta la superficie mucosa dell’intestino tramite piccole aperture circolari alla base dei villi. → Enterociti → cellule con attività immunitaria chiamate cellule di PANETH facilmente individuabili in quanto, in seguito ad analisi istologica, si colorano intensamente con l’eosina (→ colora tutto ciò che è acido, le cellule di Paneth contengono granuli acidofili) Le cellule di Paneth sono in grado di secernere enzimi antibatterici (lisozima), ma anche proteine con attività difensiva→ defensine ma producono anche citochine come TNF-alfa che vanno a richiamare le cellule del nostro sistema immunitario. → Cellule staminali: garantiscono integrità del nostro epitelio intestinale in quanto ne permettono la rigenerazione in caso di danneggiamento. A livello delle cripte intestinali avviene il CELL SHEDDING: differenziamento delle cellule staminali che andranno poi a distribuirsi in tutto l’epitelio; al contempo si differenziano anche in cellule di Paneth. Tutta la struttura del sistema digerente forma un enorme sistema di amplificazione interno che consente all’intestino lungo poco più di sei metri di avere una superficie maggiore di un tubo liscio di oltre 6 km VASCOLARIZZAZIONE SISTEMA DIGERENTE I vari tratti del sistema digerente vengono vascolarizzati da specifiche arterie che derivano tutte dall’aorta addominale. Quindi, a livello dell’aorta addominale abbiamo: Tronco celiaco (tripode): va a vascolarizzare lo stomaco, la milza e il fegato Arteria mesenterica superiore e inferiore: vascolarizzano tutto il nostro intestino tenue, il colon e il retto. 6 SISTEMA NERVOSO SISTEMA DIGERENTE Il sistema digerente presenta una fitta rete di neuroni autonomi che svolgono varie e importanti funzioni e che sono collegati al sistema nervoso centrale→ di fatto il nostro sistema digerente ha un proprio sistema nervoso (SISTEMA NERVOSO ENTERICO), con un numero di neuroni pari a quelli presenti nel midollo spinale. È per questo che ad oggi si parla di intestino come secondo cervello. È costituito da 500 milioni di neuroni enterici, divisi in 20 tipologie ed organizzati in microcircuiti i quali devono muovere il cibo (favorire la peristalsi), analizzare il cibo e gestire la produzione di ormoni enterici→ intensa relazione tra cervello e sistema nervoso enterico È di tipo autonomo, sia simpatico che parasimpatico. Parasimpatico= più rilevante, è fornito dal nervo vago fino alla flessura sinistra del Colon. Al di sotto della flessura sinistra del colon è fornito dai Nervi Pelvici Splancnici. I Simpatico= ha i neuroni pregangliari nel Midollo Spinale a livello delle vertebre comprese tra T5-T11. Da qui attraversano la catena simpatica e diventano nervo Grande, Piccolo Minimo Splancnico che attraversano il Diaframma per raggiungere i 3 Gangli Prevertebrali (Celiaco, Mesenterico Superiore e Inferiore), da cui parte poi il neurone postgangliare per i plessi intramurali intestinali. Dall'Intestino partono anche FIBRE SENSITIVE AFFERENTI che usano le vie autonome per raggiungere i Gangli Spinali Dorsali e i Gangli del Vago e da qui proiettare a nuclei di neuroni presenti nel Sistema Nervoso Centrale. 7 Dove ritroviamo i vari plessi del sistema nervoso enterico? Plesso subserosale: al di sotto della tonaca sierosa. Gestisce la contrazione della muscolatura longitudinale Plesso mienterico: tra i due strati di muscolatura. Gestisce la contrazione della muscolatura circolare liscia Plesso submucosale: al di sotto della muscolatura circolare e di fatto sopra alla sottomucosa. Questi sono plessi autonomi che vanno a controllare la contrazione della muscolatura liscia→ garantiscono peristalsi. ➔ PERISTALSI Ad innescarla, nel plesso mienterico, sono delle cellule particolari, chiamate CELLULE DI CAJAL (PACEMAKER). Queste si trovano a contatto con lo stomaco e l’intestino e generano delle onde lente, le quali vanno a propagarsi poi nella muscolatura liscia. !! Abbiamo due strati muscolari Quando avviene la contrazione della muscolatura liscia circolare, abbiamo il rilassamento della muscolatura longitudinale→ fa sì che avvenga il mescolamento del cibo nel nostro corpo con i succhi gastrici. La gestione della peristalsi avviene ad opera del nostro sistema nervoso enterico A livello del sistema nervoso digerente, abbiamo anche dei neuroni di tipo sensitivo: digestione passiva→ quando nello stomaco arriva il bolo, la sola presenza del cibo fa distendere il lume (non più le pliche, che saranno distese). Solo la presenza del bolo nello stomaco attiverà dei neuroni di tipo sensitivo, che a loro volta attiveranno dei neuroni eccitatori e che successivamente porteranno ad una serie di processi quale contrazione e rilassamento e contrazione. I vari tratti del nostro sistema digerente presentano varie velocità di svuotamento: 8 Il cibo deve passare velocemente→ rischio soffocamento Avviene la digestione, varia a seconda del cibo che abbiamo mangiato (cellule che riconoscono la tipologia) Cibi complessi→ più tempo Attraverso il piloro, il cibo passa nel digiuno. Qui il bolo rimane per molto tempo in quanto qui devono essere assorbiti polisaccaridi, lipidi, amminoacidi Porzione sigma dell’intestino grasso, il bolo che è diventato chimo, sosta molto in quanto abbiamo l’assorbimento delle ultime sostanze e la trasformazione delle sostanze di rifiuto in feci Le feci vengono trasferite al retto, dove sosta un periodo di tempo che varia in base alle persone. ➔ FUNZIONI SISTEMA NERVOSO ENTERICO: 1. Regola e coordina numerose attività del tratto gastrointestinale tra cui l'attività secretoria delle ghiandole, il flusso sanguigno del tratto gastrointestinale. 2. Regola i cicli di contrazione e rilassamento della muscolatura liscia (peristalsi e segmentazione). 3. Sebbene sia indipendente dal sistema nervoso centrale, riceve impulsi dai neuroni simpatici post-gangliari e parasimpatici pre-gangliari che ne modificano l’attività. →cervello: può influenzare tutte le azioni a livello intestinale andando anche a modificarne il microbiota intestinale il quale, al contempo può influenzare il nostro cervello. (se sostituiamo il microbiota intestinale di un animale malato con quello di un animale sano, si nota un miglioramento generale delle condizioni dell’animale con problematiche. Può essere applicato all’uomo?). MICROBIOTA SISTEMA DIGERENTE All’interno del lume intestinale ritroviamo una grande massa di cellule batteriche la cui importanza fisiologica è diventata sempre più rilevante per molte funzioni fisiologiche. il microbiota intestinale lo troviamo principalmente a livello del colon Il numero di batteri è pari al totale delle cellule che compongono il corpo umano Abbiamo 3.9 x 10^13 batteri nel colon. Abbiamo batteri buoni→ quelli della specie dei bifido-batteri (escherichia coli, lattobacilli). Servono a mantenere la flora del nostro intestino Batteri dannosi se superano una certa percentuale in quanto andranno a far fuori i commensali 9 Perché a livello del nostro colon sono presenti tutti questi batteri? → Hanno un’azione di natura protettiva: i nostri commensali ci proteggono dagli altri batteri → Digeriscono acidi grassi → In grado di produrre sostanze antimicrobiche → Funzione strutturale: integrano a livello dell’intestino una barriera di protezione → Supportano il nostro sistema immunitario: producono le immunoglobuline di tipo A. → Azione metabolica in quanto vanno a digerire alcune fibre, cosa che il nostro sistema digerente non è in grado di fare, e anche alcuni grassi per poi produrre metaboliti affini quali i metaboliti a catena corta degli acidi grassi (=> propionato). → Produzione di vitamine, in particolare vitamina K → Assorbimento di altre vitamine In una condizione di equilibrio abbiamo un adeguato microbiota intestinale, è stato visto che in condizioni di stress (alterazioni cognitive) si ha una condizione di disbiosi (non si sa che è la disbiosi che provoca problema cognitivi) Quindi: CONDIZIONE DI EUBIOSI: azione positiva del microbiota, che assicura il benessere