Economia Della Produzione PDF

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These notes cover the topic of economics of production. They discuss production functions, productivity, and different types of production. The notes also include an exercise and a discussion of economies of scale.

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2. ECONOMIA DELLA PRODUZIONE FUNZIONE DI PRODUZIONE → Associa ad ogni quantità di input il massimo livello di output possibile PT = f(x) PT = Prodotto Totale (output) x = vettore di input La produzione aumenta all’aumentare d...

2. ECONOMIA DELLA PRODUZIONE FUNZIONE DI PRODUZIONE → Associa ad ogni quantità di input il massimo livello di output possibile PT = f(x) PT = Prodotto Totale (output) x = vettore di input La produzione aumenta all’aumentare degli input utilizzati (relazione diretta tra quantità di input e produzione ottenuta da un’impresa) PRODUTTIVITA’ La produttività è la relazione che esiste tra output e input ed è utilizzata come indicatore di efficienza E’ il tasso a cui l’output varia dopo l’aggiunta di unità degli input (mi dice di quanto aumenta la produzione all’aumentare dell’utilizzo del fattore produttivo variabile) Ci sono 3 casi: Esercitazione: Abbiamo una produttività crescente del fattore produttivo, poi breve tratto di produttività costante e infine un tratto di produttività decrescente PUNTO DI PLESSO → punto in cui una curva cambia pendenza PRODUTTIVITA’ MARGINALE → Mi dice quanto aumenta una produzione (deltaPT) all’aumentare del fattore produttivo variabile Xi a seguito di un aumento unitario di Xi Se io aggiungo un’unità di mangime/lavoro, di quanto cambia la produzione? Per variazioni infinitesimali di Xi, rappresenta la pendenza della curva del prodotto totale PRODUTTIVITA’ MEDIA (o prodotto unitario) → rapporto tra la produzione totale (output) e la quantità totale di input impiegato per ottenere l’output Abbiamo 3 fasi di produzione: FASE 1 → In questa fase la prod. tot. cresce a tassi crescenti quindi la produttività media (PU) e marginale (PM) crescono → PM (raggiunge il punto massimo) è maggiore di PU Fase da sfruttare nel migliore dei modi FASE 2 → In questa fase la produzione totale cresce a tassi decrescenti, PM inizia a calare e quindi PU è maggiore di PM In questa fase si trova il punto di uso ottimale delle risorse (input); dipende dai costi dei fattori e dal prezzo dell’output Produttività decrescente → Il prodotto totale decresce e il PM è negativo FASE 3 Produrre in questa fase non è razionale da un punto di vista economico LEGGE DEI RENDIMENTI DECRESCENTI → Aggiungendo quantità addizionali di un input e mantenendo costanti tutti gli altri, si otterranno quantità aggiuntive di output sempre minori L’input variabile può contare su una quantità data degli altri fattori di produzione (fissi) Gli incrementi di produzione termineranno in quanto non possono essere mantenuti a lungo → arriviamo a una fase caratterizzata da produttività decrescente (in cui la curva del prodotto marginale è decrescente) RENDIMENTI DI SCALA → Indicano la reazione (aumento) del prodotto totale quando tutti i fattori aumentano proporzionalmente Ci dicono gli effetti degli incrementi in scala degli input sulla quantità totale Di quanto aumenta la produzione totale quando abbiamo un incremento proporzionale di tutti i fattori produttivi? 1. RENDIMENTO DI SCALA CRESCENTE → quando si ha una crescita più che proporzionale dell’output 2. RENDIMENTO DI SCALA COSTANTI → Crescita proporzionale dell’output 3. RENDIMENTO DI SCALA DECRESCENTE → Crescita meno che proporzionale dell'output PRODUZIONE CON DUE INPUT VARIABILI Prendiamo in considerazione una funzione di produzione con un output e due input variabili Tabella → quantità degli input (kg di mangime), quantità di output (kg di carne suina) 3 kg di farina di pesce + 2 kg di farina di soia = 346 kg di carne suina ISOQUANTO → posso ottenere ad esempio 346 in modi diversi, combinando i fattori produttivi ISOQUANTO → Curva che indica tutte le diverse combinazione degli input X1 e X2 che consentono di ottenere un determinato livello di output E’ possibile individuare un infinito numero di isoquanti, tanti quanti sono i diversi livelli di produzione ottenibili dalla combinazione degli input → più ci si allontana dall’origine, il livello di produzione aumenta Gli isoquanti non si incontrano mai SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE TECNICA → Rapporto di scambio tra i due fattori produttivi che non fa variare il livello di output Esso misura la sostituibilità tra i fattori (quanto devo ridurre l’input X1 quando l’input X2 aumenta di una unità) MINIMIZZAZIONE DEI COSTI DI PRODUZIONE - Per determinare la combinazione dei due input che minimizza i costi di produzione bisogna introdurre le linee di isocosto (rette parallele che rappresentano il medesimo costo totale per l’azienda, dati i costi dei fattori produttivi) ISOCOSTO → Insieme delle combinazioni di fattori produttivi che comportano uno stesso costo - Con i costi dei due fattori produttivi, l’impresa può calcolare il costo totale che permette di raggiungere determinati livelli di output Dati i prezzi dei fattori (in euro/kg) Wx1= 3 e Wx2= 2 possiamo tracciare infinite linee di isocosto per diversi livelli di utilizzo dei due fattori Il punto che minimizza i costi di produzione, per ottenere un certo livello di output, è il punto di tangenza tra la linea di isoquanto e la linea di isocosto inferiore La pendenza dell’isoquanto corrisponde alla pendenza dell’isocosto TEORIA DEI COSTI DI PRODUZIONE FUNZIONE