del suo ospite e non è dannoso per il nostro organismo CONDIZIONE DI DISBIOSI: in seguito al sorgere di malattie, si generano alterazioni del microbiota; prevarrà l’azione dei batteri negativi, i quali produrranno metaboliti che attiveranno la risposta infiammatoria, portando alla risposta immunitaria del nostro intestino. Quali sono i fattori che portano all’alterazione del microbiota? La modalità del parto già influenza l’assetto nel microbiota intestinale del nascituro. È stato notato, infatti, che i bambini nati da parto naturale hanno un microbiota diverso rispetto ai bambini nati da parto cesareo. La modalità di allattamento del bambino (latte materno o meno) modifica il microbiota intestinale. Nell’infanzia, comunque il microbiota intestinale risulta essere molto variabile in quanto i bambini subiscono una crescita frequente e di conseguenza varia anche la dieta. Solo nell’età adulta, nella fascia 30-50 anni abbiamo un microbiota abbastanza stabile per quanto riguarda un soggetto sano. Nel momento dell’invecchiamento, invece, il microbiota torna ad essere molto variabile da soggetto a soggetto (con l’età anziana è più probabile che i soggetti iniziano a mangiare meno o in maniera diversa) Una dieta scorretta porta disbiosi, così come l’assunzione scorretta dei probiotici, additivi e conservanti alimentari, le ore di sonno giornaliere e le varie condizioni ambientali. SISTEMA PORTALE Dalla porzione inferiore dell’esofago fino a quella superiore del retto, tutti i visceri del sistema digerente non drenano il loro sangue venoso direttamente nella vena cava inferiore, ma nel SISTEMA PORTALE che, a sua volta, entra prima nel fegato e solo dopo permette al sangue di ritornare nella via cavale. → Il sangue convoglia dall'arteria mesenterica, da cui si diramano arteriole che ossigenano il nostro intestino. → A livello del tenue vengono assorbite le sostanze nutritive (in particolare nel letto capillare), il sangue sarà meno ossigenato e passerà attraverso la vena porta per arrivare al fegato. → Il sangue passa nelle venule fino alla vena cava inferiore. → Passa poi alla vena cava e torna al cuore per essere nuovamente ossigenato. 10 Il sistema portale è caratterizzato da due letti capillari uniti da una vena. Uno a livello epatico LETTI CAPILLARI Uno a livello intestinale. ➔ FUNZIONI Mantiene concentrata la presenza dei nutrienti assorbiti dal tubo digerente (in particolare a livello epatico, in cui i nutrienti sono necessari per processi biochimici) Mantiene concentrata la presenza di tossine provenienti dal microbiota in caso di disbiosi. Entrambi devono passare il filtro epatico che a sua volta: 1. Fa una prima elaborazione biochimica delle sostanze nutrienti 2. Elimina le scorie tossiche rilasciate dal microbiota ESOFAGO È un tubo lungo circa 25 cm È un organo cavo muscolare che decorre tra la faringe nel collo e lo stomaco nell'addome È costituito da tre porzioni: 1. Cervicale 2. Toracica 3. Addominale Ciascuna porzione presenta un proprio restringimento del lume: 1. Cricoideo: bocca dell’esofago 2. Aortico o bronchiale 3. Diaframmatico: a livello dello iato del diaframma 11 I restringimenti sono visibili in veduta posteriore È posizionato posteriormente rispetto alla trachea e all’arco dell’aorta, viaggia quasi parallelamente all’aorta (nella posizione toracica) ➔ STRUTTURA La struttura di base è la stessa di tutti gli organi del sistema digerente, ma con importanti modifiche funzionali nella mucosa e nella muscolare Tonaca mucosa ricoperta da tonaca sottomucosa: abbiamo diversi strati ⎯ Circolare ⎯ Longitudinale ⎯ E infine un ulteriore rivestimento costituito in parte dal peritoneo (tonaca avventizia)→ questa diventa aggrinzita quando vi è la contrazione o il rilassamento (quando l’esofago è contratto, anche la lamina propria, ossia lo strato muscolare, lo è, e di conseguenza si riduce il lume Muscolatura caratteristica: → Parte superiore esofago: muscolatura striata → Parte addominale: muscolatura liscia → Muscolatura mista Nella parte cervicale e addominale sono presenti due anelli muscolari che hanno la funzione di chiudere l’esofago quando non vi è cibo: SFINTERE SUPERIORE (UES) E INFERIORE (LES) ➔ SFINTERE SUPERIORE (UES) L'anello muscolare è dato dal Muscolo Costrittore Inferiore della Faringe: muscolatura striata ma di tipo involontario Ha 2 funzioni: 1. Prevenire l'entrata di aria nell'Esofago durante la respirazione 2. Prevenire un reflusso retrogrado di cibo dall'esofago alla faringe. Questo anello si apre a seguito del riflesso della deglutizione; a riposo è chiuso da forze elastiche ➔ SFINTERE INFERIORE (LES) Nella parete addominale, a livello dello iato diaframmatico esofageo Caratterizzato da muscolatura liscia circolare e longitudinale, dato anche dalle fibre del diaframma (per lo iato diaframmatico) Si occupa sempre di evitare i fenomeni di riflusso 12 L’anello si apre a seguito della peristalsi esofagea, che trasporta il bolo nel tubo esofageo fino ad arrivare nello stomaco. ➔ MUSCOLATURA E PERISTALSI Appena il bolo è entrato nell'esofago, lo sfintere esofageo superiore si contrae e inizia un'onda peristaltica che si propaga lungo l'esofago. Durante la fase esofagea il cibo passa nell’esofago attraverso lo sfintere superiore (UES). Nell’esofago avvengono due tipi di peristalsi: 1. Peristalsi primaria: è una continuazione dell’onda peristaltica iniziata nella faringe. Il cibo passa attraverso l’esofago e arriva allo stomaco in 4-5 secondi aiutato anche dalla forza di gravità 2. Peristalsi secondaria: interviene nel caso in cui parte del cibo di arresti nell’esofago, scatenata dalla distensione dell’organo. La contrazione tonica dello sfintere esofageo superiore genera una pressione di 40 mmHg Lo sfintere esofageo inferiore (al di sotto del diaframma, pressione positiva, 20 mmHg) si apre solo all’arrivo dell’onda di contrazione esofagea Esiste sempre una variazione di pressione che impedisce il reflusso, alla fine della gravidanza il cardias viene spostato sopra il diaframma e si ha una maggiore probabilità di reflusso. ➔ STRUTTURA MICROSCOPICA Ghiandole esofagee: a livello della sottomucosa dell’esofago Sono ghiandole mucifere che producono il muco fondamentale per il passaggio fluido del bolo. Ghiandole esofagee cardiali: nella regione vicino lo stomaco, le ghiandole sono anche nella mucosa cosi da produrre ulteriore muco e tamponare l’acidità dello stomaco. Queste non si trovano nello strato sottomucoso, ma in quello mucoso. L’epitelio dello stomaco è caratterizzato da molte ghiandole in quanto qui deve avvenire il mescolamento del cibo e la digestione → epitelio ghiandolare PARTE MUSCOLARE ESOFAGO: continua nello stomaco piegandosi verso sinistra creando così l’angolo di His Angolo di His 13 ➔ GIUNZIONE GASTROESOFAGEA L’epitelio squamoso dell’esofago cede all’epitelio colonnare del tratto gastrointestinale (→ qui inizia il cardias, ovvero la prima parte dello stomaco. NOTI CLINICHE: Problema esofageo: è localizzato in una specifica parte del petto ed è dovuto ad uno sbagliato funzionamento dello sfintere Ernia iatale -> attraverso lo iato, una parte dello stomaco risale, formando l’ernia. → Tipo 1: spostamento esofago -> stomaco risale nello iato esofageo → Tipo 2: lo stomaco risale nello iato creando l’ernia Effetti reflusso = metaplasia -> da epitelio squamoso a cilindro: l’epitelio diventa cilindrico (stadio pre- tumorale) => esofago di Barret. STOMACO È situato nei due quadranti centrali (regione epigastrica e nella regione dell’ipocondrio) È collocato tra le coste 6- 9 Il piano trans pilorico passa per una porzione dello stomaco lo stomaco è un viscere intraperitoneale Da cosa è caratterizzato? - Regione del cardia: regione con incisura del cardia che collega l’esofago allo stomaco - Fondo dello stomaco: qui si accumula il bolo - Corpo dello stomaco: caratterizzato da una curvatura piccola interna (si attacca il piccolo omento del peritoneo) e una grande curvatura esterna. - Regione pilorica: per questa regione passa il piano pilorico ed è divisa in: → Antro-pilorico → Piloro: parte che collega lo stomaco con la prima parte dell’intestino tenue (duodeno) - Nel passaggio tra il corpo e il piloro si viene a formare un angolo, l’incisura angolare: piega generata sulla piccola curvatura dello stomaco (vedere bene l’immagine per l’esame) 14 La forma dello stomaco è variabile: Stomaco ipertonico: spostato nella parte superiore dell’addome (lo ritroviamo nelle persone più robuste) Stomaco ortotonico (soggetto normo - peso) Stomaco ipotonico o atonico: spostato nella parte di sinistra dell’addome più verso il basso (soggetti più magri). ➔ MUSCOLATURA GASTRICA Per consentire la distensione gastrica, il fondo e il corpo hanno una muscolatura più sottile, e la muscolatura gastrica è organizzata in pliche. La parte più interna dello stomaco è caratterizzata da pliche gastriche (rughe): pieghe della mucosa che scompaiono per distensione dell’organo, aumentano l’area superficiale. → contrazione della muscolatura dello stomaco: la mucosa gastrica si solleva in alte creste longitudinali dette pieghe gastriche o rughe → lo stomaco si riempie di cibo e le pieghe si appiattiscono (pieghe longitudinali e cellule mucipare tali da sopportare l’acidità dello stomaco) => produzione di muco per preservare le pareti dello stomaco. Ritroviamo anche pieghe a livello del corpo o fondo dello stomaco (qui sono più strette). Durante la deglutizione si forma temporaneamente un canale gastrico tra le pieghe gastriche longitudinale della mucosa lungo la piccola curvatura. 15 Esso può essere osservato sì per via endoscopica che radiografica. Il canale gastrico si forma a causa dell’adesione della mucosa gastrica allo strato muscolare che a questo livello non possiede uno strato obliquo. La saliva e le piccole porzioni di cibo masticato e altri fluidi passano attraverso il canale gastrico verso il canale pilorico quando lo stomaco è vuoto. Le piaghe gastriche diminuiscono quando lo stomaco è pieno. ➔ MOTILITÀ GASTRICA La motilità gastrica varia in funzione del suo grado di riempimento. L'aumento della motilità gastrica si ha solo a riempimento avvenuto. Stomaco vuoto: periodici aumenti di pressione dovuti a onde di contrazione che partono dal cardias (3/min), più forti in caso di ipoglicemia (digiuno o iniezione di insulina). Stomaco pieno: contrazioni ad anello, onde peristaltiche che procedono a bassa velocità dal cardias al piloro (rimescolamento) e contrazione dell'antro pilorico che determina lo svuotamento gastrico. Le onde peristaltiche sono indotte da onde lente che originano dal pacemaker gastrico, nella grande curvatura dello stomaco (PA simile a quello cardiaco, contrazione dura 3-4 sec) Quando la prima onda di contrazione (peristaltica) arriva al piloro, spruzza un sottile getto di chimo nel duodeno attraverso lo sfintere pilorico aperto. La seconda onda, trovando lo sfintere pilorico chiuso, forza il resto del bolo indietro→ retropulsione (porta al rimescolamento del cibo con il succo gastrico e alla triturazione del cibo in piccole particelle) L’onda peristaltica fa contrarre l’antro pilorico facendo passare nel duodeno una piccola parte di chimo (liquido) e poi chiudere il piloro. La parte più solida viene rimandata indietro (retropulsione) per essere ulteriormente rimescolata. ➔ PILORO: regione sfinterica distale della porzione pilorica dello stomaco Inspessimento dello strato circolare della muscolatura liscia che controlla lo svuotamento dello stomaco nel duodeno per mezzo dell’orifizio pilorico→ il passaggio del cibo nel duodeno avviene solo se questo è stato precedentemente digerito. In posizione eretta, il piloro generalmente giace sul lato destro, la sua posizione varia dalla vertebra L2 a L4 Andando ad osservare il nostro stomaco, sia anteriormente che posteriormente, possiamo riconoscere diverse superfici che vengono chiamate con il nome dell’organo con il quale vengono in contatto Quindi abbiamo, per quanto riguarda lo stomaco anteriore: 1. Superficie epatica: lo stomaco è a stretto contatto con il fegato 2. Superficie frenica 3. Superficie epigastrica 16 Per quanto riguarda la parte posteriore: 1. Superficie splenica: abbiamo la milza 2. Superficie renale 3. Superficie surrenalica 4. Superficie pancreatica 5. Superficie colon-mesocolica 6. Superfice epatica (in parte) ➔ RELAZIONE CON IL PERITONEO Lo stomaco è un organo intraperitoneale (o semplicemente peritoneale): è cioè ricoperto interamente dal peritoneo viscerale. A livello della piccola curvatura del corpo dello stomaco abbiamo il piccolo omento che va poi a collegarsi con il fegato A livello della grande curvatura, invece, abbiamo il grande omento. Lo stomaco è anche in comunicazione con la borsa omentale del peritoneo. → BORSA OMENTALE: cavità a forma di sacco, che si trova posteriormente allo stomaco, è posteriore anche al piccolo omento e altre strutture. È una cavità che presenta tre recessi: un recesso superiore, uno inferiore e uno pianale, che possono essere utilizzati qualora si dovesse interferire chirurgicamente e agire sullo stomaco Funzione borsa omentale: permette i movimenti dello stomaco sulle strutture posteriori e inferiori ad esso, grazie al fatto che le pareti anteriore e posteriore della borsa omentale scorrono le une sulle altre→ evitano l’attrito. ➔ INNERVAZIONE STOMACO Non siamo noi a gestire il nostro processo digestivo, ma la contrazione e quindi i movimenti peristaltici e l’azione delle ghiandole gastriche viene gestita a livello del sistema nervoso, sia simpatico che parasimpatico Simpatico Il segnale viene inviato dai nervi il segnale viene trasmesso a splancnici verso gangli celiaci al plesso livello della piccola curvatura celiaco dello stomaco Parasimpatico Dal nervo vago posteriore, il segnale l’innervazione agisce a livello passa ai branchi celiaci e va a del cardias, attiva una serie di convogliare nel plesso celiaco. rami gastrici distribuiti su tutto il corpo del nostro stomaco. Il nervo vago può poi agire sia sui rami gastrici, ma anche sull’orifizio del piloro (gestirne quindi la contrazione e il rilassamento) ➔ ANATOMIA MICROSCOPICA La contrazione della tonaca muscolare nello stomaco è importante: → Per il mescolamento del cibo con le secrezioni gastriche → Per stimolare le ghiandole gastriche a rilasciare i succhi gastrici 17 → Per ridurre il volume dello stomaco → Solleva la mucosa in pliche o rughe. Le pliche si appiattiscono quando lo stomaco è disteso dal cibo e la tonaca muscolare si rilascia e diventa più sottile La contrazione della tonaca muscolare è regolata da una rete di fibre nervose amieliniche del sistema nervoso viscerale e dai loro gangli, localizzati tra gli strati muscolari. La superficie interna dello stomaco ha un aspetto a nido d’ape per la presenza di piccole fossette gastriche irregolari del diametro di 0.2 mm circa. Alla base di ogni fossetta si aprono i condotti escretori delle varie ghiandole gastriche, tubulari allungate che si estendono in profondità nella lamina fino alla muscularis mucosae. L’epitelio colonnare inizia a livello del Cardias, dove si osserva una trasformazione netta nell’epitelio squamoso stratificato dell’esofago. Tutte le ghiandole gastriche a livello dello stomaco sono di tipo tubulare, ma presentano una diversa morfologia a seconda della regione dello stomaco: → Cardiali → Principali: le più specializzate (G. principali) → Piloriche DA RICORDARE! -cellule mucosa superficiale, mucosa del colletto, parietale, principale, neuroendocrina + cellule G, D, ECL => piloro ha una ghiandola mucosale differente→ è a secrezione mista ed è caratterizzata da diverse cellule → alla base della ghiandola abbiamo cellule G e D => a livello della cellula della nostra ghiandola abbiamo le cellule parietali. ➔ FUNZIONI DELLE CELLULE DELLE GHIANDOLE GASTRICHE 1. Cellule principali: secernono pepsinogeno e lipasi alla base della ghiandola gastrica. Nucleo tondeggiante ed eucromatico con una forma cuboidale. Al loro interno presentano dei granuli secretori zimogenici che si colorano di scuro al microscopio e l’abbondanza di RNA citoplasmatico le rende fortemente basofile. 