DI COSTO → I costi sostenuti da un’impresa sono funzione diretta degli output prodotti dall’impresa stessa (all’aumentare della produziona q aumenteranno anche i costi totali) Questa relazione regge per il lungo periodo, dove tutti i fattori produttivi sono variabili → però nel breve periodo alcuni tipi di costo non variano in funzione della quantità prodotta Breve e lungo periodo BREVE PERIODO: - Lasso di tempo entro il quale le decisioni di impresa di investimento in beni duraturi non cambiano - Si assume che l’impianto (stabilimento, area in cui si svolge l’attività produttiva) necessario a una certa produzione resti fisso, mentre può variare la domanda dei servizi da esso forniti - Solo certi input possono variare (Lavoro, Energia, Materie prime) LUNGO PERIODO: - Tutti gli input sono considerati variabili - L’imprenditore deve risolvere un tipico problema di investimento (dimensione e tipo di impianto, metodo di finanziamento…) Costi fissi e costi variabili → costi che l’azienda deve sostenere ma che non variano al variare COSTI FISSI (CF) della produzione (ES: canoni d’affitto di una fabbrica o di un terreno, pagamenti contrattuali delle attrezzature, pagamenti degli interessi…) COSTI VARIABILI (CV) → Variano al variare della produzione (es: costo dell’energia, dei carburanti, salari…) (nel breve periodo) → Costo marginale e medio COSTO MARGINALE → Costo aggiuntivo sostenuto per produrre un'unità in più di output COSTO MEDIO UNITARIO (CU) →Mi dice in media quanto sono costate tutte le unità prodotte ed è dato dal rapporto tra il costo totale per il numero di unità prodotte Per il costo marginale devo fare: 160-120 per trovare quanto costa la seconda unità, 180-160 per trovare la 3 unità ecc… Economie di scala Si intende la diminuzione del costo medio unitario di produzione (CU) all’aumentare della dimensione dell’impianto → si possono avere anche per via della diminuzione del prezzo unitario dei fattori produttivi (es: invece di acquistare 100 unità ne acquisto 1000 ad un prezzo unitario inferiore) VANTAGGIO ECONOMICO I rendimenti di scala sono considerati una proprietà “tecnica” della produzione, mentre le economie di scala una proprietà “economica” della produzione ECONOMIE DI SCOPO → Si originano dalla produzione congiunta di beni differenti da parte della stessa azienda MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO Il mercato di concorrenza perfetta è caratterizzato da un elevato numero di compratori e di venditori che non sono in grado di modificare il prezzo dei beni e servizi scambiati (price taker) Il prezzo percepito da venditori e compratori è quello di mercato (incontro domanda e offerta) → non modificabile L’obiettivo è quello di massimizzare i profitti: Dato il prezzo di mercato (p), i ricavi totali (RT) sono calcolati: Massimizzare il profitto = rendere massima la differenza tra il valore della produzione venduta ed i costi sostenuti per produrre tale quantità (materie prime, stipendi, interessi alle banche…) Distinguiamo breve e lungo periodo: - BREVE PERIODO → Alcune tipologie di costi sono fisse e anche il numero delle imprese in un mercato - LUNGO PERIODO → dove i vincoli di cui sopra non valgono più (tutti i costi variabili in funzione delle quantità prodotte e numero delle imprese sul mercato) Massimizzazione nel breve periodo RICAVO TOTALE → Somma totale ottenuta da un’impresa attraverso la vendita dei prodotti Se vende le unità prodotte allo stesso prezzo, il ricavo totale sarà pari al prezzo unitario (euro/l) per il numero di unità vendute In concorrenza perfetta ad un dato prezzo, il ricavo dipende dal volume di produzione → più alto è il numero di unità vendute maggiore sarà il ricavo Retta con pendenza positiva Profitto= differenza tra ricavi totali e costi totali Se la differenza è negativa si parla di perdita Siamo in grado di stabilire il volume di prodotto che permette di rendere massimo il nostro profitto: basta confrontare la curva di ricavo e la curva di costo totale per i differenti livelli di produzione Quando la curva CT sta sopra a RT si produce in perdita (CT>RT) Quando le curve si incrociano in a e b i profitti sono nulli (CT=RT) Quando la curva RT sta sopra a CT i profitti sono positivi (CTq* (a destra = non conviene) il costo sostenuto per produrre l’ultima unità supera il prezzo che otterrei per venderla PUNTO DI PAREGGIO (Break even point) → punto in cui i profitti sono nulli, ovvero quando i ricavi totali coprono appena i costi totali RT= CT → RT/q = CT/q → p = CU Dal punto qa l’azienda inizia a fatturare e in q* avrà ottimi profitti REGOLA DI CHIUSURA → Ci dice che l’impresa dovrebbe arrivare almeno al break even point Nel breve periodo l’impresa può trovare conveniente continuare a produrre anche in perdita In caso di perdita ci sono 2 opzioni: - Abbandona la produzione (HP1) - Continua la produzione (HP2) Abbandona → Continua → → p > CVU CVU (costo variabile unitario) Massimizzazione del profitto nel lungo periodo - Il numero di imprese non è più dato, con profitti positivi entreranno nuove imprese e quindi aumenterà l’offerta e si ridurrà il prezzo portando a una riduzione dei profitti (fino all’annullamento dei profitti di lungo periodo) - I costi sono tutti variabili in funzione della quantità prodotta → l’impresa che non copre tutti i costi di produzione esce dal mercato Il prezzo di mercato si abbassa (per effetto dell’aumento dell’offerta e della concorrenza) tanto che la condizione di massimo profitto coincide con il punto di pareggio: p = CM = CU

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