2. Cellule parietali: a livello del fondo e nel corpo dello stomaco Producono acido cloridrico, bicarbonato + fattore intrinseco. Sono grandi, ovali e si trovano nella parte apicale della ghiandola in quanto devono rilasciare le sostanze. Fattore intrinseco (viene prodotto nel corpo e nel fondo gastrico) = glicoproteina per l’assorbimento della vitamina b12 dal cibo → la vitamina b12 è assunta con la dieta e, quando arriva a livello dello stomaco viene trasportata grazie al fattore intrinseco, questa è fondamentale per il metabolismo e per il differenziamento delle staminali ematopoietiche ai globuli rossi; è fondamentale anche per l’integrità del sistema nervoso centrale. La vitamina B12 viene assorbita nell’ileo. ➔ COMPONENTI DEL SUCCO GASTRICO:→ rilasciato solo quando lo stomaco è pieno  Acqua, elettroliti  Muco e bicarbonato: funzione protettiva della mucosa gastrica dall’ambiente acido dello stomaco per presenza di bicarbonato. Le mucine proteggono la mucosa gastrica, che comunque ha un elevato turn-over (36-48 ore)  Fattore intrinseco: prodotto dalle cellule parietali, serve per l’assorbimento a livello intestinale della vitamina B12. 18 Importante per la differenziazione e l’accrescimento cellulare.  Pepsinogeno: precursore delle pepsine immagazzinato nelle cellule principali. Si attiva a pepsina quando viene in contatto con HCl. La migliore attività si ha per pH minore o uguale a 3. Si neutralizzano appena il pH si trova a valori più alti  Lipasi gastrica: colocalizzata con il pepsinogeno, poco attiva.  HCl: prodotto dalle cellule ossintiche. → Serve a creare l’ambiente acido per l’attivazione dei pepsinogeni, a denaturare le proteine facilitando l’attività proteolitica della pepsina; ha azione antibatterica → Partecipa alla digestione delle proteine e in minima parte dei trigliceridi → Funzione antianemica (fattore intrinseco) → Funzione protettiva da lesioni di natura meccanica o chimica (muco). Il lume dello stomaco è la sola parte del tratto gastro-intestinale il cui contenuto è acido (anche pH 2 come una soluzione di HCl 10mM) L’acidità è necessaria per convertire il pepsinogeno nella sua forma attiva: pepsina; inoltre è utile per denaturare le proteine contenute nel cibo e ad uccidere alcuni batteri presenti nel cibo (protezione da patologie) La parete dello stomaco è protetta contro gli effetti dell’acido da uno strato di muco e bicarbonato: BARRIERA GASTRICOMUCOSALE. Le cellule apicali delle fossette secernono MUCO, mentre quelle presenti nella superficie dell’epitelio secernono bicarbonato. ➔ PRODUZIONE DI ORMONI: lo stomaco produce ormoni che sono funzionali alla digestione, per regolare il rilascio dei succhi gastrici Le cellule entero-endocrine o neuroendocrine sintetizzano varie amine biogene e polipeptidi che controllano la motilità intestinale e la secrezione ghiandolare. Sono presenti in tutte le ghiandole gastriche, ma soprattutto in quelle del corpo e del fondo dello stomaco (sono disperse tra le cellule principali) Sito di produzione-ormone → CELLULE G: gastrina. Si trovano a livello del piloro → CELLULE D: somatostatina→ attivazione delle cellule G → CELLULE ECL: istamina → CELLULE P: grelina GASTRINA: ✓ gestisce la produzione dei succhi gastrici da parte delle cellule parietali. ✓ Le cellule G si trovano a livello duodenale o nei naturali dello stomaco ✓ I segnali arrivano dal nervo vago e la distensione gastrica attiva le cellule G e il cibo ricco di proteine (=stimoli)→ vanno ad agire sulle cellule parietali del fondo gastrico, cellule ECL, acini del pancreas (proenzimi) ✓ La risposta attivata sarà un aumento della secrezione acida e verrà promossa la motilità gastrica, in più ci sarà l’inizio del rilascio da parte del pancreas di alcuni enzimi pancreatici SOMATOSTATINA: ✓ SITO DI PRODUZIONE = CELLULE D -> a livello naturale dello stomaco e nel pancreas ✓ La somatostatina stimola acidità gastrica e attiva la gastrina ✓ Va ad agire sulle cellule g 19 ✓ La risposta che verrà attivata sarà una riduzione della secrezione acida e una riduzione della motilità. ISTAMINA: ✓ Secreta da cellule ECL -> adiacenti alle cellule parietali ✓ Secrezione stimolata dal rilascio della gastrina e acetil-colina da parte del nervo vago. ✓ Agisce sulle cellule parietali aumentando la secrezione acida. GRELINA: ✓ Prodotta dalle cellule P (fondo stomaco). ✓ Viene rilasciata a stomaco vuoto e va ad agire a livello periferico, facendo sì che venga stimolato anche il rilascio degli ormoni della crescita. ✓ Quando la grelina viene rilasciata, aumenta il senso della fame e aumenta la motilità gastrica intestinale, dunque va ad agire sulle cellule beta del pancreas inibendo la secrezione di insulina. ✓ Agisce a livello cerebrale, a livello cardiaco (modula la pressione cardiaca), del pancreas ✓ Quando lo stomaco è pieno viene inibita la produzione di grelina ✓ La grelina è quindi un ormone che va ad agire a livello sistemico (domanda su funzioni a livello sistemico della grelina) Altri regolatori dell’appetito sono secreti dal pancreas o dal tessuto adiposo→ LEPTINA= dal tessuto adiposo, INSULINA= dal pancreas. Non vengono secreti contemporaneamente: quando lo stomaco è vuoto, viene secreta la grelina che fa aumentare il senso di fame e viene inibita la leptina; quando invece siamo sazi, il tessuto adiposo secerne la leptina, che agisce a livello ipotalamico=> livelli di leptina alti e di grelina bassi. Grelina e leptina hanno azione opposta: se aumenta la Leptina avremo il senso di sazietà. Insulina dopo i pasti: fa in modo che il glucosio sia distribuito ai vari tessuti del corpo; questa ha la funzione opposta del glucagone, il quale viene secreto nei momenti di digiuno e permette di recuperare energia dal glicogeno. INTESTINO TENUE È fondamentale per l’assorbimento di tutte le sostanze che sono state digerite nello stomaco. Qui continua la digestione in quanto nel primo tratto vengono rilasciati succhi pancreatici e acidi biliari→ chimo ulteriormente digerito per poter avere tutti i nutrienti a disposizione per essere assorbiti. La lunghezza dell’intestino tenue è di 6.25 m, che grazie al sistema di amplificazione (villi intestinali) è come se fossero 6km. L’intestino tenue è caratterizzato da tre porzioni principali: 1. DUODENO: si chiama così perché è lungo 12 dita. Inizia dal piloro e finisce alla giunzione duodeno-digiunale 2. DIGIUNO: inizierà dalla giunzione duodeno-digiunale e va a trasformarsi gradualmente nell’ultimo tratto. Costituisce i 2/5 superiori del tenue. 3. ILEO: ultimo tratto intestino tenue. Termina a livello della funzione ileo-cecale, da cui inizia il colon. !!!GRAN PARTE DELL’ASSORBIMENTO DELLE SOSTANZE NUTRITIVE AVVIENE NEL DUODENO E NEL DIGIUNO. 20 Nel duodeno si ha anche una continuazione della digestione. A livello dell’intestino tenue abbiamo 3 costrizioni → uno a livello del piloro, che divide lo stomaco dal duodeno → una seconda a livello duodeno-digiunale, in cui abbiamo anche una flessione del nostro intestino → un’altra a livello dell’orifizio ilio-cecale Dov’è collocato il nostro intestino tenue? Digiuno: due quadranti superiori del nostro addome Ileo: nei due quadranti inferiori, la maggior parte si trova nel quadrante di destra. L’intestino, dunque, occupa tutti e quattro i quadranti addominali. È un organo ricoperto in parte dal peritoneo e ha quattro funzioni principali: 1. Completare la digestione 2. Assorbimento 3. Funzione immunologica 4. Motilità: deve continuare la contrazione Il duodeno completa la digestione: → il duodeno riceve il chimo e lo mescola con le secrezioni provenienti dal fegato (bile) e dal pancreas (succo pancreatico). → il bicarbonato neutralizza l’acidità del chimo proveniente dallo stomaco (è necessario per far funzionare gli enzimi del succo pancreatico) → una volta che il chimo viene attacco dagli enzimi, i prodotti vengono rilasciati in soluzione e assorbiti dalle cellule dell’epitelio della mucosa. → Questi processi di digestione e assorbimento iniziano nel duodeno ma continuano in tutto l’intestino. Solitamente l’assorbimento si completa nel primo 1/5 del tenue (prima che raggiunga l’ileo) L’attività assorbente dell’intestino tenue prevede l’assorbimento di monosaccaridi, acidi grassi (soprattutto quelli a catena breve) e amminoacidi liberi (dipeptidi e tripeptidi). → A livello duodenale: assorbiti elettroliti, calcio e ferro vengono assorbiti → A livello digiunale: assorbiti prevalentemente monosaccaridi e amminoacidi. → A livello dell’ileo: assorbita vitamina B12, i Sali biliari e il magnesio. Un’altra funzione dell’intestino tenue è la motilità, ossia a livello di quest’ultimo vengono promossi movimenti peristaltici: sia per il mescolamento del chimo con acidi biliari e succhi pancreatici e per far avvenire poi lo spostamento dei nutrienti. ➔ DUODENO Dov’è posizionato il duodeno? È posizionato tra le vertebre lombari L1 e L4. Ha la forma a C. È formato da quattro porzioni: (seconda e terza porzione: tratti più lunghi) 21 → Una prima parte superiore → Duodeno discendente → Duodeno trasverso: si ripiega e forma la parte inferiore della C → Duodeno ascendente: risale Il duodeno è un viscere retroperitoneale, solo una piccola parte del duodeno (la prima porzione) è ricoperta dal peritoneo La prima e la seconda parte del duodeno è in stretto rapporto con le vie biliari: sappiamo infatti che in queste porzioni, tramite l’ampolla duodenale arrivano gli acidi biliari per emulsionare i nostri grassi in modo tale da poterli riassorbire. Le vie biliari sono sia intra che extraepatiche (rappresentate dalla colecisti, un serbatoio che conserva la bile prodotta dal fegato); via intraepatiche= costituite da condotti, detti dotti epatici, che convogliano nel condotto coledoco e vanno a finire tra il primo e il secondo tratto del duodeno→ chiamata ampolla di Vater (o ampolla duodenale), dove convoglia anche il dotto pancreatico (chiamato condotto di Wirsung) Com’è fatto internamente il nostro duodeno? Il primo tratto del duodeno inizia con il piloro: qui abbiamo proprio il passaggio dallo stomaco al duodeno→ presenta una superficie abbastanza liscia. Tutti gli altri tratti hanno una mucosa che risulta essere increspata→ cambiamento rispetto al primo tratto in quanto deve comunque essere aumentata la superficie di assorbimento. Immagine che ci fa vedere l’ampolla del Vater (chiamata anche papilla duodenale), dove convoglia il dotto coledoco e il dotto pancreatico per trasportare il succo pancreatico e gli acidi biliari. Questa papilla duodenale possiede anche uno sfintere, è ricoperta da una muscolatura che fa sì che questo orifizio si apra e si chiuda→ quando avviene il trasporto del chimo (in modo particolare acidi grassi e proteine) si rilassa per far passare succhi pancreatici e acidi biliari. Costituito da muscolatura liscia, la cui apertura è gestita a livello sistemico. 22 Nel duodeno abbiamo una mucosa caratterizzata da un sollevamento della sottomucosa, a livello della quale abbiamo le ghiandole del Brunner, presenti solo a livello duodenale. Queste ghiandole secernono una sorta di muco basico: è importante soprattutto nel primo tratto in cui arriverà un chimo acido→ bisogna preservare le cellule della mucosa per fare in modo che queste siano in grado di assorbire i nutrienti (FUNZIONE DI PROTEZIONE). Inoltre il muco basico secreto fluidifica e viene promossa anche la secrezione dell’ormone Motilina: che va ad incrementare la peristalsi per fare in modo che avvenga il mescolamento del chimo con i succhi pancreatici e gli acidi biliari, avviene anche il trasporto, nonché spostamento del nostro chimo Domanda d’esame: dove si trovano le ghiandole del Brunner? Nella sottomucosa (in modo particolare nei villi) Abbiamo già visto che i villi cambiano in base al tratto intestinale in cui ci troviamo, i villi del duodeno sono dei VILLI A FOGLIA (chiamati così in quanto dall’istologico si vede che questi sono allungati e larghi, cosi come una foglia). (importante per l’esame) A livello del duodeno ritroviamo poi cellule neuroendocrine, in grado cioè di produrre ormoni: Cellule G: secernono gastrina Cellule S: secretina. → Le troviamo anche a livello digiunale → vengono rilasciate quando il cibo viene rilasciato nel duodeno: risentono dunque dall’acidità gastrica e vanno ad attivare la secretina. → La secretina agisce sia al di fuori del duodeno (sulle cellule del pancreas esocrino, agisce sugli epatociti del fegato e sulle cellule dello stomaco) → Aumenta la secrezione dei succhi pancreatici, che è ricco di bicarbonato → Agisce sugli epatociti aumentando la produzione di acidi biliari → Inibiscono la funzione delle cellule G: vanno dunque a bloccare la secrezione di gastrina (nello stomaco non c’è più bisogno del rilascio di acido cloridrico da parte delle cellule parietali) Cellule I: colecistochinina → La colecistochinina viene secreta dalle cellule I quando il chimo che arriva è ricco di proteine e lipidi; il rilascio viene attivato anche semplice dall’arrivo del chimo acido → Questo ormone agisce sul pancreas (=> secrezione succhi pancreatici), sulla colecisti (=>contrae la muscolatura della colecisti facendo in modo che gli acidi biliari si riversino nel duodeno) e sullo stomaco (=> la colecistochinina produce anche un senso di sazietà dopo aver mangiato) Cellule M: motilina che aumenta la peristalsi → Rilasciata quando arriva il chimo nel duodeno e le cellule di Brunner rilasciano il muco basico=> le cellule M si attivano quando il duodeno diventa alcalino → Agisce su tutta la muscolatura del sistema digerente per far si che avvengono i movimenti peristaltici. Peristalsi= aumentata soprattutto nei momenti di digiuno per “ripulire” l’intestino e prepararlo ad una nuova digestione. A livello del nostro duodeno avviene l’assorbimento degli ioni ferro: viene assorbito nel duodeno e nella prima parte del digiuno, trasportato da una e viene trasformato da una transferrina e poi rimesso in circolo (→ trasferito a livello ematico). La transferrina è il carrier degli ioni ferri assorbiti. Trasporta il ferro in tutti i tessuti periferici. Lo stoccaggio del ferro avviene nella ferritina, che rappresenta dunque l’organo di stoccaggio del ferro e lo porta sia a livello del fegato che del cuore. 23 Nel sangue, la maggior parte del ferro si trova nel gruppo eme (nei globuli rossi). L’assorbimento del ferro p regolato dal fegato e dal midollo osseo. ➔ DIGIUNO E ILEO Il digiuno inizia dopo la flessura duodeno-digiunale Non c’è un’altra flessura che collega il digiuno all’ileo, ma gradualmente la morfologia della mucosa intestinale si modifica Villi a dito lungo→ villi a dito corto quando si passa nell’ileo→ più ci si avvicina il colon e meno villi si trovano L’ileo poi finisce nella valvola ileo-cecalica che lo unisce con il colon ascendente L’ileo lo troviamo per lo più nei quadranti inferiori dell’addome Il digiuno lo troviamo per lo più nei quadranti superiori A livello del digiuno avviene l’assorbimento di tantissime sostanze nutritive, mentre a livello dell’ileo si riducono nettamente queste sostanze (solo assorbimento Sali biliari e magnesio) A livello del colon si assorbono solo acidi grassi a catena corta (→ derivanti dal nostro microbiota intestinale DIGIUNO ILEO Lume: tantissime increspature (→ Meno ripiegamenti, presenza molti assorbimento sostanze nutritive) follicoli linfatici (poche sostanze assorbite) Struttura varie tonache: varie tonache: (uguale per Sierosa e sub sierosa esterna Sierosa e subsierosa esterna entrambi): Due strati di muscolatura: Due strati di muscolatura: longitudinale esterna e longitudinale esterna e circolare più interna. circolare più interna. Sottomucosa Sottomucosa Mucosa Mucosa Mucosa e Sottomucosa: si solleva e rende la Villi molto più diradati e molto più sottomucosa: mucosa più increspata corti Villi più lunghi Nella sottomucosa ho delle particolari cellule (cellule del Peyer), che costituiscono le placche del Peyer e hanno un’azione immunitaria. COLON Lunghezza minore rispetto a quelle dell’intestino tenue=> lungo 2.5 cm Pieghe della mucosa Non presenta villi (la principale funzione non è quella di assorbimento) Sono però presenti delle cripte e delle ghiandole. Microvilli: facilita il movimento dei nutrienti da tutto ciò che deve essere eliminato Assorbimento degli ioni sodio e potassio→ pompe sodio e potassio Le cripte, che prendono il nome di cripte di Lieberkun sono molto più profonde e tappezzate da cellule caliciformi (muco) Quando il chimo arriva nel colon è molto liquido poiché tutti i processi digestivi sono terminati. 24 Si divide in sei parti: → Ceco: arriveranno tra i 500-1500 mL di chimo soprattutto liquido, che si riducono a 10-200 mL → Colon ascendente → Colon trasverso → Colon discendente → Colon sigmoideo → Retto: è il serbatoio in cui si raccolgono le feci eliminate poi tramite lo sfintere anale ➔ FUNZIONI: La funzione principale del colon è di ridurre il volume del chimo mediante assorbimento di acqua e trasformarlo nelle feci (materiale semi-solido Facilita la degradazione di elementi del chimo che non sono stati idrolizzati e assorbiti nella parte alta del tratto digerente→ questa degradazione avviene con l’azione sinergica del microbiota che produce una fermentazione; attraverso questo sistema assorbiamo acidi grassi a catena corta. Il colon si comporta come una sorta di bioreattore Nel colon, dunque, la digestione verrà effettuata da enzimi batterici e non più da enzimi umani→ la qualità del microbiota del colon determina in modo diverso i meccanismi della fermentazione con conseguenze rilevanti per l’obesità e il diabete Il nostro colon attraversa un po’ tutto l’addome: Ha inizio nella fosse iliaca con il ceco; qui ritroviamo anche l’appendice annessa (appendicite), la quale si riversa nella regione ipogastrica destra. L’appendice continua in alto con il colon ascendente attraverso il fianco destro. Questo poi appena sotto il fegato si piega verso sinistra formando la flessura di destra o a percussione epatica e attraversa l’addome come colon trasverso fino all’ipocondrio di sinistra, qui abbiamo un’altra flessura chiamata flessura splenica→ qui abbiamo la milza. Successivamente il colon si piega e abbiamo il colon discendente (che scende) e percorre tutta la regione lombare del fianco di sinistra Si prolunga poi nella regione inguinale e l’ultimo tratto lo troviamo nella regione ipogastrica pubica→ colon sigmoideo Continua poi nella parte posteriore della zona pubica come retto e termina come canale anale. È un organo extraperitoneale, non interamente ricoperto dal peritoneo, pur avendo rapporti con questo: → appendice completamente ricoperta da un doppio strato di peritoneo (mesoappendice), abbiamo un mesentere nella parte del colon ascendente, il mesocolon trasverso a livello del colon trasverso, a livello del colon sigmoideo abbiamo il mesocolon sigmoideo (anche questo tratto è ricoperto dal peritoneo) e abbiamo il peritoneo anche nella parte rettale (ricoperta solo nella parte anteriore) 25 Quali sono le caratteristiche del nostro colon? È caratterizzato da diverse strutture: Haustre: delle tasche. Sono dei rigonfiamenti separate dalle tenie Tenie coli: tessuto connettivale che congiunge tutte le varie haustre. Si differenziano, a seconda che sono o meno ricoperte dal peritoneo in: → Mesocoliche: ricoperte dal doppio strato di peritoneo → Omentali: ricoperte dall’omento → Libere: non ricoperte dal peritoneo in queste tenie è possibile vedere degli accumuli di grasso. Sono delle bande inspessite di muscolatura liscia che rappresentano la maggior parte dello strato longitudinali. Si tratta di fasci muscolari, che si vanno a piegare nei vari sacchettini che formano le haustre. Particolarmente evidenti nella porzione del colon e del colon trasverso, diventando meno evidenti man mano che ci si avvicina al retto Nelle varie haustre è possibile notare un lume caratterizzato da varie pieghe, che sono le pieghe semilunari (forma di mezza luna) Appendici epiploiche: fatte da tessuto adiposo. Com’è fatto microscopicamente il nostro colon? Abbiamo sempre le quattro tonache: Tonaca sierosa o avventizia (nella porzione non ricoperta dal peritoneo): più esterna. Strato muscolare: muscolatura longitudinale esterna e circolare interna, sempre di tipo liscio Sottomucosa: sono presenti dei grossi follicoli linfoidi con all’interno cellule del nostro sistema immunitario. Quindi: a livello della sottomucosa del colon abbiamo un tessuto linfoide che viene definito GALT, che si occupa della sorveglianza immunologica di tutti gli antigeni (se tra la microflora del colon prevalgono batteri non desiderati che spiazzano i batteri commensali→ importante riconoscere il problema e abbatterlo). Questo tessuto linfoide si sviluppa già a livello fetale e il quantitativo di questi follicoli aumenta fino alla pubertà, progressivamente poi, con l’invecchiamento, il numero delle placche si riduce (anziani maggiormente frequenti a problematiche di disbiosi) 26 Mucosa: costituita sempre da una muscolaris mucosae, una lamina propria e un epitelio di tipo colonnare, in cui abbiamo dei microvilli e delle cripte (molto profonde). → A livello delle cripte abbiamo dei follicoli linfatici. → A livello della base della cripta abbiamo cellule caliciformi mucipare, che secernono muco, e abbiamo cellule con attività neuroendocrina → A costituire la parte del lume abbiamo gli enterociti: cellule di tipo colonnare con una grossa capacità di assorbimento Man mano che ci si sposta verso il retto la mucosa cambia, si riducono anche le pieghe semilunari che ci sono all’interno. ➔ GIUNZIONE ILEO-COLICA o A livello della giunzione ileo-colica, che collega l’ileo al colon, è presente una valvola importante per evitare il reflusso del chimo che è arrivato al nostro ceco nel momento della contrazione della muscolatura promossa dal nostro sistema simpatico. o Il margine della valvola ileo-ciecale è formato da una duplicatura della mucosa e dello strato della muscolatura circolare o Ancora ad oggi ci sono studi in corso sulla valvola: alcuni la considerano come un vero e proprio sfintere, mentre altri non sono d’accordo. ➔ APPENDICE VERMIFORME o Situata a livello del ceco: si infiamma quando abbiamo l’appendicite, ma viene tranquillamente rimossa o Anche su questa struttura si hanno molti punti interrogativi, in particolare sulla sua funzione. o Varia in lunghezza da soggetto a soggetto o È vascolarizzata o Se ne conosce la struttura, è stato visto che a livello della sottomucosa ci sono molti aggregati linfoidi, caratterizzata poi da un doppio strato di muscolatura, ha dei sollevamenti della sottomucosa=> lume appendice: forma stellata. o Proprio per il fatto che è caratterizzata da molti aggregati linfoidi è considerata come parte del sistema di sorveglianza immunitaria→ le cellule linfoidi in caso di infezione risalgono dall’appendice fino al ceco. o È stato studiato il microbiota presente, diverse specie batteriche che migrano a livello dell’appendice che tornano nel ceco quando ci sono dei problemi gastro-intestinale=> rifugi per elementi del microbiota o Può essere facilmente localizzata conoscendo il punto di McBurney: punto che si trova ad una distanza di 2/3 rispetto alla linea che va dall’ombelico alla spina iliaca. Questo punto viene tracciato dal chirurgo quando deve aprirla per rimuoverla in caso di appendicite. ➔ IL RETTO Ultima parte del colon, che si collega con il canale anale.  È localizzato nella pelvi: essendo diversa la regione pelvica da uomo a donna, i rapporti del colon con gli altri visceri della pelvi saranno diversi tra maschio e femmina  È lungo circa 12 cm e NON presenta: le tenie, le Haustre coli, le appendici epiploiche e le pieghe semilunari.  È un viscere sottoperitoneale: il peritoneo lo avvolge superiormente (come una coperta)  Inizia al di sotto della vertebra lombare L4 e si posiziona centralmente a livello della pelvi. 27 Com’è fatta la struttura esterna del retto? Doppio strato di fibre Muscolatura interna circola, muscolatura esterna longitudinale→ vanno a convogliare nella regione anale A livello del passaggio tra il retto e il canale anale abbiamo degli sfinteri: uno interno e uno esterno. → Apertura e chiusura sfintere interno: regolata dal sistema nervoso autonomo parasimpatico, che ne determinerà l’apertura nel momento in cui tutta la materia fecale sarà convogliata del retto (piena) → Apertura e chiusura sfintere esterno: gestito da motori sensori (gestiti da noi stessi). E la struttura interna? Due flessure: → Sacrale: in corrispondenza dell’osso sacro. È una flessura di tipo anatomico → Perineale: ha una funzione ben specifica. A livello di questa flessura vi è un muscolo che tiene piegato in quel modo il nostro retto => qui abbiamo lo sfintere. All’interno del retto non abbiamo più le pieghe che trovavamo nel lume del colon, ma risulta liscio in quanto l’ultima porzione è semplicemente un punto di accumulo per tutto ciò che deve essere per forza eliminato (le feci) Sono individuabili tre pieghe interne → Superiore → Media → Inferiore Abbiamo poi una regione in collegamento con il canale anale (=> a livello del canale anale ritroviamo un tessuto colonnare, dette colonne del Morgagni) Tra uomo e donna ci sono differenze, quindi il retto comunicherà con visceri diversi: → Nell’uomo è in comunicazione con la prostata e con le vescichette seminali → Nella donna con l’utero, la regione vescico-uterina, parte degli ureteri e poi con la vagina. Quando abbiamo un dolore a livello dell’ombelico, si tratta di un campanello di allarme per quanto riguarda problematiche relative all’intestino tenue, mentre se il dolore è più in basso riguarda un problema al colon. 28 LEZIONE 14 Fegato, colecisti, pancreas e milza FEGATO Organo molto voluminoso (pesa circa 1,5 Kg, quindi circa il 2,5% peso corporeo) Colore rosso-bruno Ha delle funzioni metabolico-sintetiche → queste funzioni sono fondamentali in quanto permettono di utilizzare le sostanze nutritive, che vengono assorbite a livello dell’intestino tenue e sintetizzare delle molecole essenziali per il nostro metabolismo energetico. è costituito da epatociti→ assorbimento sostanze nutritive che vengono poi metabolizzate e alcune di esse vengono immagazzinate in modo da renderle disponibili nei momenti di digiuno ➔ CELLULE DI KAPPER: funzione immunitaria Funzioni metaboliche 1. Metabolismo dei grassi 2. Metabolismo dei carboidrati 3. Metabolismo delle proteine (sintesi proteine plasmatiche ed amminoacidi non essenziali) 4. Immagazzinamento (glucosio sotto forma di glicogeno) 5. Metabolismo intermedi (detossificazione di farmaci) 6. Sintesi e secrezione della bile (emulsione dei grassi) 7. Detossificazione degli xenobiotici [! curiosità sul fegato! → “capacità rigenerativa”: è possibile rimuovere una porzione di fegato e sarà in grado di riformarsi → TOPOGRAFIA DEL FEGATO Si trova nei quadranti superiori dell’addome, soprattutto nella regione dell'ipocondrio di destra, regione epigastrica e va a finire nell’ ipocondrio di sinistra→ di fatto si trova al di sotto del diaframma protetto dalla gabbia toracica → diaframma lo separa dalla pleura, polmoni pericardio e cuore i movimenti del fegato dipendono dal diaframma: 29 => in posizione eretta, può ritrovarsi più in basso → con la respirazione, infatti, il fegato si sposta dalla regione epigastrica dell’ipocondrio, al di sotto delle coste. anche in posizione supina si sposta (in generale: subisce delle escursioni in base agli atti respiratori) ➔ STRUTTURA DEL FEGATO È caratterizzato da: Involucro esterno = capsula connettivale di Glisson Non è completamente coperto dal peritoneo (è extraperitoneale) Due facce: diaframmatica o anterosuperiore e viscerale o posteroinferiore → FACCIA DIAFRAMMATICA ✓ Faccia liscia a contatto con il diaframma ✓ È convessa ✓ Si può individuare lobo dx(grande) e lobo sx → FACCIA VISCERALE: ✓ Faccia piatta, lievemente concava ✓ Faccia attraverso cui possiamo osservare gli organi con cui entra in contatto il fegato ✓ A livello di questa è possibile osservare infatti le impronte degli altri organi ✓ Al centro troviamo anche l’ilo epatico dove convogliano i vasi (vena porta, dotto bugliare ed arteria epatica) FACCIA DIAFRAMMATICA FACCIA VISCERALE: (superiore e anteriore, e in parte (postero-inferiore) posteriore) Due margini: acuto-anteroinferiore ed ottuso-posterosuperiore ➔ FACCIA DIAFRAMMATICA NEL DETTAGLIO DUE LOBI + UN LIGAMENTO Il lobo destro e sinistro sono divisi da un legamento (legamento falciforme): superiormente, questo, forma il legamento coronario del fegato che diventa legamento triangolare sinistro e destro. Il legamento falciforme si prolunga verso il basso fino a formare legamento rotondo (o teres) e va a finire verso l’ombelico attraverso la quale si inviano le sostanze nutritive alla placenta della donna incinta La superficie diaframmatica rivestita da peritoneo viscerale tranne per una regione posteriore (area nuda) dove il fegato non ha il peritoneo viscerale ed è direttamente a contatto con diaframma→ anche nel solco che ospita la vena cava inferiore non c’è peritoneo 30 ➔ RECESSI E RAPPORTI CON IL PERITONEO (fegato) RECESSO SUPERIORE (al di sotto del diaframma) -> RECESSO SOTTODIAFRAMMATICO O SOTTOFRENICO = spazio tra il diaframma ed il fegato RECESSO EPATORENALE (a livello della parte viscerale) tra il rene destro ed il fegato viene a formarsi una cavità => TASCA DI MORRISON dove si formerà poi lo SPAZIO SUBFRENICO (al di sotto del fegato) (I recessi possono essere sfruttati per interventi chirurgici) ➔ RAPPORTI CON STOMACO E PERITONEO (fegato) Attraverso legamento epato-duodenale ed epato-gastrico si ha il collegamento con stomaco e del duodeno con il fegato I legamenti fanno parte del piccolo omento Il fegato in questa porzione viscerale è ricoperto dal piccolo omento (ad eccezione dell’ilo epatico e del solco che ospita la vena cava inferiore). ➔ FACCIA VISCERALE NEL DETTAGLIO 4 LOBI: lobo destro e sinistro +LOBO CAUDATO E LOBO QUADRATO (tra il legamento rotondo e la colecisti) 2 LIGAMENTI: LEGAMENTO DEL TERES (sporge al di sotto del fegato) + LEGAMENTO VENOSO IMPRONTE degli organi con i quali il fegato è a contatto → nel lobo dx => impronta gastrica → nel lobo sx => impronta del surrene e del rene, l’impronta del duodeno ed infine l’impronta colica ➔ ILO EPATICO: regione dove convogliano i vasi che devono raggiungere il fegato attraversando il tessuto connettivo del piccolo omento Caratterizzato da: → vena porta, arteria epatica propria (vasi che convogliano il sangue al fegato) → dotto coledoco (collegato all’intestino e alla colecisti -> serve per conservare la bile prodotta livello epatico) ➔ DIVISIONE IN SEGMENTI EPATICI parte funzionale sinistra: segmenti 1,2,3,4 parte funzionale destra: segmenti 5,6,7,8 !!!! Anatomicamente abbiamo 4 lobi (dx, sx, caudato e quadrato) ma funzionalmente abbiamo 8 segmenti epatici, in grado di lavorare in autonomia (ognuno di questi segmenti viene vascolarizzato, quindi anche se perdiamo uno di questi segmenti la funzionalità epatica non viene compromessa, non si perde l’integrità dell’organo) ➔ CIRCOLAZIONE FEGATO DOPPIA CIRCOLAZIONE: il nostro fegato ha bisogno di sangue ossigenato che viene trasportato attraverso il sistema portale dall’ intestino→ questo sarà il sangue ricco di sostanze nutritive per fornire energia ai vari organi → sangue entra attraverso arteria epatica e vena porta attraverso sistema sinusoidale, questi sinusoidi vanno poi a convogliare il sangue fino alla vena cava inferiore per trasportare il sangue in circolo con le sostanze nutritive e per rimandare il sangue da ossigenare verso il cuore per poi pomparlo ai polmoni a livello dell’alveolo per far ossigenare il sangue. 31 circolazione intraepatica A livello dell’ilo epatico abbiamo: → Triade portale: 1. Vena epatica: trasporta il sangue deossigenato contenente sostanze nutritive che sono state metabolizzate e che convoglia il sangue dalla vena epatica alla vena cava inferiore per essere poi trasportato a tutti gli altri organi 2. Vena porta: contiene sangue venoso povero di ossigeno ma contiene sostanze assorbite a livello intestinale 3. Arteria epatica propria: contiene sangue ossigenato → Lobulo epatico: unità funzionale del fegato. ✓ forma esagonale ✓ 6 spazi portali, ognuno ad un vertice dell’esagono ✓ Il tessuto epiteliale è fatto di epatociti e cellule di Kupffer con azione immunitaria, attività macrofagica ✓ costituito da: sinusoidi, lamine di cellule epatiche ed infine le vene centrali. sinusoidi = condotti→vena centro - lobulare attraverso cui devono passare sostanze nutritive che devono tornare alla vena cava inferiore per trasportare le sostanze che sono state filtrate e metabolizzate nel fegato → Spazio portale, costituito da: 1. ramo dell’arteria epatica 2. ramo della vena porta 3. condotti biliari: questi condotti sono stretti e circondati da cellule epiteliali a differenza dell’arteria epatica che ha i margini regolari ed è più piccola rispetto alla vena porta ➔ TRASPORTO DEL SANGUE Come arriva il sangue a livello del lobulo epatico? Come viene trasportata la vena centrolobulare? Viene trasportato a livello dei sinusoidi tramite diramazioni dalla vena porta (⅔ del sangue) ed arteria epatica (⅓ del sangue) I rami portano il sangue ai sinusoidi, ognuno nei vari lobuli mentre il sangue passa nei sinusoidi, gli epatociti assorbono le sostanze nutritive presenti nel sangue attivando i processi metabolici dai sinusoidi il sangue convoglia alla vena centrolobulare e le varie vene centrolobulari convergono infine nelle vene epatiche che si aprono nella vena cava inferiore ➔ STRUTTURA EPATOCITI: Grande cellula che possiede diversi mitocondri (attività metabolica) cellule di kupffer tra epatociti e regione sinusoidale abbiamo spazi = spazi di disse ->>>> regioni che si formano tra la membrana basale sinusoidi e superficie epatociti. ➔ CELLULE STELLATE DI KUPFFER forma a stella sono macrofagi con attività fagocitaria => inglobano batteri, frammenti di eritrociti presenza di microvilli, invaginazioni e pseudopodi (mobilità) non hanno pori funzione di difesa quantità di cellule stellate limitano la gioventù del fegato→ con l’invecchiamento si perde il quantitativo delle cellule e la capacità rigenerativa del fegato 32 ➔ CELLULE DI ITO (O STELLATE O LIPOCITI) sono stellate (tra lume sinusoidi epatici e epatociti) sono cellule periciti -> contengono goccioline lipidiche dove viene conservata vitamina A sono quiescenti e hanno funzione di presentare eventuali antigeni, infatti si attivano se il fegato viene danneggiato→ sostituiscono epitelio mancante non con nuovi epatociti, ma con un tessuto connettivo generando fibrosi a livello epatico (cirrosi epatica), in questo modo vengono meno le funzionalità del fegato fibroscan per misurarne il livello di fibrosi attraverso onde elastiche inviate al fegato, si registra la velocità di propagazione delle onde nel tessuto epatico e viene osservata la rigidità del nostro fegato→ scala per livello di fibrosi ✓ sotto 2,5 il fegato è sano ✓ sopra 2,5-7,5 stadio lieve di fibrosi ✓ 7.5-9.5 moderata ✓ sopra 12.5 situazione irreversibile severa fibrosi e cirrosi ➔ VIE BILIARI La bile prodotta dal fegato deve essere trasportata sia verso la colecisti (dove sarà conservata) sia fino all’intestino per emulsionare grassi o Tipologie di vie biliari 1. intra-epatica: costituita dai dotti biliari che si diramano nel fegato 2. extra-epatica: caratterizzata da cistifellea o colecisti (“stoccaggio” bile) ➔ CISTIFELLEA è un organo muscolare costituita da fondo, corpo e testa è collegata al dotto biliare comune, che porta al duodeno attraverso il dotto cistico con forma a spirale Dal dotto biliare comune si va verso dotto epatico comune (a livello dell’ilo del fegato) → dotto cistico unisce colecisti al dotto epatico, a livello dell’olio epatico, per formare il coledoco funzione: accumulare e concentrare bile definita anche come vescica biliare costituzione: 33 tre strati: 1. Strato sieroso esterno costituito da peritoneo e strato connettivale 2. tonaca muscolare esterna costituita da muscolatura liscia, 2 strati di muscolatura liscia dove lo strato interno è costituito da fibre muscolari lisce disposte longitudinalmente mentre lo strato più esterno è caratterizzato da fibre muscolari lisce e serve a decorso longitudinale anche se vanno dai lati opposti 3. tonaca mucosa caratterizzata da strato muscolare, regione sottomucosale, lamina propria costituita da tessuto connettivale, epitelio, lume mucosale e lume colecisti costituito da cellule epiteliali semplici FUNZIONE CISTIFELLEA 1. serbatoio bile (40-70ml)→ quando la bile non può fluire lungo il coledoco, entra nel dotto cistico per essere accumulata all’interno della cistifellea 2. modificazione della bile: rimuove la parte acquosa bile→durante la sua permanenza nella cistifellea la sua composizione cambia gradualmente tramite l’assorbimento di acqua=> si ha quindi la concentrazione dei sali biliari ed altri componenti (l’ormone colecistochinina stimola il rilascio della bile quando il cibo è ricco di grassi→questa provoca rilassamento sfintere di Oddi e la contrazione della cistifellea) → FUNZIONE BILE: 1. EMULSIONE GRASSI (in modo da facilitarne l’assorbimento) =>AZIONE DIGESTIVA 2. ELIMINAZIONE BILIRUBINA (residuo che deriva dalla degradazione dell’emoglobina) 3. LA SUA ALCALINITA’ CONTRIBUISCE A LIVELLO DUODENALE A NEUTRALIZZARE L’ACIDITA’ DEL SUCCO GASTRICO 4. AZIONE BATTERICIDA ➔ PATOLOGIE: CALCOLI BILIARI Quando possono formarsi? possono formarsi nel processo in cui la colecisti svolge la sua funzione di conservare e concentrare la bile prodotta dal fegato per poi riversarla nel duodeno A che cosa potrebbero essere dovuti? Ad uno squilibrio di Sali, colesterolo, eccesso di pigmenti biliari→ possono ostruire passaggio di acidi biliari, possono ostruire il dotto pancreatico e possono portare ad una degenerazione che sfocia poi in cancro 4F NEI CALCOLI 1. FEMALE 2. FAT 3. FERTILITY 4. FOURTY EPATITE => infiammazione fegato → epatite acuta: si risolve velocemente e il fegato riprende la normale funzionalità → Epatite cronica: può anche evolvere in cirrosi o tumore epatico → Epatite tossica o virale CIRROSI EPATICA => qui vi è una progressiva distruzione degli epatociti ed una sostituzione di essi da parte del tessuto fibroso. PANCREAS ghiandola più grande a livello dell’addome, annessa all’apparato digerente ha una forma allungata ed un colore grigio -giallastro e pesa circa 80gr si trova trasversalmente sulla parete posteriore addorme caratterizzato da testa, corpo e coda si trova accolto nella curvatura formata da prima, seconda e terza porzione del duodeno 1. funzione esocrina (produzione di enzimi amilasi, lipasi …)→ produzione di succo pancreatico dalle cellule acinose fondamentale per la disgregazione del cibo 2. funzione endocrina (produzione di ormoni quali glucagone ed insulina, prodotti dalle isole del Langerhans) -> regolano i livelli di glicemia 34 È posto nelle prime due parti del duodeno fino alla milza (tra pancreas e stomaco abbiamo la borsa omentale) È un organo retroperitoneale secondario (→ è rivestito anteriormente dal peritoneo) È in connessione con duodeno, milza, colon, stomaco Si suddivide in: 1. Testa (accolta nell'ansa del duodeno) 2. Corpo (si estende trasversalmente fino alla milza) 3. Coda (collegata con la flessura colica sinistra) ➔ INTERNO DEL PANCREAS Dotto principale che attraversa il pancreas dalla coda alla testa = DOTTO PANCREATICO DEL WIRSUNG (convoglia le secrezioni verso l’ampolla duodenale) + DOTTO ACCESSORIO O DEL SANTORINI si apre nel duodeno a livello della papilla duodenale minore posta qualche cm al di sopra della maggi

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